1. L'analisi dei dati di bilancio
La funzione informativa e gli Stakeholders
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2. Finalità
L'analisi di bilancio è una tecnica contabile finalizzata al
trattamento dei dati contenuti nei prospetti dello Stato
Patrimoniale e del Conto Economico allo scopo di fornire ai
terzi o al management interno informazioni rilevanti sulla
struttura patrimoniale dell'impresa, sul grado di redditività
degli investimenti, sulla sua solvibilità e grado di liquidità,
sull'efficienza strutturale e sulla capacità di generare flussi di
liquidità
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3. Le diverse categorie di Stakeholders
Il bilancio dell'azienda viene letto secondo diverse
prospettive e con diverse CHIAVI di LETTURA a seconda
della categoria di stakeholder a cui si appartiene
Uno stakeholder è un portatore di interesse verso le attività
dell'impresa
La formulazione originaria e completa della Teoria degli
Stakeholders si deve allo studioso americano Robert
Freeman che nel 1984 pubblicò l'opera “Stategic
Management. A Stakeholder approach”
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4. La teoria degli Stakeholders di Freeman
Stakeholders sono i lavoratori, i clienti,
i fornitori, gli azionisti, le banche, gli
ambientalisti, il governo e gli altri
gruppi che possono coadiuvare o ostacolare
l’impresa (Freeman 1984).
Essa non è un’entità circoscritta agli
interessi degli attori principali che in
essa operano, ma un sistema aperto,
un’organizzazione contestualizzata, un
sistema immerso in sovra sistemi (Golinelli
2000) che necessita di un governo in grado
di conciliare interessi e aspettative non
sempre convergenti.
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5. I criteri di individuazione delle categorie di stakeholders
(Mitchell, Agle, Wood, 1997)
La FORZA degli Stakeholders derivante dal ruolo rivestito
all'interno dell'impresa
La LEGITTIMAZIONE degli stakeholders quali
rappresentanti di interessi tutelati dalla normativa giuridica
L'ATTUALITA' o URGENZA degli interessi degli
stakeholders intesa come grado di priorità di interessi a cui il
management deve prestare attenzione e che deve essere
in grado di soddisfare in tempi tanto più brevi quanto
maggiore è il grado di urgenza degli interessi
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6. I 7 gruppi di Stakeholders
Dormant, discretionary, demanding, dominant, dangerous,
dependent, definitive.
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7. Dagli Stakeholders alla tecnica dell'analisi di bilancio
Definita la teoria degli Stakeholders, non ci rimane che
individuare gli interessi di fondo che portano i soci di
maggioranza e di minoranza, i finanziatori, i dipendenti, i
fornitori, i clienti e l'amministrazione finanziaria a guardare i
dati del bilancio dell'impresa
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8. ANALISTA INTERNO
SVOLGE LE PROPRIE INDAGINI NEL RUOLO DI
PROTAGONISTA DELLE SCELTE MANAGERIALI PER
VERIFICARE L'EQUILIBRIO ECONOMICO-PATRIMONIALE-
FINANZIARIO DELL'IMPRESA AI FINI DI UNA
RENDICONTAZIONE DEL RISULTATI DELLA GESTIONE E
PER IMPOSTARE LE SCELTE STRATEGICHE
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9. ANALISTA ESTERNO
E' UN SOGGETTO ESTRANEO ALL'AZIENDA CHE INTENDE
CONOSCERE I DATI AZIENDALI AL FINE DI COSTITUIRE,
MODIFICARE O ESTINGUERE UN RAPPORTO CON
L'IMPRESA DI CARATTERE PATRIMONIALE O
SEMPLICEMENTE CONTRATTUALE
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11. L'INTERPRETAZIONE DEL BILANCIO
E' un'attività diretta a dedurre dai dati contabili contenuti nel
bilancio delle informazioni rilevanti sull'andamento reddituale e
sull'assetto patrimoniale finanziario dell'impresa.
Interpretazione letterale: individuazione del significato e del
contenuto delle singole voci.
Interpretazione revisionale: verifica dell'attendibilità e della
veridicità dei dati esposti nel bilancio
Interpretazione prospettica: confronto di bilanci riferiti a
periodi consecutivi della stessa azienda o ad altre aziende
operanti nel settore per trarre informazioni sulle linee di
tendenza sugli sviluppi del business.
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13. La riclassificazione dello Stato Patrimoniale (art. 2424 c.c.)
Il criterio di riclassificazione delle voci dello Stato Patrimoniale
è quello finanziario.
Nell'ottica finanziaria si distinguono gli IMPIEGHI e le FONTI
Gli IMPIEGHI esprimono il fabbisogno finanziario per gli
investimenti e corrispondono all' ATTIVO dello Stato
Patrimoniale
Le FONTI rappresentano i mezzi di copertura del fabbisogno, e
corrispondono al passivo (mezzi di terzi) e Patrimonio Netto
(mezzi propri) dello Stato Patrimoniale.
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14. La riclassificazione dello Stato Patrimoniale secondo
criteri finanziari
IMPIEGHI
FONTI
Liquidità immediate Li Passività correnti Pb
Liquidità differite Ld Passività consolidate Pc
Disponibilità di magazzino Rm Totale: Capitale di terzi Ct
Totale: ATTIVO CORRENTE AC Capitale proprio Cp
Immobilizzazioni materiali Im
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15. L'equilibrio fonti-impieghi
Attivo
corrente
Liqidità immediate
Liquidità differite
Rimanenze
Attivo non
corrente
Immobilizzazioni
nette
Passività a breve
termine
Passività
correnti
Passività a medio-
lungo termine
Passività
consolidate
Capitale sociale
Riserve
Utili
Patrimonio
netto
Capitale
di terzi
Capitale
proprio
Capitale permanente
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16. Capitale proprio e Capitale di terzi
Capitale proprio Capitale di terzi
Scadenza Non ha scadenza Ha una scadenza
Rischio E' soggetto al
rischio d'impresa
Non è soggetto al
rischio d'impresa
Remunerazione Non ha una
remunerazione
predeterminata
Ha una
remunerazione
predeterminata
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17. Processo di rielaborazione
I crediti dell'attivo circolante scadenti oltre i 12 mesi vanno
riclassificati tra le immobilizzazioni finanziarie;
I crediti iscritti tra le immobilizzazioni finanziarie che hanno
una scadenza esigibile entro i 12 mesi (rate di mutui/prestiti
attivi) vanno riclassificati tra le liquidità differite dell'attivo
corrente
I crediti verso soci per versamenti ancora dovuti si collocano
tra le liquidità differite per le quote richiamate e tra le
immobilizzazioni finanziarie per la parte non richiamata;
I risconti attivi si riclassificano tra le liquidità differite o tra le
immobilizzazioni finanziarie a seconda che si riferiscano a
periodi inferiori o superiori all'anno
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18. Processo di rielaborazione
I debiti esigibili oltre l'anno, i fondi per rischi ed oneri, i debiti
per tfr effettivamente mantenuti in azienda (con esclusione
delle quote da utilizzare per cessioni di rapporto entro i 12
mesi) vanno collocati tra le passività consolidate;
i debiti commerciali e finanziari e le quote dei fondi che si
prevede di utilizzare con scadenza entro i 12 mesi vanno
collocati tra le passività a breve termine
I risconti passivi vanno inseriti tra le passività correnti o le
passività consolidate a seconda che si riferiscano a rettifiche
di valore annuale o ultrannuale
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19. La riclassificazione del conto economico
A valore aggiunto
A costo del venduto
A margini di contribuzione
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20. Le aree della gestione economica
La gestione comprende tre aree fondamentali: quella
economica, quella patrimoniale e quella finanziaria.
All'interno di quella economica si possono individuare
almeno tre categorie di elementi reddituali :
Quella caratteristica
Quella finanziaria
Quella straordinaria
Nella rielaborazione del conto economico più analiticamente
parlando si individuano, in effetti, 5 aree: quella
caratteristica, quella finanziaria, quella patrimoniale, quella
straordinaria e quella fiscale.
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21. Gli assorbimenti delle aree di gestione
Nel conto economico civilistico la Gestione patrimoniale e
quella straordinaria vengono assorbite nella Gestione
caratteristica. Infatti:
Voce A5 – Altri ricavi e proventi: accoglie sia realizzi della
gestione accessoria quali fitti attivi di immobili civili, terreni,
etc. che sono di pertinenza della gestione patrimoniale, sia
le plusvalenze ordinarie;
Tra i costi sono presenti oneri atipici quali le manutenzioni o
le spese pubblicitarie o di rappresentanza, etc, e tra gli oneri
diversi possono essere presenti le minusvalenze ordinarie
Le svalutazioni della voce B10 non sono propriamente una
componente di gestione caratteristica
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22. La rielaborazione del conto economico a valore aggiunto
La configurazione del conto economico a valore della
produzione è quella suggerita dalla CONSOB che classifica
i componenti di reddito “per natura” determinando, nella sua
struttura scalare, importanti risultati intermedi quali:
Il valore della produzione
Il valore aggiunto caratteristico
Il margine operativo lordo
Il reddito operativo
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23. La riclassificazione a valore aggiunto
I risultati intermedi che si ottengono da questa configurazione
di riclassificazione sono:
VALORE AGGIUNTO CARATTERISTICO: deriva dalla
differenza tra il valore della produzione ed il costo dei fattori
produttivi esterni consumati (utilizzati) nella produzione;
restano esclusi i fattori produttivi interni (costi relativi al
personale, ai fattori pluriennali e ai finanziamenti);
Il costo delle materie consumate si determina come segue:
Rimanenze iniziali + acquisti – rimanenze finali oppure
Acquisti – incrementi/+decrementi di rimanenze
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24. Risultati della riclassificazione a valore aggiunto
MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL): si ottiene
sottraendo dal valore aggiunto caratteristico il costo del
lavoro; tale grandezza consente di valutare i risultati della
gestione operativa dell'impresa non influenzati dalla politica
degli ammortamenti e degli accantonamenti, tipicamente
costi non monetari. Il MOL, detto anche EBITDA (Earning
before interest, taxes, depreciation and amortization),
rappresenta il margine di contribuzione destinato a coprire
costi fissi quali gli ammortamenti e gli accantonamenti
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25. MOL
Il MOL risulta utile per confrontare i risultati di diverse aziende
che operano in uno stesso settore attraverso i multipli
comparati (utili in fase di decisione del prezzo in un'offerta
pubblica iniziale). E' un dato più importante dell'utile netto
per gli analisti finanziari perché permette di valutare
chiaramente se l'azienda è in grado di generare ricchezza
tramite la gestione operativa, escludendo quindi le manovre
operate dagli amministratori dell'azienda (ammortamenti e
accantonamenti, gestione finanziaria) che non sempre
danno una visione corretta dell'andamento aziendale. È
utilizzato per il calcolo di alcuni indici impiegati per misurare
il grado di sostenibilità del debito finanziario come il
PFN/MOL e il MOL/Oneri Finanziari.
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26. MOL - EBITDA
Esiste una piccola differenza tra MOL ed EBITDA, anche se generalmente
si tende a far coincidere le due grandezze. La differenza è rappresentata
dagli accantonamenti che nell' EBITDA vengono dedotti e quindi
considerati nel calcolo. Questa impostazione trova la sua ratio nella
considerazione che anche se i costi per accantonamenti non hanno una
manifestazione monetaria nell’esercizio che si sta analizzando, se
correttamente contabilizzati, molto probabilmente comporteranno uscite
di cassa negli esercizi futuri. Ciò comporta che il valore dell’ EBITDA può
essere inferiore rispetto al MOL e quindi condurre ad una stima più
prudenziale del potenziale flusso di cassa operativo. Questa differenza
può avere, in alcuni casi, delle implicazioni non trascurabili, ad esempio
quando il margine viene preso in considerazione per calcolare e valutare
la sostenibilità del debito attraverso l’analisi dell’indice Debt/EBITDA.
Un esempio.
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27. Il reddito operativo
Detto anche MARGINE OPERATIVO NETTO, si ottiene
sottraendo dal MOL gli ammortamenti e gli accantonamenti
della gestione caratteristica e quindi evidenzia il risultato
della gestione tipica.
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28. CONTO ECONOMICO
Schema generale comune
Ricavi netti di vendita gestione caratteristica
- costi operativi (schema a costo del venduto,
= reddito operativo a costi fissi/variabili, a valore
aggiunto)
+/- risultato della gestione finanziaria
+/- risultato della gestione accessoria gestione non
+/- risultato della gestione straordinaria caratteristica
= reddito ante imposte
- imposte
= reddito netto
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29. Conto economico a valore della produzione
e valore aggiunto
Gestione caratteristica
RICAVI NETTI DI VENDITA
+/- variazione di prodotti finiti e semilavorati
+ costi capitalizzati per produzioni interne
= PRODOTTO DI ESERCIZIO
- consumi di materie prime (acquisti +/- variazioni rimanenze)
- spese per servizi
+ costi capitalizzati per prestazione di servizi
- altri costi esterni
= VALORE AGGIUNTO
- costo del personale
= MARGINE OPERATIVO LORDO
- accantonamenti
- ammortamenti
= RISULTATO OPERATIVO (margine operativo netto)
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30. Conto economico a costo e ricavo della
produzione venduta
gestione caratteristica
RICAVI NETTI DI VENDITA
- COSTO DEI PRODOTTI VENDUTI
Acquisti
+/- variazione rimanenze materie prime
= consumi
+ mano d’opera e oneri accessori
+ costi generali industriali
+ ammortamenti industriali
+/- variazione rimanenze semilavorati
- incrementi immobilizzazioni per lavori interni
= costo dei prodotti finiti
+/- variazione rimanenze prodotti finiti
= COSTO DEI PRODOTTI VENDUTI
= MARGINE LORDO INDUSTRIALE
- Costi amministrativi e generali
- Costi commerciali e distributivi
= RISULTATO OPERATIVO
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31. Riclassificazione a costi fissi e
costi variabili - Schema
Fatturato netto
- Costi variabili
acquisti di materie prime;
lavorazioni di terzi
costi industriali
costi commerciali
costi distributivi
spese per servizi ricevuti
accantonamenti a fondi rischi e spese future
= MARGINE DI CONTRIBUZIONE
- Costi fissi
costi amministrativi e generali
costi del personale
ammortamenti
manutenzioni
= RISULTATO OPERATIVO
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32. Conto economico a valore aggiunto – schema sintetico
RICAVI NETTI DI VENDITA V
+ ricavi complementari
+/- variazioni delle rimanenze di prodotti finiti
+/- variazioni dei semilavorati e prodotti in corso di lavorazione
+ costi patrimonializzati per costruzioni interne e lavori in economia
= VALORE DELLA PRODUZIONE ATTIVATA Vp
- costo delle materie consumate
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33. Conto economico a valore aggiunto – schema sintetico
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RISULTATO OPERATIVO Ro
+ risultato della gestione finanziaria
+/- risultato della gestione atipica (+ proventi – oneri atipici)
= RISULTATO DELLA GESTIONE CORRENTE
+/- saldo della gestione straordinaria (proventi-oneri straordinari)
= RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE
- IMPOSTE SUL REDDITO
34. CONTO ECONOMICO A COSTI E RICAVI DELLA
PRODUZIONE VENDUTA
RICAVI NETTI DI VENDITA V
+ ricavi complementari tipici
= RICAVI COMPLESSIVI NETTI
- costo della produzione venduta Cpv
= MARGINE LORDO SULLE VENDITE
- costi commerciali
- costi amministrativi
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35. CONTO ECONOMICO A COSTI E RICAVI DELLA
PRODUZIONE VENDUTA
RICAVI NETTI DI VENDITA V
+ ricavi complementari tipici
= RICAVI COMPLESSIVI NETTI
- costo della produzione venduta Cpv
= MARGINE LORDO SULLE VENDITE
- costi commerciali
- costi amministrativi
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36. CONTO ECONOMICO A MARGINI DI CONTRIBUZIONE
FATTURATO NETTO Vn
- COSTI VARIABILI DI PRODUZIONE: CVP
Acquisti di materie prime
Acquisto di componenti e semilavorati
Acquisto prodotti finiti
Lavorazioni di terzi
Altri costi variabili di produzione
= VALORE AGGIUNTO O MARK UP
- COSTI VARIABILI DELLA GESTIONE: CV
Costi variabili commerciali
Costi variabili di gestione amministrativa
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37. CONTO ECONOMICO A MARGINI DI CONTRIBUZIONE
MARGINE LORDO DI CONTRIBUZIONE
- COSTI FISSI DIRETTI: CF
Costi fissi diretti di produzione
Costi fissi diretti commerciali
Costi fissi diretti amministrativi
Altri costi fissi diretti
= MARGINE DI CONTRIBUZIONE NETTO O MARGINE INDUSTRIALE MN
- QUOTE DI COSTI FISSI INDIRETTI:
Quote costi fissi diretti di produzione
Quote costi fissi diretti commerciali
Quote costi fissi diretti amministrativi
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38. CONTO ECONOMICO A MARGINI DI CONTRIBUZIONE
Vantaggi
Fornisce indicazioni utili per misurare il grado di rischio
operativo, ovvero la flessibilità/rigidità delle componenti di
costo della gestione economica caratteristica al variare dei
ricavi.
Limiti
Non separa funzionalmente le singole classi di costo per
riferirle a distinte aree gestionali.
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39. L'analisi patrimoniale
Analisi strutturale: Indici di composizione semplici e composti
Analisi finanziaria: analisi della copertura degli investimenti e
della solvibilità
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40. Indici di struttura semplici e composti
Gli indici di struttura semplici
Indice di rigidità degli
impieghi
(Im/Ti)*100
Indice di elasticità degli
impieghi
(Ac/Ti)*100
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Legenda:
Ac: attivo corrente
Im: Immobilizzazioni nette
Ti= Totale impieghi
41. Analisi delle fonti
Indici di autonomia e
dipendenza finanziaria
Indice di indebitamento
a breve:
(Pb/Ti)*100
Indice di indebitamento
a medio/lungo termine
(Pml/Ti)*100
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Legenda:
Pb= Passività a breve termine
Pml= Passività medio-lungo
termine
Ti= Totale impieghi (=totale
fonti)
42. Segue: analisi delle fonti
Indice di autonomia
finanziaria:
(Cp/Ti)*100
Indice di dipendenza
finanziaria:
(Ct/Ti)*100
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Legenda:
Cp= capitale proprio
Ct= capitale di terzi
43. Indici di struttura composti
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Indice di elasticità strutturale
Ac/Im
Indice di rigidità strutturale
Im/Ac
Indice di ricorso al capitale di
terzi:
Ct/Cp
Legenda:
Ac= attivo corrente o
circolante
Im= attivo immobilizzato
Ct= capitale di terzi
Cp= capitale proprio
45. L'analisi finanziaria o di solvibilità
Con gli indici finanziari o di solvibilità si misura la capacità
dell'impresa di far fronte agli impegni assunti in un orizzonte
temporale di breve periodo. Tale capacità viene misurata
considerando in che modo con la sola liquidità immediata
fornita dalla cassa e dai depositi bancari e postali (quick
ratio) si riesce a far fronte agli impegni a breve scadenza;
una misura di maggiore capienza viene offerta dall'acid ratio
considerando la capacità di far fronte agli impegni a breve
con la somma della liquidità immediata e quella differita; con
il current ratio si valuta la capacità globale di coprire gli
impegni a breve con l'attivo corrente.
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46. Indici di copertura
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Indice di autocopertura:
Cp/Im
Indice di copertura globale:
(Cp+Pc)/IM
Legenda:
Cp= Capitale proprio
Pc= Passività a lungo termine
Im= Attivo immobilizzato
47. Indici di durata
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Indice di durata dei crediti:
(Cc/Cc annui)*365
Indice di durata dei debiti:
(Dc/Dc annui)*365
Legenda:
Cc= Saldo Crediti v/clienti
Cc annui= totale annuo crediti
commerciali
Dc= saldo debiti v/fornitori
Dc annui= totale annuo debiti
commerciali
48. Indici di rotazione
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Indice di rotazione delle
scorte:
Cv
Rm
Indice di rotazione dell'AC:
Ve
Ac
Legenda:
Cv= Costo del venduto
Rm= Rimanenze di magazzino
Ve= Ricavi netti di vendita
Ac= Attivo circolante
49. Indici di rotazione
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Indice di rotazione degli
impieghi
Ve
Ti
Legenda:
Cv= Costo del venduto
Rm= Rimanenze di magazzino
Ve= Ricavi netti di vendita
Ac= Attivo circolante
Ti= Totale impieghi
50. Analisi economica
ProfPasqualeBoccagna
Gli indici di analisi economica sono finalizzati alla misurazione
di uno dei principali obiettivi dell'impresa: quello di generare un
reddito. Dalla lettura conto economico del bilancio siamo in
grado di determinare solo l'esistenza o meno di un risultato
positivo della gestione. L'analisi della redditività ci consente di
individuare aree maggiormente significative da cui trae origine
il risultato della gestione e, a tal fine, la riaggregazione del
conto economico nelle configurazioni viste in precedenza, si
presta a tale operazione.
51. Analisi economica
ProfPasqualeBoccagna
Indici di redditività:
ROE; ROI; ROD; ROS; LEVERAGE; INCIDENZA GESTIONE
NON CARATTERISTICA; INCIDENZA DEL CARICO
FISCALE
Indici di produttività:
FATTURATO MEDIO PRO-CAPITE; VALORE DELLA
PRODUZIONE PRO-CAPITE; VALORE AGGIUNTO PRO-
CAPITE; INCIDENZA DEL COSTO DEL LAVORO SUI COSTI
DI PRODUZIONE; INCIDENZA DEL COSTO DEL LAVORO
SUI RICAVI DI VENDITA; COSTO MEDIO PER
DIPENDENTE.
52. Analisi economica
ProfPasqualeBoccagna
Indici di redditività:
ROE; ROI; ROD; ROS; LEVERAGE; INCIDENZA GESTIONE
NON CARATTERISTICA; INCIDENZA DEL CARICO
FISCALE
Indici di produttività:
FATTURATO MEDIO PRO-CAPITE; VALORE DELLA
PRODUZIONE PRO-CAPITE; VALORE AGGIUNTO PRO-
CAPITE; INCIDENZA DEL COSTO DEL LAVORO SUI COSTI
DI PRODUZIONE; INCIDENZA DEL COSTO DEL LAVORO
SUI RICAVI DI VENDITA; COSTO MEDIO PER
DIPENDENTE.
54. ROI
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RETURN ON INVESTMENT:
Esprime il rendimento che il totale dell'investimento (finanziato
da capitale di rischio e capitale di terzi) ha prodotto per effetto
della gestione caratterizzante l'attività d'impresa; infatti nel
rapporto si valuta l'entità del risultato operativo rapportato al
totale investimenti (totale impieghi).
Ro x100
Ti
55. ROD
ProfPasqualeBoccagna
RETURN ON DEBT:
Esprime il grado di onerosità
del ricorso al capitale di terzi
per finanziare gli investimenti.
Of x100
Ct
Legenda:
Of: totale oneri finanziari annui
Ct: capitale di terzi
57. LEVERAGE
ProfPasqualeBoccagna
INDICE DI INDEBITAMENTO:
Esprime in modo indiretto il
grado di indebitamento
raffrontando il totale impieghi
al capitale proprio. Nel caso
teorico di totale finanziamento
degli investimenti con il solo
capitale proprio il valore è
uguale ad 1
Ti
Cp
Legenda:
Ti: totale impieghi
Cp: capitale proprio
58. INCIDENZA DELLA GESTIONE NON CARATTERISTICA
ProfPasqualeBoccagna
INDICE DELL'INCIDENZA
DELLA GESTIONE NON
CARATTERISTICA:
Esprime in modo indiretto il
contributo che la gestione non
caratteristica fornisce nella
realizzazione del risultato
complessivo
Re
Ro
Legenda:
Re: Risultato netto d'esercizio
Ro: Risultato operativo
59. ANALISI DELLE COMPONENTI DEL ROI
ProfPasqualeBoccagna
ROI= ROS x ROT
Ro % = Ro % x Ve
Ti Ve Ti
La redditività caratteristica dell'impresa
dipende dalla redditività delle rendite e
dalla capacità di rotazione del totale
impieghi
60. ANALISI DELLE COMPONENTI DEL ROE
ProfPasqualeBoccagna
ROE= ROS x ROT x LEVERAGE x incidenza della gestione
non caratteristica
RE % = Ro % x Ve x Ti x Re
Cp Ve Ti Cp Ro
Risulta chiaro che il ROE è influenzato
dall'insieme di tutte le aree di gestione
dell'impresa. Dipende, infatti, dalla redditività
delle vendite, dalla capacità di rotazione
impieghi, dal leverage e dall'incidenza della
gestione non caratteristica.
61. L'EFFETTO LEVA DELL'INDEBITAMENTO SULLA
REDDITIVITA' DEL CAPITALE PROPRIO
(in presenza di un ROI > ROD)
ProfPasqualeBoccagna
In presenza di ROI > ROD l'indebitamento
genera un effetto moltiplicativo della redditività
totale dell'impresa. Se ho un ROI del 10% e il
tasso totale di finanziamento è, per esempio
l'8%, il divario positivo tra ROI e ROD (10-8=2)
si aggiunge alla redditività caratteristica.
62. L'EFFETTO LEVA DELL'INDEBITAMENTO SULLA
REDDITIVITA' DEL CAPITALE PROPRIO
(in presenza di un ROI > ROD)
ProfPasqualeBoccagna
Esempio.
Cp 1000
Ct 0
Tf=Ti 1000
Ro 100
Of 0
Rn 100
ROI 10%
ROE 10%
63. L'EFFETTO LEVA DELL'INDEBITAMENTO SULLA
REDDITIVITA' DEL CAPITALE PROPRIO
(in presenza di un ROI > ROD)
ProfPasqualeBoccagna
Esempio.
Cp 1000
+500
Ct 0
Tf=Ti 1500
Ro 150
Of 0
Rn 150
ROI 10%
ROE 10%
64. L'EFFETTO LEVA DELL'INDEBITAMENTO SULLA
REDDITIVITA' DEL CAPITALE PROPRIO
(in presenza di un ROI > ROD)
ProfPasqualeBoccagna
Esempio.
Cp 1000
Ct +500
Tf=Ti 1500
Ro 150
Of 30
Rn 120
ROI
10%
ROE
12%