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che selezionare un partner che, per
esperienza, solidità organizzativa e
finanziaria, capacità testata e veri-
ficata, garantisca servizi logistici
di eccellenza nel perimetro di un
totale presidio delle diverse voci e
attività: “per questo, al momento
di avviare una terziarizzazione, è
indispensabile prendersi tutto il
tempo necessario per l’analisi,”
consapevoli che stiamo per affi-
dare a terzi un’attività strategica.
In altre parole: se i vantaggi di un
outsourcing evoluto sono evidenti
(“possibilità di focalizzarsi sul co-
re business, apporto di un know
how specialistico, variabilizzazione,
certezza e riduzione dei costi (so-
prattutto indiretti), miglioramento
degli standard di servizio, massima
flessibilità operativa, valore ag-
giunto in termini di progettualità,
innovazione e capacità di investi-
menti”) il rischio si concentra nella
fase iniziale: “la scelta del partner
logistico su misura delle nostre
esigenze”.
Una scelta oculata minimizza i
rischi, a cominciare dalla possibile
perdita di controllo delle attività,
controllo che, al contrario, deve
saldamente rimanere nelle mani
del committente: “le conseguenze
di una scelta sbagliata sono sia
strategiche (mancata riprogettazio-
ne dei processi) che organizzative
(difficoltà di interfacciamento con
l’operatore logistico; flusso ridotto
di informazioni; difficoltà nel per-
seguimento dei KPI concordati,
che devono essere pochi, condivisi
e automatici; difficoltà nel roll
back)”. In conclusione il relatore,
ricordando che la logistica “si bassa
S
ono 40mila gli infortuni cer-
tificati dall’INAIL nel com-
parto trasporti e logistica e, di
questi, il 30% si verifica in corsia,
in ribalta o presso le baie. Bene ha
fatto quindi Logisticamente Srl a
dedicare il suo ultimo workshop
(tenutosi lo scorso mese di marzo
presso il Fidenza Business Center)
al tema “Logisticamente sicuri”
invitando a dibattere alcune delle
imprese che offrono soluzioni utili
ad incrementare i livelli di sicu-
rezza: “sul tema c’è ancora troppa
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nonché, in coppia con Stefano
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mite la società AB Coplan. Eppure
“è possibile rendere le persone e i
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cifre iperboliche”.
Si è incaricato di dimostrarlo
Alessandro Boccolini, direttore
commerciale di A-Safe, impresa
attiva a livello globale nell’offerta di
soluzioni nel campo della sicurezza:
“studiamo incessantemente nuovi
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analisi per la riduzione del rischio”.
Per esempio Memamplex, materiale
proprietario e brevettato per assor-
bire l’impatto (anche nell’ordine
delle decine di migliaia di joules)
per esempio di un carrello elevatore
lanciato contro una barriera: “si
tratta di sofisticate tecnologie che
rendono una barriera deformabile
ma allo stesso tempo elastica, tale
da conservare la memoria mec-
canica della forma originaria”.
L’impresa (con quartier generale in
Gran Bretagna ma presente in Italia
da cinque anni), ha sviluppato una
divisione di Ricerca e Sviluppo le
cui soluzioni sono certificate TUV
e, dal 2018, esito anche di un ta-
volo tecnico che coinvolge clienti
e consulenti.
Le tre domande
Esito di cotanto agire è, tra l’altro,
la realizzazione di PAS 13, un
manuale “per ridurre al minimo
i rischi di incidenti consigliando
l’utilizzo di protezioni idonee,
fornendo efficaci linee guida su
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siano testate e valutate per la deli-
mitazione del traffico pedonale e
veicolare”. Tre le domande cui il
documento offre risposta: quale
tipo di protezione o barriera di
sicurezza occorre adottare in uno
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E infine: la barriera (o protezio-
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3D delle soluzioni A-Safe sono
inoltre esportabili in ambito BIM
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sui principali programmi CAD
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Idealmente l’accenno al BIM e alle
soluzioni CAD ha introdotto la
relazione di Domenico Carnicel-
la di DataConSec sulla sicurezza
nella gestione dei dati nei sistemi
informativi della logistica: “con le
informazioni facciamo business,
ma le piattaforme di attacco si
sono estese in modo esponenziale”.
Il relatore ha quindi tracciato un
programma utile a coniugare “di-
sponibilità dei dati e sicurezza delle
informazioni” anche alla luce delle
recenti disposizioni comunitarie (a
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come difendersi dal Data Breach1
.
Non c’è miglior tutela
Per Nicola Borghi di Due Torri
“sicurezza equivale ad affidabilità”,
nel senso che non c’è miglior tutela
A Fidenza per dibattere di sicurezza in
magazzino.A lato un particolare della
platea e soluzioni proposte rispetti-
vamente da A-Safe (a destra) e Rite
Hite. Per Paolo Azzali (Logisticamente
srl, foto piccola a fianco):“C’è ancora
troppa superficialità ma le soluzioni
tecnologiche esistono”
42 Management
A cura della Redazione
La sicurezza in magazzino è una cosa seria:
sicuri nelle attività, nella gestione dei dati,
nella scelta dell’operatore logistico, sulle
baie, in ribalta e in corsia. Ecco come fare
Logisticamente sicuri
Come rendere sicura la supply chain
1
Incidente di sicurezza in cui dati sensibili, protetti o riservati vengono consultati,
copiati, trasmessi, rubati o utilizzati da un soggetto non autorizzato
L’ultima difesa a disposizione delle imprese,
dopo aver adottato quanto necessario per
mettere in sicurezza beni e persone, è data
da una polizza assicurativa. Lo ha chiarito
Michele Larini di Inser, che ha spiegato
ruolo e funzioni del broker:“occorre allar-
gare il discorso al Risk Management. La
funzione del broker non è emettere una o
più polizze, ma essere uno specialista che
supporta le imprese nell’individuazione dei
rischi, nella loro comprensione e minimiz-
zazione. Il trasferimento del rischio alle compagnie non è il punto
di partenza ma di arrivo”.
L’ultima difesa
Michele Larini
042-043_Logisticamente sicuri_P.indd 42 17/04/19 11:51
sulle due P: Persone e Processi” ha
elencato le caratteristiche dell’ope-
ratore logistico ideale: “un’azienda
solida, specializzata nel settore
di attività del committente onde
poter garantire economie di scala
e valore aggiunto; con ampie ga-
ranzie di professionalità e ottima
reputazione sul mercato; con un
adeguato livello di informatizza-
zione; flessibile sul piano operativo;
geograficamente organizzata in
modo da presidiare al meglio i
nostri bacini di riferimento e, da
ultimo, con costi e tariffe tali da
garantire entrambi: committenza
e operatore logistico”.
La carica dei 120mila
Ad Adrian Medina di Rite Hite è
spettato il compito di riportare l’at-
tenzione della platea all’interno dei
magazzini ed in particolare là dove,
statisticamente parlando, il rischio
è tra i più elevati: “le baie di carico.
Rite-Hite si occupa di protezione
dei beni e delle persone da 50 anni,
personalmente frequento i depositi
da quindici anni e ne ho viste di
tutti i colori, sia presso grandi che
piccole imprese. Eppure le tecno-
logie utili a proteggerci esistono”.
I rischi sono enfatizzati da circo-
stanze esterne “quali rumore, scarsa
visibilità, poca comunicazione tra
gli addetti. Il carrello elevatore,
nell’uso presso le baie, è a sua
Management 43
volta a rischio di cadute, ribalta-
menti, impatti” come dimostrano
i dati pubblicati dal britannico
HSE (Health and Safety Executive,
http://www.hse.gov.uk) nonché da
Eurostat e INAIL: “aumentano
il rischio anche i tempi di lavoro
sempre più frenetici, i dislivelli tra
punto di carico e piazzale esterno,
la cattiva comunicazione tra addetti
al punto di carico e autisti. D’altra
parte - ha spiegato il manager - ogni
baia mediamente conteggia circa
120mila attraversamenti” come
dire che a fronte di numeri tanto
elevati è necessario porsi il problema
di come minimizzare il rischio di
danni alle persone, sino alla morte,
ed economici: “la morte è un fatto
eclatante, intollerabile, esplosi-
vo. Ma non bisogna dimenticare
l’impatto dei danni minori e degli
incidenti sfiorati” che generano
cattivo clima aziendale ed uno
stato d’ansia negli addetti. Ma
anche perdita di produzione, nei
casi peggiori la perdita del cliente
ed in ogni caso un danno certo in
termini di produttività e danneg-
giamenti alle infrastrutture e/o ai
beni strumentali.
“Vedere. Giudicare. Agire.”
“Vedere, giudicare, agire” è il meto-
do proposto da Medina: “per capire
bisogna scendere in magazzino,
parlare con gli addetti, toccare
con mano, analizzare i contesti. E
quindi agire: le linee guida esistono,
per esempio quanto proposto da
FEM per impedire che i camion si
allontanino impropriamente dalle
baie. Ed esistono anche le tecno-
logie, le soluzioni per il bloccaggio
dei camion in baia, per impedire
all’autista di avviare il motore in
assenza delle condizioni di massima
sicurezza, per ridurre al minimo gli
usi impropri di un carrello elevatore
che, pur muovendosi a velocità
ridotta e vantando una massa equi-
valente a quella di tre automobili,
opera spesso in spazi ridotti, per
esempio all’interno dei vani di
carico. E ancora: sensori, avvisatori
acustici e luminosi, telecamere, bar-
riere di protezione e arresto, sistemi
di comunicazione che evidenziano
per esempio se una baia è impegna-
ta o meno, sistemi di centratura e
anti-caduta dei muletti”.
Ma per Medina la sicurezza nasce
in primo luogo dal cervello: “Rite
Hite per prima applica il metodo
“Vedere-Giudicare-Agire”. Siamo
sempre disponibili ad affiancare il
conduttore per analizzare lo stato
del magazzino e delle baie e pro-
porre soluzioni su misura. E con
piacere riscontriamo una crescita
di attenzione anche da parte delle
piccole e medie imprese, e non
solo perché un incidente vuol dire
spesso il blocco delle attività. Alla
base c’è sempre un problema di
cultura e di conoscenza”.
Nell’ambito del convegno “Logisticamente sicuri”
Andrea Zanella di Parmalat e Claudio Manghi de Il
Colle movimento merci hanno presentato il protocollo
PAR.CO. (PARmalat + COlle) finalizzato ad analizzare
congiuntamente (committente ed operatore logistico)
lo stato della sicurezza all’interno del deposito pren-
dendo adeguate misure di prevenzione e protezione.
Il protocollo ha puntato “alla creazione di un maggior
coordinamento tra le due aziende”. Espone le linee
“per un rafforzamento dei processi di formazione,
informazione e comunicazione” al fine di porre la
“massima enfasi sul rispetto delle norme di sicurez-
za da parte dei lavoratori e dei preposti” ridefinendo anche le procedure “relative ai richiami per i
lavoratori che non rispettano le procedure di sicurezza”. PAR.CO è un work in progress soggetto
a continue modifiche ed implementazioni: “il protocollo, esito di un severo lavori di analisi durato
tre mesi e operativo dal 1 ottobre 2018, ha permesso una riduzione del 47% degli eventi e del 50%
degli infortuni definiti” - ha detto Zanella. Innumerevoli gli esempi pratici illustrati dai due relatori,
dagli interventi minimali (il posizionamento di uno specchio in un angolo cieco) ad interventi più
strategici, quali le attività connesse alla formazione.“Fondamentale è stato il coinvolgimento delle
persone a tutti i livelli - ha detto Manghi -. Decisiva la volontà di creare una stretta collaborazione
tra cooperativa e committente”.
Il caso Parmalat
Andrea ZanellaClaudio Manghi
Domenico Carnicella (DataConSec):
“con le informazioni facciamo busi-
ness, ma le piattaforme di attacco si
sono estese in modo esponenziale”
Alessandro Boccolini (A-Safe):“stu-
diamo incessantemente nuovi mate-
riali, prodotti e procedure di analisi
per la riduzione del rischio”
Per Nicola Borghi (DueTorri) una delle
migliori garanzie al fine della sicurezza
è non sbagliare la scelta dell’operatore
logistico di riferimento
Adrian Medina (Rite-Hite):“per capire
bisogna scendere in magazzino, par-
lare con gli addetti, toccare con mano,
analizzare i contesti”
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  • 1. che selezionare un partner che, per esperienza, solidità organizzativa e finanziaria, capacità testata e veri- ficata, garantisca servizi logistici di eccellenza nel perimetro di un totale presidio delle diverse voci e attività: “per questo, al momento di avviare una terziarizzazione, è indispensabile prendersi tutto il tempo necessario per l’analisi,” consapevoli che stiamo per affi- dare a terzi un’attività strategica. In altre parole: se i vantaggi di un outsourcing evoluto sono evidenti (“possibilità di focalizzarsi sul co- re business, apporto di un know how specialistico, variabilizzazione, certezza e riduzione dei costi (so- prattutto indiretti), miglioramento degli standard di servizio, massima flessibilità operativa, valore ag- giunto in termini di progettualità, innovazione e capacità di investi- menti”) il rischio si concentra nella fase iniziale: “la scelta del partner logistico su misura delle nostre esigenze”. Una scelta oculata minimizza i rischi, a cominciare dalla possibile perdita di controllo delle attività, controllo che, al contrario, deve saldamente rimanere nelle mani del committente: “le conseguenze di una scelta sbagliata sono sia strategiche (mancata riprogettazio- ne dei processi) che organizzative (difficoltà di interfacciamento con l’operatore logistico; flusso ridotto di informazioni; difficoltà nel per- seguimento dei KPI concordati, che devono essere pochi, condivisi e automatici; difficoltà nel roll back)”. In conclusione il relatore, ricordando che la logistica “si bassa S ono 40mila gli infortuni cer- tificati dall’INAIL nel com- parto trasporti e logistica e, di questi, il 30% si verifica in corsia, in ribalta o presso le baie. Bene ha fatto quindi Logisticamente Srl a dedicare il suo ultimo workshop (tenutosi lo scorso mese di marzo presso il Fidenza Business Center) al tema “Logisticamente sicuri” invitando a dibattere alcune delle imprese che offrono soluzioni utili ad incrementare i livelli di sicu- rezza: “sul tema c’è ancora troppa superficialità” - ha detto Paolo Azzali, al vertice di Logisticamente nonché, in coppia con Stefano Bianchi, consulente di logistica tra- mite la società AB Coplan. Eppure “è possibile rendere le persone e i magazzini più sicuri senza spendere cifre iperboliche”. Si è incaricato di dimostrarlo Alessandro Boccolini, direttore commerciale di A-Safe, impresa attiva a livello globale nell’offerta di soluzioni nel campo della sicurezza: “studiamo incessantemente nuovi materiali, prodotti e procedure di analisi per la riduzione del rischio”. Per esempio Memamplex, materiale proprietario e brevettato per assor- bire l’impatto (anche nell’ordine delle decine di migliaia di joules) per esempio di un carrello elevatore lanciato contro una barriera: “si tratta di sofisticate tecnologie che rendono una barriera deformabile ma allo stesso tempo elastica, tale da conservare la memoria mec- canica della forma originaria”. L’impresa (con quartier generale in Gran Bretagna ma presente in Italia da cinque anni), ha sviluppato una divisione di Ricerca e Sviluppo le cui soluzioni sono certificate TUV e, dal 2018, esito anche di un ta- volo tecnico che coinvolge clienti e consulenti. Le tre domande Esito di cotanto agire è, tra l’altro, la realizzazione di PAS 13, un manuale “per ridurre al minimo i rischi di incidenti consigliando l’utilizzo di protezioni idonee, fornendo efficaci linee guida su come garantire che le barriere scelte siano testate e valutate per la deli- mitazione del traffico pedonale e veicolare”. Tre le domande cui il documento offre risposta: quale tipo di protezione o barriera di sicurezza occorre adottare in uno specifico contesto? Quando occorre utilizzare la barriera per veicoli e pedoni e quando la linea bianca? E infine: la barriera (o protezio- ne) in uso è adeguata allo scopo ovvero va modificata? I modelli 3D delle soluzioni A-Safe sono inoltre esportabili in ambito BIM (Building Information Modelling) sui principali programmi CAD disponibili sul mercato. Idealmente l’accenno al BIM e alle soluzioni CAD ha introdotto la relazione di Domenico Carnicel- la di DataConSec sulla sicurezza nella gestione dei dati nei sistemi informativi della logistica: “con le informazioni facciamo business, ma le piattaforme di attacco si sono estese in modo esponenziale”. Il relatore ha quindi tracciato un programma utile a coniugare “di- sponibilità dei dati e sicurezza delle informazioni” anche alla luce delle recenti disposizioni comunitarie (a cominciare dal GDPR) e spiegato come difendersi dal Data Breach1 . Non c’è miglior tutela Per Nicola Borghi di Due Torri “sicurezza equivale ad affidabilità”, nel senso che non c’è miglior tutela A Fidenza per dibattere di sicurezza in magazzino.A lato un particolare della platea e soluzioni proposte rispetti- vamente da A-Safe (a destra) e Rite Hite. Per Paolo Azzali (Logisticamente srl, foto piccola a fianco):“C’è ancora troppa superficialità ma le soluzioni tecnologiche esistono” 42 Management A cura della Redazione La sicurezza in magazzino è una cosa seria: sicuri nelle attività, nella gestione dei dati, nella scelta dell’operatore logistico, sulle baie, in ribalta e in corsia. Ecco come fare Logisticamente sicuri Come rendere sicura la supply chain 1 Incidente di sicurezza in cui dati sensibili, protetti o riservati vengono consultati, copiati, trasmessi, rubati o utilizzati da un soggetto non autorizzato L’ultima difesa a disposizione delle imprese, dopo aver adottato quanto necessario per mettere in sicurezza beni e persone, è data da una polizza assicurativa. Lo ha chiarito Michele Larini di Inser, che ha spiegato ruolo e funzioni del broker:“occorre allar- gare il discorso al Risk Management. La funzione del broker non è emettere una o più polizze, ma essere uno specialista che supporta le imprese nell’individuazione dei rischi, nella loro comprensione e minimiz- zazione. Il trasferimento del rischio alle compagnie non è il punto di partenza ma di arrivo”. L’ultima difesa Michele Larini 042-043_Logisticamente sicuri_P.indd 42 17/04/19 11:51
  • 2. sulle due P: Persone e Processi” ha elencato le caratteristiche dell’ope- ratore logistico ideale: “un’azienda solida, specializzata nel settore di attività del committente onde poter garantire economie di scala e valore aggiunto; con ampie ga- ranzie di professionalità e ottima reputazione sul mercato; con un adeguato livello di informatizza- zione; flessibile sul piano operativo; geograficamente organizzata in modo da presidiare al meglio i nostri bacini di riferimento e, da ultimo, con costi e tariffe tali da garantire entrambi: committenza e operatore logistico”. La carica dei 120mila Ad Adrian Medina di Rite Hite è spettato il compito di riportare l’at- tenzione della platea all’interno dei magazzini ed in particolare là dove, statisticamente parlando, il rischio è tra i più elevati: “le baie di carico. Rite-Hite si occupa di protezione dei beni e delle persone da 50 anni, personalmente frequento i depositi da quindici anni e ne ho viste di tutti i colori, sia presso grandi che piccole imprese. Eppure le tecno- logie utili a proteggerci esistono”. I rischi sono enfatizzati da circo- stanze esterne “quali rumore, scarsa visibilità, poca comunicazione tra gli addetti. Il carrello elevatore, nell’uso presso le baie, è a sua Management 43 volta a rischio di cadute, ribalta- menti, impatti” come dimostrano i dati pubblicati dal britannico HSE (Health and Safety Executive, http://www.hse.gov.uk) nonché da Eurostat e INAIL: “aumentano il rischio anche i tempi di lavoro sempre più frenetici, i dislivelli tra punto di carico e piazzale esterno, la cattiva comunicazione tra addetti al punto di carico e autisti. D’altra parte - ha spiegato il manager - ogni baia mediamente conteggia circa 120mila attraversamenti” come dire che a fronte di numeri tanto elevati è necessario porsi il problema di come minimizzare il rischio di danni alle persone, sino alla morte, ed economici: “la morte è un fatto eclatante, intollerabile, esplosi- vo. Ma non bisogna dimenticare l’impatto dei danni minori e degli incidenti sfiorati” che generano cattivo clima aziendale ed uno stato d’ansia negli addetti. Ma anche perdita di produzione, nei casi peggiori la perdita del cliente ed in ogni caso un danno certo in termini di produttività e danneg- giamenti alle infrastrutture e/o ai beni strumentali. “Vedere. Giudicare. Agire.” “Vedere, giudicare, agire” è il meto- do proposto da Medina: “per capire bisogna scendere in magazzino, parlare con gli addetti, toccare con mano, analizzare i contesti. E quindi agire: le linee guida esistono, per esempio quanto proposto da FEM per impedire che i camion si allontanino impropriamente dalle baie. Ed esistono anche le tecno- logie, le soluzioni per il bloccaggio dei camion in baia, per impedire all’autista di avviare il motore in assenza delle condizioni di massima sicurezza, per ridurre al minimo gli usi impropri di un carrello elevatore che, pur muovendosi a velocità ridotta e vantando una massa equi- valente a quella di tre automobili, opera spesso in spazi ridotti, per esempio all’interno dei vani di carico. E ancora: sensori, avvisatori acustici e luminosi, telecamere, bar- riere di protezione e arresto, sistemi di comunicazione che evidenziano per esempio se una baia è impegna- ta o meno, sistemi di centratura e anti-caduta dei muletti”. Ma per Medina la sicurezza nasce in primo luogo dal cervello: “Rite Hite per prima applica il metodo “Vedere-Giudicare-Agire”. Siamo sempre disponibili ad affiancare il conduttore per analizzare lo stato del magazzino e delle baie e pro- porre soluzioni su misura. E con piacere riscontriamo una crescita di attenzione anche da parte delle piccole e medie imprese, e non solo perché un incidente vuol dire spesso il blocco delle attività. Alla base c’è sempre un problema di cultura e di conoscenza”. Nell’ambito del convegno “Logisticamente sicuri” Andrea Zanella di Parmalat e Claudio Manghi de Il Colle movimento merci hanno presentato il protocollo PAR.CO. (PARmalat + COlle) finalizzato ad analizzare congiuntamente (committente ed operatore logistico) lo stato della sicurezza all’interno del deposito pren- dendo adeguate misure di prevenzione e protezione. Il protocollo ha puntato “alla creazione di un maggior coordinamento tra le due aziende”. Espone le linee “per un rafforzamento dei processi di formazione, informazione e comunicazione” al fine di porre la “massima enfasi sul rispetto delle norme di sicurez- za da parte dei lavoratori e dei preposti” ridefinendo anche le procedure “relative ai richiami per i lavoratori che non rispettano le procedure di sicurezza”. PAR.CO è un work in progress soggetto a continue modifiche ed implementazioni: “il protocollo, esito di un severo lavori di analisi durato tre mesi e operativo dal 1 ottobre 2018, ha permesso una riduzione del 47% degli eventi e del 50% degli infortuni definiti” - ha detto Zanella. Innumerevoli gli esempi pratici illustrati dai due relatori, dagli interventi minimali (il posizionamento di uno specchio in un angolo cieco) ad interventi più strategici, quali le attività connesse alla formazione.“Fondamentale è stato il coinvolgimento delle persone a tutti i livelli - ha detto Manghi -. Decisiva la volontà di creare una stretta collaborazione tra cooperativa e committente”. Il caso Parmalat Andrea ZanellaClaudio Manghi Domenico Carnicella (DataConSec): “con le informazioni facciamo busi- ness, ma le piattaforme di attacco si sono estese in modo esponenziale” Alessandro Boccolini (A-Safe):“stu- diamo incessantemente nuovi mate- riali, prodotti e procedure di analisi per la riduzione del rischio” Per Nicola Borghi (DueTorri) una delle migliori garanzie al fine della sicurezza è non sbagliare la scelta dell’operatore logistico di riferimento Adrian Medina (Rite-Hite):“per capire bisogna scendere in magazzino, par- lare con gli addetti, toccare con mano, analizzare i contesti” DITEC PORTE RAPIDE: al servizio della Vostra efficienza Contatti: info.ditec.eu@entrematic.com www.ditecdoor.com 042-043_Logisticamente sicuri_P.indd 43 17/04/19 11:51