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Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra”
Pag. 1
2014
Vademecum a cura dei geomm.:
Bartolo Abrate, Dante De Simoni, Roberta Mazzoni, Annalisa Tiezzi
Esperti in Edificio Salubre
Associazione Nazionale “Donne Geometra”
L’abitazione tra ottocento e novecento
Inquinamento indoor: materiali nocivi e materiali
biocompatibili
Le responsabilità civili dei tecnici professionisti
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Pag. 2
Geom. Bartolo Abrate - Savigliano (Cn)
bartolo.abrate@gmail.com bartolo.abrate@geopec.it www.globalsurvey.it
Iscritto all'Albo dei Geometri di Cuneo al n. 1881
Svolge l’attività di Geometra L.P. sin dal 1985
Tecnico della Protezione Civile Italiana per la Valutazione agibilità in emergenza post sisma
Contitolare di Global Survey s.r.l. (servizi integrati di consulenza in ambito topografico ad enti pubblici,
studi di progettazione civile ed industriale ed imprese di costruzioni)
Geom. Dante De Simoni - Carpi (Mo)
dante@desimonifranzosi.it www.desimonifranzosi.it
Iscritto all'Albo dei Geometri di Modena al n. 1619
Svolge parallelamente la professione di Geometra e l'attività di Amministratore Immobiliare
Iscritto AGIAI - ANACI - socio SINTEG
Amministratore certificato ACCREDIA N. registro ACI_155
Titolare omonimo studio tecnico
Contitolare: De Simoni & Franzosi Snc
Socio: CondoGest 2000 Studio associato
Geom. Roberta Mazzoni - Arezzo (Ar)
1409@geometriarezzo.it roberta.mazzoni@geopec.it
Iscritta all'Albo dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Arezzo al n. 1409.
Con il designer Luigi Viroli si occupa prevalentemente di arredamenti e progettazione d’interni,
non tralasciando comunque tutti gli aspetti lavorativi peculiari della figura del Geometra.
Collabora come tecnico esterno con Arezzo Casa S.p.A. (ex Istituto Case Popolari).
Titolare omonimo studio tecnico
Geom. Annalisa Tiezzi - Massa Carrara (MS)
annalisatiezzi@libero.it annalisatiezzi@geo.pec.it
Iscritta all'Albo dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Massa Carrara al n°
1283.
Svolge prevalentemente l’attività di geometra da Cantiere “direttore tecnico di cantiere” con
collaborazioni con Imprese di Costruzioni, Ricopre incarichi come direttore ai lavori e
coordinatore alla sicurezza per Pubbliche Amministrazioni.
Ha conseguito dopo il diploma la specializzazione da “tecnico delle gestione edilizia del
territorio” e la sua maggior occupazione e la gestione “capo commessa” dei cantieri edili con
lo studio del territorio.
E’ titolare dell’omonimo studio tecnico.
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Questo vademecum è il risultato del percorso formativo dell’ Esperto Edificio
Salubre. Un corso che permette di essere attivi sul territorio, combinando molteplici
criteri di sviluppo professionale al servizio della collettività, con un inserimento in
settori innovativi nel mondo del lavoro.
La transizione verso un’economia sostenibile ed efficiente passa anche nel rivisitare
sistemi superati nel costruire e ristrutturare e questo comporterà importanti
trasformazioni nel mercato del lavoro e nella stessa vita delle persone. Gli effetti sulla
crescita e sull’occupazione dipenderanno dalla capacità di anticipazione dei
fabbisogni di nuove competenze professionali e dalla messa in campo di politiche
integrate d’investimento in formazione e innovazione.
La recente crisi economica non impone cambiamenti solo in campo energetico, ma
soprattutto nel settore ambientale. Tra le nuove strategie quella di occuparsi di
“salubrità” all’interno degli ambienti confinati - diventa un modello di sviluppo per
l’economia europea. Una strategia ambiziosa, di medio-lungo periodo, che mette al
centro conoscenza e innovazione, efficienza ambientale, occupazione per il benessere
di tutti all’interno degli edifici, dove si riscontra un inquinamento peggiore rispetto a
quello esterno.
Difficile oramai negare che le conoscenze sulla salubrità degli edifici oggi assumono
un’importanza cruciale sia per la salute dell’uomo, sia per il risparmio delle spese
sanitarie, sia per la ripresa dell’edilizia, che da sempre rappresenta un motore efficace
per uscire dalla retrocessione in cui il Paese da anni si trova.
Gli autori
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L’abitazione nei tempi recenti e tipologie
1 L’abitazione tra l’Ottocento ed il Novecento
1.1 L'abitazione tra Ottocento e Novecento - L'abitazione nel Novecento
Il passaggio tra il XVIII e il XIX secolo, registra una maggiore continuità sia nell’arte
che nel campo delle vicende storico-sociali; è il periodo della “Rivoluzione industriale”
(1760/1830), di quella politica che porterà poi alla Restaurazione del 1815, del
Rococò, degli stili con il prefisso “neo”, dell’Eclettismo storicistico e di Napoleone.
Si assiste al Congresso di Vienna, alla nascita del socialismo umanitario e scientifico,
allo sviluppo della ferrovia nonché delle Teorie di Darwin e della psicanalisi di Freud.
L'immagine della tradizionale città chiusa nel perimetro delle mura, in lenta e graduale
crescita, viene improvvisamente stravolta dalle conseguenze della rivoluzione
industriale. Il dirompente incremento degli interventi cittadini, l'aumento della
costruzione di abitazioni e di industrie, rendono necessario per la prima volta il
controllo della crescita urbana e questa situazione trova gli architetti impreparati.
Gli effetti sociali di tale massiccia ondata d’industrializzazione, la comune percezione
che vi era un qualcosa di sbagliato alla base, nonché moralmente inaccettabile nel
modo di produrre e ridistribuire la ricchezza che in larga scala generava miseria,
sofferenza ed un numero sempre più crescente di disagiati tra il ceto medio, diede i
natali alla “questione sociale”.
Le grandi città si riempirono a breve di individui che non erano niente, non
possedevano nulla se non la propria forza lavoro, artigiani caduti in disgrazia, fittavoli
ridotti alla fame, lavoratori dipendenti sfruttati; individui senza futuro ridotti alla
fame ed a vivere alla giornata in condizioni di semi schiavitù e sottopagati.
Questo scenario generale, ovviamente da un lato generò il timore che la così detta
“classe dangereuse” potesse sfuggire al controllo delle istituzioni abbandonandosi a
reazioni violente nei confronti del sistema e quindi dando il via ad azioni di ribellione
generalizzate; dall’altro, mise in evidenza l’inadeguatezza dei sistemi costruttivi
dell’epoca e della concezione di città.
A riprova di quanto detto, Pugin nel 1836, pubblica “Contrast”, sottolineando quanto
ormai gli edifici della sua epoca siano privi di fascino architettonico e di adattamento
al nuovo modo di vive e concepire le città che per altro sono quasi totalmente prive
di verde al loro interno.
Immediatamente vengono proposte delle teorie urbanistiche che inizialmente
analizzano sia il problema di case individuali che il loro rapporto all'interno del
contesto urbano.
La rivoluzione industriale con le sue contraddizioni, investe la struttura stessa delle
città e l'organizzazione del tessuto urbano-territoriale esistente, producendo grandi
cambiamenti. Nelle vecchie metropoli europee si assiste alle trasformazioni maggiori,
con l'incontrollata espansione in sobborghi non pianificati e senza criterio che
travolge l'immagine tradizionale degli agglomerati urbani chiusi nel perimetro delle
mura.
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Le industrie, prima localizzate in campagna, si spostano nei pressi delle miniere di
carbone ed i traffici di materia avvengono mediante le ferrovie. È qui che sorgono le
case per gli operai, gli alloggi realizzati lungo le linee ferroviarie, vicino alle miniere
oppure intorno alle grandi fabbriche. Questi quartieri (i cui tipici esempi sono gli slum
inglesi o le banlieu francesi), nascono spesso negli spazi lasciati liberi dalle fabbriche,
su terreni pieni di ceneri e rottami, o lungo i corsi dei fiumi inquinati dagli scarichi
delle fabbriche. L'aria è irrespirabile, gli alloggi sono fatiscenti e sempre più piccoli.
La speculazione edilizia si incrementa sempre di più occupando qualsiasi posto
disponibile; per contro, i quartieri borghesi sono migliori dal punto di vista
igienico/sanitario e le abitazioni – per quanto spesso arredate con dubbio gusto –
sono sovente dimore sontuose con giardini sul retro, se sorgono in città, oppure ville
lussuosissime, se sorgono in periferia.
Gli sventramenti dei centri storici, la divisione dei quartieri per ceti sociali,
l'introduzione all'interno delle città di edifici produttivi, la sovrappopolazione con
conseguente degrado delle condizioni sanitarie sono alla base dell’esigenza che
porterà alla creazione di nuove infrastrutture (fognature, acquedotto, tramvie) e
nuovi strumenti di controllo nonché pianificazione del territorio (regolamenti edilizi,
primi piani regolatori).
La nascita dell'urbanistica moderna coincise quindi con la rivoluzione industriale e
con tutti i fenomeni socio economici che hanno modificato radicalmente il volto
delle città ed il rapporto tra quest’ultime e la campagna.
Lo sviluppo delle grandi metropoli industriali fu caratterizzato dal terribile degrado
delle condizioni di vita delle masse di contadini inurbati; in questo momento storico
ebbe inizio quella che possiamo definire l'urbanistica moderna preceduta, nel XIX
secolo e nei primi anni del XX, da una "fase utopistica" caratterizzata dalla ricerca
di sistemi sociali alternativi al capitalismo liberistico e da progetti di architetti-
urbanisti che concorrono alla realizzazione dei modelli teorizzati dai riformatori
sociali o che elaborano modelli urbani teorici indipendenti dalle ipotesi di riforma.
È evidente che una delle conseguenze della Rivoluzione Industriale è stata
l’espansione selvaggia dei centri urbani; lo spopolamento delle campagne a favore
delle città che portarono ad agglomerati urbani privi delle più elementari norme
igieniche con strade strette e non lastricate, fabbriche inserite in centri abitati, che
con i loro scarichi rendevano l’aria insalubre.
Tra il 1830 e il 1850 in Inghilterra ed in Francia si assiste all’emanazione dei primi
regolamenti edilizi e dei primi provvedimenti legislativi che consentirono
l’esproprio di aree private a favore di quelle pubbliche per realizzare al loro posto
fogne, strade ed altre opere.
In Inghilterra la città industriale fu considerata come l’espressione più tangibile di una
situazione sconvolta nelle fondamenta. Fra il 1850/70 sono predisposti i primi
provvedimenti di tipo sanitario (controlli sull’alloggio), mentre l’urbanistica restò uno
strumento prevalentemente limitato alla capitale così come nel resto d’Europa. Solo
successivamente il nuovo concetto d’igiene pubblica introdusse una serie di
modifiche da applicarsi in tutti i centri urbani. Vennero così fissate le distanze
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obbligatorie tra edifici, le dimensioni dei cortili, l’ampiezza delle strade, le fognature e
le condotte di acqua potabile estese in tutti gli agglomerati. Nacquero così i primi
provvedimenti di un’urbanistica generalizzata e non più circoscritta a singoli
eccezionali casi.
Le città di dell’epoca pre-industriale, non si adeguavano alle nuove esigenze di una
città industriale, così R. Owen, proprietario di filande e interessato al miglioramento
della produzione, fondò dei villaggi che proponevano un nuovo, più razionale
rapporto non solo fra l’uomo e l’ambiente ma anche fra gli impianti e le risorse da cui
dipendevano. Secondo Owen l'ambiente deve essere costruito a servizio dell'uomo,
prima di pensare a qualsiasi vantaggio economico, individuale e collettivo. Owen
sperimenta questa sua idea nella gestione delle filande di New Lanark, iniziata
simbolicamente il 1° gennaio del 1800. Queste diventano una fabbrica modello grazie
all'introduzione di nuovi macchinari, buoni salari, abitazioni salubri e alla costruzione
presso la fabbrica un asilo infantile, il primo in tutta l'Inghilterra Elabora quindi nel
secondo decennio del secolo un modello di convivenza ideale: un villaggio per una
comunità ristretta, che lavori collettivamente in campagna ed in officina, e sia
autosufficiente, avendo al suo interno tutti i servizi necessari. Owen espone per la
prima volta questo piano nel 1817 in un rapporto ad una Commissione d'inchiesta
sulla legge dei poveri.
Il modello fisico proposto consiste in un insediamento di circa 1.200 persone,
circondato da 1.000-1.500 acri di terreno. La pianta del villaggio è costituita da una
grande unità edilizia quadrilatera, diviso al suo interno in settori dagli edifici pubblici
(cucina pubblica, depositi, scuola e biblioteca). Tre lati del quadrilatero perimetrale
sono destinati alle case, il quarto ai dormitori per tutti i bambini che eccedano i due
per famiglia, o che abbiano più di tre anni.
All'esterno del quadrilatero orti e giardini,
circondati da strade e «al di là di questi, abbastanza
distanti per essere schermati da una zona alberata,
sorgeranno i laboratori e le industrie».
Questa proposta di Owen è il primo piano
urbanistico moderno sviluppato in ogni sua parte,
dalle premesse politico-economiche al programma
edilizio e al preventivo finanziario.
In un periodo di tempo relativamente breve, poco
più di un secolo o in periodi anche minori
all’interno dei singoli paesi, cambiano
radicalmente, con le strutture economiche politiche e sociali, le strutture territoriali, la
localizzazione dei centri produttivi, il rapporto fra la città e la campagna. Eppure
l’urbanistica è agli inizi, esclusivamente scienza della città. Le sue origini sono state
riconosciute in quella critica dell’urbanesimo che assume spesso toni di violenta
denuncia man mano che le condizioni del proletariato urbano vengono scoperte
dall’opinione pubblica borghese.
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Senza mai tentare di indagare le cause, si pensa di poter risolvere la situazione
portando dei rimedi per cancellare gli aspetti patologici più clamorosi della fase finale
del processo. Non si trova nella letteratura urbanistica dell’ ‘800, nessun accenno alle
origini territoriali dei problemi urbani.
In Francia, Charles Fourier (1777-1837) contrappone ad una società basata sulla
competizione imperfetta ed immorale degli interessi individuali, il principio
dell'unione degli sforzi per raggiungere uno stato di armonia universale; il falansterio
è l'unità residenziale tipo delle "falangi" (1620 associati) e la sua descrizione ricorda in
modo esplicito il Louvre, una reggia comunitaria.
Per Fourier la società si deve strutturare per
singole attività produttive (le falangi), chi
lavora nella comunità di produzione (la
falange appunto) vive nel falansterio; tutte
le 1800 persone che costituiscono la falange
devono continuamente cambiare
occupazione per evitare l'alienazione; sono
previste anche libertà e comunità sessuale
tra i membri della falange.
La famiglia monogamica viene superata e i
bambini vengono allevati dall'intera
comunità. Questo metodo privo di alienazione avrebbe dovuto condurre ad un
aumento della produzione. Nel falansterio esistono comunque differenze sociali tra
classi (povera, media, ricca), i poveri devono essere agevolati nell'acquisto di azioni
del falansterio; le retribuzioni sono diseguali in quanto si articolano in dodicesimi:
5/12 per il lavoro compiuto, 4/12 per il capitale posseduto, 3/12 per il talento
personale.
Il falansterio è una struttura unica, razionalmente organizzata, che si oppone al caos
delle città. Al suo interno si vivrà come in un grande albergo, e ai suoi abitanti, a
differenza di quanto era permesso nel quadrilatero abitativo di Owen, non saranno
concessi alloggi separati: i vecchi saranno alloggiati al piano terra, i ragazzi al
mezzanino e gli adulti nei piani superiori. Al centro del falansterio, nella Place de
Parade si troveranno i "servizi" pubblici: la Tour de Ordre con l'orologio e i mezzi
per comunicare ovvero il telegrafo ed i piccioni viaggiatori.
Dalla torre dell'ordine si diramano due ali che contengono tutte le funzioni
residenziali e produttive, pubbliche e private. Le ali sono servite in tutta la loro
lunghezza da una strada-galleria situata al primo piano.
Il falansterio è quindi un complesso organismo, dove si cerca di mantenere
l'equilibrio alternando spazi pubblici a spazi privati, in modo da far convivere vita
individuale e comunitaria. Ogni falansterio è un'unità produttiva autonoma, che
integra campagna e città. La reggenza della falange anticipa ad ogni membro povero il
vitto, l'alloggio ed il vestiario di terza classe.
Fourier si dichiarò sempre fiducioso di tradurre il suo progetto in realtà ma, a
differenza di Owen, non si impegnò mai direttamente nella sua realizzazione.
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Jean Baptiste André Godin
(1817-1889) è un industriale che ha
poco in comune con i riformatori
sociali e gli urbanisti il suo nome è
però rimasto indissolubilmente
legato ad un tentativo di
applicazione delle teorie fourieriste,
messo in pratica mediante la
realizzazione di un modello fisico
molto simile al falansterio di
Fourier. Questo esperimento venne
realizzato dopo il 1848, quando ormai l'idea di abitazione collettiva era stata
abbandonata sia dai teorici che dagli industriali, ed era ancora attivo, con le
caratteristiche originarie, nel 1939 ovvero cinquant'anni dopo la morte del suo
fondatore.
Il familisterio di Godin è un rimpicciolimento del falansterio: l'edificio è sempre
costituito da tre blocchi di abitazioni comunicanti, ma i cortili sono di dimensioni
molto più ridotta, e svolgono la funzione delle rues intérieures del falansterio. I tre
blocchi delimitano la piazza d'ingresso che è a sua volta chiusa a distanza sul quarto
lato dal teatro e dalle scuole. Le abitazioni si affacciano tutte sui cortili-ballatoio
coperti da vetrate, destinati a spettacoli e riunioni collettive.
Tra il 1830 e il 1850 in Inghilterra ed in Francia si assiste all’emanazione dei primi
regolamenti edilizi e dei primi provvedimenti legislativi che consentirono
l’esproprio di aree private a favore di quelle pubbliche per realizzare al loro posto
fogne, strade ed altre opere. Tale legislazione, quindi, trasformò profondamente le
strutture urbane, anche se non sempre con risultati ottimali.
Alla metà del XIX secolo Parigi si presentava con lo stesso aspetto che aveva nel
Medioevo con strade strette e malsane. Durante il suo soggiorno in Inghilterra (1846-
1848), Napoleone III era stato impressionato da Londra e dalla ricostruzione della
capitale inglese seguita al grande incendio del 1666 che aveva fatto di questa città un
punto di riferimento in materia d'igiene e di urbanistica; l'imperatore voleva fare di
Parigi per il Secondo Impero, una città prestigiosa come Londra; questo sarà il punto
di partenza per l'attività del nuovo prefetto. G. E. Haussmann. I cardini del
programma globale ad a lungo termine comprendono:
 La realizzazione della "Grand Croisée" cioè dei due assi nord-sud est-ovest, in parte
già esistenti o previsti, che si incontrano alla Place du Chatelet
 Il sistema dei boulevards
 Il riassetto dei grandi carrefours urbani (Etoile, Alma, Opera, Trocadero….)
 Lo sventramento dell'Ile de la Cité
 La risistemazione o realizzazione dei grandi parchi urbani
 La ristrutturazione amministrativa, comprendente l'annessione dei comuni esterni
 La fornitura di alcuni servizi urbani
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 Una robusta trama viaria viene imposta sulla struttura esistente, tramite lo
sventramento di antichi quartieri.
Uno degli obiettivi è quello di isolare i monumenti maggiori, creando una
"connessione per diradamenti" di alcune strutture focali. I boulevards costituiscono
un anello di scorrimento tangenziale, mentre la croisée individua il principale sistema
di penetrazione nel centro-città accompagnato da una serie di assi radiali; il tutto è
completato da interventi programmati su aree strategiche.
Hausmann trasformò completamente la capitale, costruendo grandi strade rettilinee
(Boulevards) che tagliarono l’antico tessuto medioevale, risparmiando solo alcuni
monumenti, che costituirono lo sfondo delle nuove arterie; ampliò la nuova rete
stradale anche in zone non ancora urbanizzate, ma previste per il futuro.
Place de l'Étoile assunse questo nome poiché lì è il punto di intersezione di ben
dodici strade di cui una, la più famosa, è l'avenue des Champs-Élysées ed
principalmente nota per ospitare al suo centro l'Arco di Trionfo, uno dei monumenti
più famosi al mondo.
Commissionato da Napoleone Bonaparte nel 1806, venne progettato da Jean
Chalgrin, come versione neoclassica degli antichi archi di trionfo dell'Impero
Romano. Il 18 febbraio 1806, Napoleone I decreta la costruzione di un arco trionfale
in onore della Grande Armata. Questo maestoso monumento deve dominare Parigi e
lusingare la passione dell'imperatore per l'antichità romana.
Haussmann ebbe l'ossessione della linea retta, ciò che fu chiamato "il culto dell'asse"
nel XVII secolo. In omaggio a questo ideale, fu pronto ad amputare spazi strutturanti
della città, come i Giardini del Lussemburgo.
L’importanza del Barone Hausmann sta principalmente nell’aspetto legislativo.
Elaborò e codificò la legge sugli espropri e il regolamento edilizio, che disciplina il
rapporto tra l’altezza delle case e la larghezza delle strade e l’obbligo di richiedere
l’autorizzazione a costruire, anche se non essendo un tecnico, non redasse un vero e
proprio piano regolatore, ma si ispirò ad un progetto di massima, che venne poi
modificato a seconda dei casi.
Egli, sebbene possa essere criticato da un punto di vista storico-culturale, per avere
insensatamente distrutto il tessuto urbano medioevale di inestimabile valore, ebbe il
merito di aver fatto di Parigi una città moderna dotata di servizi efficienti e con un
suo carattere ben definito.
A Vienna, Francesco Giuseppe bandì un concorso per abbattere le mura che
dividevano il centro storico dalla periferia. La città infatti, fino a quel momento era
divisa in due zone segnate dalle mura. L’architetto L. Foster risolse il problema
costruendo il RING: fascia a forma quasi esagonale, strutturata intorno ad un grande
anello stradale sul quale si affacciavano edifici pubblici e privati.
Fino al 1857 la città di Vienna era racchiusa e difesa da due cinte murarie: quella
interna, più antica, che difendeva la città storica di impianto medievale, e quella più
recente (Linienwall) che difendeva i quartieri periferici (Vororte) costruiti dal '600 in
poi. Una larga fascia di territorio (il Glacis) profonda tra 500 e 1000 m. all'esterno
della prima cinta era stata lasciata libera da edificazione per esigenze militari.
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Già nei primi decenni del secolo XIX la sistemazione con alberature, viali per il
passeggio, caffé e chioschi aveva iniziato a mutare il significato e gli usi del Glacis;
negli anni '20 gli ampliamenti dell'area del Palazzo di corte e, più tardi, la
realizzazione della Votivkirche (destinata a celebrare l'incolumità dell'Imperatore
sfuggito ad un attentato) avevano contribuito a rafforzare il ruolo del Glacis nel
rapporto tra le due parti della città.
Dopo i moti rivoluzionari del '48, l'ascesa della borghesia liberale, il contrastato ma
inevitabile passaggio dal regime assolutistico alla monarchia costituzionale, la
straordinaria crescita della città come centro motore dell'impero asburgico sono i
fattori determinanti di una trasformazione urbana di largo respiro.
Nel dicembre 1857 un editto imperiale stabilisce la demolizione della prima cinta
muraria e una nuova utilizzazione del Glacis; nel gennaio successivo viene bandito un
concorso per la progettazione urbanistica dell'area così liberata.
Il progetto approvato ha come elemento centrale un amplissimo viale alberato
anulare sede di linee di trasporto pubblico, lungo il quale si collocano spazi ed edifici
monumentali con forme e stili diversi, isolati o raggruppati in sequenze o da esplicite
simmetrie, tra loro collegati da spazi aperti le cui alberature e sistemazioni a terra
sono accuratamente disegnate e costituiscono, per così dire, il tessuto connettivo di
un sistema la cui unitarietà e significatività alla scala urbana è indiscutibile, tale da
configurare un vero e proprio "modello" di progetto urbano.
Novità è l'uso dell'area inizialmente
destinata alle esercitazioni militari
per localizzare le nuove sedi del
Consiglio Municipale (Rathaus)
dell'Università e del Parlamento.
Lo stesso uso di stili diversi, ma,
come è stato giustamente osservato
ciascuno legato alla funzione
dell'edificio, è epitome simbolica
dell'ascesa della nuova classe e dei
suoi valori; il Rathaus sede del
governo municipale è in stile
neogotico a evocare le lontane origini medievali del libero comune, l'Università
emblema della cultura liberale in stile neorinascimentale; il Reichsrat sede dei due
rami del Parlamento nazionale, in stile neoclassico.
Il Ring di Vienna rappresenta uno dei casi più riusciti di "riuso" di spazi resi liberi dal
mutamento di funzioni urbane (superamento delle esigenze di difesa militare): nella
città europea del XIX sec. si hanno molti altri esempi di riuso di spazi liberati per gli
stessi motivi. Anche nel secolo successivo, soprattutto dalla terza rivoluzione
industriale in poi, si moltiplicano le possibilità di realizzare trasformazioni urbane
significative e progetti urbani attraverso il "riuso" di aree e strutture la cui precedente
utilizzazione è superata.
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A Londra vennero realizzati una serie di interventi sul centro storico, ma essi non
ebbero il carattere unitario di Parigi e di Vienna. Sotto la gestione di J.Pennethorne,
tra il 1832 e il 1855 venne redatto un piano generale che sarà attuato solo in parte.
Non soltanto le capitali dei grandi Stati europei crebbero vistosamente, ma anche
quei piccoli centri situati sia nelle vicinanze dei bacini carboniferi e metalliferi sia in
prossimità di canali navigabili e nodi ferroviari. Fu il caso della regione Lancashire,
tra Liverpool e Manchester, dove si formò una grande conurbazione, cioè una caotica
sequenza di stabilimenti, villaggi e città in un‘unica agglomerazione. Lo stesso
fenomeno accadde anche in Belgio ed in Francia. Le città nate in epoca pre-
industriale, però, non si adeguavano alle nuove esigenze di una città industriale.
In Italia, la conquista dell’Unità, fece si che l’interesse delle amministrazioni
pubbliche fosse inizialmente rivolto al conferire un “ordine” urbanistico alle città. Le
capitali che si susseguirono (Torino dal 1861 al 1865, Firenze dal 1865 al 1870, Roma
dal 1870 in poi) subirono delle trasformazioni di notevole rilievo anche dal punto di
vista urbanistico. Roma in particolare, divenne un enorme cantiere, in cui molte
aziende edilizie lavoravano a ritmo intenso per una popolazione che man mano
andava aumentando. In trent’anni, fino al 1900, la popolazione della capitale
raddoppiò, fenomeno questo che caratterizzò anche Milano con uguali dimensioni.
Il tentativo messo in atto fu quello di “governare” questa espansione edilizia con la
creazione di “piani regolatori” che riguardarono all’inizio, soprattutto, le grandi città:
Firenze (piano Poggi del 1865), Roma (piano Viviani del 1873 e del 1882), Palermo
(piano Giarrusso del 1885), Napoli (piano di risanamento del 1885), Milano (piano
Beruto del 1884). Il cosiddetto Risanamento di Firenze fu un periodo della storia
urbanistica cittadina che si svolse tra il 1865 e il 1895 quando una larga fetta del
centro storico subì drastiche modifiche, dettate da nuove esigenze economiche e
sociali. Questo periodo in parte coincise con il periodo di Firenze Capitale, quando
cioè la città fu capitale d'Italia, tra il 1865 e il 1871; in breve tempo la città subì quel
mutamento di ruolo e di funzione repentino, senza precedenti. Tale scelta, che
senz'altro destò soddisfazione nella popolazione, mise in luce tutta una serie di
inadeguatezze funzionali dell'antico tessuto urbano, essendo ancora quasi inesistente
una distinzione tra aree divise per funzioni pubbliche o private, che nemmeno le
riforme dei Lorena avevano saputo modificare significativamente. Con una certa
urgenza il comune affidò la realizzazione di un Piano di ampliamento all'architetto
Giuseppe Poggi, che venne consegnato il 18 febbraio 1865.
Il piano doveva rispondere a una serie di questioni impellenti:
 Provvedere a nuovi alloggi e servizi per l'aumento della popolazione dovuto
all'arrivo di impiegati per gli uffici della capitale;
 Coniugare interessi pubblici e privati limitando la speculazione;
 Difendere la città dalle piene dell'Arno (memori della recente alluvione del 3-4
novembre 1864 e di quella disastrosa del 1844)
 Dare alla città un volto celebrativo, moderno e borghese in linea con le
contemporanee evoluzioni di altre città europee.
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Gli elementi fondamentali del piano furono: lo spostamento della cinta daziaria e
l’abbattimento delle mura (almeno nella parte a nord dell'Arno) per realizzare dei
nuovi boulevard; la creazione del Campo di Marte per le attività militari, una nuova
stazione ferroviaria, un nuovo macello ed infine tutta una serie di opere per la difesa
idraulica. I lavori iniziarono nel maggio 1865 e furono terminati cinque anni dopo.
Per realizzare il piano si procedette massicciamente all'esproprio. I fondi vennero
reperiti con un piano di prestito pubblico di trenta milioni di lire, da ammortizzare in
cinquant'anni.
Al posto delle mura abbattute il Poggi realizzò i cosiddetti viali di Circonvallazione,
una serie di viali alberati di grandi dimensioni che circondavano ad anello il centro
della città, almeno riguardo alla sponda nord, ispirandosi ai boulevard Parigini; il cui
scopo non era puramente estetico, né dettato da esigenze del traffico veicolare ma la
loro principale funzione fu quella di saldare il tessuto urbano del centro con i nuovi
quartieri semicentrali, in chiave di celebrazione della capitale e di decoro borghese.
In corrispondenza delle antiche porte di accesso alle mura, quasi tutte risparmiate,
vennero create delle grandi piazze dalle quali si diramavano razionalmente strade
ampie e rettilinee, dove sorsero numerose le residenze della borghesia legata
all'apparato statale ed alla corte reale da poco trasferitasi in città.
Nasce in questi anni il primo Piano Regolatore, introdotto dalla legge 2359/1865,
costituito da due parti: un Piano Regolatore Edilizio, il cui ambito d’intervento era il
perimetro della città esistente, ed un Piano d’Ampliamento, il cui ambito era il
circondario esterno. La sue principale caratteristica era quella di essere uno strumento
facoltativo (i comuni che intendevano dotarsene dovevano fare precisa richiesta
giustificando la specifica esigenza), oltre al fatto che si estendeva al solo territorio
urbano. Inoltre era direttamente attuativo, senza bisogno di un ulteriore livello di
attuazione e con durata limitata nel tempo di 25 anni.
1.2 Dal novecento alla città dei nostri giorni
Il Novecento è il secolo in cui prosegue e si acuisce la crescita esponenziale delle
grandi città, dovuta al massiccio spostamento della popolazione dalle campagne ai
centri urbani, che raggiungono spesso cifre altissime nel numero di abitanti. È anche
il secolo in cui si impone prepotente l'uso del cemento armato, il quale, consentendo
una costruzione in tempi rapidi, diventa il principale materiale di costruzione degli
edifici, contribuendo alla loro standardizzazione ed all'aumento della salubrità degli
edifici indipendentemente dalle classi sociali. L'eccessiva crescita della popolazione
cittadina comporta la nascita di città-satellite, dotate di attrezzature e servizi
sancendo definitivamente la creazione di quartieri operai. Per venire incontro a
queste esigenze si mossero sia gli enti pubblici che di beneficenza. Si crearono le
condizioni per un decisivo intervento nel settore dell’edilizia popolare ed economica.
Fondamentale per la realizzazione su scala locale dei primi provvedimenti attinenti
all’edilizia residenziale economica e popolare, il biennio 1902-1903 si rivelò decisivo
anche per il varo della prima legge, che può essere considerata l’atto di nascita
ufficiale dell’intervento dello Stato nelle politiche sulle casa. Nel maggio 1903 la
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Camera approvò infatti il progetto di legge presentato da Luigi Luzzatti un anno
prima, con l’intento di agevolare la costruzione di case popolari, destinate cioè a tutti
coloro che vivevano del loro salario e non di rendite di posizione finanziarie o
immobiliari. Gli I.A.C.P. sarebbero diventati degli enti morali pubblici senza scopo di
lucro e con la possibilità di effettuare delle operazioni di credito, istituiti con il
contributo diretto dei Comuni, delle Casse di Risparmio, delle banche ed anche di
semplici privati cittadini.
Tipiche per l’area lombarda furono le cosiddette “case di ringhiera”, soluzione diffusa
per le classi operaie. Si trattava di abitazioni di tipo condominiale, divise in lotti e
appartamenti: si giungeva a questi attraverso una scala che portava ad un ballatoio,
lungo balcone esterno in comune, lungo il quale si aveva accesso alle dimore private.
Nel ventennio tra le due guerre, la politica contro l’urbanesimo sostenuta dal regime
non sortì gli effetti demografici auspicati e non rallentò neppure l’attività edilizia e la
crescita delle città nella quali la borghesia sposò la moda del liberty e del neogotico.
Il momento di massima espansione delle costruzioni nel nostro paese fu il ventennio
1947 -1967. Gli addetti al settore edilizio aumentarono di quasi il 70%; il boom delle
costruzioni fu determinato da diversi fattori, tra cui l’incremento demografico, la
tendenza alla formazione di nuovi nuclei familiari, con la progressiva scomparsa della
famiglia patriarcale ed infine il processo di urbanizzazione collegato al “miracolo
economico”.
In questo scorrere di tempo di un secolo e mezzo si sono create ed affiancate
differenti tipologie di abitazione, sia nelle città che nei paesi. Si va dal palazzo
lussuoso dei centri storici, alle case padronali o alle corti ristrutturate delle periferie.
Dalla casa singola o alla villetta alla casa bifamiliare, costituita da una coppia di alloggi
accostati lungo un muro cieco comune disposto sull’allineamento di confine dei
rispettivi lotti. Vi è poi la tipologia a schiera, basata sul principio di aggregazione della
stessa unità abitativa, allineata lungo il prospetto stradale e fornita di giardino privato
sul retro, o la casa a patio caratterizzata dalla presenza di una ridotta superficie
scoperta, parzialmente o totalmente racchiusa dai corpi di fabbrica dell’abitazione
stessa e delle abitazioni contigue, sulla quale affacciano i vani interni. Assistiamo alla
nascita della casa in linea, caratterizzata dall’aggregazione di più alloggi (generalmente
due-tre) in fila per ciascun punto-scala a formare un edificio lineare servito da più
corpi scala ed in cui la dimensione longitudinale prevalga nettamente su quella
trasversale e sull’altezza. Vi sono poi le palazzine, di due o tre piani, con pochi
appartamenti o edifici a torre di 10 piani, fino a giungere edifici di oltre 15 piani,
costituiti da una pluralità di alloggi aggregati attorno al collegamento verticale.
Nelle tipologie abitative, proprie delle società industriali avanzate, sono state man
mano introdotte innovazioni tecnologiche ed elettroniche tese a migliorare il confort
abitativo e la funzionalità. Tutte queste invenzioni moderne hanno avuto lo scopo di
ottimizzare la qualità della vita, anche se questa si costituisce con una pluralità di
fattori che chiamano in causa dimensioni non solo tecnologiche, ma spesso
relazionali.
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In seguito alla Seconda Guerra mondiale, in Italia la crescita delle città è stata gestita
senza piani urbanistici efficaci. Come ben chiarisce Giuliana Bandinelli nel suo saggio
Piccola storia dell'abitazione in Europa, «le città si sono estese intorno al centro storico, "a
macchia d'olio", ossia senza una direzione programmata e in maniera disordinata, per effetto della
speculazione sulle aree fabbricabili. Si moltiplicano così le squallide periferie povere di servizi sociali,
di scuole, di verde, mentre il centro viene sistematicamente distrutto».
In Europa, agli inizi degli anni ’70 Argan scriveva per un bilancio sull’architettura
contemporanea sviluppatasi in tutto il mondo secondo alcuni principi generali quali
la priorità della pianificazione urbanistica sulla progettazione architettonica
l’economia nell’impiego del suolo e nella costruzione per risolvere il problema delle
abitazioni.
Grazie ad una rigorosa razionalità delle forme architettoniche, un ricorso sistematico
alla tecnologia industriale, alla standardizzazione ed alla prefabbricazione in serie si
afferma un modo preciso di intendere la città, secondo una serie di schemi funzionali
caratterizzati dai propri obiettivi di rendimento e da una peculiare logica interna.
La città risulta dalla sovrapposizione di questi schemi ed è un organismo tanto più
soddisfacente quanto più efficienti sono le reazioni che intercorrono fra gli elementi
componenti: la rete dei trasporti, la distribuzione delle densità edilizie, il sistema di
verde. Sono gli anni in cui l’urbanistica sembra occuparsi prima di tutto dell’aspetto
edilizio degli insediamento, stabilendo una tradizione che arriva fino ai nostri giorni e
che appare in straordinario contrasto con la realtà dell’intervento pubblico in un
numero sempre maggiore di settori della vita sociale.
La definizione di “organismo” applicata alla città, ha un immediato successo.
La possibilità di classificare i fenomeni urbani con i metodi delle scienze naturali (le
più obiettive e certe) entusiasma i cultori della nuova disciplina e sembra conferire
loro il prestigio dello scienziato.
L’idea d’organismo comporta una correlazione fra i diversi elementi del complesso
urbano ed analogamente, fra i diversi tipi d’intervento messi in opera o ipotizzati. Si
tratta cioè di ovviare alla politica del caso per caso, dell’intervento ad hoc per
risolvere un problema locale senza tener conto dell’insieme, per superare insomma
un modo tipico della tecnica urbanistica corrente.
Il termine “città-giardino” è antecedente alla formulazione del pensiero di Howard:
con questo venivano indicati solitamente alcuni quartieri per le classi agiate oppure
per le classi operaie (le paternalistiche città-giardino operaie), che non hanno nulla in
comune con la città-giardino, pensata da Howard proprio in antitesi alle periferie ed
ai sobborghi. Alla base del suo piano c'è l'idea che bisogna salvare la città dal
congestionamento e la campagna dall'abbandono: la città-giardino da lui immaginata
avrebbe unito i vantaggi della vita urbana ai piaceri della campagna.
Tony Garnier (1869-1948), figlio di un disegnatore tessile, studia presso l'Accademia
di Francia a Roma; qui inizia a stendere i suoi primi progetti per una cité industrielle,
che verranno presentati per il concorso Gran Prix de Rome del 1901.
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Con Garnier l'utopia urbanistica si separa definitivamente nelle sue due componenti:
progettazione e politica. Da ora in avanti la progettazione sarà neutra, consentendo
così uno slancio progettuale che avrà il suo apice nell'attività di Le Corbusier
Progetta la sua città industriale dal primo all'ultimo edifico, concentrandosi quindi
principalmente sugli aspetti tecnici. Presenta due considerevoli innovazioni: adotta
per tutti gli edifici il cemento armato e li adorna con uno stile spoglio rinunciando ad
ogni stravaganza che non sia dettata da precise esigenze di carattere rappresentativo.
In pianura è situata l'officina principale, alla confluenza tra un torrente ed il fiume. Al
di sopra di essa, su un altipiano si sviluppa la città che è a sua volta sotto agli edifici
sanitari: sia la città che gli edifici sanitari sono protetti dai venti ed esposti a sud.
Ognuno di questi settori è costruito in modo da essere comunque ampliabile in
futuro.
Al centro della città si trovano un grande stadio, il campus scolastico ed il centro
comunale. Il centro per lo svago si trova invece a sud. Tutte le funzioni sono
rigidamente separate. Il tram assicura i trasporti pubblici in città, collegando il centro
alla periferia, dove sono collocate le aziende agricole modello. Una strada ferrata
scorre anche tra la fabbrica a valle e la città, assicurando i collegamenti con l'esterno;
essa termina in una stazione centrale sotterranea.
Garnier predispone anche dei regolamenti, uno per ogni specifico settore (edilizia,
sanità...); essi danno già per scontato che siano avvenuti determinati mutamenti di
ordine sociale senza i quali non sarebbero applicabili: l'amministrazione ha la libera
disponibilità del suolo e provvede all'approvvigionamento del pane, dell'acqua, della
carne, del latte e dei medicinali. Non sono previste né caserme, né chiese, né un
tribunale, né una prigione e nemmeno una stazione di polizia: secondo Garnier tutto
ciò non aveva ragione di esistere in una società socialista.
Con vent'anni di anticipo definì quello che sarebbe stato lo "stile internazionale" e
con quarant'anni stabilì quei principi di urbanistica che contraddistingueranno la
Carta di Atene (1943).
Anche Le Corbusier, che nel 1908 era stato a Lione proprio per incontrarsi con
Garnier, resterà profondamente influenza dalle sue teorie, che sono alla base della
ville radieuse.
Il tema della città viene sviluppato molto presto dai futuristi: essa è infatti il luogo
privilegiato della modernità che, con la sua forza travolgente, sembra ormai a portata
di mano; è il luogo in cui si incarna il futuro, la velocità il movimento. Il paesaggio
urbano appare sconquassato dalle luci, dai tramvai, dai rumori, che ne moltiplicano i
punti di visione. La Città Nuova deve nascere e crescere contemporaneamente alla
nuova ideologia del movimento e della macchina, non avendo più nulla della staticità
del paesaggio urbano tradizionale. Allo stesso tempo la città futurista si presenta
come il primo modello in assoluto di città delle macchine. I futuristi comprendono il
ruolo e l'importanza che il movimento, i trasporti, la velocità stanno per assumere nel
contesto cittadino. Lo prevedono e ne ipotizzano gli sviluppi.
Con Garnier l'utopia urbanistica si separa definitivamente nelle sue due componenti:
progettazione e politica.
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Da ora in avanti la progettazione sarà neutra, consentendo così uno slancio
progettuale che avrà il suo apice nell'attività di Le Corbusier il quale elabora tra il ‘21
ed il ‘22 il progetto per La Ville Contemporaine pour 3 milions d'habitants con
l'intento di dimostrare l'inadeguatezza della città attuale rispetto alle necessità
dell'uomo contemporaneo. Il modello di tale città è basato su un impianto viario
razionale, un centro commerciale con al suo interno funzioni direzionali e servizi,
una quota parte delle residenze situata all'interno della città, ed una ulteriore fascia
residenziale suburbana. Una prima applicazione di tali principi viene presentata nel
1925 alla Exposition internazionale des arts decoratifs, come frutto di una ricerca
finanziata dal costruttore di automobili Voisin.
Il Plan Voisin prevede un radicale intervento di demolizione e ricostruzione che va
ad interessare 240 ha nel centro di Parigi. L'area d'intervento è articolata attorno ad
un asse principale est-ovest. La proposta è quella di realizzare una città verde per un
milione e mezzo di abitanti strutturata sui seguenti principi:
Morte della strada: i percorsi pedonali e carrabili devono essere diversificati,
grandi assi destinati esclusivamente alle automobili devono poter essere pensati
svincolati dall'edificato.
Angolo retto: è il principio generatore dell'impianto e decide l'articolazione
degli edifici in linea destinati alla residenza.
Zoning: le diverse aree funzionali si dispongono all'interno delle maglie
regolari quadrate. Quelle principali sono tre: zona per affari e nuclei speciali (città
studi e sedi governative, collocate a nord, in prossimità della stazione ferroviaria e
dell'aeroporto, con hotels e ambasciate), zona industriale (divisa in industria pesante,
depositi ed industria leggera), a sud e zona residenziale (collocata tra le altre due),
protetta tramite una fascia di verde in direzione dell'industria.
1.3 Dalle città nel periodo fascista ai giorni nostri
Sono i centri urbani fondati dall'Italia fascista in alcune zone del territorio nazionale
del Regno d'Italia e nelle sue colonie a partire dal 1928 e nei territori dell'Impero
dopo la sua fondazione (1936).
Le bonifiche integrali attuate nel Lazio e soprattutto, nell'Agro Pontino,
rappresentarono un momento importante nella politica economica e nella
propaganda del regime. Le attività di bonifica proseguivano analoghe iniziative
avviate già sotto il governo Nitti. L'attività insediativa comprese anche centri urbani
importanti (Littoria (poi Latina), Sabaudia, Pomezia, Aprilia, Pontinia e Guidonia).
Le nuove fondazioni avevano quindi carattere di piccoli centri rurali, nell'ottica di un
tradizionalista ritorno alla terra e alla civiltà contadina, che il fascismo mostrava di
preferire alla grande urbanizzazione, nonostante una parte di esso si presentasse
come modernista. Tale antiurbanesimo fu chiaramente espresso nel "Discorso
dell'Ascensione" pronunciato da Mussolini al parlamento il 26 maggio del 1927 in cui
si metteva l'accento sulla necessità di limitare la crescita urbana, l'inurbamento del
proletariato e lo spopolamento delle campagne al fine di combattere la denatalità.
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Le nuove fondazioni avevano quindi carattere di piccoli centri rurali, nell'ottica di un
tradizionalista ritorno alla terra e alla civiltà contadina, che il fascismo mostrava di
preferire alla grande urbanizzazione, nonostante una parte di esso si presentasse
come modernista.
Subito dopo la fine della guerra gli architetti si impegnarono nella ricostruzione delle
città semidistrutte dai bombardamenti.
Negli anni 50’ e 60’ con il fenomeno massiccio dell’inurbamento si verificò, nelle più
importanti città italiane, una ricostruzione selvaggia che ha causato danni irreparabili
in molti centri storici e generato periferie prive di pianificazione urbanistica. Il boom
economico ha favorito costruzioni speculative che hanno distrutto molti ambienti
naturali.
Il primo Piano Regolatore fu introdotto dalla Legge 2359/1865, le sue caratteristiche
principali erano:
 Si poteva realizzare solo per i comuni con popolazione superiore alla 10.000
unità; tali comuni devono fare apposita e motivata richiesta;
 Era esteso al solo territorio urbano;
 Era direttamente attuativo;
 Aveva durata limitata nel tempo di 25 anni;
 La sua entrata in vigore aveva dichiarazione di pubblica utilità;
La Legge Urbanistica Nazionale n.1150 del 17 agosto 1942 introduce un nuovo tipo
di Piano Regolatore con una radicale trasformazione delle sue caratteristiche:
È denominato P.R.G. (Piano Regolatore Generale) ed è esteso all'intero
territorio comunale;
È obbligatorio per comuni più importanti compresi in un elenco redatto dal
ministero dei lavori pubblici (funzione che passerà alle Regioni con il D.P.R. n.8 del
1972);
Non è direttamente attuativo, necessita di un ulteriore livello di attuazione;
Non ha scadenza, così facendo si
escludono vuoti normativi;
Ha veste simbolica, i simboli fanno
riferimento alle diverse tipologie di fabbricazione
sull'area.
Da questo è nato un metodo di progettazione nel
quale l’attenzione è stata posta su argomenti di
carattere universalistico, sulla scoperta di
rapporti stabili nel lungo periodo, sulla
definizione di tipi, sulla serie, sulla ripetizione.
Modificare vuol dire appunto la ricerca di un
metodo di progettazione diverso, solo per alcuni versi opposto a quello passato, nel
quale l'attenzione sia posta primariamente al problema del senso, delle relazioni cioè
con quanto appartiene al contesto, alla sua fattibilità e materialità, alla sua storia, alla
sua funzione nel processo di riproduzione sociale, alla sua regola costitutiva.
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Ad un livello più specifico vuol dire costruire piani “a grana più fine" e privi di
carattere dimostrativo.
2 Tipologie edilizie
2.1 Tipologie Edilizie
In Italia nel 1861 la popolazione ammontava a circa 25 milioni di abitanti, gran parte
dei quali erano dediti all’agricoltura; le città italiane che superavano i 50 mila abitanti
erano pochissime, racchiuse per la gran parte ancora all’interno del perimetro delle
mura medievali.
Anche la tipologia familiare era ben diversa da quella contemporanea: gli studi
demografici ci confermano che il numero medio per nucleo familiare era di circa 10
persone. Tutto questo evidentemente caratterizzava anche la tipologia di strutture
abitative di gran parte della popolazione.
2.2 La casa rurale
E’ evidente la rispondenza tra architettura rurale ed economia agraria ed è ancora
evidente come oggi non esista più un’edilizia rurale. I luoghi sono stati abbandonati o
ristrutturati per nuove funzioni.
La casa rurale ha sempre costituito una tipologia a sé e diversa a seconda dei luoghi,
dei fattori ambientali e alla proprietà fondiaria. In Italia era possibile raggruppare in
almeno tre tipi gli insediamenti rurali:
 sedi accentrate in grossi borghi compatti
 sedi sparse sui fondi
 sedi in parte accentrate in parte sparse
Nel primo tipo d’insediamento, comune a molte regioni del Mediterraneo, la
popolazione rurale viveva prevalentemente addensata in case di paese lontane dai
campi su un colle o in grossi borghi di pianura; nel secondo in case isolate o riunite in
piccoli gruppi sparsi nelle campagne ed infine nel terzo la popolazione viveva per una
parte in centri abitati e per il resto in zone disseminate in caseggiati.
Le corti e le ville rustiche erano unità edilizie di antica tradizione, caratterizzate un
tempo dall’economia chiusa di tipo patriarcale.
Le cascine, presenti prevalentemente nel Nord Italia, ono case rurali il cui nome si
crede tragga origine da cascio e significhi stalla in prateria. Il cascinale era una varietà
più complessa di cascina con molte abitazioni e accessori
La masseria, il cui nome è collegato al sistema colonico della mezzadria, era costituita
da più fabbricati disposti intorno ad un cortile era ed è a tutt’oggi, il corrispettivo al
Sud della cascina.
La fattoria era un complesso edilizio dove lavorava il fattore che soprintendeva ad un
numero di poderi.
I casali erano residenze tipiche delle zone di trasformazione dall’economia pastorizia
alla coltura estensiva
Le caselle sono costruzioni tipiche di alcune zone meridionali come ad esempio i trulli.
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La casa colonica era un edificio bi-funzionale in quanto oltre all’abitazione della famiglia
era anche un complesso strumentale per la lavorazione del terreno e l’allevamento
degli animali. Ne esistono comunque più tipologie, come ad esempio la casa colonica
in corpo unico tipica della Toscana, ma con varianti anche della Romagna,
dell’Umbria e delle Marche. Caratterizzata da un fabbricato a due piani, in cui la stalla
e gli accessori sono al piano terreno. L’accesso al piano superiore è spesso realizzato
a profferlo. Oppure la casa colonica a più corpi collegati o indipendenti tipica nel
Veneto in Emilia e nel Lazio. E’ costituito da un fabbricato centrale a due piani in cui
sono distribuiti i locali per l’alloggio ed i magazzini. A questo sono affiancati uno o
più corpi accessori per la stalla e sono collegati con il corpo centrale tramite un
portico che funge anche da rimessa. Spesso il complesso dei fabbricati è disposto a
quadrilatero intorno ad un cortile centrale. Ultima tipologia è la casa colonica delle
zone di arboricoltura e di orticultura; tipica della Campania e Sardegna e
caratterizzata da un fabbricato solitamente ad un piano, in cui l’alloggio del contadino
era integrato da locali destinati a magazzini e da una rimessa per gli animali.
Differente è la concezione delle case plurifamiliari, le quali si possono dividere in due
categorie principali:
 casa plurifamiliari a elementi isolati
 case unifamiliari a elementi contigui
Dove, per elemento si intende quella parte di fabbricato i cui alloggi sono tutti collegati
e disimpegnati da uno stesso corpo scala come ad esempio la tipologia a ballatoio.
Schematicamente si possono immaginare come case a schiera sovrapposte, prive
però dei vantaggi derivanti dall’essere unifamiliari e del trovarsi a livello del suolo.
Il ballatoio è il disimpegno di arrivo della scala, che è interna o esterna al filo del
fabbricato, e costituisce il sistema di smistamento in orizzontale degli ingressi ai vari
alloggi.
Vi sono poi le case plurifamiliari a blocco che può essere chiuso o aperto; nel primo
caso la fascia poligonale dei fabbricati costruiti nell’isolato viene a chiudersi in uno o
più punti, nel secondo la fascia poligonale dei fabbricati costruiti nell’isolato rimane
aperta
Quello che è determinante nella fabbricazione chiusa è l’altezza dell’edificio rispetto
alla larghezza della strada e degli spazi liberi interni.
Queste tipologie ci confermano che le soluzioni più convenienti dal punto di vista
edilizio non vanno ricercate nello sfruttare al massimo l’area di ogni singola proprietà,
ma nell’estendere l’applicazione dei migliori criteri urbanistici dell’isolato o dell’intero
quartiere.
2.3 Case unifamiliari
Si possono distinguere in due tipologie prevalenti: unifamiliari singole o unifamiliari
associate. Quest’ultime a loro volta si dividono in: a schiera, a corte, con alloggi
abbinati, con alloggi raggruppati e con alloggi sovrapposti
Gli alloggi abbinati essendo solo due e con un muro in comunione i lati liberi sono
tre, di solito sono simmetricamente disposti rispetto al muro comune oltre che per
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ragioni estetiche per semplificare i servizi nell’accorpamento di adduzioni e scarichi,
la scala dovrebbe trovare collocazione nella parte interna non illuminata. spesso
troviamo il ribaltamento verso l’esterno di locali di soggiorno e camere , il
distanziamento tra ingressi, balconi e terrazze. di regola abbiamo una certa
compattezza di pianta per economia.
Gli alloggi raggruppati nascono quando si passa a più di due alloggi e presentano
come svantaggio maggiore una non buona esposizione per tutti gli alloggi. Una
soluzione migliore si ottiene abbandonando le forme compatte e cercando di dare ad
ogni alloggio una più libera esposizione . si possono raggruppare anche intorno ad
una piccola corte
Tutti gli schemi seguono comunque questi criteri:
 il raggruppamento di alloggi deve essere legato a fattori economici
 quando è possibile si dovrebbero dotare gli alloggi di portici
 tenere presente che per queste tipologie è fondamentale il rapporto casa-terreno.
Meno in uso le case a schiera con alloggi sovrapposti. Quello al pianterreno ha
l’accesso dalla strada, l’alloggio superiore ha sempre ingresso dall’esterno attraverso
una scala. Gli alloggi possono corrispondere o avere ingressi su due fronti e quindi
planimetrie ribaltate ma più indipendenti. Oppure l’alloggio superiore ha più
superficie perché si sviluppa a duplex. Naturalmente l’alloggio superiore anche se ha
il giardino non è a contatto diretto con l’abitazione, come quello del piano inferiore
con affaccio di quello superiore.
Le case plurifamiliari isolate, si basano sul principio di realizzare un fabbricato libero
da ogni lato e sufficientemente distanziato dai confini interni, nonché possibilmente
arretrato dai confini stradali
Le soluzioni possono prevedere due, tre o più alloggi per piano è chiaro che
l’aumento del numero di alloggi per piano rende la soluzione planimetrica meno
favorevole. Si intende inoltre che unico sia l’ingresso e il corpo scala altrimenti
passeremmo alla tipologia a elementi contigui.
Le case a torre sono più frequenti all’estero che in Italia. Questa tipologia risolve il
problema di alloggi anche di grande superficie compresi entro un corpo di fabbrica
non eccessivamente grande cosa che non possiamo avere negli edifici a sviluppo
longitudinale.
Il discorso sul miniappartamento fu per la prima volta affrontato dopo la prima
guerra mondiale da esponenti del Movimento Moderno. L’aspetto dello spazio
minimo veniva studiato nello spirito del razionalismo con un atteggiamento
scientifico alla ricerca dello spazio minimo abitabile.
Oggi, invece, con la recessione e la mancanza di spazi si ripresenta, con spirito
nuovo, la necessità di realizzare e sfruttare al meglio piccoli ambienti.
Non si tratta più di ricercare la minima cellula abitabile, ma di rendere funzionali
piccoli spazi ricavati dal frazionamento di unità abitative, il cui senso è quello di
eliminare le divisioni interne creando un ambiente unico che ospita le varie funzioni
dell’abitare. Un open space insomma nella continuità dello spazio.
Possiamo parlare però di due tipologie di base.
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 miniappartamento senza divisori su un piano o con soppalco
 grandi spazi senza divisori su uno o più piani
I grandi spazi senza divisori “all’americana” sono realizzati all’interno di ex ambienti
industriali dotati di semplici elementi strutturali e di grandi pareti finestrate uniformi
nella distribuzione e nel disegno.
Nella casa del passato la divisione in reparti distinti per funzione era più complessa :
 reparto intimo notturno
 reparto di soggiorno
 reparto di rappresentanza
 reparto dei servizi
I rimedi di natura strettamente tecnica possono essere introdotti dal progettista
come: armonia delle costruzioni per creare un’immagine omogenea di quartiere,
rispetto e tutela dell’ambiente storico e naturale: che stabilisce il necessario
collegamento tra gli edifici e lo spirito del luogo; la flessibilità costruttiva cioè il grado
di adattabilità distributiva nel tempo.
2.4 Schemi planimetrici
Gli schemi si possono dividere nelle seguenti tipologie principali:
 funzionali: sono i più astratti possono servire a dare un’idea di massima del
progetto e quindi delle disposizioni dell’alloggio
 specifici: che si riferiscono alle tipologie architettoniche
 distributivi: che partendo da un numero di locali prestabiliti in forma e
grandezza mostrano le diverse possibilità di associazione mettendo in evidenza i
rapporti di dipendenza reciproca, il coordinamento con scale, disimpegni, servizi,
in base alle necessità di orientamento, di affaccio, di collegamento con eventuale
giardino ecc.
 dimensionali: che partendo da una posizione planimetrica prestabilita ne
mostrano tutte le diverse possibilità di uso conseguenti al variare delle dimensioni
 modulari: che partendo da un modulo, misura di base, mostrano le diverse
possibilità di combinazione dei diversi elementi da disporre secondo le maglie di
un reticolo.
 formali: che partendo da presupposti formali, assi di simmetria, reticoli a maglie,
composizioni geometriche, rapporti aurei, forme simboliche, impongono una
regola nelle varie dimensioni determinando per le diverse parti di un edificio una
forma preordinata
Dobbiamo però ammettere che esistono due indirizzi interpretativi della nozione di
tipo: di carattere storico-culturale (inquadrato in un contesto di cultura architettonica),
che fa riferimento ad indagini architettoniche di natura teoretica, ricerca della verità,
indagine con discipline affini, e di carattere filologico, espressione del pensiero umano,
ricerca di una spiegazione logica con metodo scientifico.
La tipologia riguarda sette aspetti della composizione architettonica:
 La relazione tra un tema progettuale e i suoi contenuti funzionali
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 Una catalogazione tra elementi planimetrici
 Le stesse o analoghe soluzioni strutturali
 Le relazioni tra l’oggetto architettonico e lo spazio o la città
 La omogeneità e l’aspetto del tessuto compositivo
 La vitruviana esattezza di pianta e quindi di carattere dell’edificio
 La novità nella perfetta realizzazione del tipo
I tipi di raggruppamento edilizio si possono distinguere in varie categorie:
 Fabbricazione chiusa e addensata: i cui esempi si possono vedere in alcune zone
centrali della città e nei vecchi isolati che creano angusti cortili privati. Oltre ai
cortili principali abbiamo quelli secondari e chiostri e cavedi per la luce.
 Fabbricazione chiusa con cortili convenzionati: ricavati cioè un tempo di comune
accordo tra proprietari confinanti.
 Fabbricazione chiusa perimetrale: costruzioni solo lungo i margini dell’isolato e
lasciata libera la zona interna.
 Fabbricazione a “square”: caratteristico delle città inglesi che mantenendo la
regolarità architettonica dell’isolato e del cortile comune interno apre dei varchi di
comunicazione tra questo e la strada. Le abitazioni però non dovranno superare i
tre piani.
 Fabbricazione semi-aperta: trae origine da quella a square ed è l’interpretazione
italiana di questa con edifici plurifamiliari che superano i tre piani.
 Fabbricazione in linea: con allineamento geometrico visibile in pianta. Può essere
costituita da edifici plurifamiliari o edifici a schiera.
 Fabbricazione isolata: costituita da case uni o plurifamiliari distanziate l’una
dall’altra
2.5 Conclusioni
L'attenzione e la definizione urbanistica di centro storico è nata nel corso del
Novecento quando si è incominciato a pensare prima alla ristrutturazione e poi alla
salvaguardia della parte antica della città. Negli ultimi decenni si sono fatti dei passi in
avanti con lo sviluppo dei concetti di recupero e con definizioni urbanistiche come
quella di storicità, che si è allargata intendendo
con essa i valori culturali propri di una città, che
non possono essere circoscritti ad una
determinata zona centrale. Questi infatti si
espandono nel territorio dove si ritrovano
edificati antichi pari a quelli cittadini, che
devono essere salvaguardati.
L’urbanistica moderna oggi deve fare i conti con
un riassetto dinamico dei fenomeni sociali
connessi alla mobilità, al rapporto centro-periferie, all’andamento del mercato
immobiliare, alla dislocazione dei servizi.
Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra”
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Questioni attuali, che spostano la pianificazione verso una prospettiva di etica
ambientale e danno la priorità a interventi di riqualificazione, più che di
progettazione ex novo.
Il progressivo astrarsi dell'urbanistica moderna dalle proprietà fisiche, materiali e
formali degli oggetti che riempiono il suo campo di osservazione, il progressivo
spostare il centro della propria attenzione dalla struttura morfologica della città e del
territorio a quella economica e sociale, il trasformarsi dell'urbanista in economista,
sociologo, storico, filosofo è intimamente legato all'esperienza della crescita, a questa
fondamentale esperienza del nuovo che ha connotato il mondo occidentale negli
ultimi due secoli. Ne è nato un metodo di progettazione nel quale l’attenzione è stata
posta su argomenti di carattere universalistico, sulla scoperta di rapporti stabili nel
lungo periodo, sulla definizione di tipi, sulla serie, sulla ripetizione.
Modificare vuol dire appunto la ricerca di un metodo di progettazione diverso, solo
per alcuni versi opposto a quello passato, nel quale l'attenzione sia posta
primariamente al problema del senso, delle relazioni cioè con quanto appartiene al
contesto, alla sua fattualità e materialità, alla sua storia, alla sua funzione nel processo
di riproduzione sociale, alla sua regola costitutiva. Ad un livello più specifico vuol
dire costruire piani “a grana più fine", privi di carattere dimostrativo
Vuol dire cercare di nuovo una regola ed una semantica, non necessariamente
prosecuzione o mimesi di quella storica, ma giustificabile con argomenti pubblici,
non privati. Tutto ciò vuol dire sottoporsi ad una notevole dose di rischio
intellettuale, forse anche ritrovare un motivo di maggiore impegno etico-politico.
L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile
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3 Materiali nocivi e malattie
3.1 Casa Salute, i problemi della casa
Il Centro di Informazione denominato HappyLife, ha
l’obbiettivo di informare e discutere su argomenti che sempre
di più si dimostrano importanti per il nostro benessere
psicofisico, e per il bene di tutti e tutto ciò che ci circonda.
I temi trattati sono diversi: terapie del corpo, della casa, tutela dell' ambiente, rispetto
della dignità di popolazioni sottosviluppate e quant’altro.
Quindi l’utopia è il raggiungimento di un futuro migliore per tutto e per tutti, che
utilizzi gli strumenti necessari, compresa la tecnologia, per un benessere "reale e
duraturo".
Obbiettivo: "vivere bene".
"Non possiamo pensare di vivere in armonia in un ambiente disarmonico"
"Non possiamo pensare di creare un ambiente armonico se noi stessi siamo
disarmonici".
"Se miglioreremo dentro, miglioreremo anche ciò che è fuori".
3.2 Il luogo è vitale
Per mantenersi in buona salute è necessario pensare anche
all’ambiente in cui si vive, si lavora e si dorme; soprattutto non
dimentichiamoci che, nel nostro letto, viviamo gran parte della
nostra vita. Un uomo di quarant’anni, vive circa sedici anni sul
suo letto; se il luogo non è salubre è impossibile che non gli accada nulla.
Freiherr von Pohl, noto ricercatore, riuscì a dimostrare già nel 1932 in una piccola
cittadina, di nome Vilbiburg, che tutti e 50 i casi di tumore presenti in quel luogo si
trovavano in zone fortemente geopatogene. In effetti, il massimo grado di radiazioni
coincideva esattamente con le localizzazioni del tumore. In seguito, il dott. Hartmann,
medico e docente presso l’Università di Heidelberg in Germania, riuscì a confermare
queste osservazioni.
Oggi, grazie a strumentazioni terapeutiche con tecnologia a biorisonanza magnetica
(in particolare HSC-IMEDIS-VOLL), si è potuto stabilire che su 100 persone affette
da malattie gravi, circa 90 di queste hanno un forte stress geopatico (stress da
radiazioni della terra), cioè dormono o permangono per molte ore in zone con alti
livelli di radiazione.
3.3 Problema Casa
Tutte le case abitabili sono realmente abitabili?
In base alle leggi attuali, perché un edificio (casa, ufficio, scuola,
asilo, ecc.) possa essere definito abitabile, deve essere costruito
secondo a dei progetti che ne assicurano la stabilità della
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struttura, l’igienicità e la sicurezza degli impianti (idraulico, idrico, elettrico, termico,
ecc.).
Nulla viene richiesto per tutelare la reale vivibilità , che dipende essenzialmente
dall’energia pulita degli ambienti e del luogo, trascurando così tutte quelle
congestioni, di origine naturale ed artificiale, che ne abbassano il livello (spesso anche
notevolmente). Le principali cause di congestione, rilevate fino ad ora da esperti del
settore, sono:
 Radiazioni cosmo-telluriche, derivate dall’interazione della terra con il cosmo
(rete di Hartmann e di Curry, faglie, corsi d’acqua e cavità sotterranei,
giacimenti minerali, ecc.)
 Elettrosmog, generato da tutte le apparecchiature elettriche, dagli stessi
impianti tra le mura domestiche, da tutte le linee esterne di distribuzione di
corrente, dai cellulari e relativi ripetitori, da antenne radiotelevisive, radar, ecc.
 Anomalie geomagnetiche (provocate dall’interferenza di materiali metallici sul
campo magnetico terrestre).
 Radioattività, derivata dai materiali da costruzione, dai gas sotterranei e
dall’aria.
 Esalazioni tossiche, provenienti da materiali artificiali e dallo smog esterno.
 Condizioni precarie dell’aria (umidità, temperatura, ionizzazione).
 Reazioni biologiche, originate dalla decomposizione o dalla vicinanza di
organismi malati.
 Reazioni psichiche, generate da forti emozioni, traumi e fobie.
 Colori non appropriati, utilizzati solo per un gusto estetico ignorando il loro
effetto positivo o negativo sulla persona (tinteggiatura delle stanze, colore del
mobilio e degli accessori).
 Onde di forma negative (causate da spigoli vivi di mobili, oggetti, pareti, ecc).
3.4 Geobiologia
Da oltre trent’anni studi e ricerche sono usciti dall’ambito del
paranormale per configurare una scienza di frontiera che ha
molto da scambiare con la nuova fisica e con una visione olistica
del mondo. A questa “nuova” scienza che affonda le radici
nell’antichità è stato attribuito il nome di GEOBIOLOGIA, in altre parole la scienza
che studia le influenze delle radiazioni (telluriche, cosmiche, ecc.) su tutto ciò che
vive (biosfera).
Più del 70% delle patologie sono aggravate o determinate da perturbazioni del
magnetismo terrestre, insieme con altri fattori ambientali. Tali anomalie determinano
le cosiddette zone di stress tellurico, causando quelle che sono definite GEOPATIE,
che comprendono una lunga serie di disfunzioni: dalla semplice emicrania alla
stanchezza cronica, da alterazioni della funzionalità degli organi colpiti e del sistema
immunitario a vere e proprie patologie croniche e degenerative.
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Infatti, molti terapeuti e ricercatori che operano sia nell’ambito delle medicine
cosiddette non convenzionali, ma anche in quella ufficiale hanno oramai accettato
l’esistenza di queste zone.
A questo proposito dice Helmut W. Schimmel, medico e ricercatore tedesco:
“ Sulla base degli esperimenti condotti finora le geopatie non sono idee cervellotiche. Solo persone con
la mente ristretta potrebbero ancora ridere di loro. I fattori di disturbo geopatici dovrebbero essere
introdotti nelle riflessioni diagnostiche e terapeutiche delle malattie. Secondo noi il giudizio di una
malattia cronica senza l’inclusione dei fattori geopatici non è possibile.
La geopatia assume un valore fondamentale senza il quale la diagnosi e la terapia delle malattie
croniche rimane insufficiente”.
La "geopatia" da geo (terra) e patos (soffrire), è una patologia causata dalle onde
radianti emesse dal nostro pianeta. Si distinguono in due tipi fondamentali di
geopatia:
Le geopatie in cui vi è carenza di energie (dette geopatie YIN). L'individuo colpito da
queste patologie denota una diminuzione di energia vitale e di attività ed un aumento
di freddo e passività. Si presenta con un aspetto stanco ed emaciato. il suo viso
mostrerà la sofferenza con occhiaie scavate e non riuscira' a dormire a causa del
continuo esaurimento psicofisico. Proverà stanchezza mortale al risveglio e si
riprenderà leggermente nel pomeriggio. Una delle cause principali della geopatia YIN
e' un corso d'acqua o genericamente acqua che scorre sotto il letto o sotto il luogo
dove si soggiorna maggiormente.
Le geopatie in cui vi e' un eccesso di energia (dette geopatie YANG). L'individuo
colpito da queste patologie denota un aumento di calore e di attività. Si presenta con
un aspetto florido ma sofferente, pertanto mostrerà una persona "falsamente" sana a
cui bastano poche ore di sonno per sembrare sveglia, ma in effetti non sarà
sufficientemente riposata. Queste persone tendono verso possibili stati "iper",
ovvero iperglicemia, ipertensione, ecc.. Una delle cause di una geopatia di questo
tipo potrebbero essere una "faglia", ovvero un accostamento di due terreni diversi
nella loro natura, oppure a qualche cavità chiusa localizzata sotto il luogo in cui si
dorme o si soggiorna maggiormente.
3.5 Pericolo invisibile
Quando si parla di casa si considera anche l’ambiente,
infatti se vivessimo in una zona con alto inquinamento
atmosferico anche l’aria della casa essendo permeabile con
l’esterno ne risentirebbe.
Anche se può sembrare strano, in condizioni ordinarie, i
più grossi pericoli per la nostra salute all’interno di una
casa sono i campi elettromagnetici e radiazioni. Con i nostri sensi possiamo
percepirne alcuni: l’onda elettromagnetica del calore, della luce o indirettamente
vedere il disturbo nel monitor di un computer causato dalle microonde del cellulare
in funzione. Ma di fatti quelli presenti sia in casa che nell’ambiente sono veramente
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tanti, ci penetrano continuamente e possono causare disturbi, anche gravi. Il nostro
corpo non può percepirli ne difendersi perché sono sconosciuti al suo sistema (in
migliaia di anni sono da pochi decenni siamo sottoposti a questo nuovo stress
elettromagnetico). Possiamo avvertirli solo come disagio, sotto forma di malessere:
mal di testa, irrequietezza, spossatezza, deconcentrazione, ecc., ma se non sappiamo
che esistono diamo la colpa a qualcos’altro (se avvertiamo un mal di testa dopo
esserci asciugati la testa con un asciugacapelli, molto probabilmente sarà dipeso
dall’alto stress elettromagnetico provocato dal motore elettrico, e magari noi
l’attribuiamo alla stanchezza o a qualcos’altro). Conoscere questi pericoli invisibili
può renderci più sicuri nelle varie scelte che facciamo in casa, e all’esterno.
3.6 Cos’è un campo elettromagnetico
E’ una perturbazione nello spazio. E’ originato da movimenti di
cariche elettriche. Quindi tutto emana campi elettrici, magnetici,
o elettromagnetici, perché ogni cosa è composta di atomi con
elettroni in movimento.
Ma da cosa sono causate queste anomalie del campo magnetico terrestre?
Semplificando, si può affermare che queste sono dovute, oltre che da una sorta di
reticolo di radiazioni telluriche (griglia di Hartmann,
ma ne esistono altre), anche da anomalie geologiche
come faglie e cavità, da corsi d’acqua sotterranei,
giacimenti di minerali, particolari tipi di suolo ecc.
Si è accertato che le zone di maggiore pericolosità per gli esseri viventi sono quelle
dove due fasce della griglia formano un incrocio (nodo k , k = kancer) e quando
questi si sovrappongono ad una faglia o ad un corso d’acqua, inoltre con gli
strumenti di cui disponiamo oggi, si è rilevato che su queste zone perturbate si ha
un’alterazione di numerosi parametri chimico-fisici (ed energetici) ambientali e degli
esseri viventi che vi sostano. A questo punto considerando l’uomo come un
ricevitore e un condensatore di onde, è facile prendere coscienza delle
INTERAZIONI che avvengono tra il nostro organismo e l’ambiente, a tutti i livelli
(della materia, delle energie dense e sottili ecc.).
Naturalmente non tutte le zone perturbate hanno lo stesso grado di pericolosità,
dipende infatti dalla intensità e dal tipo di radiazione, nonché dal tempo di
esposizione. Particolare attenzione, quindi, va posta agli eventuali nodi che
potrebbero trovarsi nelle zone di sosta e relax all’interno dell’abitazione (soggiorni,
camere da letto), dove un’esposizione prolungata in uno stato di rilassamento o
sonno, rende l’individuo molto più recettivo e “indifeso” a questi campi di onde
radianti.
I metodi di rilevamento di queste zone perturbate sono essenzialmente di due tipi:
diretti ed indiretti.
I primi si riferiscono all’analisi di parametri bio-fisici e chimici misurabili sugli esseri
viventi (ph, pressione arteriosa, battito cardiaco, resistività della pelle ecc.)
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I secondi si basano su sistemi di rilevamento attraverso l’uso di sofisticati strumenti
elettronici per la misurazione diretta di parametri fisici (modificazione della
ionizzazione dell’aria, emissioni di onde elettromagnetiche, microonde, ultrasuoni,
radioattività, componente verticale del magnetismo terrestre ecc.), oppure attraverso
metodi e strumenti biofisici o di radioestesia che sfruttano la sensibilità
dell'operatore.
3.7 I campi elettromagnetici fanno male
Ci sono già molti studi che dimostrano la pericolosità dei
campi elettromagnetici, si sono abbinati molti casi di
malattie anche gravi in concomitanza di campi
elettromagnetici elevati. Ovviamente il disturbo, come
appena detto dipende dalla frequenza e dall’intensità: es. il
disturbo del campo elettromagnetico di un forno elettrico
è maggiore di quello di una lampadina, la frequenza è la
stessa (50 Hertz) ma la quantità di corrente che circola è
maggiore nel forno: potenza del forno 2000W contro i 100W della lampadina;
oppure un altro esempio: il campo elettromagnetico emesso da un cellulare in
chiamata è molto più elevato di quello di un cellulare in standby, per il fatto che le
microonde in chiamata hanno un intensità del campo elettrico notevolmente
maggiore.
Molti studi hanno evidenziato l’effetto che campi elettromagnetici elevati hanno sul
nostro corpo sulla produzione di ormoni anticancerogeni (es. melatonina), oppure su
scambi osmotici di determinati ioni.
Noi crediamo che l’importante è capire il vero perché ci possono danneggiare. La
risposta non è poi così difficile: i nostri corpi hanno una natura fortemente elettrica,
tutti i corsi di anatomia lo confermano, trascina i piedi su un tappeto e poi tocca un
oggetto metallico, oltre allo scoppiettio, di notte, puoi vedere l’elettricità statica che
esce dalla punta delle dita, questo fenomeno non sarebbe possibile se non avessimo
una natura elettrica. Se tocchi un fornello acceso sentirai subito dolore perché viene
trasmesso elettricamente lungo i nervi fino al cervello. Il dolore viaggia alla velocità
dell’elettricità e per questo senti il dolore cos’ì velocemente. Attraverso il corpo
vengono mandati messaggi elettrici per tenerlo informato di cosa succede. Se non ci
fosse questo complesso sistema elettrico non saresti in grado di vedere, sentire,
odorare, gustare. Un’altra dimostrazione dell’esistenza dell’elettricità nel corpo sono
gli elettroencefalogrammi e gli elettrocardiogrammi che registrano rispettivamente
l’attività elettrica del cervello e del cuore. I nostri sistemi elettrici hanno un
importanza vitale per il nostro corpo. Quindi, appurato che i nostri corpi hanno una
natura fortemente elettromagnetica, la fisica ci insegna che fenomeni elettromagnetici
possono subire interferenze da altri fenomeni elettromagnetici, e quindi in presenza
di particolari campi elettrici o magnetici il nostro sistema elettrico può essere
disturbato e di conseguenza lo scambio di informazioni elettriche tra i vari apparati,
organi, tessuti e cellule viene ostacolato.
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3.8 Case di ieri e di oggi
Le case di ieri erano più sicure delle case
di oggi?
Non molti anni fa ogni costruzione
veniva realizzata in zone debolmente
perturbate e con materiali naturali, che
sicuramente non reggevano un forte
terremoto e non garantivano un’igenicità
assoluta ma non avevano molti
inconvenienti che riscontriamo negli
edifici di oggi (mal posizionati, pieni di
ferro e materiali artificiali), quali: cattiva traspirabilità (causa delle muffe), aria viziata
ed inquinata, anomalie geomagnetiche e elettromagnetiche di ogni tipo.
Il nuovo modo di costruire, anziché migliorare le condizioni di vita le ha
completamente cambiate, causando squilibri che possono causare tutta una serie di
malesseri fisici e psichici che molto spesso degenerano in malattie gravi quali il
cancro.
Tutto questo perché?
Probabilmente una volta si sfruttava molto di più la sensibilità, il senso percettivo,
che è il vero strumento per rilevare il grado delle energie pulite di un luogo e di una
casa, e non tanto la razionalità, che oggi, purtroppo, è diventata il movente della
maggior parte delle azioni compiute dall’uomo.
Come rimediare a questo grave errore?
Fortunatamente ci sono state e ci sono persone che hanno dedicato e tuttora
dedicano la vita, per studiare, a loro spese, il modo di rilevare e risanare gli scompensi
energetici dell’ambiente che ci circonda. La scienza ufficiale, anziché appoggiare tali
ricerche, tende ad ostacolarle, ignorando tutto ciò che non è conveniente agli
interessi dei “potenti”, con la scusante che non è ancora “scientificamente provato”.
Oggi, grazie ad opportuni accorgimenti e ad una tecnologia sottile, si possono avere
risultati incredibili anche senza cambiare casa o stravolgere completamente gli
ambienti (abbattendo muri e pareti).
A volte basta veramente poco per poter assistere ad un notevole miglioramento del
proprio stato di salute.
Leggendo riviste o libri sull’argomento ci si renderà subito conto dell’enormità di
rimedi che si possono adottare, ma quali di questi sono i più giusti o i più efficaci?
Molto spesso questa semplice considerazione determina in noi un tale sconforto da
farci abbandonare qualsiasi iniziativa. Il problema sta’ nel fatto che le situazioni sono
veramente tante ed ognuna richiede specifici interventi, e quindi è fondamentale
stabilire a priori il tipo di situazione, e anche qui siamo immersi in un mare di casi che
ci crea di nuovo irrequietezza.
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Purtroppo il legame tra ambiente e salute è veramente complesso, tanto che è stato
oggetto di studio per migliaia di anni, diventando una vera disciplina, che per forza
di cose va’ notevolmente approfondita per poterne ricavare il massimo del
giovamento.
Come avere più chiarezza e risanare gli spazi malsani in cui abitiamo?
Documentarsi è sicuramente importante, per comprendere il problema ed adottare
piccoli accorgimenti per il proprio benessere, ma per decisioni importanti è molto più
efficace affidarsi a degli esperti, i quali dedicano continuamente tutto se stessi per
studiare e risolvere il sempre più grave “problema dell’abitare”.
3.9 La camera da letto
L’effetto di tutte le perturbazioni
che verranno citate è tanto
maggiore quanto maggiore è il
tempo d’esposizione e lo stato
delle nostre difese naturali. Il
massimo dell’effetto, diverso da
soggetto a soggetto, lo subiamo
soprattutto durante le ore di
sonno, dove il corpo è altamente
più vulnerabile in quanto subisce
un rilassamento di tutte le
funzioni vitali e quindi anche di
difesa alle aggressioni esterne ed
è così ostacolato sia nella produzione di una serie di ormoni importanti per la
prevenzione di molte malattie, sia nel passaggio alle varie fasi del sonno, importanti
per un rigenerazione degli equilibri energetici.
L’ambiente a cui fare più attenzione è, per le ragioni suddette, la camera da letto .
Importante è quindi il giusto posizionamento del letto, l’ottimo è evitare le zone più
pericolose e secondariamente orientare il letto con la testiera verso i punti cardinali
migliori (in generale le esposizioni migliori vanno da Nord a Est), purché a Nord Est
non ci siano cause di congestione (per sfruttare i venti energetici derivati dalle
correnti planetarie provenienti dal Nord e da Est.). Infatti, se a Nord-Est della
testiera del letto e sopra e sotto della stanza, non ci sono gravi congestioni
(congestioni biologiche derivanti da fosse settiche, fogne, persone malate, bagni;
congestioni elettromagnetiche derivanti dall’elettrosmog; congestioni psichiche
generate da forti emozioni, traumi e fobie rimasti intrappolati in stanze o negli stessi
muri; congestioni varie esempio quelle causate dal passaggio del gas metano o
trasportate dall’impianto di riscaldamento che passa in zone congeste e che le irradia
tramite i radiatori) questi venti, generalmente puliti, opereranno una regolare pulizia
del plasma tossico del corpo dalla testa ai piedi.
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A parere di molti radioestesisti, case costruite da alcuni anni (o case nuove costruite
con materiali vecchi), anche se ben ristrutturate, contengono notevoli congestioni
biologiche e psichiche derivanti da tutti gli abitanti che ci hanno vissuto. Infatti i
cristalli delle pietre e dei materiali da costruzione utilizzati, hanno una grande capacità
di assorbire vibrazioni sottili sia positive che negative che poi tendono a riverberare
nell’ambiente fino a una sovrapposizione di nuove vibrazioni. Da recenti studi, una
persona sana emette il 90% di forme di pensiero negative, figuriamoci quanto una
casa, che funge da registratore di tutto ciò che avviene in essa, col tempo, che
negatività può accumulare.
Consigli per la camera da letto (l’ordine di questo elenco di consigli equivale al
grado di importanza):
Posizione del letto: possibilmente in zone neutre, cioè con deboli radiazioni della terra e
campi elettromagnetici (avvalersi di tecnici specializzati);
Orientamento del letto: testiera verso le posizioni che vanno da Nord a Est, a seconda
delle persone: persone agitate testiera verso nord (sonno rilassante), persone
tranquille testiera verso est (sonno tonificante), bambini idem ma tendenzialmente
verso nord;
Apparecchiature elettriche: utilizzare quelle di cui non se ne può fare a meno
(radiosveglie,TV, computer, forni, trasformatori, lampade, ecc.), oppure quelle
alimentate da batterie (soprattutto sveglie per evitare le radiosveglie collegate alla rete
elettrica) posizionarle ad almeno un metro dal corpo (possibilmente a sud delle
posizioni della persona, per i criteri della circolazione energetica). Comunque è
sempre consigliato che durante il sonno si stacchino tutte le spine (il campo elettrico
è sempre presente anche quando sono spente) oppure per ovviare questo si può
installare un apparecchi automatico (disgiuntore di rete) che stacca automaticamente
la corrente quando questa non è più richiesta). Le lampade da tavolo con luci alogene
a bassa tensione hanno un trasformatore che anche da spento emana un alto campo
elettromagnetico (staccare sempre la spina prima di addormentarsi); anche i carica
cellulari danno un forte campo elettromagnetico, tenerli lontani o staccarli durante il
sonno);
Oggetti magnetici (metallici): evitare oggetti, mobili, lampade, ecc. con grandi masse
metalliche o quantomeno tenerli lontani dal corpo (no al letto e materasso contenenti
metalli: barre o molle). Deformano il campo magnetico terrestre e amplificano campi
elettromagnetici;
Radiatori per il riscaldamento: assicurarsi che siano abbastanza lontani dal corpo e
soprattutto a sud o ovest della stanza. Sono dei potenti collettori di energie congeste
a causa di tutta la sporcizia accumulata nell’acqua di riscaldamento in tanti anni di
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circolazione (in genere non viene mai sostituita: immaginatevi, visto il grande potere
dell’acqua di accumulare sporcizia energetica, quante congestioni può portare);
Specchi: evitarli o coprirli oppure posizionarli zone riparate (armadi o dietro un
angolo), ma non che rispecchiano sul letto. Riflettono onde elettromagnetiche e
radiazioni, amplificandole notevolmente. Possono generare correnti energetiche,
trasportando congestioni dalle stanze adiacenti;
Condizioni dell’aria: arieggiare bene la stanza da letto è fondamentale perché l’aria
fresca è un fattore molto importante per il sano dormire, La temperatura della stanza
deve essere fra i 14° e 18° centigradi. Una temperatura troppo bassa impedisce il
rilassamento muscolare, una troppo alta crea una maggiore sudorazione e un
ambiente caldo-umido. L’umidità dell’aria deve aggirarsi attorno al 50%; Ricca di ioni
negativi (niente fumo o inquinamento, e se sono presenti utilizzare ionizzatori che
producendo ioni negativi abbattono le sostanze inquinanti e provocano un effetto
tonificante);
Arredamento: evitare mobili costruiti o verniciati con materiali tossici (colle, solventi,
ecc.). Rilasciano solventi (es. formaldeide: cancerogena) anche dopo molti anni.
Evitare mobili o oggetti con spigoli vivi verso la direzione del letto, uno spigolo
trasmette un’onda di forma, passante per la bisettrice dell’angolo, che può dare
disturbi;
Colori e pitture: Evitare il giallo che attiva troppo la mente e se usato in eccesso può
dare malinconia. Il rosso provoca insonnia. Usare con colori pastello e tenui nelle
tonalità del turchese, verde, azzurro. Per la camera dei bambini l’uso di rosa e
albicocca possono aiutarli a sentirsi rilassati, più sicuri di se e ad espanderne la
creatività; il turchese, il verde, l’azzurro li calmano. Evitare le pitture sintetiche
(tempere comuni che si trovano nei negozi) in quanto contengono molti additivi
chimici come essiccatori, conservanti, ecc. che rilasciano con il tempo);
Pavimenti: evitare i pavimenti sintetici (moquette, con tessuti plastici, o legno trattato
con vernici sintetiche:), generano campi elettrostatici molto alti (il legno trattato con
vernici sintetiche può essere tollerato);
Circolazione energetica: Favorire la circolazione tenendo spesso aperte finestre (anche se
per breve tempo di inverno) , soprattutto quelle a nord e a sud (meglio se porte-
finestre in quanto le congestioni sono più pesanti delle energie pulite e si dispongono
in basso), in modo da far circolare aria e energie pulite;
Qualità delle energie: lasciare i problemi fuori della porta e assumere un atteggiamento
gioioso all’interno della camera da letto, utilizzare trasmutatori naturali come le piante
in genere (eccezionali i cactus); e/o appositi riequilibratori di ambiente, che tendono
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Pag. 33
a ripristinare alti valori di energia coerente all’essere umano, riparando anche agli
errori commessi e che inevitabilmente si commettono nella realizzazione di una casa,
a causa di una ancora scarsa conoscenza sull’arte del costruire sano). Anche se
esistono strumenti armonizzanti molto potenti, in grado di esercitare un’alta
protezione da eventuali fattori negativi, è sempre consigliabile fare di tutto per
rispettare almeno i primi quattro punti sopra citati.
3.10 Il letto
E’ l’ultima cosa dell’arredamento della camera da letto che viene considerata, ma la
sua importanza è fondamentale se teniamo alla nostra salute. Dormiamo circa un
terzo della nostra vita e sostiamo molto più nel letto che in qualsiasi altro posto,
divano, sedie ecc. ma guai se non perdiamo molto tempo nella scelta di un bel divano
o in delle sedie ergonomiche (quante prove abbiamo fatto per sentire se il divano o le
sedie erano confortevoli?). Eppure sempre di più le esigenze stanno cambiando, ci si
è finalmente accorti che un buon sonno ristoratore non può escludere un buon letto
e relativo materasso.
Alcuni consigli in ordine di importanza:
Il letto ed il materasso non devono assolutamente contenere parti metalliche (per i
motivi citati sopra) e ridurre al massimo quelle sintetiche (materassi migliori: in lana,
cotone, cotone e cocco, feltro di canapa, in lattice, ecc.). Il miglior materiale per la
struttura del letto è il legno, eventualmente trattato con sostanze naturali e traspiranti.
Il contenitore del letto dovrebbe essere aperto per permettere il riciclo dell’aria
evitando umidità e relative muffe, e una pulizia energetica.
Il piano di riposo dovrebbe essere collocato a circa 40 centimetri dal suolo per
impedire il contatto con la polvere irritante del pavimento.
Il materasso, la biancheria e le coperte dovrebbero avere colori chiari con tonalità del
bianco, verde e azzurro molto chiari, senza disegni, o quantomeno con disegni poco
marcati e armonici.
La lunghezza minima del letto dovrebbe essere pari all’altezza dell’individuo più 20
centimetri.
3.11 Strumenti di
Bonifica
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Oggi esistono moltissimi strumenti di bonifica costruiti appositamente per
contrastare il danno causato da tutte le anomalie che si possono verificare in una
casa, e probabilmente molti di essi assolvono questa funzione. La cosa che va
evidenziata è che la maggior parte di questi strumenti non annullano fisicamente un
campo elettromagnetico o una radiazione ma “armonizzano il disturbo causato”,
ossia ricreano a livello ambientale delle frequenze coerenti o utili al nostro organismo
che ci aiuta a contrastare tali perturbazione, ma non si può dimostrare la totale
protezione, vista la complessità del nostro organismo. Alcuni costruttori entrano
talmente in modo attivo e passionale nella dinamica di poter risolvere tutto con l’uso
di tecnologie che si dimenticano di rispettare le semplici leggi naturali (semplici se le
accetti complicatissime se le sfidi). Ancora non abbiamo esperienze concrete con
stuoie e tessuti che schermano “utilmente” tali perturbazioni, utilmente perché si è
già verificato in passato che certe stuoie eliminavano completamente ogni tipo di
radiazione, non considerando che molte di queste (di origine naturale) erano
indispensabili al nostro organismo (es. radioattività cosmica, minima ma
indispensabile; rilevabile con qualsiasi contatore Geiger). A volte è molto più
semplice capire perché una persona è stata attratta da quel tipo di perturbazione che
cercare ti schermarla (se non cambierà i suoi schemi mentali, ne troverà molto presto
un’altra). Lo scopo di un terapeuta della casa è quello di cercare di ridare energia alle
persone “indebolite”, energia che servirà loro a rimettersi in piedi e a capire i loro
reali bisogni. Per arrivare a questo, a nostro avviso, la cosa migliore è ridurre al
minimo i disturbi artificiali sopra citati, evitare per quanto possibile le radiazioni
anomale (intensità elevata) della terra e del cosmo, non “spaventare” ma informare, e
riuscire a comunicargli quante possibilità di star bene possono realizzarsi solo
modificando leggermente i loro cari schemi mentali.
Anche noi consigliamo strumenti di bonifica ma associati alle più importanti
precauzioni sopra citate.
Grazie a queste tecnologie eccezionali possiamo risolvere casi anche difficili, ma non
si deve comunque pensare che siano la “bacchetta magica”.
<< L’uomo ha molto ancora da scoprire prima di poter capire fino in fondo determinate leggi
naturali, e non sappiamo se ci riuscirà mai, forse un giorno con tanta ma tanta saggezza >>.
L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile
Pag. 35
3.12 L’edilizia che uccide l’ambiente
Se state pensando di
ristrutturare casa, attenzione ai
prodotti che impiegate. La legge
potrebbe vietarli! A partire dal
luglio 2013, secondo una nuova
normativa europea, sarà
obbligatoria una procedura di
etichettatura per i materiali edili
pericolosi.
La normativa vigente non tutela al 100% la sicurezza del cittadino che potrebbe
acquistare e utilizzare inconsapevolmente, un prodotto altamente tossico per la sua
salute e quella dell’ambiente.
La nuova norma prevede che le sostanze pericolose siano esplicitamente segnalate,
come dal regolamento REACH del 2006.
Sarà a carico della Commissione fornire le informazioni sulle sostanze, comprese le
pratiche di riciclo o riutilizzo dei materiali pericolosi per l’uomo e l’ambiente.
Grazie a questo provvedimento ne deriverà una maggiore salvaguardia dell’ambiente
e della salute, aumentando la sicurezza non solo dei lavoratori del settore edile, ma
anche di chi andrà ad utilizzare le strutture costruite.
L’“International Living Future Institute” ha stilato una lista di materiali nocivi da
dismettere per la loro pericolosità ambientale o per gli effetti negativi sulla salute: può
essere una guida utile a chi fosse interessato a ristrutturare casa in modo ecologico.
Purtroppo, ancora oggi in commercio si trovano prodotti nocivi per l’uomo e
l’ambiente. Per questi prodotti, la normativa vigente ne ha proibito l’uso (ne è un
esempio il pvc), ma non ne è stata proibita la vendita, infatti tali prodotti sono ancora
largamente usati sia direttamente, sia indirettamente - perché magari una sostanza
nociva si trova in un prodotto apparentemente innocuo -.
3.13 Prodotti cancerogeni e dannosi per l’uomo e per l’ambiente
 Actinolite, presente nell’amianto bianco.
 Distillati (petrolio) frazioni nafteniche leggere e pesanti.
 Distillati (petrolio) frazioni paraffiniche leggere e pesanti.
 Polveri di legno.
 Radon e suoi prodotti di decadimento.
 Distillati (petrolio) frazioni nafteniche leggere e pesanti.
 Distillati (petrolio) frazioni paraffiniche leggere e pesanti.
 Silice cristallina.
 Actinolite.
 Amianto: usato come isolante e fuorilegge in Italia dal 1992. Purtroppo l’Eternit è
ancora ampiamente diffusa, gli enti responsabili e ogni singolo cittadino
dovrebbero avviare campagne per la bonifica di amianto.
Vademecum salubrita
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  • 1. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 1 2014 Vademecum a cura dei geomm.: Bartolo Abrate, Dante De Simoni, Roberta Mazzoni, Annalisa Tiezzi Esperti in Edificio Salubre Associazione Nazionale “Donne Geometra” L’abitazione tra ottocento e novecento Inquinamento indoor: materiali nocivi e materiali biocompatibili Le responsabilità civili dei tecnici professionisti
  • 2. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 2 Geom. Bartolo Abrate - Savigliano (Cn) bartolo.abrate@gmail.com bartolo.abrate@geopec.it www.globalsurvey.it Iscritto all'Albo dei Geometri di Cuneo al n. 1881 Svolge l’attività di Geometra L.P. sin dal 1985 Tecnico della Protezione Civile Italiana per la Valutazione agibilità in emergenza post sisma Contitolare di Global Survey s.r.l. (servizi integrati di consulenza in ambito topografico ad enti pubblici, studi di progettazione civile ed industriale ed imprese di costruzioni) Geom. Dante De Simoni - Carpi (Mo) dante@desimonifranzosi.it www.desimonifranzosi.it Iscritto all'Albo dei Geometri di Modena al n. 1619 Svolge parallelamente la professione di Geometra e l'attività di Amministratore Immobiliare Iscritto AGIAI - ANACI - socio SINTEG Amministratore certificato ACCREDIA N. registro ACI_155 Titolare omonimo studio tecnico Contitolare: De Simoni & Franzosi Snc Socio: CondoGest 2000 Studio associato Geom. Roberta Mazzoni - Arezzo (Ar) 1409@geometriarezzo.it roberta.mazzoni@geopec.it Iscritta all'Albo dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Arezzo al n. 1409. Con il designer Luigi Viroli si occupa prevalentemente di arredamenti e progettazione d’interni, non tralasciando comunque tutti gli aspetti lavorativi peculiari della figura del Geometra. Collabora come tecnico esterno con Arezzo Casa S.p.A. (ex Istituto Case Popolari). Titolare omonimo studio tecnico Geom. Annalisa Tiezzi - Massa Carrara (MS) annalisatiezzi@libero.it annalisatiezzi@geo.pec.it Iscritta all'Albo dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Massa Carrara al n° 1283. Svolge prevalentemente l’attività di geometra da Cantiere “direttore tecnico di cantiere” con collaborazioni con Imprese di Costruzioni, Ricopre incarichi come direttore ai lavori e coordinatore alla sicurezza per Pubbliche Amministrazioni. Ha conseguito dopo il diploma la specializzazione da “tecnico delle gestione edilizia del territorio” e la sua maggior occupazione e la gestione “capo commessa” dei cantieri edili con lo studio del territorio. E’ titolare dell’omonimo studio tecnico.
  • 3. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 3 Questo vademecum è il risultato del percorso formativo dell’ Esperto Edificio Salubre. Un corso che permette di essere attivi sul territorio, combinando molteplici criteri di sviluppo professionale al servizio della collettività, con un inserimento in settori innovativi nel mondo del lavoro. La transizione verso un’economia sostenibile ed efficiente passa anche nel rivisitare sistemi superati nel costruire e ristrutturare e questo comporterà importanti trasformazioni nel mercato del lavoro e nella stessa vita delle persone. Gli effetti sulla crescita e sull’occupazione dipenderanno dalla capacità di anticipazione dei fabbisogni di nuove competenze professionali e dalla messa in campo di politiche integrate d’investimento in formazione e innovazione. La recente crisi economica non impone cambiamenti solo in campo energetico, ma soprattutto nel settore ambientale. Tra le nuove strategie quella di occuparsi di “salubrità” all’interno degli ambienti confinati - diventa un modello di sviluppo per l’economia europea. Una strategia ambiziosa, di medio-lungo periodo, che mette al centro conoscenza e innovazione, efficienza ambientale, occupazione per il benessere di tutti all’interno degli edifici, dove si riscontra un inquinamento peggiore rispetto a quello esterno. Difficile oramai negare che le conoscenze sulla salubrità degli edifici oggi assumono un’importanza cruciale sia per la salute dell’uomo, sia per il risparmio delle spese sanitarie, sia per la ripresa dell’edilizia, che da sempre rappresenta un motore efficace per uscire dalla retrocessione in cui il Paese da anni si trova. Gli autori
  • 4. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 4 L’abitazione nei tempi recenti e tipologie 1 L’abitazione tra l’Ottocento ed il Novecento 1.1 L'abitazione tra Ottocento e Novecento - L'abitazione nel Novecento Il passaggio tra il XVIII e il XIX secolo, registra una maggiore continuità sia nell’arte che nel campo delle vicende storico-sociali; è il periodo della “Rivoluzione industriale” (1760/1830), di quella politica che porterà poi alla Restaurazione del 1815, del Rococò, degli stili con il prefisso “neo”, dell’Eclettismo storicistico e di Napoleone. Si assiste al Congresso di Vienna, alla nascita del socialismo umanitario e scientifico, allo sviluppo della ferrovia nonché delle Teorie di Darwin e della psicanalisi di Freud. L'immagine della tradizionale città chiusa nel perimetro delle mura, in lenta e graduale crescita, viene improvvisamente stravolta dalle conseguenze della rivoluzione industriale. Il dirompente incremento degli interventi cittadini, l'aumento della costruzione di abitazioni e di industrie, rendono necessario per la prima volta il controllo della crescita urbana e questa situazione trova gli architetti impreparati. Gli effetti sociali di tale massiccia ondata d’industrializzazione, la comune percezione che vi era un qualcosa di sbagliato alla base, nonché moralmente inaccettabile nel modo di produrre e ridistribuire la ricchezza che in larga scala generava miseria, sofferenza ed un numero sempre più crescente di disagiati tra il ceto medio, diede i natali alla “questione sociale”. Le grandi città si riempirono a breve di individui che non erano niente, non possedevano nulla se non la propria forza lavoro, artigiani caduti in disgrazia, fittavoli ridotti alla fame, lavoratori dipendenti sfruttati; individui senza futuro ridotti alla fame ed a vivere alla giornata in condizioni di semi schiavitù e sottopagati. Questo scenario generale, ovviamente da un lato generò il timore che la così detta “classe dangereuse” potesse sfuggire al controllo delle istituzioni abbandonandosi a reazioni violente nei confronti del sistema e quindi dando il via ad azioni di ribellione generalizzate; dall’altro, mise in evidenza l’inadeguatezza dei sistemi costruttivi dell’epoca e della concezione di città. A riprova di quanto detto, Pugin nel 1836, pubblica “Contrast”, sottolineando quanto ormai gli edifici della sua epoca siano privi di fascino architettonico e di adattamento al nuovo modo di vive e concepire le città che per altro sono quasi totalmente prive di verde al loro interno. Immediatamente vengono proposte delle teorie urbanistiche che inizialmente analizzano sia il problema di case individuali che il loro rapporto all'interno del contesto urbano. La rivoluzione industriale con le sue contraddizioni, investe la struttura stessa delle città e l'organizzazione del tessuto urbano-territoriale esistente, producendo grandi cambiamenti. Nelle vecchie metropoli europee si assiste alle trasformazioni maggiori, con l'incontrollata espansione in sobborghi non pianificati e senza criterio che travolge l'immagine tradizionale degli agglomerati urbani chiusi nel perimetro delle mura.
  • 5. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 5 Le industrie, prima localizzate in campagna, si spostano nei pressi delle miniere di carbone ed i traffici di materia avvengono mediante le ferrovie. È qui che sorgono le case per gli operai, gli alloggi realizzati lungo le linee ferroviarie, vicino alle miniere oppure intorno alle grandi fabbriche. Questi quartieri (i cui tipici esempi sono gli slum inglesi o le banlieu francesi), nascono spesso negli spazi lasciati liberi dalle fabbriche, su terreni pieni di ceneri e rottami, o lungo i corsi dei fiumi inquinati dagli scarichi delle fabbriche. L'aria è irrespirabile, gli alloggi sono fatiscenti e sempre più piccoli. La speculazione edilizia si incrementa sempre di più occupando qualsiasi posto disponibile; per contro, i quartieri borghesi sono migliori dal punto di vista igienico/sanitario e le abitazioni – per quanto spesso arredate con dubbio gusto – sono sovente dimore sontuose con giardini sul retro, se sorgono in città, oppure ville lussuosissime, se sorgono in periferia. Gli sventramenti dei centri storici, la divisione dei quartieri per ceti sociali, l'introduzione all'interno delle città di edifici produttivi, la sovrappopolazione con conseguente degrado delle condizioni sanitarie sono alla base dell’esigenza che porterà alla creazione di nuove infrastrutture (fognature, acquedotto, tramvie) e nuovi strumenti di controllo nonché pianificazione del territorio (regolamenti edilizi, primi piani regolatori). La nascita dell'urbanistica moderna coincise quindi con la rivoluzione industriale e con tutti i fenomeni socio economici che hanno modificato radicalmente il volto delle città ed il rapporto tra quest’ultime e la campagna. Lo sviluppo delle grandi metropoli industriali fu caratterizzato dal terribile degrado delle condizioni di vita delle masse di contadini inurbati; in questo momento storico ebbe inizio quella che possiamo definire l'urbanistica moderna preceduta, nel XIX secolo e nei primi anni del XX, da una "fase utopistica" caratterizzata dalla ricerca di sistemi sociali alternativi al capitalismo liberistico e da progetti di architetti- urbanisti che concorrono alla realizzazione dei modelli teorizzati dai riformatori sociali o che elaborano modelli urbani teorici indipendenti dalle ipotesi di riforma. È evidente che una delle conseguenze della Rivoluzione Industriale è stata l’espansione selvaggia dei centri urbani; lo spopolamento delle campagne a favore delle città che portarono ad agglomerati urbani privi delle più elementari norme igieniche con strade strette e non lastricate, fabbriche inserite in centri abitati, che con i loro scarichi rendevano l’aria insalubre. Tra il 1830 e il 1850 in Inghilterra ed in Francia si assiste all’emanazione dei primi regolamenti edilizi e dei primi provvedimenti legislativi che consentirono l’esproprio di aree private a favore di quelle pubbliche per realizzare al loro posto fogne, strade ed altre opere. In Inghilterra la città industriale fu considerata come l’espressione più tangibile di una situazione sconvolta nelle fondamenta. Fra il 1850/70 sono predisposti i primi provvedimenti di tipo sanitario (controlli sull’alloggio), mentre l’urbanistica restò uno strumento prevalentemente limitato alla capitale così come nel resto d’Europa. Solo successivamente il nuovo concetto d’igiene pubblica introdusse una serie di modifiche da applicarsi in tutti i centri urbani. Vennero così fissate le distanze
  • 6. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 6 obbligatorie tra edifici, le dimensioni dei cortili, l’ampiezza delle strade, le fognature e le condotte di acqua potabile estese in tutti gli agglomerati. Nacquero così i primi provvedimenti di un’urbanistica generalizzata e non più circoscritta a singoli eccezionali casi. Le città di dell’epoca pre-industriale, non si adeguavano alle nuove esigenze di una città industriale, così R. Owen, proprietario di filande e interessato al miglioramento della produzione, fondò dei villaggi che proponevano un nuovo, più razionale rapporto non solo fra l’uomo e l’ambiente ma anche fra gli impianti e le risorse da cui dipendevano. Secondo Owen l'ambiente deve essere costruito a servizio dell'uomo, prima di pensare a qualsiasi vantaggio economico, individuale e collettivo. Owen sperimenta questa sua idea nella gestione delle filande di New Lanark, iniziata simbolicamente il 1° gennaio del 1800. Queste diventano una fabbrica modello grazie all'introduzione di nuovi macchinari, buoni salari, abitazioni salubri e alla costruzione presso la fabbrica un asilo infantile, il primo in tutta l'Inghilterra Elabora quindi nel secondo decennio del secolo un modello di convivenza ideale: un villaggio per una comunità ristretta, che lavori collettivamente in campagna ed in officina, e sia autosufficiente, avendo al suo interno tutti i servizi necessari. Owen espone per la prima volta questo piano nel 1817 in un rapporto ad una Commissione d'inchiesta sulla legge dei poveri. Il modello fisico proposto consiste in un insediamento di circa 1.200 persone, circondato da 1.000-1.500 acri di terreno. La pianta del villaggio è costituita da una grande unità edilizia quadrilatera, diviso al suo interno in settori dagli edifici pubblici (cucina pubblica, depositi, scuola e biblioteca). Tre lati del quadrilatero perimetrale sono destinati alle case, il quarto ai dormitori per tutti i bambini che eccedano i due per famiglia, o che abbiano più di tre anni. All'esterno del quadrilatero orti e giardini, circondati da strade e «al di là di questi, abbastanza distanti per essere schermati da una zona alberata, sorgeranno i laboratori e le industrie». Questa proposta di Owen è il primo piano urbanistico moderno sviluppato in ogni sua parte, dalle premesse politico-economiche al programma edilizio e al preventivo finanziario. In un periodo di tempo relativamente breve, poco più di un secolo o in periodi anche minori all’interno dei singoli paesi, cambiano radicalmente, con le strutture economiche politiche e sociali, le strutture territoriali, la localizzazione dei centri produttivi, il rapporto fra la città e la campagna. Eppure l’urbanistica è agli inizi, esclusivamente scienza della città. Le sue origini sono state riconosciute in quella critica dell’urbanesimo che assume spesso toni di violenta denuncia man mano che le condizioni del proletariato urbano vengono scoperte dall’opinione pubblica borghese.
  • 7. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 7 Senza mai tentare di indagare le cause, si pensa di poter risolvere la situazione portando dei rimedi per cancellare gli aspetti patologici più clamorosi della fase finale del processo. Non si trova nella letteratura urbanistica dell’ ‘800, nessun accenno alle origini territoriali dei problemi urbani. In Francia, Charles Fourier (1777-1837) contrappone ad una società basata sulla competizione imperfetta ed immorale degli interessi individuali, il principio dell'unione degli sforzi per raggiungere uno stato di armonia universale; il falansterio è l'unità residenziale tipo delle "falangi" (1620 associati) e la sua descrizione ricorda in modo esplicito il Louvre, una reggia comunitaria. Per Fourier la società si deve strutturare per singole attività produttive (le falangi), chi lavora nella comunità di produzione (la falange appunto) vive nel falansterio; tutte le 1800 persone che costituiscono la falange devono continuamente cambiare occupazione per evitare l'alienazione; sono previste anche libertà e comunità sessuale tra i membri della falange. La famiglia monogamica viene superata e i bambini vengono allevati dall'intera comunità. Questo metodo privo di alienazione avrebbe dovuto condurre ad un aumento della produzione. Nel falansterio esistono comunque differenze sociali tra classi (povera, media, ricca), i poveri devono essere agevolati nell'acquisto di azioni del falansterio; le retribuzioni sono diseguali in quanto si articolano in dodicesimi: 5/12 per il lavoro compiuto, 4/12 per il capitale posseduto, 3/12 per il talento personale. Il falansterio è una struttura unica, razionalmente organizzata, che si oppone al caos delle città. Al suo interno si vivrà come in un grande albergo, e ai suoi abitanti, a differenza di quanto era permesso nel quadrilatero abitativo di Owen, non saranno concessi alloggi separati: i vecchi saranno alloggiati al piano terra, i ragazzi al mezzanino e gli adulti nei piani superiori. Al centro del falansterio, nella Place de Parade si troveranno i "servizi" pubblici: la Tour de Ordre con l'orologio e i mezzi per comunicare ovvero il telegrafo ed i piccioni viaggiatori. Dalla torre dell'ordine si diramano due ali che contengono tutte le funzioni residenziali e produttive, pubbliche e private. Le ali sono servite in tutta la loro lunghezza da una strada-galleria situata al primo piano. Il falansterio è quindi un complesso organismo, dove si cerca di mantenere l'equilibrio alternando spazi pubblici a spazi privati, in modo da far convivere vita individuale e comunitaria. Ogni falansterio è un'unità produttiva autonoma, che integra campagna e città. La reggenza della falange anticipa ad ogni membro povero il vitto, l'alloggio ed il vestiario di terza classe. Fourier si dichiarò sempre fiducioso di tradurre il suo progetto in realtà ma, a differenza di Owen, non si impegnò mai direttamente nella sua realizzazione.
  • 8. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 8 Jean Baptiste André Godin (1817-1889) è un industriale che ha poco in comune con i riformatori sociali e gli urbanisti il suo nome è però rimasto indissolubilmente legato ad un tentativo di applicazione delle teorie fourieriste, messo in pratica mediante la realizzazione di un modello fisico molto simile al falansterio di Fourier. Questo esperimento venne realizzato dopo il 1848, quando ormai l'idea di abitazione collettiva era stata abbandonata sia dai teorici che dagli industriali, ed era ancora attivo, con le caratteristiche originarie, nel 1939 ovvero cinquant'anni dopo la morte del suo fondatore. Il familisterio di Godin è un rimpicciolimento del falansterio: l'edificio è sempre costituito da tre blocchi di abitazioni comunicanti, ma i cortili sono di dimensioni molto più ridotta, e svolgono la funzione delle rues intérieures del falansterio. I tre blocchi delimitano la piazza d'ingresso che è a sua volta chiusa a distanza sul quarto lato dal teatro e dalle scuole. Le abitazioni si affacciano tutte sui cortili-ballatoio coperti da vetrate, destinati a spettacoli e riunioni collettive. Tra il 1830 e il 1850 in Inghilterra ed in Francia si assiste all’emanazione dei primi regolamenti edilizi e dei primi provvedimenti legislativi che consentirono l’esproprio di aree private a favore di quelle pubbliche per realizzare al loro posto fogne, strade ed altre opere. Tale legislazione, quindi, trasformò profondamente le strutture urbane, anche se non sempre con risultati ottimali. Alla metà del XIX secolo Parigi si presentava con lo stesso aspetto che aveva nel Medioevo con strade strette e malsane. Durante il suo soggiorno in Inghilterra (1846- 1848), Napoleone III era stato impressionato da Londra e dalla ricostruzione della capitale inglese seguita al grande incendio del 1666 che aveva fatto di questa città un punto di riferimento in materia d'igiene e di urbanistica; l'imperatore voleva fare di Parigi per il Secondo Impero, una città prestigiosa come Londra; questo sarà il punto di partenza per l'attività del nuovo prefetto. G. E. Haussmann. I cardini del programma globale ad a lungo termine comprendono:  La realizzazione della "Grand Croisée" cioè dei due assi nord-sud est-ovest, in parte già esistenti o previsti, che si incontrano alla Place du Chatelet  Il sistema dei boulevards  Il riassetto dei grandi carrefours urbani (Etoile, Alma, Opera, Trocadero….)  Lo sventramento dell'Ile de la Cité  La risistemazione o realizzazione dei grandi parchi urbani  La ristrutturazione amministrativa, comprendente l'annessione dei comuni esterni  La fornitura di alcuni servizi urbani
  • 9. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 9  Una robusta trama viaria viene imposta sulla struttura esistente, tramite lo sventramento di antichi quartieri. Uno degli obiettivi è quello di isolare i monumenti maggiori, creando una "connessione per diradamenti" di alcune strutture focali. I boulevards costituiscono un anello di scorrimento tangenziale, mentre la croisée individua il principale sistema di penetrazione nel centro-città accompagnato da una serie di assi radiali; il tutto è completato da interventi programmati su aree strategiche. Hausmann trasformò completamente la capitale, costruendo grandi strade rettilinee (Boulevards) che tagliarono l’antico tessuto medioevale, risparmiando solo alcuni monumenti, che costituirono lo sfondo delle nuove arterie; ampliò la nuova rete stradale anche in zone non ancora urbanizzate, ma previste per il futuro. Place de l'Étoile assunse questo nome poiché lì è il punto di intersezione di ben dodici strade di cui una, la più famosa, è l'avenue des Champs-Élysées ed principalmente nota per ospitare al suo centro l'Arco di Trionfo, uno dei monumenti più famosi al mondo. Commissionato da Napoleone Bonaparte nel 1806, venne progettato da Jean Chalgrin, come versione neoclassica degli antichi archi di trionfo dell'Impero Romano. Il 18 febbraio 1806, Napoleone I decreta la costruzione di un arco trionfale in onore della Grande Armata. Questo maestoso monumento deve dominare Parigi e lusingare la passione dell'imperatore per l'antichità romana. Haussmann ebbe l'ossessione della linea retta, ciò che fu chiamato "il culto dell'asse" nel XVII secolo. In omaggio a questo ideale, fu pronto ad amputare spazi strutturanti della città, come i Giardini del Lussemburgo. L’importanza del Barone Hausmann sta principalmente nell’aspetto legislativo. Elaborò e codificò la legge sugli espropri e il regolamento edilizio, che disciplina il rapporto tra l’altezza delle case e la larghezza delle strade e l’obbligo di richiedere l’autorizzazione a costruire, anche se non essendo un tecnico, non redasse un vero e proprio piano regolatore, ma si ispirò ad un progetto di massima, che venne poi modificato a seconda dei casi. Egli, sebbene possa essere criticato da un punto di vista storico-culturale, per avere insensatamente distrutto il tessuto urbano medioevale di inestimabile valore, ebbe il merito di aver fatto di Parigi una città moderna dotata di servizi efficienti e con un suo carattere ben definito. A Vienna, Francesco Giuseppe bandì un concorso per abbattere le mura che dividevano il centro storico dalla periferia. La città infatti, fino a quel momento era divisa in due zone segnate dalle mura. L’architetto L. Foster risolse il problema costruendo il RING: fascia a forma quasi esagonale, strutturata intorno ad un grande anello stradale sul quale si affacciavano edifici pubblici e privati. Fino al 1857 la città di Vienna era racchiusa e difesa da due cinte murarie: quella interna, più antica, che difendeva la città storica di impianto medievale, e quella più recente (Linienwall) che difendeva i quartieri periferici (Vororte) costruiti dal '600 in poi. Una larga fascia di territorio (il Glacis) profonda tra 500 e 1000 m. all'esterno della prima cinta era stata lasciata libera da edificazione per esigenze militari.
  • 10. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 10 Già nei primi decenni del secolo XIX la sistemazione con alberature, viali per il passeggio, caffé e chioschi aveva iniziato a mutare il significato e gli usi del Glacis; negli anni '20 gli ampliamenti dell'area del Palazzo di corte e, più tardi, la realizzazione della Votivkirche (destinata a celebrare l'incolumità dell'Imperatore sfuggito ad un attentato) avevano contribuito a rafforzare il ruolo del Glacis nel rapporto tra le due parti della città. Dopo i moti rivoluzionari del '48, l'ascesa della borghesia liberale, il contrastato ma inevitabile passaggio dal regime assolutistico alla monarchia costituzionale, la straordinaria crescita della città come centro motore dell'impero asburgico sono i fattori determinanti di una trasformazione urbana di largo respiro. Nel dicembre 1857 un editto imperiale stabilisce la demolizione della prima cinta muraria e una nuova utilizzazione del Glacis; nel gennaio successivo viene bandito un concorso per la progettazione urbanistica dell'area così liberata. Il progetto approvato ha come elemento centrale un amplissimo viale alberato anulare sede di linee di trasporto pubblico, lungo il quale si collocano spazi ed edifici monumentali con forme e stili diversi, isolati o raggruppati in sequenze o da esplicite simmetrie, tra loro collegati da spazi aperti le cui alberature e sistemazioni a terra sono accuratamente disegnate e costituiscono, per così dire, il tessuto connettivo di un sistema la cui unitarietà e significatività alla scala urbana è indiscutibile, tale da configurare un vero e proprio "modello" di progetto urbano. Novità è l'uso dell'area inizialmente destinata alle esercitazioni militari per localizzare le nuove sedi del Consiglio Municipale (Rathaus) dell'Università e del Parlamento. Lo stesso uso di stili diversi, ma, come è stato giustamente osservato ciascuno legato alla funzione dell'edificio, è epitome simbolica dell'ascesa della nuova classe e dei suoi valori; il Rathaus sede del governo municipale è in stile neogotico a evocare le lontane origini medievali del libero comune, l'Università emblema della cultura liberale in stile neorinascimentale; il Reichsrat sede dei due rami del Parlamento nazionale, in stile neoclassico. Il Ring di Vienna rappresenta uno dei casi più riusciti di "riuso" di spazi resi liberi dal mutamento di funzioni urbane (superamento delle esigenze di difesa militare): nella città europea del XIX sec. si hanno molti altri esempi di riuso di spazi liberati per gli stessi motivi. Anche nel secolo successivo, soprattutto dalla terza rivoluzione industriale in poi, si moltiplicano le possibilità di realizzare trasformazioni urbane significative e progetti urbani attraverso il "riuso" di aree e strutture la cui precedente utilizzazione è superata.
  • 11. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 11 A Londra vennero realizzati una serie di interventi sul centro storico, ma essi non ebbero il carattere unitario di Parigi e di Vienna. Sotto la gestione di J.Pennethorne, tra il 1832 e il 1855 venne redatto un piano generale che sarà attuato solo in parte. Non soltanto le capitali dei grandi Stati europei crebbero vistosamente, ma anche quei piccoli centri situati sia nelle vicinanze dei bacini carboniferi e metalliferi sia in prossimità di canali navigabili e nodi ferroviari. Fu il caso della regione Lancashire, tra Liverpool e Manchester, dove si formò una grande conurbazione, cioè una caotica sequenza di stabilimenti, villaggi e città in un‘unica agglomerazione. Lo stesso fenomeno accadde anche in Belgio ed in Francia. Le città nate in epoca pre- industriale, però, non si adeguavano alle nuove esigenze di una città industriale. In Italia, la conquista dell’Unità, fece si che l’interesse delle amministrazioni pubbliche fosse inizialmente rivolto al conferire un “ordine” urbanistico alle città. Le capitali che si susseguirono (Torino dal 1861 al 1865, Firenze dal 1865 al 1870, Roma dal 1870 in poi) subirono delle trasformazioni di notevole rilievo anche dal punto di vista urbanistico. Roma in particolare, divenne un enorme cantiere, in cui molte aziende edilizie lavoravano a ritmo intenso per una popolazione che man mano andava aumentando. In trent’anni, fino al 1900, la popolazione della capitale raddoppiò, fenomeno questo che caratterizzò anche Milano con uguali dimensioni. Il tentativo messo in atto fu quello di “governare” questa espansione edilizia con la creazione di “piani regolatori” che riguardarono all’inizio, soprattutto, le grandi città: Firenze (piano Poggi del 1865), Roma (piano Viviani del 1873 e del 1882), Palermo (piano Giarrusso del 1885), Napoli (piano di risanamento del 1885), Milano (piano Beruto del 1884). Il cosiddetto Risanamento di Firenze fu un periodo della storia urbanistica cittadina che si svolse tra il 1865 e il 1895 quando una larga fetta del centro storico subì drastiche modifiche, dettate da nuove esigenze economiche e sociali. Questo periodo in parte coincise con il periodo di Firenze Capitale, quando cioè la città fu capitale d'Italia, tra il 1865 e il 1871; in breve tempo la città subì quel mutamento di ruolo e di funzione repentino, senza precedenti. Tale scelta, che senz'altro destò soddisfazione nella popolazione, mise in luce tutta una serie di inadeguatezze funzionali dell'antico tessuto urbano, essendo ancora quasi inesistente una distinzione tra aree divise per funzioni pubbliche o private, che nemmeno le riforme dei Lorena avevano saputo modificare significativamente. Con una certa urgenza il comune affidò la realizzazione di un Piano di ampliamento all'architetto Giuseppe Poggi, che venne consegnato il 18 febbraio 1865. Il piano doveva rispondere a una serie di questioni impellenti:  Provvedere a nuovi alloggi e servizi per l'aumento della popolazione dovuto all'arrivo di impiegati per gli uffici della capitale;  Coniugare interessi pubblici e privati limitando la speculazione;  Difendere la città dalle piene dell'Arno (memori della recente alluvione del 3-4 novembre 1864 e di quella disastrosa del 1844)  Dare alla città un volto celebrativo, moderno e borghese in linea con le contemporanee evoluzioni di altre città europee.
  • 12. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 12 Gli elementi fondamentali del piano furono: lo spostamento della cinta daziaria e l’abbattimento delle mura (almeno nella parte a nord dell'Arno) per realizzare dei nuovi boulevard; la creazione del Campo di Marte per le attività militari, una nuova stazione ferroviaria, un nuovo macello ed infine tutta una serie di opere per la difesa idraulica. I lavori iniziarono nel maggio 1865 e furono terminati cinque anni dopo. Per realizzare il piano si procedette massicciamente all'esproprio. I fondi vennero reperiti con un piano di prestito pubblico di trenta milioni di lire, da ammortizzare in cinquant'anni. Al posto delle mura abbattute il Poggi realizzò i cosiddetti viali di Circonvallazione, una serie di viali alberati di grandi dimensioni che circondavano ad anello il centro della città, almeno riguardo alla sponda nord, ispirandosi ai boulevard Parigini; il cui scopo non era puramente estetico, né dettato da esigenze del traffico veicolare ma la loro principale funzione fu quella di saldare il tessuto urbano del centro con i nuovi quartieri semicentrali, in chiave di celebrazione della capitale e di decoro borghese. In corrispondenza delle antiche porte di accesso alle mura, quasi tutte risparmiate, vennero create delle grandi piazze dalle quali si diramavano razionalmente strade ampie e rettilinee, dove sorsero numerose le residenze della borghesia legata all'apparato statale ed alla corte reale da poco trasferitasi in città. Nasce in questi anni il primo Piano Regolatore, introdotto dalla legge 2359/1865, costituito da due parti: un Piano Regolatore Edilizio, il cui ambito d’intervento era il perimetro della città esistente, ed un Piano d’Ampliamento, il cui ambito era il circondario esterno. La sue principale caratteristica era quella di essere uno strumento facoltativo (i comuni che intendevano dotarsene dovevano fare precisa richiesta giustificando la specifica esigenza), oltre al fatto che si estendeva al solo territorio urbano. Inoltre era direttamente attuativo, senza bisogno di un ulteriore livello di attuazione e con durata limitata nel tempo di 25 anni. 1.2 Dal novecento alla città dei nostri giorni Il Novecento è il secolo in cui prosegue e si acuisce la crescita esponenziale delle grandi città, dovuta al massiccio spostamento della popolazione dalle campagne ai centri urbani, che raggiungono spesso cifre altissime nel numero di abitanti. È anche il secolo in cui si impone prepotente l'uso del cemento armato, il quale, consentendo una costruzione in tempi rapidi, diventa il principale materiale di costruzione degli edifici, contribuendo alla loro standardizzazione ed all'aumento della salubrità degli edifici indipendentemente dalle classi sociali. L'eccessiva crescita della popolazione cittadina comporta la nascita di città-satellite, dotate di attrezzature e servizi sancendo definitivamente la creazione di quartieri operai. Per venire incontro a queste esigenze si mossero sia gli enti pubblici che di beneficenza. Si crearono le condizioni per un decisivo intervento nel settore dell’edilizia popolare ed economica. Fondamentale per la realizzazione su scala locale dei primi provvedimenti attinenti all’edilizia residenziale economica e popolare, il biennio 1902-1903 si rivelò decisivo anche per il varo della prima legge, che può essere considerata l’atto di nascita ufficiale dell’intervento dello Stato nelle politiche sulle casa. Nel maggio 1903 la
  • 13. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 13 Camera approvò infatti il progetto di legge presentato da Luigi Luzzatti un anno prima, con l’intento di agevolare la costruzione di case popolari, destinate cioè a tutti coloro che vivevano del loro salario e non di rendite di posizione finanziarie o immobiliari. Gli I.A.C.P. sarebbero diventati degli enti morali pubblici senza scopo di lucro e con la possibilità di effettuare delle operazioni di credito, istituiti con il contributo diretto dei Comuni, delle Casse di Risparmio, delle banche ed anche di semplici privati cittadini. Tipiche per l’area lombarda furono le cosiddette “case di ringhiera”, soluzione diffusa per le classi operaie. Si trattava di abitazioni di tipo condominiale, divise in lotti e appartamenti: si giungeva a questi attraverso una scala che portava ad un ballatoio, lungo balcone esterno in comune, lungo il quale si aveva accesso alle dimore private. Nel ventennio tra le due guerre, la politica contro l’urbanesimo sostenuta dal regime non sortì gli effetti demografici auspicati e non rallentò neppure l’attività edilizia e la crescita delle città nella quali la borghesia sposò la moda del liberty e del neogotico. Il momento di massima espansione delle costruzioni nel nostro paese fu il ventennio 1947 -1967. Gli addetti al settore edilizio aumentarono di quasi il 70%; il boom delle costruzioni fu determinato da diversi fattori, tra cui l’incremento demografico, la tendenza alla formazione di nuovi nuclei familiari, con la progressiva scomparsa della famiglia patriarcale ed infine il processo di urbanizzazione collegato al “miracolo economico”. In questo scorrere di tempo di un secolo e mezzo si sono create ed affiancate differenti tipologie di abitazione, sia nelle città che nei paesi. Si va dal palazzo lussuoso dei centri storici, alle case padronali o alle corti ristrutturate delle periferie. Dalla casa singola o alla villetta alla casa bifamiliare, costituita da una coppia di alloggi accostati lungo un muro cieco comune disposto sull’allineamento di confine dei rispettivi lotti. Vi è poi la tipologia a schiera, basata sul principio di aggregazione della stessa unità abitativa, allineata lungo il prospetto stradale e fornita di giardino privato sul retro, o la casa a patio caratterizzata dalla presenza di una ridotta superficie scoperta, parzialmente o totalmente racchiusa dai corpi di fabbrica dell’abitazione stessa e delle abitazioni contigue, sulla quale affacciano i vani interni. Assistiamo alla nascita della casa in linea, caratterizzata dall’aggregazione di più alloggi (generalmente due-tre) in fila per ciascun punto-scala a formare un edificio lineare servito da più corpi scala ed in cui la dimensione longitudinale prevalga nettamente su quella trasversale e sull’altezza. Vi sono poi le palazzine, di due o tre piani, con pochi appartamenti o edifici a torre di 10 piani, fino a giungere edifici di oltre 15 piani, costituiti da una pluralità di alloggi aggregati attorno al collegamento verticale. Nelle tipologie abitative, proprie delle società industriali avanzate, sono state man mano introdotte innovazioni tecnologiche ed elettroniche tese a migliorare il confort abitativo e la funzionalità. Tutte queste invenzioni moderne hanno avuto lo scopo di ottimizzare la qualità della vita, anche se questa si costituisce con una pluralità di fattori che chiamano in causa dimensioni non solo tecnologiche, ma spesso relazionali.
  • 14. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 14 In seguito alla Seconda Guerra mondiale, in Italia la crescita delle città è stata gestita senza piani urbanistici efficaci. Come ben chiarisce Giuliana Bandinelli nel suo saggio Piccola storia dell'abitazione in Europa, «le città si sono estese intorno al centro storico, "a macchia d'olio", ossia senza una direzione programmata e in maniera disordinata, per effetto della speculazione sulle aree fabbricabili. Si moltiplicano così le squallide periferie povere di servizi sociali, di scuole, di verde, mentre il centro viene sistematicamente distrutto». In Europa, agli inizi degli anni ’70 Argan scriveva per un bilancio sull’architettura contemporanea sviluppatasi in tutto il mondo secondo alcuni principi generali quali la priorità della pianificazione urbanistica sulla progettazione architettonica l’economia nell’impiego del suolo e nella costruzione per risolvere il problema delle abitazioni. Grazie ad una rigorosa razionalità delle forme architettoniche, un ricorso sistematico alla tecnologia industriale, alla standardizzazione ed alla prefabbricazione in serie si afferma un modo preciso di intendere la città, secondo una serie di schemi funzionali caratterizzati dai propri obiettivi di rendimento e da una peculiare logica interna. La città risulta dalla sovrapposizione di questi schemi ed è un organismo tanto più soddisfacente quanto più efficienti sono le reazioni che intercorrono fra gli elementi componenti: la rete dei trasporti, la distribuzione delle densità edilizie, il sistema di verde. Sono gli anni in cui l’urbanistica sembra occuparsi prima di tutto dell’aspetto edilizio degli insediamento, stabilendo una tradizione che arriva fino ai nostri giorni e che appare in straordinario contrasto con la realtà dell’intervento pubblico in un numero sempre maggiore di settori della vita sociale. La definizione di “organismo” applicata alla città, ha un immediato successo. La possibilità di classificare i fenomeni urbani con i metodi delle scienze naturali (le più obiettive e certe) entusiasma i cultori della nuova disciplina e sembra conferire loro il prestigio dello scienziato. L’idea d’organismo comporta una correlazione fra i diversi elementi del complesso urbano ed analogamente, fra i diversi tipi d’intervento messi in opera o ipotizzati. Si tratta cioè di ovviare alla politica del caso per caso, dell’intervento ad hoc per risolvere un problema locale senza tener conto dell’insieme, per superare insomma un modo tipico della tecnica urbanistica corrente. Il termine “città-giardino” è antecedente alla formulazione del pensiero di Howard: con questo venivano indicati solitamente alcuni quartieri per le classi agiate oppure per le classi operaie (le paternalistiche città-giardino operaie), che non hanno nulla in comune con la città-giardino, pensata da Howard proprio in antitesi alle periferie ed ai sobborghi. Alla base del suo piano c'è l'idea che bisogna salvare la città dal congestionamento e la campagna dall'abbandono: la città-giardino da lui immaginata avrebbe unito i vantaggi della vita urbana ai piaceri della campagna. Tony Garnier (1869-1948), figlio di un disegnatore tessile, studia presso l'Accademia di Francia a Roma; qui inizia a stendere i suoi primi progetti per una cité industrielle, che verranno presentati per il concorso Gran Prix de Rome del 1901.
  • 15. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 15 Con Garnier l'utopia urbanistica si separa definitivamente nelle sue due componenti: progettazione e politica. Da ora in avanti la progettazione sarà neutra, consentendo così uno slancio progettuale che avrà il suo apice nell'attività di Le Corbusier Progetta la sua città industriale dal primo all'ultimo edifico, concentrandosi quindi principalmente sugli aspetti tecnici. Presenta due considerevoli innovazioni: adotta per tutti gli edifici il cemento armato e li adorna con uno stile spoglio rinunciando ad ogni stravaganza che non sia dettata da precise esigenze di carattere rappresentativo. In pianura è situata l'officina principale, alla confluenza tra un torrente ed il fiume. Al di sopra di essa, su un altipiano si sviluppa la città che è a sua volta sotto agli edifici sanitari: sia la città che gli edifici sanitari sono protetti dai venti ed esposti a sud. Ognuno di questi settori è costruito in modo da essere comunque ampliabile in futuro. Al centro della città si trovano un grande stadio, il campus scolastico ed il centro comunale. Il centro per lo svago si trova invece a sud. Tutte le funzioni sono rigidamente separate. Il tram assicura i trasporti pubblici in città, collegando il centro alla periferia, dove sono collocate le aziende agricole modello. Una strada ferrata scorre anche tra la fabbrica a valle e la città, assicurando i collegamenti con l'esterno; essa termina in una stazione centrale sotterranea. Garnier predispone anche dei regolamenti, uno per ogni specifico settore (edilizia, sanità...); essi danno già per scontato che siano avvenuti determinati mutamenti di ordine sociale senza i quali non sarebbero applicabili: l'amministrazione ha la libera disponibilità del suolo e provvede all'approvvigionamento del pane, dell'acqua, della carne, del latte e dei medicinali. Non sono previste né caserme, né chiese, né un tribunale, né una prigione e nemmeno una stazione di polizia: secondo Garnier tutto ciò non aveva ragione di esistere in una società socialista. Con vent'anni di anticipo definì quello che sarebbe stato lo "stile internazionale" e con quarant'anni stabilì quei principi di urbanistica che contraddistingueranno la Carta di Atene (1943). Anche Le Corbusier, che nel 1908 era stato a Lione proprio per incontrarsi con Garnier, resterà profondamente influenza dalle sue teorie, che sono alla base della ville radieuse. Il tema della città viene sviluppato molto presto dai futuristi: essa è infatti il luogo privilegiato della modernità che, con la sua forza travolgente, sembra ormai a portata di mano; è il luogo in cui si incarna il futuro, la velocità il movimento. Il paesaggio urbano appare sconquassato dalle luci, dai tramvai, dai rumori, che ne moltiplicano i punti di visione. La Città Nuova deve nascere e crescere contemporaneamente alla nuova ideologia del movimento e della macchina, non avendo più nulla della staticità del paesaggio urbano tradizionale. Allo stesso tempo la città futurista si presenta come il primo modello in assoluto di città delle macchine. I futuristi comprendono il ruolo e l'importanza che il movimento, i trasporti, la velocità stanno per assumere nel contesto cittadino. Lo prevedono e ne ipotizzano gli sviluppi. Con Garnier l'utopia urbanistica si separa definitivamente nelle sue due componenti: progettazione e politica.
  • 16. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 16 Da ora in avanti la progettazione sarà neutra, consentendo così uno slancio progettuale che avrà il suo apice nell'attività di Le Corbusier il quale elabora tra il ‘21 ed il ‘22 il progetto per La Ville Contemporaine pour 3 milions d'habitants con l'intento di dimostrare l'inadeguatezza della città attuale rispetto alle necessità dell'uomo contemporaneo. Il modello di tale città è basato su un impianto viario razionale, un centro commerciale con al suo interno funzioni direzionali e servizi, una quota parte delle residenze situata all'interno della città, ed una ulteriore fascia residenziale suburbana. Una prima applicazione di tali principi viene presentata nel 1925 alla Exposition internazionale des arts decoratifs, come frutto di una ricerca finanziata dal costruttore di automobili Voisin. Il Plan Voisin prevede un radicale intervento di demolizione e ricostruzione che va ad interessare 240 ha nel centro di Parigi. L'area d'intervento è articolata attorno ad un asse principale est-ovest. La proposta è quella di realizzare una città verde per un milione e mezzo di abitanti strutturata sui seguenti principi: Morte della strada: i percorsi pedonali e carrabili devono essere diversificati, grandi assi destinati esclusivamente alle automobili devono poter essere pensati svincolati dall'edificato. Angolo retto: è il principio generatore dell'impianto e decide l'articolazione degli edifici in linea destinati alla residenza. Zoning: le diverse aree funzionali si dispongono all'interno delle maglie regolari quadrate. Quelle principali sono tre: zona per affari e nuclei speciali (città studi e sedi governative, collocate a nord, in prossimità della stazione ferroviaria e dell'aeroporto, con hotels e ambasciate), zona industriale (divisa in industria pesante, depositi ed industria leggera), a sud e zona residenziale (collocata tra le altre due), protetta tramite una fascia di verde in direzione dell'industria. 1.3 Dalle città nel periodo fascista ai giorni nostri Sono i centri urbani fondati dall'Italia fascista in alcune zone del territorio nazionale del Regno d'Italia e nelle sue colonie a partire dal 1928 e nei territori dell'Impero dopo la sua fondazione (1936). Le bonifiche integrali attuate nel Lazio e soprattutto, nell'Agro Pontino, rappresentarono un momento importante nella politica economica e nella propaganda del regime. Le attività di bonifica proseguivano analoghe iniziative avviate già sotto il governo Nitti. L'attività insediativa comprese anche centri urbani importanti (Littoria (poi Latina), Sabaudia, Pomezia, Aprilia, Pontinia e Guidonia). Le nuove fondazioni avevano quindi carattere di piccoli centri rurali, nell'ottica di un tradizionalista ritorno alla terra e alla civiltà contadina, che il fascismo mostrava di preferire alla grande urbanizzazione, nonostante una parte di esso si presentasse come modernista. Tale antiurbanesimo fu chiaramente espresso nel "Discorso dell'Ascensione" pronunciato da Mussolini al parlamento il 26 maggio del 1927 in cui si metteva l'accento sulla necessità di limitare la crescita urbana, l'inurbamento del proletariato e lo spopolamento delle campagne al fine di combattere la denatalità.
  • 17. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 17 Le nuove fondazioni avevano quindi carattere di piccoli centri rurali, nell'ottica di un tradizionalista ritorno alla terra e alla civiltà contadina, che il fascismo mostrava di preferire alla grande urbanizzazione, nonostante una parte di esso si presentasse come modernista. Subito dopo la fine della guerra gli architetti si impegnarono nella ricostruzione delle città semidistrutte dai bombardamenti. Negli anni 50’ e 60’ con il fenomeno massiccio dell’inurbamento si verificò, nelle più importanti città italiane, una ricostruzione selvaggia che ha causato danni irreparabili in molti centri storici e generato periferie prive di pianificazione urbanistica. Il boom economico ha favorito costruzioni speculative che hanno distrutto molti ambienti naturali. Il primo Piano Regolatore fu introdotto dalla Legge 2359/1865, le sue caratteristiche principali erano:  Si poteva realizzare solo per i comuni con popolazione superiore alla 10.000 unità; tali comuni devono fare apposita e motivata richiesta;  Era esteso al solo territorio urbano;  Era direttamente attuativo;  Aveva durata limitata nel tempo di 25 anni;  La sua entrata in vigore aveva dichiarazione di pubblica utilità; La Legge Urbanistica Nazionale n.1150 del 17 agosto 1942 introduce un nuovo tipo di Piano Regolatore con una radicale trasformazione delle sue caratteristiche: È denominato P.R.G. (Piano Regolatore Generale) ed è esteso all'intero territorio comunale; È obbligatorio per comuni più importanti compresi in un elenco redatto dal ministero dei lavori pubblici (funzione che passerà alle Regioni con il D.P.R. n.8 del 1972); Non è direttamente attuativo, necessita di un ulteriore livello di attuazione; Non ha scadenza, così facendo si escludono vuoti normativi; Ha veste simbolica, i simboli fanno riferimento alle diverse tipologie di fabbricazione sull'area. Da questo è nato un metodo di progettazione nel quale l’attenzione è stata posta su argomenti di carattere universalistico, sulla scoperta di rapporti stabili nel lungo periodo, sulla definizione di tipi, sulla serie, sulla ripetizione. Modificare vuol dire appunto la ricerca di un metodo di progettazione diverso, solo per alcuni versi opposto a quello passato, nel quale l'attenzione sia posta primariamente al problema del senso, delle relazioni cioè con quanto appartiene al contesto, alla sua fattibilità e materialità, alla sua storia, alla sua funzione nel processo di riproduzione sociale, alla sua regola costitutiva.
  • 18. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 18 Ad un livello più specifico vuol dire costruire piani “a grana più fine" e privi di carattere dimostrativo. 2 Tipologie edilizie 2.1 Tipologie Edilizie In Italia nel 1861 la popolazione ammontava a circa 25 milioni di abitanti, gran parte dei quali erano dediti all’agricoltura; le città italiane che superavano i 50 mila abitanti erano pochissime, racchiuse per la gran parte ancora all’interno del perimetro delle mura medievali. Anche la tipologia familiare era ben diversa da quella contemporanea: gli studi demografici ci confermano che il numero medio per nucleo familiare era di circa 10 persone. Tutto questo evidentemente caratterizzava anche la tipologia di strutture abitative di gran parte della popolazione. 2.2 La casa rurale E’ evidente la rispondenza tra architettura rurale ed economia agraria ed è ancora evidente come oggi non esista più un’edilizia rurale. I luoghi sono stati abbandonati o ristrutturati per nuove funzioni. La casa rurale ha sempre costituito una tipologia a sé e diversa a seconda dei luoghi, dei fattori ambientali e alla proprietà fondiaria. In Italia era possibile raggruppare in almeno tre tipi gli insediamenti rurali:  sedi accentrate in grossi borghi compatti  sedi sparse sui fondi  sedi in parte accentrate in parte sparse Nel primo tipo d’insediamento, comune a molte regioni del Mediterraneo, la popolazione rurale viveva prevalentemente addensata in case di paese lontane dai campi su un colle o in grossi borghi di pianura; nel secondo in case isolate o riunite in piccoli gruppi sparsi nelle campagne ed infine nel terzo la popolazione viveva per una parte in centri abitati e per il resto in zone disseminate in caseggiati. Le corti e le ville rustiche erano unità edilizie di antica tradizione, caratterizzate un tempo dall’economia chiusa di tipo patriarcale. Le cascine, presenti prevalentemente nel Nord Italia, ono case rurali il cui nome si crede tragga origine da cascio e significhi stalla in prateria. Il cascinale era una varietà più complessa di cascina con molte abitazioni e accessori La masseria, il cui nome è collegato al sistema colonico della mezzadria, era costituita da più fabbricati disposti intorno ad un cortile era ed è a tutt’oggi, il corrispettivo al Sud della cascina. La fattoria era un complesso edilizio dove lavorava il fattore che soprintendeva ad un numero di poderi. I casali erano residenze tipiche delle zone di trasformazione dall’economia pastorizia alla coltura estensiva Le caselle sono costruzioni tipiche di alcune zone meridionali come ad esempio i trulli.
  • 19. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 19 La casa colonica era un edificio bi-funzionale in quanto oltre all’abitazione della famiglia era anche un complesso strumentale per la lavorazione del terreno e l’allevamento degli animali. Ne esistono comunque più tipologie, come ad esempio la casa colonica in corpo unico tipica della Toscana, ma con varianti anche della Romagna, dell’Umbria e delle Marche. Caratterizzata da un fabbricato a due piani, in cui la stalla e gli accessori sono al piano terreno. L’accesso al piano superiore è spesso realizzato a profferlo. Oppure la casa colonica a più corpi collegati o indipendenti tipica nel Veneto in Emilia e nel Lazio. E’ costituito da un fabbricato centrale a due piani in cui sono distribuiti i locali per l’alloggio ed i magazzini. A questo sono affiancati uno o più corpi accessori per la stalla e sono collegati con il corpo centrale tramite un portico che funge anche da rimessa. Spesso il complesso dei fabbricati è disposto a quadrilatero intorno ad un cortile centrale. Ultima tipologia è la casa colonica delle zone di arboricoltura e di orticultura; tipica della Campania e Sardegna e caratterizzata da un fabbricato solitamente ad un piano, in cui l’alloggio del contadino era integrato da locali destinati a magazzini e da una rimessa per gli animali. Differente è la concezione delle case plurifamiliari, le quali si possono dividere in due categorie principali:  casa plurifamiliari a elementi isolati  case unifamiliari a elementi contigui Dove, per elemento si intende quella parte di fabbricato i cui alloggi sono tutti collegati e disimpegnati da uno stesso corpo scala come ad esempio la tipologia a ballatoio. Schematicamente si possono immaginare come case a schiera sovrapposte, prive però dei vantaggi derivanti dall’essere unifamiliari e del trovarsi a livello del suolo. Il ballatoio è il disimpegno di arrivo della scala, che è interna o esterna al filo del fabbricato, e costituisce il sistema di smistamento in orizzontale degli ingressi ai vari alloggi. Vi sono poi le case plurifamiliari a blocco che può essere chiuso o aperto; nel primo caso la fascia poligonale dei fabbricati costruiti nell’isolato viene a chiudersi in uno o più punti, nel secondo la fascia poligonale dei fabbricati costruiti nell’isolato rimane aperta Quello che è determinante nella fabbricazione chiusa è l’altezza dell’edificio rispetto alla larghezza della strada e degli spazi liberi interni. Queste tipologie ci confermano che le soluzioni più convenienti dal punto di vista edilizio non vanno ricercate nello sfruttare al massimo l’area di ogni singola proprietà, ma nell’estendere l’applicazione dei migliori criteri urbanistici dell’isolato o dell’intero quartiere. 2.3 Case unifamiliari Si possono distinguere in due tipologie prevalenti: unifamiliari singole o unifamiliari associate. Quest’ultime a loro volta si dividono in: a schiera, a corte, con alloggi abbinati, con alloggi raggruppati e con alloggi sovrapposti Gli alloggi abbinati essendo solo due e con un muro in comunione i lati liberi sono tre, di solito sono simmetricamente disposti rispetto al muro comune oltre che per
  • 20. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 20 ragioni estetiche per semplificare i servizi nell’accorpamento di adduzioni e scarichi, la scala dovrebbe trovare collocazione nella parte interna non illuminata. spesso troviamo il ribaltamento verso l’esterno di locali di soggiorno e camere , il distanziamento tra ingressi, balconi e terrazze. di regola abbiamo una certa compattezza di pianta per economia. Gli alloggi raggruppati nascono quando si passa a più di due alloggi e presentano come svantaggio maggiore una non buona esposizione per tutti gli alloggi. Una soluzione migliore si ottiene abbandonando le forme compatte e cercando di dare ad ogni alloggio una più libera esposizione . si possono raggruppare anche intorno ad una piccola corte Tutti gli schemi seguono comunque questi criteri:  il raggruppamento di alloggi deve essere legato a fattori economici  quando è possibile si dovrebbero dotare gli alloggi di portici  tenere presente che per queste tipologie è fondamentale il rapporto casa-terreno. Meno in uso le case a schiera con alloggi sovrapposti. Quello al pianterreno ha l’accesso dalla strada, l’alloggio superiore ha sempre ingresso dall’esterno attraverso una scala. Gli alloggi possono corrispondere o avere ingressi su due fronti e quindi planimetrie ribaltate ma più indipendenti. Oppure l’alloggio superiore ha più superficie perché si sviluppa a duplex. Naturalmente l’alloggio superiore anche se ha il giardino non è a contatto diretto con l’abitazione, come quello del piano inferiore con affaccio di quello superiore. Le case plurifamiliari isolate, si basano sul principio di realizzare un fabbricato libero da ogni lato e sufficientemente distanziato dai confini interni, nonché possibilmente arretrato dai confini stradali Le soluzioni possono prevedere due, tre o più alloggi per piano è chiaro che l’aumento del numero di alloggi per piano rende la soluzione planimetrica meno favorevole. Si intende inoltre che unico sia l’ingresso e il corpo scala altrimenti passeremmo alla tipologia a elementi contigui. Le case a torre sono più frequenti all’estero che in Italia. Questa tipologia risolve il problema di alloggi anche di grande superficie compresi entro un corpo di fabbrica non eccessivamente grande cosa che non possiamo avere negli edifici a sviluppo longitudinale. Il discorso sul miniappartamento fu per la prima volta affrontato dopo la prima guerra mondiale da esponenti del Movimento Moderno. L’aspetto dello spazio minimo veniva studiato nello spirito del razionalismo con un atteggiamento scientifico alla ricerca dello spazio minimo abitabile. Oggi, invece, con la recessione e la mancanza di spazi si ripresenta, con spirito nuovo, la necessità di realizzare e sfruttare al meglio piccoli ambienti. Non si tratta più di ricercare la minima cellula abitabile, ma di rendere funzionali piccoli spazi ricavati dal frazionamento di unità abitative, il cui senso è quello di eliminare le divisioni interne creando un ambiente unico che ospita le varie funzioni dell’abitare. Un open space insomma nella continuità dello spazio. Possiamo parlare però di due tipologie di base.
  • 21. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 21  miniappartamento senza divisori su un piano o con soppalco  grandi spazi senza divisori su uno o più piani I grandi spazi senza divisori “all’americana” sono realizzati all’interno di ex ambienti industriali dotati di semplici elementi strutturali e di grandi pareti finestrate uniformi nella distribuzione e nel disegno. Nella casa del passato la divisione in reparti distinti per funzione era più complessa :  reparto intimo notturno  reparto di soggiorno  reparto di rappresentanza  reparto dei servizi I rimedi di natura strettamente tecnica possono essere introdotti dal progettista come: armonia delle costruzioni per creare un’immagine omogenea di quartiere, rispetto e tutela dell’ambiente storico e naturale: che stabilisce il necessario collegamento tra gli edifici e lo spirito del luogo; la flessibilità costruttiva cioè il grado di adattabilità distributiva nel tempo. 2.4 Schemi planimetrici Gli schemi si possono dividere nelle seguenti tipologie principali:  funzionali: sono i più astratti possono servire a dare un’idea di massima del progetto e quindi delle disposizioni dell’alloggio  specifici: che si riferiscono alle tipologie architettoniche  distributivi: che partendo da un numero di locali prestabiliti in forma e grandezza mostrano le diverse possibilità di associazione mettendo in evidenza i rapporti di dipendenza reciproca, il coordinamento con scale, disimpegni, servizi, in base alle necessità di orientamento, di affaccio, di collegamento con eventuale giardino ecc.  dimensionali: che partendo da una posizione planimetrica prestabilita ne mostrano tutte le diverse possibilità di uso conseguenti al variare delle dimensioni  modulari: che partendo da un modulo, misura di base, mostrano le diverse possibilità di combinazione dei diversi elementi da disporre secondo le maglie di un reticolo.  formali: che partendo da presupposti formali, assi di simmetria, reticoli a maglie, composizioni geometriche, rapporti aurei, forme simboliche, impongono una regola nelle varie dimensioni determinando per le diverse parti di un edificio una forma preordinata Dobbiamo però ammettere che esistono due indirizzi interpretativi della nozione di tipo: di carattere storico-culturale (inquadrato in un contesto di cultura architettonica), che fa riferimento ad indagini architettoniche di natura teoretica, ricerca della verità, indagine con discipline affini, e di carattere filologico, espressione del pensiero umano, ricerca di una spiegazione logica con metodo scientifico. La tipologia riguarda sette aspetti della composizione architettonica:  La relazione tra un tema progettuale e i suoi contenuti funzionali
  • 22. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 22  Una catalogazione tra elementi planimetrici  Le stesse o analoghe soluzioni strutturali  Le relazioni tra l’oggetto architettonico e lo spazio o la città  La omogeneità e l’aspetto del tessuto compositivo  La vitruviana esattezza di pianta e quindi di carattere dell’edificio  La novità nella perfetta realizzazione del tipo I tipi di raggruppamento edilizio si possono distinguere in varie categorie:  Fabbricazione chiusa e addensata: i cui esempi si possono vedere in alcune zone centrali della città e nei vecchi isolati che creano angusti cortili privati. Oltre ai cortili principali abbiamo quelli secondari e chiostri e cavedi per la luce.  Fabbricazione chiusa con cortili convenzionati: ricavati cioè un tempo di comune accordo tra proprietari confinanti.  Fabbricazione chiusa perimetrale: costruzioni solo lungo i margini dell’isolato e lasciata libera la zona interna.  Fabbricazione a “square”: caratteristico delle città inglesi che mantenendo la regolarità architettonica dell’isolato e del cortile comune interno apre dei varchi di comunicazione tra questo e la strada. Le abitazioni però non dovranno superare i tre piani.  Fabbricazione semi-aperta: trae origine da quella a square ed è l’interpretazione italiana di questa con edifici plurifamiliari che superano i tre piani.  Fabbricazione in linea: con allineamento geometrico visibile in pianta. Può essere costituita da edifici plurifamiliari o edifici a schiera.  Fabbricazione isolata: costituita da case uni o plurifamiliari distanziate l’una dall’altra 2.5 Conclusioni L'attenzione e la definizione urbanistica di centro storico è nata nel corso del Novecento quando si è incominciato a pensare prima alla ristrutturazione e poi alla salvaguardia della parte antica della città. Negli ultimi decenni si sono fatti dei passi in avanti con lo sviluppo dei concetti di recupero e con definizioni urbanistiche come quella di storicità, che si è allargata intendendo con essa i valori culturali propri di una città, che non possono essere circoscritti ad una determinata zona centrale. Questi infatti si espandono nel territorio dove si ritrovano edificati antichi pari a quelli cittadini, che devono essere salvaguardati. L’urbanistica moderna oggi deve fare i conti con un riassetto dinamico dei fenomeni sociali connessi alla mobilità, al rapporto centro-periferie, all’andamento del mercato immobiliare, alla dislocazione dei servizi.
  • 23. Esperto Edificio Salubre E’ vietata la riproduzione anche parziale Associazione Nazionale “Donne Geometra” Pag. 23 Questioni attuali, che spostano la pianificazione verso una prospettiva di etica ambientale e danno la priorità a interventi di riqualificazione, più che di progettazione ex novo. Il progressivo astrarsi dell'urbanistica moderna dalle proprietà fisiche, materiali e formali degli oggetti che riempiono il suo campo di osservazione, il progressivo spostare il centro della propria attenzione dalla struttura morfologica della città e del territorio a quella economica e sociale, il trasformarsi dell'urbanista in economista, sociologo, storico, filosofo è intimamente legato all'esperienza della crescita, a questa fondamentale esperienza del nuovo che ha connotato il mondo occidentale negli ultimi due secoli. Ne è nato un metodo di progettazione nel quale l’attenzione è stata posta su argomenti di carattere universalistico, sulla scoperta di rapporti stabili nel lungo periodo, sulla definizione di tipi, sulla serie, sulla ripetizione. Modificare vuol dire appunto la ricerca di un metodo di progettazione diverso, solo per alcuni versi opposto a quello passato, nel quale l'attenzione sia posta primariamente al problema del senso, delle relazioni cioè con quanto appartiene al contesto, alla sua fattualità e materialità, alla sua storia, alla sua funzione nel processo di riproduzione sociale, alla sua regola costitutiva. Ad un livello più specifico vuol dire costruire piani “a grana più fine", privi di carattere dimostrativo Vuol dire cercare di nuovo una regola ed una semantica, non necessariamente prosecuzione o mimesi di quella storica, ma giustificabile con argomenti pubblici, non privati. Tutto ciò vuol dire sottoporsi ad una notevole dose di rischio intellettuale, forse anche ritrovare un motivo di maggiore impegno etico-politico.
  • 24. L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile Pag. 24 3 Materiali nocivi e malattie 3.1 Casa Salute, i problemi della casa Il Centro di Informazione denominato HappyLife, ha l’obbiettivo di informare e discutere su argomenti che sempre di più si dimostrano importanti per il nostro benessere psicofisico, e per il bene di tutti e tutto ciò che ci circonda. I temi trattati sono diversi: terapie del corpo, della casa, tutela dell' ambiente, rispetto della dignità di popolazioni sottosviluppate e quant’altro. Quindi l’utopia è il raggiungimento di un futuro migliore per tutto e per tutti, che utilizzi gli strumenti necessari, compresa la tecnologia, per un benessere "reale e duraturo". Obbiettivo: "vivere bene". "Non possiamo pensare di vivere in armonia in un ambiente disarmonico" "Non possiamo pensare di creare un ambiente armonico se noi stessi siamo disarmonici". "Se miglioreremo dentro, miglioreremo anche ciò che è fuori". 3.2 Il luogo è vitale Per mantenersi in buona salute è necessario pensare anche all’ambiente in cui si vive, si lavora e si dorme; soprattutto non dimentichiamoci che, nel nostro letto, viviamo gran parte della nostra vita. Un uomo di quarant’anni, vive circa sedici anni sul suo letto; se il luogo non è salubre è impossibile che non gli accada nulla. Freiherr von Pohl, noto ricercatore, riuscì a dimostrare già nel 1932 in una piccola cittadina, di nome Vilbiburg, che tutti e 50 i casi di tumore presenti in quel luogo si trovavano in zone fortemente geopatogene. In effetti, il massimo grado di radiazioni coincideva esattamente con le localizzazioni del tumore. In seguito, il dott. Hartmann, medico e docente presso l’Università di Heidelberg in Germania, riuscì a confermare queste osservazioni. Oggi, grazie a strumentazioni terapeutiche con tecnologia a biorisonanza magnetica (in particolare HSC-IMEDIS-VOLL), si è potuto stabilire che su 100 persone affette da malattie gravi, circa 90 di queste hanno un forte stress geopatico (stress da radiazioni della terra), cioè dormono o permangono per molte ore in zone con alti livelli di radiazione. 3.3 Problema Casa Tutte le case abitabili sono realmente abitabili? In base alle leggi attuali, perché un edificio (casa, ufficio, scuola, asilo, ecc.) possa essere definito abitabile, deve essere costruito secondo a dei progetti che ne assicurano la stabilità della
  • 25. L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile Pag. 25 struttura, l’igienicità e la sicurezza degli impianti (idraulico, idrico, elettrico, termico, ecc.). Nulla viene richiesto per tutelare la reale vivibilità , che dipende essenzialmente dall’energia pulita degli ambienti e del luogo, trascurando così tutte quelle congestioni, di origine naturale ed artificiale, che ne abbassano il livello (spesso anche notevolmente). Le principali cause di congestione, rilevate fino ad ora da esperti del settore, sono:  Radiazioni cosmo-telluriche, derivate dall’interazione della terra con il cosmo (rete di Hartmann e di Curry, faglie, corsi d’acqua e cavità sotterranei, giacimenti minerali, ecc.)  Elettrosmog, generato da tutte le apparecchiature elettriche, dagli stessi impianti tra le mura domestiche, da tutte le linee esterne di distribuzione di corrente, dai cellulari e relativi ripetitori, da antenne radiotelevisive, radar, ecc.  Anomalie geomagnetiche (provocate dall’interferenza di materiali metallici sul campo magnetico terrestre).  Radioattività, derivata dai materiali da costruzione, dai gas sotterranei e dall’aria.  Esalazioni tossiche, provenienti da materiali artificiali e dallo smog esterno.  Condizioni precarie dell’aria (umidità, temperatura, ionizzazione).  Reazioni biologiche, originate dalla decomposizione o dalla vicinanza di organismi malati.  Reazioni psichiche, generate da forti emozioni, traumi e fobie.  Colori non appropriati, utilizzati solo per un gusto estetico ignorando il loro effetto positivo o negativo sulla persona (tinteggiatura delle stanze, colore del mobilio e degli accessori).  Onde di forma negative (causate da spigoli vivi di mobili, oggetti, pareti, ecc). 3.4 Geobiologia Da oltre trent’anni studi e ricerche sono usciti dall’ambito del paranormale per configurare una scienza di frontiera che ha molto da scambiare con la nuova fisica e con una visione olistica del mondo. A questa “nuova” scienza che affonda le radici nell’antichità è stato attribuito il nome di GEOBIOLOGIA, in altre parole la scienza che studia le influenze delle radiazioni (telluriche, cosmiche, ecc.) su tutto ciò che vive (biosfera). Più del 70% delle patologie sono aggravate o determinate da perturbazioni del magnetismo terrestre, insieme con altri fattori ambientali. Tali anomalie determinano le cosiddette zone di stress tellurico, causando quelle che sono definite GEOPATIE, che comprendono una lunga serie di disfunzioni: dalla semplice emicrania alla stanchezza cronica, da alterazioni della funzionalità degli organi colpiti e del sistema immunitario a vere e proprie patologie croniche e degenerative.
  • 26. L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile Pag. 26 Infatti, molti terapeuti e ricercatori che operano sia nell’ambito delle medicine cosiddette non convenzionali, ma anche in quella ufficiale hanno oramai accettato l’esistenza di queste zone. A questo proposito dice Helmut W. Schimmel, medico e ricercatore tedesco: “ Sulla base degli esperimenti condotti finora le geopatie non sono idee cervellotiche. Solo persone con la mente ristretta potrebbero ancora ridere di loro. I fattori di disturbo geopatici dovrebbero essere introdotti nelle riflessioni diagnostiche e terapeutiche delle malattie. Secondo noi il giudizio di una malattia cronica senza l’inclusione dei fattori geopatici non è possibile. La geopatia assume un valore fondamentale senza il quale la diagnosi e la terapia delle malattie croniche rimane insufficiente”. La "geopatia" da geo (terra) e patos (soffrire), è una patologia causata dalle onde radianti emesse dal nostro pianeta. Si distinguono in due tipi fondamentali di geopatia: Le geopatie in cui vi è carenza di energie (dette geopatie YIN). L'individuo colpito da queste patologie denota una diminuzione di energia vitale e di attività ed un aumento di freddo e passività. Si presenta con un aspetto stanco ed emaciato. il suo viso mostrerà la sofferenza con occhiaie scavate e non riuscira' a dormire a causa del continuo esaurimento psicofisico. Proverà stanchezza mortale al risveglio e si riprenderà leggermente nel pomeriggio. Una delle cause principali della geopatia YIN e' un corso d'acqua o genericamente acqua che scorre sotto il letto o sotto il luogo dove si soggiorna maggiormente. Le geopatie in cui vi e' un eccesso di energia (dette geopatie YANG). L'individuo colpito da queste patologie denota un aumento di calore e di attività. Si presenta con un aspetto florido ma sofferente, pertanto mostrerà una persona "falsamente" sana a cui bastano poche ore di sonno per sembrare sveglia, ma in effetti non sarà sufficientemente riposata. Queste persone tendono verso possibili stati "iper", ovvero iperglicemia, ipertensione, ecc.. Una delle cause di una geopatia di questo tipo potrebbero essere una "faglia", ovvero un accostamento di due terreni diversi nella loro natura, oppure a qualche cavità chiusa localizzata sotto il luogo in cui si dorme o si soggiorna maggiormente. 3.5 Pericolo invisibile Quando si parla di casa si considera anche l’ambiente, infatti se vivessimo in una zona con alto inquinamento atmosferico anche l’aria della casa essendo permeabile con l’esterno ne risentirebbe. Anche se può sembrare strano, in condizioni ordinarie, i più grossi pericoli per la nostra salute all’interno di una casa sono i campi elettromagnetici e radiazioni. Con i nostri sensi possiamo percepirne alcuni: l’onda elettromagnetica del calore, della luce o indirettamente vedere il disturbo nel monitor di un computer causato dalle microonde del cellulare in funzione. Ma di fatti quelli presenti sia in casa che nell’ambiente sono veramente
  • 27. L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile Pag. 27 tanti, ci penetrano continuamente e possono causare disturbi, anche gravi. Il nostro corpo non può percepirli ne difendersi perché sono sconosciuti al suo sistema (in migliaia di anni sono da pochi decenni siamo sottoposti a questo nuovo stress elettromagnetico). Possiamo avvertirli solo come disagio, sotto forma di malessere: mal di testa, irrequietezza, spossatezza, deconcentrazione, ecc., ma se non sappiamo che esistono diamo la colpa a qualcos’altro (se avvertiamo un mal di testa dopo esserci asciugati la testa con un asciugacapelli, molto probabilmente sarà dipeso dall’alto stress elettromagnetico provocato dal motore elettrico, e magari noi l’attribuiamo alla stanchezza o a qualcos’altro). Conoscere questi pericoli invisibili può renderci più sicuri nelle varie scelte che facciamo in casa, e all’esterno. 3.6 Cos’è un campo elettromagnetico E’ una perturbazione nello spazio. E’ originato da movimenti di cariche elettriche. Quindi tutto emana campi elettrici, magnetici, o elettromagnetici, perché ogni cosa è composta di atomi con elettroni in movimento. Ma da cosa sono causate queste anomalie del campo magnetico terrestre? Semplificando, si può affermare che queste sono dovute, oltre che da una sorta di reticolo di radiazioni telluriche (griglia di Hartmann, ma ne esistono altre), anche da anomalie geologiche come faglie e cavità, da corsi d’acqua sotterranei, giacimenti di minerali, particolari tipi di suolo ecc. Si è accertato che le zone di maggiore pericolosità per gli esseri viventi sono quelle dove due fasce della griglia formano un incrocio (nodo k , k = kancer) e quando questi si sovrappongono ad una faglia o ad un corso d’acqua, inoltre con gli strumenti di cui disponiamo oggi, si è rilevato che su queste zone perturbate si ha un’alterazione di numerosi parametri chimico-fisici (ed energetici) ambientali e degli esseri viventi che vi sostano. A questo punto considerando l’uomo come un ricevitore e un condensatore di onde, è facile prendere coscienza delle INTERAZIONI che avvengono tra il nostro organismo e l’ambiente, a tutti i livelli (della materia, delle energie dense e sottili ecc.). Naturalmente non tutte le zone perturbate hanno lo stesso grado di pericolosità, dipende infatti dalla intensità e dal tipo di radiazione, nonché dal tempo di esposizione. Particolare attenzione, quindi, va posta agli eventuali nodi che potrebbero trovarsi nelle zone di sosta e relax all’interno dell’abitazione (soggiorni, camere da letto), dove un’esposizione prolungata in uno stato di rilassamento o sonno, rende l’individuo molto più recettivo e “indifeso” a questi campi di onde radianti. I metodi di rilevamento di queste zone perturbate sono essenzialmente di due tipi: diretti ed indiretti. I primi si riferiscono all’analisi di parametri bio-fisici e chimici misurabili sugli esseri viventi (ph, pressione arteriosa, battito cardiaco, resistività della pelle ecc.)
  • 28. L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile Pag. 28 I secondi si basano su sistemi di rilevamento attraverso l’uso di sofisticati strumenti elettronici per la misurazione diretta di parametri fisici (modificazione della ionizzazione dell’aria, emissioni di onde elettromagnetiche, microonde, ultrasuoni, radioattività, componente verticale del magnetismo terrestre ecc.), oppure attraverso metodi e strumenti biofisici o di radioestesia che sfruttano la sensibilità dell'operatore. 3.7 I campi elettromagnetici fanno male Ci sono già molti studi che dimostrano la pericolosità dei campi elettromagnetici, si sono abbinati molti casi di malattie anche gravi in concomitanza di campi elettromagnetici elevati. Ovviamente il disturbo, come appena detto dipende dalla frequenza e dall’intensità: es. il disturbo del campo elettromagnetico di un forno elettrico è maggiore di quello di una lampadina, la frequenza è la stessa (50 Hertz) ma la quantità di corrente che circola è maggiore nel forno: potenza del forno 2000W contro i 100W della lampadina; oppure un altro esempio: il campo elettromagnetico emesso da un cellulare in chiamata è molto più elevato di quello di un cellulare in standby, per il fatto che le microonde in chiamata hanno un intensità del campo elettrico notevolmente maggiore. Molti studi hanno evidenziato l’effetto che campi elettromagnetici elevati hanno sul nostro corpo sulla produzione di ormoni anticancerogeni (es. melatonina), oppure su scambi osmotici di determinati ioni. Noi crediamo che l’importante è capire il vero perché ci possono danneggiare. La risposta non è poi così difficile: i nostri corpi hanno una natura fortemente elettrica, tutti i corsi di anatomia lo confermano, trascina i piedi su un tappeto e poi tocca un oggetto metallico, oltre allo scoppiettio, di notte, puoi vedere l’elettricità statica che esce dalla punta delle dita, questo fenomeno non sarebbe possibile se non avessimo una natura elettrica. Se tocchi un fornello acceso sentirai subito dolore perché viene trasmesso elettricamente lungo i nervi fino al cervello. Il dolore viaggia alla velocità dell’elettricità e per questo senti il dolore cos’ì velocemente. Attraverso il corpo vengono mandati messaggi elettrici per tenerlo informato di cosa succede. Se non ci fosse questo complesso sistema elettrico non saresti in grado di vedere, sentire, odorare, gustare. Un’altra dimostrazione dell’esistenza dell’elettricità nel corpo sono gli elettroencefalogrammi e gli elettrocardiogrammi che registrano rispettivamente l’attività elettrica del cervello e del cuore. I nostri sistemi elettrici hanno un importanza vitale per il nostro corpo. Quindi, appurato che i nostri corpi hanno una natura fortemente elettromagnetica, la fisica ci insegna che fenomeni elettromagnetici possono subire interferenze da altri fenomeni elettromagnetici, e quindi in presenza di particolari campi elettrici o magnetici il nostro sistema elettrico può essere disturbato e di conseguenza lo scambio di informazioni elettriche tra i vari apparati, organi, tessuti e cellule viene ostacolato.
  • 29. L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile Pag. 29 3.8 Case di ieri e di oggi Le case di ieri erano più sicure delle case di oggi? Non molti anni fa ogni costruzione veniva realizzata in zone debolmente perturbate e con materiali naturali, che sicuramente non reggevano un forte terremoto e non garantivano un’igenicità assoluta ma non avevano molti inconvenienti che riscontriamo negli edifici di oggi (mal posizionati, pieni di ferro e materiali artificiali), quali: cattiva traspirabilità (causa delle muffe), aria viziata ed inquinata, anomalie geomagnetiche e elettromagnetiche di ogni tipo. Il nuovo modo di costruire, anziché migliorare le condizioni di vita le ha completamente cambiate, causando squilibri che possono causare tutta una serie di malesseri fisici e psichici che molto spesso degenerano in malattie gravi quali il cancro. Tutto questo perché? Probabilmente una volta si sfruttava molto di più la sensibilità, il senso percettivo, che è il vero strumento per rilevare il grado delle energie pulite di un luogo e di una casa, e non tanto la razionalità, che oggi, purtroppo, è diventata il movente della maggior parte delle azioni compiute dall’uomo. Come rimediare a questo grave errore? Fortunatamente ci sono state e ci sono persone che hanno dedicato e tuttora dedicano la vita, per studiare, a loro spese, il modo di rilevare e risanare gli scompensi energetici dell’ambiente che ci circonda. La scienza ufficiale, anziché appoggiare tali ricerche, tende ad ostacolarle, ignorando tutto ciò che non è conveniente agli interessi dei “potenti”, con la scusante che non è ancora “scientificamente provato”. Oggi, grazie ad opportuni accorgimenti e ad una tecnologia sottile, si possono avere risultati incredibili anche senza cambiare casa o stravolgere completamente gli ambienti (abbattendo muri e pareti). A volte basta veramente poco per poter assistere ad un notevole miglioramento del proprio stato di salute. Leggendo riviste o libri sull’argomento ci si renderà subito conto dell’enormità di rimedi che si possono adottare, ma quali di questi sono i più giusti o i più efficaci? Molto spesso questa semplice considerazione determina in noi un tale sconforto da farci abbandonare qualsiasi iniziativa. Il problema sta’ nel fatto che le situazioni sono veramente tante ed ognuna richiede specifici interventi, e quindi è fondamentale stabilire a priori il tipo di situazione, e anche qui siamo immersi in un mare di casi che ci crea di nuovo irrequietezza.
  • 30. L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile Pag. 30 Purtroppo il legame tra ambiente e salute è veramente complesso, tanto che è stato oggetto di studio per migliaia di anni, diventando una vera disciplina, che per forza di cose va’ notevolmente approfondita per poterne ricavare il massimo del giovamento. Come avere più chiarezza e risanare gli spazi malsani in cui abitiamo? Documentarsi è sicuramente importante, per comprendere il problema ed adottare piccoli accorgimenti per il proprio benessere, ma per decisioni importanti è molto più efficace affidarsi a degli esperti, i quali dedicano continuamente tutto se stessi per studiare e risolvere il sempre più grave “problema dell’abitare”. 3.9 La camera da letto L’effetto di tutte le perturbazioni che verranno citate è tanto maggiore quanto maggiore è il tempo d’esposizione e lo stato delle nostre difese naturali. Il massimo dell’effetto, diverso da soggetto a soggetto, lo subiamo soprattutto durante le ore di sonno, dove il corpo è altamente più vulnerabile in quanto subisce un rilassamento di tutte le funzioni vitali e quindi anche di difesa alle aggressioni esterne ed è così ostacolato sia nella produzione di una serie di ormoni importanti per la prevenzione di molte malattie, sia nel passaggio alle varie fasi del sonno, importanti per un rigenerazione degli equilibri energetici. L’ambiente a cui fare più attenzione è, per le ragioni suddette, la camera da letto . Importante è quindi il giusto posizionamento del letto, l’ottimo è evitare le zone più pericolose e secondariamente orientare il letto con la testiera verso i punti cardinali migliori (in generale le esposizioni migliori vanno da Nord a Est), purché a Nord Est non ci siano cause di congestione (per sfruttare i venti energetici derivati dalle correnti planetarie provenienti dal Nord e da Est.). Infatti, se a Nord-Est della testiera del letto e sopra e sotto della stanza, non ci sono gravi congestioni (congestioni biologiche derivanti da fosse settiche, fogne, persone malate, bagni; congestioni elettromagnetiche derivanti dall’elettrosmog; congestioni psichiche generate da forti emozioni, traumi e fobie rimasti intrappolati in stanze o negli stessi muri; congestioni varie esempio quelle causate dal passaggio del gas metano o trasportate dall’impianto di riscaldamento che passa in zone congeste e che le irradia tramite i radiatori) questi venti, generalmente puliti, opereranno una regolare pulizia del plasma tossico del corpo dalla testa ai piedi.
  • 31. L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile Pag. 31 A parere di molti radioestesisti, case costruite da alcuni anni (o case nuove costruite con materiali vecchi), anche se ben ristrutturate, contengono notevoli congestioni biologiche e psichiche derivanti da tutti gli abitanti che ci hanno vissuto. Infatti i cristalli delle pietre e dei materiali da costruzione utilizzati, hanno una grande capacità di assorbire vibrazioni sottili sia positive che negative che poi tendono a riverberare nell’ambiente fino a una sovrapposizione di nuove vibrazioni. Da recenti studi, una persona sana emette il 90% di forme di pensiero negative, figuriamoci quanto una casa, che funge da registratore di tutto ciò che avviene in essa, col tempo, che negatività può accumulare. Consigli per la camera da letto (l’ordine di questo elenco di consigli equivale al grado di importanza): Posizione del letto: possibilmente in zone neutre, cioè con deboli radiazioni della terra e campi elettromagnetici (avvalersi di tecnici specializzati); Orientamento del letto: testiera verso le posizioni che vanno da Nord a Est, a seconda delle persone: persone agitate testiera verso nord (sonno rilassante), persone tranquille testiera verso est (sonno tonificante), bambini idem ma tendenzialmente verso nord; Apparecchiature elettriche: utilizzare quelle di cui non se ne può fare a meno (radiosveglie,TV, computer, forni, trasformatori, lampade, ecc.), oppure quelle alimentate da batterie (soprattutto sveglie per evitare le radiosveglie collegate alla rete elettrica) posizionarle ad almeno un metro dal corpo (possibilmente a sud delle posizioni della persona, per i criteri della circolazione energetica). Comunque è sempre consigliato che durante il sonno si stacchino tutte le spine (il campo elettrico è sempre presente anche quando sono spente) oppure per ovviare questo si può installare un apparecchi automatico (disgiuntore di rete) che stacca automaticamente la corrente quando questa non è più richiesta). Le lampade da tavolo con luci alogene a bassa tensione hanno un trasformatore che anche da spento emana un alto campo elettromagnetico (staccare sempre la spina prima di addormentarsi); anche i carica cellulari danno un forte campo elettromagnetico, tenerli lontani o staccarli durante il sonno); Oggetti magnetici (metallici): evitare oggetti, mobili, lampade, ecc. con grandi masse metalliche o quantomeno tenerli lontani dal corpo (no al letto e materasso contenenti metalli: barre o molle). Deformano il campo magnetico terrestre e amplificano campi elettromagnetici; Radiatori per il riscaldamento: assicurarsi che siano abbastanza lontani dal corpo e soprattutto a sud o ovest della stanza. Sono dei potenti collettori di energie congeste a causa di tutta la sporcizia accumulata nell’acqua di riscaldamento in tanti anni di
  • 32. L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile Pag. 32 circolazione (in genere non viene mai sostituita: immaginatevi, visto il grande potere dell’acqua di accumulare sporcizia energetica, quante congestioni può portare); Specchi: evitarli o coprirli oppure posizionarli zone riparate (armadi o dietro un angolo), ma non che rispecchiano sul letto. Riflettono onde elettromagnetiche e radiazioni, amplificandole notevolmente. Possono generare correnti energetiche, trasportando congestioni dalle stanze adiacenti; Condizioni dell’aria: arieggiare bene la stanza da letto è fondamentale perché l’aria fresca è un fattore molto importante per il sano dormire, La temperatura della stanza deve essere fra i 14° e 18° centigradi. Una temperatura troppo bassa impedisce il rilassamento muscolare, una troppo alta crea una maggiore sudorazione e un ambiente caldo-umido. L’umidità dell’aria deve aggirarsi attorno al 50%; Ricca di ioni negativi (niente fumo o inquinamento, e se sono presenti utilizzare ionizzatori che producendo ioni negativi abbattono le sostanze inquinanti e provocano un effetto tonificante); Arredamento: evitare mobili costruiti o verniciati con materiali tossici (colle, solventi, ecc.). Rilasciano solventi (es. formaldeide: cancerogena) anche dopo molti anni. Evitare mobili o oggetti con spigoli vivi verso la direzione del letto, uno spigolo trasmette un’onda di forma, passante per la bisettrice dell’angolo, che può dare disturbi; Colori e pitture: Evitare il giallo che attiva troppo la mente e se usato in eccesso può dare malinconia. Il rosso provoca insonnia. Usare con colori pastello e tenui nelle tonalità del turchese, verde, azzurro. Per la camera dei bambini l’uso di rosa e albicocca possono aiutarli a sentirsi rilassati, più sicuri di se e ad espanderne la creatività; il turchese, il verde, l’azzurro li calmano. Evitare le pitture sintetiche (tempere comuni che si trovano nei negozi) in quanto contengono molti additivi chimici come essiccatori, conservanti, ecc. che rilasciano con il tempo); Pavimenti: evitare i pavimenti sintetici (moquette, con tessuti plastici, o legno trattato con vernici sintetiche:), generano campi elettrostatici molto alti (il legno trattato con vernici sintetiche può essere tollerato); Circolazione energetica: Favorire la circolazione tenendo spesso aperte finestre (anche se per breve tempo di inverno) , soprattutto quelle a nord e a sud (meglio se porte- finestre in quanto le congestioni sono più pesanti delle energie pulite e si dispongono in basso), in modo da far circolare aria e energie pulite; Qualità delle energie: lasciare i problemi fuori della porta e assumere un atteggiamento gioioso all’interno della camera da letto, utilizzare trasmutatori naturali come le piante in genere (eccezionali i cactus); e/o appositi riequilibratori di ambiente, che tendono
  • 33. L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile Pag. 33 a ripristinare alti valori di energia coerente all’essere umano, riparando anche agli errori commessi e che inevitabilmente si commettono nella realizzazione di una casa, a causa di una ancora scarsa conoscenza sull’arte del costruire sano). Anche se esistono strumenti armonizzanti molto potenti, in grado di esercitare un’alta protezione da eventuali fattori negativi, è sempre consigliabile fare di tutto per rispettare almeno i primi quattro punti sopra citati. 3.10 Il letto E’ l’ultima cosa dell’arredamento della camera da letto che viene considerata, ma la sua importanza è fondamentale se teniamo alla nostra salute. Dormiamo circa un terzo della nostra vita e sostiamo molto più nel letto che in qualsiasi altro posto, divano, sedie ecc. ma guai se non perdiamo molto tempo nella scelta di un bel divano o in delle sedie ergonomiche (quante prove abbiamo fatto per sentire se il divano o le sedie erano confortevoli?). Eppure sempre di più le esigenze stanno cambiando, ci si è finalmente accorti che un buon sonno ristoratore non può escludere un buon letto e relativo materasso. Alcuni consigli in ordine di importanza: Il letto ed il materasso non devono assolutamente contenere parti metalliche (per i motivi citati sopra) e ridurre al massimo quelle sintetiche (materassi migliori: in lana, cotone, cotone e cocco, feltro di canapa, in lattice, ecc.). Il miglior materiale per la struttura del letto è il legno, eventualmente trattato con sostanze naturali e traspiranti. Il contenitore del letto dovrebbe essere aperto per permettere il riciclo dell’aria evitando umidità e relative muffe, e una pulizia energetica. Il piano di riposo dovrebbe essere collocato a circa 40 centimetri dal suolo per impedire il contatto con la polvere irritante del pavimento. Il materasso, la biancheria e le coperte dovrebbero avere colori chiari con tonalità del bianco, verde e azzurro molto chiari, senza disegni, o quantomeno con disegni poco marcati e armonici. La lunghezza minima del letto dovrebbe essere pari all’altezza dell’individuo più 20 centimetri. 3.11 Strumenti di Bonifica
  • 34. L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile Pag. 34 Oggi esistono moltissimi strumenti di bonifica costruiti appositamente per contrastare il danno causato da tutte le anomalie che si possono verificare in una casa, e probabilmente molti di essi assolvono questa funzione. La cosa che va evidenziata è che la maggior parte di questi strumenti non annullano fisicamente un campo elettromagnetico o una radiazione ma “armonizzano il disturbo causato”, ossia ricreano a livello ambientale delle frequenze coerenti o utili al nostro organismo che ci aiuta a contrastare tali perturbazione, ma non si può dimostrare la totale protezione, vista la complessità del nostro organismo. Alcuni costruttori entrano talmente in modo attivo e passionale nella dinamica di poter risolvere tutto con l’uso di tecnologie che si dimenticano di rispettare le semplici leggi naturali (semplici se le accetti complicatissime se le sfidi). Ancora non abbiamo esperienze concrete con stuoie e tessuti che schermano “utilmente” tali perturbazioni, utilmente perché si è già verificato in passato che certe stuoie eliminavano completamente ogni tipo di radiazione, non considerando che molte di queste (di origine naturale) erano indispensabili al nostro organismo (es. radioattività cosmica, minima ma indispensabile; rilevabile con qualsiasi contatore Geiger). A volte è molto più semplice capire perché una persona è stata attratta da quel tipo di perturbazione che cercare ti schermarla (se non cambierà i suoi schemi mentali, ne troverà molto presto un’altra). Lo scopo di un terapeuta della casa è quello di cercare di ridare energia alle persone “indebolite”, energia che servirà loro a rimettersi in piedi e a capire i loro reali bisogni. Per arrivare a questo, a nostro avviso, la cosa migliore è ridurre al minimo i disturbi artificiali sopra citati, evitare per quanto possibile le radiazioni anomale (intensità elevata) della terra e del cosmo, non “spaventare” ma informare, e riuscire a comunicargli quante possibilità di star bene possono realizzarsi solo modificando leggermente i loro cari schemi mentali. Anche noi consigliamo strumenti di bonifica ma associati alle più importanti precauzioni sopra citate. Grazie a queste tecnologie eccezionali possiamo risolvere casi anche difficili, ma non si deve comunque pensare che siano la “bacchetta magica”. << L’uomo ha molto ancora da scoprire prima di poter capire fino in fondo determinate leggi naturali, e non sappiamo se ci riuscirà mai, forse un giorno con tanta ma tanta saggezza >>.
  • 35. L’abitazione tra ottocento e novecento, Materiali nocivi e malattie, Materiali biocompatibili, Responsabilità civile Pag. 35 3.12 L’edilizia che uccide l’ambiente Se state pensando di ristrutturare casa, attenzione ai prodotti che impiegate. La legge potrebbe vietarli! A partire dal luglio 2013, secondo una nuova normativa europea, sarà obbligatoria una procedura di etichettatura per i materiali edili pericolosi. La normativa vigente non tutela al 100% la sicurezza del cittadino che potrebbe acquistare e utilizzare inconsapevolmente, un prodotto altamente tossico per la sua salute e quella dell’ambiente. La nuova norma prevede che le sostanze pericolose siano esplicitamente segnalate, come dal regolamento REACH del 2006. Sarà a carico della Commissione fornire le informazioni sulle sostanze, comprese le pratiche di riciclo o riutilizzo dei materiali pericolosi per l’uomo e l’ambiente. Grazie a questo provvedimento ne deriverà una maggiore salvaguardia dell’ambiente e della salute, aumentando la sicurezza non solo dei lavoratori del settore edile, ma anche di chi andrà ad utilizzare le strutture costruite. L’“International Living Future Institute” ha stilato una lista di materiali nocivi da dismettere per la loro pericolosità ambientale o per gli effetti negativi sulla salute: può essere una guida utile a chi fosse interessato a ristrutturare casa in modo ecologico. Purtroppo, ancora oggi in commercio si trovano prodotti nocivi per l’uomo e l’ambiente. Per questi prodotti, la normativa vigente ne ha proibito l’uso (ne è un esempio il pvc), ma non ne è stata proibita la vendita, infatti tali prodotti sono ancora largamente usati sia direttamente, sia indirettamente - perché magari una sostanza nociva si trova in un prodotto apparentemente innocuo -. 3.13 Prodotti cancerogeni e dannosi per l’uomo e per l’ambiente  Actinolite, presente nell’amianto bianco.  Distillati (petrolio) frazioni nafteniche leggere e pesanti.  Distillati (petrolio) frazioni paraffiniche leggere e pesanti.  Polveri di legno.  Radon e suoi prodotti di decadimento.  Distillati (petrolio) frazioni nafteniche leggere e pesanti.  Distillati (petrolio) frazioni paraffiniche leggere e pesanti.  Silice cristallina.  Actinolite.  Amianto: usato come isolante e fuorilegge in Italia dal 1992. Purtroppo l’Eternit è ancora ampiamente diffusa, gli enti responsabili e ogni singolo cittadino dovrebbero avviare campagne per la bonifica di amianto.