Tesi di Laurea in economia industriale discussa presso l'Università degli Studi di Bari il 10/10/2016.
1.Descrizione del fenomeno
2. le attività P2P
3. I cambiamenti tecnici
4. L'impatto sul mercato tradizionale
5. Le controversie del fenomeno
La realizzazione della tesi di Laurea è stata supervisionata dal Professor Ernesto Somma.
Tesi Marco Scopece "Analisi del fenomeno Sharing Economy"
1. 1
DIPARTIMENTO DI ECONOMIA, MANAGEMENT
E DIRITTO DELL’IMPRESA
CORSO DI LAUREA IN MARKETING E
COMUNICAZIONE D’AZIENDA.
TESI DI LAUREA IN ECONOMIA
INDUSTRIALE.
«ANALISI DEL FENOMENO DELLA SHARING
ECONOMY»
RELATORE:
CH.MO PROF. ERNESTO SOMMA
LAUREANDO
MARCO SCOPECE
matricola 618015
2. IL FENOMENO
-DEFINIZIONI E CARATTERISTICHE-
“ Un modello economico basato sulla
condivisione, lo scambio, il commercio o
l’affitto di prodotti e servizi, permettendone
l’accesso oltre la proprietà”.
(Botsman, - What's mine is yours: The rise of collaborative consumption
(Botsman, Rogers)(2010).
“Una attività Peer-to-peer che consiste
nell’ottenere, dare o condividere beni e
servizi, coordinata attraverso servizi online
su base comunitaria”
(Juho Hamari -The Sharing Economy: Why People Participate in Collaborative
Consumption)
Aspetti caratterizzanti:
II. il mercato della
redistribuzione che
permette la circolazione dei
prodotti.
III. lo stile di vita
collaborativo dove le
abilità e le proprietà
possono essere
condivise.
I. Un sistema
prodotto/servizio
che facilita la
condivisione o
l’affitto di un bene
“Marco Scopece - «Analisi del fenomeno della Sharing Economy" 2
3. -CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’-
“Marco Scopece - «Analisi del fenomeno della Sharing Economy" 3
In base alla struttura della piattaforma del mercato:
P2P:
(peer-to-peer network)
• connette molti soggetti che vogliono vendere con
molti soggetti che vogliono acquistare, incarnando
la vera natura della sharing economy: consumo
disaggregato ad un livello centralizzato.
• fanno leva sul prezzo e puntano a massimizzare il
numero di transazioni ( più scambio, più
transazioni, più commissioni)
• cercano di mantenere i prezzi quanto più vicino
possibili ai costi marginali, al fine di aumentare i
volumi
B2P:
(Asset Hubs)
• struttura centralizzata : una identità
singola vende le attività che gestisce
direttamente, non necessariamente per
profitto (come il bike sharing nelle città,
gestito dai comuni).
• le piattaforme b2p puntano a
massimizzare il guadagno per ogni singolo
scambio.
• hanno funzioni di utilità che puntano a
massimizzare il valore del markup.
4. “Marco Scopece - «Analisi del fenomeno della Sharing Economy" 4
-LE PIATTAFORME OGGETTO DI STUDIO-
• Uber è un'azienda con sede a San Francisco (USA) che fornisce un servizio di trasporto
automobilistico privato attraverso un'applicazione software mobile (app) che mette in
collegamento diretto passeggeri e autisti.
• Le auto possono essere prenotate con l'invio di un messaggio di testo o usando
l'applicazione mobile, tramite la quale i clienti possono inoltre tenere traccia in tempo reale
della posizione dell'auto prenotata.
• Airbnb è un portale online che mette in contatto persone in ricerca di un alloggio o di
una camera per brevi periodi con persone che dispongono uno spazio extra da
affittare, generalmente privati.
• Gli annunci includono stanze private, interi appartamenti, castelli, ville, barche,
baite, case sugli alberi, igloo, isole private e qualsiasi altro alloggio.
5. “Marco Scopece - «Analisi del fenomeno della Sharing Economy" 5
-CAMBIAMENTI TECNICI-
-NUOVA CLASSIFICAZIONE DEI BENI-
Nella Sharing Economy viene sovvertita la classificazione classica dei beni, basata sui criteri di
escludibilità e rivalità e sullo scopo d’acquisto. I beni strumentali possono diventare pubblici [non
escludibili e non rivali]; i beni di consumo possono diventare beni strumentali e viceversa.
-MODELLO ORGANICO-
Ogni mercato organizzato con struttura peer-to-peer permette agli utenti di
definire i propri prezzi. il modello di pricing “Organico” che si basa sul
raggiungimento dell’equilibrio tra domande e offerta in maniera tradizionale: i
soggetti ospitanti aggiustano il prezzo in base ai costi marginali che
affrontano finché la domanda ( a sua volta influenzata dall’utilità marginale dei
consumatori) incontra la loro offerta. Tale modello, oltre a richiedere molto
tempo per il raggiungimento dell’equilibrio nel mercato, si scontra con
l’incompetenza (ovvia) dei fornitori di servizi in sharing economy.
-MODELLO ARTIFICIALE- (IL CASO UBER)
Uber impone le tariffe per i guidatori calcolando i processi di discriminazione di
terzo grado tramite un algoritmo. Questa dinamica di pricing è detta “surge
pricing” (a ondata) e consiste nell’aumentare i prezzi dei viaggi quando c’è un picco
di domanda. Il Surge Pricing è una funzione diretta del modello domanda e offerta:
quando i guidatori disponibili scarseggiano rispetto ai richiedenti, Uber alza il
valore di un coefficiente che moltiplica le tariffe standard, in modo da definire un
prezzo aumentato. Questa tecnica sposta le curve ed equilibra domanda e offerta: il
nuovo prezzo si incontra perfettamente con i suoi costi marginali.
-NUOVI MODELLI DI PRICING-
6. “Marco Scopece - «Analisi del fenomeno della Sharing Economy" 6
E’ anche dimostrato che le curve di domanda e offerta sono estremamente elastiche in tale ambiente. Ovviamente i piccoli imprenditori non
hanno accesso a questi sistemi di algoritmi ma le piattaforme P2P spesso lo fanno: grazie ai dati che raccolgono le imprese che operano in
sharing economy sono in grado di definire il prezzo migliore basato sull’analisi delle fluttuazioni della domanda.
-DISCRIMINAZIONE DI PREZZO E BENESSERE GENERALE-
Il caso Uber: la discriminazione di prezzo aumenta il benessere generale
Condizione necessaria: l’output
generale aumenta come risultato
della discriminazione di prezzo.
Studi dimostrano che Uber garantisce una qualità
del servizio migliore rispetto al sistema di taxi
tradizionale a prezzi che i consumatori son disposti
a pagare anche se nominalmente più elevati.
7. “Marco Scopece - «Analisi del fenomeno della Sharing Economy" 7
CANNIBALIZZAZIONE
DEL MERCATO
IMPATTO ECOLOGICO
CREAZIONE DI UN TWO-SIDED
MARKET
SHARING
ECONOMY
-GLI EFFETTI DELLA SHARING ECONOMY SUL MERCATO TRADIZIONALE-
L’introduzione delle nuove forme peer-to-peer per fornire
servizi può avere impatti negativi sul business tradizionale?
Crea cannibalizzazione del mercato o un aumento generale
dell’output dell’industria?
Tale fenomeno ha impatti sul consumo eccessivo?
Mercato bilaterale, composto da utenti venditori e utenti
acquirenti.
Tale fenomeno ha effetto sul benessere generale?
8. “Marco Scopece - «Analisi del fenomeno della Sharing Economy" 8
-CANNIBALIZZAZIONE DEL MERCATO-
-IL CASO AIRBNB-
Ogni aumento del 10% del mercato di
Decrescita dello 0.37% nel settore dell’affitto delle
stanze di hotel.
Con la crescita esponenziale
del fenomeno, si stima*
possa avere un impatto
negativo sui redditi degli
hotel per un valore
compreso tra 8-10% per gli
hotel più vulnerabili.
Tale effetto negativo non è
uniforme: sono più
vulnerabili a tale fenomeno
gli hotel con fasce di prezzo
inferiori
-COME REAGISCONO GLI HOTEL-
RIDUZIONE
DEI PREZZI
MIGLIORA LA
CONDIZIONE DEI
CONSUMATORI
AUMENTO OUTPUT
GENERALE
NE BENEFCIANO LE
ECONOMIE DELLE
CITTA’
POSSONO GENERARE
REDDITO AGGIUNTIVO
CONDIVIDENDO BENI
PRVATI
NETTA RESTRIZIONE
DELLE ENTRATE
AFFLIGGE L’INTERO
SETTORE
* «The riseof sharing economy: estimating the impact of
AirBnB on the hotel industry» (Proserpio, Zervas, Byers((2015)
Stimare i benefici generali non è
ancora effettivamente realizzabile ma
le prime considerazioni sembrano
indicare che le piattaforme P2P creano
più lavoro di quanto ne distruggono.
9. “Marco Scopece - «Analisi del fenomeno della Sharing Economy" 9
-IMPATTO ECOLOGICO-
Non esistono studi ufficiali riguardanti l’impatto ecologico della sharing economy;
fa eccezione il fenomeno del car sharing.
Partendo dall’assunto che il fenomeno car sharing influisce sul mercato secondario, il quale riduce la domanda di nuovi beni:
Riduzione emissioni Aumento emissioni
Con i soldi risparmiati gli
utenti possono fare più viaggi
del solito.
Il soldi risparmiati dagli utenti
possono essere reinvestiti nel
mercato primario.
Il car sharing trasforma i
costi fissi in diritti all’uso.
Gli utenti senza auto possono
evitare i costi relativi
all’acquisto di automobili.
Le imprese di car sharing non possono creare nuova attività economica e ridurre in maniera significativa le emissioni di carbone. Perché
le due cose sono direttamente correlate.
10. “Marco Scopece - «Analisi del fenomeno della Sharing Economy" 10
-CREAZIONE DI UN TWO-SIDED MARKET-
UTENTI
VENDITORI
UTENTI
ACQUIRENTI
PIATTAFORMA
In cui le decisioni in merito ad una
tipologia influenzano i risultati
dell’altra, creando esternalità.
Le piattaforme bilaterali sono generalmente utilizzate per mitigare i costi di coordinazione, poiché minimizzano i costi di transazione tra entità che
possono usufruire di benefici reciproci. Nel contesto della condivisione, ha delle peculiarità:
1. Crea un bene pubblico, le informazioni, non escludibile e non rivale, il cui valore non può essere afferrato neanche dalle stesse piattaforme.
[ il prezzo al quale le attività sono negoziate sono informazioni utili a chiunque ne abbia interesse, a prescindere dalla partecipazione alla
piattaforme].
2. Questa struttura porta le attività di Sharing Economy ad avere complesse economie di scala.
a) Da un lato ci sono economie di scala, dovute ai costi fissi per lo sviluppo di infrastrutture tecnologiche e i costi minimi per aggiungere
altri membri.
b) Dall’altro diseconomie di scala dovute alla difficoltà per i nuovi partecipanti di identificare i «match» effettivamente validi.
11. “Marco Scopece - «Analisi del fenomeno della Sharing Economy" 11
-CONTROVERSIE DEL FENOMENO-
LA DEREGOLAMENTAZIONE COME VANTAGGIO
COMPETIZIONE IMPARI
MERCATO TRADIZIONALE
MERCATI SHARING ECONOMY
• Forte regolamentazione statale
• Assicurazioni e garanzie
• Brevetti e autorizzazioni
• Prezzi d’imperio
• No tasse da parte dei consumatori
• No controlli
• No standard
• No licenze
ASIMMETRIA DI
PROSPETTIVE
Gli utenti producono
un output misero per
essere assoggettato
a regolamentazioni
come derivanti da un
vero business.
Collettivamente
sono molto rilevanti
ed in grado di
sconvolgere il
mercato per intero.
La crescita dirompente di Uber è connessa a una
deregolamentazione non ortodossa del settore Taxi, ma tale
deregolamentazione non è da considerarsi sleale ma
positiva per il benessere generale.
12. “Marco Scopece - «Analisi del fenomeno della Sharing Economy" 12
-CONTROVERSIE DEL FENOMENO-
-SFRUTTAMENTO DELLA MANODOPERA-
• Piattaforme come Uber giocano il ruolo del digital
matchmaker in cui gli utenti produttori si
comportano come imprenditori fai da te e le
imprese di sharing, fungendo da intermediario,
svolgono il ruolo dei broker, trattenendo una
percentuale della transazione.
• Tali compagnie sono abili nel classificare i loro
utenti come indipendenti e non dipendenti, evitando
i contratti tradizionali tra datori di lavoro e
lavoratori dipendenti, aggirando l’obbligo di
assicurare sicurezza e garantire i lavoratori,
• Gli utenti devono affrontare tutti gli oneri di essere
imprenditori (fai da te) senza accedere ai benefici
giuridici derivanti da tale posizione.
-COMPORTAMENTO MONOPOLISTICO-
• Le piattaforme peer-to-peer gestiscono attentamente
modelli di valutazione bidirezionale degli utenti
(feedback).
• Tali informazioni non sono condivise tra competitors,
per evitare che gli utenti possano cambiare
piattaforme (asimmetria informativa).
• Per gli utenti, l’utilizzo e l’accesso alle piattaforme
P2P rappresenta un miglioramento paretiano, ma
gran parte del surplus è acquisito dalla piattaforma.
• le piattaforme peer-to-peer possono essere
considerate attualmente monopoli naturali perché
creando asimmetria informativa fanno il contrario di
ciò che dicono: muovono il surplus del consumatore e
del produttore verso loro stessi.