Un breve vademecum su scrittura accademica, assiomi della comunicazione e teoria dei sistemi.
Con 5 consigli per scrivere meglio in Academic English (ma anche in italiano).
3. Una definizione
Academic English is different from everyday spoken English. It may be used to:
■ describe an object or situation
■ describe a process or how something works
■ explain something.
Much of academic English is about expressing the relationship
between ideas. Although the language may be more complex than in everyday
English, good academic writers aim to be as clear, precise and simple as possible.
They think about what their readers know already, and aim to guide them towards
less familiar areas and topics.
(https://help.open.ac.uk/what-is-academic-English)
4. Dove si usa e perché?
■ Come dice il nome, si usa principalmente nell’Accademia per pubblicazioni e
ricerche. Si usa anche nella politica, nell’economia e nell’industria,
specialmente per la comunicazione istituzionale
■ Si usa in generale in tutti gli ambiti che coinvolgano un modus operandi
tipico della ricerca scientifica e della sua disseminazione
■ Il motivo è che si tratta di uno stile comunicativo complessivo che punta
alla chiarezza, più che all’eleganza, anche se non vieta il “bello scrivere”,
purché orientato al contenuto
5. Perché è importante?
■ Solo su PubMed, il database pubblico USA della ricerca medica, viene
caricato 1 milione di paper ogni anno.
■ Nature parla già da alcuni anni di “diluvio di informazioni”:
In today's digital world, it is impossible to stay abreast by reading a few
journals, so researchers must identify sources that can provide
the crucial data they need for their work and career. Reflecting on when,
where, why and how we consume new information, and whether those
behaviours help or hinder our personal and professional goals, moves us
closer to becoming more effective scientists
(https://www.nature.com/articles/nj7612-457a)
6. Perché è importante?
■ Il solo selezionare le nuove pubblicazioni assorbe ormai dalle 6 alle 8
ore settimanali del lavoro di un ricercatore. La probabilità che
qualcosa sia effettivamente letto è drammaticamente bassa
■ Un’analisi statistica di 164.377 articoli di medicina cardiovascolare
indicizzati su SCOPUS dal 1997 al 2007 rivela che il 15,6% degli
articoli (25.650) non è stato mai citato, mentre il 46% (75.550)
ha ricevuto meno di 5 citazioni nei 5 anni seguenti
■ Ossia, circa il 60% degli articoli pubblicati ha una rilevanza
statistica pari a zero
7. Perché è importante?
■ Se già è difficile farsi trovare, quando qualcuno arriva a consultare le
nostre ricerche non deve rimbalzare: il messaggio deve essere chiaro e
convincente, bisogna scrivere bene
■ Scrivere bene significa utilizzare un impianto logico chiaro e lineare,
utilizzare un inglese fluido e corretto, che rispetti il foglio di stile fornito
e sia ben indicizzato con keyword pertinenti
■ Scrivere bene, in sostanza, deriva da una parte dall’avere ben chiaro in
testa che cosa si vuole dire, e dall’altra far arrivare il messaggio al
nostro pubblico nella maniera più integra possibile
8. I fondamentali.
Gli assiomi della comunicazione
■ Furono formalizzati da Paul Watzlawick e dai suoi collaboratori
Janet Helmick Beavin e Don D. Jackson della scuola di Palo Alto
(California, USA) negli anni ’60 del secolo scorso, pubblicati in
Pragmatica della comunicazione umana (Watzlawick et al. 1971)
■ Riassumono in sintesi le realtà non dimostrabili ma evidenti
(assiomi) della comunicazione umana e sono il risultato di studi
psicologici e di comunicazione
■ Vanno sempre tenuti presenti quando si interagisce in qualsiasi modo
con un pubblico
9. I fondamentali.
Gli assiomi della comunicazione
1. Non si può non comunicare
■ La comunicazione avviene anche quando non è intenzionale, non è
conscia, non c’è attività e non c’è parola
■ Tutto è comunicazione, anche il silenzio e l’assenza, e questo influenza
gli altri che interpretano il nostro messaggio e vi rispondono
10. I fondamentali.
Gli assiomi della comunicazione
2. Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un
aspetto di relazione di modo che il secondo classifica il
primo ed è quindi metacomunicazione
■ La relazione è il rapporto tra emittente e ricevente ed è ciò che
determina il modo in cui esponiamo il contenuto
■ Contenuto = dati, Relazione = istruzioni su come elaborare i dati
11. I fondamentali.
Gli assiomi della comunicazione
3. La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura
delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti
■ La punteggiatura è l’operazione di separazione degli eventi in un
ordine di sequenze o forme (Gestalt) comprensibile, di modo che la
realtà non appaia caotica e minacciosa
■ Sulla punteggiatura ci deve essere un accordo tra i comunicanti se si vuole
che il messaggio sia compreso in modo univoco
12. I fondamentali.
Gli assiomi della comunicazione
3. La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle
sequenze di comunicazione tra i comunicanti
■ Il topo dice: “Ho addestrato il mio sperimentatore. Ogni volta che premo la
leva mi dà da mangiare”. Rifiuta la punteggiatura dello sperimentatore
■ Marito: “Mi chiudo in me stesso perché tu brontoli” Moglie: “Brontolo perché
ti chiudi in te stesso”. Non metacomunicano sui rispettivi modelli di
interazione e vedono solo una parte dell’interazione altalenante
13. I fondamentali.
Gli assiomi della comunicazione
4. Gli esseri umani comunicano sia con il modulo
numerico (digitale) che con quello analogico
■ Il linguaggio digitale (discreto) ha una sintassi logica complessa ed
estremamente efficace ma manca di una semantica di relazione
■ Il linguaggio analogico (continuo) ha la semantica di relazione ma manca
di una sintassi adeguata
14. I fondamentali.
Gli assiomi della comunicazione
4. Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico
(digitale) che con quello analogico
■ Il linguaggio digitale è attento al contenuto, recente, particolare, astratto,
logico, razionale. Non esprime sentimenti
■ Il linguaggio analogico e attento alla relazione, arcaico, generale, è efficace
se la relazione è centrale (ambiguità). Ha la semantica ma manca di una
sintassi logica adeguata per definire la natura delle relazioni in modo non
ambiguo
15. I fondamentali.
Gli assiomi della comunicazione
5. Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o
complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza
o sulla differenza
■ Gli scambi di comunicazione simmetrici (uguaglianza) seguono il
modello “one up-one up” o “one down-one down”
■ Gli scambi di comunicazione complementari (differenza) seguono il
modello “one up-one down” o “one down-one up”
16. L’errore di traduzione del materiale analogico
in numerico (digitale)
A lezione di cinese: se ho i tre caratteri che indicano
“rotondità”, “sedersi” e “acqua”, come interpreto la frase?
■ Qualcuno sta facendo il bagno seduto
■ Il sole tramonta sul mare
(Watzlawick et al. 1971 : 89)
17. L’errore di traduzione del materiale analogico
in numerico (digitale)
In inglese può succedere lo stesso nelle sequenze nominali.
Qual è la risposta a “What about a big girls’ night out?”
■ Yeah, sure, we’re gonna have a big night out!
■ Yeah, sure, we’re the big girls!
(Watzlawick et al. 1971 : 89)
19. Teoria generale dei sistemi
■ Elaborata da Ludwig von Bertalanffy nel 1969
■ Viene utilizzata ancora oggi specialmente nella biologia e nelle scienze
“dure”, ma i suoi concetti di base restano validi anche per i “sistemi
aperti” come quello della comunicazione umana
■ Un sistema è “un insieme di oggetti e di relazioni tra gli oggetti e i loro
attributi” (Watzlawick et al. 1971 : 110), collocati in un certo
ambiente
20. Teoria generale dei sistemi
■ Come definiamo il confine tra il sistema e l’ambiente? “Dalla definizione
di sistema e di ambiente […] ogni sistema dato si può ulteriormente
suddividere in sottosistemi e gli oggetti che appartengono a un
sottosistema si possono benissimo considerare che facciano parte
dell’ambiente di un altro sottosistema” (Watzlawick et al. 1971 : 112)
■ La definizione di sistema “aperto” si applica bene ai contesti
organici, dove ci sono scambi di materiali, energie e informazione con
l’ambiente. Chimica e fisica sono invece sistemi chiusi
21. La lingua è un sistema aperto
■ La prima proprietà di un sistema aperto è la totalità:
■ “Ogni parte di un sistema è in rapporto tale con le parti che lo
costituiscono che qualunque cambiamento in una parte causa un
cambiamento in tutte le parti e in tutto il sistema” (Watzlawick et al.
1971 : 113)
■ Un corollario della totalità è la non-sommatività:
■ “Un sistema non può essere fatto coincidere con la somma delle sue
parti; infatti, l’analisi formale di segmenti isolati artificialmente
distruggerebbe l’oggetto stesso dell’interesse” (Watzlawick et al. 1971 :
115)
22. La lingua è un sistema aperto
■ Un secondo corollario della totalità è la non-unilateralità:
■ “Asserire che il comportamento di A provoca il comportamento di B
vuol dire ignorare l’effetto del comportamento di B sulla reazione di A;
in realtà, è come distorcere la cronologia degli eventi punteggiando
certi rapporti a tratto forte e oscurandone altri” (Watzlawick et al.
1971 : 116)
23. La lingua è un sistema aperto
■ La seconda proprietà di un sistema aperto è la retroazione
(feedback):
■ “Come sono unite le parti di un sistema se non sono né i rapporti
unilaterali né quelli sommativi ad unirle? […] Dall’avvento della
cibernetica e della ‘scoperta’ della retroazione, ci si è resi conto che
una correlazione circolare e assai complessa è un fenomeno
notevolmente diverso ma non meno scientifico delle nozioni causali più
semplici e più ortodosse. Retroazione e circolarità […] sono il
modello causale appropriato per la teoria dei sistemi interattivi.”
(Watzlawick et al. 1971 : 116)
24. La lingua è un sistema aperto
■ La terza proprietà di un sistema aperto è l’equifinalità:
■ “In un sistema circolare e autoregolantesi, i ‘risultati’ […] non sono
determinati tanto dalle condizioni iniziali quanto dalla natura del processo o
dai parametri del sistema. […N]on soltanto condizioni iniziali
diverse possono produrre lo stesso risultato finale ma risultati
diversi possono essere prodotti dalle stesse ‘cause’. […Q]uando
analizzeremo come le persone si influenzano a vicenda, considereremo
l’organizzazione in corso del processo interattivo molto più importante degli
elementi specifici costituiti dalla genesi e dal risultato.” (Watzlawick et al.
1971 : 117)
25. Il Lettore Modello
■ “Se vi è accaduto di vedere un film comico in un momento di profonda
tristezza, saprete che difficilmente si riesce a divertirsi […]. Evidentemente
come spettatori empirici stareste “leggendo” il film in un modo sbagliato.
Ma sbagliato rispetto a che cosa? Rispetto al tipo di spettatore
a cui il regista aveva pensato, uno spettatore disposto appunto a
sorridere, e a seguire una vicenda che non lo coinvolge direttamente.
Questo tipo di spettatore (o di lettore di un libro) lo chiamo Lettore
Modello – un lettore-tipo che il testo non solo prevede come
collaboratore, ma che anche cerca di creare.” (Eco 2018 : 1)
26. Scrivere è comunicare in un sistema aperto
■ Ogni scritto che produciamo si inserisce all’interno di un sistema
aperto che obbedisce alle regole generali della comunicazione e dei
sistemi
■ Quello che viene chiamato “stile”, “registro”, “cifra stilistica” e simili,
non è che una selezione di elementi che veicolano la comunicazione
con l’obiettivo di ottenere un certo ‘risultato’ in un certo
Lettore Modello
■ L’editing e i fogli di stile (e anche il proofreading) si fondano su questi
principi
28. Proofreading
noun [ˈpruːfˌriː.dɪŋ]
the process of finding and correcting mistakes in text before it
is printed or put online:
The pages are then sent out for proofreading.
Most of the errors were corrected at the proofreading stage.
(Cambridge English Dictionary, https://dictionary.cambridge.org/dictionary/english/proofreading)
30. Proofreading
■ Il materiale è del The Writing Center – University of North
Carolina at Chapel Hill https://writingcenter.unc.edu/tips-and-
tools/
■ La sezione contiene molti altri consigli inerenti ai vari tipi di
scrittura, tra cui ad esempio come capire qual è il proprio
pubblico (audience) o Lettore Modello
31. Proofreading
■ Sebbene sembri un’operazione meccanica, anche il proofreading varia a
seconda dell’obiettivo della comunicazione
■ La correzione di un mero typo (errore di battitura/stampa) è
abbastanza lineare ma, ad esempio, l’uso delle virgole spesso discende
dallo stile di scrittura che si vuole mantenere, dal Lettore Modello e
dalle richieste del foglio di stile, che possono variare anche molto
32. Proofreading
■ Un esempio è la “Oxford comma” (o “Harvard comma” negli USA):
a) There were three people: I, you, and Harry
b) There were three people: me, you and Harry
■ La virgola tra il penultimo e l’ultimo elemento in una lista di almeno tre
serve a distinguere i due ultimi elementi, i quali potrebbero
essere collegati da and e quindi considerati assieme
■ Oltre al valore diacritico, la virgola Oxford è anche un segno di stile
che vuole mandare un messaggio di registro più curato
33. Proofreading
■ Più in generale, il proofreading è un’operazione necessaria affinché il
testo rispetti almeno il minimo codice comune tra emittente (noi) e
ricevente (il Lettore Modello)
■ Oltre il mero errore materiale, le correzioni ortografiche possono dare
un segnale di stile. Spesso si possono introdurre volontariamente errori,
neologismi o spelling alternativi
■ Se scriviamo in inglese, il nostro proofreader deve conoscere bene non
solo la lingua inglese, ma anche il nostro dominio di scrittura
34. Editing
Verb [ˈɛdɪt] edits, editing, edited [with object]
1. Prepare (written material) for publication by correcting,
condensing, or otherwise modifying it.
Volume I was edited by J. Johnson
(Oxford English Dictionary, https://www.lexico.com/definition/edit)
35. Editing
■ “To edit” non vuol dire editare come è usato per “pubblicare” (= “to
publish”). In passato il significato era quello ma ormai è in disuso. Non
intende nemmeno “creare”, che implica costruzione da zero
■ “Edit” ha il significato di modificare qualcosa che esiste già, e questo è il
senso che conserva nella parola “editor”= direttore di un giornale (che
non “crea” il giornale, né lo “pubblica”, ma gli dà forma e corregge gli
articoli altrui)
■ Un altro “editor” è chi fa il montaggio di un film, che appunto non crea
ma dispone e modifica materiale creato da altri
36. Editing
■ L’editing di un testo è quindi la modifica di un testo già scritto, o
di un’opera già creata, in vista di un determinato obiettivo o risultato
■ Spesso è fatto in combinazione con il proofreading perché nel
contempo si correggono errori grammaticali e di sintassi
■ I confini dell’editing sono molto sfumati: si può andare dalle piccole
correzioni di registro (modificare le espressioni troppo formali in
informali, ad esempio) a una pesante riscrittura
37. Editing – esempio di revisione
https://www.scribbr.com/proofreading-editing/thesis/example/
38. Editing – revisione nel dettaglio
More than 1 -> At least one STILE
The company in fourteen -> 14 STILE + typo
10 of those -> Of these, 10 STILE
The average length of…was -> The hedge funds held…for an
average length of 531 days STILE
May find -> consider STILE
Period -> / GRAMMATICA
Is still to be seen as -> / STILE + GRAMMATICA
39. Note tecniche
L’aspetto importante dell’editing e del proofreading non è tanto il
risultato finale quanto il processo: bisogna sempre tracciare le
modifiche nel testo con la funzione Revisione (Word e LibreOffice),
e commentare i punti in cui gli interventi non sono evidenti e
potrebbero essere non accettati e annullati. Capire le scelte del
correttore aiuta a adeguare la propria scrittura a un ambito
Preferire i formati .docx e .odt perché conformi agli standard xml.
Il formato .doc delle vecchie versioni di Word è un formato
proprietario chiuso e incompatibile con gli altri
40. Fogli di stile
Un foglio di stile è una raccolta di istruzioni su come scrivere per
rispettare il tono di voce di una pubblicazione, e per evitare che ogni
testo in arrivo dall’esterno deva essere vagliato minuziosamente, con
conseguente perdita di tempo
Sono delle liste, spesso lunghe, di espressioni da usare e da
evitare, di convenzioni grafiche, di stili di citazioni
Gli stylesheet sono nati nell’editoria ma hanno “contagiato” anche
l’informatica: i CSS sono dei Cascaded Style Sheet (fogli di stile a
cascata) e definiscono gli stili (font, colori, dimensioni, posizioni, ecc.) di
una pagina web, di un intero sito o di una app
41. Fogli di stile – un esempio
Initials should be used without spaces or full points
Up to three authors may be listed. If more are provided, then list the first
three authors and represent the rest by et al. Fewer authors followed by et al.
is also acceptable
All references in the text and notes must be specified by the authors’ last
names and date of publication together with page numbers if given.
Do not use ibid., op. cit., infra., supra. Instead, show the subsequent citation of
the same source in the same way as the first.
Where et al. is used in textual citations, this should always be upright, not italic.
https://uk.sagepub.com/sites/default/files/sage_harvard_reference_style_0.pdf
42. Fogli di stile
I fogli di stile delle riviste accademiche si concentrano soprattutto sulle
citazioni. Esistono molti modi di indicarle (referencing), ed esistono
molti manuali autorevoli su come farlo
Il Chicago Manual of Style, ad esempio, è uno dei più famosi, ma anche
l’AMA (American Medical Association) e l’APA (American Psychological
Association) hanno dei loro manuali che vengono molto usati anche al di
fuori dell’ambito per cui sono stati creati
Il cosiddetto “Harvard style” (citazione autore-data), dice il sito di
Harvard, in realtà non è un nome ufficiale e non ha relazione con
l’università, ma ormai è conosciuto così
43. Fogli di stile
A chi scrive spesso sembra una perdita di tempo, ma rispettare le
istruzioni dei fogli di stile in realtà fa risparmiare tempo dopo, e
dà al testo un aspetto ordinato e soprattutto gradito. Nelle redazioni
c’è sempre meno tempo per curare i dettagli, quindi se inviamo un
testo “pulito” i redattori si concentreranno più sul contenuto che
sulla forma, aiutandoci a scrivere meglio
Utilizzarli come checklist una volta finito di scrivere la prima
bozza può essere utile per vedere incongruenze nel testo e per fare
una prima rilettura, meglio ancora se ad alta voce
45. ■ Von Bertalanffy, Ludwig (2004, 1° ed. 1969) Teoria generale dei sistemi. Fondamenti, sviluppo,
applicazioni. Milano : Mondadori
■ Eco, Umberto (2018) Sei passeggiate nei boschi narrativi. Milano : La nave di Teseo
■ Watzlawick, Paul; Helmick Beavin, Janet & Jackson, Don D. (1971) Pragmatica della
comunicazione umana. Trad. di M. Ferretti, Roma : Astrolabio
■ Ranasinghe, Isuru et al. (2015) “Poorly Cited Articles in Peer-Reviewed Cardiovascular
Journals from 1997 to 2007. Analysis of 5-Year Citation Rates”, in Circulation, no. 131,
pp.1755-1762
■ http://agenda.ct.infn.it/event/187/material/slides/2?contribId=6 (presentazione sugli assiomi della
comunicazione)
■ Landhuis, Esther, “Scientific literature: Information overload”, Nature,
https://www.nature.com/articles/nj7612-457a
■ Open University Help Centre, “What is academic English?” https://help.open.ac.uk/what-is-
academic-English
46. Grazie dell’attenzione!
Per saperne di più su di me, visitate il mio sito www.vintaloro.it
o il mio profilo su LinkedIn
Scrivetemi a giordano@vintaloro.it