DATAZIONI ARCHEOMAGNETICHE: MATERIALI E TECNICHE DI CAMPIONATURA
1. Strutture d’interesse in archeomagnetismo:
materiali e tecniche di campionatura
L’archeologia e il tempo: Metodi di datazione
4-8 Maggio 2009, Peveragno (Cuneo)
Gianluca Catanzariti
Universidad Complutense de Madrid
Centro de Arqueometría y Análisis Arqueológico
2. CONTENUTI DELL’ESPOSIZIONE
✎
Materiali e strutture databili mediante l’archeomagnetismo: requisiti.
✎ Campionatura finalizzata alle datazioni archeomagnetiche:
✖ Obiettivi e finalità
✖ Tecniche di campionatura in funzione delle caratteristiche dei materiali
✖ Procedure di orientazione dei campioni mediante bussola (magnetica/solare) e clinometro.
✎ Esempi di strutture archeologiche impiegate in studi di archeomagnetismo dal Gruppo
di Paleomagnetismo e Archeomagnetismo dell’UCM.
3. 1) Il materiale deve contenere ossidi di ferro con proprietá ferromagnetiche.
Tipicamente: magnetite e ematite con gradi di purezza e ossidazione
variabile. ..
2) Deve essere stato scaldato a temperature di almeno 300-400ºC.
Materiali e strutture databili mediante l’archeomagnetismo: requisiti
Datazione basata
sulle archeodirezioni:
Datazione basata
sulle archeointesitá:
possono datarsi unicamente
materiali la cui posizione nello
spazio é rimasta invariata
rispetto a quando furono
scaldati.
Indicata per
STRUTTURE di
combustione
Applicabile anche ai
prodotti di cottura delle
strutture
possono estendersi a materiali
che si presentano nella forma di
frammenti sciolti o slegati dalle
strutture di appartenenza.
4. Magnetite e ematite sono minerali che compaiono in
una gran varietà di rocce e sedimenti. Le concentrazioni
più elevate si incontrano nelle argille cotte dove, inoltre,
presentano ottime caratteristiche granulometriche per cui
la magnetizzazione in tali materiali risulta estremamente
stabile nel tempo.
✎ In linea di principio, la maggior parte dei sedimenti di granulometria fine che
contengono frazioni argillose (sabbie argillose, limi argillosi, argille pure) e che
hanno subito un riscaldamento di alta temperatura (>300-400 ºC), sono candidati
potenzialmente idonei per la realizzazione di una datazione archeomagnetica.
5. ✎ Diversamente, le rocce vulcaniche a raffreddamento lento (graniti per esempio.) risultano
magneticamente instabili poiché contengono minerali di dimensioni granulometriche elevate.
✎ Rocce e sedimenti carbonatici possiedono quasi sempre un segnale magnetico molto debole dovuto
ad una concentrazione di ossidi di ferro estremamente ridotta.
in ogni caso,.. e indipendentemente dalla litologia, materiali sottoposti a temperature >900-1000ºC
capaci di indurre processi di vetrificazione e fusione parziale, risultano di norma intensamente
magnetizzati.......e quindi databili !
✎ Altri materiali idonei sono le rocce vulcaniche a raffreddamento rapido (lave,
basalti).
6. Strutture piú ricorrenti:
✖ Forni e fornaci per la cottura di ceramici e laterizi.
✖ Focolari, suoli e strutture architettoniche che hanno sofferto
incendi.
Materiali più comuni:
Adobe, mattoni, sedimenti argillosi (strutture ricavate nel terreno). In
casi meno frequenti materiali rocciosi.
STRUTTURE ARCHEOLOGICHE DATABILI: TIPOLOGIE E MATERIALI
Strutture meno ricorrenti ma comunque idonee:
✖ Sepolture destinate alla cremazione in loco ricavate in terreni
argillosi.
✖ Strutture di combustione associate a terme.
7. ESEMPI DI STRUTTURE IN MURATURA
Fornace per mattoni s. XVII d.C. (Guadalajara, Spagna)
Gómez-Paccard et al., 2006
Geophys. J. Int.166,
p. 1125–11437
STRUTTURE ARCHEOLOGICHE DI COMBUSTIONE DATABILI
8. STRUTTURE ARCHEOLOGICHE DI COMBUSTIONE DATABILI: ESEMPI
s. I a.C.-II d.C. (Asturie, Spagna)s. I a.C. - III d.C. (Asturie, Spagna)
Ruiz-Martínez et al., 2008
Physics and Chemstry
of the Earth 33 p. 566–577
s. XVI d.C. (Toledo, Spagna)s. XVI d.C (Madrid, Spagna)
9. s. IV-V d.C. (Toledo, Spagna)
(Guadalajara, Spagna) s. VII d.C.
STRUTTURE DI COMBUSTIONE RICAVATE NEL TERRENO
s. V-VII d.C (Madrid, Spagna)s. I-II d.C. (Valenza, Spagna)
CAMERE DI COMBUSTIONE DI FORNI CERAMICI
s. XV d.C. (Guadalajara, Spagna)
Catanzariti et al., 2007
Radiocarbon Vol 49/2,
p. 543–550
10. STRUTTURE DI COMBUSTIONE ASSOCIATE A TERMe
FOCOLARI E SUOLI INCENDIATI
STRUTTURE DI COMBUSTIONE RICAVATE NEL TERRENO
s. II-I a.C. (Alcalà, Spagna) s. II-I a.C. (Toledo, Spagna)
s. V-VII d.C. (Toledo, Spagna)s. III-IV d.C. (Toledo, Spagna)
s. I d.C. (Soria, Spagna)
STRUTTURE IN ADOBE INCENDIATE
11. Altre strutture datate con successo:
- Inumazioni ad incinerazione ricavate in terreni argillose.
- Sauna realizzata con blocchi di rocce scistose.
- Muraglia vetrificata costituita da blocchi di varia litologia
parzialmente fusi e saldati gli uni con gli altri.
Inumazione ad incinerazione
romana s. I-II d.C.
(Cordoba, Spagna)
Sauna romana s. I a.C. - III d.C.
(Asturie, Spagna)
Muraglia vetrificata s.IX-VII a.C
(Serpa, Portogallo)
Ruiz-Martínez et al., 2008
Physics and Chem. of the Earth 33
p. 566–577
Catanzariti et al., 2008
Journal of Arch. Science 35
p.1399-1407
12. ULTERIORI STRUTTURE E MATERIALI DATABILI MEDIANTE ARCHEOINTENSITÀ
Le datazioni mediante archeointensità possono estendersi ai prodotti di cottura delle
pirostrutture: frammenti di ceramica e laterizi
É inoltre possibile impiegare strutture murarie costruite con
materiali cotti..(Quando l’interesse é rivolto all’etá di cottura
degli stessi..)
13. ✎ Tipo di struttura (necessarie strategie differenti se si lavora con una struttura
in muratura piuttosto che con un suolo incendiato).
✎ Stato di conservazione della struttura, disponibilitá di materiali e eventuali
esigenze di minimizzare l’invasività della campionatura.
✎ Forma e geometria della struttura: la campionatura di una superficie piana é
tendizialmente piú agevole di una inclinata o irregolare.
✎ Esigenze imposte dagli strumenti di misura: di norma richiedono provini di
forma e dimensioni regolari, tipicamente cubetti o cilindri di circa 10 cm3.
.......È necessario prelevare volumi di materiale che possano in qualche modo
essere ricondotti alla forma e alle dimensioni richieste (necessario trattamento
di laboratorio...)
Fattori che influiscono sulla tecnica di campionatura della struttura archeologica
LA CAMPIONATURA ARCHEOMAGNETICA
14. LA CAMPIONATURA ARCHEOMAGNETICA
- Ogni datazione archeomagnetica deve basarsi su una serie di campioni costituita
da 10-15 esemplari.
- È necessario concentrarsi sulle zone della struttura che hanno subito il
riscaldameno piú intenso. ......Indicazioni dell’archeologo
- Compatibilmente con le condizioni di preservazione della struttura, la
distribuzione dei campioni deve essere il più uniforme possibile rispetto alla sua
geometria.
Prescrizioni generali
15. Con strutture robuste e materiali duri si impiegano perforatrici o carotatrici munite di
corona diamantata che permettono l’estrazione di campioni cilindrici di dimensioni
adeguate per essere alloggiati negli strumenti di misura.
Di norma, le misure si realizzano su provini di forma regolare quali
cilindri e cubetti del volume di circa 10 cm3.
2,54 cm
2,2cm
Campionatura di strutture robuste e materiali duri
...Prima di separare i campioni (blocchetti, cilindri..) dalle strutture di
appartenenza é necessario determinarne l’orientazione !
16. Campionatura di materiali sottoconsolidati o incoerenti
✖ Con materiali sottoconsolidati o del tutto incoerenti, come per esempio livelli di ceneri, ci si serve di
gessi, bende gessate o resine non magnetiche.
✖ Con l’ausilio di spatole non magnetiche si isolano blocchetti di 20-30 cm3.
✖ Le pareti del blocchetto vengono in seguito cinte con bende gessate al fine di conferire solidità al
campione.
✖ In ultimo, il blocchetto viene affogato nella scaiola livellandone la superficie superiore mediante una
piastrina in metacrilato e una bolla.
17. ✖ Materiali di questo tipo necessitano successivi trattamenti di consolidazione che conferiscono
soliditá al materiale e permettono l’impiego di taglierine elettriche per la riduzione del blocchetto alle
dimensioni desiderate.
18. ✖ Materiali di questo tipo necessitano successivi trattamenti di consolidazione che conferiscono
soliditá al materiale e permettono l’impiego di taglierine elettriche per la riduzione del blocchetto alle
dimensioni desiderate.
19. Campionatura di materiali sottoconsolidati impiegando supporti cilindrici non
magnetici o piastrine.
Si fa aderire sulla struttura d’interesse un supporto non magnetico delle dimensioni dei
provini di misura (colindri in legno di ∼2.5 cm di diametro o piastrine quadrate di ∼2 cm di
lato. (si possono impiegare resine epossidiche, schiume o colle non magnetiche).
Dopo aver orientato il campione, il supporto viene separato dalla struttura archeologica
insieme a pochi cm3 di materiale rimasti attaccati alla sua superficie inferiore.
Vantaggi:
✖ si ottengono provini pronti per le misure !
✖ si minimizza l’invasivitá della campionatura !
Svantaggi:
✖ Inadatti per essere misurati con i magnetometri convenzionali di tipo
spinner in cui il provino compie rivoluzioni a una frequenza molto elevata ! È necessario
disporre di strumenti di misura particolarmente costosi (magnetometrici criogenici) !!
✖ L’orientazione di superfici ridotte comporta errori di orientazione elevati !
20. ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
Le datazioni archeodirezionali si realizzano su provini orientati.
..Prima di separare i campioni (blocchetti, cilindri..) dalle strutture di
appartenenza é necessario determinarne l’orientazione !
Concettualmente, si tratta di assegnare al campione un sistema di riferimento, di norma 3 assi
cartesiani e di determinarne l’orientazione nello spazio.
I parametri angolari che definiscono l’orientazione del campione vengono quindi usati per trasformare
l’orientazione relativa della magnetizzazione (riferita agli assi del campione), in orientazione assoluta
(riferita al Nord geografico). Matematicamente si opera una rotazione di coordinate.
X
Y
Z Y
Z
X Y
X
Z
N
S
E
W
P. Orizzontale
P.Verticale
21. Orientazione di campioni cilindrici:
ci si serve di un misuratore di inclinazione (clinometro) costituito da un tubo accoppiato ad un
piattello snodato sul quale si alloggia una bussola magnetica o una bussola solare.
OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DI CAMPIONI CILINDRICI
22. Orientazione di campioni cilindrici:
ci si serve di un misuratore di inclinazione (clinometro) costituito da un tubo accoppiato ad un
piattello snodato sul quale si alloggia una bussola magnetica o una bussola solare.
OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DI CAMPIONI CILINDRICI
23. Orientazione di campioni cilindrici:
ci si serve di un misuratore di inclinazione (clinometro) costituito da un tubo accoppiato ad un
piattello snodato sul quale si alloggia una bussola magnetica o una bussola solare.
OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DI CAMPIONI CILINDRICI
24. Orientazione di campioni cilindrici:
ci si serve di un misuratore di inclinazione (clinometro) costituito da un tubo accoppiato ad un
piattello snodato sul quale si alloggia una bussola magnetica o una bussola solare.
OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DI CAMPIONI CILINDRICI
25. Orientazione di campioni cilindrici:
ci si serve di un misuratore di inclinazione (clinometro) costituito da un tubo accoppiato ad un
piattello snodato sul quale si alloggia una bussola magnetica o una bussola solare.
OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DI CAMPIONI CILINDRICI
26. Orientazione di campioni cilindrici:
ci si serve di un misuratore di inclinazione (clinometro) costituito da un tubo accoppiato ad un
piattello snodato sul quale si alloggia una bussola magnetica o una bussola solare.
OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DI CAMPIONI CILINDRICI
27. Per definire in modo univoco la posizione nello spazio del provino é necessario misurare 2
angoli:
1) AZIMUT DELLA PROIEZIONE ORIZZONTALE DELL’ASSE DEL FORO;
2) INCLINAZIONE DELLO STESSO RISPETTO AL PIANO ORIZZONTALE
OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
1)
28. Per definire in modo univoco la posizione nello spazio del provino é necessario misurare 2
angoli:
1) AZIMUT DELLA PROIEZIONE ORIZZONTALE DELL’ASSE DEL FORO;
2) INCLINAZIONE DELLO STESSO RISPETTO AL PIANO ORIZZONTALE
OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
NORD
MAGNETICO
1)
29. Per definire in modo univoco la posizione nello spazio del provino é necessario misurare 2
angoli:
1) AZIMUT DELLA PROIEZIONE ORIZZONTALE DELL’ASSE DEL FORO;
2) INCLINAZIONE DELLO STESSO RISPETTO AL PIANO ORIZZONTALE
OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
NORD
MAGNETICO
PROIEZIONE
ORIZZONTALE
DELL’ASSE DEL
FORO
1)
30. Per definire in modo univoco la posizione nello spazio del provino é necessario misurare 2
angoli:
1) AZIMUT DELLA PROIEZIONE ORIZZONTALE DELL’ASSE DEL FORO;
2) INCLINAZIONE DELLO STESSO RISPETTO AL PIANO ORIZZONTALE
OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
NORD
MAGNETICO
PROIEZIONE
ORIZZONTALE
DELL’ASSE DEL
FORO
AZIMUT
1)
31. Con strutture intensamente magnetizzate o in zone di intense anomalie magnetiche, le misure effettuate con la
bussola magnetica possono risultare perturbate. Per tale ragione, vengono ripetute impiegando una bussola solare.
Orientazione mediante bussola solare
L’orientazione assoluta dell’asse del foro si ricava a partire dai seguenti dati:
- Data e ora esatta in cui si realizza la misura
- Latitudine e longitudine del sito in cui si opera.
32. Con strutture intensamente magnetizzate o in zone di intense anomalie magnetiche, le misure effettuate con la
bussola magnetica possono risultare perturbate. Per tale ragione, vengono ripetute impiegando una bussola solare.
Orientazione mediante bussola solare
0
90
180
270L’orientazione assoluta dell’asse del foro si ricava a partire dai seguenti dati:
- Data e ora esatta in cui si realizza la misura
- Latitudine e longitudine del sito in cui si opera.
33. Con strutture intensamente magnetizzate o in zone di intense anomalie magnetiche, le misure effettuate con la
bussola magnetica possono risultare perturbate. Per tale ragione, vengono ripetute impiegando una bussola solare.
Orientazione mediante bussola solare
L’orientazione assoluta dell’asse del foro si ricava a partire dai seguenti dati:
- Data e ora esatta in cui si realizza la misura
- Latitudine e longitudine del sito in cui si opera.
34. Con strutture intensamente magnetizzate o in zone di intense anomalie magnetiche, le misure effettuate con la
bussola magnetica possono risultare perturbate. Per tale ragione, vengono ripetute impiegando una bussola solare.
Orientazione mediante bussola solare
L’orientazione assoluta dell’asse del foro si ricava a partire dai seguenti dati:
- Data e ora esatta in cui si realizza la misura
- Latitudine e longitudine del sito in cui si opera.
35. Con strutture intensamente magnetizzate o in zone di intense anomalie magnetiche, le misure effettuate con la
bussola magnetica possono risultare perturbate. Per tale ragione, vengono ripetute impiegando una bussola solare.
Orientazione mediante bussola solare
Direzione
dell’ombra
L’orientazione assoluta dell’asse del foro si ricava a partire dai seguenti dati:
- Data e ora esatta in cui si realizza la misura
- Latitudine e longitudine del sito in cui si opera.
36. Con strutture intensamente magnetizzate o in zone di intense anomalie magnetiche, le misure effettuate con la
bussola magnetica possono risultare perturbate. Per tale ragione, vengono ripetute impiegando una bussola solare.
Orientazione mediante bussola solare
Direzione
dell’ombra
Asse del foro
L’orientazione assoluta dell’asse del foro si ricava a partire dai seguenti dati:
- Data e ora esatta in cui si realizza la misura
- Latitudine e longitudine del sito in cui si opera.
37. Con strutture intensamente magnetizzate o in zone di intense anomalie magnetiche, le misure effettuate con la
bussola magnetica possono risultare perturbate. Per tale ragione, vengono ripetute impiegando una bussola solare.
Orientazione mediante bussola solare
Direzione
dell’ombra
Asse del foro
L’orientazione assoluta dell’asse del foro si ricava a partire dai seguenti dati:
- Data e ora esatta in cui si realizza la misura
- Latitudine e longitudine del sito in cui si opera.
38. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
LETTURA DELL’ INCLINAZIONE
2)
Piano verticale
Inclinazione
Piano orizzontale
39. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
Y
Z
X
Convenzione:
l’asse Z coincide con la direzione del foro e giace nel piano verticale;
l’asse X giace anch’esso nel piano a verticale ed é diretto verso l’alto a 90˚ dall’asse Z;
l’asseY é diretto ortogonalmente al piano verticale, in direzione Est
40. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI:
ORIENTAZIONE DI SUPERFICI PIANE
Una tecnica di orientazione piú semplice consiste in livellare il manufatto o il blocchetto di materiale che si intende
campionare mediante una superficie di scaiola, e di indicare su questa la direzione del nord magnetico. È necessario
disporre di una piastrina di metacrilato, di una bolla da aria e, ovviamente, di scaiola.
Figure 3.2
X
Y
Z
X
41. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
Convenzione:
l’asse Z coincide con la direzione del foro e giace nel piano verticale;
l’asse X giace anch’esso nel piano a verticale ed é diretto verso l’alto a 90˚ dall’asse Z;
l’asseY é diretto ortogonalmente al piano verticale, in direzione Est4
42. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
Convenzione:
l’asse Z coincide con la direzione del foro e giace nel piano verticale;
l’asse X giace anch’esso nel piano a verticale ed é diretto verso l’alto a 90˚ dall’asse Z;
l’asseY é diretto ortogonalmente al piano verticale, in direzione Est4
43. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
Convenzione:
l’asse Z coincide con la direzione del foro e giace nel piano verticale;
l’asse X giace anch’esso nel piano a verticale ed é diretto verso l’alto a 90˚ dall’asse Z;
l’asseY é diretto ortogonalmente al piano verticale, in direzione Est4
44. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
Convenzione:
l’asse Z coincide con la direzione del foro e giace nel piano verticale;
l’asse X giace anch’esso nel piano a verticale ed é diretto verso l’alto a 90˚ dall’asse Z;
l’asseY é diretto ortogonalmente al piano verticale, in direzione Est4
45. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
Convenzione:
l’asse Z coincide con la direzione del foro e giace nel piano verticale;
l’asse X giace anch’esso nel piano a verticale ed é diretto verso l’alto a 90˚ dall’asse Z;
l’asseY é diretto ortogonalmente al piano verticale, in direzione Est4
46. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
Convenzione:
l’asse Z coincide con la direzione del foro e giace nel piano verticale;
l’asse X giace anch’esso nel piano a verticale ed é diretto verso l’alto a 90˚ dall’asse Z;
l’asseY é diretto ortogonalmente al piano verticale, in direzione Est4
47. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
Convenzione:
l’asse Z coincide con la direzione del foro e giace nel piano verticale;
l’asse X giace anch’esso nel piano a verticale ed é diretto verso l’alto a 90˚ dall’asse Z;
l’asseY é diretto ortogonalmente al piano verticale, in direzione Est4
48. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
Convenzione:
l’asse Z coincide con la direzione del foro e giace nel piano verticale;
l’asse X giace anch’esso nel piano a verticale ed é diretto verso l’alto a 90˚ dall’asse Z;
l’asseY é diretto ortogonalmente al piano verticale, in direzione Est4
49. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
Convenzione:
l’asse Z coincide con la direzione del foro e giace nel piano verticale;
l’asse X giace anch’esso nel piano a verticale ed é diretto verso l’alto a 90˚ dall’asse Z;
l’asseY é diretto ortogonalmente al piano verticale, in direzione Est4
50. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
Convenzione:
l’asse Z coincide con la direzione del foro e giace nel piano verticale;
l’asse X giace anch’esso nel piano a verticale ed é diretto verso l’alto a 90˚ dall’asse Z;
l’asseY é diretto ortogonalmente al piano verticale, in direzione Est4
51. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI
Convenzione:
l’asse Z coincide con la direzione del foro e giace nel piano verticale;
l’asse X giace anch’esso nel piano a verticale ed é diretto verso l’alto a 90˚ dall’asse Z;
l’asseY é diretto ortogonalmente al piano verticale, in direzione Est4
52. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI:
ORIENTAZIONE DI SUPERFICI PSEUDO -VERTICALI
Anche in questo caso si prepara una superficie piana di scaiola, sebbene psedudo-verticale:
- Con una bussola da geologo si cerca e si indica la direzione di massima pendenza della superficie.
- Si misura l’orientazione della sua proiezione nel piano orizzontale rispetto al nord magnetico, unitamente
all’inclinazione della superficie.
53. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI:
ORIENTAZIONE DI SUPERFICI PSEUDO -VERTICALI
Anche in questo caso si prepara una superficie piana di scaiola, sebbene psedudo-verticale:
- Con una bussola da geologo si cerca e si indica la direzione di massima pendenza della superficie.
- Si misura l’orientazione della sua proiezione nel piano orizzontale rispetto al nord magnetico, unitamente
all’inclinazione della superficie.
54. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI:
ORIENTAZIONE DI SUPERFICI PSEUDO -VERTICALI
Anche in questo caso si prepara una superficie piana di scaiola, sebbene psedudo-verticale:
- Con una bussola da geologo si cerca e si indica la direzione di massima pendenza della superficie.
- Si misura l’orientazione della sua proiezione nel piano orizzontale rispetto al nord magnetico, unitamente
all’inclinazione della superficie.
55. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI:
ORIENTAZIONE DI SUPERFICI PSEUDO -VERTICALI
Anche in questo caso si prepara una superficie piana di scaiola, sebbene psedudo-verticale:
- Con una bussola da geologo si cerca e si indica la direzione di massima pendenza della superficie.
- Si misura l’orientazione della sua proiezione nel piano orizzontale rispetto al nord magnetico, unitamente
all’inclinazione della superficie.
56. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI:
ORIENTAZIONE DI SUPERFICI PSEUDO -VERTICALI
Anche in questo caso si prepara una superficie piana di scaiola, sebbene psedudo-verticale:
- Con una bussola da geologo si cerca e si indica la direzione di massima pendenza della superficie.
- Si misura l’orientazione della sua proiezione nel piano orizzontale rispetto al nord magnetico, unitamente
all’inclinazione della superficie.
57. OPERAZIONI PRATICHE DI ORIENTAZIONE DEI CAMPIONI:
ORIENTAZIONE DI SUPERFICI PSEUDO -VERTICALI
Anche in questo caso si prepara una superficie piana di scaiola, sebbene psedudo-verticale:
- Con una bussola da geologo si cerca e si indica la direzione di massima pendenza della superficie.
- Si misura l’orientazione della sua proiezione nel piano orizzontale rispetto al nord magnetico, unitamente
all’inclinazione della superficie.