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http://www.formaz ioneturismo.com/marketing- management/i- turisti- cinesi- nel- bel- paese March 11, 2013
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Riprendiamo l’analisi dei paesi esteri toccando ancora una volta la Cina dopo aver descritto,
qualche tempo fa, alcune delle caretteristiche del mercato turistico cinese. Un mercato questo
che, insieme a quello russo dei Brics e dei paesi Slimma, costituisce una opportunità che
richiede però una adeguata conoscenza.
La Cina negli ultimi anni ha avuto una crescita economica continua, accompagnata
dall’aumento degli stipendi; questo ha permesso la formazione di una nuova classe sociale,
quelli che vengono definiti i “nuovi ricchi” cinesi, che vogliono godersi il più possibile questa
condizione di benessere. Uno dei modi è quello di viaggiare: ed ecco che aumentano i viaggi
all’estero, un nuovo must, come quello che poteva essere l’auto o il cellulare qualche anno fa.
Nel 2011 abbiamo avuto il 22,4% [1] in più di turisti con gli occhi a mandorla in giro per il mondo
e, per la destinazione Italia, c’è stata una crescita del 23,5% rispetto al 2009 [2].
Ci sono due t ipi di t urist a cinese che sbarca nello Stivale: quello che fa parte di un gruppo di
circa 40 persone, con accompagnatore dalla Cina – che molto probabilmente girerà il maggior
numero possibile di città europee in 2 settimane – e che vive molto superficialmente
l’esperienza del viaggio.
L’altro tipo è quello che fa parte di un gruppo più piccolo, una decina di persone, che si prende
una settimana/dieci giorni per visitare esclusivamente il nostro Paese, che ricerca un’esperienza
italiana al 100%. Certo, sempre con sfumature cinesi.
Gli italiani, così orgogliosi delle proprie tradizioni, commettono a volte un piccolo errore,
dimenticando che non siamo tutti uguali. Perciò il cinese potrà apprezzare il cibo italiano, ma
non vorrà mai mangiare per 10 giorni seguendo esclusivamente la dieta mediterranea. Potrà
apprezzare il caffè e il cappuccino a colazione, ma non meravigliamoci se poi si alzerà e farà
seguire a un cornetto con la crema un bel piatto di funghi trifolati.
D’altra parte è la stessa cosa quando l’ italiano va in Cina, potrà apprezzare i jiaozi (i ravioli), ma
tirerà un sospiro di sollievo quando vedrà che la cena sarà di tipo occidentale. Ogni popolo è
convinto che il cibo del proprio Paese sia il migliore, quindi sì alla sperimentazione di pietanze
del posto, ma cerchiamo di venire incontro alle esigenze dei nostri ospiti cercando di variare il
più possibile.
Evitiamo gli aperitivi: se per un italiano un aperitivo può essere la sostituzione economica di una
cena, per un cinese – che è abituato a pasti che partono dalla zuppa fredda e arrivano alla
frutta, passando per carne, pesce e verdure – il solo buffet esula dalla concezione di “pasto”. Al
massimo può fare da antipasto.
Inoltre in Cina, anche negli alberghi a tre stelle, vengono fornite ciabat t e e bollit ore per il t he;
potete immaginare con che sorpresa possano notarne la mancanza in hotel a cinque stelle.
Inoltre in Cina c’è wireless grat uit o in camera e Spa apert a f ino a t arda not t e, servizi che in
Italia non vengono quasi mai offerti, se non a pagamento.
Inoltre teniamo presente che, di solito, durante tutto il percorso non c’è nessuno che parli la
loro lingua, se non l’accompagnatore di turno o, al massimo, qualche guida.
Si dice che i cinesi siano dei clienti difficili: da una parte può essere vero, perché sono
abbastanza vivaci, indisciplinati e confusionari. Ma non è che gli stessi italiani abbiano la fama di
turisti modello all’estero.
Quindi, il mio suggerimento è quello di cercare di f avorire l’accoglienza e l’int egrazione:
cerchiamo di farli sentire integrati, non strabuzziamo gli occhi se con la pizza bevono il the, ma
5. aiutiamoli a conoscere il nostro Paese e la nostra cultura. Anche perché i turisti sono un bene
prezioso, che l’Italia non si può permettere di perdere.
[1] AGI China 24 – Continua il boom dei viaggi all’estero
[2] ICE, Il turismo cinese in Italia, 2011
di Alice Mariani
Accompagnatore abilitato per l’inglese e il cinese, laureata in Lingua e
Letteratura Cinese, ho vissuto in Cina per circa tre anni.
Dopo aver lasciato il lavoro che avevo presso un’azienda di import dalla Cina mi
dedico full time alla professione di accompagnatore turistico. Mi trovate su
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