1. Caratteristiche del mercato turistico cinese #1 |
Formazione Turismo
http://www.formaz ioneturismo.com/in- evidenz a/caratteristiche- del- mercato- turistico- cinese- 1 March 6, 2013
È il Paese più popolato del mondo ed il più esteso dell’Asia orientale: parliamo di Cina, che oggi
domina il mercato mondiale, seconda economia solo dopo gli Stati Uniti, un mercato importante
per tutti i settori, compreso quello turistico. Con una popolazione di oltre 1.341.900.000
persone, pari a circa il 19,5% della popolazione mondiale, la Cina è oggi in continua espansione
ed evoluzione. Più di 30 milioni dei suoi abitanti possiede un patrimonio personale superiore al
milione di euro; tutti gli altri, invece, hanno un reddito medio in crescita costante.
L’Organizzazione Mondiale del Turismo stima che saranno 66 milioni i cinesi che nel 2012
andranno all’estero, con un incremento del 15% sull’ultimo anno, fino a raggiungere quota 100
milioni di viaggiatori globali entro il 2020. Il movimento turistico outbound dei cinesi, anche in
questo periodo di turbolenze, vede il continuo consolidarsi delle destinazioni leader, Hong Kong
e Macao, più che altro “appendici” del movimento turistico interno, mentre il “market share”
dei viaggi verso l’Europa ha tassi di crescita più ridotti, diminuiti in termini assoluti, ma è
consistente la crescita in termini relativi dei flussi outgoing. La quot a di mercat o del nost ro
Paese t ra quelli europei si at t est a int orno al 20%. Le destinazioni concorrenti in Europa
sono in ordine di peso la Germania, Francia e Gran Bretagna. A seguire l’Italia e poi c’è la
Spagna.
Un mercato in realtà non facile da conquistare, sul quale già da diversi anni si hanno molte
aspettative ma che per tanti operatori italiani, e per diverse ragioni, si è rivelato al momento
deludente. Tra le problematiche rilevanti e sulle quali si gioca la competizione c’è sicuramente
l’incidenza del volo sul cost o f inale del “pacchet t o” per i collegamenti a lungo raggio “long
haul”; il minor costo della vita nella maggioranza delle destinazioni estere con il più elevato
tasso di crescita del movimento turistico in entrata; il numero ridotto delle vacanze a
disposizione dei lavoratori cinesi (10 giorni per il personale di nuova assunzione) che è causa di
una “diseconomia” nella scelta di destinazioni che implicano voli di lunga durata. A tutto ciò si
aggiunge, inoltre, l’esistenza di affinità culturali e storiche con i paesi limitrofi.
Lo sviluppo del mercato turistico cinese è oggi dominato dai viaggi organizzat i di gruppo con
t ours in Europa e t appe in almeno due o t re paesi, condizionati dalla scelta dell’aeroporto di
atterraggio. In prevalenza i voli diretti oggi sono verso l’hub di Francoforte o l’aeroporto
parigino Charles De Gaulle, mentre le frequenze aree dirette verso l’Italia sono minori così come
i viaggi mono-destinazione o il turismo individuale, anche se quest’ultimo tende a crescere nelle
fasce di popolazione cinese ad alto reddito che risiede nelle grandi città della Cina.
Altri tratti distintivi sono l’economicit a’ del viaggio che prevale nelle politiche degli operatori
cinesi, e l’incidenza dei viaggi d’af f ari che, seppur diminuiti negli ultimi anni del loro peso
complessivo, costituiscono ad oggi per l’Italia oltre il 20% dell’intero movimento turistico cinese.
Il target del mercato “long haul” si stima in una popolazione di 30 milioni di persone. Tra le
tendenze si prevede la crescita del segment o viaggi di lusso di gruppo e individuali
(segment o FIT “f ree and independent t ravelling”), dei viaggi mono-dest inazione e le
crociere nel Medit erraneo, attenzione maggiore a vacanze di qualità e all’insegna del
divertimento, meno di gruppo e più familiare, con amici o come single. Lo scenario dunque di un
mercato più allettante e redditizio rispetto al “turismo di massa” ma con esigenze differenti che
non trovano al momento risposte adeguate nell’offerta dei tour operator cinesi, concentrati sul
mass market.
Se dunque è opportuno guardare ai mercati turistici più promettenti, i paesi Brics, quindi
Brasile, Russia, Cina, India e Sudafrica, o i più futuristici Slimma, cioè Sri Lanka, Indonesia,
Malesia, Messico e Argentina, è bene prima di farlo part ire da una conoscenza di base di
2. ciascun mercat o e delle sue carat t erist iche.
Quella cinese è una popolazione dinamica, mai statica, che ama viaggiare e scoprire culture
diverse da quella di origine (pur restando sempre fortemente attaccati alla propria). Se
pensiamo che soltanto nel 2010 sono stati circa 3 milioni i visitatori cinesi che hanno raggiunto
l’Europa, possiamo ben immaginare quanto in futuro questi numeri continueranno a salire. Il
boom delle richieste d’ingresso nel nostro Paese registrato a Shanghai rispecchia l’aumento
d’interesse proveniente da tutta la Cina: nei primi nove mesi del 2011 sono stati quasi 150.000 i
cinesi che sono sbarcati negli aeroporti italiani (220.100 la distribuzione dei flussi turistici cinesi
in Italia nel 2009).
Se poi a questi numeri aggiungiamo anche coloro che hanno visitato il Bel Paese dopo essere
stati in qualche altra nazione europea, ci rendiamo facilmente conto di quanto ciò che qualche
anno fa rappresentava una mera previsione, oggi è invece una solida certezza: anche l’Italia è
diventata una tappa obbligata del Grand Tour europeo dei turisti cinesi. Ma il caro Vecchio
Continente, e nella fattispecie, il nostro caro Stivale, è pronto ad accogliere i turisti cinesi in
maniera adeguata?
Organizzare il soggiorno italiano di comitive provenienti dalla Cina non è semplice come si
possa pensare, anzi, è vero il contrario! L’apice del problema sta proprio nel trovare una
struttura in cui farli alloggiare: ad esempio, a Roma, ci sono 5 grandi alberghi di cinesi per cinesi;
stesso discorso per Milano. Per questo è necessario che ogni albergo si doti di un ref erent e
cinese per aiut are i viaggiat ori asiat ici a f arli sent ire a casa durant e il soggiorno in t erra
st raniera. È importante poi sapere che il turista cinese ha un profilo diverso dal turista russo,
americano, inglese, spagnolo, ecc. Il turista cinese medio infatti spende poco per mangiare e per
dormire, passerebbe ore intere a fare shopping sf renat o e vuole visit are in pochi giorni più
post i possibili. Ancora, il turista cinese predilige la vacanza in comitiva e sceglie
prevalentemente le città perché, almeno lontano da casa, non ama i percorsi naturalistici.
Ovviamente poi ci sono le eccezioni (poche, ma sempre in aumento): in Italia è infatti in crescita
il numero di viaggiatori cinesi di alto livello, cioè di quelle persone che partono alla volta del
3. Vecchio Continente volando in prima classe, portando con sé la servitù e scegliendo un
pacchetto completo a cinque stelle.
Com’è facile immaginare, ad ogni prof ilo di viaggiat ore corrisponde (o quantomeno
dovrebbe corrispondere) un t ipo di of f ert a diversa, anche se oggi in Italia si fa ancora fatica
ad adeguarsi a tutto questo. Oggi, come dieci anni fa – quando i primi pionieri cinesi iniziarono
ad affacciarsi sulla Penisola – i problemi sono sempre gli stessi: ci sono pochi voli diretti tra Italia
e Cina, non ci sono i grandi magazzini per lo shopping delle grandi comitive, non abbiamo hotel
predisposti all’accoglienza Made in China. Ci duole ammetterlo, ma sono ancora tante le lacune
ed i contro che le strutture alberghiere (e gli italiani in generale) della nostra Penisola
presentano nell’accogliere i turisti cinesi.
Partiamo, tanto per fare un esempio, dal pranzo: i cinesi vogliono i loro spaghetti (sì, i loro, e
non i nostri, rassegnatevi) meglio se in formato istant. Inutile cercare di convincerli che la qualità
dei nostri prodotti è la migliore nel mondo: non vi ascolteranno e non vorranno sentire ragioni, o
tutt’al più, vi faranno un cenno di consenso con la testa e poi non ritorneranno da voi nel
prossimo soggiorno. A colazione, scordatevi di servire espresso e brioche: meglio pudding di
riso o zuppa di fagioli con latte di soia e crullers (frittelline di pasta di pane a forma allungata),
ancora meglio se accompagnati da tè verde Longjing. Preparatevi poi ad avere a disposizione
stanze per fumatori ed abbiate cura nel disporre, accanto al letto, delle comode e non
ingombranti ciabattine. Alla reception, invece, non fatevi cogliere impreparati: fornite al loro
arrivo, senza che nemmeno siano costretti a farne richiesta, delle guide turistiche in mandarino:
ve ne saranno davvero grati!
Se siete proprietari di una struttura situata in una città d’arte, dovete per forza adottare questi
piccoli ma fondamentali escamotage. I numeri parlano chiaro, sono proprio queste città la meta
preferita del turismo mandarino: Venezia, Pisa, Roma, Milano sono, nell’ordine, i luoghi per loro
imperdibili.
Allora, viste le carenze strutturali difficilmente colmabili in tempi brevi, non è saggio pensare che
basti convincere i cinesi che vale la pena di visitare l’Italia solo perché è bella!
Nelle prossime puntate vedremo più da vicino i principali t ips di market ing per int ercet t are il
mercat o t urist ico cinese e alcuni accorgiment i nella gest ione dell’accoglienza.
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