La presentazione, tenuta al convegno AIP Sezione Psicologia delle Organizzazioni del 2016, di una ricerca condotta su 213 lavoratori dei Servizi di Salute Mentale sui temi del burnout e dell'orientamento alla Recovery.
Jesi i fattori terapeutici delle comunità residenziali
Burnout e orientamento alla Recovery nei Servizi di Salute Mentale Italiani
1. Burnout e orientamento alla
Recovery nei Servizi di Salute
Mentale italiani.
F. Rapisarda, C. Meroni, M. Miglioretti
Dipartimento di Psicologia
Università degli Studi di Milano Bicocca
2. Il burnout nei Servizi di Salute Mentale
Il personale dei servizi di salute mentale (SSM) tende a sperimentare alti livelli di
burnout,(Paris & Hoge, 2010) con conseguenze negative sulla qualità del servizio e
sul coinvolgimento lavorativo(Aarons, et al, 2009).
Dal punto di vista del servizio offerto, il burnout si declina in una minore spinta
motivazionale nel lavoro (esaurimento), un ridotto livello di compassione e
tolleranza alla sofferenza degli utenti (depersonalizzazione) e una mancanza di
soddisfazione e di senso di competenza professionale (ridotta realizzazione).
Alti livelli di burnout sono associate con disturbi mentali, quali ansia, depressione
(Morse et al 2012), e fisici, quali dolore al collo e alla schiena (Petersone et al, 2008),
gastroenteriti e sindromi para-influenzali (Acker 2010)
3. Significato del lavoro e burnout nei SSM
Maslach and Leiter (1997) hanno identificato 6 aree dell’esperienza
lavorativa che influiscono sul burnout, overo il carico di lavoro, il
controllo sul proprio lavoro e sulle decisioni, il riconoscimento, sia
economico che simbolico, la comunità, ovvero la qualità del contest
sociale in cui si lavoro, la giustizia organizzativa, e Ia congruenza tra i
valori del personale e le priorità dell’organizzazione.
Il burnout nei SSM è maggiore quando il personale percepisce di non
riuscire a soddisfare i bisogni degli utenti, andando contro il proprio
sistema di valori (Leiter & Harvie, 1996; Maslach & Leiter 1996).
4. I «valori» della Salute Mentale: il modello
della Recovery
Origine e sviluppo del modello
Modello sviluppato a partire dagli anni ‘80 da
sperimentazioni di singoli SSM del mondo
anglosassone e da movimenti di utenti e famigliari di
utenti (Antony 1993; Slade 2009)
E’ un modello basato su valori, i cui principi ispiratori
ridefiniscono il ruolo dei professionisti, degli utenti e, in
generale, l’organizzazione dei servizi
Mentre nel Regno Unito, Australia, Canada e Stati Uniti
vi sono servizi che adottano formalmente tale
modello, in Italia la sua diffusione è ancora in corso,
seppur iniziata da più di 10 anni.
I principi ispiratori (Clay, 2012)
Auto-direzionamento
Centralità dell’individuo
Empowerment
Olistico
Non lineare
Basata su punti di forza
Sostegno reciproco
Rispetto dell’utente
Responsabilità degli utenti
Speranza
5. Relazione operatore – utente e benessere
Il personale dei SSM può aiutare la recovery degli utenti infondendo
speranza, condividendo le scelte riabilitative e ponendosi in modo
aperto e flessibile rispetto alle opzioni di trattamento. (Borg and
Kristiansen 2004; Topor et al. 2006).
Allo stesso modo, il rapporto con gli utenti può essere fonte di grande
realizzazione personale oppure di frustrazione (Craft 2007)
Uno studio americano (Kraus & Stein, 2013) ha rilevato come
l’orientamento alla recovery del servizi possa avere una associazione
negativa rispetto a tutte e tre le dimensioni di burnout del MBI.
6. Il progetto di ricerca
Survey sulle culture professionali e
organizzative dei SSM avviata
nell’ottobre 2016 con termine fine
settembre 2016
22 unità coinvolte, tra cui il DSM di
Lecco e il DSM dell’ASL TO1, incluse 3
cooperative sociali
La partecipazione, volontaria, aperta al
personale che lavora a contatto con
l’utenza, indipendentemente dal ruolo
Dipartimedinto SM
Azienda Sanitaria
Servizi psichiatrici di
diagnosi e cura
(reparti ospedalieri)
Servizi Residenziali
Comunità
residenziali
Residenzialità
leggere
Servizi Territoriali
Centri diurni
Centri di SM /
psicosociali
7. Un approfondimento sul burnout
Obiettivi:
1. Quantificare il tasso del burnout nei SSM
2. Indagare le determinanti del burnout, esplorando le associazioni tra
l’orientamento alla Recovery e il burnout
L’ipotesi è che un maggiore orientamento alla Recovery del
servizio sia associ ad un minor tasso di burnout
8. Metodologia
Procedura: presentazione durante riunioni di equipe e compilazione volontaria
anonima
Strumenti:
Questionario di raccolta variabili socio demografiche e lavorative
Maslach Burnout Inventory - MBI (Maslach & Jackson, 1981; Sirigatti &
Stefanile, 1993)
Recovery Self Assessment – RSA: (O’Connell et al., 2005)
Team Climate Inventory - TCI (West, M.A.et al.1996; Ragazzoni et al. 2002;
Beaulieu et al (2014).
9. Analisi dei dati
Le 3 scale del MBI sono state ricodificate in indicatori binari, laddove 1 indicati i
valori ≥ soglia critica (soglie tratte da Sirigatti & Stefanile, 1993)
Regressione logistica gerarchica per ciascuna delle tre dimensioni del MBI
ricodificate
Blocco 1: variabili personali (età, professione, anni di lavoro, orario di lavoro, ecc…)
Blocco 2: cultura della Recovery (questionario Recovery Self Assessment)
Blocco 3: variabili relative all’equipe: Team Climate Inventory e Supervisione
10. Genere N %
Donna 150 70,4
Uomo 63 29,6
Media DS
Età 45,88 10,031
Professione
N %
Infermiere
63 29,6
Educatore 52 24,4
Medico psichiatra 40 18,8
Psicologo 20 9,4
Ausiliario (ASA, OSS, ecc…) 17 8
Assistente Sociale
11 5,2
Tecnico della riabilitazione psichiatrica 9 4,2
Mancante 1 0,5
Media DS
Da quanti anni lavora nel campo della salute mentale?
15,8 9,4
Si è mai sottoposto ad una analisi didattica? N %
No
115 54
Sì 97 45,5
Mancante 1 0,5
Ha mai ricevuto un supporto professionale per un
problema di Salute Mentale?
N %
No 162 76,1
Sì 47 22,1
Mancante 4 1,9
Il campione (N = 213)
Statistiche descrittive 1/2
Netta prevalenza di donne
Campione rappresentato soprattutto da
infermieri, educatori e medici psichiatri, coerente
con la pratica dei servizi
La metà del campione ha svolto una forma di
analisi/terapia personale a scopo didattico, non
solo psicologi e psichiatri
Circa 1 lavoratore su 5 si è rivolto ad un medico
psichiatra o ad uno psicologo clinico per un
problema di salute mentale
11. Il campione
Statistiche descrittive 2/2
La maggior parte dei partecipanti
lavora in strutture direttamente gestite
dall’Azienda Sanitaria
L’orario di lavoro medio si aggira sulle
35 ore, per il 60% dei casi organizzato in
modo fisso
Il 57% è rappresentato da operatori di
primo livello
Nel 35% dei casi l’equipe dispone di un
sistema di supervision di gruppo
Chi gestisce questa struttura? N %
Azienda sanitaria locale 164 77
Cooperativa sociale (in proprio o appalto) 48 22,5
Mancante 1 0,5
Media DS
Attualmente, quante ore lavora in questa struttura
ogni settimana?
33,1 8,9
Come è organizzato il suo orario di lavoro in questa
struttura?
N %
Orario fisso 126 59,2
Lavoro su turni 51 23,9
Mi organizzo in modo flessibile 25 11,7
Mancante 11 5,2
Qual è il suo ruolo / livello all'interno di questa
struttura?
N %
Operatore 122 57,3
Responsabile 18 8,5
Dirigente 26 12,2
Consulente
24 11,3
Altro (specializzando in psichiatria) 11 5,2
E' previsto un sistema di supervisione degli operatori?
N %
No 125 58,7
Sì, individuale 11 5,2
Sì, di gruppo
76 35,7
Mancante 1 0,5
12.
13. Orientamento alla recovery e setting
L’orientamento alla
Recovery è maggiore
nelle residenzialità
leggere, nei centri
diurni e in alcune
comunità residenziali
Il reparto ospedaliero è
il setting con il minor
orientamento alla
Recovery
14. Esaurimento
Il numero di ore di lavoro
settimanali influisce
sull’esaurimento
Maggiore è la percezione di un
servizio che rispetta e
asseconda le scelte degli utenti
in merito al proprio percorso di
cura, minore è il rischio di
esaurimento
Blocco Variabili significative OR(95%IC)
Costante* .04
Professione (rif. Infermiere)
Educatore .32(.12- .87)
Ore di lavoro settimanali 1.08(1.02- 1.14)
Ore di lavoro settimanali 1.08(1.01- 1.14)
Livello (rif. Operatore)
Dirigente
.19(.03- 1.27)
Recovery Self Assessment
"Scelta" .44(.21- .94)
Ore di lavoro settimanali 1.06(1.0- 1.14)
Recovery Self Assessment
"Scelta" .42(.19- .93)
Blocco 1
R2
=.166
65% casi
predetti
Blocco 2
R2
=.220
68.9% casi
predetti
Blocco 3
R2
=.273
74.5% casi
predetti
15. Blocco Variabili significative OR (95%IC)
Costante 0
Sesso (rif. Donna)
Uomo 3.96 (1.40 - 11.16)
Professione (rif. Infermiere)
Assistente Sociale
16.38 (2.15 - 124.98)
Anni di lavoro nella SM .89 (.82 - .96)
Ore di lavoro settimanali 1.16 (1.04 - 1.28)
Livello (rif. Operatore)
Dirigente
.07 (0 - .98)
Sesso (rif. Donna)
Uomo 5.92 (1.64 - 21.40)
Età 1.10 (1.02 - 1.19)
Professione (rif. Infermiere)
Assistente Sociale
82.53 (6.88 - 990.75)
Anni di lavoro nella SM .83 (.75 - .91)
Ha ricevuto supporto per un problema di SM .10 (.01 - .56)
Sesso (rif. Donna)
Uomo
11.11 (1.96 - 62.95)
Età 1.12 (1.02 - 1.22)
Professione (rif. Infermiere)
Psicologo
Assistente Sociale
127.33 (2.77 - 5844.08)
217.00 (11,01 - 4277.20)
Anni di lavoro nella SM .79 (.71 - .89)
Livello (rif. Operatore)
Specializzando / tirocinante
68.08 (1.47 - 3144.36)
Ha ricevuto supporto per un problema di SM .03 (0 - .34)
Blocco 3
R2
= .392
89.6% casi
predetti
Blocco 1
R2
= .218
84.7% casi
predetti
Blocco 2
R2
= .392
84.7% casi
predetti
Depersonalizzazione
Il genere maschile e l’età più avanzata
sono fattori di rischio
Gli per anni di lavoro e l’aver ricevuto
supporto clinico sono fattori protettivi
Al netto di altri effetti, essere psicologi o
assistenti sociali espone ad un maggior
rischio di depersonalizzazione
La figura dello specializzando in
Psichiatria è ad alto rischio di
depersonalizzazione
Le variabili relative al contesto di lavoro
(recovery e clima di gruppo) non
mostrano effetti rilevanti
16. Blocco Variabili significative OR (95%IC)
Nessuna variabile significativa
Professione (rif. Infermiere)
Educatore
.12 (.01 - .99)
Anni di lavoro nella SM .90 (.83 - .97)
Setting prevalente di lavoro (rif. Ambulatorio)
Centro diurno 57.11 (4.99 - 653.45)
Recovery Self Assessment
"Opzioni" .07 (.01 - .39)
Costante 7476.62
Anni di lavoro nella SM .85 (.76 - .95)
Livello (rif. Operatore)
Consulente 0 (0 - .42)
Setting prevalente di lavoro (rif. Ambulatorio)
Centro diurno
Comunità residenziale
186.68 (7.64 - 4562.78)
17.74 (1.07 - 292.96)
Recovery Self Assessment
"Obiettivi"
"Interventi su misura"
"Opzioni"
.07 (0.01 - .58)
5.90 (1.12 - 31.24)
.03 (.00 - .39)
Team Climate Inventory
"Visione"
"Orientamento al compito"
.49 (.32 - .75)
1.75 (1.11 - 2.75)
Blocco 2
R2
= .290
86.3% casi
predetti
Blocco 1
R2
= .120
83.0% casi
predetti
Blocco 3
R2
= .377
91.8% casi
predetti
Realizzazione
Il numero di anni di lavoro in SM
ha un effetto protettivo
I consulenti sono meno esposti
Lavorare in un centro diurno o in
una struttura residenziale incide
negativamente sulla
realizzazione personale
Orientamento alla recovery e
clima di gruppo hanno effetti
diversi a seconda delle
sottoscale considerate
E’ la dimensione di burnout
maggiormente influenzata da
fattori contestuali
17. Discussione
Gli alti livelli di burnout testimoniano una crisi organizzativa dei servizi,
con rischi reali sul benessere del personale e sulla qualità
I tassi di burnout sono inferiori nei servizi che hanno un orientamento
più riabilitativo
Tra i fattori protettivi individuali l’esperienza e l’aver ricercato supporto e
terapia per un proprio problema di salute mentale
La relazione tra orientamento alla Recovery e burnout sembra essere
complessa e diversa per le tre diverse dimensioni del burnout, al
contrario da quanto riportato da Kraus & Stein, 2013.
18. Limiti e possibili approfondimenti
Limiti
Mancanza di un disegno longitudinale
Partecipazione parziale del personale
Manca una misura dei valori personali da confrontare con quelli del
servizio
Sviluppi futuri
Validazione di un questionario sulla cultura professionale
Restituzione ai SSM coinvolti