5. FINALMENTE
Ada
Contatto
Coordinatrice didattica
presso
Centro Ama l'italiano
Carrer Ausias Marc n°77,
1ª 1ª 08013 Barcelona
Centro oficial de
certificación
(inscripción y examen)
DITALS. CILS y .IT en
convenio con Università
degli Studi di Roma Tre
.IT Università per
Stranieri di Siena,
DITALS
La mia mail:
coordina@centroama
litaliano.com
...e chi se lo sarebbe mai
aspettato?
con l'arrivo della primavera
pubblichiamo il nostro
secondo numero!
Se stai leggendo questa pagina è perché ti interessa
l'italianità oppure semplicemente vorresti capire
finalmente di che si tratta... bhe avanti!
Benvenuto o benvenuta ad apprezzare la bizzarra idea
di affrontare le lezioni di italiano in modo creativo,
vivace, dinamico, ma soprattutto coinvolgente!
Lavoro come insegnante di italiano da molti anni a
Barcellona e con un gruppo di studenti stiamo dando
vita alla rivista "Italiano che passione".
Questo secondo numero si è delineato come occasione
di approfondimento per scoprire curiosità sugli artisti
italiani o non italiani, sulla cucina tra mare e monti, sul
perché e come mai può definirsi una lingua "lingua di
cultura", ma anche sull'inestimabile opera dell'artista
del gruppo che un bel giorno ci ha omaggiati della sua
rappresentazione carnevalesca di una nostra lezione...
In definitiva, non mi resta che confermare quanto
affermava l'insigne ricercatrice R. L. Montalcini:
"Amare il proprio lavoro è la cosa che si
avvicina più concretamente alla felicità sulla
terra."
BUONA LETTURA!
Editoriale
6. Els castellers
Cultura
Maria Rosa
Un “casteller” è la persona che
forma parte della “colla
castellera”.
Un “castell” è una torre umana di
diversi piani d’altezza che viene
costruito tradizionalmente nel Campo
de Tarragona.
Il “castell” è formato da un mumeroso gruppo di
uomini e donne di tutte le età che si allenano tutto
l’anno per fare gare e spettacoli.
Il primo “castell” documentato risale all’anno 1770 nel
municipio dell’Arbós (Tarragona).
Il 2 febbraio 1801 Valls, città della provincia di
Tarragona, organizzò le prime torri durante le Feste
Decennali della Madonna della Candela.
In quel periodo c’erano due gruppi:
la “Colla dels pagesos”(Gruppo dei contadini) e la
“Colla dels Menestrals”(Gruppo dei menestreli).
Questi gruppi si spostavano anche per altri territori
vicini. Questo fatto motivò la formazione d’altre
“colles”che rivaleggiavano tra loro. Ogni volta la
costruzione dei “castells” richiedeva più impegno.
Nel XIX secolo la tradizione castellera crebbe per dieci
anni a un ritmo inarrestabile. Posteriormente, però,
ebbe periodi di decadenza.
Nel dopoguerra fu quando ritornò la gran attività dei
“castells”. Attualmente ci sono molti i gruppi che
formano parte del mondo dei “castells”.
7.
8. La struttura di una torre
consiste in diverse parti:
Maria Rosa
TRONC
ENXANETA
POM DE DALT
PINYA
è la base del “castell” ed è dove si trova la maggioranza
delle persone per supportare la torre.
è la parte più visibile formata dai “baixos” (bassi), i
“segons” (secondi), i “terços” (terzi), i “quarts” (quarti)
etc., secondo l’altezza del “castell”.
cupola di un castello è la parte superiore del “castell”
ed è formata da un piano di due “castellers” nominato
“dosos”, il “acotxador” che abitualmente è il più
piccolo del gruppo ed infine l’
Quando quest’ultimo, che è un bambino, colloca i due
piedi sulla cima ed alza il braccio, si considera che il
“castell” è già “caricato”(castello completato).
Cultura
9. curiosità
Maria Rosa
L’“enxaneta”
Il “folre”
è situato sulla “pinya” per rinforzare il “tronc”. -Le “manilles” sono i “castellers”
situati sul “ folre”, il cui obiettivo è rinforzare il “tronc”. -I “puntals” sono i
“castellers” situati sulle “manilles” a livello dei “quarts”. È importante la musica
delle “gralles”e “timbals” che suona al momento di montare così come al momento
di smontare la torre. Il vestuario consiste in una camicia del colore caratteristico di
ogni gruppo, un pantalone bianco ed una fascia nera che serve per proteggere la
parte bassa della schiena ed anche come appiglio quando i “castellers” vanno verso
l’alto o verso il basso. Quanto alle calzature, quelli che formano il “tronc”, “folre”
e “manilles”, sono scalzi. Quelli che formano la “pinya”sono calzati. Un foulard
molto lungo a forma triangolare, di colore rosso con puntini bianchi, viene usato
principalmente per proteggersi la testa.
utilizza un casco per motivi di sicurezza. Per il fatto di aver mantenuto quest’arte
attraverso i secoli, la città di Valls è considerata “Bressol dels castells” (Culla dei
castells). In questa città si sta costruendo il Museo Casteller de Catalunya. Nel 16
novembre 2010 i “castells” furono riconosciuti Patrimonio Immaterial de la
Humanidad per l’UNESCO. Questa tradizione catalana attualmente è molto
ammirata all’estero.
Una “colla” della Cina partecipò alla
gara che si celebrò l’anno scorso a
Tarragona.
10. Danza o ballo,
questo è il dilemma.
La danza o il balletto classico nasce in Italia nel Rinascimento (XV-
XVII secolo), ma fu durante il regno di Luigi XIV in Francia, che ha
dato veramente corpo a questa disciplina, creando la prima scuola
professionale di danza, il primo manuale in cui sono codificate tutte
le misure, le tecniche, iI metodo e i sistemi da ballo.
Nel corso dei secoli, le diverse correnti
artistiche e ideologiche, il balletto classico
ha integrato forme e stili diversi.
...in movimento
letteratura (introduzione, corpo e
scioglimento), la danza contemporanea
ha piena libertà di composizione, può
essere incompleta o aperta
all'interpretazione dello spettatore. Per
quanto riguarda i vestiti, sono anche
diversi. Mentre il balletto classico ha dei
costumi omogenei: collant, scarpe a
punta (ballerine) e tutù; la danza
moderna è aperta a qualsiasi tipo di
abbigliamento. Il ballo è parte
dell'umanità, dall'inizio dei dipinti
rupestri risalenti a più di 10.000 anni,
figure associate con le illustrazioni di
danze rituali, come in Egitto dei Faraoni,
nella Grecia classica e tra i romani. Nel
Medioevo, il ballo continua come parte
dei riti religiosi della gente, ma
mascherato di nuovi nomi e scopi. Nel
Rinascimento, alla corte di Caterina de
Medici (1519-1589) moglie di Enrico II,
sono nate le prime forme di danza
classica, grazie al grande maestro
Baltasar de Beauyeux. Alla fine della
prima guerra mondiale, le danze di
origine africana e caraibica, creano
nuove forme di ballo in Europa e in
America.
Inoltre, troviamo la danza moderna o
danza contemporanea, nata alla fine del
XIX secolo, in contrasto con la struttura
rigida del balletto classico. In questo
stile si cerca di refuggire dalla forma
classica, a movimenti liberi, linguaggio
del corpo di mescolanza senza tecnica
e comprende qualsiasi tipo di stile, non
considerando una struttura così rigida,
l'obiettivo è quello di esprimere un'idea,
una storia o una emozione attraverso
l'espressione corporea fino ad arrivare
poi al teatro-danza. Così come il balletto
classico segue i canoni classici della
Carme
free-style
come
disco
dancing,
break
dance, hip
hop
11. Carme
Quindi, tutti a ballare!!!
Dagli anni '20, hanno
proliferato sale da ballo
dove si balla charleston,
rumba, samba, tango o
cha-cha-cha. Poi in
seguito ci sono stati altri
balli come il lindy-hop,
rock and roll, twist...
Con la comparsa delle
discoteche è iniziato il
free-style come disco
dancing, break dance, hip
hop e stili infiniti. Il ballo
è parte della nostra vita,
ci dà gioia, felicità,
comunica con gli altri,
mostra la nostra
creatività, ci dà energia e
migliora la nostra salute.
Quindi, tutti a ballare!!!
Corpo di balletto classico
12. di Venezia
Febbraio è il periodo di carnevali e
quello di Venezia è il più conosciuto e
apprezzato nel mondo.
Se ne ha notizia infatti a partire
dalla fine dell’ XI secolo.
Il Carnevale
Attraverso l’anonimato che garantivano
maschere e costumi, si otteneva una
sorta di appiattimento di tutte le
divisioni sociali.
La maschera rendeva impossibile
riconoscere i plebei dagli aristocratici, i
giovani dai vecchi e i ricchi dai poveri.
I vestiti e le maschere sono tipiche della
tradizione veneziana del XVIII secolo è
i personaggi più conosciuti sono La
Bauta, La Moretta, Pantalone, Il Dottore
e Gnaga (un uomo travestito da donna).
E anche i personaggi della Commedia
dell’Arte come Arlecchino, la sua
fidanzata Colombina, l’astuto Brighella,
la Pulcinella o il rustico Truffaldino.
Le maschere sono fatte in cara besta con
colori di bianco, d’argento o d’oro. Per
sette giorni Venezia sarà un grande
palcoscenico per eventi, musica, balli,
acrobazie e spettacoli come Il corte
notturno sull’acqua di gondole, La festa
delle Marie o Il volo dell’aquila.
Il carnevale ha tradizioni molto antiche
che rimandano ai culti ancestrali di
passaggio dall’inverno alla primavera.
Se ne ha notizia infatti a partire dalla
fine dell’ XI secolo.
Dopo è stato associato ai paesi della
religione cattolica (carnem-levare =
abbandonare la carne).
Ci viene detto que a Venezia sia
cominciato a causa d’una tradizione on
cui i nobili si sono travestiti per uscire in
strada per si mischiavano con il popolo.
Ritta
carnem-levare
=
abbandonare
la carne
13. Ritta
Pantalone, o il Magnifico, è una famosissima maschera
veneziana. Anziano mercante, entra spesso in
competizione con i giovani nel tentativo di conquistare
qualche giovane donna.
Maschere
Da sempre il luogo di celebrazione per antonomasia del carnevale di Venezia è stato Piazza San
Marco. È un’occasione per divertirsi è per ammirare i costumi della tradizione veneziana.
14. Lingua
Ifan
Le lingue di cultura
Il gran romanzo russo, Guerra e Pace, inizia con
abbastanza pagine di conversazioni in francese.
Ogni russo istruito di quell'epoca capiva
la lingua della cultura europea.
Qualche anno prima il re
Federico il Grande di
Prussia distrusse
l'esercito francese nella
battaglia di Rossbach e
cosí diventó il gran eroe
dei patrioti tedeschi
posteriori, per esempio
Adolfo Hitler; ma
Federico non poteva
sopportare la tortura di
parlare il tedesco: per lui
l'unica lingua di un uomo
di cultura era il francese.
Altre civiltà ebbero le loro
lingue di conquista
che i sudditi dovevano
imparare, per esempio
l'arabo ed il cinese, le loro
lingue di religione
siccome non si poteva
obbligare gli dei a
imparare lingue nuove,
per esempio il sanscrito e
l'ebreo, e le loro lingue di
commercio, per esempio
il neo-melanesio;
ma gli europei sembrano
essere gli unici che
avessero scelto lingue per
mostrarsi superiori
alle classi sociali basse,
ciò fa si che si riconosca
un lingua come lingua
di cultura.
Come tanti aspetti della
civiltà europea
incominció coi Romani:
"Graecia capta ferum
victorem cepit et artes
Induit agresti Latio..."
(la Grecia presa prese il
suo conquistatore
selvaggio prigioniero ed
impartí le arti al Latino
barbaro) scrisse Orazio.
E molti Romani giovani
dovettero imparare il
greco con un loro schiavo
come professore.
Piú innanzi altre lingue
entrarono nella lista: per
esempio dal 1066 fino alla
seconda metà del trecento
il francese era lingua di
conquista in Inghilterra,
ma dopo si continò a
studiarlo come lingua di
cultura fino al novecento.
Lo stesso successe con la
lingua latina.
Durante il Medio Evo fu
la lingua della religione
(una balordaggine,
siccome il Dio dei
Cristiani soltanto sentí
questa lingua durante la
Sua visita in terra quando
i soldati romani Lo
flagellarono e Lo
inchiodarono alla croce -
una memoria
sgradevole!), ma quando i
Cristiani britannici
abbandonarono la chiesa
papista,
15. Ifan
Graecia capta ferum victorem cepit
et artes Induit agresti Latio...
La Grecia presa prese il suo conquistatore selvaggio
prigioniero ed impartí le arti al Latino barbaro
Si può considerare l'inglese una lingua di cultura o...
anche il latino
soppravvisse come lingua
di cultura fino al
novecento.
L'italiano non aveva
molta importanza nelle
Isole Britanniche.
Era studiato piuttosto
dalle ragazze per
mantenere la bellezza
delle loro natiche.
Ma una volta si mostrò
sul palcoscenico della
storia inglese.
Nel 1580 Francesco
Drake tornò da un giro
del mondo (il primo
inglese che lo
circonnavigò) e la regina
Elisabetta lo onorò.
Mendoza, l'ambasciatore
del re Felipe di Spagna se
ne venne con proteste
assurde.
Durante 22 anni la
regina, che parlava otto
lingue (piú di qualsiasi
altro monarca delle
Isole), aveva comunicato
sempre con
l'ambasciatore nello
spagnuolo, ma questa
volta cambiò dal dialetto
grossolano di Toledo alla
lingua civilizzata di
Firenze.
Sapeva che le sue navi
erano le migliori e poco
tempo dopo incominciò la
guerra. Con qualche frase
d'italiano si iniziarono
390 anni di gloria prima
per gl'inglesi, poi i
britannici, e infine per gli
statiunitensi. È triste
osservare che nel 1580
c'erano cento inglesi che
parlavano italiano per
ogni italiano che
parlava inglese, ma
oggi ci sono cento
italiani che parlano
inglese per ogni
inglese che parli
italiano. Si può
considerare questo un
avanzare della cultura
umana? Si può
considerare l'inglese
una lingua di cultura
o soltanto una lingua
di conquista o di
commercio?
16. Ernesto
Giuseppe Tomasi
duca di Parma e principe di Lampedusa, tra
altri titoli nobiliari, fu l´autore di un unico
romanzo, “Il Gattopardo”
lo rifiutarono e alla fine lo editò
Gian Giacomo Feltrinelli
strano nessuna casa
editrice voleva quel
romanzo storico di un
sconosciuto nobile
siciliano. Tanto
Mondadori come Einaudi
lo rifiutarono e alla fine lo
editò Gian Giacomo
Feltrinelli, consigliato da
Giorgio Bassani, quando
l´autore era già morto da
un anno senza poter
conoscere il grandissimo
successo, del suo unico
romanzo. Le tematiche di
“Il Gattopardo” sono le
riforme che durante il
Risorgimento capovolsero
la società italiana e in
modo speciale la siciliana.
Quando i garibaldini
invasero la Sicilia, nel
1860, il lucido principe
Fabrizio Salina capì che
ciò sarebbe stata la fine
dell´egemonia della sua
classe sociale, di fronte
alla nuova classe
emergente, la borghesia,
che è stato considerato
come uno dei più
importanti del Novecento
italiano. Nato a Palermo
nel 1896, fu un uomo
taciturno, introverso e
coltissimo. Frequentò il
Liceo Classico a Roma e
fece studi di
Giurisprudenza. Dopo di
aver partecipato alla
Grande Guerra,
Il Gattopardo
dal libro al film
in cui fu catturato dai
tedeschi, sposò una
donna lettone e si
rinchiusi nel suo palazzo
palermitano dedicandosi
alla lettura e allo studio.
Per l´esattezza non si sa
quando, basandosi sulla
figura di suo nonno,
scrisse “Il Gattopardo”
probabilmente verso il
1955 e benché sembri
17. citazione:
Ernesto
“Se vogliamo che
tutto rimanga come è
bisogna che tutto cambi”
rappresentata dal
sindaco Calogero Sedara.
Tancredi il pragmatico
nipote di Salina sposò
Angelica la bellissima
figlia di Sedara e non
perse influenza politica
né sociale. Questo
pragmatismo di Tancredi
si esprime in una frase
che è diventata classica:
“Se vogliamo che tutto
rimanga come è bisogna
che tutto cambi”. Cioè:
“Se vogliamo conservare
il potere dobbiamo
adattarci alla democrazia
che arriva”. A incremento
del successo del libro si
girò un bellissimo film
diretto dal grande
Luchino Visconti, ma
questa è un´altra storia.
18. Scienza &
Mariona
Quando la ricerca
diventa poesia
RITA LEVI MONTALCINI:
una donna singolare.
che nacque a Torino il 22
aprile 1909. All'età di
vent'anni entrò nella
scuola medica
dell'istologo Giuseppe
Levi, dove cominciò gli
studi sul sistema nervoso
che avrebbe proseguito
per tutta la vita. Nel 1936
si laureò in Medicina
al'Università di Torino.
Mentre si stava
specializzando in
Neurologia e Psiquiatria,
nel 1938, arrivano in
Italia le leggi razziali. Lei,
di origine ebrea, è
costretta a emigrare in
Belgio. Ma dopo
l'invasione in Belgio per
la Germania nazista
ritornò a Torino dove
continuò a fare ricerca
sullo sistema nervoso
degli embrioni di pollo.
Durante la guerra in Italia
operò come medico a
Firenze al Servizio delle
Forze Alleate. A guerra
finita, riprese la sua
attività di ricerca con il
neuroembriologo Viktor
Hamburger negli Stati
Uniti alla Washington
University di Saint Louis.
Qui, nel 1954, insieme al suo collaboratore Stanley
Cohen identificò il Fattore di Accrescimento della
Fibra Nervosa (nerve growth factor, NGF). Per questa
scoperta Rita Levi e Stanley Cohen sono stati insigniti
nel 1986 dal premio Nobel di Medicina.
19. Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendarsi alla
mediocrità, bensì uscire da quella "zona grigia" in cui tutto è
abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il
coraggio di ribellarsi.
Mariona
Nella profonda ignoranza dei meccanismi che
intervengono nelle neurogenesi e determinano la
Meglio aggiungere vita ai giorni
che non giorni alla vita.
Diceva a sua nipote Piera:
"se non ci fosse stato il fascismo avrebbe continuato a fare il medico e non sarebbe
diventata ricercatrice". Tra il 1961 e il 1962 creò a Roma un centro di ricerca sull'NGF e
nel 1969 fondò l'Istituto di biologia cellulare. Del 1979 rientrò definitivamente in Italia. Nel
2002 fondò l'European Brain Research Institute a Roma. La ricerca sull'NGF ha inaugurato
inoltre lo studio dei fattori di crescita ed è così diventata un programma di indagine a carattere
paradigmatico che ha indicato nuove frontiere della ricerca nelle neuroscienze.
La profondità del pensiero di Rita Levi-Montalcini si può valorare in diverse
massime:
La scelta di un giovane dipende della sua inclinazione, ma anche dalla
fortuna di incontrare un grande maestro.
Il cervello: se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si
indebolisce. La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a
pensare.
formazione di quel formidabile complesso di circuiti tra popolazioni nervose che constituiscono
il sistema nervoso centrale, mi parve che la scoperta degli imponenti processi di migrazione e
di degenerazione che colpiscono alcune di queste popolazioni in incipienti stadi differenziativi,
offrisse un tenue ma valido filo di Arianna per inoltrarsi in quel labirinto affascinante e
misterioso che è il sistema nervioso. Rita Levi-Montalcini è stata l'unica donna italiana a essere
insignita del Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia, è dal 2001 senatrice a vita. Muorì a
Roma il 30 dicembre 2012 all'età di 103 anni.
poesia
20. Antonio Stradivari
il liutaio
più famoso della
storia della musica.
Nato a Cremona (Lombardia) nel
1644,città di tradizione liutaia da 300
anni. A dodici anni cominciò come
apprendista nel lavoratorio di Niccolò
Amati.
A diciasette costriiva strumenti di
grande qualitá perchè aveva introdotto
una geometria e un proggeto nuovo
persino il legno era più denso. Il violino
aveva una sonoritá piú cristallina.
I materialiche utilizzava erano tutti
della zona.
1) Il legno era di àcero e abete.
2)La vernice
3)coda e crine di cavallo. 4)Intestino di
agnello ritorto ,per le corde
5)Resina.
L'epoca d'oro è stata dal 1683 al 1715,el
periodo Barroco e durante questi
trentasette anniha fatto i migliori
strumenti.
Il mistero degli Stradivarius é la
sonorità cristallina e ci sono molte
teorie.
1)In quel periodo di tempo,l'Europa
aveva sofferto un freddo estremo e gli
alberi ne avevano sofferto gli effetti. Il
legno era più denso.
Isabel
un esempio
di perfezione
21. Isabel
2)Stradivari trattava il
legno con particelle
metalliche,(si é
analizzato e si vedono
queste particelle)
e insetti e per
proteggere il legno
utilizzava boràto.
3)Una ricerca fatta
durante trenta anni,resa
pubblica nel 2009 dice
che in quel periodo gli
alberi avevano sofferto
un'epidemia di funghi
Attualmente in Svizzera
si tratta il legno con
funghi modificando
l'acustica,
quindi la sonorità si
assomiglia a quella degli
Stradivarius. Tutti gli
strumenti costruiti da
Stradivari sono
considerati vere opere
d'arte.
22. Un valenziano
Vicent Martín i Soler (Valencia, 1754 – San
Pietroburgo, 1806) è stato un compositore valenciano
famoso per le sue oltre trenta opere debuttate a Napoli,
Vienna e San Pietroburgo, e venti balletti.
alla corte di Napoli
Musica di un tempo
Suo padre, Francesc Xavier Martin era
cantante tenore nella cattedrale di
Valencia, lo presentò al coro della
cattedrale quando aveva sei anni, anche
gli ha insegnato a suonare il
clavicembalo. La madre, Magdalena
Soler, nata a Barcellona, in una famiglia
di artigiani d'argento. Scrisse
principalmente opere buffe italiane
dell'epoca. Sebbene oggi sia poco noto,
ai suoi tempi venne paragonato spesso
a W. A. Mozart e per questo fu
soprannominato il Mozart di Valencia.
In Italia era anche conosciuto con il
nome di Vincenzo Martini. Cantò da
bambino nel coro della cattedrale di
Valencia. Dopo aver studiato musica a
Bologna s'insediò nel 1775 a Madrid. Ivi
mise in scena probabilmente la sua
prima opera, Il tutore burlato, la quale
più tardi venne dallo stesso tradotta in
spagnolo, adattata secondo il modello
della zarzuela e modificato il nome in
La Madrileña. Nella capitale spagnola
ottenne numerosi consensi, soprattutto
da parte del re Carlo IV. Giunse infine
a Napoli nel 1777, dove fu operativo al
servizio della famiglia reale napoletana
(della famiglia Borbon).
Lavorò a Napoli, dove rafforzò la sua
posizione e la sua fama di compositore.
Nel 1779 riuscì a dare con successo la
prima rappresentazione della sua
Ifigenia in Aulide al grandioso teatro
San Carlo. Negli anni seguenti
rappresentò altre sue opere in varie città
italiane. Nel 1785 si recò a Vienna dopo
aver accettato un ingaggio per il teatro
di corte. In questa città - in quel periodo
era il centro europeo dell'opera italiana
- ebbe occasione di fare amicizia con il
librettista italiano e poeta di corte
Lorenzo da Ponte e di lavorare
Ramon
25%
lorem
ipsum
dolor sit
amet
23. Ramon
contemporaneamente anche con i compositori
W. A. Mozart e Antonio Salieri.
Da questa collaborazione
nacquero in seguito
numerose opere come Il
burbero di buon cuore e
Una cosa rara, il suo
lavoro operistico di
maggior successo, il quale
fu ripreso per ben 55
volte in pochi anni; una
melodia del finale del
primo atto venne usata da
Mozart nel secondo atto
del suo Don Giovanni, e
precisamente nella scena
del banchetto. L'anno
seguente trionfa con
L'arbore di Diana, la
quale ricevette 70
rappresentazioni al
Burgtheater di Vienna (fu
una delle opere italiana
maggiormente
rappresentate all'epoca).
Nell'estate del 1788
accettò l'offertà di
Caterina la Grande, che
aveva intenzione di
nominarlo maestro di
cappella della corte
imperiale a San
Pietroburgo. Nella
capitale russa compose
nove opere, delle quali
alcune in russo. Dal 1793
al 1796 visse a Londra,
dove rappresentò con
affermazione La
capricciosa corretta,
sempre usando un
libretto di Da Ponte.
Le opere successive
furono tutte dei fiaschi:
decise quindi di lasciare
la capitale inglese e di far
ritorno a San
Pietroburgo. Trascorse i
suoi ultimi anni di vita in
Russia dedicandosi
soprattutto
all'insegnamento e
trascurando quasi
completamente
la composizione.
Un compositore girovago
24. Un artista poliedrico
Marta
Giorgio Gaber
Parlare di musica italiana è parlare di una
tematica molto estensa perché credo che l’Italia
è stata uno dei paesi più riconosciuti
a livello internazionale
per la sua musica e i suoi
cantanti in generi diversi.
Ma oggi vorrei parlare di
un artista poliedrico che
mi ha sorpresa
tantissimo. Io sono una
appassionata sfegatata di
musica pop italiana degli
anni 50/60. Il periodo de
Nicola di Bari, Domenico
Modugno, Gianni
Morandi, Renato
Carosone, Mina, Rita
Pavone, Adriano
Celentano....e tanti altri.
Ma quando pensavo che
già conoscevo tutti i
migliori cantanti di
questo periodo ho
scoperto Giorgio Gaber.
Non so la ragione per cui
Giorgio Gaber non era
tanto famoso come gli
altri cantanti del
momento, ma tuttavia,
per me è anche un grande
artista italiano.
Già ho detto prima che Giorgio Gaber era un artita
poliedrico, oltre a far suonare la chitarra ha stato
attore di cinema è di teatro, ha partecipato in
programmi televisivi, ha cantato insieme con altri
cantanti famosi, ha scritto testi di canzoni...
25. Marta
Sono testi di protesta ma allo stesso
tempo sono molto diverenti!
C’è una vasta discografia, e alcuni testi delle sue canzoni mi hanno colpito
abbastanza. Sono testi di protesta ma allo stesso tempo sono molto diverenti.
Vi consiglio di cercare canzoni sue su internet. Une delle sue canzoni più
famosi è “Io non mi sento italiano”, ma un altre che io ho trovato
semplicemente straordinaria è “Di Destra o di Sinestra” Eco qui il testo:
Di Destra o di Sinistra
Tutti noi ce la prendiamo con la
storia Ma io dico che la colpa è
nostra È evidente che la gente è
poco seria Quando parla di
sinistra o destra. Ma cos'è la
destra cos'è la sinistra... Fare il
bagno nella vasca è di destra
Far la doccia invece è di sinistra
Un pacchetto di Marlboro è di
destra Di contrabbando è di
sinistra. Ma cos'è la destra cos'è
la sinistra... Una bella
minestrina è di destra Il
minestrone è sempre di sinistra
Tutti i films che fanno oggi son
di destra Se annoiano son di
sinistra. Ma cos'è la destra cos'è
la sinistra... Le scarpette da
ginnastica o da tennis Hanno
ancora un gusto un po' di destra
Ma portarle tutte sporche e un
po' slacciate È da scemi più che
di sinistra. Ma cos'è la destra
cos'è la sinistra... I blue-jeans
che sono un segno di sinistra
Con la giacca vanno verso
destra Il concerto nello stadio è
di sinistra I prezzi sono un po' di
destra. Ma cos'è la destra cos'è
la sinistra... I collant son quasi
sempre di sinistra Il reggicalze è
più che mai di destra La pisciata
in compagnia è di sinistra Il
cesso è sempre in fondo a
destra. Ma cos'è la destra cos'è
la sinistra... La piscina bella
azzurra e trasparente
È evidente che sia un po' di
destra Mentre i fiumi, tutti i
laghi e anche il mare Sono di
merda più che sinistra. Ma cos'è
la destra cos'è la sinistra...
L'ideologia, l'ideologia Malgrado
tutto credo ancora che ci sia È la
passione, l'ossessione Della tua
diversità Che al momento dove è
andata non si sa Dove non si sa,
dove non si sa. Io direi che il
culatello è di destra La
mortadella è di sinistra Se la
cioccolata svizzera è di destra La
Nutella è ancora di sinistra. Ma
cos'è la destra cos'è la sinistra...
Il pensiero liberale è di destra
Ora è buono anche per la
sinistra Non si sa se la fortuna
sia di destra La sfiga è sempre di
sinistra. Ma cos'è la destra cos'è
la sinistra...
Il saluto vigoroso a pugno chiuso
È un antico gesto di sinistra
Quello un po' degli anni '20, un
po' romano È da stronzi oltre che
di destra. Ma cos'è la destra cos'è
la sinistra... L'ideologia,
l'ideologia
Malgrado tutto credo ancora che
ci sia È il continuare ad
affermare Un pensiero e il suo
perché
Con la scusa di un contrasto che
non c'è Se c'è chissà dov'è, se c'é
chissà dov'é. Tutto il vecchio
moralismo è di sinistra
La mancanza di morale è a
destra Anche il Papa
ultimamente È un po' a sinistra
È il demonio che ora è andato a
destra. Ma cos'è la destra cos'è
la sinistra... La risposta delle
masse è di sinistra Con un lieve
cedimento a destra Son sicuro
che il bastardo è di sinistra Il
figlio di puttana è di destra. Ma
cos'è la destra cos'è la sinistra...
Una donna emancipata è di
sinistra Riservata è già un po'
più di destra Ma un figone resta
sempre un'attrazione Che va
bene per sinistra e destra. Ma
cos'è la destra cos'è la sinistra...
Tutti noi ce la prendiamo con la
storia Ma io dico che la colpa è
nostra È evidente che la gente è
poco seria Quando parla di
sinistra o destra. Ma cos'è la
destra cos'è la sinistra... Destra-
sinistra Destra-sinistra Destra-
sinistra Destra-sinistra Destra-
sinistra Basta!
Musica di oggi
26. La cucina catalana tra
mare e monti
Siamo alla frutta
Margherita
2. Le zone della pianura
3. Le zone di montagna
1. Le zone della costa
utilizzano nella loro cucina dimare: pesce, riso, ortaggi (pomodori,melanzane e
peperoni), verdure e agrumi. Invece la carne e il pollame (pollo e maiale)
sono utilizate solo come condimento.
a metà strada tra la montagna e il mare, in genere seguono il modello della costa,
ma con un aumento dei preparati in pentola: piú verdure,
la carne di maiale a sustituzione del pesce.
invece si distinguono per essere privo di pesci e frutti di mare. Invece l’uso di
“coques”, cereali, legumi (patate, carote e cipolle), funghi e bacche aumenta
considerevolmente. L’agnello e salame sono in abbondanza.
Questa ambivalenza tra mare e montagna, molto vicine l’una all’altra, è l’elemento
piú notevole della cucina catalana, piatti a base di carne e pesce, che sono chiamati
“mare e montagna”, come pollo e scampi.
Altrettanto interessanti sono i piatti che mescolano carne e frutta come: anatra con
pere. Un altro elemento di unione della cucina catalana e proprio il pesto, cioè, noci,
nocciuole, mandorle, insieme una fetta dinpane ripassata in padela con un
27. Margherita
Ricetta del pollo con scampi
Cucinare per 10 minuti poi
filo d’olio, e qualche altro elemento come aglio tritato.
Una zuppa puó essere di qualsiasi paese del
Mediterraneo, ma se si prende con pesto e una ricetta
catalana.
In una casseruola e saltare leggermente gli scampi e
poi nello stesso olio friggere il pollo tagliato in quarti.
Quando è dorato, togliere. Nello stesso olio fare un
soffritto con cipolla e pomodoro. Una volta fatto,
aggiungere il pollo.
aggiungere il vino. Quando è ridotto, aggiungere il
brodo e lasciare bollire 30 minuti. Preparare un pesto
di mandorle, aglio, prezzemolo, cioccolato, biscotti,
sale e pepe nero. Disgregare il trito con il sugo del pollo
e aggiungere in casseruola.
Dopo 15 minuti, aggiungere gli scampi e far cuocere
circa 15 minuti.
Il pollo deve essere tenero. Si può fare il giorno prima.
BUON APPETITO!
Mescolate e lasciate cuocere.
Cucina