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ANALISI CRITICA SUL VIRUS T
Cosa pensa un biologo quando guarda film «virali»…
..e perché Resident Evil rimarrà solo fantascienza.
Fortunatamente.
Attenzione!
Questa presentazione nasce a scopo ludico/ divulgativo e potrebbe comportare
alcuni effetti collaterali. Gli effetti collaterali possono comprendere: possibili spoiler
sulla serie cinematografica Resident Evil, ipercriticità nei confronti dei film
appartenenti al genere, necessità impellente di controllare la veridicità di quanto
riportato (con conseguente voglia di studiare ) e desiderio incontrollabile di rivedere
tutti e 7 i film in loop.
Nei casi più gravi può favorire l’insorgere di passioni avverse nei confronti delle
biotecnologie e delle scienze affini. In caso di comparsa dei sintomi, sospendere
immediatamente la somministrazione e mantenere la calma. Studi a vanvera hanno
dimostrato che gli effetti sono transitori e guaribili con una dose di buon vin santo.
Trama: la casa farmaceutica ʺUmbrella
Corporationʺ produce un virus con lo scopo di
trovare una terapia genica a malattie cronico-
degenerative. Tale microrganismo risulta in
grado di riparare le cellule danneggiate e
curare i tessuti dei soggetti trattati. Tuttavia,
una variante del virus, il «virus T», diventa una
micidiale arma di distruzione di massa poiché
capace di trasformare gli infetti in zombie
affamati di carne umana. La scoperta del virus
T rimane segreta finché, in una sede
dell’Umbrella, non accade l’irreparabile. Una
capsula di vetro contente il patogeno si rompe
dando inizio al contagio. Per riparare all’errore
la Regina rossa, l’intelligienza artificiale che
sorveglia sulla sicurezza dell’impianto, prende
una drastica decisione. Uccidere tutti per
evitare un’epidemia.
Ho da ridire sul fatto che un virus così
pericoloso sia custodito in un misero
contenitore di vetro (pur non essendo
specialista in materia). Nella realtà, i
contenitori destinati allo stoccaggio di
materiale infettivo sono piuttosto
complessi, proprio per evitarne la
possibile rottura accidentale. Viene
usato un sistema a scatole cinesi. Il
materiale biologico è sigillato in un
contenitore specifico ed avvolto da
materiale assorbente. Questo viene
poi inserito in un contenitore
ermetico, che isola il campione
dall’ambiente esterno. Infine il tutto è
inglobato in un ulteriore contenitore.
Ma lasciamo perdere questa
leggerezza… gli incidenti accadono.
Il virus T… Quel che possiamo sapere di lui.
La prima domanda che mi pongo biologicamente è: che tipo di virus è il virus T?
Non esiste frame del film in cui ci sia un’immagine al microscopio elettronico del virus, dunque non ne conosco la struttura
e non posso classificarlo. Tuttavia, poiché si chiama virus T e si trasmette attraverso il sangue, ho immaginato che possa
derivare dal virus dell’HIV. Infatti, il virus dell’HIV si trasmette allo stesso modo e ha come principali cellule bersaglio i
linfociti T. Il virus dell’HIV viene classificato come retroviridae.
Envelope: parte più esterna del virus (doppio strato fosfolipidico e
glicoproteine). Deriva dalla cellula infettata e si forma per gemmazione. Il virus T
potrebbe avere un envelope simile alla membrana cellulare delle cellule nervose
umane, visto che queste sono il suo principale bersaglio.
Capside: parte proteica del virus che racchiude l’acido nucleico.
RNA: materiale genetico dei retrovirus.
retroviridae
Promemoria. I retrovirus ospitano in genere frammenti genetici della lunghezza
di circa 10.000 basi nucleotidiche. In altri termini possono contenere - quindi
trasmettere all’ospite- solo un ristretto numero di geni. Dunque avremmo un
vettore piccolo ma capace, allo stesso modo, di indurre profonde variazioni
nell’espressione genica del Dna ospite. Non facile da spiegare..
Struttura di un retroviridae
Pronti, infezione, via..
Come funzionerà il virus T? Agirà come tale.
Un virus è una sorta di parassita obbligato che sfrutta le risorse energetiche e la capacità replicativa di una organismo bersaglio per potersi
riprodurre. Anche se il meccanismo d’azione con cui i virus si replicano cambia molto a seconda dei casi, possiamo generalmente riassumere
l’evento tramite pochi punti:
I. Fusione del virus con la membrana della cellula bersaglio.
II. Integrazione del genoma virale nel Dna della cellula infetta.
III. Trascrizione dei geni virali e traduzione. Così facendo il virus genera tutte le proteine necessarie alla formazione di sue nuove copie a spese
della cellula target.
IV. In caso di ciclo litico i virioni neo-formati fuoriescono dalla cellula infetta per gemmazione. Tramite questo processo i virus con envelope si
rivestono della stessa membrana della cellula ospite. Ottimo meccanismo per sfuggire al riconoscimento da parte del sistema immunitario.
Il virus introduce
il proprio
genoma nel Dna
della cellula
target
I Retrovirus seguono lo schema d’infezione descritto precedentemente ma con qualche differenza. Il genoma dei retrovirus è a Rna e così
com’è non può inserirsi nel genoma delle cellule infettate, poiché quest’ultimo è a Dna. Il genoma virale viene perciò convertito in Dna
dalla trascrittasi inversa. Questo complesso enzimatico utilizza un filamento stampo di Rna come base per la sintesi del filamento
complementare a Dna. La trascrittasi successivamente esplica attività Rnasica, ovvero degrada il filamento di Rna che ha utilizzato come
base, ed utilizza il singolo filamento a Dna rimasto come stampo per la sintesi del complementare. Alla fine la trascrittasi produce un
doppio filamento di Dna virale che può inserirsi nel Dna dell’ospite. Molto ingegnoso!
3 is the magic number
Il genoma dei retrovirus contiene sempre 3 geni essenziali
1-ENV
2-GAG
3-POL
Codifica per la produzione delle proteine dell’involucro virale.
Contiene le informazioni per la sintesi delle proteine del Core.
Traduce per la trascrittasi inversa, le proteasi e l’integrasi. L’integrasi
catalizza l’inserzione del Dna virale nel Dna della cellula bersaglio. Le
proteasi giocano un ruolo importante nella maturazione proteica. La
trascrittasi invece, realizza il passaggio più importante.
3 geni per
domarli e
nel buio
incatenarli
…
Caratteristiche del virus T
1. Si trasmette tramite
contatto del sangue col
sangue infetto.
2. Azzera la capacità di
provare sensazioni ad
eccezione della fame.
3. Gli infetti percepiscono
la fame come necessità
assoluta.
4. Agisce uccidendo
l’ospite per poi
trasformarlo in
zombie.
5. Ripristina l’attività del
SNC (sistema nervoso
centrale) ma solo
parzialmente.
Altre cose che conosco
del Virus T.
Un virus capace di rianimare il sistema nervoso
E qui inizia lo sbigottimento. Un virus capace di far ripartire il SN. Date
un Nobel subito a questi scienziati. Cerco di spiegare perché..
Volendo semplificare molto, il Sistema Nervoso è formato da più
tipologie di cellule neuronali che formano tra loro reti complesse. Alla
base del meccanismo d’azione esistono recettori specifici capaci di
trasformare uno stimolo sia esterno che interno al corpo, in un impulso
elettrico. I vari impulsi così provenienti dalle varie reti nervose sono
trasmessi e integrati, cioè considerati complessivamente dal SNC che
genera una risposta sotto forma di pensiero, movimento, o parola…
Stimolo fisico. ad
es: calore
Trasformazione del
segnale fisico in
chimico
Attivazione di
processi a cascata
intracellulari.
I neuroni coinvolti
possono generare
impulsi elettrici
Sensazione di
«caldo»
Cosa succede «biologicamente» alla morte?
MORTE CELLULARE
Quando un organismo non riesce più a svolgere le normali funzioni fisiologiche, tutte le sue cellule entrano in
sofferenza con maggiore o minore rapidità. Questo perché senza nutrienti ed ossigeno sono interrotti tutti gli
scambi attivi che avvengono a livello delle membrane e che sono indispensabili per la vita. Ne deriva una perdita
delle normali concentrazioni ioniche, quindi della tonicità cellulare. Successivamente Il Ph dei liquidi fisiologici si
altera, le proteine iniziano a perdere la loro struttura formando precipitati insolubili, gli enzimi non sono più
capaci di facilitare l’avvenire delle reazioni, non esiste più alcun fenomeno di turn over …e così via. Alla fine, come
conseguenza estrema, le membrane degli organuli e la stessa membrana cellulare cedono. A questo punto i danni
non sono più reversibili e la cellula muore. La stessa morte della cellula comporta il rilascio di enzimi che
lesionano le cellule vicine e promuovono stati infiammatori a livello tissutale.
Cosa succede al tessuto nervoso in caso di morte?
Il tessuto nervoso degenera in particolar modo perché sensibile alla carenza di ossigeno. Generalmente dopo 4-5
minuti in condizioni di ipossia i neuroni muoiono.
La logica dell’assurdo
Una volta che le cellule nervose
muoiono non c’è possibilità di
recupero. Immaginiamo che
prima di un evento traumatico
le cellule nervose siano 100 e
dopo il trauma 50. I neuroni
sono biologicamente incapaci di
mettere in atto meiosi o mitosi.
Significa che una volta che avete
perso un neurone, non potete
sostituirlo facendo entrare in
divisione cellulare i neuroni
rimasti.
Per cui dopo il trauma dovete
accontentarvi dei neuroni
superstiti.
L’affermazione che il virus T
riporta in vita gli infetti perché
capace di ripristinare l’attività
del SN non può essere vera.
Anche ammettendo che il virus
T riesca a riparare i tessuti
promuovendo i meccanismi di
rinnovo cellulare, questi non
possono avvenire a livello del
SN. In più proprio questo è il
tessuto più «fragile», cioè quello
che si deteriora più rapidamente
una volta sopraggiunta la morte.
Come possono allora gli zombie camminare, muoversi e
mordere se non hanno un Sistema di trasmissione degli impulsi
nervosi, che consenta loro di eseguire movimenti volontari?
Inoltre, la «logica» che muove il virus non è chiara….
sì
Logica del virus
Sei morto?
no
riparo i danni della
decomposizione e
ti rianimo
POI Però ti
decomponi lo
stesso. Non è che
posso pensare a
tutto io.
Allora ti uccido
Cellula in
necrosi
La contraddizione: un virus che
attiva in un organismo i geni per
la riparazione dei danni cellulari,
provoca poi il danneggiamento
delle stesse. O le danneggia o le
ripara. Decidiamoci.
Evidenti segni di
necrosi sugli zombie
Dopo la trasformazione primaria le cellule
infettate non hanno più la capacità di
ripararsi. Potrebbe anche darsi, visto che il
genoma virale non è stabile. Ma allora perché
gli zombie non muoiono? Necessiterebbero di
continue somministrazioni ad hoc del virus T
per non decomporsi. Infatti gli zombie si
decompongono eccome!
Un altro punto chiave e che tutti gli
organismi necessitano di riserve
energetiche sotto forma di molecole
organiche. Queste molecole
funzionano da «riserva» di energia da
utilizzare per lo svolgimento di
reazioni metaboliche endoergoniche e
non solo. Le reazioni endoergoniche
non possono avvenire senza assorbire
energia e costituiscono buona parte
del metabolismo.
Perciò le cellule sintetizzano molecole
organiche in cui l’energia viene
imprigionata sotto forma di legame
chimico. Infatti, ogni legame chimico
richiede una certa quantità di energia
per potersi formare, ma una volta
formato è un sistema sicuro con cui
conservare l’energia stessa (che
altrimenti andrebbe dispersa).
Senza cibo per anni.
Infatti, Il legame fosfato è
particolarmente ricco di energia ed
in una molecola di ATP ce ne sono 2.
Una mole di ATP idrolizzata libera
circa 35 KJ. Non poco..
L’adenina trifosfato è definita perciò
come la «valuta energetica
dell’organismo» perché rappresenta
una fonte di energia che la cellula
può subito spendere in caso di
bisogno.
ATP
L’adenina trifosfato (ATP) è la
molecola più comunemente usata
come fonte di energia.
Ora, nessun motore funziona senza benzina. Al massimo può consumarne poca. Senza umani da mangiare,
dunque senza ATP per le loro cellule, gli zombie dovrebbero avere vita breve. E Invece no. Camminano,
attaccano, mordono e inseguono le prede dopo mesi di digiuno come nulla fosse. Per fare un paragone è come
se i nostri elettrodomestici continuassero a funzionare senza elettricità. . Il virus T non solo ha risolto il
problema della morte ma ha trovato il modo di svolgere tutte le attività cellulari senza alcuna molecola come
fonte di energia.
Nota: l’aggressività e la fame sono solo effetti
collaterali, se gli zombie non hanno bisogno
di cibo.
Secondo questa logica però il passo successivo dovrebbe essere l’autocombustione degli zombie. Sì.
AUTOCOMBUSTIONE DEGLI ZOMBIE. Avete letto bene.
Generalmente, tutte le volte che avviene una reazione chimica qualche legame si spezza. Quando ciò accade un po’ di
energia di legame è dispersa sotto forma di calore. Un metabolismo rapido come quello degli zombie dovrebbe
disperdere così tanto calore da..incenerirli!
Un infetto si trasforma in uno zombie nell’arco di 48 ore al massimo. Il Virus T modifica fortemente la struttura
cellulare umana anche se non sappiamo come. Ma la trasformazione è così profonda che quando l’infezione è
completa i soggetti sono irriconoscibili. Questo significa che a livello metabolico qualcosa è profondamente cambiato.
Modificarsi così tanto in così poco tempo è ovviamente impossibile. Tuttavia se ipotizziamo che questo accada, le
reazioni metaboliche necessarie alla trasformazione dovrebbero avvenire a velocità rapidissima. Poiché molte reazioni
richiedono energia per avvenire, è normale che gli zombie abbiano una fame da lupi. O da zombie..
Invece, la fame degli zombie era la cosa più logica.
Potete dormire sonni tranquilli…..
Nessuno zombie vi sveglierà.
Parola di Umbrella.
.

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Resident evil

  • 1. ANALISI CRITICA SUL VIRUS T Cosa pensa un biologo quando guarda film «virali»… ..e perché Resident Evil rimarrà solo fantascienza. Fortunatamente.
  • 2. Attenzione! Questa presentazione nasce a scopo ludico/ divulgativo e potrebbe comportare alcuni effetti collaterali. Gli effetti collaterali possono comprendere: possibili spoiler sulla serie cinematografica Resident Evil, ipercriticità nei confronti dei film appartenenti al genere, necessità impellente di controllare la veridicità di quanto riportato (con conseguente voglia di studiare ) e desiderio incontrollabile di rivedere tutti e 7 i film in loop. Nei casi più gravi può favorire l’insorgere di passioni avverse nei confronti delle biotecnologie e delle scienze affini. In caso di comparsa dei sintomi, sospendere immediatamente la somministrazione e mantenere la calma. Studi a vanvera hanno dimostrato che gli effetti sono transitori e guaribili con una dose di buon vin santo.
  • 3. Trama: la casa farmaceutica ʺUmbrella Corporationʺ produce un virus con lo scopo di trovare una terapia genica a malattie cronico- degenerative. Tale microrganismo risulta in grado di riparare le cellule danneggiate e curare i tessuti dei soggetti trattati. Tuttavia, una variante del virus, il «virus T», diventa una micidiale arma di distruzione di massa poiché capace di trasformare gli infetti in zombie affamati di carne umana. La scoperta del virus T rimane segreta finché, in una sede dell’Umbrella, non accade l’irreparabile. Una capsula di vetro contente il patogeno si rompe dando inizio al contagio. Per riparare all’errore la Regina rossa, l’intelligienza artificiale che sorveglia sulla sicurezza dell’impianto, prende una drastica decisione. Uccidere tutti per evitare un’epidemia. Ho da ridire sul fatto che un virus così pericoloso sia custodito in un misero contenitore di vetro (pur non essendo specialista in materia). Nella realtà, i contenitori destinati allo stoccaggio di materiale infettivo sono piuttosto complessi, proprio per evitarne la possibile rottura accidentale. Viene usato un sistema a scatole cinesi. Il materiale biologico è sigillato in un contenitore specifico ed avvolto da materiale assorbente. Questo viene poi inserito in un contenitore ermetico, che isola il campione dall’ambiente esterno. Infine il tutto è inglobato in un ulteriore contenitore. Ma lasciamo perdere questa leggerezza… gli incidenti accadono.
  • 4. Il virus T… Quel che possiamo sapere di lui. La prima domanda che mi pongo biologicamente è: che tipo di virus è il virus T? Non esiste frame del film in cui ci sia un’immagine al microscopio elettronico del virus, dunque non ne conosco la struttura e non posso classificarlo. Tuttavia, poiché si chiama virus T e si trasmette attraverso il sangue, ho immaginato che possa derivare dal virus dell’HIV. Infatti, il virus dell’HIV si trasmette allo stesso modo e ha come principali cellule bersaglio i linfociti T. Il virus dell’HIV viene classificato come retroviridae. Envelope: parte più esterna del virus (doppio strato fosfolipidico e glicoproteine). Deriva dalla cellula infettata e si forma per gemmazione. Il virus T potrebbe avere un envelope simile alla membrana cellulare delle cellule nervose umane, visto che queste sono il suo principale bersaglio. Capside: parte proteica del virus che racchiude l’acido nucleico. RNA: materiale genetico dei retrovirus. retroviridae Promemoria. I retrovirus ospitano in genere frammenti genetici della lunghezza di circa 10.000 basi nucleotidiche. In altri termini possono contenere - quindi trasmettere all’ospite- solo un ristretto numero di geni. Dunque avremmo un vettore piccolo ma capace, allo stesso modo, di indurre profonde variazioni nell’espressione genica del Dna ospite. Non facile da spiegare.. Struttura di un retroviridae
  • 5. Pronti, infezione, via.. Come funzionerà il virus T? Agirà come tale. Un virus è una sorta di parassita obbligato che sfrutta le risorse energetiche e la capacità replicativa di una organismo bersaglio per potersi riprodurre. Anche se il meccanismo d’azione con cui i virus si replicano cambia molto a seconda dei casi, possiamo generalmente riassumere l’evento tramite pochi punti: I. Fusione del virus con la membrana della cellula bersaglio. II. Integrazione del genoma virale nel Dna della cellula infetta. III. Trascrizione dei geni virali e traduzione. Così facendo il virus genera tutte le proteine necessarie alla formazione di sue nuove copie a spese della cellula target. IV. In caso di ciclo litico i virioni neo-formati fuoriescono dalla cellula infetta per gemmazione. Tramite questo processo i virus con envelope si rivestono della stessa membrana della cellula ospite. Ottimo meccanismo per sfuggire al riconoscimento da parte del sistema immunitario. Il virus introduce il proprio genoma nel Dna della cellula target
  • 6. I Retrovirus seguono lo schema d’infezione descritto precedentemente ma con qualche differenza. Il genoma dei retrovirus è a Rna e così com’è non può inserirsi nel genoma delle cellule infettate, poiché quest’ultimo è a Dna. Il genoma virale viene perciò convertito in Dna dalla trascrittasi inversa. Questo complesso enzimatico utilizza un filamento stampo di Rna come base per la sintesi del filamento complementare a Dna. La trascrittasi successivamente esplica attività Rnasica, ovvero degrada il filamento di Rna che ha utilizzato come base, ed utilizza il singolo filamento a Dna rimasto come stampo per la sintesi del complementare. Alla fine la trascrittasi produce un doppio filamento di Dna virale che può inserirsi nel Dna dell’ospite. Molto ingegnoso! 3 is the magic number Il genoma dei retrovirus contiene sempre 3 geni essenziali 1-ENV 2-GAG 3-POL Codifica per la produzione delle proteine dell’involucro virale. Contiene le informazioni per la sintesi delle proteine del Core. Traduce per la trascrittasi inversa, le proteasi e l’integrasi. L’integrasi catalizza l’inserzione del Dna virale nel Dna della cellula bersaglio. Le proteasi giocano un ruolo importante nella maturazione proteica. La trascrittasi invece, realizza il passaggio più importante. 3 geni per domarli e nel buio incatenarli …
  • 7. Caratteristiche del virus T 1. Si trasmette tramite contatto del sangue col sangue infetto. 2. Azzera la capacità di provare sensazioni ad eccezione della fame. 3. Gli infetti percepiscono la fame come necessità assoluta. 4. Agisce uccidendo l’ospite per poi trasformarlo in zombie. 5. Ripristina l’attività del SNC (sistema nervoso centrale) ma solo parzialmente. Altre cose che conosco del Virus T.
  • 8. Un virus capace di rianimare il sistema nervoso E qui inizia lo sbigottimento. Un virus capace di far ripartire il SN. Date un Nobel subito a questi scienziati. Cerco di spiegare perché.. Volendo semplificare molto, il Sistema Nervoso è formato da più tipologie di cellule neuronali che formano tra loro reti complesse. Alla base del meccanismo d’azione esistono recettori specifici capaci di trasformare uno stimolo sia esterno che interno al corpo, in un impulso elettrico. I vari impulsi così provenienti dalle varie reti nervose sono trasmessi e integrati, cioè considerati complessivamente dal SNC che genera una risposta sotto forma di pensiero, movimento, o parola… Stimolo fisico. ad es: calore Trasformazione del segnale fisico in chimico Attivazione di processi a cascata intracellulari. I neuroni coinvolti possono generare impulsi elettrici Sensazione di «caldo»
  • 9. Cosa succede «biologicamente» alla morte? MORTE CELLULARE Quando un organismo non riesce più a svolgere le normali funzioni fisiologiche, tutte le sue cellule entrano in sofferenza con maggiore o minore rapidità. Questo perché senza nutrienti ed ossigeno sono interrotti tutti gli scambi attivi che avvengono a livello delle membrane e che sono indispensabili per la vita. Ne deriva una perdita delle normali concentrazioni ioniche, quindi della tonicità cellulare. Successivamente Il Ph dei liquidi fisiologici si altera, le proteine iniziano a perdere la loro struttura formando precipitati insolubili, gli enzimi non sono più capaci di facilitare l’avvenire delle reazioni, non esiste più alcun fenomeno di turn over …e così via. Alla fine, come conseguenza estrema, le membrane degli organuli e la stessa membrana cellulare cedono. A questo punto i danni non sono più reversibili e la cellula muore. La stessa morte della cellula comporta il rilascio di enzimi che lesionano le cellule vicine e promuovono stati infiammatori a livello tissutale. Cosa succede al tessuto nervoso in caso di morte? Il tessuto nervoso degenera in particolar modo perché sensibile alla carenza di ossigeno. Generalmente dopo 4-5 minuti in condizioni di ipossia i neuroni muoiono.
  • 10. La logica dell’assurdo Una volta che le cellule nervose muoiono non c’è possibilità di recupero. Immaginiamo che prima di un evento traumatico le cellule nervose siano 100 e dopo il trauma 50. I neuroni sono biologicamente incapaci di mettere in atto meiosi o mitosi. Significa che una volta che avete perso un neurone, non potete sostituirlo facendo entrare in divisione cellulare i neuroni rimasti. Per cui dopo il trauma dovete accontentarvi dei neuroni superstiti. L’affermazione che il virus T riporta in vita gli infetti perché capace di ripristinare l’attività del SN non può essere vera. Anche ammettendo che il virus T riesca a riparare i tessuti promuovendo i meccanismi di rinnovo cellulare, questi non possono avvenire a livello del SN. In più proprio questo è il tessuto più «fragile», cioè quello che si deteriora più rapidamente una volta sopraggiunta la morte. Come possono allora gli zombie camminare, muoversi e mordere se non hanno un Sistema di trasmissione degli impulsi nervosi, che consenta loro di eseguire movimenti volontari? Inoltre, la «logica» che muove il virus non è chiara….
  • 11. sì Logica del virus Sei morto? no riparo i danni della decomposizione e ti rianimo POI Però ti decomponi lo stesso. Non è che posso pensare a tutto io. Allora ti uccido Cellula in necrosi La contraddizione: un virus che attiva in un organismo i geni per la riparazione dei danni cellulari, provoca poi il danneggiamento delle stesse. O le danneggia o le ripara. Decidiamoci. Evidenti segni di necrosi sugli zombie Dopo la trasformazione primaria le cellule infettate non hanno più la capacità di ripararsi. Potrebbe anche darsi, visto che il genoma virale non è stabile. Ma allora perché gli zombie non muoiono? Necessiterebbero di continue somministrazioni ad hoc del virus T per non decomporsi. Infatti gli zombie si decompongono eccome!
  • 12. Un altro punto chiave e che tutti gli organismi necessitano di riserve energetiche sotto forma di molecole organiche. Queste molecole funzionano da «riserva» di energia da utilizzare per lo svolgimento di reazioni metaboliche endoergoniche e non solo. Le reazioni endoergoniche non possono avvenire senza assorbire energia e costituiscono buona parte del metabolismo. Perciò le cellule sintetizzano molecole organiche in cui l’energia viene imprigionata sotto forma di legame chimico. Infatti, ogni legame chimico richiede una certa quantità di energia per potersi formare, ma una volta formato è un sistema sicuro con cui conservare l’energia stessa (che altrimenti andrebbe dispersa). Senza cibo per anni.
  • 13. Infatti, Il legame fosfato è particolarmente ricco di energia ed in una molecola di ATP ce ne sono 2. Una mole di ATP idrolizzata libera circa 35 KJ. Non poco.. L’adenina trifosfato è definita perciò come la «valuta energetica dell’organismo» perché rappresenta una fonte di energia che la cellula può subito spendere in caso di bisogno. ATP L’adenina trifosfato (ATP) è la molecola più comunemente usata come fonte di energia.
  • 14. Ora, nessun motore funziona senza benzina. Al massimo può consumarne poca. Senza umani da mangiare, dunque senza ATP per le loro cellule, gli zombie dovrebbero avere vita breve. E Invece no. Camminano, attaccano, mordono e inseguono le prede dopo mesi di digiuno come nulla fosse. Per fare un paragone è come se i nostri elettrodomestici continuassero a funzionare senza elettricità. . Il virus T non solo ha risolto il problema della morte ma ha trovato il modo di svolgere tutte le attività cellulari senza alcuna molecola come fonte di energia. Nota: l’aggressività e la fame sono solo effetti collaterali, se gli zombie non hanno bisogno di cibo.
  • 15. Secondo questa logica però il passo successivo dovrebbe essere l’autocombustione degli zombie. Sì. AUTOCOMBUSTIONE DEGLI ZOMBIE. Avete letto bene. Generalmente, tutte le volte che avviene una reazione chimica qualche legame si spezza. Quando ciò accade un po’ di energia di legame è dispersa sotto forma di calore. Un metabolismo rapido come quello degli zombie dovrebbe disperdere così tanto calore da..incenerirli! Un infetto si trasforma in uno zombie nell’arco di 48 ore al massimo. Il Virus T modifica fortemente la struttura cellulare umana anche se non sappiamo come. Ma la trasformazione è così profonda che quando l’infezione è completa i soggetti sono irriconoscibili. Questo significa che a livello metabolico qualcosa è profondamente cambiato. Modificarsi così tanto in così poco tempo è ovviamente impossibile. Tuttavia se ipotizziamo che questo accada, le reazioni metaboliche necessarie alla trasformazione dovrebbero avvenire a velocità rapidissima. Poiché molte reazioni richiedono energia per avvenire, è normale che gli zombie abbiano una fame da lupi. O da zombie.. Invece, la fame degli zombie era la cosa più logica.
  • 16. Potete dormire sonni tranquilli….. Nessuno zombie vi sveglierà. Parola di Umbrella. .