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Sede Legale ed Operativa:
Corso Umberto I, 381 80138 – Napoli
Tel. 0815635606 Fax 08119302695 - 081202227
info@capitalfinspa.it | capitalfinspa@postecert.it
P. IVA e Cod. Fisc. 04356871212
Capitale sociale: € 2.425.000,00 i.v.
Iscr. n.° 35105 ex art. 106 T.U.B. elenco Banca d’Italia -
IVASS n.° 000135915 sez. E – REA NA-692357
NEWS&Finance
PERSONE COME TE
Continuano i cambiamenti verso il
migliore risultato per la Capitalfin
SpA. La società, che ha deciso di
rinnovare il proprio logo e il suo
pay-off, compie un altro passo in
avanti dando continuazione al
programma di cambiamento
stabilito alcuni mesi fa.
Gratificata la Direzione societaria
che davanti ai numeri in forte
miglioramento rispetto agli anni
passati, mostrando percentuali a 3
cifre, dichiara: << Dietro ogni
piccola e media impresa, ci sono
tante persone, che lavorano,
insieme, ogni giorno, per
migliorare e per crescere. Persone
che vogliono decidere, che
vogliono cambiare, che vogliono
costruire un domani migliore.
Persone come te>>.
PERSONE COME TE
Newspaper Cap.Ital.Fin S.p.A. Anno II Numero 8Napoli, Aprile 2016
CapitalFin SpA: si mostra ai suoi Clienti
con una nuova immagine, aprendo alla
nuova campagna pubblicitaria.
Continuano i cambiamenti verso il migliore risultato per la Capitalfin SpA.
La società, che ha deciso di rinnovare il proprio logo e il suo pay-off,
compie un altro passo in avanti dando continuazione al programma di
cambiamento stabilito alcuni mesi fa.
Gratificata la Direzione societaria che davanti ai numeri in forte
miglioramento rispetto agli anni passati, mostrando percentuali a 3 cifre,
dichiara: << Dietro ogni piccola e media impresa, ci sono tante persone,
che lavorano, insieme, ogni giorno, per migliorare e per crescere.
Persone che vogliono decidere, che vogliono cambiare, che vogliono
costruire un domani migliore. Persone come te>>. Precisando ed
evidenziando, la Direzione Societaria afferma ancora: << Abbiamo
frammentato la precedente frase, per far comprendere maggiormente il
valore e il significato delle parole senza prescindere dal senso dell'intera
frase. Crediamo molto nella nostra squadra che con impegno e costanza
quotidianamente onorano le loro mansioni, siamo supportati da una fitta
rete di agenti e collaboratori capaci di tener alto il valore della società con
professionalità e spirito creativo>>.
Per completare, la Direzione Societaria, espone l'idea del nuovo pay-off
promosso dalla Società: << Tutti vi sarete accorti che il precedente slogan
"Una realtà in evoluzione" è stato sostituito dall'attuale slogan "Persone
come Te". L'idea costruita e programmata qualche mese fa, ha voluto far
comprendere l'evoluzione che la Società stava attraversando e che sta
compiendo fino ad arrivare all'essenza pura e all'idea primaria della
nostra mission: Una società fatta di persone, Persone come Te>>.
CapitalFin SpA: si mostra ai suoi Clienti con una nuova
immagine, aprendo alla nuova campagna pubblicitaria.
La Cap.Ital.Fin. spa incrementa la promozione della nuova iniziativa "PORTA UN AMICO...PER TE UN
BUONO SPESA", già in vigore dal 1 Aprile 2015. A partire da Lunedì 11/04/2016 attraverso un'apposita
"campagna pilota", la Direzione Commerciale della Società ha stabilito l'invio di sms pubblicitari verso
nominativi di potenziali clienti. Gli sms, trasmessi tramite un'importante società di Marketing a livello
nazionale, verranno inviati in alcune Regioni del territorio per poter incentivare e pubblicizzare
maggiormente la campagna promozionale "PORTA UN AMICO...PER TE UN BUONO SPESA". Nello specifico,
i potenziali clienti appositamente selezionati riceveranno un messaggio con opportune indicazioni
specificandone i relativi contatti, potranno contattare direttamente il numero verde o inviare un sms per
essere ricontattato. Un call-center dedicato consentirà di ricevere ed effettuare verifiche nell’interesse del
cliente e nella fattibilità dell’operazione. Un agente di zona, sarà informato sulla fattibilità dell'operazione
da portare a termine per il completamento dell'operazione. Tale modalità, consente ancora una volta, di
stabilire una sinergia costruttiva verso la soddisfazione del cliente finale. Al centro dell'operazione, infatti,
c'è sempre il Cliente perno principale dell'operazione, nonché delle attività svolte dalla Società.
CIRCOLARE N. 1182 DEL 14 APRILE 2016 - OAM.
La CapItalFin SpA con la presente nota intende
informare che l’Organismo per la gestione degli elenchi
degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori
creditizi – O.A.M – ha in corso di pubblicazione sul
proprio portale internet Comunicazione n. 8 del 14
aprile 2016, con la quale vengono forniti precisazioni in
ordine alla operatività di consorzi o società consortili
costituiti da agenti in attività finanziaria.
La Società auspica un'attenta e costruttiva lettura al
riguardo. Il testo è scaricabile all'indirizzo
Comunicazione N.1182 del 14 Aprile 2016 .
CapItalFin SpA
News finanziarie
TOP NEWS: la settimana in 5 notizie | n.9
Salvatore Giannavola
Con la nostra rassegna stampa potrete accedere alle notizie più influenti
relative al mondo dei mercati finanziari, accuratamente selezionate dalla
redazione di Simplybiz per voi lettori. Attraverso questa selezione di news
sugli aspetti macro e micro dell’economia vogliamo offrire un servizio
informativo efficace e completo.
In questo numero parleremo di: crediti alle imprese, crescita Eurozona,
Draghi, crescita Pil, rating Bpm e Banco.
1. Bce, aumentano i crediti alle imprese
Gli standard di concessione del credito rimangono più alti rispetto alla media
storica calcolata dal 2003, nonostante il miglioramento delle condizioni di
offerta dei prestiti per le imprese e la continua crescita della domanda di
prestiti per tutte le categorie.
–Milanofinanza
2. Eurozona: crescita sempre più striminzita
Gli ultimi numeri del Fmi dicono che il tasso di crescita economica all’inizio del
secondo trimestre è marginalmente più debole della media registrata nel primo
trimestre, e leggermente più lento della media dello scorso anno.
–Wallstreetitalia
3. Draghi: non lavoriamo per Berlino, spazio per nuove misure
Perentoria risposta alla Germania da parte di Mario Draghi che rivendica a
spada tratta l’indipendenza della Bce. Con riferimento alle critiche ricevute da
parte tedesca, Draghi ha dichiarato che l’istituto centrale ha un mandato per
raggiungere la stabilità dei prezzi per tutta l’area euro, non solo per la
Germania.
–Finanza.com
4. Istat: pil +0,3% nei primi due trimestri, accelerare crescita
Nel primo trimestre di quest’anno la crescita del pil italiano, corretto per gli
effetti di calendario, sarebbe dello 0,3% con un intervallo di confidenza
compreso tra +0,1% e +0,5%. E’ quanto prevede l’Istat che vede un ritmo di
crescita simile anche nel trimestre successivo.
–Milanofinanza
5. Fitch mette sotto la lente i rating. Bpm e Banco sorpresi
L’agenzia di rating americana Fitch, dopo aver già bocciato il fondo Atlante, ha
reso noto di aver posto sotto revisione il titolo della banca milanese con credit
watch negativo nel lungo periodo (attualmente BB+).
–Forexinfo.it
TOP NEWS: la settimana in 5 notizie | n.8
Salvatore Giannavola
Con la nostra rassegna stampa potrete accedere alle notizie più influenti
relative al mondo dei mercati finanziari, accuratamente selezionate dalla
redazione di Simplybiz per voi lettori. Attraverso questa selezione di news
sugli aspetti macro e micro dell’economia vogliamo offrire un servizio
informativo efficace e completo.
In questo numero parleremo di: produzione industriale in Italia, prestiti a
famiglie e imprese, evasione fiscale, banche e scudo fiscale, sofferenze
finanziarie.
1. La produzione industriale frena, ma cresce del 2,5% rispetto al 2015
Doccia fredda sull’industria italiana, che a febbraio cala dello 0,6% su gennaio.
Il dato negativo è tuttavia attutito dalla ripresa nel confronto annuo: rispetto
allo stesso periodo del 2015, infatti, l’indice rilevato dell’Istat è in crescita
dell’1,2%. L’istituto di Statistica, inoltre, sottolinea come nella media dei primi
due mesi dell’anno, la produzione sia salita del 2,5% rispetto allo stesso
periodo del 2015. È positivo in particolare l’andamento dei beni strumentali,
che vedono un incremento del 6,9% nell’anno.
Prosegue anche il trend positivo della produzione di autoveicoli che
aumenta del 15,3% rispetto al 2015: nei primi due mesi dell’anno l’incremento
è stato del 18%. Continua, quindi, la forte espansione del settore iniziata nel
2014. Detto del boom dei beni strumentali, restano in difficoltà i beni di
consumo che crescono dello 0,3%. Nuova significativa flessione per il
comparto energetico (-4,6%).
Per quanto riguarda i settori di attività economica, a febbraio 2016 i comparti
che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della
fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi
elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+8,3%), della
fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della
lavorazione di minerali non metalliferi (+8,2%) e delle altre industrie
manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature
(+8,2%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori della fornitura di
energia elettrica, gas, vapore ed aria (-7,5%), della fabbricazione di coke e
prodotti petroliferi raffinati (-5,5%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e
accessori (-2,4%).
Da Repubblica.it
2. Miracolo, crescono i prestiti a famiglie e imprese
In aumento a febbraio i prestiti a famiglie e imprese: è quanto emerge dai
“Principali voci dei bilanci bancari” di Bankitalia. I prestiti al settore privato,
corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e
cancellati dai bilanci bancari, hanno registrato una crescita su base annua
dello 0,6% (a fronte di una contrazione a gennaio, sempre su base annua, del
-0,2%). I prestiti alle famiglie sono cresciuti dell’1% sui dodici mesi (0,8%
nel mese precedente); quelli alle società non finanziarie sono aumentati,
sempre su base annua, dello 0,3% (-0,9% a gennaio).
I tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per
l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari
al 2,76% (2,85 nel mese precedente); quelli sulle nuove erogazioni di credito
al consumo all’8,52% (8,50 nel mese precedente). I tassi d’interesse sui nuovi
prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono
risultati pari al 2,73% (2,78% nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di
importo superiore a tale soglia all’1,10% (1,55% a gennaio). I tassi passivi sul
complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,49%.
Il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze (senza correzione per
le cartolarizzazioni ma tenendo conto delle discontinuità statistiche) è stato
pari al 4,7% (in diminuzione rispetto al tasso di crescita su base annua
registrato a gennaio, pari al 9%).
Tale diminuzione, secondo l’Istituto di via Nazionale, “dipende da
operazioni di cessione di crediti in sofferenza realizzate nel mese di febbraio”.
Se si corregge il tasso di crescita per tener conto delle cartolarizzazioni e degli
altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, analogamente a quanto si fa
per il totale dei prestiti, il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze
risulta pari al 13,4%, come a gennaio.
A febbraio il tasso di crescita sui dodici mesi dei depositi del settore
privato è stato pari al 3,4% (3,6% a gennaio). La raccolta obbligazionaria,
incluse le obbligazioni detenute dal sistema bancario, è diminuita del 15,3 per
cento su base annua (-16,5 per cento nel mese precedente).
Da Milanofinanza
3. Paradisi fiscali sottraggono 860 miliardi l’anno all’Ue dell’austerità
Solo nell’Unione Europea il costo dell’evasione dovuta ai paradisi fiscali
costa qualcosa come 860 miliardi di euro l’anno, secondo James S. Henry,
ex capo economista della McKinsey. L’esistenza dei porti sicuri nei quali
mettere al riparo ingenti fortune è un elemento integrato della libertà di
movimento dei capitali, e lo stesso discorso vale anche per il dumping fiscale
che facilita l’elusione di aliquote gravose a multinazionali come Apple o
Amazon. A fornire un’analisi di ampio respiro sulla complessità di questo
sistema, ostile alla stragrande maggioranza dei cittadini, sono Guido Iodice e
Thomas Fazi, da tempo impegnati in una puntuale critica ai modelli di crescita
economica, con particolare attenzione alla realtà europea. Tenuto conto del
fatto che otto fra i venti maggiori paradisi fiscali al mondo si trovano
proprio in Europa ( Svizzera, Lussemburgo, Jersey, Germania, Regno Unito,
Belgio, Austria e Cipro), Fazi e Iodice evidenziano semplicemente che la
montagna di denaro deviata dal fisco poggia il suo peso su una maggioranza
di contribuenti che non sono certo nella condizione di sfruttare né l’elusione né
tanto meno hanno interesse a aprire conti offshore.
Da Wallstreetitalia
4. Banche, ecco chi beneficerà di più dello scudo
Un vasto numero di investitori istituzionali tra banche, assicurazioni, fondazioni
bancarie e cassa depositi e prestiti ha aderito alla creazione del
fondo Atlante per assicurare il successo degli aumenti di capitale delle
banche più fragili e per risolvere il problema delle sofferenze.
Il fondo avrà 5 miliardi di euro di dotazione iniziale che potrebbe arrivare
fino a 6 miliardi: le banche contribuirebbero per 3 miliardi di euro (Intesa
Sanpaolo e Unicredit con 1 miliardo di euro a testa e con un impatto di -30
punti base sul Cet1, indicano gli analisti di Equita, Ubi Banca con 500 milioni
e le altre banche esclusa Mediobanca con 500 milioni), le assicurazioni
con 1 miliardo, le fondazioni con 500 milioni, Sga (una sorta di bad bank
pubblica creata nel 1997) con 500-600 milioni e la Cdp con altri 500-600
milioni di euro. Naturalmente Mps , Banca Carige , la Banca popolare di
Vicenza e Veneto Banca non parteciperanno al progetto.
Il fondo sarà gestito da una società di gestione patrimoniale indipendente
(Quaestio Sgr) e potrà intervenire nella sottoscrizione di aumenti di capitale
non assorbiti dal mercato a cominciare da quelli della Banca popolare di
Vicenza e di Veneto Banca. Una notizia quindi positiva per tutto il settore
anche in vista dei diversi aumenti di capitale, in tutto 3,5 miliardi di euro, che
alcune popolari si apprestano a lanciare.
Da Milanofinanza
5. Fmi: “Sofferenze Italia sopra media Ue, bene Atlante”
Il Fondo monetario internazionale promuove Atlante, il fondo di sostegno
alla banche varato con il via libera del governo, e sottolinea l’alto livello
delle sofferenza bancarie in Italia dove sono l’11,2% del totale degli
impieghi. Una media più alta del 6,7% della Spagna, del 2,8% del Regno Unito
e del 4,3% dell’area euro core. La situazione non è rosea neppure per il
resto d’Europa con le banche Ue che hanno ancora 900 miliardi di euro di
non performing loan, crediti deteriorati (dati alla fine di giugno 2015): il Fmi
sottolinea come le pressioni del mercato indichino che “una più completa
soluzione al problema delle banche in Europa non può più essere posticipata.
Gli elevati livelli di crediti deteriorati vanno affrontati con una strategia ampia e
l’eccesso di capacità nel sistema bancario dell’area euro dovrà essere
affrontato nel tempo”.
Anche per questo motivo il direttore esecutivo per l’Italia al Fmi, l’ex
commissario allo spending review Carlo Cottarelli, sottolinea che il fondo
Atlante “è una cosa giusta, una cosa importante da fare. E’ nella direzione che
il Fmi ha indicato” anche perché il livello dei crediti deteriorati resta “elevato”.
Inoltre, i tassi di interesse bassi o negativi hanno effetti positivi sulle banche,
ma possono anche accelerare la compressione dei margini di
interesse. Soprattutto per gli istituti che hanno già deboli punti di
partenza in termini di redditività: secondo il Fmi in questa
categoria rientrano le banche di “Germania, Italia e Giappone”.
Sul fronte bancario, i rischi maggiori sono in capo alle banche cinesi a
causa dei debiti delle aziende con “i prestiti bancari potenzialmente a rischio
che ammontano a quasi 1.300 miliardi di dollari”. Lo stima il Fondo monetario
internazionale spiegando che questi prestiti a rischio delle imprese che non
sono in grado di generare profitti sufficienti a coprire il debito, potrebbero
tradursi “in potenziali perdite per le banche pari al 7% del Pil”, avverte Josè
Vinals che poi aggiunge: “Questo numero può sembrare elevato ma è gestibile
grazie alle riserve finanziarie delle banche e del governo”.
Da Repubblica.it
TOP NEWS: la settimana in 5 notizie | n.7
Salvatore Giannavola
Con la nostra rassegna stampa potrete accedere alle notizie più influenti
relative al mondo dei mercati finanziari, accuratamente selezionate dalla
redazione di Simplybiz per voi lettori. Attraverso questa selezione di news
sugli aspetti macro e micro dell’economia vogliamo offrire un servizio
informativo efficace e completo.
In questo numero parleremo di: banche coinvolte nello scandalo Panama
papers, Def, Pil, pensioni e titoli europei consigliati da Barclays.
1. Panama Papers, pressione su banche: ecco le più presenti sui paradisi
fiscali
Lo scandalo dei Panama Papers rischia di avere conseguenze più ampie
rispetto a quelle individuali che riguardano celebrità e politici di tutto il mondo:
la fuga di notizie ha messo in luce quanto il sistema finanziario sia legato ai
paradisi fiscali, fatto che potrebbe essere non privo di conseguenze. Non è un
caso che il commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici, abbia
detto che il leak dei Panama Papers sia una “buona notizia” e che questo
potrebbe dare slancio al miglioramento della trasparenza finanziaria.
A fornire una chiara rappresentazione di come e quanto le banche siano
presenti sulle piazze dei paradisi fiscali è un editoriale di Bloomberg. Nella
classifica degli istituti bancari più presenti a vario titolo nei paradisi fiscali (fra
quelli che hanno comunicato ufficialmente tali informazioni) compaiono, a
seguire, Royal Bank of Scotland, Societe Generale, Credit Suisse e Ubs.
Operare nel paradiso offshore non è in sé illegale, come non lo è
neanche l’apertura di un conto – a patto che venga fatto con la
trasparenza richiesta dalla legge. Ma lo scandalo dei Panama Papers mette
nero su bianco una serie di attività che, com’è noto, esulano dall’utilizzo legale
di queste esotiche destinazioni. Finora le banche, però, non sono finite sotto
accusa.
Da Wallstreetitalia
2. Renzi: “Approvato il Def, non ci saranno manovre correttive”
Il consiglio dei ministri ha approvato il Def. Lo ha annunciato il premier Matteo
Renzi, sottolineando che non ci saranno altre manovre. “In 26 mesi di
convivenza non abbiamo mai effettuato manovra correttiva, è termine
che abbiamo rottamato, appartiene al passato”, ha spiegato.
L’economia italiana “cresce, la crescita accelera in buona parte trainata
dall’effetto delle misure del governo e si accompagna al miglioramento
continuo delle finanze pubbliche sia in termini di deficit che di debito”. Lo ha
detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, al termine del cdm,
annunciando che il Pil 2016 crescerà dell’1,2%. “L’argomento che l’Italia
chieda troppo è semplicemente sbagliato, l’Italia ha più flessibilità perché è più
in regola di altri per le riforme messe in campo e per gli investimenti. I paesi
nel braccio correttivo come la Francia non possono usare flessibilità perchè le
loro finanze non sono in regola come le nostra. L’Italia è in regola non
ingorda”. Così il ministro Pier Carlo Padoan.
Il “deficit del 2015 è confermato al 2,6%, nel 2016 va al 2,3% e all’1,8% nel
2017”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al termine del
Cdm che ha varato il Def, sottolineando che continua la politica di sostegno
alla crescita con il rafforzamento e risanamento della finanza pubblica”
“Siamo tranquilli che l’1,8% sia assolutamente compatibile con il quadro
europeo”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, parlando al
termine del cdm, del deficit 2017 fissato all’1,8% del Pil. “L’Italia è più in regola
di altri Paesi nel chiedere la flessibilità”, ha aggiunto.
“Non ci saranno altre manovre. No”. Così Matteo Renzi illustrando il Def con il
ministro Padoan. “In 26 mesi di convivenza non abbiamo mai effettuato
manovra correttiva, è termine che abbiamo rottamato, appartiene al passato”,
ha aggiunto.
Da Ansa.it
3. Il Pil del Nord Italia è doppio di quello del Sud
Il Pil pro capite crolla ai minimi da 10 anni (25.256 euro), ma l’effetto più
drammatico della crisi è la completa spaccatura del Paese in due tronconi:
Nord e Sud. Dall’ombra delle Alpi al mar Ligure la recessione ha avuto effetti
ridotti e, anzi, in alcuni casi ha anche permesso di crescere. Dalle pendici del
Vesuvio in giù, invece, la crisi ha mietuto una vittima dopo l’altra. E’ quanto ha
messo nero su bianco l’Istat nel rapporto “Noi Italia” secondo cui la ricchezza
del Nord Ovest(30.821 euro di Pil pro capite) è doppia di quella del
Mezzogiorno (16.761).
Il rapporto Istat, però, è ricco di informazioni che aiutano a fotografare la realtà
italiana dalla quale – per esempio – emerge una pubblica amministrazione più
generosa rispetto alla media europea con una spesa di 13.500 euro l’anno per
abitante: meno di Francia, Germania e Regno Unito, ma più della Spagna. Nel
2014 – anno di riferimento del rapporto – sono calati i consumi elettrici (-
3% su anno) e la produzione lorda di energia elettrica (-4,3%) con i primi
che sono scesi al valore più basso degli ultimi 12 anni: in entrambi i casi siamo
sotto la media europea. Con una quota del 31,3% di consumi da energia
rinnovabile l’Italia supera la media Ue (25,4%).
La nota dolente resta sempre il lavoro: gli occupati in età 20-64 anni
sono oltre sei su dieci, ma pemane un forte squilibrio di genere a sfavore
delle donne (70,6% gli uomini occupati, 50,6% le donne) come il divario
territoriale tra centro-nord e mezzogiorno. Nella graduatoria europea,
comunque, solo Grecia, Croazia e Spagna hanno tassi d’occupazione
inferiori. Il tasso di disoccupazione è in calo, ma il 58,1% dei senza
impiego cerca lavoro da oltre un anno. In questo senso preoccupano gli
oltre 2,3 milioni (il 25,7% del totale) giovani tra i 15 e i 29 anni che non
studiano e non lavorano.
Da Repubblica.it
4. Previdenza, pensioni in cerca di verità
Di cosa parliamo, quando parliamo di pensioni? Nello specifico, si fa
riferimento al tasso di sostituzione, il dato che misura quanto il sistema
riconosce ai lavoratori in quiescenza a fronte dei contributi versati. Il dato
più utile è il tasso di sostituzione netto che misura il rapporto tra l’importo della
prima rata di pensione e quello dell’ultima retribuzione al netto del prelievo
contributivo e fiscale. Fornisce, dunque, una misura dell’adeguatezza delle
prestazioni attese.
Ecco i valori secondo le ipotesi ufficiali della Ragioneria generale dello
Stato: per i dipendenti si va dal 70,3% all’ 81,6% (per le generazioni che
stanno entrando ora nel mondo del lavoro), con un minimo del 59,7% per
carriere importanti (retribuzione annua più 3% in termini reali). Per i
lavoratori autonomi, per i quali è previsto un graduale
aumento dell’aliquota contributiva totalmente a loro carico, si registra un lieve
incremento del tasso di sostituzione e potranno contare su una pensione
netta che va dal 63,9% al 75,4% dell’ultimo reddito da lavoro. Si tratta di
buoni rapporti, che non sembrano giustificare accenti così esasperati come si
sentono in giro.
Da Corriere.it
5. Barclays: otto titoli europei che rendono più del 4%
Fra i titoli europei selezionati dagli analisti di Barclays, grazie al potenziale di
rialzo nei prossimi 12 mesi, ecco quelli che offrono un rendimento della cedola
(dividend yield) molto interessante.
1) BP. Il dividend yield stimato per l’esercizio 2016 del colosso petrolifero, che
capitalizza 66,3 miliardi di sterline, è 7,5%. Il titolo tratta a 16 volte l’utile 2016
e 9 volte quello del prossimo anno. Il rating è overweight (sovrappesare) con
prezzo obiettivo 5,50 sterline (+54%).
2) Ing. Il gruppo finanziario olandese, che capitalizza 42 miliardi di euro, ha un
rendimento della cedola 2016 del 6,4%. Il titolo, che merita il target price 15,50
euro (+43%), tratta 10 volte l’utile 2016 e 9,6 volte quello del prossimo anno. Il
rating è overweight.
3) Petrofac. Il dividend yield 2016 della compagnia Uk specializzata nei servizi
petroliferi (3,2 miliardi di sterline di capitalizzazione) è stimato intorno al 5%.
Alle quotazioni attuali il titolo ha un p/e 2016 di 10,8 che scende a 9 nel 2017,
mentre il target price è 13,20 sterline (+44%).
4) Aviva. Il rendimento della cedola dell’esercizio 2016 della compagnia
assicurativa Uk è stimato 5%, mentre il prezzo obiettivo è 664 pence (+44%).
E’ una delle società finanziarie favorite dagli analisti. Il titolo, che capitalizza
18,6 miliardi di sterline, tratta con un p/e 2016 di 8,7, in leggero calo a 8 nel
2017.
5) Bmw . Il gruppo automobilistico tedesco, che capitalizza 53,3 miliardi di
euro, offre un dividend yield 2016 del 4%. Resta una delle top pick del settore
grazie al potenziale di crescita superiore alla media. Il rating è overweight con
target price di 129 euro (+57%).
6) British American Tobacco. La politica dei dividendi del gigante del
tabacco, che capitalizza 76 miliardi di sterline, assicurerà secondo gli analisti
un rendimento della cedola del 4%. Il rating è overweight con prezzo obiettivo
4.400 pence (+8%).
7) Jupiter Fund Management. Il small cap Uk sta portando avanti la giusta
strategia di diversificazione, assicurandosi un vantaggio rispetto ai competitor.
Il rendimento della cedola 2016 è intorno al 6%. Il rating del titolo, che
capitalizza 1,9 miliardi di sterline, è overweight con prezzo obiettivo 475 pence
(+15%).
8) Wolseley. Il dividend yield stimato per l’esercizio 2016 della società inglese,
specializzata nei business services, che capitalizza 10,2 miliardi di sterline, è
4,8%. Il titolo tratta a 15,7 volte l’utile 2016 e 14 quello del prossimo anno. Il
rating è overweight con target price 4.400 pence (+10%).
Da Milanofinanza
Il D. lgs. 141 ha modificato in maniera
sostanziale l'attività dei Mediatori Creditizi
Notiziario Finanziario
Modifiche che hanno suscitato non poche perplessità tra i professionisti del settore ma anche tra i consumatori. Vi sono,
per esercitare la professione, determinati requisiti di cui occorre essere in possesso, e questo è normale e pressoché ovvio:
ciò che non è del tutto ovvio è che siano stati, in quel Decreto, previsti determinati requisiti anche per la permanenza nel
neo Elenco tenuto presso OAM. Si tratta, per essere precisi, di titolo di studio non inferiore al diploma di scuola secondaria
superiore, della frequenza di un corso di formazione professionale, di un’adeguata conoscenza delle materie giuridiche,
economiche, finanziarie e tecniche, da accertarsi attraverso apposito esame. Il fatto di determinare però per Decreto i
requisiti per la permanenza in un determinato Elenco significa fornire alla norma il carattere della retroattività: in buona
sostanza, alla base del diritto c’è la questioncina che le norme non possono mai essere retroattive, e in questo caso è
legittimo supporre che qualche elemento di incongruenza vi sia perché di fatto, invece, questo Decreto retroattivo lo è,
andando a colpire anche chi era già iscritto, pertanto operante, nel soppresso Albo tenuto presso UIF (in Banca d’Italia). C’è
poi una’altra vicenda da tenere in considerazione, che non è di poco conto. E cioè la previsione che il capitale sociale debba
essere non inferiore a 120mila euro, regola che si applica a tutti coloro i quali vorranno svolgere l’attività di Mediatore
Creditizio. E questo è un altro tasto dolente, perché ben si comprende come questo livello di capitale sociale non sia
accessibile proprio a tutti, anzi. Il risultato è che a gestire l’intero mercato della mediazione del credito, restano soltanto
quelli che “possono permetterselo”, cioè i grandi gruppi finanziari, i quali restano così gli unici ad essere abilitati a mediare
direttamente con gli Istituti di Credito, a tutto discapito degli ormai ex Mediatori che per anni hanno dedicato la loro
attività lavorativa alla mediazione creditizia e finanziaria e che però non hanno la possibilità effettiva di costituire una
società giuridica con un capitale di queste proporzioni e di sostenerne poi i relativi costi di gestione. Essi sono costretti
pertanto oggi ad esercitare esclusivamente come “Collaboratori Creditizi”. Si fa fatica a capire dove sia la ratio della norma:
il criterio infatti non può essere certo quello della professionalità. Da quando in qua la professionalità è dettata dalla
consistenza del capitale sociale? E non finisce qui. Viene sancita anche l’incompatibilità con la contestuale iscrizione
nell’Elenco degli Agenti in Attività
Finanziaria e in quello dei Mediatori
Creditizi, il che non solo non ha senso ma
è estremamente pregiudizievole per la
conduzione sia professionale che pratica
dell’attività. E ancora: i Collaboratori
Creditizi non possono svolgere
autonomamente la propria attività di
segnalazione presso più società di
Mediazione del Credito bensì sono
limitati a poterlo fare collaborando con
un’unica società di Mediazione: questo
snatura la vecchia figura del Mediatore
autonomo, che aveva modo di poter
reperire il miglior prodotto in mercato
per il proprio cliente. La limitazione della
attività lavorativa del professionista è,
com’è evidente, altissima. E c’è dell’altro:
la norma sancisce anche il divieto per gli Agenti Immobiliari di poter segnalare al cliente un Istituto di Credito e/o un
Consulente Creditizio per la concessione di un finanziamento, pena la reclusione a un anno; e questo aspetto snatura
fortemente il senso delle rispettive attività lavorative, parliamo dell’Agente immobiliare e del Mediatore Creditizio
naturalmente. Perché le due professioni vanno necessariamente insieme essendo complementari l’una all’altra, come era
ante Decreto: cioè compatibili tra loro. Abbiamo sentito nel merito Michele Cotugno, un ormai ex Mediatore Creditizio,
oggi promotore di due Gruppi di discussione “Agenti di Affari in Mediazione a confronto” nei social network di Facebook e
Linkedin, proprio relativamente alle questioni sollevate. “Il Legislatore – dice – mi ha messo purtroppo di fronte a un bivio,
con la questione dell’incompatibilità professionale tra le due attività già svolte contestualmente, cioè quella di Agente
Immobiliare e di Mediatore Creditizio, oltre che con l’obbligo di capitale sociale minimo, necessario per svolgere
autonomamente l’attività di Mediazione del Credito, qualora ovviamente avessi optato per continuare ad operare nella
specifica sezione. Un capitale sociale così alto certamente non credo sia garanzia di professionalità del soggetto operante.
Dopo l’attuazione del Decreto 141 del 2010 il numero dei Mediatori Creditizi si è ridotto drasticamente, ma il Legislatore
stranamente non ha avuto orecchio sensibile alle esigenze non solo della categoria ma anche dei consumatori, perché
questi ultimi prima avevano certamente maggiori possibilità di scelta. Varrebbe la pena di abrogare, o quanto meno di
rettificare sostanzialmente il Decreto in questione, che impedisce di fatto al cliente di trovare tutto in una sola struttura
multi service, salvo il suo diritto di scegliere di gestire le due questioni – acquisto di un immobile e possibilità di scelta del
prodotto creditizio – separatamente. In questo modo, invece, i ‘grandi gruppi’ hanno la strada spianata, magari anche a
scapito naturalmente di chi invece non riesce a sostenere un impegno economico così gravoso. L’abrogazione – o la
modifica sostanziale – del Decreto 141 consentirebbe automaticamente alle Agenzie Immobiliari di poter riacquisire
quell’autonomia operativa ormai perduta, pertanto di poter vendere nuovamente un servizio professionale completo e
non più monco (curare la vendita dell’immobile e reperire per il cliente il miglior prodotto creditizio sul mercato, come si
faceva in passato) e al contempo così poter concorrere in maniera quantomeno paritetica con i grandi gruppi, che sebbene
rispettino quanto previsto dal Decreto in questione, avendo loro capacità economica, possono comunque operare in ambo
i settori della mediazione giacché in grado di sdoppiarsi giuridicamente, soddisfacendo di fatto tutte le reali esigenze del
consumatore cliente. “Ritengo inoltre che l’eventuale abrogazione del Decreto sarebbe un concreto stimolo anche alla
ripresa dell’economia, giacché si eviterebbe la graduale estinzione di tutte quelle piccole e medie imprese di
intermediazione immobiliare, oggi parti
purtroppo lese. Si eviterebbe inoltre un
potenziale fenomeno di abusivismo nel
settore della mediazione del credito, che
potrebbero essersi create proprio per effetto
dell’obbligo di capitalizzazione. A questo
punto mi domando: era proprio così
necessario recepire in tali modalità una
direttiva comunitaria, sopprimendo in
concreto centinaia di migliaia di PMI già
operanti, specie in un periodo di forte
contrazione economica? Inoltre, non sarebbe
stato sufficiente l’obbligo di formazione
continua agli ex Mediatori del Credito, una polizza assicurativa professionale a tutela dei clienti ecc…, evitando
quell’assurdo obbligo di capitalizzazione, che certamente non ha facilitato la libera concorrenza?”. L’economia, lo
sappiamo bene, in Italia si regge infatti principalmente sulle piccole e medie imprese che, anche in questo caso, sono
estremamente penalizzate a tutto vantaggio delle grandi imprese, delle banche, della finanza ad alti livelli, che dunque
dominano il mercato finanziario e immobiliare.
Caro Collaboratore,
la Cap.Ital.Fin. S.p.A. da sempre riconosce la centralità delle risorse umane e ritiene che un
fattore di successo e sviluppo di un'impresa sia costituito proprio del contributo professionale
delle persone che vi operano.
Difatti l'intera gestione dell'azienda è improntata al rispetto della personalità e
professionalità di ciascun collaboratore in un quadro di lealtà e fiducia.
Dal prossimo numero abbiamo una sorpresa riservata per TE! Abbiamo deciso di riservare e
dedicare una sezione del Magazine alle iniziative, analisi e considerazioni di tutti i
Collaboratori della CapitalFin SpA. L'occasione è di grande impatto, per l'alta visibilità e come
chance di dimostrare sempre il proprio talento.
Attraverso questo periodico vogliamo tenerti informato su tutte le novità che interessano il
mondo del credito e della finanza, potrai inoltre confrontarti con obiettivi osservabili e
misurabili e condividere risultati alla cui realizzazione hai contribuito anche Tu!
Lo Staff
Cap.Ital.Fin.SpA
CAPITALFIN
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80138 NAPOLI – tel: 0815635606 – fax: 08119302695
capitale sociale: € 2.425.000,00 i.v.
codice fiscale e partita iva: 04356871212
Iscr. n.° 35105 ex art. 106 T.U.B. elenco Banca d’Italia
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  • 1. Sede Legale ed Operativa: Corso Umberto I, 381 80138 – Napoli Tel. 0815635606 Fax 08119302695 - 081202227 info@capitalfinspa.it | capitalfinspa@postecert.it P. IVA e Cod. Fisc. 04356871212 Capitale sociale: € 2.425.000,00 i.v. Iscr. n.° 35105 ex art. 106 T.U.B. elenco Banca d’Italia - IVASS n.° 000135915 sez. E – REA NA-692357 NEWS&Finance PERSONE COME TE Continuano i cambiamenti verso il migliore risultato per la Capitalfin SpA. La società, che ha deciso di rinnovare il proprio logo e il suo pay-off, compie un altro passo in avanti dando continuazione al programma di cambiamento stabilito alcuni mesi fa. Gratificata la Direzione societaria che davanti ai numeri in forte miglioramento rispetto agli anni passati, mostrando percentuali a 3 cifre, dichiara: << Dietro ogni piccola e media impresa, ci sono tante persone, che lavorano, insieme, ogni giorno, per migliorare e per crescere. Persone che vogliono decidere, che vogliono cambiare, che vogliono costruire un domani migliore. Persone come te>>. PERSONE COME TE Newspaper Cap.Ital.Fin S.p.A. Anno II Numero 8Napoli, Aprile 2016 CapitalFin SpA: si mostra ai suoi Clienti con una nuova immagine, aprendo alla nuova campagna pubblicitaria. Continuano i cambiamenti verso il migliore risultato per la Capitalfin SpA. La società, che ha deciso di rinnovare il proprio logo e il suo pay-off, compie un altro passo in avanti dando continuazione al programma di cambiamento stabilito alcuni mesi fa. Gratificata la Direzione societaria che davanti ai numeri in forte miglioramento rispetto agli anni passati, mostrando percentuali a 3 cifre, dichiara: << Dietro ogni piccola e media impresa, ci sono tante persone, che lavorano, insieme, ogni giorno, per migliorare e per crescere. Persone che vogliono decidere, che vogliono cambiare, che vogliono costruire un domani migliore. Persone come te>>. Precisando ed evidenziando, la Direzione Societaria afferma ancora: << Abbiamo frammentato la precedente frase, per far comprendere maggiormente il valore e il significato delle parole senza prescindere dal senso dell'intera frase. Crediamo molto nella nostra squadra che con impegno e costanza quotidianamente onorano le loro mansioni, siamo supportati da una fitta rete di agenti e collaboratori capaci di tener alto il valore della società con professionalità e spirito creativo>>. Per completare, la Direzione Societaria, espone l'idea del nuovo pay-off promosso dalla Società: << Tutti vi sarete accorti che il precedente slogan "Una realtà in evoluzione" è stato sostituito dall'attuale slogan "Persone come Te". L'idea costruita e programmata qualche mese fa, ha voluto far comprendere l'evoluzione che la Società stava attraversando e che sta compiendo fino ad arrivare all'essenza pura e all'idea primaria della nostra mission: Una società fatta di persone, Persone come Te>>.
  • 2. CapitalFin SpA: si mostra ai suoi Clienti con una nuova immagine, aprendo alla nuova campagna pubblicitaria. La Cap.Ital.Fin. spa incrementa la promozione della nuova iniziativa "PORTA UN AMICO...PER TE UN BUONO SPESA", già in vigore dal 1 Aprile 2015. A partire da Lunedì 11/04/2016 attraverso un'apposita "campagna pilota", la Direzione Commerciale della Società ha stabilito l'invio di sms pubblicitari verso nominativi di potenziali clienti. Gli sms, trasmessi tramite un'importante società di Marketing a livello nazionale, verranno inviati in alcune Regioni del territorio per poter incentivare e pubblicizzare maggiormente la campagna promozionale "PORTA UN AMICO...PER TE UN BUONO SPESA". Nello specifico, i potenziali clienti appositamente selezionati riceveranno un messaggio con opportune indicazioni specificandone i relativi contatti, potranno contattare direttamente il numero verde o inviare un sms per essere ricontattato. Un call-center dedicato consentirà di ricevere ed effettuare verifiche nell’interesse del cliente e nella fattibilità dell’operazione. Un agente di zona, sarà informato sulla fattibilità dell'operazione da portare a termine per il completamento dell'operazione. Tale modalità, consente ancora una volta, di stabilire una sinergia costruttiva verso la soddisfazione del cliente finale. Al centro dell'operazione, infatti, c'è sempre il Cliente perno principale dell'operazione, nonché delle attività svolte dalla Società. CIRCOLARE N. 1182 DEL 14 APRILE 2016 - OAM. La CapItalFin SpA con la presente nota intende informare che l’Organismo per la gestione degli elenchi degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi – O.A.M – ha in corso di pubblicazione sul proprio portale internet Comunicazione n. 8 del 14 aprile 2016, con la quale vengono forniti precisazioni in ordine alla operatività di consorzi o società consortili costituiti da agenti in attività finanziaria. La Società auspica un'attenta e costruttiva lettura al riguardo. Il testo è scaricabile all'indirizzo Comunicazione N.1182 del 14 Aprile 2016 . CapItalFin SpA
  • 3. News finanziarie TOP NEWS: la settimana in 5 notizie | n.9 Salvatore Giannavola Con la nostra rassegna stampa potrete accedere alle notizie più influenti relative al mondo dei mercati finanziari, accuratamente selezionate dalla redazione di Simplybiz per voi lettori. Attraverso questa selezione di news sugli aspetti macro e micro dell’economia vogliamo offrire un servizio informativo efficace e completo. In questo numero parleremo di: crediti alle imprese, crescita Eurozona, Draghi, crescita Pil, rating Bpm e Banco. 1. Bce, aumentano i crediti alle imprese Gli standard di concessione del credito rimangono più alti rispetto alla media storica calcolata dal 2003, nonostante il miglioramento delle condizioni di offerta dei prestiti per le imprese e la continua crescita della domanda di prestiti per tutte le categorie. –Milanofinanza 2. Eurozona: crescita sempre più striminzita Gli ultimi numeri del Fmi dicono che il tasso di crescita economica all’inizio del secondo trimestre è marginalmente più debole della media registrata nel primo trimestre, e leggermente più lento della media dello scorso anno. –Wallstreetitalia 3. Draghi: non lavoriamo per Berlino, spazio per nuove misure Perentoria risposta alla Germania da parte di Mario Draghi che rivendica a spada tratta l’indipendenza della Bce. Con riferimento alle critiche ricevute da parte tedesca, Draghi ha dichiarato che l’istituto centrale ha un mandato per raggiungere la stabilità dei prezzi per tutta l’area euro, non solo per la Germania. –Finanza.com
  • 4. 4. Istat: pil +0,3% nei primi due trimestri, accelerare crescita Nel primo trimestre di quest’anno la crescita del pil italiano, corretto per gli effetti di calendario, sarebbe dello 0,3% con un intervallo di confidenza compreso tra +0,1% e +0,5%. E’ quanto prevede l’Istat che vede un ritmo di crescita simile anche nel trimestre successivo. –Milanofinanza 5. Fitch mette sotto la lente i rating. Bpm e Banco sorpresi L’agenzia di rating americana Fitch, dopo aver già bocciato il fondo Atlante, ha reso noto di aver posto sotto revisione il titolo della banca milanese con credit watch negativo nel lungo periodo (attualmente BB+). –Forexinfo.it TOP NEWS: la settimana in 5 notizie | n.8 Salvatore Giannavola Con la nostra rassegna stampa potrete accedere alle notizie più influenti relative al mondo dei mercati finanziari, accuratamente selezionate dalla redazione di Simplybiz per voi lettori. Attraverso questa selezione di news sugli aspetti macro e micro dell’economia vogliamo offrire un servizio informativo efficace e completo. In questo numero parleremo di: produzione industriale in Italia, prestiti a famiglie e imprese, evasione fiscale, banche e scudo fiscale, sofferenze finanziarie. 1. La produzione industriale frena, ma cresce del 2,5% rispetto al 2015 Doccia fredda sull’industria italiana, che a febbraio cala dello 0,6% su gennaio. Il dato negativo è tuttavia attutito dalla ripresa nel confronto annuo: rispetto allo stesso periodo del 2015, infatti, l’indice rilevato dell’Istat è in crescita dell’1,2%. L’istituto di Statistica, inoltre, sottolinea come nella media dei primi due mesi dell’anno, la produzione sia salita del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2015. È positivo in particolare l’andamento dei beni strumentali, che vedono un incremento del 6,9% nell’anno.
  • 5. Prosegue anche il trend positivo della produzione di autoveicoli che aumenta del 15,3% rispetto al 2015: nei primi due mesi dell’anno l’incremento è stato del 18%. Continua, quindi, la forte espansione del settore iniziata nel 2014. Detto del boom dei beni strumentali, restano in difficoltà i beni di consumo che crescono dello 0,3%. Nuova significativa flessione per il comparto energetico (-4,6%). Per quanto riguarda i settori di attività economica, a febbraio 2016 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+8,3%), della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (+8,2%) e delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+8,2%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-7,5%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-5,5%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-2,4%). Da Repubblica.it 2. Miracolo, crescono i prestiti a famiglie e imprese In aumento a febbraio i prestiti a famiglie e imprese: è quanto emerge dai “Principali voci dei bilanci bancari” di Bankitalia. I prestiti al settore privato, corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, hanno registrato una crescita su base annua dello 0,6% (a fronte di una contrazione a gennaio, sempre su base annua, del -0,2%). I prestiti alle famiglie sono cresciuti dell’1% sui dodici mesi (0,8% nel mese precedente); quelli alle società non finanziarie sono aumentati, sempre su base annua, dello 0,3% (-0,9% a gennaio). I tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,76% (2,85 nel mese precedente); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,52% (8,50 nel mese precedente). I tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono risultati pari al 2,73% (2,78% nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,10% (1,55% a gennaio). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,49%.
  • 6. Il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze (senza correzione per le cartolarizzazioni ma tenendo conto delle discontinuità statistiche) è stato pari al 4,7% (in diminuzione rispetto al tasso di crescita su base annua registrato a gennaio, pari al 9%). Tale diminuzione, secondo l’Istituto di via Nazionale, “dipende da operazioni di cessione di crediti in sofferenza realizzate nel mese di febbraio”. Se si corregge il tasso di crescita per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, analogamente a quanto si fa per il totale dei prestiti, il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze risulta pari al 13,4%, come a gennaio. A febbraio il tasso di crescita sui dodici mesi dei depositi del settore privato è stato pari al 3,4% (3,6% a gennaio). La raccolta obbligazionaria, incluse le obbligazioni detenute dal sistema bancario, è diminuita del 15,3 per cento su base annua (-16,5 per cento nel mese precedente). Da Milanofinanza 3. Paradisi fiscali sottraggono 860 miliardi l’anno all’Ue dell’austerità Solo nell’Unione Europea il costo dell’evasione dovuta ai paradisi fiscali costa qualcosa come 860 miliardi di euro l’anno, secondo James S. Henry, ex capo economista della McKinsey. L’esistenza dei porti sicuri nei quali mettere al riparo ingenti fortune è un elemento integrato della libertà di movimento dei capitali, e lo stesso discorso vale anche per il dumping fiscale che facilita l’elusione di aliquote gravose a multinazionali come Apple o Amazon. A fornire un’analisi di ampio respiro sulla complessità di questo sistema, ostile alla stragrande maggioranza dei cittadini, sono Guido Iodice e Thomas Fazi, da tempo impegnati in una puntuale critica ai modelli di crescita economica, con particolare attenzione alla realtà europea. Tenuto conto del fatto che otto fra i venti maggiori paradisi fiscali al mondo si trovano proprio in Europa ( Svizzera, Lussemburgo, Jersey, Germania, Regno Unito, Belgio, Austria e Cipro), Fazi e Iodice evidenziano semplicemente che la montagna di denaro deviata dal fisco poggia il suo peso su una maggioranza di contribuenti che non sono certo nella condizione di sfruttare né l’elusione né tanto meno hanno interesse a aprire conti offshore. Da Wallstreetitalia
  • 7. 4. Banche, ecco chi beneficerà di più dello scudo Un vasto numero di investitori istituzionali tra banche, assicurazioni, fondazioni bancarie e cassa depositi e prestiti ha aderito alla creazione del fondo Atlante per assicurare il successo degli aumenti di capitale delle banche più fragili e per risolvere il problema delle sofferenze. Il fondo avrà 5 miliardi di euro di dotazione iniziale che potrebbe arrivare fino a 6 miliardi: le banche contribuirebbero per 3 miliardi di euro (Intesa Sanpaolo e Unicredit con 1 miliardo di euro a testa e con un impatto di -30 punti base sul Cet1, indicano gli analisti di Equita, Ubi Banca con 500 milioni e le altre banche esclusa Mediobanca con 500 milioni), le assicurazioni con 1 miliardo, le fondazioni con 500 milioni, Sga (una sorta di bad bank pubblica creata nel 1997) con 500-600 milioni e la Cdp con altri 500-600 milioni di euro. Naturalmente Mps , Banca Carige , la Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca non parteciperanno al progetto. Il fondo sarà gestito da una società di gestione patrimoniale indipendente (Quaestio Sgr) e potrà intervenire nella sottoscrizione di aumenti di capitale non assorbiti dal mercato a cominciare da quelli della Banca popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Una notizia quindi positiva per tutto il settore anche in vista dei diversi aumenti di capitale, in tutto 3,5 miliardi di euro, che alcune popolari si apprestano a lanciare. Da Milanofinanza 5. Fmi: “Sofferenze Italia sopra media Ue, bene Atlante” Il Fondo monetario internazionale promuove Atlante, il fondo di sostegno alla banche varato con il via libera del governo, e sottolinea l’alto livello delle sofferenza bancarie in Italia dove sono l’11,2% del totale degli impieghi. Una media più alta del 6,7% della Spagna, del 2,8% del Regno Unito e del 4,3% dell’area euro core. La situazione non è rosea neppure per il resto d’Europa con le banche Ue che hanno ancora 900 miliardi di euro di non performing loan, crediti deteriorati (dati alla fine di giugno 2015): il Fmi sottolinea come le pressioni del mercato indichino che “una più completa soluzione al problema delle banche in Europa non può più essere posticipata. Gli elevati livelli di crediti deteriorati vanno affrontati con una strategia ampia e l’eccesso di capacità nel sistema bancario dell’area euro dovrà essere affrontato nel tempo”.
  • 8. Anche per questo motivo il direttore esecutivo per l’Italia al Fmi, l’ex commissario allo spending review Carlo Cottarelli, sottolinea che il fondo Atlante “è una cosa giusta, una cosa importante da fare. E’ nella direzione che il Fmi ha indicato” anche perché il livello dei crediti deteriorati resta “elevato”. Inoltre, i tassi di interesse bassi o negativi hanno effetti positivi sulle banche, ma possono anche accelerare la compressione dei margini di interesse. Soprattutto per gli istituti che hanno già deboli punti di partenza in termini di redditività: secondo il Fmi in questa categoria rientrano le banche di “Germania, Italia e Giappone”. Sul fronte bancario, i rischi maggiori sono in capo alle banche cinesi a causa dei debiti delle aziende con “i prestiti bancari potenzialmente a rischio che ammontano a quasi 1.300 miliardi di dollari”. Lo stima il Fondo monetario internazionale spiegando che questi prestiti a rischio delle imprese che non sono in grado di generare profitti sufficienti a coprire il debito, potrebbero tradursi “in potenziali perdite per le banche pari al 7% del Pil”, avverte Josè Vinals che poi aggiunge: “Questo numero può sembrare elevato ma è gestibile grazie alle riserve finanziarie delle banche e del governo”. Da Repubblica.it TOP NEWS: la settimana in 5 notizie | n.7 Salvatore Giannavola Con la nostra rassegna stampa potrete accedere alle notizie più influenti relative al mondo dei mercati finanziari, accuratamente selezionate dalla redazione di Simplybiz per voi lettori. Attraverso questa selezione di news sugli aspetti macro e micro dell’economia vogliamo offrire un servizio informativo efficace e completo. In questo numero parleremo di: banche coinvolte nello scandalo Panama papers, Def, Pil, pensioni e titoli europei consigliati da Barclays. 1. Panama Papers, pressione su banche: ecco le più presenti sui paradisi fiscali Lo scandalo dei Panama Papers rischia di avere conseguenze più ampie rispetto a quelle individuali che riguardano celebrità e politici di tutto il mondo: la fuga di notizie ha messo in luce quanto il sistema finanziario sia legato ai paradisi fiscali, fatto che potrebbe essere non privo di conseguenze. Non è un
  • 9. caso che il commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici, abbia detto che il leak dei Panama Papers sia una “buona notizia” e che questo potrebbe dare slancio al miglioramento della trasparenza finanziaria. A fornire una chiara rappresentazione di come e quanto le banche siano presenti sulle piazze dei paradisi fiscali è un editoriale di Bloomberg. Nella classifica degli istituti bancari più presenti a vario titolo nei paradisi fiscali (fra quelli che hanno comunicato ufficialmente tali informazioni) compaiono, a seguire, Royal Bank of Scotland, Societe Generale, Credit Suisse e Ubs. Operare nel paradiso offshore non è in sé illegale, come non lo è neanche l’apertura di un conto – a patto che venga fatto con la trasparenza richiesta dalla legge. Ma lo scandalo dei Panama Papers mette nero su bianco una serie di attività che, com’è noto, esulano dall’utilizzo legale di queste esotiche destinazioni. Finora le banche, però, non sono finite sotto accusa. Da Wallstreetitalia 2. Renzi: “Approvato il Def, non ci saranno manovre correttive” Il consiglio dei ministri ha approvato il Def. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi, sottolineando che non ci saranno altre manovre. “In 26 mesi di convivenza non abbiamo mai effettuato manovra correttiva, è termine che abbiamo rottamato, appartiene al passato”, ha spiegato. L’economia italiana “cresce, la crescita accelera in buona parte trainata dall’effetto delle misure del governo e si accompagna al miglioramento continuo delle finanze pubbliche sia in termini di deficit che di debito”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, al termine del cdm, annunciando che il Pil 2016 crescerà dell’1,2%. “L’argomento che l’Italia chieda troppo è semplicemente sbagliato, l’Italia ha più flessibilità perché è più in regola di altri per le riforme messe in campo e per gli investimenti. I paesi nel braccio correttivo come la Francia non possono usare flessibilità perchè le loro finanze non sono in regola come le nostra. L’Italia è in regola non ingorda”. Così il ministro Pier Carlo Padoan. Il “deficit del 2015 è confermato al 2,6%, nel 2016 va al 2,3% e all’1,8% nel 2017”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al termine del Cdm che ha varato il Def, sottolineando che continua la politica di sostegno alla crescita con il rafforzamento e risanamento della finanza pubblica”
  • 10. “Siamo tranquilli che l’1,8% sia assolutamente compatibile con il quadro europeo”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, parlando al termine del cdm, del deficit 2017 fissato all’1,8% del Pil. “L’Italia è più in regola di altri Paesi nel chiedere la flessibilità”, ha aggiunto. “Non ci saranno altre manovre. No”. Così Matteo Renzi illustrando il Def con il ministro Padoan. “In 26 mesi di convivenza non abbiamo mai effettuato manovra correttiva, è termine che abbiamo rottamato, appartiene al passato”, ha aggiunto. Da Ansa.it 3. Il Pil del Nord Italia è doppio di quello del Sud Il Pil pro capite crolla ai minimi da 10 anni (25.256 euro), ma l’effetto più drammatico della crisi è la completa spaccatura del Paese in due tronconi: Nord e Sud. Dall’ombra delle Alpi al mar Ligure la recessione ha avuto effetti ridotti e, anzi, in alcuni casi ha anche permesso di crescere. Dalle pendici del Vesuvio in giù, invece, la crisi ha mietuto una vittima dopo l’altra. E’ quanto ha messo nero su bianco l’Istat nel rapporto “Noi Italia” secondo cui la ricchezza del Nord Ovest(30.821 euro di Pil pro capite) è doppia di quella del Mezzogiorno (16.761). Il rapporto Istat, però, è ricco di informazioni che aiutano a fotografare la realtà italiana dalla quale – per esempio – emerge una pubblica amministrazione più generosa rispetto alla media europea con una spesa di 13.500 euro l’anno per abitante: meno di Francia, Germania e Regno Unito, ma più della Spagna. Nel 2014 – anno di riferimento del rapporto – sono calati i consumi elettrici (- 3% su anno) e la produzione lorda di energia elettrica (-4,3%) con i primi che sono scesi al valore più basso degli ultimi 12 anni: in entrambi i casi siamo sotto la media europea. Con una quota del 31,3% di consumi da energia rinnovabile l’Italia supera la media Ue (25,4%). La nota dolente resta sempre il lavoro: gli occupati in età 20-64 anni sono oltre sei su dieci, ma pemane un forte squilibrio di genere a sfavore delle donne (70,6% gli uomini occupati, 50,6% le donne) come il divario territoriale tra centro-nord e mezzogiorno. Nella graduatoria europea, comunque, solo Grecia, Croazia e Spagna hanno tassi d’occupazione inferiori. Il tasso di disoccupazione è in calo, ma il 58,1% dei senza impiego cerca lavoro da oltre un anno. In questo senso preoccupano gli
  • 11. oltre 2,3 milioni (il 25,7% del totale) giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. Da Repubblica.it 4. Previdenza, pensioni in cerca di verità Di cosa parliamo, quando parliamo di pensioni? Nello specifico, si fa riferimento al tasso di sostituzione, il dato che misura quanto il sistema riconosce ai lavoratori in quiescenza a fronte dei contributi versati. Il dato più utile è il tasso di sostituzione netto che misura il rapporto tra l’importo della prima rata di pensione e quello dell’ultima retribuzione al netto del prelievo contributivo e fiscale. Fornisce, dunque, una misura dell’adeguatezza delle prestazioni attese. Ecco i valori secondo le ipotesi ufficiali della Ragioneria generale dello Stato: per i dipendenti si va dal 70,3% all’ 81,6% (per le generazioni che stanno entrando ora nel mondo del lavoro), con un minimo del 59,7% per carriere importanti (retribuzione annua più 3% in termini reali). Per i lavoratori autonomi, per i quali è previsto un graduale aumento dell’aliquota contributiva totalmente a loro carico, si registra un lieve incremento del tasso di sostituzione e potranno contare su una pensione netta che va dal 63,9% al 75,4% dell’ultimo reddito da lavoro. Si tratta di buoni rapporti, che non sembrano giustificare accenti così esasperati come si sentono in giro. Da Corriere.it 5. Barclays: otto titoli europei che rendono più del 4% Fra i titoli europei selezionati dagli analisti di Barclays, grazie al potenziale di rialzo nei prossimi 12 mesi, ecco quelli che offrono un rendimento della cedola (dividend yield) molto interessante. 1) BP. Il dividend yield stimato per l’esercizio 2016 del colosso petrolifero, che capitalizza 66,3 miliardi di sterline, è 7,5%. Il titolo tratta a 16 volte l’utile 2016 e 9 volte quello del prossimo anno. Il rating è overweight (sovrappesare) con prezzo obiettivo 5,50 sterline (+54%). 2) Ing. Il gruppo finanziario olandese, che capitalizza 42 miliardi di euro, ha un rendimento della cedola 2016 del 6,4%. Il titolo, che merita il target price 15,50
  • 12. euro (+43%), tratta 10 volte l’utile 2016 e 9,6 volte quello del prossimo anno. Il rating è overweight. 3) Petrofac. Il dividend yield 2016 della compagnia Uk specializzata nei servizi petroliferi (3,2 miliardi di sterline di capitalizzazione) è stimato intorno al 5%. Alle quotazioni attuali il titolo ha un p/e 2016 di 10,8 che scende a 9 nel 2017, mentre il target price è 13,20 sterline (+44%). 4) Aviva. Il rendimento della cedola dell’esercizio 2016 della compagnia assicurativa Uk è stimato 5%, mentre il prezzo obiettivo è 664 pence (+44%). E’ una delle società finanziarie favorite dagli analisti. Il titolo, che capitalizza 18,6 miliardi di sterline, tratta con un p/e 2016 di 8,7, in leggero calo a 8 nel 2017. 5) Bmw . Il gruppo automobilistico tedesco, che capitalizza 53,3 miliardi di euro, offre un dividend yield 2016 del 4%. Resta una delle top pick del settore grazie al potenziale di crescita superiore alla media. Il rating è overweight con target price di 129 euro (+57%). 6) British American Tobacco. La politica dei dividendi del gigante del tabacco, che capitalizza 76 miliardi di sterline, assicurerà secondo gli analisti un rendimento della cedola del 4%. Il rating è overweight con prezzo obiettivo 4.400 pence (+8%). 7) Jupiter Fund Management. Il small cap Uk sta portando avanti la giusta strategia di diversificazione, assicurandosi un vantaggio rispetto ai competitor. Il rendimento della cedola 2016 è intorno al 6%. Il rating del titolo, che capitalizza 1,9 miliardi di sterline, è overweight con prezzo obiettivo 475 pence (+15%). 8) Wolseley. Il dividend yield stimato per l’esercizio 2016 della società inglese, specializzata nei business services, che capitalizza 10,2 miliardi di sterline, è 4,8%. Il titolo tratta a 15,7 volte l’utile 2016 e 14 quello del prossimo anno. Il rating è overweight con target price 4.400 pence (+10%). Da Milanofinanza
  • 13. Il D. lgs. 141 ha modificato in maniera sostanziale l'attività dei Mediatori Creditizi Notiziario Finanziario Modifiche che hanno suscitato non poche perplessità tra i professionisti del settore ma anche tra i consumatori. Vi sono, per esercitare la professione, determinati requisiti di cui occorre essere in possesso, e questo è normale e pressoché ovvio: ciò che non è del tutto ovvio è che siano stati, in quel Decreto, previsti determinati requisiti anche per la permanenza nel neo Elenco tenuto presso OAM. Si tratta, per essere precisi, di titolo di studio non inferiore al diploma di scuola secondaria superiore, della frequenza di un corso di formazione professionale, di un’adeguata conoscenza delle materie giuridiche, economiche, finanziarie e tecniche, da accertarsi attraverso apposito esame. Il fatto di determinare però per Decreto i requisiti per la permanenza in un determinato Elenco significa fornire alla norma il carattere della retroattività: in buona sostanza, alla base del diritto c’è la questioncina che le norme non possono mai essere retroattive, e in questo caso è legittimo supporre che qualche elemento di incongruenza vi sia perché di fatto, invece, questo Decreto retroattivo lo è, andando a colpire anche chi era già iscritto, pertanto operante, nel soppresso Albo tenuto presso UIF (in Banca d’Italia). C’è poi una’altra vicenda da tenere in considerazione, che non è di poco conto. E cioè la previsione che il capitale sociale debba essere non inferiore a 120mila euro, regola che si applica a tutti coloro i quali vorranno svolgere l’attività di Mediatore Creditizio. E questo è un altro tasto dolente, perché ben si comprende come questo livello di capitale sociale non sia accessibile proprio a tutti, anzi. Il risultato è che a gestire l’intero mercato della mediazione del credito, restano soltanto quelli che “possono permetterselo”, cioè i grandi gruppi finanziari, i quali restano così gli unici ad essere abilitati a mediare direttamente con gli Istituti di Credito, a tutto discapito degli ormai ex Mediatori che per anni hanno dedicato la loro attività lavorativa alla mediazione creditizia e finanziaria e che però non hanno la possibilità effettiva di costituire una società giuridica con un capitale di queste proporzioni e di sostenerne poi i relativi costi di gestione. Essi sono costretti pertanto oggi ad esercitare esclusivamente come “Collaboratori Creditizi”. Si fa fatica a capire dove sia la ratio della norma: il criterio infatti non può essere certo quello della professionalità. Da quando in qua la professionalità è dettata dalla consistenza del capitale sociale? E non finisce qui. Viene sancita anche l’incompatibilità con la contestuale iscrizione nell’Elenco degli Agenti in Attività Finanziaria e in quello dei Mediatori Creditizi, il che non solo non ha senso ma è estremamente pregiudizievole per la conduzione sia professionale che pratica dell’attività. E ancora: i Collaboratori Creditizi non possono svolgere autonomamente la propria attività di segnalazione presso più società di Mediazione del Credito bensì sono limitati a poterlo fare collaborando con un’unica società di Mediazione: questo snatura la vecchia figura del Mediatore autonomo, che aveva modo di poter reperire il miglior prodotto in mercato per il proprio cliente. La limitazione della attività lavorativa del professionista è, com’è evidente, altissima. E c’è dell’altro: la norma sancisce anche il divieto per gli Agenti Immobiliari di poter segnalare al cliente un Istituto di Credito e/o un Consulente Creditizio per la concessione di un finanziamento, pena la reclusione a un anno; e questo aspetto snatura fortemente il senso delle rispettive attività lavorative, parliamo dell’Agente immobiliare e del Mediatore Creditizio naturalmente. Perché le due professioni vanno necessariamente insieme essendo complementari l’una all’altra, come era ante Decreto: cioè compatibili tra loro. Abbiamo sentito nel merito Michele Cotugno, un ormai ex Mediatore Creditizio, oggi promotore di due Gruppi di discussione “Agenti di Affari in Mediazione a confronto” nei social network di Facebook e Linkedin, proprio relativamente alle questioni sollevate. “Il Legislatore – dice – mi ha messo purtroppo di fronte a un bivio, con la questione dell’incompatibilità professionale tra le due attività già svolte contestualmente, cioè quella di Agente Immobiliare e di Mediatore Creditizio, oltre che con l’obbligo di capitale sociale minimo, necessario per svolgere autonomamente l’attività di Mediazione del Credito, qualora ovviamente avessi optato per continuare ad operare nella specifica sezione. Un capitale sociale così alto certamente non credo sia garanzia di professionalità del soggetto operante. Dopo l’attuazione del Decreto 141 del 2010 il numero dei Mediatori Creditizi si è ridotto drasticamente, ma il Legislatore stranamente non ha avuto orecchio sensibile alle esigenze non solo della categoria ma anche dei consumatori, perché questi ultimi prima avevano certamente maggiori possibilità di scelta. Varrebbe la pena di abrogare, o quanto meno di
  • 14. rettificare sostanzialmente il Decreto in questione, che impedisce di fatto al cliente di trovare tutto in una sola struttura multi service, salvo il suo diritto di scegliere di gestire le due questioni – acquisto di un immobile e possibilità di scelta del prodotto creditizio – separatamente. In questo modo, invece, i ‘grandi gruppi’ hanno la strada spianata, magari anche a scapito naturalmente di chi invece non riesce a sostenere un impegno economico così gravoso. L’abrogazione – o la modifica sostanziale – del Decreto 141 consentirebbe automaticamente alle Agenzie Immobiliari di poter riacquisire quell’autonomia operativa ormai perduta, pertanto di poter vendere nuovamente un servizio professionale completo e non più monco (curare la vendita dell’immobile e reperire per il cliente il miglior prodotto creditizio sul mercato, come si faceva in passato) e al contempo così poter concorrere in maniera quantomeno paritetica con i grandi gruppi, che sebbene rispettino quanto previsto dal Decreto in questione, avendo loro capacità economica, possono comunque operare in ambo i settori della mediazione giacché in grado di sdoppiarsi giuridicamente, soddisfacendo di fatto tutte le reali esigenze del consumatore cliente. “Ritengo inoltre che l’eventuale abrogazione del Decreto sarebbe un concreto stimolo anche alla ripresa dell’economia, giacché si eviterebbe la graduale estinzione di tutte quelle piccole e medie imprese di intermediazione immobiliare, oggi parti purtroppo lese. Si eviterebbe inoltre un potenziale fenomeno di abusivismo nel settore della mediazione del credito, che potrebbero essersi create proprio per effetto dell’obbligo di capitalizzazione. A questo punto mi domando: era proprio così necessario recepire in tali modalità una direttiva comunitaria, sopprimendo in concreto centinaia di migliaia di PMI già operanti, specie in un periodo di forte contrazione economica? Inoltre, non sarebbe stato sufficiente l’obbligo di formazione continua agli ex Mediatori del Credito, una polizza assicurativa professionale a tutela dei clienti ecc…, evitando quell’assurdo obbligo di capitalizzazione, che certamente non ha facilitato la libera concorrenza?”. L’economia, lo sappiamo bene, in Italia si regge infatti principalmente sulle piccole e medie imprese che, anche in questo caso, sono estremamente penalizzate a tutto vantaggio delle grandi imprese, delle banche, della finanza ad alti livelli, che dunque dominano il mercato finanziario e immobiliare.
  • 15. Caro Collaboratore, la Cap.Ital.Fin. S.p.A. da sempre riconosce la centralità delle risorse umane e ritiene che un fattore di successo e sviluppo di un'impresa sia costituito proprio del contributo professionale delle persone che vi operano. Difatti l'intera gestione dell'azienda è improntata al rispetto della personalità e professionalità di ciascun collaboratore in un quadro di lealtà e fiducia. Dal prossimo numero abbiamo una sorpresa riservata per TE! Abbiamo deciso di riservare e dedicare una sezione del Magazine alle iniziative, analisi e considerazioni di tutti i Collaboratori della CapitalFin SpA. L'occasione è di grande impatto, per l'alta visibilità e come chance di dimostrare sempre il proprio talento. Attraverso questo periodico vogliamo tenerti informato su tutte le novità che interessano il mondo del credito e della finanza, potrai inoltre confrontarti con obiettivi osservabili e misurabili e condividere risultati alla cui realizzazione hai contribuito anche Tu! Lo Staff Cap.Ital.Fin.SpA
  • 16. CAPITALFIN SPA Visitaci e seguici sui nostri Social Network clicca sulle icone F L T Y +Cap.Ital.Fin. S.p.A. Corso Umberto I 381, 80138 NAPOLI – tel: 0815635606 – fax: 08119302695 capitale sociale: € 2.425.000,00 i.v. codice fiscale e partita iva: 04356871212 Iscr. n.° 35105 ex art. 106 T.U.B. elenco Banca d’Italia IVASS n.° 000135915 sez. E – REA NA-692357