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La Newsletter dell’Ambasciata di Palestina
Roma, Italia
No 57
13 febbraio 2017
“Il Consiglio di Sicurezza riafferma che la costruzione da parte di Israele di colonie sul territorio
palestinese occupato dal 1967, compresa Gerusalemme Est, non ha validità legale e costituisce una
flagrante violazione del diritto internazionale”
Risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 23 dicembre 2016
1
NEWSLETTER No 57
Indice:
I) Cosa significa la legge della Knesset sugli insediamenti
II) La reazione palestinese
III) La reazione dell’ONU e della UE
IV) La battaglia legale
2
I – Cosa significa la legge della Knesset sugli insediamenti
La legge approvata dalla Knesset lo scorso 6 febbraio ha destato particolare clamore e c’è da
rallegrarsene, perché ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale su una
questione come quella degli insediamenti che in realtà affligge la Palestina da 50 anni. Si tratta,
come ormai tutti sanno, di una legge che permette a Israele di appropriarsi definitivamente di
centinaia di ettari di terra palestinese in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, legalizzando
retroattivamente un furto: quello di circa 6mila unità abitative costruite abusivamente dai coloni su
terreni privati palestinesi.
Quest’ultima goccia, quella che tocca terreni “privati”
palestinesi, sembra aver fatto traboccare il vaso della
tolleranza e dell’indifferenza che hanno caratterizzato
l’atteggiamento della maggior parte dei media italiani
e internazionali di fronte alla continua espansione degli
insediamenti israeliani in Cisgiordania. Vale però la
pena sottolineare, ancora una volta, che tutti gli
insediamenti israeliani sono illegali secondo il diritto
internazionale: se da un lato la IV Convenzione di
Ginevra del 1949 proibisce che una forza di
occupazione (come Israele) trasferisca parte della sua popolazione (come i coloni israeliani) nel
territorio occupato (come la Palestina), e lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale del
1998 annovera tale azione tra i “crimini di guerra”, molte Risoluzioni ONU si riferiscono
esplicitamente agli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Ricordiamo a questo proposito solo la
2334 del Consiglio di Sicurezza, che il 23 dicembre 2016, all’indomani del primo passaggio
parlamentare della legge di “regolarizzazione” di cui stiamo discutendo, ha ribadito l’illegalità delle
attività di colonizzazione israeliane.
Il fatto che la Knesset – con 60 voti a favore e 52 contro – abbia comunque approvato una simile
“legge furto”, conferma come Israele sia in mano a una coalizione di estremisti senza precedenti,
capace di smantellare un avamposto come quello di Amona, dichiarato illegale dalla stessa Corte
Suprema israeliana, solo per premiarne i coloni con la promessa di un insediamento nuovo. Quel
che Israele sta perpetrando sulla terra di Palestina mira all’affondamento della soluzione dei due
Stati, coerentemente con la sua volontà di scongiurare tale soluzione.
Non a caso, il Ministro della Scienza e Tecnologia israeliano, Ophir Akunis, del Likud, ha subito
ammesso che la legge rappresenta “un passo importante verso l’eliminazione della soluzione dei
due Stati e per impedire la creazione di uno Stato palestinese”. Un’affermazione portata alle
estreme conseguenze dalla Ministra della Cultura e dello Sport, Miri Regev, secondo la quale in
questo modo "L'era della soluzione dei due Stati è già finita".
Vedi:
http://nena-news.it/israele-approvata-la-legge-sugli-insediamenti/
http://www.internazionale.it/notizie/2017/02/07/perche-legge-israeliana-colonie-criticata
II - La reazione palestinese
I commenti rilasciati dalle autorità palestinesi sono stati ovviamente di segno opposto rispetto a
quelli dei ministri israeliani. Immediato quello di Saeb Erekat, Segretario Generale del Comitato
Esecutivo dell’OLP: “Mentre migliaia di palestinesi sotto assedio a Gaza vengono terrorizzati dai
bombardamenti israeliani, il parlamento israeliano approva una legge che legalizza il furto di terra
palestinese. Ma rubare è illegale. Tutti gli insediamenti israeliani nella Palestina Occupata sono
3
illegali e costituiscono un crimine di Guerra, indipendentemente da qualsiasi legge passata dal
parlamento israeliano o da qualsiasi decisione presa da un giudice israeliano. L’impresa israeliana
degli insediamenti nega la pace e la possibilità della soluzione dei due Stati”.
Erekat si è per questo appellate alla comunità internazionale, che “ha la responsabilità di
intraprendere azioni concrete per proteggere il popolo palestinese sottoposto al dominio militare
di Israele, anziché rilasciare semplici dichiarazioni”.
Un altro Membro del Comitato Esecutivo
dell’OLP, Hanan Ashrawi, ha denunciato
che “Questa legge segna l’annessione
definitiva della Cisgiordania” da parte di
Israele, perché “non cerca solo di
legalizzare retroattivamente gli
insediamenti e gli avamposti costruiti su
proprietà private palestinesi, ma dà anche
licenza ai coloni di commettere
impunemente ulteriori furti di terra in
Cisgiordania”. Di fatto, insiste Ashrawi,
“Tutti gli insediamenti sono illegali, sia che siano costruiti su proprietà privata, sia che si trovino su
terre dello Stato appartenenti all’insieme della collettività palestinese”. La comunità internazionale,
compresi gli Stati Uniti e l’Unione Europea, devono assolutamente intervenire per porre fine “alla
mancanza di rispetto della legge da parte di Israele e al suo sistema di Apartheid e pulizia etnica”,
provvedendo a “misure punitive e sanzioni prima che sia troppo tardi”.
Il Consiglio Nazionale Palestinese, principale organo decisionale dell’OLP, attraverso il suo
Presidente, Salim Zanoun, ha voluto mettere in guardia le Nazioni Unite sulla sfida che Israele sta
muovendo a tutte le decisioni prese dalla comunità internazionale su questo tema, insistendo sul
fatto che un simile furto di terra va a premiare coloni estremisti e merita l’apertura immediata di
un’inchiesta della Corte Penale Internazionale, oltre che la sospensione della Knesset dall’Unione
Interparlamentare Internazionale.
Dello stesso avviso il Ministero degli Esteri palestinesi, secondo il quale “la potenza occupante si è
abituata a ogni forma di condanna degli insediamenti purché queste condanne non includano vere
sanzioni e non abbiano alcun effetto sulle relazioni bilaterali con Israele”. Per questo il ministero ha
chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di difendere la credibilità delle proprie decisioni
sugli insediamenti, con particolare riferimento alla Risoluzione 2334.
Ovviamente, anche il Presidente Abu Mazen, nel corso di una conferenza stampa organizzata a
Parigi il 7 febbraio, in occasione del suo incontro con il Presidente Hollande, ha denunciato che
“questa legge è una violazione del diritto internazionale”, e promesso che “continueremo il nostro
lavoro presso i tribunali internazionali per proteggere la nostra presenza e la nostra esistenza sulla
terra di Palestina”. Abu Mazen ha anche insistito sul fatto che “Ciò che vogliamo conseguire è la
pace con i nostri vicini, uscendo da questa grande prigione dove Israele cerca di tenerci e di cui
pagherà il prezzo proprio Israele”, perché la politica degli insediamenti sta portando “alla
costruzione di uno Stato, due sistemi, cioè all’ Apartheid”.
Vedi:
https://www.nad.ps/en/media-room/press-releases/dr-saeb-erekat-looting-illegal-israeli-
settlement-enterprise-negates-peace
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=B8KZeha52311200139aB8KZeh
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=D7iJdta52310248386aD7iJdt
4
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=z61hz9a52320717669az61hz9http://english.wafa.ps/page.as
px?id=z61hz9a52320717669az61hz9
III – La reazione dell’ONU e della UE
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, “si è molto rammaricato” e ha
immediatamente denunciato l’approvazione di una legge che “garantisce immunità a insediamenti
e avamposti costruiti in Cisgiordania su terreni privati palestinesi”, ammonendo sul fatto che avrà
certamente “conseguenze legali di vasta portata” per
Israele. Secondo quanto dichiarato dal suo portavoce,
Stéphane Dujarric, “Il Segretario Generale insiste sulla
necessità di evitare qualsiasi azione che possa far
deragliare la soluzione dei due Stati”. Dello stesso
tenore la dichiarazione dell’Alto Rappresentante
dell'Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di
Sicurezza, Federica Mogherini, secondo la quale
“Questa legge ha oltrepassato una soglia nuova e molto
pericolosa, legalizzando, per quel che concerne il diritto
israeliano, il sequestro dei diritti di proprietà
palestinesi; e autorizzando, in sostanza, la confisca di terre private possedute da palestinesi nei
Territori Occupati”. Questo, ha affermato Mogherini, “andrebbe contro gli impegni
precedentemente presi da diversi governi israeliani e sarebbe illegale secondo il diritto
internazionale”. Di fatto, “il parlamento israeliano in questo modo ha legiferato sullo status legale
di terreni che fanno parte di un territorio occupato, cosa che va al di là della sua giurisdizione”. Se
questa legge fosse applicata, “consoliderebbe ulteriormente la realtà di uno Stato con disparità di
diritti, occupazione perpetua e conflitto”. Per questo, l’Unione Europea ha deciso di chiedere alla
leadership israeliana di “evitare di rendere effettiva la legge, scongiurando misure che alzerebbero
ancor più la tensione”.
Vedi:
https://www.un.org/sg/en/content/sg/statement/2017-02-07/statement-attributable-
spokesman-secretary-general-passing-so-called
https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-
homepage_en/20104/Statement%20by%20High%20Representative/Vice-
President%20Federica%20Mogherini%20on%20the%20%22Regularisation%20Law%22%20adopte
d%20by%20the%20Israeli%20Knesse
thttp://english.wafa.ps/page.aspx?id=7NFpXLa52315007151a7NFpXL
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=d66Rbpa52315958904ad66Rbp
IV - La battaglia legale
Indifferente all’opinione pubblica mondiale, Benjamin Netanyahu sembra più attento alle sentenze
dei giudici
israeliani. Per
questo, diversi
esponenti della
sua maggioranza stanno facendo pressione sulla Corte Suprema affinché non dichiari illegittima la
sanatoria degli avamposti in Cisgiordania decretata dalla “Legge di Regolarizzazione”, paralizzando
così il disegno politico che vuole estendere la sovranità israeliana sui principali blocchi di
5
insediamenti ebraici nei Territori Occupati. La battaglia legale in Israele si annuncia incandescente.
Due Ong - il Centro Legale per i Diritti della Minoranza Araba in Israele (Adalah) e il Centro di
Gerusalemme per l’Aiuto Legale e i Diritti Umani (JLAC) - in rappresentanza di 17 municipalità della
Cisgiordania e in possesso della documentazione relativa alla presenza di colonie su terre private
palestinesi, hanno già presentato ricorso alla Corte Suprema l’8 febbraio, affermando che la nuova
legge non è solo in contrasto col diritto internazionale ed umanitario, ma è anche incompatibile con
il sistema giuridico israeliano, poiché viola il diritto di proprietà dei
palestinesi. “Costoro – affermano le due Ong – si trovano alla mercé
altrui, privi di difese legali ed esposti al rischio di essere privati delle
loro proprietà a beneficio dei coloni israeliani”. Lo scopo evidente
della legge, proseguono, “è la volontà di preferire gli interessi di
questo gruppo”, ossia dei coloni israeliani che occupano quelle
terre. “I giudici hanno trenta giorni di tempo per dare una risposta”,
ha spiegato Suhad Bishara, Direttore dell’Unità per la Terra e la
Pianificazione di Adalah, aggiungendo che la sua Ong ha chiesto alla
Corte di congelare l’applicazione della nuova legge fino a sentenza
definitiva. L’avvocato Bishara ha anche avvertito sulle conseguenze
della nuova e “pericolosa” legge, sostenendo che dia “preferenza
assoluta agli interessi politici di Israele come potenza occupante”.
In questo modo, la legge “viola i diritti di proprietà sia dei residenti che dei rifugiati palestinesi” e,
trattandosi di “una norma israeliana applicata ai Territori Occupati Palestinesi”, contravviene
sfacciatamente al diritto internazionale. Il suo obiettivo, secondo l’avvocato, non può essere che
quello di “rendere validi” ulteriori insediamenti illegali in Cisgiordania.
Vedi:
http://english.wafa.ps/page.aspx?id=fke2Oxa52318814163afke2Ox
http://nena-news.it/territori-occupati-colonie-lo-scontro-arriva-alla-corte-suprema/
http://www.jpost.com/Opinion/Netanyahu-looks-to-MFA-for-damage-control-following-
international-disdain-over-Settlements-Law-481078

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  • 1. La Newsletter dell’Ambasciata di Palestina Roma, Italia No 57 13 febbraio 2017 “Il Consiglio di Sicurezza riafferma che la costruzione da parte di Israele di colonie sul territorio palestinese occupato dal 1967, compresa Gerusalemme Est, non ha validità legale e costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale” Risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 23 dicembre 2016
  • 2. 1 NEWSLETTER No 57 Indice: I) Cosa significa la legge della Knesset sugli insediamenti II) La reazione palestinese III) La reazione dell’ONU e della UE IV) La battaglia legale
  • 3. 2 I – Cosa significa la legge della Knesset sugli insediamenti La legge approvata dalla Knesset lo scorso 6 febbraio ha destato particolare clamore e c’è da rallegrarsene, perché ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale su una questione come quella degli insediamenti che in realtà affligge la Palestina da 50 anni. Si tratta, come ormai tutti sanno, di una legge che permette a Israele di appropriarsi definitivamente di centinaia di ettari di terra palestinese in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, legalizzando retroattivamente un furto: quello di circa 6mila unità abitative costruite abusivamente dai coloni su terreni privati palestinesi. Quest’ultima goccia, quella che tocca terreni “privati” palestinesi, sembra aver fatto traboccare il vaso della tolleranza e dell’indifferenza che hanno caratterizzato l’atteggiamento della maggior parte dei media italiani e internazionali di fronte alla continua espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Vale però la pena sottolineare, ancora una volta, che tutti gli insediamenti israeliani sono illegali secondo il diritto internazionale: se da un lato la IV Convenzione di Ginevra del 1949 proibisce che una forza di occupazione (come Israele) trasferisca parte della sua popolazione (come i coloni israeliani) nel territorio occupato (come la Palestina), e lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale del 1998 annovera tale azione tra i “crimini di guerra”, molte Risoluzioni ONU si riferiscono esplicitamente agli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Ricordiamo a questo proposito solo la 2334 del Consiglio di Sicurezza, che il 23 dicembre 2016, all’indomani del primo passaggio parlamentare della legge di “regolarizzazione” di cui stiamo discutendo, ha ribadito l’illegalità delle attività di colonizzazione israeliane. Il fatto che la Knesset – con 60 voti a favore e 52 contro – abbia comunque approvato una simile “legge furto”, conferma come Israele sia in mano a una coalizione di estremisti senza precedenti, capace di smantellare un avamposto come quello di Amona, dichiarato illegale dalla stessa Corte Suprema israeliana, solo per premiarne i coloni con la promessa di un insediamento nuovo. Quel che Israele sta perpetrando sulla terra di Palestina mira all’affondamento della soluzione dei due Stati, coerentemente con la sua volontà di scongiurare tale soluzione. Non a caso, il Ministro della Scienza e Tecnologia israeliano, Ophir Akunis, del Likud, ha subito ammesso che la legge rappresenta “un passo importante verso l’eliminazione della soluzione dei due Stati e per impedire la creazione di uno Stato palestinese”. Un’affermazione portata alle estreme conseguenze dalla Ministra della Cultura e dello Sport, Miri Regev, secondo la quale in questo modo "L'era della soluzione dei due Stati è già finita". Vedi: http://nena-news.it/israele-approvata-la-legge-sugli-insediamenti/ http://www.internazionale.it/notizie/2017/02/07/perche-legge-israeliana-colonie-criticata II - La reazione palestinese I commenti rilasciati dalle autorità palestinesi sono stati ovviamente di segno opposto rispetto a quelli dei ministri israeliani. Immediato quello di Saeb Erekat, Segretario Generale del Comitato Esecutivo dell’OLP: “Mentre migliaia di palestinesi sotto assedio a Gaza vengono terrorizzati dai bombardamenti israeliani, il parlamento israeliano approva una legge che legalizza il furto di terra palestinese. Ma rubare è illegale. Tutti gli insediamenti israeliani nella Palestina Occupata sono
  • 4. 3 illegali e costituiscono un crimine di Guerra, indipendentemente da qualsiasi legge passata dal parlamento israeliano o da qualsiasi decisione presa da un giudice israeliano. L’impresa israeliana degli insediamenti nega la pace e la possibilità della soluzione dei due Stati”. Erekat si è per questo appellate alla comunità internazionale, che “ha la responsabilità di intraprendere azioni concrete per proteggere il popolo palestinese sottoposto al dominio militare di Israele, anziché rilasciare semplici dichiarazioni”. Un altro Membro del Comitato Esecutivo dell’OLP, Hanan Ashrawi, ha denunciato che “Questa legge segna l’annessione definitiva della Cisgiordania” da parte di Israele, perché “non cerca solo di legalizzare retroattivamente gli insediamenti e gli avamposti costruiti su proprietà private palestinesi, ma dà anche licenza ai coloni di commettere impunemente ulteriori furti di terra in Cisgiordania”. Di fatto, insiste Ashrawi, “Tutti gli insediamenti sono illegali, sia che siano costruiti su proprietà privata, sia che si trovino su terre dello Stato appartenenti all’insieme della collettività palestinese”. La comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti e l’Unione Europea, devono assolutamente intervenire per porre fine “alla mancanza di rispetto della legge da parte di Israele e al suo sistema di Apartheid e pulizia etnica”, provvedendo a “misure punitive e sanzioni prima che sia troppo tardi”. Il Consiglio Nazionale Palestinese, principale organo decisionale dell’OLP, attraverso il suo Presidente, Salim Zanoun, ha voluto mettere in guardia le Nazioni Unite sulla sfida che Israele sta muovendo a tutte le decisioni prese dalla comunità internazionale su questo tema, insistendo sul fatto che un simile furto di terra va a premiare coloni estremisti e merita l’apertura immediata di un’inchiesta della Corte Penale Internazionale, oltre che la sospensione della Knesset dall’Unione Interparlamentare Internazionale. Dello stesso avviso il Ministero degli Esteri palestinesi, secondo il quale “la potenza occupante si è abituata a ogni forma di condanna degli insediamenti purché queste condanne non includano vere sanzioni e non abbiano alcun effetto sulle relazioni bilaterali con Israele”. Per questo il ministero ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di difendere la credibilità delle proprie decisioni sugli insediamenti, con particolare riferimento alla Risoluzione 2334. Ovviamente, anche il Presidente Abu Mazen, nel corso di una conferenza stampa organizzata a Parigi il 7 febbraio, in occasione del suo incontro con il Presidente Hollande, ha denunciato che “questa legge è una violazione del diritto internazionale”, e promesso che “continueremo il nostro lavoro presso i tribunali internazionali per proteggere la nostra presenza e la nostra esistenza sulla terra di Palestina”. Abu Mazen ha anche insistito sul fatto che “Ciò che vogliamo conseguire è la pace con i nostri vicini, uscendo da questa grande prigione dove Israele cerca di tenerci e di cui pagherà il prezzo proprio Israele”, perché la politica degli insediamenti sta portando “alla costruzione di uno Stato, due sistemi, cioè all’ Apartheid”. Vedi: https://www.nad.ps/en/media-room/press-releases/dr-saeb-erekat-looting-illegal-israeli- settlement-enterprise-negates-peace http://english.wafa.ps/page.aspx?id=B8KZeha52311200139aB8KZeh http://english.wafa.ps/page.aspx?id=D7iJdta52310248386aD7iJdt
  • 5. 4 http://english.wafa.ps/page.aspx?id=z61hz9a52320717669az61hz9http://english.wafa.ps/page.as px?id=z61hz9a52320717669az61hz9 III – La reazione dell’ONU e della UE Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, “si è molto rammaricato” e ha immediatamente denunciato l’approvazione di una legge che “garantisce immunità a insediamenti e avamposti costruiti in Cisgiordania su terreni privati palestinesi”, ammonendo sul fatto che avrà certamente “conseguenze legali di vasta portata” per Israele. Secondo quanto dichiarato dal suo portavoce, Stéphane Dujarric, “Il Segretario Generale insiste sulla necessità di evitare qualsiasi azione che possa far deragliare la soluzione dei due Stati”. Dello stesso tenore la dichiarazione dell’Alto Rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Federica Mogherini, secondo la quale “Questa legge ha oltrepassato una soglia nuova e molto pericolosa, legalizzando, per quel che concerne il diritto israeliano, il sequestro dei diritti di proprietà palestinesi; e autorizzando, in sostanza, la confisca di terre private possedute da palestinesi nei Territori Occupati”. Questo, ha affermato Mogherini, “andrebbe contro gli impegni precedentemente presi da diversi governi israeliani e sarebbe illegale secondo il diritto internazionale”. Di fatto, “il parlamento israeliano in questo modo ha legiferato sullo status legale di terreni che fanno parte di un territorio occupato, cosa che va al di là della sua giurisdizione”. Se questa legge fosse applicata, “consoliderebbe ulteriormente la realtà di uno Stato con disparità di diritti, occupazione perpetua e conflitto”. Per questo, l’Unione Europea ha deciso di chiedere alla leadership israeliana di “evitare di rendere effettiva la legge, scongiurando misure che alzerebbero ancor più la tensione”. Vedi: https://www.un.org/sg/en/content/sg/statement/2017-02-07/statement-attributable- spokesman-secretary-general-passing-so-called https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters- homepage_en/20104/Statement%20by%20High%20Representative/Vice- President%20Federica%20Mogherini%20on%20the%20%22Regularisation%20Law%22%20adopte d%20by%20the%20Israeli%20Knesse thttp://english.wafa.ps/page.aspx?id=7NFpXLa52315007151a7NFpXL http://english.wafa.ps/page.aspx?id=d66Rbpa52315958904ad66Rbp IV - La battaglia legale Indifferente all’opinione pubblica mondiale, Benjamin Netanyahu sembra più attento alle sentenze dei giudici israeliani. Per questo, diversi esponenti della sua maggioranza stanno facendo pressione sulla Corte Suprema affinché non dichiari illegittima la sanatoria degli avamposti in Cisgiordania decretata dalla “Legge di Regolarizzazione”, paralizzando così il disegno politico che vuole estendere la sovranità israeliana sui principali blocchi di
  • 6. 5 insediamenti ebraici nei Territori Occupati. La battaglia legale in Israele si annuncia incandescente. Due Ong - il Centro Legale per i Diritti della Minoranza Araba in Israele (Adalah) e il Centro di Gerusalemme per l’Aiuto Legale e i Diritti Umani (JLAC) - in rappresentanza di 17 municipalità della Cisgiordania e in possesso della documentazione relativa alla presenza di colonie su terre private palestinesi, hanno già presentato ricorso alla Corte Suprema l’8 febbraio, affermando che la nuova legge non è solo in contrasto col diritto internazionale ed umanitario, ma è anche incompatibile con il sistema giuridico israeliano, poiché viola il diritto di proprietà dei palestinesi. “Costoro – affermano le due Ong – si trovano alla mercé altrui, privi di difese legali ed esposti al rischio di essere privati delle loro proprietà a beneficio dei coloni israeliani”. Lo scopo evidente della legge, proseguono, “è la volontà di preferire gli interessi di questo gruppo”, ossia dei coloni israeliani che occupano quelle terre. “I giudici hanno trenta giorni di tempo per dare una risposta”, ha spiegato Suhad Bishara, Direttore dell’Unità per la Terra e la Pianificazione di Adalah, aggiungendo che la sua Ong ha chiesto alla Corte di congelare l’applicazione della nuova legge fino a sentenza definitiva. L’avvocato Bishara ha anche avvertito sulle conseguenze della nuova e “pericolosa” legge, sostenendo che dia “preferenza assoluta agli interessi politici di Israele come potenza occupante”. In questo modo, la legge “viola i diritti di proprietà sia dei residenti che dei rifugiati palestinesi” e, trattandosi di “una norma israeliana applicata ai Territori Occupati Palestinesi”, contravviene sfacciatamente al diritto internazionale. Il suo obiettivo, secondo l’avvocato, non può essere che quello di “rendere validi” ulteriori insediamenti illegali in Cisgiordania. Vedi: http://english.wafa.ps/page.aspx?id=fke2Oxa52318814163afke2Ox http://nena-news.it/territori-occupati-colonie-lo-scontro-arriva-alla-corte-suprema/ http://www.jpost.com/Opinion/Netanyahu-looks-to-MFA-for-damage-control-following- international-disdain-over-Settlements-Law-481078