2. Il Sistema Operativo oltre a gestire i processi e le risorse, è in grado di donare una
vera e propria interfaccia grafica è in grado quindi di gestire i vari processi di
input/output da e verso le periferiche collegate al sistema. Oltre a ciò si occupa
anche della gestione dell’esecuzione di un programma (processo) che viene
eseguito su di esso.
3. Un programmatore scrive il programma su carta (Fortran, Assembler), e perfora le
schede.
Queste venivano ricevute da un operatore che le inserisce in una coda dei
programmi, le immette nel calcolatore e, se necessario, carica l’opportuno
compilatore;
L’operatore consegna poi al programmatore l’output finale
4. Il memex (dalla contrazione di memory expansion) aveva un sistema nella quale
un utente avrebbe potuto registrare i propri libri, il proprio archivio e le proprie
comunicazioni personali, meccanizzato in modo da poter essere consultato con
eccezionali velocità e versatilità, una sorta di estensione privata della sua
memoria. Le sue caratteristiche rivoluzionarie ne fanno un antenato dell'odierno
personal computer.
5. I calcolatori erano basati su delle valvole.
Presenza quasi nulla dell’ S.O.
I programmi erano scritti in linguaggio macchina e successivamente in Assembler.
Inesistenza di tastiera e monitor.
6. Fu il primo macchinario ad essere prodotto a scopo commerciale.
Era dotato di una tastiera ottenuta da una macchina da scrivere per l’input ed
equipaggiato con unità al nastro magnetico.
Univac1 (1951)
7. Fu il primo computer che reagiva in tempo reale alle azioni dell'utente (il
pilota), invece di attendere l'input e dare risposte. Le prestazioni, per
l'epoca, erano eccezionali, essendo paragonabili a quelle dei personal
computer dei primi anni ottanta. Fu anche il primo computer ad essere
utilizzato, in qualche modo, come personal computer: ci si prenotava per 15
minuti di utilizzo e si potevano scrivere e poi lanciare dei programmi, compiere
simulazioni e altro ancora.
Prove del Whirlwind
8. Data l’enorme perdita di tempo dovuta dal fatto che la maggior parte del tempo
veniva utilizzata per caricare i programmi, il passo successivo fu quello di introdurre un
sistema automatico di caricamento dei processi: si utilizzarono le schede perforate
come supporti su cui memorizzare i programmi.
9. Nel 1957, il Centro Studi dell’Università di Pisa realizza la macchina pilota, in scala
ridotta, della Calcolatrice Elettronica Pisana (CEP). Il progetto, interamente
italiano, nacque dall'esigenza di disporre di una calcolatrice elettronica per la ricerca
scientifica e dalla contemporanea difficoltà finanziaria di acquisto.
La calcolatrice della CEP (1957)
10. Era un computer fabbricato da Digital Equipment Corporation (DEC) a partire
dagli inizi del 1970. Fu la macchina che rese il time sharing comune; è famoso nel
folklore degli hacker a causa della sua adozione a metà degli anni settanta da
parte di molte università nei loro laboratori di ricerca.
Il PDP-1 del 1960
11. Negli anni ‘60 IBM introduce i canali di I/O per ottenere il parallelismo effettivo delle
operazioni: questi dispositivi gestiscono le periferiche cosi da lasciare alla CPU
l’esecuzione dei programmi (oggi questo meccanismo si chiama DMA: Direct
Memory Access).
12. Negli anni ‘70 i calcolatori cominciano a essere usati per
l’intrattenimento.
Nacquero le prime case di videogiochi, che programmavano le
macchine in BASIC e utilizzavano come periferiche di massa i nastri
magnetici, e poi successivamente, i floppy disk.
Immagine del gioco “Pac-Man”
13. Con l’avvento del personal computer abbiamo una nuova tipologia di sistemi
operativi dedicati.
Vengono rilasciati i primi sistemi operativi per microprocessori e i monitor
iniziano a essere grafici con una risoluzione a pixel.
14. Il kernel Linux vede la luce nell'agosto 1991 grazie allo studente finlandese Linus
Torvalds che, appassionato di programmazione, era insoddisfatto del sistema
operativo Minix , poiché supportava male la nuova architettura i386 a 32
bit, all'epoca tanto economica e popolare. Fù cosi che decise di creare un kernel
unix con lo scopo di divertirsi e studiare il funzionamento del suo nuovo
computer, che era appunto uno 80386.