ViviDolomiti.it - Un’antologia di percorsi inediti, nuovi e classici al ghiaccio e al “misto”, una disciplina particolarmente dimenticata dalla letteratura guidistica che consiste in salite di ghiaccio e roccia “miste”.Non mancano anche i migliori percorsi di scialpinismo e di roccia delle Alpi, con molte proposte inedite.
ViviDolomiti.it - Wild Climbing Routes GHIACCIO | NEVE | ROCCIA - DOLOMITI e ALPI - volume I
1. 4140
CIMA PRESANELLA
Terrenomisto:MittelPfelier (esposizioneNord)
24 3.558 mt.
Accesso: proseguendo in macchina dopo l’abitato di
Vermiglio in direzione Velon, si giunge al bivio con la
strada sterrata, recentemente sistemata, che conduce
all’ex Forte Pozzi Alti (m.1884). La strada, lunga circa
6,2 km.,è accessibile a tutti senza bisogno di alcun
permesso. Chi desidera percorrere a piedi anche
questotrattopuòevitarediseguiretotalmentelastrada,
potendo imboccare il sentiero SAT n. 233 che tagliando
i tornanti porta all’ex Forte Pozzi Alti in circa 1h 30’ ora.
Dal “parcheggio” in quota si raggiunge il rifugio grazie
al comodo e affascinante sentiero in circa 1h 15’.
Quest’ultimo sviluppa solamente 400 mt di dislivello ed
è molto suggestivo; è infatti una ex mulattiera austriaca
della prima guerra mondiale che attraversa una galleria
passando sotto una piccola cascata.
La Via: come per il Canalone Nascosto, itinerario n°12,
viene fornita una descrizione che non tiene conto di
sosteintermediespecifichepoichélaviaèscarsamente
attrezzata. La valutazione dei tratti da affrontare di
conserva o quelli che necessitano una sosta per una
progressione più sicura è deputata alla cordata.
Dalla propaggine est dello spigolo si risale brevemente
persfasciumifinoadincontrareunprimorisaltoroccioso
impegnativo. Lo si supera e si procede di conserva
puntando al più marcato spigolo che inizia a circa un
quarto dello sperone. Per placche fessurate e risalti
atletici si continua la salita mantenendosi ad ovest
dello spigolo, senza percorso obbligato, ma cercando
i passaggi più facili fino a raggiungere una sella che
degrada. Mantenendosi sempre a destra dello spigolo,
alternandopassaggisuplacchesolide,blocchiinstabilie
scivolidinevemaisoprai50°,sisalesulcrinalenelquale
si innesta il ghiacciaio superiore del frequentatissimo
scivolo nord. Nel punto più agevole si mette piede sul
ghiacciaio intercettando la traccia che sale dallo scivolo
stesso e con pendenze più modeste si raggiunge la
croce di vetta.
Uscita:ladiscesaavvieneperl’itinerariodellaviaNormale.
Generalmentebentracciato,presentacomunquealcune
zone crepacciate che richiedono attenzione.
Gruppo Presanella
Aperta da :Jahn G. / Sohm V. 04/08/1908
Ripetizione : Lonardi S. / Lucchi A.V. 09 /07/2012
Sviluppo via : 570 metri / dislivello: 500 metri
Avvicinamento : 2h / dislivello : 700 metri
Difficoltà : III+, 50° su neve / complessivamente AD-
Tempo previsto: 3h 30’ (variabile a seconda dei tratti saliti
di conserva)
Cartografia : KOMPASS Fg. 71 Adamello-La Presanella
1:50.000
Materiale : normale dotazione alpinistica, friend, viti da
ghiaccioecordini,anchedaabbandono.Piccozzaeramponi
per l’avvicinamento ed il rientro.
Note: massima attenzione alle scariche che si potrebbero
provocare verso lo scivolo nord.
Questa via, che percorre lo spigolo centrale, è un
capolavoro d’alpinismo d’altri tempi, ed è stata una
delleprimeadesseresalitesulversanteNorddellaPre-
sanella. Il suo alternarsi di passaggi, su roccia e misto,
la rendono sicuramente meno monotona del classico
Scivolo, sempre mantenendo il target del medio buon
alpinista. Vista la scarsa frequentazione è possibile
godere della salita in assoluta tranquillità.
- RACCONTI -
UNA MONTAGNA PER LA VITA
LaPresanella:questaeralamiaossessionedabambino,
salire in vetta a quella montagna. Non avevo altre
passioni. Non fui contagiato dalla febbre per il gioco del
calcio.VolevosoloscalarelaPresanella.Finalmentemio
padre, muratore di professione e non certo un accanito
alpinista, contattò una Guida che ci portò in vetta,
realizzandoilmiosogno.Miricordotuttoconprecisione:
erail14agosto1984.Daquelgiornononhopiùsmesso
di andare in montagna, ho affinato la mia tecnica, le mie
conoscenzeesonoriuscitoacrearnelamiaprofessione,
la mia vita. Sono molto affezionato a questa montagna
e le sono anche grato perché da diciotto anni mi dà il
pane per vivere. Lei fa proprio parte della mia vita: non
la tengo d’occhio soltanto nei quattro mesi che vivo al
rifugio, ma quasi tutti i giorni le do un’occhiata. Soffro
molto nel vederla patire così a causa del riscaldamento
globale,maognivoltachetornacandida,copertadineve
mi rallegro. Ogni alpinista sa che la montagna però non
è solo divertimento, comporta anche fatiche, patimenti
e facendo parte del Soccorso Alpino, ho condiviso con
lei anche momenti veramente toccanti ed indelebili.
Sonoorgogliosochequiviabbianoarrampicatoalpinisti
celebri come Reinhold Messner e Herman Buhl e chi sa
maiquantialtri. Auguroatuttivoilettoridiquestaguidadi
potercompiereunabellissimaascensioneinPresanella,
montagna completa di quota, ghiaccio e roccia.
Dal Rifugio Denza, “Berg Heil” , Mirco.
di DEZULIAN MIRCO
2. 4342
BAFFÈLAN
Arrampicata Tradizionale: ViaDirettadelleOmbre(esposizioneSud)
25 1.793 mt.
Accesso: da Recoaro (Vicenza) si segue la strada che
porta al Passo Campogrosso e all’omonimo rifugio.
Poco prima del rifugio si stacca a destra la Strada del
Re. Si posteggia nei pressi della sbarra e si prosegue
a piedi lasciando la strada asfaltata in corrispondenza
dell’evidente canale che scende dalla parete Sud del
Baffèlan (visibile la scritta della via Indiretta). Attraverso
facili risalti per 50m fino ad un ampio terrazzo.
La Via: L1: si sale il breve diedro che porta direttamente
alla prima sosta. 5b+, 3 spit. 20 m.
L2: dalla sosta ci si sposta verso la placca sul fondo del
colatoio, che si risale fino a quando lo stesso diventa
uno stretto camino erboso. Lo si risale, con qualche
passo difficile, sulla sinistra (vari chiodi, primo tratto-
chiave), uscendo poi su un’altra placca appoggiata che
portaversounastrozzatura,dovesisosta.V+,VII/A0,VI,
III, 8 chiodi e 3 spit. 35 m.
L3: si sale restando sul fondo del canale verso il grande
masso incastrato, sotto il quale si sosta (sosta in
comune con la via sportiva “Robi Cocco”, come i primi
metri del tiro successivo). III. 50 m
L4: superato con passo ostico il masso incastrato, si
guadagna di nuovo il fondo del canale, che si risale
tenendo la destra e giungendo a un ripiano detritico. La
sosta si trova sulla parete di destra. 2 spit, 6a+/A0, II. 25
m
L5: dapprima in verticale, poi si obliqua brevemente
verso sinistra, passando alla sinistra di un profondo
camino umido e risalendo quindi per parete verticale e
articolata (non seguire gli sit che continuano a sinistra),
fino a un esposto traverso ancora verso sinistra (fin qui
vari spit; meglio allungare le protezioni), che porta a una
lunga placca, che si risale verso un breve camino, oltre
il quale, su cengetta erbosa, si trova la sosta. 5c+, IV+, 8
spit, 3 chiodi. 45 m
L6 : si sale verso sinistra fino alla prima protezione,
quindi in traverso esposto verso sinistra ancora e poi
in verticale per parete articolata e ricca di possibilità
naturali, fino a una grossa clessidra su leggero
strapiombo, oltre la quale per placche appoggiate si
arriva in sosta. 5b, IV, 3 spit, 3 chiodi. 40 m
L7 : si traversa nettamente verso sinistra per 5-6 m,
superando una grossa clessidra, quindi in verticale per
un accennato diedrino e poi ancora in obliquo verso
sinistra, risalendo su una cengetta erbosa; si rimonta
quindi in verticale lungo una fessura. Sosta su una
stretta cornice. V, 4 chiodi, 1 spit. 35 m
Gruppo Piccole Dolomiti
Aperta da: Confente C. / Gianesini S. / Leorato M. 30/08/2017
Ripetizione : Borca A. / Lucchi A.V. 05/10/17
Sviluppo via : 400 metri / dislivello: 350 metri
Avvicinamento : 15’ / dislivello : 30 metri
Difficoltà : VII/A0, 6b+/A0, obbl. V+ / complessivamente TD-
Tempo previsto: 5 h
Cartografia : Tabacco Fg. 056 Piccole Dolomiti-Pasubio
1:25.000
Materiale : normale dotazione alpinistica, cordini, dadi e friend.
Utili due chiodi e martello.
Condizioni della roccia: generalmente ottima.
Punti d’appoggio : Rifugio Campogrosso
Note : protezioni miste a chiodi tradizionali e spit. Necessaria
una buona capacità di orientamento.
La via prende di petto il repulsivo colatoio, evidente già
dalla Strada del Re, per passare poi in piena parete Sud,
dove sale tra la Robi Cocco e l’Indiretta (Carretta-Sgreva).
Si tratta di una parete Sud atipica sotto il profilo dell’espo-
sizionealsoledalmomentochelapartebassaèspessoin
ombra; di qui il nome.
L8 : Ci si alza sulla sosta con passo
deciso, quindi per placche in leggera
ascensione verso destra fino a
una cengetta gialla esposta, che si
percorre traversando verso sinistra
fino a sostare sotto un tettino. V+, V,
3 chiodi, 3 spit. 20 m
L9 : per placca verticale, aggirando
sulla destra il tettino sopra la sosta
(vari spit), quindi in traverso verso
sinistra(allungareleprotezioniprima
di traversare). 6b+/A0, IV, 7 spit, 2
chiodi. 20 m
L10 : si percorrono i primi metri del
camino sopra la sosta, spostandosi
poi in placca esposta a destra fino
a una cornice che dà accesso a
un diedro obliquo verso sinistra,
abbastanza delicato, al termine del
quale (mugo), si sale un muretto
a destra, oltre il quale si trova la
sosta con il libro di via (allungare le
protezioni lungo il tiro). IV, V, 3 chiodi,
3 spit. 30 m
L11 : dalla sosta si guadagna
dopo pochi metri una soprastante
cengetta, obliquando verso sinistra,
quindi per un camino poco marcato
si arriva al terrazzo di sosta. IV, 2
chiodi, 20 m
L12 : per cresta delicata fino ai
golfari in vetta. III, II, I, 1 spit. 60 m
Uscita:dallacimadelBaffèlanverso
Ovest fino al Passo del Baffèlan (I e
II). Da qui sia a destra che a sinistra
scendono i sentieri che riportano
sulla Strada del Re.
BAFFÈLAN25 1.793 mt.
Gruppo Piccole Dolomiti
3. 4544
PUNTA PARROT
LUDWIGSHÖHE
CORNO NERO
Scialpinistica in alta quota: dalRifugioMantova(esp. nord-est , nord-ovest)
26 4.436 mt.
4.341 mt.
4.322 mt.
Accesso: da Novara seguire per Borgosesia e poi fino
allafinedellavalleadAlagnaValsesia.Ampioparcheggio
per usufruire dell’impianto di risalita che in tre tratte
porta a poche centinaia di metri dal Rifugio Mantova.
E’ possibile salire anche dal versante di Gressoney-
Staffal, utilizzando l’impianto di risalita oppure con un
impegnativo avvicinamento scialpinistico (MSA) che
ricalcalatracciaestivaversol’AltaLuce3.184metriepoi
verso il Rifugio Mantova.
La Salita: dal rifugio si sale inizialmente il bacino
sovrastante, traccia generalmente molto evidente,
mettendo piede nel piatto Ghiacciaio del Garstelet e
sfilando davanti allo sperone sopra il quale sorge il Rif.
Gnifetti.SiproseguesulghiacciaioversoNordpuntando
alla destra dell’evidente e centrale crepacciata e la si
supera per ripidi pendii fino a raggiungere il vallone
glaciale che a destra porta alla Piramide Vincent. Si
ignora la traccia di destra e si prosegue verso il Colle
del Lys. Proseguire ora sulla traccia che porta a Punta
Gnifetti, che inizialmente sfila sotto la nostra prima
vetta: Punta Parrot. Superata una sezione piana e
una zona crepacciata, che evitiamo a sinistra, si inizia
la lenta risalita a destra puntando alla cresta nord-est
e al Colle Sesia A seconda delle condizioni si risale
detta cresta fino a guadagnare il punto più alto. E’
consigliabilesalireitrattidicrestaegliscivolifortemente
inclinati spalleggiando gli sci. Si scende ora la cresta
Ovest e, rimessi gli sci, si raggiunge il Colle delle Piode
e si ricomincia la salita del versante nord-est della
Ludwigshöhe che culmina anch’essa con un’ampia
cresta della quale bisogna identificare il punto più alto.
Scendendo un tratto di cresta nord-ovest e piegando
poi a sinistra ci si mantiene in quota per andare ad
affrontare l’ultima vetta. Conviene lasciare ora gli sci
nei pressi dello Zurbriggenjoch ed affrontare lo scivolo
finale del Corno Nero che porta all’affilata cima dalla
quale si godrà di un panorama mozzafiato.
Discesa:scesalapalafinaledellanostracimasiscivola
finoallatracciadisalitaepoifinoalfondovalledipartenza
per tratti free ride e piste da sci.
Gruppo Monte Rosa
Salita di: Allegrini A. / Lucchi A. V. / Ortolan R. 10/02/2008
Dislivello : 1.200 mt.
Difficoltà : BSA / 45°-50°
Tempo previsto: 6 h
Cartografia : L’ESCURSIONISTA editore, n°8 Monte Rosa
1:25.000
Materiale : Classica da scialpinismo. Ramponi e picozza.
Indispensabile l’attrezzatura da ghiacciaio.
Periodo consigliato : marzo / maggio
Punti d’appoggio : Rif. Mantova, Rif. Gnifetti, Bivacco
Giordano.
Questa salita è da considerarsi molto impegnativa e
si consiglia di affrontarla solo dopo aver realizzato le
salite precedentemente descritte. Grande impegno
fisico, mentale e conoscenze tecniche sono le compo-
nentichiaveperlariuscitadiquestauscitacheregalerà
sicuramente forti emozioni
MONTE CIAREIDO
Arrampicata Tradizionale: Via#Svevannamelia (esposizioneOvest)
27 2.400 mt.
Accesso:dalparcheggiodiPiandeiBuoiseguirel’ampia
carrareccia che porta al Rifugio Ciareido. Poco prima di
quest’ultimo,sistaccaasxilsentieron°272perilRifugio
Bajon. Seguirlo in piano fino a quando non si stacca a
dx una traccia che punta alle pareti dello spallone. Dopo
alcuni minuti per tracce incerte e sentiero più marcato,
si transita nei pressi di un conoide detritico. Risalire il
faticoso ghiaione, meglio sul suo lato sx, fino ad arrivare
sotto lo sperone caratterizzato da tetti gialli. Proseguire
per ghiaione fino a quando questi non si impenna
(ometto)esiincontraadxunterrazzinoinvasodaimughi
(ometto) ad eccezione di un corridoio a ridosso della
parete (parte ripulita) ove si rinviene la placchetta della
via e quindi l’attacco.
La Via : L1: salire la nera placca sovrastante puntando
ad un evidente intaglio a V, uscire dall’intaglio e
procedere per gradoni più facili lasciando a destra la
larga parete gialla con tetto sovrastante. Transitando
a dx tra uno spuntone e la parete si punta a dei
gradoni al di sopra dei quali si rinviene la sosta su
terrazzino. 28 metri, IV poi III, 1 spit. Sosta su 1 spit.
L2: si sale la rampa, approfittando della fessura
iniziale che la caratterizza, fino a raggiungere la base
di un evidente diedro verticale. Affrontare il diedro con
arrampicatadelicatainuscitaeproseguireperlaparetina
articolata.Inpochimetrisiguadagnalascomodasosta.
30 metri, IV con 1 pp. V-, 1 spit. Sosta su spit e golfaro.
L3: dalla sosta affrontare direttamente la placca
lavorata a dx della fessura (roccia delicata) e con
uscita aerea guadagnare il filo dello spigolo. Si
segue ora lo spigolo meglio sul suo lato sx per
rinvenire la comoda sosta su terrazzino. 25 metri,
IV poi pp. III, 1 chiodo. Sosta su chiodo e golfaro.
L4: si procede ora lungo lo spigolo salendo inizialmente
la breve placca sopra la sosta poi scavalcando
o aggirando gli spuntoni che caratterizzano la
cavalcata della cresta che porta alla sosta. 35
metri, III+ III. Sosta su spuntone con cordone.
L5:dallasostasisuperaatleticamenteunintaglioesposto
e si continua per cresta fino a raggiungere un cespuglio
di mughi, la sosta su uno spit e il libro di via si trovano
sullapareteasinistra.35metri.IIIpoifacile.Sostasuspit.
Uscita:dall’ultimasostasiscendeperilcanalonechedivide
la cresta percorsa dalla parete Est del Monte Ciareido.
Prestareattenzioneaimassiinstabili.Quandoilcanalone
sembra essere sbarrato ci si imbatte in un risalto
roccioso che si supera con una breve doppia (spit con
maglia rapida a sx faccia a valle). Si procede poi verso
il fondo del canalone arrivando in breve all’attacco della
via.
Gruppo Marmarole
Aperta da: Lucchi A. V. / Russo M. 16/06/16
Ripetizione : Altoè A./Altoè F./Lucchi A. V. – Lezzi T./ Russo
M. 24/09/2016 (pima assoluta)
Sviluppo via : 150 metri / dislivello: 150 metri
Avvicinamento : 45’ / dislivello : 180 metri
Difficoltà : IV+/ V pp. / complessivamente D-
Tempo previsto: 2h
Cartografia : Tabacco Fg. 016, Dolomiti del Centro Cadore
1:25.000
Materiale : normale dotazione alpinistica, cordini e friend
medi.
Condizioni della roccia: generalmente buona, da ripulire in
alcuni passaggi.
Via completa nel suo insieme, offre una nuova alter-
nativa alle classiche vie dallo spallone Sud del Monte
Ciareido. Caratterizzata da arrampicata in placca,
diedro e spigolo-cresta. Ideale per iniziare a muovere
i primi passi su vie di arrampicata con la sicurezza di
soste a spit e golfari.
4. 4746
TORRE LISA
Arrampicata Sportiva : ViaManiFredde (esposizionesud-ovest)
28 2.315 mt.
Accesso: dal parcheggio del Pian dei Buoi si segue
il sentiero n.28 per il Rifugio Ciareido. Poco prima del
rifugio, prendere a sinistra il sentiero n.272 direzione
Rifugio Bajon. Dopo circa 160 metri, abbandonare il
sentiero e salire a destra per traccia verso Forcella
San Pietro/ Pupo (bolli rossi). Dopo circa 30 minuti, in
corrispondenza del grande diedro che taglia
l’avancorpo della torre Laura, uscire dal sentiero e
salire a destra seguendo ometti e poi per tracce incerte
imboccare il canalone che, con qualche bollo rosso
sbiadito, porta alla base della torre dove un golfaro e il
nome indica l’attacco. Dal Rif. Ciareido 1 ora.
LaVia:L1:sisalelaplaccasopralasostamantenendosi,
dopo alcuni metri, a sinistra dello spigolo. Attaccare la
bellissima placca che con arrampicata tecnica culmina
con un delicato traverso a destra per poi approdare alla
sosta. 30 metri, 5b-c, un tratto di 6c, spit di passaggio,
sosta su spit e golfaro. Superabile in artificiale con due
staffe ed un cliff.
L2: alzarsi leggermente sopra la sosta per poi deviare
decisamente a sinistra su cornice e risalire dei facili
gradonierbosi;siseguepoiun’evidentecengiaerbosaa
destrafinoall’evidentesosta.25metri,IVpoielementare,
spit di passaggio, sosta su golfari.
L3: dalla sosta si scavalca lo spigolo per mettere
piede su una rampa che conduce ad un diedro il quale
si guadagna con un passaggio delicato su roccia
aggettante. Seguire per alcuni metri e spostarsi poi a
sinistrasuentusiasmanteplaccaaereasopra“ilNaso”.Al
terminedellaplaccasisaleperterrenopiùfacileadestra
fino alla sosta. 30 metri, IV, V+, IV+, spit di passaggio,
sosta su spit e golfaro.
L4:dallasostacisialzadirettamenteperplaccalavorata
a scaglie fino ad intersecare dopo pochi metri il filo dello
spigolocheconduce,salendotraleduevette,dilìapoco
alla cima Ovest. 30 metri, V+, IV, spit di passaggio, sosta
su golfaro.
Uscita:dallasostafinalescendereindoppiaper10metri
traleduevette.Sirinvieneoraunasostasugolfaroespit,
librodivia,checonunacalatadi20metriportaallabase
della torre sul versante Nord. Una terza doppia da 35
metriinuncanaloneconmassipocostabili,portaaduna
sella ghiaiosa. Ci si trova in cima al canalone percorso
nella parte bassa per raggiungere l’attacco. Scendere
il canalone per pochi minuti fino ad incontrare, nel suo
punto più impegnativo, un golfaro attrezzato per una
doppia. Poi per ghiaione e sentiero fino al parcheggio.
Gruppo Marmarole
Aperta da: Lucchi A. V. / Russo M. 02/07/2017
Ripetizione : Lucchi A. V. / Russo M. 07/10/17 (prima
assoluta)
Sviluppo via : 115 metri / dislivello: 100 metri
Avvicinamento : 1h / dislivello : 250 metri
Difficoltà : IV+, V+ un tratto di 6c / complessivamente TD-
Tempo previsto: 2h 30’
Cartografia : Tabacco Fg. 016, Dolomiti del Centro Cadore
1:25.000
Materiale : normale dotazione alpinistica, qualche cordino e
friend.
Condizioni della roccia: generalmente ottima.
Punti d’appoggio : Rifugio Ciareido, Rifugio Bajon
La Torre Lisa (toponimo da noi proposto in assenza di
una nomenclatura ufficiale) è un monolite di calcare
compatto caratterizzato da una spaccatura centrale
che le conferisce l’aspetto della cocca di una freccia. Il
suo versante sud-ovest presenta una sorta di spigolo
arrotondato che ha ispirato il nostro progetto di salita.
La roccia è ottima in tutta la via, anche se necessita
ancora di un po’ di pulizia.
- RACCONTI -
COME NASCE UNA VIA
“Mercoledì prendiamoci il tempo per
guardare anche quella Torre vista
da Torre Laura l’anno scorso.....”
“Mani Fredde” nasce così, da questo
messaggio che mi ha inviato Andrea
a maggio, seguito dalla foto di una
anonima e timida torre appena più
a sud del Monte Ciareido. E’ facile
restareaffascinatidaquestogruppo,
un anfiteatro che visto dall’omonimo
Rifugio lascia senza fiato.
Ci si accorge della bellezza di
Torre Lisa solo guardandola
da nord, dalla forcella.
Da lì si vede come la cima sia
incredibilmente spaccata a metà
quasi fosse sospesa in perfetto
equilibrio, immersa nell’azzurro
del cielo, un quadro che solo la
natura può creare. Abbiamo dovuto
guardare con molta attenzione
per capire il punto debole da cui
attaccare fino a quando, risalito
per l’ennesima volta il canale che
permette di accedere alla parete,
abbiamo individuato uno spigolo
che una volta aggirato continuava
su una bellissima placca di roccia
liscia e compatta che neanche noi
ci aspettavamo. La decisione di
attrezzare la via in sicurezza per
stimolare eventuali ripetizioni è stata
unanime. Spit ravvicinati (ma non
azzerabili)sulprimotiro,sicuramente
il più impegnativo, lasciando il più
possibile uno stile classico sulle
successive lunghezze che richiede
comunque l’uso di protezioni veloci.
Con qualche mezza giornata,
sottraendo il già poco tempo libero
allaripetizionedinuoviitinerari,siamo
riusciti, passaggio dopo passaggio e
con una buona intesa alpinistica, a
risolvere questa seppur breve ma
interessante via, che si distingue per
un’arrampicata varia e mai banale
ma soprattutto caratterizzata dal
continuo echeggiare del socio
Andrea che, durante tutta l’apertura,
chiudendo inutilmente i pugni per
soffiarci dentro, in più occasioni mi
gridava “Marco scusa, blocca un
attimo, ho le….. MANI FREDDE”
di MARCO RUSSO