Il Progetto Taste of Freedom, finanziato dalla Comunità Europea su un Bando del 2013 ha visto per due anni coinvolti 5 Paesi Europei e le rispettive Condotte Slow Food, al fine di promuovere la cultura del cibo buono, pulito e giusto all’interno di alcuni istituti penitenziari. I paesi coinvolti, Italia, Isole Canarie, Portogallo, Turchia e Lituania hanno promosso un cammino all’interno di 6 carceri, in quasi tutti i casi accompagnati dalle Condotte locali di Slow Food.
1. TASTE OF FREEDOM & SLOW FOOD
Il Progetto Taste of Freedom, finanziato
dalla Comunità Europea su un Bando del
2013 ha visto per due anni coinvolti 5 Paesi
Europei e le rispettive Condotte Slow Food,
al fine di promuovere la cultura del cibo
buono, pulito e giusto all’interno di alcuni
istituti penitenziari. I paesi coinvolti, Italia,
Isole Canarie, Portogallo, Turchia e Lituania
hanno promosso un cammino all’interno di
6 carceri, in quasi tutti i casi accompagnati
dalle Condotte locali di Slow Food.
L’idea progettuale infatti era quella di riscoprire insieme ai detenuti dei diversi paesi, le tradizioni locali, i
prodotti del territorio e le antiche ricette così da diffondere la cultura del cibo buono e della sana e corretta
alimentazione. In questo percorso le Condotte Slow Food sono state preziose risorse e nel caso di Massa
Marittima addirittura capofila del progetto
stesso. Le Condotte si sono rivelate
estremamente importanti per la corretta
realizzazione del progetto, costituendo anche
un filo conduttore comune a tutti i Paesi. Que
sto ci ha fatto ri-scoprire quanto la cultura del
cibo sia un collante forte e comune per
riuscire a conoscere e scoprire culture anche
molto diverse. Il lavoro con i detenuti è stato
per tutti entusiasmante, la loro
partecipazione e il loro interesse più forti di
quanto potessimo aspettarci: abbiamo
Figura 1. Taste of Freedom in Turchia. In primo piano Fausto Costagli e
dietro tutti i rappresentanti dei paesi partner
Figura 3. La Coordinatrice di Taste of Freedom
Prof.ssa Manuela Sebeglia ad EXPO 2015
Figura 2. Alcuni rappresentanti del partner spagnolo (Isole
Canarie), il Direttore di Massa Marittima, Dr. Carlo
Mazzerbo, Carlo Eugeni, Slow Food Elba e Capraia e la
Dr.ssa Veronica Cornaggia della Coop. Beniamino ONLUS in
Turchia
2. scoperto che anche in carcere il cibo unisce, rappresentando condivisione e allo stesso tempo recupero
delle proprie radici.
Il Progetto Taste of Freedom si è concluso nel mese di Maggio, con un meeting finale che si è svolto tra
l’Isola d’Elba e Massa Marittima, i due partner italiani del progetto. Inoltre, mercoledì 22 Luglio 2015, una
delegazione della Cooperativa Beniamino (uno dei partner del progetto che ha assiduamente collaborato
con la Condotta Elba e Capraia) accompagnata da un referente dell’area trattamentale della casa di
reclusione di Porto Azzurro ha presentato ad EXPO 2015, nell’ambito di un work shop organizzato dai
referenti della nuova piattaforma EPALE “L’educazione degli adulti per un’alimentazione e un acquisto
consapevole nei progetti europei” il Progetto Taste of Freedom, con grande soddisfazione da parte di tutti.
La presentazione ad EXPO 2015 di Taste of Freedom, nell’ambito di un seminario che riguarda l’educazione
permanente agli adulti, ha avuto il
principale scopo di raccontare
l’esperienza del cibo in carcere e di ciò
che esso rappresenta. Dato il tema di
EXPO, parlare di Taste of Freedom ha
rappresentato una grande occasione per
far comprendere che si può fare
educazione alimentare a tutti i livelli,
stringendo legami e relazioni importanti,
anche e soprattutto cominciando a
raccontarsi attraverso il cibo…
Ringraziando Slow Food Regionale e tutte le Condotte che ci hanno accompagnato in questo lungo e
prezioso cammino, salutiamo sperando di incontrarci nuovamente per future avventure….
Se vi fa piacere vedere il video presentato ad EXPO 2015 potete andare a questo link…
https://vimeo.com/137605144
Il Vice Presidente della Cooperativa Beniamino
Veronica Cornaggia
Figura 4. Il Vice Presidente della Coop. Beniamino ONLUS DR.ssa Veronica
Cornaggia e il referente Area Trattamentale della Casa di Reclusione di
Porto Azzurro DR. Paolo Maddonni ad EXPO 2015