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Seminario di Medicina Legale Il sopralluogo giudiziario Il DNA nella pratica forense dott. Giancarlo Salsi
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[object Object],[object Object],[object Object],… propose nel 1878 questo sistema di segnalamento, che nel 1882 venne messo in attuazione. Nell’anno successivo venne adottato come servizio di segnalazione, con la istituzione del Servizio di Identità Giudiziaria presso la Prefettura di Polizia in Parigi.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Salvatore Ottolenghi…… …… ovvero il fondatore della  Scuola Italiana di Polizia Scientifica... ... ebbe l’intuizione di applicare  il metodo scientifico utilizzato con  successo da Bertillon nel campo  dell’identificazione personale all’ambiente, consentendo l’applicazione di una tecnica per  l’effettuazione dell’ Esame della Scena del Crimine  che potesse essere universalmente accettata.
Cesare Lombroso ,[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object]
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LA REPERTAZIONE  REPERTO (oggetti, tracce ematiche, formazioni pilifere, etc...) ↓ FASE DESCRITTIVA  DEI PRELIEVI E DEI CAMPIONAMENTI ↓ DIAGNOSI DI NATURA E DI SPECIE ↓ ANALISI DEL D.N.A.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Consulente del P.M. ex art. 360 c.p.p. Obbligo degli avvisi all’indagato, al difensore e alla persona offesa  Ausiliario di P.G. ex art. 348 c.p.p  Consulente del P.M. ex art. 359 c.p.p senza obbligo di avviso
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DIREZIONE CENTRALE ANTICRIMINE Servizio Polizia Scientifica
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OSSERVAZIONE DESCRIZIONE FISSAZIONE CONSERVAZIONE
La presenza del medico legale nel corso dei primi accertamenti è molto importante, ove il caso lo richieda e per quanto di competenza, per l’esame dei luoghi, per la ricerca e l’eventuale repertazione delle tracce    biologiche, nonché per l’acquisizione dei primi dati orientativi relativamente alla  cronologia della morte, alla causa  ed ai mezzi produttori della medesima, la cui adeguata valutazione può essere risolutiva ai fini della  ricostruzione dell’evento criminoso.
GLI ATTREZZI DEL MESTIERE
[object Object],[object Object]
Il sopralluogo comprende la descrizione di: ambienti, mobilio, oggetti, cadaveri, tracce …… I caratteri che più frequentemente si devono rilevare sono i seguenti: sede, forma, dimensioni, direzione, posizione, colore, odore, sostanza di cui è fatto l’oggetto della descrizione, trasparenza, elasticità e porosità.
Ordine di descrizione:   -da destra verso sinistra,  - dal basso verso l’alto  - dal generale al particolare CADAVERE:  Destra e sinistra si riferiscono non all’osservatore ma al cadavere stesso. OGGETTI D’ARREDAMENTO: Se hanno un verso d’utilizzo, tipo la poltrona, si descrivono per come si usano  e non col punto di vista dell’osservatore.
Sede : si rileva per tutti gli ambienti e di seguito per gli oggetti contenuti in essi  Forma : per la descrizione di oggetti o macchie di forma anomala si cercherà di richiamare delle forme geometriche note od oggetti di uso comune, per esempio “macchia di presunta sostanza ematica di forma pressoché circolare…” Direzione : per quanto riguarda gli ambienti viene utilizzata prevalentemente per quelli di forma rettangolare:“il locale di forma rettangolare si estende trasversalmente a destra (rispetto sempre il varco di accesso)”o “longitudinalmente”  Posizione : gli oggetti od il mobilio saranno descritti nella loro forma , di seguito si indicherà la posizione. Esempio: “…sulla parete sinistra si trova un armadio a tre ante….. a circa 30 centimetri dalla parete posteriore”.
Angolo anteriore sinistro Angolo anteriore destro Angolo posteriore sinistro Angolo posteriore destro
 
Effrazioni : Le effrazioni, rotture, demolizioni, aperture, buche, tracce di proiettili, impronte di strumenti da scasso etc…vanno descritte sia nel generale che nel particolare. Si repertano, se possibile, quelle zone che hanno subìto l’effrazione dove può supporsi siano rilevabili (tramite analisi da laboratorio) particolari che possano essere utili alla identificazione dello strumento che le ha causate.
I rilievi  FOTOGRAFICI
Le fotografie si susseguono con le stesse modalità indicate per il fascicolo descrittivo, quindi  dal generale al particolare. Si inizierà perciò con fotografie “panoramiche”(utilizzo del grandangolo) dell’ambiente per poi scendere con riprese mirate dei mobili/oggetti .  In caso di effrazioni e tracce si effettueranno delle macro.
I particolari vengono fotografati previa apposizione laterale della striscetta metrica
ECCHIMOSI SULLA SUPERFICIE ESTERNA DEL POLSO DESTRO
I rilievi  DATTILOSCOPICI
Fra le tracce riscontrabili sul luogo dove è stato commesso un reato, rivestono una notevole importanza le impronte papillari, che possono suddividersi in:  -   palmari (quelle del palmo della mano);  -   plantari (quelle dei piedi); -   digitali (quelle dei polpastrelli).  Le più studiate e utilizzate ai fini dell’identificazione giudiziaria sono le impronte digitali  ,[object Object],[object Object],[object Object]
LE IMPRONTE DIGITALI  o DERMATOGLIFI ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Polpastrelli e palmi delle nostre mani (e anche dei piedi) sono cosparsi di minuscole papille di forma conica che si susseguono l'una dietro l'altra formando sottili creste separate da piccoli solchi. Le creste descrivono disegni caratteristici, assolutamente individuali (anse, archi, vortici), che si formano già durante la vita fetale. Disegni talmente individuali che due gemelli monozigoti hanno sì lo stesso DNA, ma impronte digitali diverse.
[object Object],[object Object]
A DELTA MONODELTA BIDELTA COMPOSTA I 4 PRINCIPALI TIPI DI IMPRONTE
TRATTO DI LINEA TERMINE DI LINEA CONVERGENZA INTERLINEA PUNTO DOPPIA BIFORCAZIONE BIFORCAZIONE ISOLOTTO DOPPIO TERMINE DI LINEA INCROCIO DI LINEE LE MINUTIAE
A.F.I.S. E’ l‘acronimo di  Automated Fingerprint Identification System  ovvero Sistema Automatizzato di Identificazione delle Impronte. L'AFIS è un sistema hardware e software che nasce dalla necessità di ridurre i normali tempi di acquisizione e catalogazione dei cartellini decadattilari e dalla necessità di effettuare una ricerca rapida ed efficace delle impronte sconosciute in una BANCA DATI unica, informatizzata, consultabile dal centro e dalla periferia. Le impronte digitali vengono codificate attraverso un algoritmo, gestito dal Sistema. Le ricerche vengono eseguite sia su set di 10 impronte, sia su frammenti d'impronta digitale sia sulle impronte palmari, rilevati dagli organi di polizia sulla scena del crimine. In concreto è un sistema costituito da terminali a disposizione delle singole unità di Polizia Scientifica, o dei RIS dei Carabinieri, che hanno la possibilità di connettersi, via rete telematica, alla Banca dati del Casellario Centrale d'Identità - II° Divisione del Servizio Polizia Scientifica, che contiene le informazioni biometriche dei singoli soggetti per essere identificati ai fini preventivi o giudiziari.
 
 
[object Object],[object Object],[object Object],PREVENTIVA 10 impronte GIUDIZIARIA frammenti digitali o palmari trovati scena del crimine
LE IMPRONTE VISIBILI Rientrano in questa categoria quelle depositate a seguito di: - apporto di sostanze, in genere coloranti, applicati dalle creste papillari (ad esempio sangue, inchiostri, inquinanti vari, ecc.); - asportazione di sostanze (ad esempio fuliggine, polvere, ecc.); ,[object Object],[object Object],[object Object],IMPRONTE PLASTICHE (o calchi) sono prodotte dal contatto di una superficie malleabile che produce un’immagine negativa dell’impronta.
ESALTAZIONE delle IMPRONTE LATENTI ,[object Object],[object Object]
 
[object Object],[object Object]
 
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],L= Busta di carta  M= Frammento di carta semicombusta N= Bossolo O= Cartuccia P= Bossolo Q= Foglio con impronta di calzatura R= Rotolo di cartone S= Bottiglia di plastica T= Impronta digitale X= Fibra Y= Formazione pilifera 1= Suppellettili (stoviglie e contenuto posacenere) tavola apparecchiata
 
 
 
 
 
[object Object]
LAMPADA DI WOOD
Il luminol e’ una sostanza che reagisce con la componente ferrosa contenuta nell’emoglobina rendendola fluorescente. Il luminol test necessita, per l’esaltazione delle tracce, del buio assoluto. I reagenti chimici utilizzati sono tossici ed irritanti e quindi il loro uso impone l’utilizzo di tute adeguate, maschere antigas, occhiali protettivi e guanti. I reattivi chimici devono essere preparati al momento e non possono essere conservati una volta miscelati. Esistono numerose sostanze che danno luogo a “Falsi positivi” (ruggine, ipoclorito di sodio, formalina, sali di metalli pesanti quali il nickel ed il rame, perossidasi provenienti da agrumi, banane, angurie e numerosi altri vegetali). L’acido ascorbico (presente negli agrumi o frutti in genere), invece può mascherare la presenza di sangue dando luogo a “Falsi negativi“. Il test non riesce a discriminare il sangue umano da quello animale.
Modalità d'Uso: •Miscelare al buio la polvere ed il liquido agitando vigorosamente per almeno 10’ •Individuata la zona da trattare vaporizzare su di essa il Luminol •In caso di reazione positiva si deve provvedere a fotografare a luce naturale la zona, predisponendo la macchina fotografica su di un cavalletto  •Prelevare con tamponi di carta assorbente quanto più materiale possibile, tenendo conto che le vaporizzazioni hanno “diluito” la traccia
 
[object Object]
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I REPERTI EMATICI, ANCOR PRIMA DELLE ANALISI DI LABORATORIO, VERRANNO VALUTATI NELLA LORO MORFOLOGIA PER RICOSTRUIRE LA POSIZIONE RECIPROCA DI VITTIMA ED AGGRESSORE ED EVENTUALMENTE LA DINAMICA OMICIDIARIA. UN INTERESSE PREPONDERANTE VA PURE ASSUMENDO QUELLO “MORFOLOGICO”, OSSIA RELATIVO ALLA POSIZIONE E CONFORMAZIONE DELLE STESSE, CHE POSSA IN SOSTANZA FORNIRE UNA RISPOSTA AL  COME  LE MEDESIME SI POSSONO ESSERE FORMATE (ASPETTO “DINAMICO”): SI PENSI PER ESEMPIO ALLE GOCCE DI SANGUE.
L’ANALISI DELLE MACCHIE DI SANGUE  È FONDAMENTALE PER LA RICOSTRUZIONE DELLA DINAMICA DEGLI EVENTI, PER QUESTO È IMPORTANTE VALUTARE CORRETTAMENTE L’ESATTA INDIVIDUAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE, DELLA FORMA E DELLA DIMENSIONE DELLE TRACCE EMATICHE, NONCHÉ IL LORO ANDAMENTO E LA LORO POSIZIONE NELLO SPAZIO. LO STUDIO DI TALI TRACCE NON È MERAMENTE FISICO E GEOMETRICO, MA ANCHE LOGICO, E TROVA FONDAMENTO NELLA STATISTICA.
< 50 cm 50 – 100 cm 100 –150 cm > 150 cm GOCCIOLATURE PER PRECIPITAZIONE DI FORMA CIRCOLARE (PASSIVE) E MARGINI A RAGGIERA, INDICATIVE DI UNA CADUTA PERPENDICOLARE DA ALTEZZE DIVERSE
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],d a α vista frontale vista dall’alto a d
SALIVA SPERMA FORMAZIONI PILIFERE SANGUE UNGHIE OSSA
 
 
Cenni ai fenomeni  tanatologici  fondamentali
Fenomeni tanatologici fondamentali Perdita di circa  ½  °C/h 3 – 4  ore dalla morte Raffreddamento Perdita di circa  1  °C/h 6 – 10  ore dalla morte Perdita di circa 3/4 °C/H fino al raggiungimento della T ambiente 10 - 30  ore dalla morte Dopo circa 12 ore dal decesso in condizioni normali il cadavere assume una temperatura di circa 27/28 °C. Dopo un giorno la temperatura è quell ambientale.
Fenomeni tanatologici fondamentali Raffreddamento Nota bene! E’ influenzato dalla temperatura ambientale, dall’età, dalla nutrizione, dal pannicolo adiposo, da evntuali perdite ematiche che rendono più rapido il decremento termico.
Fenomeni tanatologici fondamentali Rigidità cadaverica Fenomeni competitivi:   rigidità catalettica, rottura di rigidità dopo 7-12 ore può impedire la comparsa di rigidità completa (influenza della T, il freddo ritarda) Al momento della morte si ha il  rilasciamento completo  della massa muscolare, e il cadavere si trova in stato di totale flaccidità. Dopo alcune ore, sopravviene la… Comparsa a livello mandibolare, muscoli mimici, collo, arti superiori, inferiori… 3 – 4  ore dalla morte Rigidità completa, ma risolvibile 7 – 12  ore dalla morte Acme della rigidità 36 - 48  ore dalla morte Risoluzione completa, nello stesso ordine di comparsa 72  ore dalla morte
Fenomeni tanatologici fondamentali Rigidità cadaverica Nota bene! Da un punto di vista investigativo è interessante notare che se il cadavere viene manipolato dopo le 7 – 12 ore dalla morte e prima dell’apice, può rompersi la rigidità che può non ricomparire. E’ influenzata dalla temperatura, più è alta più aumenta il fenomeno, aumenta anche in presenza di un fisico muscoloso o di una morte rapida
Fenomeni tanatologici fondamentali Macchie ipostatiche Iniziano a vedersi Da 2 – 3  ore dalla morte Sono migrabili, soprattutto se si manipola il cadavere Fino a 10 – 12  ore dalla morte Migrabili alla digitopressione e al massaggio Dalle 12 fino alle 48-72  ore dalla morte Totale fissità Oltre le 48-72  ore dalla morte
Fenomeni tanatologici fondamentali Macchie ipostatiche Nota bene! Possono dipendere dalla velocità della morte, dalla perdita di sangue che ne diminuisce la presenza, oppure dal tipo di morte che ne modifica il colore (es. Nelle intossicazioni da monossido di carbonio le ipostasi appaiono di colore rosso ciliegia). Particolare attenzione alle cosiddette macchie paradosse, cioè localizzate in regioni corporee non declivi e non compatibili con la posizione in cui è stato rinvenuto il cadavere…
 
 
 
 
BALISTICA
[object Object]
I.B.I.S.  Integrated Ballistic Identification System Sistema Automatizzato per le Indagini Balistiche: E’ una banca dati per le tracce balistiche. Serve a verificare se un’arma ha già sparato in passato, se è stata quindi utilizzata in eventi delittuosi. E’ un sofisticato sistema informatico in dotazione anche a molte polizie europee e statunitensi che è in grado, in modo automatico, di archiviare, ricercare e confrontare immagini di impronte su bossoli e proiettili. Il sistema, acquisisce immagini ad alta risoluzione del bossolo o del proiettile, poi le trasforma con un algoritmo matematico, in un codice di segnatura disponibile per il confronto. In caso di comparazione, il software fornirà una serie di candidati che andranno verificati dal tecnico balistico con lo studio delle immagini.
 
ANALISI RESIDUI DELLO SPARO
NORMALMENTE LE PARTICELLE RESIDUO DELLO SPARO INVESTONO LA PERSONA CHE IMPUGNA L’ARMA E CHI SI TROVA NELLE VICINANZE E QUINDI VENGONO RICERCATE SU CHI PUÒ AVER FATTO USO DI ARMI DA FUOCO O SUGLI ABITI DA QUESTI INDOSSATI. MA POSSONO ESSERE RICERCATE ANCHE SU MOBILI O SUPPELLETTILI POSTI NELLE VICINANZE.
 
I  RESIDUI DELLO SPARO SONO GIA’ IL 20% DOPO UN’ORA, QUINDI I PRELIEVI VANNO FATTI IMMEDIATAMENTE. DOPO 6-8 ORE LA PROBABILITA’ DI TROVARE ANCORA DEI RESIDUI E’ BASSA. CON IL LAVAGGIO DELLE MANI I RESIDUI SPARISCONO. I TESSUTI TRATTENGONO I RESIDUI, QUINDI NON ESSENDOCI URGENZA, SI REPERTANO I TESSUTI E SI ATTENDONO DISPOSIZIONI DALL’A.G. CLASSIFICAZIONE : Le particelle rilevate vengono classificate: 1) Particelle uniche, quelle cioè la cui presenza è  ASSOLUTAMENTE INDICATIVA di residui dello sparo: Pb (piombo), Sb (antimonio) e Ba (bario) presenti insieme  Sb, Ba presenti insieme  2) Particelle indicative, quelle la cui presenza è FORTEMENTE INDICATIVA di residui dello sparo:  Si (silicio), Ca (calcio), Ba (bario) presenti insieme Pb, Ba presenti insieme Sb, S (zolfo) presenti insieme Sb
[object Object]
Le tracce di scarpe costituiscono spesso uno degli unici legami tra l’autore e la scena del crimine. Inoltre, alcune volte, riescono a farci ricostruire la dinamica dell’omicidio ed i sui spostamenti sulla scena del crimine. Per la loro fragilità dovrebbero essere le prime tracce da assicurare e preservare da parte degli operatori che intervengono sul posto.
 
Banca dati nazionale del DNA ,[object Object]
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[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object]
INDAGINI DIFENSIVE ,[object Object]
Principali modifiche al codice di procedura penale in materia di indagini difensive. ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
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IL CONCETTO DI PROVA ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
IL GIUDICE ,[object Object],[object Object]
Prospetto sinottico delle norme di riferimento ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
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Sopralluogo

  • 1. Seminario di Medicina Legale Il sopralluogo giudiziario Il DNA nella pratica forense dott. Giancarlo Salsi
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  • 5. Salvatore Ottolenghi…… …… ovvero il fondatore della Scuola Italiana di Polizia Scientifica... ... ebbe l’intuizione di applicare il metodo scientifico utilizzato con successo da Bertillon nel campo dell’identificazione personale all’ambiente, consentendo l’applicazione di una tecnica per l’effettuazione dell’ Esame della Scena del Crimine che potesse essere universalmente accettata.
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  • 9. LA REPERTAZIONE REPERTO (oggetti, tracce ematiche, formazioni pilifere, etc...) ↓ FASE DESCRITTIVA DEI PRELIEVI E DEI CAMPIONAMENTI ↓ DIAGNOSI DI NATURA E DI SPECIE ↓ ANALISI DEL D.N.A.
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  • 13. DIREZIONE CENTRALE ANTICRIMINE Servizio Polizia Scientifica
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  • 16. La presenza del medico legale nel corso dei primi accertamenti è molto importante, ove il caso lo richieda e per quanto di competenza, per l’esame dei luoghi, per la ricerca e l’eventuale repertazione delle tracce biologiche, nonché per l’acquisizione dei primi dati orientativi relativamente alla cronologia della morte, alla causa ed ai mezzi produttori della medesima, la cui adeguata valutazione può essere risolutiva ai fini della ricostruzione dell’evento criminoso.
  • 17. GLI ATTREZZI DEL MESTIERE
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  • 19. Il sopralluogo comprende la descrizione di: ambienti, mobilio, oggetti, cadaveri, tracce …… I caratteri che più frequentemente si devono rilevare sono i seguenti: sede, forma, dimensioni, direzione, posizione, colore, odore, sostanza di cui è fatto l’oggetto della descrizione, trasparenza, elasticità e porosità.
  • 20. Ordine di descrizione: -da destra verso sinistra, - dal basso verso l’alto - dal generale al particolare CADAVERE: Destra e sinistra si riferiscono non all’osservatore ma al cadavere stesso. OGGETTI D’ARREDAMENTO: Se hanno un verso d’utilizzo, tipo la poltrona, si descrivono per come si usano e non col punto di vista dell’osservatore.
  • 21. Sede : si rileva per tutti gli ambienti e di seguito per gli oggetti contenuti in essi Forma : per la descrizione di oggetti o macchie di forma anomala si cercherà di richiamare delle forme geometriche note od oggetti di uso comune, per esempio “macchia di presunta sostanza ematica di forma pressoché circolare…” Direzione : per quanto riguarda gli ambienti viene utilizzata prevalentemente per quelli di forma rettangolare:“il locale di forma rettangolare si estende trasversalmente a destra (rispetto sempre il varco di accesso)”o “longitudinalmente” Posizione : gli oggetti od il mobilio saranno descritti nella loro forma , di seguito si indicherà la posizione. Esempio: “…sulla parete sinistra si trova un armadio a tre ante….. a circa 30 centimetri dalla parete posteriore”.
  • 22. Angolo anteriore sinistro Angolo anteriore destro Angolo posteriore sinistro Angolo posteriore destro
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  • 24. Effrazioni : Le effrazioni, rotture, demolizioni, aperture, buche, tracce di proiettili, impronte di strumenti da scasso etc…vanno descritte sia nel generale che nel particolare. Si repertano, se possibile, quelle zone che hanno subìto l’effrazione dove può supporsi siano rilevabili (tramite analisi da laboratorio) particolari che possano essere utili alla identificazione dello strumento che le ha causate.
  • 25. I rilievi FOTOGRAFICI
  • 26. Le fotografie si susseguono con le stesse modalità indicate per il fascicolo descrittivo, quindi dal generale al particolare. Si inizierà perciò con fotografie “panoramiche”(utilizzo del grandangolo) dell’ambiente per poi scendere con riprese mirate dei mobili/oggetti . In caso di effrazioni e tracce si effettueranno delle macro.
  • 27. I particolari vengono fotografati previa apposizione laterale della striscetta metrica
  • 28. ECCHIMOSI SULLA SUPERFICIE ESTERNA DEL POLSO DESTRO
  • 29. I rilievi DATTILOSCOPICI
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  • 33. A DELTA MONODELTA BIDELTA COMPOSTA I 4 PRINCIPALI TIPI DI IMPRONTE
  • 34. TRATTO DI LINEA TERMINE DI LINEA CONVERGENZA INTERLINEA PUNTO DOPPIA BIFORCAZIONE BIFORCAZIONE ISOLOTTO DOPPIO TERMINE DI LINEA INCROCIO DI LINEE LE MINUTIAE
  • 35. A.F.I.S. E’ l‘acronimo di Automated Fingerprint Identification System ovvero Sistema Automatizzato di Identificazione delle Impronte. L'AFIS è un sistema hardware e software che nasce dalla necessità di ridurre i normali tempi di acquisizione e catalogazione dei cartellini decadattilari e dalla necessità di effettuare una ricerca rapida ed efficace delle impronte sconosciute in una BANCA DATI unica, informatizzata, consultabile dal centro e dalla periferia. Le impronte digitali vengono codificate attraverso un algoritmo, gestito dal Sistema. Le ricerche vengono eseguite sia su set di 10 impronte, sia su frammenti d'impronta digitale sia sulle impronte palmari, rilevati dagli organi di polizia sulla scena del crimine. In concreto è un sistema costituito da terminali a disposizione delle singole unità di Polizia Scientifica, o dei RIS dei Carabinieri, che hanno la possibilità di connettersi, via rete telematica, alla Banca dati del Casellario Centrale d'Identità - II° Divisione del Servizio Polizia Scientifica, che contiene le informazioni biometriche dei singoli soggetti per essere identificati ai fini preventivi o giudiziari.
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  • 52. Il luminol e’ una sostanza che reagisce con la componente ferrosa contenuta nell’emoglobina rendendola fluorescente. Il luminol test necessita, per l’esaltazione delle tracce, del buio assoluto. I reagenti chimici utilizzati sono tossici ed irritanti e quindi il loro uso impone l’utilizzo di tute adeguate, maschere antigas, occhiali protettivi e guanti. I reattivi chimici devono essere preparati al momento e non possono essere conservati una volta miscelati. Esistono numerose sostanze che danno luogo a “Falsi positivi” (ruggine, ipoclorito di sodio, formalina, sali di metalli pesanti quali il nickel ed il rame, perossidasi provenienti da agrumi, banane, angurie e numerosi altri vegetali). L’acido ascorbico (presente negli agrumi o frutti in genere), invece può mascherare la presenza di sangue dando luogo a “Falsi negativi“. Il test non riesce a discriminare il sangue umano da quello animale.
  • 53. Modalità d'Uso: •Miscelare al buio la polvere ed il liquido agitando vigorosamente per almeno 10’ •Individuata la zona da trattare vaporizzare su di essa il Luminol •In caso di reazione positiva si deve provvedere a fotografare a luce naturale la zona, predisponendo la macchina fotografica su di un cavalletto •Prelevare con tamponi di carta assorbente quanto più materiale possibile, tenendo conto che le vaporizzazioni hanno “diluito” la traccia
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  • 57. I REPERTI EMATICI, ANCOR PRIMA DELLE ANALISI DI LABORATORIO, VERRANNO VALUTATI NELLA LORO MORFOLOGIA PER RICOSTRUIRE LA POSIZIONE RECIPROCA DI VITTIMA ED AGGRESSORE ED EVENTUALMENTE LA DINAMICA OMICIDIARIA. UN INTERESSE PREPONDERANTE VA PURE ASSUMENDO QUELLO “MORFOLOGICO”, OSSIA RELATIVO ALLA POSIZIONE E CONFORMAZIONE DELLE STESSE, CHE POSSA IN SOSTANZA FORNIRE UNA RISPOSTA AL COME LE MEDESIME SI POSSONO ESSERE FORMATE (ASPETTO “DINAMICO”): SI PENSI PER ESEMPIO ALLE GOCCE DI SANGUE.
  • 58. L’ANALISI DELLE MACCHIE DI SANGUE È FONDAMENTALE PER LA RICOSTRUZIONE DELLA DINAMICA DEGLI EVENTI, PER QUESTO È IMPORTANTE VALUTARE CORRETTAMENTE L’ESATTA INDIVIDUAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE, DELLA FORMA E DELLA DIMENSIONE DELLE TRACCE EMATICHE, NONCHÉ IL LORO ANDAMENTO E LA LORO POSIZIONE NELLO SPAZIO. LO STUDIO DI TALI TRACCE NON È MERAMENTE FISICO E GEOMETRICO, MA ANCHE LOGICO, E TROVA FONDAMENTO NELLA STATISTICA.
  • 59. < 50 cm 50 – 100 cm 100 –150 cm > 150 cm GOCCIOLATURE PER PRECIPITAZIONE DI FORMA CIRCOLARE (PASSIVE) E MARGINI A RAGGIERA, INDICATIVE DI UNA CADUTA PERPENDICOLARE DA ALTEZZE DIVERSE
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  • 61. SALIVA SPERMA FORMAZIONI PILIFERE SANGUE UNGHIE OSSA
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  • 64. Cenni ai fenomeni tanatologici fondamentali
  • 65. Fenomeni tanatologici fondamentali Perdita di circa ½ °C/h 3 – 4 ore dalla morte Raffreddamento Perdita di circa 1 °C/h 6 – 10 ore dalla morte Perdita di circa 3/4 °C/H fino al raggiungimento della T ambiente 10 - 30 ore dalla morte Dopo circa 12 ore dal decesso in condizioni normali il cadavere assume una temperatura di circa 27/28 °C. Dopo un giorno la temperatura è quell ambientale.
  • 66. Fenomeni tanatologici fondamentali Raffreddamento Nota bene! E’ influenzato dalla temperatura ambientale, dall’età, dalla nutrizione, dal pannicolo adiposo, da evntuali perdite ematiche che rendono più rapido il decremento termico.
  • 67. Fenomeni tanatologici fondamentali Rigidità cadaverica Fenomeni competitivi: rigidità catalettica, rottura di rigidità dopo 7-12 ore può impedire la comparsa di rigidità completa (influenza della T, il freddo ritarda) Al momento della morte si ha il rilasciamento completo della massa muscolare, e il cadavere si trova in stato di totale flaccidità. Dopo alcune ore, sopravviene la… Comparsa a livello mandibolare, muscoli mimici, collo, arti superiori, inferiori… 3 – 4 ore dalla morte Rigidità completa, ma risolvibile 7 – 12 ore dalla morte Acme della rigidità 36 - 48 ore dalla morte Risoluzione completa, nello stesso ordine di comparsa 72 ore dalla morte
  • 68. Fenomeni tanatologici fondamentali Rigidità cadaverica Nota bene! Da un punto di vista investigativo è interessante notare che se il cadavere viene manipolato dopo le 7 – 12 ore dalla morte e prima dell’apice, può rompersi la rigidità che può non ricomparire. E’ influenzata dalla temperatura, più è alta più aumenta il fenomeno, aumenta anche in presenza di un fisico muscoloso o di una morte rapida
  • 69. Fenomeni tanatologici fondamentali Macchie ipostatiche Iniziano a vedersi Da 2 – 3 ore dalla morte Sono migrabili, soprattutto se si manipola il cadavere Fino a 10 – 12 ore dalla morte Migrabili alla digitopressione e al massaggio Dalle 12 fino alle 48-72 ore dalla morte Totale fissità Oltre le 48-72 ore dalla morte
  • 70. Fenomeni tanatologici fondamentali Macchie ipostatiche Nota bene! Possono dipendere dalla velocità della morte, dalla perdita di sangue che ne diminuisce la presenza, oppure dal tipo di morte che ne modifica il colore (es. Nelle intossicazioni da monossido di carbonio le ipostasi appaiono di colore rosso ciliegia). Particolare attenzione alle cosiddette macchie paradosse, cioè localizzate in regioni corporee non declivi e non compatibili con la posizione in cui è stato rinvenuto il cadavere…
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  • 77. I.B.I.S. Integrated Ballistic Identification System Sistema Automatizzato per le Indagini Balistiche: E’ una banca dati per le tracce balistiche. Serve a verificare se un’arma ha già sparato in passato, se è stata quindi utilizzata in eventi delittuosi. E’ un sofisticato sistema informatico in dotazione anche a molte polizie europee e statunitensi che è in grado, in modo automatico, di archiviare, ricercare e confrontare immagini di impronte su bossoli e proiettili. Il sistema, acquisisce immagini ad alta risoluzione del bossolo o del proiettile, poi le trasforma con un algoritmo matematico, in un codice di segnatura disponibile per il confronto. In caso di comparazione, il software fornirà una serie di candidati che andranno verificati dal tecnico balistico con lo studio delle immagini.
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  • 80. NORMALMENTE LE PARTICELLE RESIDUO DELLO SPARO INVESTONO LA PERSONA CHE IMPUGNA L’ARMA E CHI SI TROVA NELLE VICINANZE E QUINDI VENGONO RICERCATE SU CHI PUÒ AVER FATTO USO DI ARMI DA FUOCO O SUGLI ABITI DA QUESTI INDOSSATI. MA POSSONO ESSERE RICERCATE ANCHE SU MOBILI O SUPPELLETTILI POSTI NELLE VICINANZE.
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  • 82. I RESIDUI DELLO SPARO SONO GIA’ IL 20% DOPO UN’ORA, QUINDI I PRELIEVI VANNO FATTI IMMEDIATAMENTE. DOPO 6-8 ORE LA PROBABILITA’ DI TROVARE ANCORA DEI RESIDUI E’ BASSA. CON IL LAVAGGIO DELLE MANI I RESIDUI SPARISCONO. I TESSUTI TRATTENGONO I RESIDUI, QUINDI NON ESSENDOCI URGENZA, SI REPERTANO I TESSUTI E SI ATTENDONO DISPOSIZIONI DALL’A.G. CLASSIFICAZIONE : Le particelle rilevate vengono classificate: 1) Particelle uniche, quelle cioè la cui presenza è ASSOLUTAMENTE INDICATIVA di residui dello sparo: Pb (piombo), Sb (antimonio) e Ba (bario) presenti insieme Sb, Ba presenti insieme 2) Particelle indicative, quelle la cui presenza è FORTEMENTE INDICATIVA di residui dello sparo: Si (silicio), Ca (calcio), Ba (bario) presenti insieme Pb, Ba presenti insieme Sb, S (zolfo) presenti insieme Sb
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  • 84. Le tracce di scarpe costituiscono spesso uno degli unici legami tra l’autore e la scena del crimine. Inoltre, alcune volte, riescono a farci ricostruire la dinamica dell’omicidio ed i sui spostamenti sulla scena del crimine. Per la loro fragilità dovrebbero essere le prime tracce da assicurare e preservare da parte degli operatori che intervengono sul posto.
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Editor's Notes

  1. 1.6 Cenni Storici : Bertillon Il primo metodo scientifico d’identificazione biometrico fu sviluppato nei laboratori del carcere di Parigi da Alphonse Bertillon nel diciassettesimo secolo. Bertillon (1853-1914) era figlio del vice presidente della società d’antropologia e trascorse la sua infanzia a manipolare e studiare crani. A 26 anni diventa impiegato della prefettura di Parigi e incomincia ad annotare su fogli tutte le caratteristiche fisiche dei detenuti, finché non crea un sistema per identificare i criminali detto Bertillonage, il quale era fondato su una combinazione di misure fisiche che erano prese da procedure attentamente prescritte. Esso si basava su due importanti particolari:                       L’ossatura umana non cambia dal ventesimo anno                     Ogni scheletro è diverso per ciascun individuo   Il sistema Bertillon era composto da due fasi, dove in una venivano rilevate descrizioni fisiche del corpo umano e in un&apos;altra venivano rilevate misure fisiche di determinate parti del corpo umano. Il nome del detenuto, le descrizioni e le misure fisiche del corpo di un individuo e una foto segnaletica ovvero una foto frontale e laterale dell&apos;individuo a mezzo busto venivano annotate su una scheda detta &amp;quot;Osservazioni Antropometriche&amp;quot; . In Francia, Bertillon (1897) ideò un metodo di segnalamento antropometrico per l’identificazione dei recidivi (bertillonage), che fu poi completato dal metodo dattiloscopico, già proposto da Gallaton nel 1892 e perfezionato dal Gasti.
  2. LE VALUTAZIONI MEDICO LEGALI HANNO LO SCOPO DI INDIVIDUARE INFORMAZIONI INDISPENSABILI TRA CUI L’EPOCA DELLA MORTE , LA CAUSA CHE HA PROVOCATO IL DECESSO, QUALI LESIONI SIANO DA RITENERE “VITALI” E QUALI “POST MORTALI”. COMPITO DELLA POLIZIA SCIENTIFICA È DOCUMENTARE I FENOMENI TRASFORMATIVI E LE LESIONI . I FENOMENI TRASFORMATIVI ATTENGONO ALLE MODIFICAZIONI DIRETTAMENTE CORRELATE ALLA “MORTE”: IL “ RIGOR MORTIS ”, OVVERO IL FENOMENO CHE PORTA IL CADAVERE A SVILUPPARE UN IRRIGIDIMENTO TEMPORANEO DELLE ARTICOLAZIONI, A PARTIRE DALLA MASCELLA E FINO AGLI ARTI INFERIORI (INIZIO DOPO 2-3 ORE, COMPLETAMENTO NELLE 7-12 ORE, MASSIMA INTENSITÀ 36-48 ORE, RISOLUZIONE ENTRO 72 ORE); IL “ LIVOR MORTIS ”, OVVERO LE CARATTERISTICHE MACCHIE ROSSASTRE DOVUTE AL DEFLUSSO DEL SANGUE NELLE REGIONI DECLIVI PER GRAVITÀ, A CAUSA DELLA CESSAZIONE DELL’ATTIVITÀ CARDIACA; ENTRO UN CERTO LIMITE TEMPORALE (DA 2-3 ORE A 12 ORE) LE MACCHIE RISULTANO “MIGRABILI” ED IN QUEL PERIODO, IN CASO DI SPOSTAMENTO DEL CADAVERE, CAMBIANO POSIZIONE. DOPO UN CERTO TEMPO DIVENTANO “FISSE” CIOÈ LA COLORAZIONE DELLA PELLE DIVENTA PERMANENTE. INFINE “ L’ALGOR MORTIS ”, OVVERO LA MODIFICAZIONE DEL CADAVERE CHE FARÀ SI CHE LA SUA TEMPERATURA SI UNIFORMI A QUELLA “AMBIENTE”. L’ESAME DELLE LESIONI VERRÀ EFFETTUATO IN MODO SISTEMATICO IN SEDE DI AUTOPSIA (ULTIMA, INEVITABILE, VIOLENZA SUL CORPO DELLA VITTIMA) MA GIÀ IN SEDE DI SOPRALLUOGO TECNICO UN’ATTENTA OSSERVAZIONE PUÒ OFFRIRE INDICAZIONI PREZIOSE PER QUANTO CONCERNE L’EVENTUALE RICERCA DI MEZZI LESIVI E LE PRIME IPOTESI SULLA DINAMICA DEL FATTO.
  3. Varcata la soglia si procederàdescrivendo da prima la parete destra (indicando la porta di accesso all’ulteriore locale) il mobilio, la parete anteriore, la parete sinistra ed infine la parete posteriore. La parete viene descritta minuziosamente dividendola in terzi, avremo quindi che..“..nelterzo destro della parete destra si trova la porta di accesso al locale…”e “nel terzo sinistro della parete destra èposizionata una credenza..” Avremo quindi quattro quadranti:Anteriore destro,Anteriore sinistro,Posteriore destro,Posteriore sinistro.Le misurazioni sul pavimento, tranne in casi particolari, vanno effettuate tramite ascissa ed ordinata. Si procede per il soffitto come si èproceduto per il pavimento.Per le pareti il pavimento ed il soffitto si specificherà:Per le pareti se sono imbiancate, verniciate; se il pavimento èdi legno, a mattoni, a mosaico ecc…; se il soffitto èpiano od èa volta, se presenta decorazioni, ecc..
  4. Un quaderno sul lato destro, un quadrato sul lato sinistro e una sfera nell’angolo compreso tra il lato posteriore ed il lato sinistro
  5. ECCHIMOSI SULLA SUPERFICIE ESTERNA DEL POLSO DESTRO. SUL CORPO NON SI NOTANO ALTRE LESIONI: ECCHIMOSI (LESIONI CUTANEE DOVUTE ALLA ROTTURA DEI VASI SOTTOCUTANEI E DELL’INFILTRAZIONE DEI TESSUTI), ESCORIAZIONI (PERDITA DI CUTE PRODOTTA DA FRIZIONI MECCANICHE), SEGNI DI SOFFOCAMENTO (STROZZAMENTO O STRANGOLAMENTO), LESIONI DA DIFESA.
  6. Sono già formate nel periodo di vita intrauterina,si mantengono immutate per tutta la vita (a meno che non intervengono alterazioni traumatiche e/o patologiche interessanti sia l’epidermide che il derma dei polpastrelli, sono diverse da individuo ad individuo (anche gemelli omozigoti) e presentano caratteristiche generali tali da consentirne la classificazione.
  7. MA OLTRE ALLE CARATTERISTICHE DELLE IMPRONTE, DEFINITE MINUTIE (ANSE, ISOLOTTI, BIFORCAZIONI, PUNTI), HANNO UN VALORE PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVO ANCHE IL POSIZIONAMENTO E L’ORIENTAMENTO DELLE IMPRONTE DIGITALI. INFATTI L’INDAGINE DATTILOSCOPICA ANCORCHE’ POSITIVA LASCIA APERTE INNUMEREVOLI IPOTESI SUL MOMENTO IN CUI VENGONO LASCIATE. SORGE, QUINDI, UN PROBLEMA SPAZIO-TEMPORALE CHE, A VOLTE, PUO’ ESSERE RISOLTO CON L’ANALISI DEL POSIZIONAMENTO DELL’IMPRONTA.
  8. Tutti gli uffici di polizia italiani che sono dotati di un terminale AFIS, una volta fotosegnalato un soggetto, inviano una copia del cartellino segnaletico al casellario nazionale situato presso la Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato. Sarà compito degli addetti scannerizzare tutti i dati e inserirli nel sistema, qualora le impronte siano acquisite ancora nella vecchia maniera, cioè quella dell&apos;inchiostrazione, perché ad oggi le tecniche di acquisizione sono anch&apos;esse informatizzate e le impronte vengono acquisite direttamente mediante uno scanner ottico denominato visascan. Una volta acquisiti i dati, i supporti cartacei, che anche nel caso di acquisizione elettronica sono prodotti, vengono conservati nella remota eventualità della dispersione del dato informatico. Una volta acquisito l&apos;insieme dei dati che formano un cartellino dattiloscopico (impronte, dati biometrici ed anagrafici)il sistema estrapola localmente dalle impronte dei punti caratteristici denominati minutiae, e tramite un algoritmo fornito da chi ha compilato il programma afis, calcola un codice alfanumerico che viene poi memorizzato. Questo codice servirà quando i terminali perifierici richiederanno un riscontro. Infatti per poter avviare la ricerca, l&apos;impronta viene acquisita e digitalizzata, consentendo così al software di assegnarle un codice utilizzando il Sistema di classificazione Henry . Questo codice verrà inviato via telematica a Roma ove verrà comparato con gli altri codici presenti nel data base codici, fornendo una lista di possibili candidati. L&apos;elenco viene stilato in ordine decrescente: il primo candidato sarà colui che ha la somiglianza maggiore rispetto agli altri e quindi avrà l&apos;imrponta più simile a quella presente nella base dati. Una volta terminata la ricerca nel cervellone e consegnati i candidati, sarà compito dei dattiloscopisti del casellario analizzare manualmente la presenza dei punti caratteristici detti minutiae che possono collegare univocamente e definitivamente l&apos;impronta &amp;quot;sconosciuta&amp;quot; con quella presente negli archivi. Infatti se vi sono 16-17 punti in comune, come ha stabilito la Corte di cassazione , significa che le due impronte appartengono alla medesima persona.
  9. FUSEO MATSUMURA , ESPERTO IN ANALISI DELLE TRACCE DELLA POLIZIA GIAPPONESE, NEL 1977 NOTO’ CHE I VAPORI DELLA SUPERCOLLA CHE UTILIZZAVA PER FISSARE I CAMPIONI AI VETRINI DEL MICROSCOPIO EVIDENZIAVANO LE IMPRONTE DIGITALI. DA QUESTO EVENTO CASUALE SI SVILUPPO’ POI LA TECNICA DELLA FUMIGAZIONE CON GLI ESTERI CIANOACRILICI.
  10. LE C.D. LUCI FORENSI SONO STRUMENTI CHE HANNO LA CAPACITA’ DI RENDERE VISIBILI TRACCE CHE NON SAREBBERO PERCEPIBILI AD OCCHIO NUDO.
  11. IL CUSCINO VIENE IRRADIATO CON UNA LAMPADA DI WOOD CHE PRODUCENDO UNA LUCE ULTRAVIOLETTA RENDE VISIBILI EVENTUALI TRACCE DI LIQUIDI BIOLOGICI.
  12. MA I REPERTI EMATICI, ANCOR PRIMA DELLE ANALISI DI LABORATORIO, VERRANNO VALUTATI NELLA LORO MORFOLOGIA PER RICOSTRUIRE LA POSIZIONE RECIPROCA DI VITTIMA ED AGGRESSORE ED EVENTUALMENTE LA DINAMICA OMICIDIARIA. Un interesse preponderante va pure assumendo quello “morfologico” , ossia relativo alla posizione e conformazione delle stesse, che possa in sostanza fornire una risposta al come le medesime si possono essere formate (aspetto “dinamico”): si pensi per esempio alle gocce di sangue.
  13. OLTRE CHE DALLA SALIVA IL D.N.A. PUÒ ESSERE ESTRATTO DA SANGUE, SPERMA, CUTE, UNGHIE, OSSA E FORMAZIONI PILIFERE; OGNI TRACCIA ORGANICA RICONDUCIBILE ALL’UOMO.
  14. IL RINVENIMENTO DI DUE BOSSOLI, UNA CARTUCCIA (REP. N, O, P) ED UN PROIETTILE (REP. E) SONO INDICATIVI DELL’USO DI UN’ARMA DA FUOCO DI TIPO SEMIAUTOMATICO. LE INFORMAZIONI CHE SI POSSONO OTTENERE DA TALI REPERTI, TRAMITE L’ESAME DELLA LORO MORFOLOGIA, DELLE LORO DIMENSIONI, DEI DATI MERCEOLOGICI, CONSENTONO DI STABILIRE QUALE TIPO, MARCA E MODELLO DI ARMA È STATO IMPIEGATO. NEL CASO DI SPECIE UNA WALTHER PPK CAL. .380 AUTO/9 MM. LA RILEVAZIONE, POI, DI CARATTERISTICHE MICROSCOPICHE INDIVIDUALIZZANTI SUI FONDELLI DEI BOSSOLI O SULLE RIGATURE DEI PROIETTILI, IMPRESSE DA ACCOSTAMENTI MECCANICI PRODOTTI DALLO SPARO (CON PARTI DELL’ARMA QUALI IL PERCUSSORE, L’ESTRATTORE, L’ESPULSORE, LE RIGATURE DELLA CANNA), POSSONO CONDURRE ALL’IDENTIFICAZIONE DELL’ESATTA ARMA UTILIZZATA.
  15. POICHÉ LA DEFLAGRAZIONE DI UNA CARTUCCIA SVILUPPA TEMPERATURE ELEVATISSIME ALL’INTERNO DELLA CAMERA DI SCOPPIO CHE PROVOCANO LA FORMAZIONE DI PARTICELLE UNIVOCHE COMPOSTE DA ALCUNI ELEMENTI CHIMICI (PIOMBO, ANTIMONIO E BARIO) PRESENTI NELLE CARICHE D’INNESCO, È POSSIBILE, CON APPOSITI TAMPONI ADESIVI, REALIZZARNE LA RICERCA E LA SUCCESSIVA ANALISI MEDIANTE MICROSCOPIO ELETTRONICO A SCANSIONE.