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Piano industriale per
l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e
proposta di lavoro
È il consumo annuo di energia
Consumo elettrico annuo
= complessivo di una città di
6 TWh elettrica per l’illuminazione
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
pubblica in Italia
1 mln di abitanti

Executive summary

Stato dell’arte e proposta di lavoro

~ 1.1 mld €

~ 300 mln €

È la spesa complessiva annuale con i valori di
consumo attuali

È il risparmio annuo potenziale realizzabile
tramite efficienza nei consumi e nelle spese di
gestione

Esistono 21 normative diverse per 21 Regioni e Province
Autonome

L’esigenza di sicurezza batte l’inquinamento luminoso

Serve un Piano Industriale per definire una visione strategica
nazionale e per attirare gli investitori

La sostenibilità del Piano passa per lo spostamento della catena
del valore dalla filiera del carbonio alla green e digital economy

Bisogna individuare servizi che remunerino gli investimenti per la
rete di illuminazione pubblica digitale

Occorre individuare trend tecnologici eccellenti (sensoristica e
Internet delle Cose) e renderli commercializzabili

LED per l’illuminazione
Ricarica batterie
Videosorveglianza
Internet WiFi
Gestione parcheggi
Rilevamento ambientale
….

È auspicabile estendere su tutte le Regioni le scelte sul LED fatte
da Abruzzo, Sardegna e Veneto

Il Veneto ha stanziato 800.000 € per contenere l’inquinamento
luminoso

2
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

A cura del Centro di Competenza per le Smart Community di Between spa che riunisce esperti e docenti universitari.
L’obiettivo del Centro è approfondire le conoscenze, i metodi e gli strumenti per diffondere l'innovazione tecnologica e
di business nella dimensione urbana, intesa come città diffusa e comunità intelligente. Referenti Gianluca Di Pasquale e
Antongiulio Bua. Novembre 2012.
3
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

4
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

INDICE
Premessa..................................................................................... 6
Stato dell’arte .............................................................................. 8
La normativa .................................................................... 8
Funzioni proprie di Regioni, Province e Comuni ............... 9
Classificazione Aree ....................................................... 10
Le tecnologie .................................................................. 12
Incentivi .......................................................................... 13
Il piano industriale, proposta di lavoro ................................... 16
Allegati ...................................................................................... 18
Resoconto della Commissione Bilancio.......................... 18
Resoconto della Commissione Ambiente ....................... 21
Articoli rilevanti ............................................................... 23

5
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

Premessa
In Italia il consumo totale di energia elettrica per l’illuminazione ammonta a 50,8 TWh all’anno, di cui 6
TWh (circa il 12%, che è pari al consumo complessivo annuo di energia elettrica di una città di circa 1
milione di abitanti) risultano essere utilizzati per l’illuminazione pubblica. I 9 milioni di punti luce
disseminati sul suolo nazionale, con una densità di 380 elementi per km2 urbanizzato, generano una spesa
complessiva superiore al miliardo di euro, di cui il 70-80% è costituito dal costo dell’energia e il restante
da quello della manutenzione. L’utilizzo di nuove tecnologie per la gestione della rete di illuminazione
potrebbe portare a risparmiare quasi il 30% della spesa attuale, liberando dunque risorse per quasi 300
milioni di € da reinvestire in ulteriori progetti di innovazione1.
In Europa l’Italia occupa le ultime posizioni per quanto riguarda l’efficienza dell’illuminazione pubblica:
ha infatti un rapporto di punti luce procapite del 25% superiore alla media (Italia 0,15 PL/ab - Germania
0,11 - UE 0,12) e un consumo pro capite annuo per l’illuminazione pubblica quasi doppio (Italia 100
KWh/anno – Germania 42 – UE 51)2.
L’esigenza di intervenire sul tema dell’illuminazione pubblica nasce quindi dalla necessità di contenerne
la spesa, razionalizzando il consumo energetico, unita all’emergere di istanze, provenienti dal mondo delle
associazioni, che auspicano una riduzione dell’inquinamento luminoso.
Nel mese di Ottobre 2012, a fronte della proposta dell’Associazione Cielo Buio, è stata presentata la bozza
del DDL Stabilità contenente un articolo riguardante la riduzione di spesa per l’illuminazione delle
amministrazioni pubbliche tramite misure di moderazione dell’utilizzo e di ammodernamento degli
impianti (art. 7, comma 25, denominato anche “Operazione Cieli Bui”). L’articolo è stato oggetto di
discussione della Commissione Ambiente della Camera e poi della Commissione Bilancio che lo ha alla
fine soppresso. In sede consultiva tuttavia è stata ribadita l’importanza della materia ed è emersa la
necessità di trattarla in modo più approfondito e in sede più appropriata.
Il tema dell’illuminazione pubblica è rilevante anche per l’industria dell’energia e dell’ICT: emerge infatti
un crescente interesse delle imprese e degli istituti finanziari per la realizzazione di sistemi di
illuminazione più efficienti ed intelligenti, capaci di liberare risorse attraverso i risparmi generati (es.:
Monza e Varese, Regione Veneto, Prato, Rimini, Londra, ecc.)
Questo è testimoniato in vari territori da progetti e sperimentazioni che mirano a:
• migliorare le performance degli enti locali e degli operatori energetici tramite:
- soluzioni illuminotecniche che consentono di diminuire i consumi energetici, assicurando
maggior efficienza (es: lampade a LED e dispositivi di moderazione del flusso luminoso);
- soluzioni tecnologiche che permettono di monitorare lo stato della rete in remoto e quindi di
diminuire i costi di gestione e manutenzione della stessa (es: telecontrollo);
• creare opportunità di investimento per le imprese e valore per i cittadini tramite:
- nuovi servizi ICT che rendono i pali della luce “elementi urbani intelligenti”, generando
contenuti informativi di pubblica utilità e garantendo maggior sicurezza e tutela ambientale
(es.: pannelli di infomobilità, telecamere di sicurezza, controllo livello di inquinamento,…);
- nuovi servizi energy che si appoggiano alla rete di illuminazione pubblica, ampliandone le
funzioni (es.: ricarica delle biciclette o delle auto elettriche).

1
2

Elaborazione Between su dati Enea, Istat e Terna.
Elaborazione Between su dati Commissione Europea.
6
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

A supporto di queste iniziative si nota l’emergere di nuovi modelli e strumenti finanziari che permettono
di superare i vincoli imposti dal patto di stabilità e dalle scarse risorse economiche delle pubbliche
amministrazioni locali.
Alla luce di questa analisi, risulta evidente come il livello di attenzione dei media, dell’industria, della
società e della politica in merito al tema dell’illuminazione pubblica sia in aumento e quindi anche la
possibilità di concentrare sforzi e progettualità per accelerare il processo.

7
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

Stato dell’arte
La normativa
Tutte le Regioni, ad eccezione di Calabria e Sicilia, sono dotate di una normativa che regolamenta
l’illuminazione pubblica e che risale al periodo compreso tra il 1998 e il 2010. In base alle rispettive leggi
regionali, i Comuni dovrebbero dotarsi di uno strumento di pianificazione dell’illuminazione (Piano
Regolatore dell’Illuminazione Comunale (PRIC) o Piano dell’Illuminazione Comunale (PIC)) per
raggiungere i due obiettivi principali, ossia la riduzione dell’inquinamento luminoso e dei consumi.
Finalità
Data Legge
Regionale

Riduzione
inquinamento
luminoso

Strumento di pianificazione dell'illuminazione pubblica

Riduzione
consumi

Abruzzo

03/03/2005

Non specificato

Basilicata

10/04/2000

Si parla di PIC ma non lo si disciplina

Campania

25/07/2002

PIC

Emilia Romagna

29/09/2003

Friuli Venezia Giulia

18/06/2007

Lazio

13/04/2000

Liguria

29/05/2007

Regolamento dell'illuminazione

Lombardia

27/03/2000

PIC, PRIC

Marche

24/07/2002

PRIC

Molise

22/01/2010

PRIC

Piemonte

24/03/2000

PRIC

23/11/2005

Piani comunali per il risparmio energetico e la riduzione dell'Inquinamento luminoso

Calabria

Puglia
Sardegna

PIC

Piano d'illuminazione pubblica

29/11/07 (DGR)

Sicilia
Toscana

21/03/2000

Piano comunale dell'illuminazione pubblica

Umbria

28/02/2005

Piano per l'illuminazione

Veneto

07/08/2009

PICIL (piano dell'illuminazione comunale per il contenimento dell'Inquinamento luminoso)

Valle d'Aosta

28/04/1998

Bolzano (prov. autonoma)
Trento (prov. autonoma)

Piano comunale di intervento per la riduzione dell’inquinamento luminoso

03/10/2007

Sì

No

Assente

Le diverse leggi regionali sono eterogenee nella definizione di:
• funzioni proprie di Regioni, Province e Comuni;
• aree prioritarie di intervento;
• tecnologie da utilizzare;
• modalità di finanziamento per realizzare e adattare gli impianti.
Esistono tuttavia delle disposizioni di tipo generale, previste dalla maggior parte delle regioni, che
prevedono:
• il rispetto dei requisiti definiti dalle norme UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) e del
CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano);
• l’adeguamento della luminosità ai livelli minimi previsti dalle normative tecniche di sicurezza;
8
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

•
•

il divieto di usare fasci di luce di qualsiasi tipo e modalità, diretti verso il cielo;
l’impiego di apparecchi che conseguano impegni ridotti di potenza elettrica e che minimizzino
costi e interventi di manutenzione.

Funzioni proprie di Regioni, Province e Comuni
Tutte le Regioni esercitano funzioni di coordinamento e controllo in merito all’illuminazione pubblica,
tuttavia alcune sono dotate di ulteriori compiti:
• l’Abruzzo e la Sardegna si impegnano a redigere un rapporto annuale delle iniziative a risparmio
energetico;
• l’Abruzzo, il Lazio, le Marche, il Piemonte, la Toscana, l’Umbria e la provincia autonoma di
Trento prevedono un regolamento a parte per la riduzione dell’inquinamento luminoso;
• l’Abruzzo, la Lombardia e la Puglia emanano anche i criteri di applicazione della legge regionale
sull’illuminazione pubblica.
Il livello di controllo provinciale è presente in circa metà delle regioni e in alcuni casi (Friuli Venezia
Giulia e Veneto) prevede la definizione di accordi di programma tra le Province e i rispettivi Comuni.
Infine, i singoli Comuni hanno il compito di elaborare i piani d’adeguamento per i nuovi impianti e per
quelli esistenti e di identificare le fonti pericolose per la viabilità stradale e autostradale (questo solo in
Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Sardegna e Veneto).
I comuni di Abruzzo e Emilia Romagna hanno inoltre il compito di redigere un abaco, un documento nel
quale devono essere indicati, zona per zona, le tipologie dei sistemi e dei singoli corpi illuminanti ammessi
tra cui i progettisti e gli operatori energetici potranno scegliere quali installare.
Funzioni delle Regioni
Coordinamento
e controllo

Rapporto
annuale
iniziative
risparmio
energetico

Funzioni delle Province

Regolamento
per riduzione
inquinamento
luminoso

Emanazione
criteri
d'applicazione
della legge

Controllo

Accordi di
programma con
i comuni

Funzioni dei Comuni
Abaco

Piani
d'adeguamento
per nuovi
impianti

Piani
d'adeguamento
degli impianti
esistenti

Individuazione
fonti pericolose
per la viabilità

Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Umbria
Veneto
Valle d'Aosta
Bolzano (Prov. Aut.)
Trento (Prov.Aut.)
Sì

No

Assente

9
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

Classificazione Aree
I criteri che regolamentano l’illuminazione pubblica si differenziano in base al tipo di area considerata. Si
individuano infatti elementi urbani soggetti a disposizioni (strade, piste ciclabili, impianti sportivi,
insegne, monumenti), zone di particolare tutela e protezione (osservatori astronomici e parchi naturali) e
aree derogate alla legge.
Elementi urbani soggetti a
disposizioni
•
•
•
•
•

Strade
Piste ciclabili esterne ai centri
urbani abitati
Impianti sportivi
Insegne
Monumenti ed edifici

Zone di particolare tutela e
protezione
Aree che si trovano ad un determinato
raggio di distanza da:
• Osservatori astronomici
professionali e non
• Aree naturali tutelate

Deroghe alla legge
•
•
•
•

Alle quali è data priorità d’intervento
•
•
•

fari costieri
insediamenti militari
impianti d’illuminazione delle carceri,
caserme, porti, aeroporti
sorgenti di luce strutturalmente schermate
che non possono diffondere luce verso l’alto
( porticati, gallerie e sottopassi, logge)
impianti con carattere di temporaneità e
provvisorietà
sorgenti che vengono spente entro un certo
orario (es. dopo le 20 o 22)
impianti di entità modesta che non
emettano un certo livello di flusso luminoso

Le aree naturali e gli osservatori sono regolamentate da tutte le Regioni, invece gli elementi urbani
considerati variano molto a seconda della regione. Le osservazioni principali che emergono dall’analisi
svolta sono che:
•
•
•
•

solo l’Abruzzo, il Molise e la Sardegna specificano per tutti i cinque elementi urbani (sono le
uniche Regioni che normano anche le piste ciclabili);
l’Emilia Romagna e la Liguria prevedono caratteristiche particolari solo per impianti sportivi e
monumenti;
la Basilicata e la provincia autonoma di Trento sono gli unici a non sancire direttive specifiche,
ma propongono solo degli elementi di carattere generale;
il Piemonte, la Toscana, l’Umbria e la Valle d’Aosta invece rimandano alle norme dell’Ente
Italiano di Unificazione e del Comitato Elettrotecnico Italiano oppure al rispettivo regolamento
regionale di prevenzione dell’inquinamento luminoso.

10
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

ELEMENTI URBANI SOGGETTI A DISPOSIZIONI
Strade

Piste ciclabili
esterne ai centri
urbani

Impianti sportivi

Insegne

Monumenti ed
edifici

Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte

rimanda alle norme dell'Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI)

Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana

rimanda al Piano Regionale di Prevenzione dell'Inquinamento Luminoso; richiede il rispetto delle norme
dell'UNI e del CEI

Umbria

rimanda al regolamento regionale di prevenzione dell'inquinamento luminoso

Veneto
Valle d'Aosta

rimanda alle norme dell'Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI)

Bolzano (Prov. Aut.)
Trento (Prov.Aut.)

Sì

No

Casi partic olari

Assente

Per ciascuno degli elementi urbani suddetti, le singole Regioni definiscono successivamente i loro criteri
specifici in materia di:
• direzione del flusso luminoso
• valori medi di luminanza
• intensità luminosa massima
• gradi d’orientamento
• resa cromatica
• efficienza
• orari di spegnimento o riduzione della potenza
Per massimizzare l’efficacia dell’azione sui sistemi di illuminazione pubblica e individuare le zone di
intervento prioritarie, sarebbe auspicabile una mappatura delle aree urbane e extraurbane che permetta di
comprendere appieno le peculiarità territoriali e le regolamentazioni vigenti.

11
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

Le tecnologie
Attualmente non esistono degli standard tecnologici uniformi, infatti ogni territorio fornisce indicazioni
generali e non vincolanti per quanto riguarda le tecnologie da adottare sia dal punto di vista della gestione
del flusso luminoso (es: dispositivi di moderazione e sensori di movimento), sia da quello del tipo di
lampade (es.: lampade al sodio ad alta o bassa pressione, LED, lampade agli alogenuri,…).
Dal quadro nazionale emerge che:
•

a livello di gestione del flusso luminoso:
- tutte le Regioni, ad eccezione della Basilicata e della provincia autonoma di Trento, indicano
l’utilizzo di dispositivi per la moderazione del flusso luminoso;
- solo la Lombardia prevede l’uso di sensori di movimento per l’accensione degli impianti;

•

a livello di tipo di lampade:
- i sistemi di segnalazione a LED sono suggeriti unicamente da Abruzzo, Sardegna e Veneto,
tre regioni che presentano una normativa più recente rispetto alle altre Regioni
(rispettivamente 2005, 2007 e 2009);
- le lampade che vengono maggiormente suggerite sono quelle al sodio ad alta o bassa
pressione;
- altre tipologie di lampade sono suggerite solo in pochi casi, prevalentemente per un loro
utilizzo negli impianti sportivi (lampade agli alogenuri) o in piccoli impianti (lampade
elettroniche a basso consumo).
TECNOLOGIE
Dispositivi di
moderazione del
flusso luminoso

Sensori di
movimento per
l'accensione
dell'impianto

Sodio ad alta o
bassa pressione

Sistemi di
segnalazione a
LED (strade)

Lampade agli
alogenuri

Lampioni
fotovoltaici
autoalimentati

Lampade
elettroniche a
basso consumo

A fluorescenza
compatte e al
sodio a luce
bianca

Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte

rimanda alle norme dell'Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettronico Italiano (CEI)

Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana

rimanda al Piano Regionale di Prevenzione dell'Inquinamento Luminoso; richiede il rispetto delle norme dell'UNI e del CEI

Umbria

rimanda al regolamento regionale di prevenzione dell'inquinamento luminoso

Veneto
Valle d'Aosta

rimanda alle norme dell'Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettronico Italiano (CEI)

Bolzano (Prov. Aut.)
Trento (Prov. Aut.)

Sì

No

Casi partic olari

Assente

12
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

Dal quadro regionale emerge quindi il bisogno di una maggiore chiarezza e consapevolezza da parte delle
amministrazioni territoriali sullo stato dell’evoluzione tecnologica in campo illuminotecnico e sulle
potenzialità di risparmio che le singole soluzioni offrono. Risulta quindi necessaria un’azione di
coordinamento tra l’offerta di prodotti per il risparmio energetico e la domanda al fine di favorire lo
sviluppo di un sistema di progettazione coerente in grado di generare maggiori risparmi e di garantire il
massimo livello di efficienza.

Incentivi
La legge regionale definisce tramite una norma finanziaria gli oneri di applicazione a carico del Bilancio
della Regione, indicando a volte la voce di bilancio a cui attingere. Tra questi oneri figurano i contributi
regionali da destinare ai Comuni, di cui vengono spesso specificate la tipologia (es: adeguamento degli
impianti di illuminazione esistenti, realizzazione di nuovi impianti e predisposizione dei piani comunali
di illuminazione); l’ammontare (in termini % sulla spesa ritenuta ammissibile); e i Comuni prioritari.
Tutte le Regioni, ad eccezione di Emilia Romagna, Puglia, Sardegna e provincia autonoma di Trento,
prevedono una norma finanziaria per la gestione dei costi derivanti dagli interventi in materia di
illuminazione pubblica. Lombardia e Piemonte costituiscono un caso a parte perché vi provvedono tramite
altri provvedimenti di legge, quali ad esempio le leggi di bilancio.
La finalità principale a cui devono essere poi destinati i contributi regionali stanziati ai Comuni è
l’adeguamento degli impianti esistenti, tuttavia Friuli Venezia Giulia e Veneto li assegnano anche per
supportare la realizzazione di nuovi impianti e per incentivare la redazione di piani comunali per
l’illuminazione pubblica. Tali contributi, se specificato, di solito non possono superare in ammontare il
50% della spesa ritenuta ammissibile per la realizzazione dell’intervento e vengono concessi in via
prioritaria ai Comuni il cui territorio ricade in aree protette (ad esempio vicino agli osservatori o ai parchi
naturali) o che si sono già dotati di regolamenti per la lotta all’inquinamento luminoso.
Si nota dunque la tendenza delle Regioni a intervenire:
• in Comuni piccoli, dove l’incentivo a intervenire per gli operatori dell’industria è limitato rispetto
all’investimento richiesto;
• in zone da tutelare dal punto di vista ambientale
• in zone che sono già avanzate dal punto di vista regolatorio e organizzativo in tema di
illuminazione pubblica.

13
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

NORMA FINANZIARIA E CONTRIBUTI REGIONALI AI COMUNI
Presenza
norma

Indicazione
Voce del
Bilancio della
Regione a cui
attingere

Tipologia contributi
Presenza
contributi

Redazione
piani
comunali IP

Realizzazione
impianti

Ammontare

Adeguamento
impianti

Comuni prioritari

non specificato

non specificato

Campania

non > 50% della spesa
ritenuta ammissibile

a)comuni con propri regolamenti per inquinamento
luminoso
b)comuni nelle zone protette

Emilia
Romagna

non specificato

non specificato

Friuli
Venezia
Giulia

non specificato

non specificato

Lazio

non > 50% della spesa
ritenuta ammissibile

a)comuni con propri regolamenti per inquinamento
luminoso
b)comuni il cui territorio ricade zone protette

Liguria

non specificato

non specificato

Abruzzo
Basilicata

Calabria

Lombardia

Successivo provvedimento
di legge
non > 50% della spesa
ritenuta ammissibile
e non > di 15k euro
non > 50% della spesa
ritenuta ammissibile
e non > di 20k euro

Marche

Molise

Piemonte

a)comuni nelle zone protette
b) comuni con popolazione < 5mila abitanti
comuni che hanno già provveduto all'adeguamento in
materia di risparmio energetico e lotta
all'Inquinamento luminoso

Leggi di bilancio

Puglia

Sardegna

Sicilia

Toscana

non > 50% della spesa
ritenuta ammissibile
e non > di 30mln lire

a)comuni nelle zone degli osservatori
b)comuni nelle aree naturali protette

Umbria

non > 60% della spesa
ritenuta ammissibile

non specificato

Veneto

non specificato

non specificato

non specificato

non specificato

Valle
d'Aosta
Bolzano
(Prov.
Aut.)
Trento
(Prov.
Aut.)

Sì

No

Casi partic olari

Assente

14
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

Sono inoltre previste delle sanzioni amministrative (per punto luce o per impianto) di importo variabile
nel caso si realizzino, utilizzino o modifichino impianti di illuminazione non conformi alla normativa. Le
sanzioni sono comminate dalle autorità pubbliche competenti (polizia municipale, sindaco, Regione) ai
titolari o ai gestori degli impianti non a norma, ed i proventi derivanti devono poi essere reinvestiti dai
Comuni per l’adeguamento delle strutture esistenti.
Dall’analisi svolta, risulta evidente un trend che vede le sanzioni sempre più definite per punto luce non
adeguato, al posto che per impianto (soluzione prevista solo dalle leggi regionali più datate), e con un
ammontare che varia tra i 100 e i 1000€, raggiungendo picchi di 1500€ (Puglia) nel caso i punti luce siano
fonte di notevole inquinamento luminoso.
SANZIONI
Ammontare
Motivazioni
Per punto Luce
Abruzzo

Per Impianto
Realizzazione impianti di illuminazione pubblica o privata in difformità alla
legge, previa diffida a provvedere all'adeguamento entro 60gg,

260-1030 euro

Basilicata

500.000-5mln lire per ciascun impianto

Installazione o modifica di impianti di illuminazione senza autorizzazione o in
difformità alla legge, previa diffida ad adeguarsi entro 30gg

Calabria
Campania

250-500 euro (per impianti fino 30 PL)
1000-5000 euro (oltre 30 PL)

Emilia
Romagna
Friuli Venezia
Giulia

Realizzazione di impianti di illuminazione pubblica e privata in diffromità alla
legge. Adeguamento entro 60gg dalla notifica

500-2500 euro
200-600 euro o 400-1200 se fonti di
alto inquinamento luminoso

Lazio
Liguria

Installazione o modifica di impianti di illuminazione senza autorizzazione o in
difformità alla legge. Adeguamento entro 90gg

Realizzazione o utilizzo di impianti di illuminazione in difformità alla legge,
previa diffida a provvedere all'adeguamento entro 60gg
Installazione, modifica o mancato adeguamento degli impianti nei termini
previsti dalla legge, previa diffida a provvedere all'adeguamento entro 30gg

500.000-2 mln euro

Realizzazione nuovi impianti in difformità alla legge, previa diffida a provvedere
all'adeguamento entro 60gg

200-500 euro
400.000-1,2 mln lire o 700.000-2 mln lire se
fonti di notevole inquinamento luminoso

Lombardia

Utilizzo impianti o sorgenti di luce non conformi alla legge, qualora non li
modifichi entro 60 gg

Marche

260-1030 euro

Installazione, modifica o mancato adeguamento degli impianti di illuminazione
esterna, previa diffida a provvedere entro 60gg

Molise

200-600 euro

Realizzazione di impianti di illuminazione pubblica e privata in diffromità alla
legge, previa diffida a provvedere entro 6 mesi

Piemonte
Puglia

Utilizzo di impianti o sorgenti luminose non conformi alla legge, previa diffida a
provvedere entro 60gg

250.000-2,5 mln lire
250-650 euro o fino a 1500 euro per
fonti di inquinamento luminoso

Realizzazione impianti in difformità alla legge, previa diffida a provvedere entro
60gg

Sardegna
Sicilia
Toscana

Installazione o modifica di impianti di illuminazione esterni senza autorizzazione
o in difformità alla stessa

500.000-10 mln lire

Umbria

250-600 euro

Realizzazione e utilizzo impianti non conformi alla legge

Veneto

260-1030 euro

Realizzazione impianti in difformità alla legge, previa diffida a provvedere entro
60gg

Valle d'Aosta

Impiego di impianti o sorgenti luminose non conformi alla legge, previa diffida a
provvedere entro 45gg

1-3 mln lire

Bolzano
(Prov. Aut.)
Trento
(Prov.Aut)

100-1000 euro

Violazioni delle prescrizioni del piano provinciale o dei piani comunali

Sì

No

Assente

15
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

Il piano industriale, proposta di lavoro
L’analisi dello stato dell’arte dell’illuminazione pubblica italiana mostra come gli enti locali ritengano la
materia rilevante, ma manchi una visione strategica nazionale per il settore che permetta di coordinare i
diversi livelli amministrativi, salvaguardando allo stesso tempo la loro autonomia decisionale.
I tentativi più recenti del Governo di intervenire sul tema dell’illuminazione pubblica (art. 7, comma 25
del DDL Stabilità) hanno avuto scarsa efficacia poichè non hanno tenuto in considerazione la normativa
pregressa emanata dalle Regioni e non sono stati supportati da un’accurata valutazione dei costi-benefici
degli interventi, che approfondisse gli aspetti tecnico organizzativi richiesti e gli impatti sulla sicurezza
sociale e stradale.
Alla luce di queste considerazioni, emerge dunque la necessità di sviluppare un Piano Industriale che
favorisca investimenti su larga scala volti a migliorare le performance dei sistemi di illuminazione
pubblica e a produrre servizi a valore per il cittadino, in una logica win-win per gli attori pubblici e privati
coinvolti.
Le reti di illuminazione pubblica dovranno infatti garantire:
•

•
•

risparmi per le amministrazioni locali tramite l’utilizzo di lampade più efficienti, di strumenti
per la regolazione delle luci e di sistemi di telecontrollo che permetteranno di diminuire i consumi
energetici e i costi di manutenzione. Inoltre l’uso di pali multifunzionali permetterà di ridurre il
livello di palificazione delle città e i costi ad esso associati.
efficienza nella gestione della produzione di energia tramite lo sviluppo di smart grid e di
sistemi di smart metering che consentiranno di bilanciare domanda e offerta di energia,
ottimizzando la produzione in base alle condizioni della rete e alle caratteristiche dei consumi.
efficienza nell’up-grade della rete in quanto la diminuzione dei consumi e degli sprechi
energetici e la gestione intelligente dell’esistente consentirà di pianificare meglio gli investimenti
per incrementare la capacità produttiva.

L’efficientamento della spesa energetica libererà risorse e, se adeguatamente gestito, potrebbe generare
ricavi aggiuntivi, determinati da nuove opportunità di business. La rete di illuminazione pubblica infatti
andrà oltre la sua tradizionale funzione e diventerà un’infrastruttura di supporto per la fornitura di servizi
a valore aggiunto per i cittadini e i visitatori, tra cui a titolo esemplificativo:
•
•
•

servizi relativi alla mobilità come i pannelli di infomobilità e la possibilità di ricaricare i veicoli
elettrici;
servizi business to business che siano di pubblica utilità e che tutelino la sicurezza e l’ambiente,
quali l’accesso al WiFi veloce per i negozianti, gli impianti pubblicitari, la videosorveglianza e il
controllo ambientale;
servizi di prossimità legati all’Internet delle Cose come i servizi di illuminazione on demand,
che permettano all’utente di aumentare la luminosità di una strada in base alle sue esigenze, o gli
hotspot WiFi, che consentano di accedere a una serie di servizi e applicazioni mobile cittadini.

Un ruolo chiave per la realizzazione di questi scenari sarà giocato dagli istituti finanziari con i quali si
dovranno elaborare nuovi modelli di sostenibilità economica e finanziaria, permettendo di affrontare i
vincoli normativi e garantendo tempi ragionevoli per il rientro degli investimenti.
Dal punto di vista operativo, per sviluppare il Piano Industriale sarà necessario:
•

analizzare le practice nazionali e internazionali, facendo emergere lo stato dell’arte;

16
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

•
•
•
•
•
•
•
•

delineare servizi paradigmatici di alto valore per il cittadino che uniscano la componente energy
e quella ICT e che aprano nuove opportunità di business per gli operatori industriali, permettendo
loro di generare ricavi aggiuntivi;
collaborare con le Regioni per raccogliere informazioni sulle barriere imposte dalle normative e
sulle opportunità offerte dalle peculiarità dei singoli territori e delle loro esigenze principali;
mappare le aree di intervento prioritarie in termini di inquinamento luminoso e potenzialità di
risparmio energetico;
identificare i trend tecnologici in atto (es.: sensoristica, Internet of things, ecc.) e gli standard
tecnici e capire come la rete di illuminazione pubblica ne potrebbe beneficiare;
avviare un tavolo di dialogo con i principali portatori di interesse, ossia i player del mondo
dell’energia, le Amministrazioni Pubbliche e gli operatori digital;
analizzare l’offerta di prodotti e servizi e costruire un catalogo tra cui le amministrazioni locali
potranno scegliere le soluzioni più adeguate alle loro esigenze;
definire i criteri di fattibilità economica e analizzare gli impatti organizzativi del Piano:
comprendere come gli interventi di efficientamento energetico potranno creare nuovi posti di
lavoro della green economy per la filiera dei partner locali delle aziende nazionali e internazionali.

17
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

Allegati
Resoconto della Commissione Bilancio
Venerdì 9 novembre 2012
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag.10-12

Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, fa presente che gli
emendamenti relativi ai commi 25 e 26 sono stati esaminati con molta attenzione e che, alla fine, i relatori
hanno deciso di presentare l'emendamento 7.205, identico all'emendamento Cambursano 7.4, soppressivo
dei commi 25 e 26 dell'articolo 7, poiché nella valutazione degli emendamenti emerge un parere unanime
del Parlamento sulla non convinzione circa la bontà della norma, ritenendo inoltre che un intervento
correttivo non avrebbe raggiunto lo scopo di migliorare la norma che presenta molti aspetti problematici
relativi alla sicurezza dei cittadini, delle strade ed altro.
Renato BRUNETTA (PdL), relatore per il disegno di legge di stabilità, ricorda che, dopo la
presentazione del disegno di legge di stabilità, si è aperto un grande dibattito non solo in Parlamento ma
nel Paese. In particolare, fa presente di non aver letto alcuna analisi che suffragasse in positivo
l'impostazione data dal Governo riguardo l'analisi economica dei costi-ricavi e l'analisi sociale dei costibenefici di un'operazione di tale portata, che ritiene a somma negativa. Ricorda inoltre anche il dibattito
di grande interesse avvenuto in Commissione che ha prodotto il diffuso convincimento che si tratti di
materia certamente rilevante, trattata però in maniera insufficiente nel provvedimento in esame. Pertanto,
fa presente che la proposta dei relatori è quella di abrogare i commi 25 e 26 dell'articolo 7, lasciando
maggiore spazio alle autonomie e ad una riflessione di carattere tecnico di maggiore portata rispetto al
contenuto della legge di stabilità.
Massimo BITONCI (LNP) ritiene grave il fatto che i relatori di maggioranza sconfessino l'operato del
Governo in una azione di riduzione dei costi per lo Stato, dichiarando che la sua forza politica di
opposizione ne prende atto. Ricorda peraltro di aver già presentato l'emendamento 7.41 di soppressione
delle lettere a) e b) del comma 25 avente la medesima finalità.
Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che i relatori hanno espressamente dichiarato di essersi
fatti interpreti della volontà comune della Camera.
Lino DUILIO (PD) chiede di sapere per quale motivo il Governo abbia dato parere favorevole
sull'emendamento soppressivo.
Il sottosegretario Gianfranco POLILLO ricorda che il Governo non ancora espresso il suo parere
sull'emendamento 7.205 dei relatori.
Simonetta RUBINATO (PD) ritiene che, rispetto alla soppressione dei commi 25 e 26 dell'articolo 7,
sia più utile una buona formulazione, come quella recata dall'emendamento Margiotta 7.71, ed anzi
potrebbe risolversi nello spreco di un'occasione come quella rappresentata dalla possibilità di indurre le
amministrazioni locali ad individuare modalità di ammodernamento degli impianti e dei dispositivi di
illuminazione per raggiungere obiettivi di maggiore efficienza energetica, conseguendo notevoli risparmi.
18
Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

Paola DE MICHELI (PD), intervenendo sull'emendamento 7.205 dei relatori, concorda sulla necessità
di approfondire la complessiva problematica, che verte su un tema delicato sia per quanto riguarda la
sicurezza delle strade sia per quanto riguarda le competenze degli enti locali.
Renato CAMBURSANO (Misto), intervenendo sull'emendamento 7.205 dei relatori, osserva come
dalle misure per lo spegnimento o l'affievolimento delle fonti d'illuminazione pubblica previste
dall'articolo 7, commi 25 e 26, del provvedimento in esame, non si possano raggiungere che miseri risultati
di risparmio, a fronte di molto maggiori costi sociali, anche in termini di rischio di incidenti stradali, di
guisa che il saldo finale può dimostrarsi addirittura negativo. Ritiene, pertanto, che occorre riscrivere la
norma in esame in modo più appropriato, offrendo la disponibilità a ritirare il suo emendamento 7.4 e
proponendo che la materia sia trattata nell'ambito di un provvedimento che riguardi in modo più razionale
tutta la materia, attualmente all'esame del Senato.
Roberto SIMONETTI (LNP) osserva che chiunque abbia esperienza di amministrazione locale non
possa che essere contrario alle previsioni indicate nell'articolo 7, commi 25 e 26, del provvedimento in
esame, che, tra l'altro, incidono sull'autonomia decisionale degli enti locali in modo inappropriato.
Sottoscrive, pertanto, l'emendamento 7.205 dei relatori.
Andrea LULLI (PD) ritira il suo emendamento 7.142, preannunciando il suo voto favorevole
sull'emendamento 7.205 dei relatori. Osserva, tuttavia, come, anche da una osservazione dell'Europa dallo
spazio, si possa cogliere la differenza tra la Germania e gli altri Paesi nordici, moderatamente illuminati,
e l'Italia che, invece, appare come una illuminatissima corona. Rileva, quindi, come l'eccesso di
illuminazione costituisca per l'Italia un problema reale per cui, anche se la norma recata dall'articolo 7,
commi 25 e 26, del provvedimento in esame è scritta male, è bene che il problema si ponga per evitare di
continuare in uno spreco inutile di risorse.
Claudio D'AMICO (LNP) osserva, con riguardo alle disposizioni contenute nell'articolo 7, commi 25
e 26, del provvedimento in esame, che si tratterebbe di una ulteriore cancellazione dello spirito federalista
portato avanti dal precedente Governo, in quanto sono gli amministratori locali a dover decidere dove
diminuire l'illuminazione pubblica. Esprime soddisfazione per il fatto che il Parlamento abbia avuto uno
scatto di orgoglio che si è concretizzato nella presentazione dell'emendamento 7.205 dei relatori,
auspicando che si possa procedere così anche per altre materie contenute nel provvedimento in esame.
Il sottosegretario Gianfranco POLILLO osserva che il Governo intende difendere le misure recate
dall'articolo 7, commi 25 e 26, del provvedimento in esame, in nome di una visione di sobrietà dei consumi
che andrà coerentemente perseguita anche nei prossimi anni. Concorda, tuttavia, con le osservazioni
dell'onorevole Lulli circa la necessità di tali misure nonché l'opportunità di migliorare il testo della norma,
rimettendosi quindi alle valutazioni della Commissione.
Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, tiene a precisare come
l'emendamento 7.205 presentato dai relatori non intenda sottovalutare il problema sottostante, quanto
piuttosto prendere atto che l'esame di tali norme, non aventi effetti finanziari ricollegati alla manovra di
bilancio, non debba svolgersi dinanzi alla Commissione bilancio. Invita, quindi, il Governo e la
Commissione di merito a riprendere il tema, ribadendo che l'esame da parte della Commissione bilancio
di tali norme non appare la sede più appropriata.
Lino DUILIO (PD) ribadisce l'opportunità che in sede di esame della legge di stabilità siano trattate
solo le norme che abbiano effetti finanziari, non invece norme vagamente pedagogiche, in relazione alle
quali non si comprende quali risparmi potrebbero comportare.

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Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

La Commissione approva, quindi, gli identici emendamenti 7.205 dei relatori e Cambursano 7.4,
intendendosi assorbiti tutti gli altri emendamenti riferiti alle medesime norme.
Giancarlo GIORGETTI, presidente, sospende quindi brevemente la seduta.
La seduta, sospesa alle 16.50, è ripresa alle 17.05.

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Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

Resoconto della Commissione Ambiente
Giovedì 25 ottobre 2012
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
Pag.112 -113
ALLEGATO 6
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013)
(C. 5534-bisGoverno).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015 (C. 5535
Governo).
Tabella n. 9: Stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per
l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015.
RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La VIII Commissione,
esaminato lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare
(Tabella n. 9) e le connesse parti del disegno di legge di stabilità;
rilevato che:
lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente ha visto negli ultimi una continua e costante
contrazione delle risorse ad esso destinate e che il disegno di legge di bilancio per l'anno finanziario 2013
reca uno stanziamento complessivo di competenza di 490,2 milioni di euro, che registra, rispetto al dato
dell'assestamento, un'ulteriore diminuzione di 54,7 milioni di euro (pari al 10 per cento);
in tale ambito, desta preoccupazione la riduzione delle risorse in taluni settori cruciali, in
particolare, nella bonifica dei siti inquinati e nella difesa del suolo, attesa l'importanza di tali politiche per
la qualità dell'ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico;
nel corso degli anni, infatti, è stato drasticamente ridotto lo stanziamento di cui all'articolo 2,
comma 240, della legge n. 191/2009 (legge finanziaria 2010) destinato ai piani straordinari diretti a
rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico e le recenti delibere CIPE n. 6 e n. 8 del 2012
hanno stanziato risorse rispettivamente per interventi volti a fronteggiare il dissesto idrogeologico nei
territori del Centro Nord e del Mezzogiorno, di cui appare necessario assicurare l'integrale erogazione;
il Governo, in diverse occasioni e, da ultimo, in occasione del decreto legge n.129 del 2012
recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di
Taranto, ha accolto atti di indirizzo che lo impegnavano a reperire le necessarie risorse per interventi di
tutela del territorio da rischio idrogeologico, ripristinando anche l'ammontare degli stanziamenti
originariamente previsti per gli interventi citati e poi distolte per interventi di attuazione del Protocollo di
intesa per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto;
sottolineata l'esigenza di rivedere l'attuale governance degli interventi per la difesa del suolo, in
particolare, ponendo fine alle gestioni commissariali di cui all'articolo 17 del decreto legge 30 dicembre
2009, n. 195;
considerato l'articolo 7, comma 25, che demanda ad un decreto del Presidente del Consiglio la
definizione di misure per lo spegnimento ovvero l'affievolimento dell'illuminazione pubblica nelle ore
notturne, per finalità di contenimento della spesa pubblica, di risparmio energetico, nonché di
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Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

razionalizzazione e di ammodernamento delle fonti di illuminazione medesima;
ritenuto altresì che il richiamato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dovrebbe
concentrarsi in via esclusiva sull'individuazione di modalità di ammodernamento degli impianti o
dispositivi di illuminazione esistenti in modo da introdurre tecnologie innovative e di pervenire
progressivamente a una maggiore efficienza energetica, stante l'opportunità di mantenere comunque
l'illuminazione durante le ore notturne per varie esigenze, quali quelle di sicurezza e di valorizzazione dei
beni culturali
rilevato che il provvedimento in esame non reca alcun intervento di stabilizzazione delle detrazioni
per interventi di efficientamento energetico previste solo fino al 30 giugno 2013 dal decreto legge n. 83
del 2012, nonostante i benefici che tali detrazioni hanno fino ad ora prodotto in termini di sviluppo
economico, sostegno alla piccola e media impresa ed emersione del lavoro non regolare;
rilevata infine l'opportunità che alla stabilizzazione delle detrazioni per interventi di efficientamento
energetico si accompagni anche l'estensione della misura medesima anche agli interventi di
consolidamento antisismico degli edifici,
DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE
con le seguenti condizioni:
1) si provveda a stanziare ulteriori risorse finanziarie nello stato di previsione del Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare da destinare alle regioni per interventi di carattere
ambientale, in particolare per interventi di bonifica dei siti inquinati e di tutela del territorio contro il
rischio idrogeologico e, nel contempo, ad assicurare l'immediata e integrale erogazione di cassa delle
risorse già stanziate recentemente in tale ambito e deliberate dal CIPE; parimenti si ripristini l'ammontare
delle risorse originariamente previste per gli interventi contro il rischio idrogeologico e poi distolte per
interventi di attuazione del Protocollo di intesa per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e
riqualificazione di Taranto;
2) si verifichi la possibilità di ridurre gli stanziamenti per l'adempimento di accordi internazionali
in materia ambientale, destinando prioritariamente le risorse così recuperate a interventi di bonifica dei
siti inquinati e per la difesa del suolo;
3) si garantisca la conclusione delle gestioni commissariali che operano ai sensi dell'articolo 17 del
decreto legge n. 195 del 2009, prevedendo espressamente che le stesse non sono suscettibili di proroga o
di rinnovo oltre il termine previsto dal medesimo articolo 17;
4) l'articolo 7, comma 25, siano soppresse le lettere a), b) e c);
5) si inserisca una disposizione che renda permanente, o in subordine, prolunghi fino al 31 dicembre
2013 la misura della detrazione di imposta per interventi di efficientamento energetico degli edifici
(cosiddetto 55 per cento); parimenti per favorire il miglioramento della qualità e della sicurezza del
patrimonio edilizio nazionale, si preveda la suddetta agevolazione fiscale anche alle opere di
consolidamento antisismico;
6) si adottino con urgenza le necessarie iniziative per bonificare le discariche illegali e incontrollate
di rifiuti nelle diverse regioni italiane al fine di superare la procedura di infrazione europea.

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Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

Articoli rilevanti
IBM, UMPI E UNICREDIT PRESENTANO UN PROGETTO DI ILLUMINAZIONE
PUBBLICA INTELLIGENTE / informazione.it
Fonte: informazione.it
Data: 30 ottobre 2012
Autore: nd
IBM, UniCredit e Umpi annunciano la presentazione di una soluzione innovativa per i nostri centri urbani,
capace di generare consistenti risparmi per la Pubblica Amministrazione, avviando progetti d'innovazione
per le città attraverso nuovi strumenti finanziari che permettano il superamento dei vincoli normativi patti di stabilità - e delle sempre più scarse risorse economiche a disposizione della PA.
L'idea prende origine dalla volontà di individuare un modello di città a costo zero, ossia una città che può
investire in innovazione grazie al risparmio derivante dall'innovazione stessa.
Si tratta di una piattaforma portante di monitoraggio e pianificazione in grado di crescere ed allargarsi al
sistema città.
L’impianto di illuminazione intelligente, che rivoluziona il tradizionale palo della luce distribuito
capillarmente sul territorio urbano, diventa un vero e proprio terminale: un sistema tecnologicamente
avanzato in grado di illuminare quando, come e dove serve, di comunicare ad alta velocità, come una vera
e propria rete LAN, e di offrire una vasta gamma di servizi a valore aggiunto, quali il telecontrollo e la
tele gestione dell’illuminazione pubblica, la ricarica dei veicoli elettrici, i display informativi stradali, il
controllo dei livelli di inquinamento, la gestione degli asset lineari e non delle città, il controllo del traffico
cittadino e infine, la sicurezza personale sulle nostre strade, con un impatto positivo sul contesto
ambientale.
La possibilità di creare nuove risorse attraverso i risparmi generati e di abilitare nel contempo le Smarter
City grazie a Minos System, offre attraverso le tecnologie Umpi una grande opportunità per le
amministrazioni di poter attivare tutta una serie di servizi innovativi per i cittadini e per gli utenti. Umpi,
azienda leader mondiale nelle tecnologie powerline, forte dell’esperienza sul campo e della competenza
dei propri laboratori di R&D, mette così a disposizione il proprio know how per una modello totalmente
auto sostenibile e implementabile da subito grazie all’utilizzo delle reti elettriche esistenti: una rete di
servizi pronti da connettere per aumentare i livelli di servizio.
Da parte sua UniCredit è in questo progetto in coerenza con il suo impegno nella crescita sostenibile, nella
protezione dell’ambiente e nell’utilizzo razionale delle risorse energetiche. Impegno che ha dato vita, fra
l’altro, a Officine Verdi, la joint venture Unicredit - WWF, società per lo sviluppo delle energie
rinnovabili.
Per questo progetto il team di Project Commodity Finance della Banca ha ideato una struttura finanziaria
volta a sostenere investimenti in efficienza energetica (illuminazione pubblica) in un più ampio piano di
razionalizzazione dei costi per i Comuni di Italia. L’operazione prevede la costituzione di una società
veicolo ad hoc (SPV).
Il vantaggio per l’ente locale nascerà dal risparmio derivante dal minor consumo energetico e dal minor
costo di manutenzione. Un risparmio complessivamente superiore al canone che verrà versato alla SPV.
Infine, l’intervento potrebbe beneficiare dei Titoli di efficienza Energetica/certificati bianchi previsti dal
contesto normativo attuale. Data la valenza strategica per il sistema Italia si prevede il coinvolgimento di
enti istituzionali quali Cassa Depositi e Prestiti e Sace.
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Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

La realizzazione di un progetto di illuminazione intelligente, si inserisce tra le iniziative Smarter Planet
di IBM ed in particolare tra le soluzioni che l’azienda propone da anni per aiutare le città e le pubbliche
amministrazioni a migliorare la qualità della vita urbana, incrementare i livelli di sicurezza e preservare
la sostenibilità, grazie all’uso più intelligente della tecnologia.
Il sistema consente di effettuare il telecontrollo e la telegestione di tutti i componenti che costituiscono
qualunque impianto di illuminazione pubblica. Grazie all’integrazione con la suite IBM Maximo
Enterprise Asset Management, inoltre, garantisce la gestione operativa e la pianificazione di interventi
manutentivi su tutti gli asset. Permette di gestire i processi operativi nel pieno rispetto delle norme sulla
sicurezza sul lavoro, divenendo uno strumento di supporto alla programmazione degli acquisti e ai cicli
di manutenzione.
In una città di medie dimensioni, con circa 30.000 punti luce dislocati sull’intero territorio, attuare un
progetto di efficientamento energetico, e quindi adottare un sistema di illuminazione urbana intelligente,
significa poter assolvere tutte le esigenze in termini di illuminazione e poter conseguire un risparmio
energetico annuo superiore al 40%, nonché un risparmio legato alla spesa manutentiva pari al 30%, nel
pieno rispetto delle normative vigenti in materia di inquinamento luminoso e quindi in un’ottica di
sviluppo sostenibile.

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Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

SMART LIGHTING A MONZA E VARESE / rinnovabili.it
Fonte: rinnovabili.it
Data: 31 ottobre 2012
Autore: nd
D’ora in avanti i pali della luce non serviranno più solamente per illuminare le strade cittadine, ma saranno
investiti di un ruolo sempre più smart che ben si adatta alle città del futuro. Grazie a un protocollo d’intesa
siglato tra la Regione Lombardia ed Enel Sole, infatti, parte la sperimentazione che offrirà ai cittadini pali
della luce intelligenti e multifunzione, capaci cioè di ricaricare le batterie di un’auto elettrica, connettersi
alle rete in modalità wi-fi e adempiere a una serie di funzioni che renderanno i centri urbani sempre più
efficienti e intelligenti. La sperimentazione interesserà Monza e Varese e prevede l’installazione di veri e
propri smart lighting in alcune aree delle due città; in quelle che sono servite con la banda ultra larga, poi,
le prestazioni degli innovativi pali della luce diventano ancora più performanti. Oltre all’impiego della
tecnologia LED, i pali saranno infatti dotati di sistemi di telecontrollo, per poter gestire guasti e
malfunzionamenti e regolare il flusso luminoso nelle ore notturne, di sistemi di videosorveglianza, per
aumentare la sicurezza dei cittadini e fornire informazioni in tempo reale sul traffico urbano, di sensori,
per il monitoraggio ambientale e meteorologico, e di pannelli a messaggio variabile per segnalazioni
immediate a tutti gli automobilisti: tutte soluzioni che consentiranno di abbattere i costi di manutenzione
della rete.
Soddisfatto l’Assessore all’Ambiente, Energia, Reti, Sistemi verdi e Paesaggio, Leonardo Salvemini, per
il quale è fondamentale stimolare sinergie su questi temi tra gli assessorati, al fine di offrire servizi
efficienti e all’avanguardia a cittadini e amministrazioni. Per questo Salvemini intende convocare un
tavolo interassessorile «affinché infrastrutture e tecnologia procedano di pari passo, perché un ambiente
più pulito passa anche da un migliore gestione delle risorse».

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Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

IL LAMPIONE INTELLIGENTE È GIÀ TRA NOI / il Sole24Ore
Fonte: il Sole24Ore
Data: 28 ottobre 2012
Autore: Elena Comelli
L'associazione CieloBuio lo sostiene da anni: l'Italia, dopo la Spagna, è il Paese più sprecone d'Europa
per illuminazione pubblica, con un miliardo di spesa contro 220 milioni nel Regno Unito e 330 in
Germania. Tanto che il suo appello a spegnere la luce è piaciuto al Governo, che l'ha inserito nella legge
di stabilità (anche se poi ne è uscito in settimana). «Nell'immediato risparmieremo senza investire. Nel
lungo periodo, però, puntiamo su tecnologie innovative, come i led. Con un sogno di sviluppo industriale:
rendere l'Italia esportatrice di sistemi elettronici per l'illuminazione pubblica», ha spiegato il commissario
ai tagli, Enrico Bondi. Ma il suo sogno, per una volta, è già realtà. E non occorre nemmeno spegnere la
luce.
«A parità d'intensità luminosa e di ore d'illuminazione, il sistema di lampade a led Archilede consente di
tagliare oltre il 50% dei consumi e ancora di più riducendo l'emissione della luce, grazie all'intelligenza
interna del lampione, nelle ore in cui non è effettivamente necessaria», spiega Giovanni Maria Pisani,
direttore generale di EnelSole. Il sistema prodotto da Enel insieme a I Guzzini è stato già installato in
1.600 comuni italiani, per un totale di oltre 92.400 apparecchi venduti, che si traduce in un risparmio di
energia di 24 gigawattora l'anno, equivalente a spegnere l'illuminazione pubblica di una città come
Bologna. E la nuova generazione di Archilede, che verrà presentata a Ecomondo, la fiera del clean-tech
di Rimini, taglia ancora di un altro 25% i consumi.
Ma il sistema dell'Enel, pur avendo riscosso enorme successo, non è l'unico in Italia a rendere possibile
un'illuminazione intelligente. C'è Minos, il sistema smart della Umpi di Cattolica, una delle realtà più
efficaci della green economy italiana e partner di Telecom Italia per la piattaforma SmartServices. Minos,
capace di trasformare un palo della luce in un centro servizi articolatissimo oltre che di tagliare i consumi,
è stato installato in un centinaio di comuni italiani, ma riscuote parecchio successo anche all'estero. E c'è
Arianna, una piccola impresa padovana che produce sistemi ottici innovativi, che contribuiscono
all'altissima efficienza dei suoi tre diversi lampioni.
Wi-fi
Con la tecnologia powerline, che utilizza la rete di alimentazione elettrica come mezzo di trasmissione
dati, i lampioni possono diventare antenne wi-fi, per offrire servizi di connettività locale
Sicurezza
Grazie all'installazione di telecamere, i lampioni possono diventare una rete di videosorveglianza per la
prevenzione dei furti e supportare servizi di telesoccorso per il salvataggio e la sicurezza
Traffico
Gli appositi sensori possono fornire informazioni in tempo reale sul traffico e sono
in grado di memorizzare e classificare il numero di veicoli distinguendo le fasce orarie e la tipologia del
mezzo
Ricarica elettrica
Una nuova piattaforma consente la gestione della ricarica per biciclette, scooter e veicoli elettrici, con la
possibilità di monitorare ogni utente in tempo reale e di sapere dove, quando e quanto sta ricaricando il
veicolo online

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Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

RISPARMIO ENERGETICO NELL'ILLUMINAZIONE PUBBLICA TRA LE
PRIORITÀ DELLA GREEN ECONOMY ITALIANA / illuminotecnica.com
Fonte: illuminotecnica.com
Data: 12 novembre 2012
Autore: nd
È stato presentato a Rimini a Ecomondo, fiera dello sviluppo e dell'economia sostenibile, l’esito del
lavoro e dell’impegno dei gruppi tematici sulla Green Economy. Gli Stati Generali hanno aperto la
discussione sulle 70 proposte fatte di fronte al ministro Clini, presente.
Ecco cosa è emerso. In Italia è necessario:
- adottare misure di fiscalità ecologica;
- accrescere il contributo delle assicurazioni per la gestione del rischio ambientale;
- sviluppare il riciclo dei rifiuti e abbattere lo smaltimento in discarica;
- predisporre una strategia nazionale per il rilancio della filiera delle biomasse;
- favorire l'occupazione giovanile nelle filiere agricole.
Ma non solo. Gli Stati Generali della Green Economy hanno messo in cantiere anche la necessità di
rendere obbligatoria la massima efficienza elettrica nell'illuminazione pubblica. Certo, dopo la
debacle e l’annullamento dell’operazione Cieli Bui, non è facile prevedere un futuro roseo per il
risparmio energetico applicato all’illuminazione pubblica.
Sono quindi 70 le proposte “verdi” partorite in questi mesi dai gruppi di lavoro. La speranza degli addetti
ai lavori è che queste proposte possano aiutare il paese a uscire dalla crisi economica e ad affrontare anche
quella
ambientale-climatica.
Ciò che è necessario è che le istituzioni incontrino queste proposte. L’intervento del Ministro Clini a
Rimini cosa significa? Dobbiamo pensare che il Governo è davvero interessato al tema del risparmio
nell’illuminazione pubblica oppure dobbiamo prendere la bocciatura di Cieli Bui come un messaggio
negativo a tal proposito?
Ecco cosa ha detto, in sostanza, il Ministro Clini: “Negli anni è avvenuta una sedimentazione di troppe
norme nate per difendere l'ambiente che invece ha portato al risultato opposto. Abbiamo opere per
l'ambiente che non vengono fatte - o rallentate di anni - per motivi ambientali; blocchi e ritardi causati da
localismi e mancanza di una visione complessiva”. Dunque, ci sono troppe regole. È necessario,
comunque, per il Ministro, scegliere la direzione della Green Economy. C’è sempre più domanda di
tecnologie che puntano a ridurre i consumi di risorse, energia, territorio e gli investimenti in tecnologie
e sistemi sostenibili sono strategici per dare all’economia italiana un ruolo competitivo nel Mondo. Per
Clini il Governo, nei limiti delle politiche di bilancio, “ha aperto finestre per avviare un processo virtuoso
e sostenibile”.

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Piano industriale per l’illuminazione pubblica
Stato dell’arte e proposta di lavoro

REGIONE DISTRIBUISCE TRA LE PROVINCE IL FONDO INQUINAMENTO
LUMINOSO / trevisotoday.it
Fonte: trevisotoday.it
Data: 10 gennaio 2012
Autore: nd
Su relazione dell'assessore all'Ambiente Maurizio Conte, la Giunta regionale ha disposto che saranno le
Province a individuare i Comuni destinatari degli interventi di contenimento dell'inquinamento luminoso.
In particolare, il fondo è teso al risanamento degli impianti esterni di illuminazione pubblica.
La somma complessiva impegnata a favore delle Province venete è di ottocentomila euro, ripartito in base
alla densità demografica. "Dal 2009 il Veneto è dotato di una legge regionale - spiega l'assessore Conteche promuove la riduzione dell'inquinamento luminoso e ottico e dei consumi energetici da esso derivanti.
Sono obiettivi che devono essere perseguiti dai Comuni in stretta collaborazione con le Province".
Di qui la scelta della Regione di individuare le Province come ente di riferimento per i Comuni che siano
in grado di poter garantire progetti concreti in materia di inquinamento luminoso. Per la segnalazione
delle situazioni previste e per ottenere l'eventuale assegnazione delle risorse regionali, le amministrazioni
comunali dovranno rivolgersi, dunque, agli enti provinciali.
Alla Provincia di Treviso sono stati assegnati 143.840 euro. A Belluno il fondo è di 34.480 euro, a Padova
150.480 euro, a Rovigo 41.520 euro, a Venezia 139.760 euro, a Vicenza 140.960 euro e a Verona 148.960
euro.

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  • 1. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro
  • 2. È il consumo annuo di energia Consumo elettrico annuo = complessivo di una città di 6 TWh elettrica per l’illuminazione Piano industriale per l’illuminazione pubblica pubblica in Italia 1 mln di abitanti Executive summary Stato dell’arte e proposta di lavoro ~ 1.1 mld € ~ 300 mln € È la spesa complessiva annuale con i valori di consumo attuali È il risparmio annuo potenziale realizzabile tramite efficienza nei consumi e nelle spese di gestione Esistono 21 normative diverse per 21 Regioni e Province Autonome L’esigenza di sicurezza batte l’inquinamento luminoso Serve un Piano Industriale per definire una visione strategica nazionale e per attirare gli investitori La sostenibilità del Piano passa per lo spostamento della catena del valore dalla filiera del carbonio alla green e digital economy Bisogna individuare servizi che remunerino gli investimenti per la rete di illuminazione pubblica digitale Occorre individuare trend tecnologici eccellenti (sensoristica e Internet delle Cose) e renderli commercializzabili LED per l’illuminazione Ricarica batterie Videosorveglianza Internet WiFi Gestione parcheggi Rilevamento ambientale …. È auspicabile estendere su tutte le Regioni le scelte sul LED fatte da Abruzzo, Sardegna e Veneto Il Veneto ha stanziato 800.000 € per contenere l’inquinamento luminoso 2
  • 3. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro A cura del Centro di Competenza per le Smart Community di Between spa che riunisce esperti e docenti universitari. L’obiettivo del Centro è approfondire le conoscenze, i metodi e gli strumenti per diffondere l'innovazione tecnologica e di business nella dimensione urbana, intesa come città diffusa e comunità intelligente. Referenti Gianluca Di Pasquale e Antongiulio Bua. Novembre 2012. 3
  • 4. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro 4
  • 5. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro INDICE Premessa..................................................................................... 6 Stato dell’arte .............................................................................. 8 La normativa .................................................................... 8 Funzioni proprie di Regioni, Province e Comuni ............... 9 Classificazione Aree ....................................................... 10 Le tecnologie .................................................................. 12 Incentivi .......................................................................... 13 Il piano industriale, proposta di lavoro ................................... 16 Allegati ...................................................................................... 18 Resoconto della Commissione Bilancio.......................... 18 Resoconto della Commissione Ambiente ....................... 21 Articoli rilevanti ............................................................... 23 5
  • 6. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro Premessa In Italia il consumo totale di energia elettrica per l’illuminazione ammonta a 50,8 TWh all’anno, di cui 6 TWh (circa il 12%, che è pari al consumo complessivo annuo di energia elettrica di una città di circa 1 milione di abitanti) risultano essere utilizzati per l’illuminazione pubblica. I 9 milioni di punti luce disseminati sul suolo nazionale, con una densità di 380 elementi per km2 urbanizzato, generano una spesa complessiva superiore al miliardo di euro, di cui il 70-80% è costituito dal costo dell’energia e il restante da quello della manutenzione. L’utilizzo di nuove tecnologie per la gestione della rete di illuminazione potrebbe portare a risparmiare quasi il 30% della spesa attuale, liberando dunque risorse per quasi 300 milioni di € da reinvestire in ulteriori progetti di innovazione1. In Europa l’Italia occupa le ultime posizioni per quanto riguarda l’efficienza dell’illuminazione pubblica: ha infatti un rapporto di punti luce procapite del 25% superiore alla media (Italia 0,15 PL/ab - Germania 0,11 - UE 0,12) e un consumo pro capite annuo per l’illuminazione pubblica quasi doppio (Italia 100 KWh/anno – Germania 42 – UE 51)2. L’esigenza di intervenire sul tema dell’illuminazione pubblica nasce quindi dalla necessità di contenerne la spesa, razionalizzando il consumo energetico, unita all’emergere di istanze, provenienti dal mondo delle associazioni, che auspicano una riduzione dell’inquinamento luminoso. Nel mese di Ottobre 2012, a fronte della proposta dell’Associazione Cielo Buio, è stata presentata la bozza del DDL Stabilità contenente un articolo riguardante la riduzione di spesa per l’illuminazione delle amministrazioni pubbliche tramite misure di moderazione dell’utilizzo e di ammodernamento degli impianti (art. 7, comma 25, denominato anche “Operazione Cieli Bui”). L’articolo è stato oggetto di discussione della Commissione Ambiente della Camera e poi della Commissione Bilancio che lo ha alla fine soppresso. In sede consultiva tuttavia è stata ribadita l’importanza della materia ed è emersa la necessità di trattarla in modo più approfondito e in sede più appropriata. Il tema dell’illuminazione pubblica è rilevante anche per l’industria dell’energia e dell’ICT: emerge infatti un crescente interesse delle imprese e degli istituti finanziari per la realizzazione di sistemi di illuminazione più efficienti ed intelligenti, capaci di liberare risorse attraverso i risparmi generati (es.: Monza e Varese, Regione Veneto, Prato, Rimini, Londra, ecc.) Questo è testimoniato in vari territori da progetti e sperimentazioni che mirano a: • migliorare le performance degli enti locali e degli operatori energetici tramite: - soluzioni illuminotecniche che consentono di diminuire i consumi energetici, assicurando maggior efficienza (es: lampade a LED e dispositivi di moderazione del flusso luminoso); - soluzioni tecnologiche che permettono di monitorare lo stato della rete in remoto e quindi di diminuire i costi di gestione e manutenzione della stessa (es: telecontrollo); • creare opportunità di investimento per le imprese e valore per i cittadini tramite: - nuovi servizi ICT che rendono i pali della luce “elementi urbani intelligenti”, generando contenuti informativi di pubblica utilità e garantendo maggior sicurezza e tutela ambientale (es.: pannelli di infomobilità, telecamere di sicurezza, controllo livello di inquinamento,…); - nuovi servizi energy che si appoggiano alla rete di illuminazione pubblica, ampliandone le funzioni (es.: ricarica delle biciclette o delle auto elettriche). 1 2 Elaborazione Between su dati Enea, Istat e Terna. Elaborazione Between su dati Commissione Europea. 6
  • 7. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro A supporto di queste iniziative si nota l’emergere di nuovi modelli e strumenti finanziari che permettono di superare i vincoli imposti dal patto di stabilità e dalle scarse risorse economiche delle pubbliche amministrazioni locali. Alla luce di questa analisi, risulta evidente come il livello di attenzione dei media, dell’industria, della società e della politica in merito al tema dell’illuminazione pubblica sia in aumento e quindi anche la possibilità di concentrare sforzi e progettualità per accelerare il processo. 7
  • 8. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro Stato dell’arte La normativa Tutte le Regioni, ad eccezione di Calabria e Sicilia, sono dotate di una normativa che regolamenta l’illuminazione pubblica e che risale al periodo compreso tra il 1998 e il 2010. In base alle rispettive leggi regionali, i Comuni dovrebbero dotarsi di uno strumento di pianificazione dell’illuminazione (Piano Regolatore dell’Illuminazione Comunale (PRIC) o Piano dell’Illuminazione Comunale (PIC)) per raggiungere i due obiettivi principali, ossia la riduzione dell’inquinamento luminoso e dei consumi. Finalità Data Legge Regionale Riduzione inquinamento luminoso Strumento di pianificazione dell'illuminazione pubblica Riduzione consumi Abruzzo 03/03/2005 Non specificato Basilicata 10/04/2000 Si parla di PIC ma non lo si disciplina Campania 25/07/2002 PIC Emilia Romagna 29/09/2003 Friuli Venezia Giulia 18/06/2007 Lazio 13/04/2000 Liguria 29/05/2007 Regolamento dell'illuminazione Lombardia 27/03/2000 PIC, PRIC Marche 24/07/2002 PRIC Molise 22/01/2010 PRIC Piemonte 24/03/2000 PRIC 23/11/2005 Piani comunali per il risparmio energetico e la riduzione dell'Inquinamento luminoso Calabria Puglia Sardegna PIC Piano d'illuminazione pubblica 29/11/07 (DGR) Sicilia Toscana 21/03/2000 Piano comunale dell'illuminazione pubblica Umbria 28/02/2005 Piano per l'illuminazione Veneto 07/08/2009 PICIL (piano dell'illuminazione comunale per il contenimento dell'Inquinamento luminoso) Valle d'Aosta 28/04/1998 Bolzano (prov. autonoma) Trento (prov. autonoma) Piano comunale di intervento per la riduzione dell’inquinamento luminoso 03/10/2007 Sì No Assente Le diverse leggi regionali sono eterogenee nella definizione di: • funzioni proprie di Regioni, Province e Comuni; • aree prioritarie di intervento; • tecnologie da utilizzare; • modalità di finanziamento per realizzare e adattare gli impianti. Esistono tuttavia delle disposizioni di tipo generale, previste dalla maggior parte delle regioni, che prevedono: • il rispetto dei requisiti definiti dalle norme UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) e del CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano); • l’adeguamento della luminosità ai livelli minimi previsti dalle normative tecniche di sicurezza; 8
  • 9. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro • • il divieto di usare fasci di luce di qualsiasi tipo e modalità, diretti verso il cielo; l’impiego di apparecchi che conseguano impegni ridotti di potenza elettrica e che minimizzino costi e interventi di manutenzione. Funzioni proprie di Regioni, Province e Comuni Tutte le Regioni esercitano funzioni di coordinamento e controllo in merito all’illuminazione pubblica, tuttavia alcune sono dotate di ulteriori compiti: • l’Abruzzo e la Sardegna si impegnano a redigere un rapporto annuale delle iniziative a risparmio energetico; • l’Abruzzo, il Lazio, le Marche, il Piemonte, la Toscana, l’Umbria e la provincia autonoma di Trento prevedono un regolamento a parte per la riduzione dell’inquinamento luminoso; • l’Abruzzo, la Lombardia e la Puglia emanano anche i criteri di applicazione della legge regionale sull’illuminazione pubblica. Il livello di controllo provinciale è presente in circa metà delle regioni e in alcuni casi (Friuli Venezia Giulia e Veneto) prevede la definizione di accordi di programma tra le Province e i rispettivi Comuni. Infine, i singoli Comuni hanno il compito di elaborare i piani d’adeguamento per i nuovi impianti e per quelli esistenti e di identificare le fonti pericolose per la viabilità stradale e autostradale (questo solo in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Sardegna e Veneto). I comuni di Abruzzo e Emilia Romagna hanno inoltre il compito di redigere un abaco, un documento nel quale devono essere indicati, zona per zona, le tipologie dei sistemi e dei singoli corpi illuminanti ammessi tra cui i progettisti e gli operatori energetici potranno scegliere quali installare. Funzioni delle Regioni Coordinamento e controllo Rapporto annuale iniziative risparmio energetico Funzioni delle Province Regolamento per riduzione inquinamento luminoso Emanazione criteri d'applicazione della legge Controllo Accordi di programma con i comuni Funzioni dei Comuni Abaco Piani d'adeguamento per nuovi impianti Piani d'adeguamento degli impianti esistenti Individuazione fonti pericolose per la viabilità Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Umbria Veneto Valle d'Aosta Bolzano (Prov. Aut.) Trento (Prov.Aut.) Sì No Assente 9
  • 10. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro Classificazione Aree I criteri che regolamentano l’illuminazione pubblica si differenziano in base al tipo di area considerata. Si individuano infatti elementi urbani soggetti a disposizioni (strade, piste ciclabili, impianti sportivi, insegne, monumenti), zone di particolare tutela e protezione (osservatori astronomici e parchi naturali) e aree derogate alla legge. Elementi urbani soggetti a disposizioni • • • • • Strade Piste ciclabili esterne ai centri urbani abitati Impianti sportivi Insegne Monumenti ed edifici Zone di particolare tutela e protezione Aree che si trovano ad un determinato raggio di distanza da: • Osservatori astronomici professionali e non • Aree naturali tutelate Deroghe alla legge • • • • Alle quali è data priorità d’intervento • • • fari costieri insediamenti militari impianti d’illuminazione delle carceri, caserme, porti, aeroporti sorgenti di luce strutturalmente schermate che non possono diffondere luce verso l’alto ( porticati, gallerie e sottopassi, logge) impianti con carattere di temporaneità e provvisorietà sorgenti che vengono spente entro un certo orario (es. dopo le 20 o 22) impianti di entità modesta che non emettano un certo livello di flusso luminoso Le aree naturali e gli osservatori sono regolamentate da tutte le Regioni, invece gli elementi urbani considerati variano molto a seconda della regione. Le osservazioni principali che emergono dall’analisi svolta sono che: • • • • solo l’Abruzzo, il Molise e la Sardegna specificano per tutti i cinque elementi urbani (sono le uniche Regioni che normano anche le piste ciclabili); l’Emilia Romagna e la Liguria prevedono caratteristiche particolari solo per impianti sportivi e monumenti; la Basilicata e la provincia autonoma di Trento sono gli unici a non sancire direttive specifiche, ma propongono solo degli elementi di carattere generale; il Piemonte, la Toscana, l’Umbria e la Valle d’Aosta invece rimandano alle norme dell’Ente Italiano di Unificazione e del Comitato Elettrotecnico Italiano oppure al rispettivo regolamento regionale di prevenzione dell’inquinamento luminoso. 10
  • 11. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro ELEMENTI URBANI SOGGETTI A DISPOSIZIONI Strade Piste ciclabili esterne ai centri urbani Impianti sportivi Insegne Monumenti ed edifici Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte rimanda alle norme dell'Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) Puglia Sardegna Sicilia Toscana rimanda al Piano Regionale di Prevenzione dell'Inquinamento Luminoso; richiede il rispetto delle norme dell'UNI e del CEI Umbria rimanda al regolamento regionale di prevenzione dell'inquinamento luminoso Veneto Valle d'Aosta rimanda alle norme dell'Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) Bolzano (Prov. Aut.) Trento (Prov.Aut.) Sì No Casi partic olari Assente Per ciascuno degli elementi urbani suddetti, le singole Regioni definiscono successivamente i loro criteri specifici in materia di: • direzione del flusso luminoso • valori medi di luminanza • intensità luminosa massima • gradi d’orientamento • resa cromatica • efficienza • orari di spegnimento o riduzione della potenza Per massimizzare l’efficacia dell’azione sui sistemi di illuminazione pubblica e individuare le zone di intervento prioritarie, sarebbe auspicabile una mappatura delle aree urbane e extraurbane che permetta di comprendere appieno le peculiarità territoriali e le regolamentazioni vigenti. 11
  • 12. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro Le tecnologie Attualmente non esistono degli standard tecnologici uniformi, infatti ogni territorio fornisce indicazioni generali e non vincolanti per quanto riguarda le tecnologie da adottare sia dal punto di vista della gestione del flusso luminoso (es: dispositivi di moderazione e sensori di movimento), sia da quello del tipo di lampade (es.: lampade al sodio ad alta o bassa pressione, LED, lampade agli alogenuri,…). Dal quadro nazionale emerge che: • a livello di gestione del flusso luminoso: - tutte le Regioni, ad eccezione della Basilicata e della provincia autonoma di Trento, indicano l’utilizzo di dispositivi per la moderazione del flusso luminoso; - solo la Lombardia prevede l’uso di sensori di movimento per l’accensione degli impianti; • a livello di tipo di lampade: - i sistemi di segnalazione a LED sono suggeriti unicamente da Abruzzo, Sardegna e Veneto, tre regioni che presentano una normativa più recente rispetto alle altre Regioni (rispettivamente 2005, 2007 e 2009); - le lampade che vengono maggiormente suggerite sono quelle al sodio ad alta o bassa pressione; - altre tipologie di lampade sono suggerite solo in pochi casi, prevalentemente per un loro utilizzo negli impianti sportivi (lampade agli alogenuri) o in piccoli impianti (lampade elettroniche a basso consumo). TECNOLOGIE Dispositivi di moderazione del flusso luminoso Sensori di movimento per l'accensione dell'impianto Sodio ad alta o bassa pressione Sistemi di segnalazione a LED (strade) Lampade agli alogenuri Lampioni fotovoltaici autoalimentati Lampade elettroniche a basso consumo A fluorescenza compatte e al sodio a luce bianca Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte rimanda alle norme dell'Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettronico Italiano (CEI) Puglia Sardegna Sicilia Toscana rimanda al Piano Regionale di Prevenzione dell'Inquinamento Luminoso; richiede il rispetto delle norme dell'UNI e del CEI Umbria rimanda al regolamento regionale di prevenzione dell'inquinamento luminoso Veneto Valle d'Aosta rimanda alle norme dell'Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettronico Italiano (CEI) Bolzano (Prov. Aut.) Trento (Prov. Aut.) Sì No Casi partic olari Assente 12
  • 13. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro Dal quadro regionale emerge quindi il bisogno di una maggiore chiarezza e consapevolezza da parte delle amministrazioni territoriali sullo stato dell’evoluzione tecnologica in campo illuminotecnico e sulle potenzialità di risparmio che le singole soluzioni offrono. Risulta quindi necessaria un’azione di coordinamento tra l’offerta di prodotti per il risparmio energetico e la domanda al fine di favorire lo sviluppo di un sistema di progettazione coerente in grado di generare maggiori risparmi e di garantire il massimo livello di efficienza. Incentivi La legge regionale definisce tramite una norma finanziaria gli oneri di applicazione a carico del Bilancio della Regione, indicando a volte la voce di bilancio a cui attingere. Tra questi oneri figurano i contributi regionali da destinare ai Comuni, di cui vengono spesso specificate la tipologia (es: adeguamento degli impianti di illuminazione esistenti, realizzazione di nuovi impianti e predisposizione dei piani comunali di illuminazione); l’ammontare (in termini % sulla spesa ritenuta ammissibile); e i Comuni prioritari. Tutte le Regioni, ad eccezione di Emilia Romagna, Puglia, Sardegna e provincia autonoma di Trento, prevedono una norma finanziaria per la gestione dei costi derivanti dagli interventi in materia di illuminazione pubblica. Lombardia e Piemonte costituiscono un caso a parte perché vi provvedono tramite altri provvedimenti di legge, quali ad esempio le leggi di bilancio. La finalità principale a cui devono essere poi destinati i contributi regionali stanziati ai Comuni è l’adeguamento degli impianti esistenti, tuttavia Friuli Venezia Giulia e Veneto li assegnano anche per supportare la realizzazione di nuovi impianti e per incentivare la redazione di piani comunali per l’illuminazione pubblica. Tali contributi, se specificato, di solito non possono superare in ammontare il 50% della spesa ritenuta ammissibile per la realizzazione dell’intervento e vengono concessi in via prioritaria ai Comuni il cui territorio ricade in aree protette (ad esempio vicino agli osservatori o ai parchi naturali) o che si sono già dotati di regolamenti per la lotta all’inquinamento luminoso. Si nota dunque la tendenza delle Regioni a intervenire: • in Comuni piccoli, dove l’incentivo a intervenire per gli operatori dell’industria è limitato rispetto all’investimento richiesto; • in zone da tutelare dal punto di vista ambientale • in zone che sono già avanzate dal punto di vista regolatorio e organizzativo in tema di illuminazione pubblica. 13
  • 14. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro NORMA FINANZIARIA E CONTRIBUTI REGIONALI AI COMUNI Presenza norma Indicazione Voce del Bilancio della Regione a cui attingere Tipologia contributi Presenza contributi Redazione piani comunali IP Realizzazione impianti Ammontare Adeguamento impianti Comuni prioritari non specificato non specificato Campania non > 50% della spesa ritenuta ammissibile a)comuni con propri regolamenti per inquinamento luminoso b)comuni nelle zone protette Emilia Romagna non specificato non specificato Friuli Venezia Giulia non specificato non specificato Lazio non > 50% della spesa ritenuta ammissibile a)comuni con propri regolamenti per inquinamento luminoso b)comuni il cui territorio ricade zone protette Liguria non specificato non specificato Abruzzo Basilicata Calabria Lombardia Successivo provvedimento di legge non > 50% della spesa ritenuta ammissibile e non > di 15k euro non > 50% della spesa ritenuta ammissibile e non > di 20k euro Marche Molise Piemonte a)comuni nelle zone protette b) comuni con popolazione < 5mila abitanti comuni che hanno già provveduto all'adeguamento in materia di risparmio energetico e lotta all'Inquinamento luminoso Leggi di bilancio Puglia Sardegna Sicilia Toscana non > 50% della spesa ritenuta ammissibile e non > di 30mln lire a)comuni nelle zone degli osservatori b)comuni nelle aree naturali protette Umbria non > 60% della spesa ritenuta ammissibile non specificato Veneto non specificato non specificato non specificato non specificato Valle d'Aosta Bolzano (Prov. Aut.) Trento (Prov. Aut.) Sì No Casi partic olari Assente 14
  • 15. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro Sono inoltre previste delle sanzioni amministrative (per punto luce o per impianto) di importo variabile nel caso si realizzino, utilizzino o modifichino impianti di illuminazione non conformi alla normativa. Le sanzioni sono comminate dalle autorità pubbliche competenti (polizia municipale, sindaco, Regione) ai titolari o ai gestori degli impianti non a norma, ed i proventi derivanti devono poi essere reinvestiti dai Comuni per l’adeguamento delle strutture esistenti. Dall’analisi svolta, risulta evidente un trend che vede le sanzioni sempre più definite per punto luce non adeguato, al posto che per impianto (soluzione prevista solo dalle leggi regionali più datate), e con un ammontare che varia tra i 100 e i 1000€, raggiungendo picchi di 1500€ (Puglia) nel caso i punti luce siano fonte di notevole inquinamento luminoso. SANZIONI Ammontare Motivazioni Per punto Luce Abruzzo Per Impianto Realizzazione impianti di illuminazione pubblica o privata in difformità alla legge, previa diffida a provvedere all'adeguamento entro 60gg, 260-1030 euro Basilicata 500.000-5mln lire per ciascun impianto Installazione o modifica di impianti di illuminazione senza autorizzazione o in difformità alla legge, previa diffida ad adeguarsi entro 30gg Calabria Campania 250-500 euro (per impianti fino 30 PL) 1000-5000 euro (oltre 30 PL) Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Realizzazione di impianti di illuminazione pubblica e privata in diffromità alla legge. Adeguamento entro 60gg dalla notifica 500-2500 euro 200-600 euro o 400-1200 se fonti di alto inquinamento luminoso Lazio Liguria Installazione o modifica di impianti di illuminazione senza autorizzazione o in difformità alla legge. Adeguamento entro 90gg Realizzazione o utilizzo di impianti di illuminazione in difformità alla legge, previa diffida a provvedere all'adeguamento entro 60gg Installazione, modifica o mancato adeguamento degli impianti nei termini previsti dalla legge, previa diffida a provvedere all'adeguamento entro 30gg 500.000-2 mln euro Realizzazione nuovi impianti in difformità alla legge, previa diffida a provvedere all'adeguamento entro 60gg 200-500 euro 400.000-1,2 mln lire o 700.000-2 mln lire se fonti di notevole inquinamento luminoso Lombardia Utilizzo impianti o sorgenti di luce non conformi alla legge, qualora non li modifichi entro 60 gg Marche 260-1030 euro Installazione, modifica o mancato adeguamento degli impianti di illuminazione esterna, previa diffida a provvedere entro 60gg Molise 200-600 euro Realizzazione di impianti di illuminazione pubblica e privata in diffromità alla legge, previa diffida a provvedere entro 6 mesi Piemonte Puglia Utilizzo di impianti o sorgenti luminose non conformi alla legge, previa diffida a provvedere entro 60gg 250.000-2,5 mln lire 250-650 euro o fino a 1500 euro per fonti di inquinamento luminoso Realizzazione impianti in difformità alla legge, previa diffida a provvedere entro 60gg Sardegna Sicilia Toscana Installazione o modifica di impianti di illuminazione esterni senza autorizzazione o in difformità alla stessa 500.000-10 mln lire Umbria 250-600 euro Realizzazione e utilizzo impianti non conformi alla legge Veneto 260-1030 euro Realizzazione impianti in difformità alla legge, previa diffida a provvedere entro 60gg Valle d'Aosta Impiego di impianti o sorgenti luminose non conformi alla legge, previa diffida a provvedere entro 45gg 1-3 mln lire Bolzano (Prov. Aut.) Trento (Prov.Aut) 100-1000 euro Violazioni delle prescrizioni del piano provinciale o dei piani comunali Sì No Assente 15
  • 16. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro Il piano industriale, proposta di lavoro L’analisi dello stato dell’arte dell’illuminazione pubblica italiana mostra come gli enti locali ritengano la materia rilevante, ma manchi una visione strategica nazionale per il settore che permetta di coordinare i diversi livelli amministrativi, salvaguardando allo stesso tempo la loro autonomia decisionale. I tentativi più recenti del Governo di intervenire sul tema dell’illuminazione pubblica (art. 7, comma 25 del DDL Stabilità) hanno avuto scarsa efficacia poichè non hanno tenuto in considerazione la normativa pregressa emanata dalle Regioni e non sono stati supportati da un’accurata valutazione dei costi-benefici degli interventi, che approfondisse gli aspetti tecnico organizzativi richiesti e gli impatti sulla sicurezza sociale e stradale. Alla luce di queste considerazioni, emerge dunque la necessità di sviluppare un Piano Industriale che favorisca investimenti su larga scala volti a migliorare le performance dei sistemi di illuminazione pubblica e a produrre servizi a valore per il cittadino, in una logica win-win per gli attori pubblici e privati coinvolti. Le reti di illuminazione pubblica dovranno infatti garantire: • • • risparmi per le amministrazioni locali tramite l’utilizzo di lampade più efficienti, di strumenti per la regolazione delle luci e di sistemi di telecontrollo che permetteranno di diminuire i consumi energetici e i costi di manutenzione. Inoltre l’uso di pali multifunzionali permetterà di ridurre il livello di palificazione delle città e i costi ad esso associati. efficienza nella gestione della produzione di energia tramite lo sviluppo di smart grid e di sistemi di smart metering che consentiranno di bilanciare domanda e offerta di energia, ottimizzando la produzione in base alle condizioni della rete e alle caratteristiche dei consumi. efficienza nell’up-grade della rete in quanto la diminuzione dei consumi e degli sprechi energetici e la gestione intelligente dell’esistente consentirà di pianificare meglio gli investimenti per incrementare la capacità produttiva. L’efficientamento della spesa energetica libererà risorse e, se adeguatamente gestito, potrebbe generare ricavi aggiuntivi, determinati da nuove opportunità di business. La rete di illuminazione pubblica infatti andrà oltre la sua tradizionale funzione e diventerà un’infrastruttura di supporto per la fornitura di servizi a valore aggiunto per i cittadini e i visitatori, tra cui a titolo esemplificativo: • • • servizi relativi alla mobilità come i pannelli di infomobilità e la possibilità di ricaricare i veicoli elettrici; servizi business to business che siano di pubblica utilità e che tutelino la sicurezza e l’ambiente, quali l’accesso al WiFi veloce per i negozianti, gli impianti pubblicitari, la videosorveglianza e il controllo ambientale; servizi di prossimità legati all’Internet delle Cose come i servizi di illuminazione on demand, che permettano all’utente di aumentare la luminosità di una strada in base alle sue esigenze, o gli hotspot WiFi, che consentano di accedere a una serie di servizi e applicazioni mobile cittadini. Un ruolo chiave per la realizzazione di questi scenari sarà giocato dagli istituti finanziari con i quali si dovranno elaborare nuovi modelli di sostenibilità economica e finanziaria, permettendo di affrontare i vincoli normativi e garantendo tempi ragionevoli per il rientro degli investimenti. Dal punto di vista operativo, per sviluppare il Piano Industriale sarà necessario: • analizzare le practice nazionali e internazionali, facendo emergere lo stato dell’arte; 16
  • 17. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro • • • • • • • • delineare servizi paradigmatici di alto valore per il cittadino che uniscano la componente energy e quella ICT e che aprano nuove opportunità di business per gli operatori industriali, permettendo loro di generare ricavi aggiuntivi; collaborare con le Regioni per raccogliere informazioni sulle barriere imposte dalle normative e sulle opportunità offerte dalle peculiarità dei singoli territori e delle loro esigenze principali; mappare le aree di intervento prioritarie in termini di inquinamento luminoso e potenzialità di risparmio energetico; identificare i trend tecnologici in atto (es.: sensoristica, Internet of things, ecc.) e gli standard tecnici e capire come la rete di illuminazione pubblica ne potrebbe beneficiare; avviare un tavolo di dialogo con i principali portatori di interesse, ossia i player del mondo dell’energia, le Amministrazioni Pubbliche e gli operatori digital; analizzare l’offerta di prodotti e servizi e costruire un catalogo tra cui le amministrazioni locali potranno scegliere le soluzioni più adeguate alle loro esigenze; definire i criteri di fattibilità economica e analizzare gli impatti organizzativi del Piano: comprendere come gli interventi di efficientamento energetico potranno creare nuovi posti di lavoro della green economy per la filiera dei partner locali delle aziende nazionali e internazionali. 17
  • 18. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro Allegati Resoconto della Commissione Bilancio Venerdì 9 novembre 2012 XVI LEGISLATURA BOLLETTINO DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI Bilancio, tesoro e programmazione (V) COMUNICATO Pag.10-12 Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, fa presente che gli emendamenti relativi ai commi 25 e 26 sono stati esaminati con molta attenzione e che, alla fine, i relatori hanno deciso di presentare l'emendamento 7.205, identico all'emendamento Cambursano 7.4, soppressivo dei commi 25 e 26 dell'articolo 7, poiché nella valutazione degli emendamenti emerge un parere unanime del Parlamento sulla non convinzione circa la bontà della norma, ritenendo inoltre che un intervento correttivo non avrebbe raggiunto lo scopo di migliorare la norma che presenta molti aspetti problematici relativi alla sicurezza dei cittadini, delle strade ed altro. Renato BRUNETTA (PdL), relatore per il disegno di legge di stabilità, ricorda che, dopo la presentazione del disegno di legge di stabilità, si è aperto un grande dibattito non solo in Parlamento ma nel Paese. In particolare, fa presente di non aver letto alcuna analisi che suffragasse in positivo l'impostazione data dal Governo riguardo l'analisi economica dei costi-ricavi e l'analisi sociale dei costibenefici di un'operazione di tale portata, che ritiene a somma negativa. Ricorda inoltre anche il dibattito di grande interesse avvenuto in Commissione che ha prodotto il diffuso convincimento che si tratti di materia certamente rilevante, trattata però in maniera insufficiente nel provvedimento in esame. Pertanto, fa presente che la proposta dei relatori è quella di abrogare i commi 25 e 26 dell'articolo 7, lasciando maggiore spazio alle autonomie e ad una riflessione di carattere tecnico di maggiore portata rispetto al contenuto della legge di stabilità. Massimo BITONCI (LNP) ritiene grave il fatto che i relatori di maggioranza sconfessino l'operato del Governo in una azione di riduzione dei costi per lo Stato, dichiarando che la sua forza politica di opposizione ne prende atto. Ricorda peraltro di aver già presentato l'emendamento 7.41 di soppressione delle lettere a) e b) del comma 25 avente la medesima finalità. Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che i relatori hanno espressamente dichiarato di essersi fatti interpreti della volontà comune della Camera. Lino DUILIO (PD) chiede di sapere per quale motivo il Governo abbia dato parere favorevole sull'emendamento soppressivo. Il sottosegretario Gianfranco POLILLO ricorda che il Governo non ancora espresso il suo parere sull'emendamento 7.205 dei relatori. Simonetta RUBINATO (PD) ritiene che, rispetto alla soppressione dei commi 25 e 26 dell'articolo 7, sia più utile una buona formulazione, come quella recata dall'emendamento Margiotta 7.71, ed anzi potrebbe risolversi nello spreco di un'occasione come quella rappresentata dalla possibilità di indurre le amministrazioni locali ad individuare modalità di ammodernamento degli impianti e dei dispositivi di illuminazione per raggiungere obiettivi di maggiore efficienza energetica, conseguendo notevoli risparmi. 18
  • 19. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro Paola DE MICHELI (PD), intervenendo sull'emendamento 7.205 dei relatori, concorda sulla necessità di approfondire la complessiva problematica, che verte su un tema delicato sia per quanto riguarda la sicurezza delle strade sia per quanto riguarda le competenze degli enti locali. Renato CAMBURSANO (Misto), intervenendo sull'emendamento 7.205 dei relatori, osserva come dalle misure per lo spegnimento o l'affievolimento delle fonti d'illuminazione pubblica previste dall'articolo 7, commi 25 e 26, del provvedimento in esame, non si possano raggiungere che miseri risultati di risparmio, a fronte di molto maggiori costi sociali, anche in termini di rischio di incidenti stradali, di guisa che il saldo finale può dimostrarsi addirittura negativo. Ritiene, pertanto, che occorre riscrivere la norma in esame in modo più appropriato, offrendo la disponibilità a ritirare il suo emendamento 7.4 e proponendo che la materia sia trattata nell'ambito di un provvedimento che riguardi in modo più razionale tutta la materia, attualmente all'esame del Senato. Roberto SIMONETTI (LNP) osserva che chiunque abbia esperienza di amministrazione locale non possa che essere contrario alle previsioni indicate nell'articolo 7, commi 25 e 26, del provvedimento in esame, che, tra l'altro, incidono sull'autonomia decisionale degli enti locali in modo inappropriato. Sottoscrive, pertanto, l'emendamento 7.205 dei relatori. Andrea LULLI (PD) ritira il suo emendamento 7.142, preannunciando il suo voto favorevole sull'emendamento 7.205 dei relatori. Osserva, tuttavia, come, anche da una osservazione dell'Europa dallo spazio, si possa cogliere la differenza tra la Germania e gli altri Paesi nordici, moderatamente illuminati, e l'Italia che, invece, appare come una illuminatissima corona. Rileva, quindi, come l'eccesso di illuminazione costituisca per l'Italia un problema reale per cui, anche se la norma recata dall'articolo 7, commi 25 e 26, del provvedimento in esame è scritta male, è bene che il problema si ponga per evitare di continuare in uno spreco inutile di risorse. Claudio D'AMICO (LNP) osserva, con riguardo alle disposizioni contenute nell'articolo 7, commi 25 e 26, del provvedimento in esame, che si tratterebbe di una ulteriore cancellazione dello spirito federalista portato avanti dal precedente Governo, in quanto sono gli amministratori locali a dover decidere dove diminuire l'illuminazione pubblica. Esprime soddisfazione per il fatto che il Parlamento abbia avuto uno scatto di orgoglio che si è concretizzato nella presentazione dell'emendamento 7.205 dei relatori, auspicando che si possa procedere così anche per altre materie contenute nel provvedimento in esame. Il sottosegretario Gianfranco POLILLO osserva che il Governo intende difendere le misure recate dall'articolo 7, commi 25 e 26, del provvedimento in esame, in nome di una visione di sobrietà dei consumi che andrà coerentemente perseguita anche nei prossimi anni. Concorda, tuttavia, con le osservazioni dell'onorevole Lulli circa la necessità di tali misure nonché l'opportunità di migliorare il testo della norma, rimettendosi quindi alle valutazioni della Commissione. Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, tiene a precisare come l'emendamento 7.205 presentato dai relatori non intenda sottovalutare il problema sottostante, quanto piuttosto prendere atto che l'esame di tali norme, non aventi effetti finanziari ricollegati alla manovra di bilancio, non debba svolgersi dinanzi alla Commissione bilancio. Invita, quindi, il Governo e la Commissione di merito a riprendere il tema, ribadendo che l'esame da parte della Commissione bilancio di tali norme non appare la sede più appropriata. Lino DUILIO (PD) ribadisce l'opportunità che in sede di esame della legge di stabilità siano trattate solo le norme che abbiano effetti finanziari, non invece norme vagamente pedagogiche, in relazione alle quali non si comprende quali risparmi potrebbero comportare. 19
  • 20. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro La Commissione approva, quindi, gli identici emendamenti 7.205 dei relatori e Cambursano 7.4, intendendosi assorbiti tutti gli altri emendamenti riferiti alle medesime norme. Giancarlo GIORGETTI, presidente, sospende quindi brevemente la seduta. La seduta, sospesa alle 16.50, è ripresa alle 17.05. 20
  • 21. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro Resoconto della Commissione Ambiente Giovedì 25 ottobre 2012 XVI LEGISLATURA BOLLETTINO DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII) ALLEGATO Pag.112 -113 ALLEGATO 6 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013) (C. 5534-bisGoverno). Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015 (C. 5535 Governo). Tabella n. 9: Stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015. RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE La VIII Commissione, esaminato lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (Tabella n. 9) e le connesse parti del disegno di legge di stabilità; rilevato che: lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente ha visto negli ultimi una continua e costante contrazione delle risorse ad esso destinate e che il disegno di legge di bilancio per l'anno finanziario 2013 reca uno stanziamento complessivo di competenza di 490,2 milioni di euro, che registra, rispetto al dato dell'assestamento, un'ulteriore diminuzione di 54,7 milioni di euro (pari al 10 per cento); in tale ambito, desta preoccupazione la riduzione delle risorse in taluni settori cruciali, in particolare, nella bonifica dei siti inquinati e nella difesa del suolo, attesa l'importanza di tali politiche per la qualità dell'ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico; nel corso degli anni, infatti, è stato drasticamente ridotto lo stanziamento di cui all'articolo 2, comma 240, della legge n. 191/2009 (legge finanziaria 2010) destinato ai piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico e le recenti delibere CIPE n. 6 e n. 8 del 2012 hanno stanziato risorse rispettivamente per interventi volti a fronteggiare il dissesto idrogeologico nei territori del Centro Nord e del Mezzogiorno, di cui appare necessario assicurare l'integrale erogazione; il Governo, in diverse occasioni e, da ultimo, in occasione del decreto legge n.129 del 2012 recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto, ha accolto atti di indirizzo che lo impegnavano a reperire le necessarie risorse per interventi di tutela del territorio da rischio idrogeologico, ripristinando anche l'ammontare degli stanziamenti originariamente previsti per gli interventi citati e poi distolte per interventi di attuazione del Protocollo di intesa per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto; sottolineata l'esigenza di rivedere l'attuale governance degli interventi per la difesa del suolo, in particolare, ponendo fine alle gestioni commissariali di cui all'articolo 17 del decreto legge 30 dicembre 2009, n. 195; considerato l'articolo 7, comma 25, che demanda ad un decreto del Presidente del Consiglio la definizione di misure per lo spegnimento ovvero l'affievolimento dell'illuminazione pubblica nelle ore notturne, per finalità di contenimento della spesa pubblica, di risparmio energetico, nonché di 21
  • 22. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro razionalizzazione e di ammodernamento delle fonti di illuminazione medesima; ritenuto altresì che il richiamato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dovrebbe concentrarsi in via esclusiva sull'individuazione di modalità di ammodernamento degli impianti o dispositivi di illuminazione esistenti in modo da introdurre tecnologie innovative e di pervenire progressivamente a una maggiore efficienza energetica, stante l'opportunità di mantenere comunque l'illuminazione durante le ore notturne per varie esigenze, quali quelle di sicurezza e di valorizzazione dei beni culturali rilevato che il provvedimento in esame non reca alcun intervento di stabilizzazione delle detrazioni per interventi di efficientamento energetico previste solo fino al 30 giugno 2013 dal decreto legge n. 83 del 2012, nonostante i benefici che tali detrazioni hanno fino ad ora prodotto in termini di sviluppo economico, sostegno alla piccola e media impresa ed emersione del lavoro non regolare; rilevata infine l'opportunità che alla stabilizzazione delle detrazioni per interventi di efficientamento energetico si accompagni anche l'estensione della misura medesima anche agli interventi di consolidamento antisismico degli edifici, DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE con le seguenti condizioni: 1) si provveda a stanziare ulteriori risorse finanziarie nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare da destinare alle regioni per interventi di carattere ambientale, in particolare per interventi di bonifica dei siti inquinati e di tutela del territorio contro il rischio idrogeologico e, nel contempo, ad assicurare l'immediata e integrale erogazione di cassa delle risorse già stanziate recentemente in tale ambito e deliberate dal CIPE; parimenti si ripristini l'ammontare delle risorse originariamente previste per gli interventi contro il rischio idrogeologico e poi distolte per interventi di attuazione del Protocollo di intesa per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto; 2) si verifichi la possibilità di ridurre gli stanziamenti per l'adempimento di accordi internazionali in materia ambientale, destinando prioritariamente le risorse così recuperate a interventi di bonifica dei siti inquinati e per la difesa del suolo; 3) si garantisca la conclusione delle gestioni commissariali che operano ai sensi dell'articolo 17 del decreto legge n. 195 del 2009, prevedendo espressamente che le stesse non sono suscettibili di proroga o di rinnovo oltre il termine previsto dal medesimo articolo 17; 4) l'articolo 7, comma 25, siano soppresse le lettere a), b) e c); 5) si inserisca una disposizione che renda permanente, o in subordine, prolunghi fino al 31 dicembre 2013 la misura della detrazione di imposta per interventi di efficientamento energetico degli edifici (cosiddetto 55 per cento); parimenti per favorire il miglioramento della qualità e della sicurezza del patrimonio edilizio nazionale, si preveda la suddetta agevolazione fiscale anche alle opere di consolidamento antisismico; 6) si adottino con urgenza le necessarie iniziative per bonificare le discariche illegali e incontrollate di rifiuti nelle diverse regioni italiane al fine di superare la procedura di infrazione europea. 22
  • 23. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro Articoli rilevanti IBM, UMPI E UNICREDIT PRESENTANO UN PROGETTO DI ILLUMINAZIONE PUBBLICA INTELLIGENTE / informazione.it Fonte: informazione.it Data: 30 ottobre 2012 Autore: nd IBM, UniCredit e Umpi annunciano la presentazione di una soluzione innovativa per i nostri centri urbani, capace di generare consistenti risparmi per la Pubblica Amministrazione, avviando progetti d'innovazione per le città attraverso nuovi strumenti finanziari che permettano il superamento dei vincoli normativi patti di stabilità - e delle sempre più scarse risorse economiche a disposizione della PA. L'idea prende origine dalla volontà di individuare un modello di città a costo zero, ossia una città che può investire in innovazione grazie al risparmio derivante dall'innovazione stessa. Si tratta di una piattaforma portante di monitoraggio e pianificazione in grado di crescere ed allargarsi al sistema città. L’impianto di illuminazione intelligente, che rivoluziona il tradizionale palo della luce distribuito capillarmente sul territorio urbano, diventa un vero e proprio terminale: un sistema tecnologicamente avanzato in grado di illuminare quando, come e dove serve, di comunicare ad alta velocità, come una vera e propria rete LAN, e di offrire una vasta gamma di servizi a valore aggiunto, quali il telecontrollo e la tele gestione dell’illuminazione pubblica, la ricarica dei veicoli elettrici, i display informativi stradali, il controllo dei livelli di inquinamento, la gestione degli asset lineari e non delle città, il controllo del traffico cittadino e infine, la sicurezza personale sulle nostre strade, con un impatto positivo sul contesto ambientale. La possibilità di creare nuove risorse attraverso i risparmi generati e di abilitare nel contempo le Smarter City grazie a Minos System, offre attraverso le tecnologie Umpi una grande opportunità per le amministrazioni di poter attivare tutta una serie di servizi innovativi per i cittadini e per gli utenti. Umpi, azienda leader mondiale nelle tecnologie powerline, forte dell’esperienza sul campo e della competenza dei propri laboratori di R&D, mette così a disposizione il proprio know how per una modello totalmente auto sostenibile e implementabile da subito grazie all’utilizzo delle reti elettriche esistenti: una rete di servizi pronti da connettere per aumentare i livelli di servizio. Da parte sua UniCredit è in questo progetto in coerenza con il suo impegno nella crescita sostenibile, nella protezione dell’ambiente e nell’utilizzo razionale delle risorse energetiche. Impegno che ha dato vita, fra l’altro, a Officine Verdi, la joint venture Unicredit - WWF, società per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Per questo progetto il team di Project Commodity Finance della Banca ha ideato una struttura finanziaria volta a sostenere investimenti in efficienza energetica (illuminazione pubblica) in un più ampio piano di razionalizzazione dei costi per i Comuni di Italia. L’operazione prevede la costituzione di una società veicolo ad hoc (SPV). Il vantaggio per l’ente locale nascerà dal risparmio derivante dal minor consumo energetico e dal minor costo di manutenzione. Un risparmio complessivamente superiore al canone che verrà versato alla SPV. Infine, l’intervento potrebbe beneficiare dei Titoli di efficienza Energetica/certificati bianchi previsti dal contesto normativo attuale. Data la valenza strategica per il sistema Italia si prevede il coinvolgimento di enti istituzionali quali Cassa Depositi e Prestiti e Sace. 23
  • 24. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro La realizzazione di un progetto di illuminazione intelligente, si inserisce tra le iniziative Smarter Planet di IBM ed in particolare tra le soluzioni che l’azienda propone da anni per aiutare le città e le pubbliche amministrazioni a migliorare la qualità della vita urbana, incrementare i livelli di sicurezza e preservare la sostenibilità, grazie all’uso più intelligente della tecnologia. Il sistema consente di effettuare il telecontrollo e la telegestione di tutti i componenti che costituiscono qualunque impianto di illuminazione pubblica. Grazie all’integrazione con la suite IBM Maximo Enterprise Asset Management, inoltre, garantisce la gestione operativa e la pianificazione di interventi manutentivi su tutti gli asset. Permette di gestire i processi operativi nel pieno rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro, divenendo uno strumento di supporto alla programmazione degli acquisti e ai cicli di manutenzione. In una città di medie dimensioni, con circa 30.000 punti luce dislocati sull’intero territorio, attuare un progetto di efficientamento energetico, e quindi adottare un sistema di illuminazione urbana intelligente, significa poter assolvere tutte le esigenze in termini di illuminazione e poter conseguire un risparmio energetico annuo superiore al 40%, nonché un risparmio legato alla spesa manutentiva pari al 30%, nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia di inquinamento luminoso e quindi in un’ottica di sviluppo sostenibile. 24
  • 25. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro SMART LIGHTING A MONZA E VARESE / rinnovabili.it Fonte: rinnovabili.it Data: 31 ottobre 2012 Autore: nd D’ora in avanti i pali della luce non serviranno più solamente per illuminare le strade cittadine, ma saranno investiti di un ruolo sempre più smart che ben si adatta alle città del futuro. Grazie a un protocollo d’intesa siglato tra la Regione Lombardia ed Enel Sole, infatti, parte la sperimentazione che offrirà ai cittadini pali della luce intelligenti e multifunzione, capaci cioè di ricaricare le batterie di un’auto elettrica, connettersi alle rete in modalità wi-fi e adempiere a una serie di funzioni che renderanno i centri urbani sempre più efficienti e intelligenti. La sperimentazione interesserà Monza e Varese e prevede l’installazione di veri e propri smart lighting in alcune aree delle due città; in quelle che sono servite con la banda ultra larga, poi, le prestazioni degli innovativi pali della luce diventano ancora più performanti. Oltre all’impiego della tecnologia LED, i pali saranno infatti dotati di sistemi di telecontrollo, per poter gestire guasti e malfunzionamenti e regolare il flusso luminoso nelle ore notturne, di sistemi di videosorveglianza, per aumentare la sicurezza dei cittadini e fornire informazioni in tempo reale sul traffico urbano, di sensori, per il monitoraggio ambientale e meteorologico, e di pannelli a messaggio variabile per segnalazioni immediate a tutti gli automobilisti: tutte soluzioni che consentiranno di abbattere i costi di manutenzione della rete. Soddisfatto l’Assessore all’Ambiente, Energia, Reti, Sistemi verdi e Paesaggio, Leonardo Salvemini, per il quale è fondamentale stimolare sinergie su questi temi tra gli assessorati, al fine di offrire servizi efficienti e all’avanguardia a cittadini e amministrazioni. Per questo Salvemini intende convocare un tavolo interassessorile «affinché infrastrutture e tecnologia procedano di pari passo, perché un ambiente più pulito passa anche da un migliore gestione delle risorse». 25
  • 26. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro IL LAMPIONE INTELLIGENTE È GIÀ TRA NOI / il Sole24Ore Fonte: il Sole24Ore Data: 28 ottobre 2012 Autore: Elena Comelli L'associazione CieloBuio lo sostiene da anni: l'Italia, dopo la Spagna, è il Paese più sprecone d'Europa per illuminazione pubblica, con un miliardo di spesa contro 220 milioni nel Regno Unito e 330 in Germania. Tanto che il suo appello a spegnere la luce è piaciuto al Governo, che l'ha inserito nella legge di stabilità (anche se poi ne è uscito in settimana). «Nell'immediato risparmieremo senza investire. Nel lungo periodo, però, puntiamo su tecnologie innovative, come i led. Con un sogno di sviluppo industriale: rendere l'Italia esportatrice di sistemi elettronici per l'illuminazione pubblica», ha spiegato il commissario ai tagli, Enrico Bondi. Ma il suo sogno, per una volta, è già realtà. E non occorre nemmeno spegnere la luce. «A parità d'intensità luminosa e di ore d'illuminazione, il sistema di lampade a led Archilede consente di tagliare oltre il 50% dei consumi e ancora di più riducendo l'emissione della luce, grazie all'intelligenza interna del lampione, nelle ore in cui non è effettivamente necessaria», spiega Giovanni Maria Pisani, direttore generale di EnelSole. Il sistema prodotto da Enel insieme a I Guzzini è stato già installato in 1.600 comuni italiani, per un totale di oltre 92.400 apparecchi venduti, che si traduce in un risparmio di energia di 24 gigawattora l'anno, equivalente a spegnere l'illuminazione pubblica di una città come Bologna. E la nuova generazione di Archilede, che verrà presentata a Ecomondo, la fiera del clean-tech di Rimini, taglia ancora di un altro 25% i consumi. Ma il sistema dell'Enel, pur avendo riscosso enorme successo, non è l'unico in Italia a rendere possibile un'illuminazione intelligente. C'è Minos, il sistema smart della Umpi di Cattolica, una delle realtà più efficaci della green economy italiana e partner di Telecom Italia per la piattaforma SmartServices. Minos, capace di trasformare un palo della luce in un centro servizi articolatissimo oltre che di tagliare i consumi, è stato installato in un centinaio di comuni italiani, ma riscuote parecchio successo anche all'estero. E c'è Arianna, una piccola impresa padovana che produce sistemi ottici innovativi, che contribuiscono all'altissima efficienza dei suoi tre diversi lampioni. Wi-fi Con la tecnologia powerline, che utilizza la rete di alimentazione elettrica come mezzo di trasmissione dati, i lampioni possono diventare antenne wi-fi, per offrire servizi di connettività locale Sicurezza Grazie all'installazione di telecamere, i lampioni possono diventare una rete di videosorveglianza per la prevenzione dei furti e supportare servizi di telesoccorso per il salvataggio e la sicurezza Traffico Gli appositi sensori possono fornire informazioni in tempo reale sul traffico e sono in grado di memorizzare e classificare il numero di veicoli distinguendo le fasce orarie e la tipologia del mezzo Ricarica elettrica Una nuova piattaforma consente la gestione della ricarica per biciclette, scooter e veicoli elettrici, con la possibilità di monitorare ogni utente in tempo reale e di sapere dove, quando e quanto sta ricaricando il veicolo online 26
  • 27. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro RISPARMIO ENERGETICO NELL'ILLUMINAZIONE PUBBLICA TRA LE PRIORITÀ DELLA GREEN ECONOMY ITALIANA / illuminotecnica.com Fonte: illuminotecnica.com Data: 12 novembre 2012 Autore: nd È stato presentato a Rimini a Ecomondo, fiera dello sviluppo e dell'economia sostenibile, l’esito del lavoro e dell’impegno dei gruppi tematici sulla Green Economy. Gli Stati Generali hanno aperto la discussione sulle 70 proposte fatte di fronte al ministro Clini, presente. Ecco cosa è emerso. In Italia è necessario: - adottare misure di fiscalità ecologica; - accrescere il contributo delle assicurazioni per la gestione del rischio ambientale; - sviluppare il riciclo dei rifiuti e abbattere lo smaltimento in discarica; - predisporre una strategia nazionale per il rilancio della filiera delle biomasse; - favorire l'occupazione giovanile nelle filiere agricole. Ma non solo. Gli Stati Generali della Green Economy hanno messo in cantiere anche la necessità di rendere obbligatoria la massima efficienza elettrica nell'illuminazione pubblica. Certo, dopo la debacle e l’annullamento dell’operazione Cieli Bui, non è facile prevedere un futuro roseo per il risparmio energetico applicato all’illuminazione pubblica. Sono quindi 70 le proposte “verdi” partorite in questi mesi dai gruppi di lavoro. La speranza degli addetti ai lavori è che queste proposte possano aiutare il paese a uscire dalla crisi economica e ad affrontare anche quella ambientale-climatica. Ciò che è necessario è che le istituzioni incontrino queste proposte. L’intervento del Ministro Clini a Rimini cosa significa? Dobbiamo pensare che il Governo è davvero interessato al tema del risparmio nell’illuminazione pubblica oppure dobbiamo prendere la bocciatura di Cieli Bui come un messaggio negativo a tal proposito? Ecco cosa ha detto, in sostanza, il Ministro Clini: “Negli anni è avvenuta una sedimentazione di troppe norme nate per difendere l'ambiente che invece ha portato al risultato opposto. Abbiamo opere per l'ambiente che non vengono fatte - o rallentate di anni - per motivi ambientali; blocchi e ritardi causati da localismi e mancanza di una visione complessiva”. Dunque, ci sono troppe regole. È necessario, comunque, per il Ministro, scegliere la direzione della Green Economy. C’è sempre più domanda di tecnologie che puntano a ridurre i consumi di risorse, energia, territorio e gli investimenti in tecnologie e sistemi sostenibili sono strategici per dare all’economia italiana un ruolo competitivo nel Mondo. Per Clini il Governo, nei limiti delle politiche di bilancio, “ha aperto finestre per avviare un processo virtuoso e sostenibile”. 27
  • 28. Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro REGIONE DISTRIBUISCE TRA LE PROVINCE IL FONDO INQUINAMENTO LUMINOSO / trevisotoday.it Fonte: trevisotoday.it Data: 10 gennaio 2012 Autore: nd Su relazione dell'assessore all'Ambiente Maurizio Conte, la Giunta regionale ha disposto che saranno le Province a individuare i Comuni destinatari degli interventi di contenimento dell'inquinamento luminoso. In particolare, il fondo è teso al risanamento degli impianti esterni di illuminazione pubblica. La somma complessiva impegnata a favore delle Province venete è di ottocentomila euro, ripartito in base alla densità demografica. "Dal 2009 il Veneto è dotato di una legge regionale - spiega l'assessore Conteche promuove la riduzione dell'inquinamento luminoso e ottico e dei consumi energetici da esso derivanti. Sono obiettivi che devono essere perseguiti dai Comuni in stretta collaborazione con le Province". Di qui la scelta della Regione di individuare le Province come ente di riferimento per i Comuni che siano in grado di poter garantire progetti concreti in materia di inquinamento luminoso. Per la segnalazione delle situazioni previste e per ottenere l'eventuale assegnazione delle risorse regionali, le amministrazioni comunali dovranno rivolgersi, dunque, agli enti provinciali. Alla Provincia di Treviso sono stati assegnati 143.840 euro. A Belluno il fondo è di 34.480 euro, a Padova 150.480 euro, a Rovigo 41.520 euro, a Venezia 139.760 euro, a Vicenza 140.960 euro e a Verona 148.960 euro. 28