Stage Scienza e Realtà 2013-14 Il ruolo del rating nei mercati finanziari In un mercato efficiente le informazioni sono complete ed esaustive e sono veicolate senza asimmetria tra gli operatori. In teoria, quindi, non vi sarebbe alcun bisogno dell’esistenza di organi atti a valutare la rischiosità di titoli pubblici o privati in relazione alle prospettive di investimento. Nella realtà è però ben noto che l’efficienza dei mercati è solo uno stato a cui si cerca di tendere. Fenomeni quali l’asimmetria informativa, l’azzardo morale, la selezione avversa e l’esternalità sono insiti nei mercati e tanto basta a giustificare la nascita delle agenzie di rating, anche se la loro presenza non è comunque sufficiente a far coincidere – neppure asintoticamente – l’efficienza teorica dalla situazione di efficienza reale. Di conseguenza i mercati risentono delle informazioni che le agenzie diffondono. Il rating è un metodo a risposta probabilistica che informa sul rischio, e quindi sull’affidabilità, dei titoli di un paese, delle azioni di un’impresa o, più in generale, sul grado di rischiosità che presenta l’attività di un operatore economico. Per molti studiosi ed esperti le agenzie di rating influenzano spesso il prezzo dei titoli scambiati sul mercato. Per altri, invece, queste ultime ratificano semplicemente le informazioni già presenti sul mercato, senza quindi influenzarlo. E’ da considerare che l’esistenza stessa delle agenzie denota l’inefficienza dei mercati. Tuttavia la loro attività non è una garanzia per l’annullamento delle inefficienze e, di conseguenza, dei possibili fallimenti di mercato. Sulla certificazione del rating fanno leva le negoziazioni dei titoli o le operazioni interbancarie, comprese quelle con le banche centrali. E’ difficile quindi affermare che l’informazione delle agenzie di rating non condizioni il mercato. In sintesi, si può assumere che il rating sia uno strumento finalizzato a far funzionare meglio il mercato, ma la dimostrazione di quest’assunto non è affatto semplice. Basti pensare ad alcune vicende emblematiche dell’attuale crisi finanziaria mondiale: le agenzie di rating valutarono positivamente i titoli di imprese come Lehman Brothers, Enron e Parmalat, che poi fallirono, provocando la perdita di milioni di euro a molti risparmiatori. Un fallimento del mercato, inteso come effetto di un’inefficienza dello stesso, può essere quindi dovuta a un’informazione errata. Dati i recenti sviluppi dell’economia globale, le riflessioni degli economisti e dei policy makers sono dunque rivolte al se e al come fare affidamento sull’informazione delle agenzie di rating, adottando una normativa più rigida e strutturata oppure c’è chi indica una via più drastica che porterebbe a fare a meno delle agenzie stesse.