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Riflessioni 
News Letter Destinato esclusivamente ai Soci del 
Soc. Coop 
CONSORZIO il BIOLOGICO e alle aziende 
del sistema di controllo del CCPB di CCPB Settembre 2014 
Il biologico cresce, 
il Consorzio risponde 
RIFLESSIONI 
• IL BIOLOGICO CRESCE, 
IL CONSORZIO RISPONDE 
• PIÙ FUSIONE CHE 
INCORPORAZIONE 
MERCATI ESTERI 
• DA IMC A CCPB GROUP, PER 
LA TUTELA DELLE PRODUZIONI 
BIOLOGICHE MEDITERRANEE 
• CONVEGNO SANA 2014 
• OLIO DI OLIVA BIO: 
I DATI DI IMPORT DEGLI STATI 
UNITI 
AREA TECNICA 
• CCPB ACCREDITATO USDA-NOP 
• REGOLAMENTO (UE) 
354/2014: COSA CAMBIA NEL 
REGOLAMENTO CE 889/2008 
• CONOSCI IL TUO PASTO, 
LA CERTIFICAZIONE 
DEDICATA AL HO.RE.CA. 
ALTRE CERTIFICAZIONI 
• GLOBALGAP, NASCONO NUOVE 
OPPORTUNITÀ: LA CATENA DI 
CUSTODIA CHAIN OF CUSTODY 
• CCPB CERTIFICA L’EPD: 
UNA NUOVA OPPORTUNITÀ PER 
IL COMPARTO AGROALIMENTARE 
• CRESCE NATRUE, 
CRESCONO I COSMETICI 
BIOLOGICI E NATURALI 
SANA 
• TALK SHOW SANA 2014 
• SANA 2014, IN FIERA CON 
STAND, CONVEGNI E NOTIZIE 
MERCATO ITALIANO 
• CRESCE ANCORA IL MERCATO 
DEL BIOLOGICO IN ITALIA 
di Filippo Piredda* e Lino Nori** 
Il secondo numero 2014 della Newsletter 
del Consorzio il Biologico non può che 
aprirsi con le parole del presidente Lino 
Nori, e con il SANA, il Salone del biologico 
e del benessere a Bologna Fiere da sabato 
6 a martedì 9 settembre. 
“Non è mai banale ricordare che SANA è 
il momento più importante per il biologico 
italiano: aziende, operatori, istituzioni e 
organismi di certificazione si preparano al 
meglio per quattro giorni bolognesi di in-contri, 
riflessioni e proposte. In quei giorni 
si possono vedere i tratti salienti della vita 
del bio, e noi del Consorzio il Biologico, 
con le aziende associate, siamo orgogliosi 
di farne parte”. 
Anche perché questo SANA è la 
prima occasione pubblica in cui pre-sentare 
il nuovo CCPB, fresco di 
fusione con IMC, di cui il Consorzio è 
socio principale. 
“È un momento molto importante. Come 
detto in questi mesi e qui in altri articoli, 
all’unione tra CCPB e IMC si è arrivati per 
creare un’unica azienda tanto forte da 
permettersi investimenti altrimenti difficol-tosi. 
Gli ambiti di intervento vertono sulle 
piattaforme informatiche, la formazione 
del personale e l’internazionalizzazione. 
Così si garantisce la professionalità della 
In questo numero
(*) Amministratore Delegato CCPB Riflessioni 
Bologna , Lunedì 8 settembre 2014 
Sala No urno - Centro Servizi Blocco D - ore 
.
 
Il mercato del 
biologico come 
fa ore di successo 
2 3 
CONSORZ IO 
il 
CONSORZ IO 
il 
richiesti da cittadini consumatori che con 
le loro scelte orientano i meccanismi e gli 
obiettivi della produzione. Scelte di con-sumo 
che si trasformano in scelte di vita 
e che danno luogo a modi di essere e di 
concepire il futuro molto diversi solo da 
qualche decennio fa. 
Il driver che oggi sta pervadendo qualsiasi 
scelta, la sostenibilità, ha modificato pro-fondamente 
non solo i nostri acquisti ma 
anche i nostri comportamenti andando ad 
incidere sulle scelte politiche (nel senso 
della polis) di un’intera società. 
La condivisione di questi valori, e il raf-forzamento 
dei principi che ne sono alla 
base, ci ha portato a fonderci in quella 
che non è stata una mera acquisizione, 
ma piuttosto la moltiplicazione delle oc-casioni 
di consolidamento e di crescita 
delle esperienze di tutti coloro che, nei vari 
uffici, sono chiamati a riaffermare questi 
valori e principi con il loro lavoro e la loro 
passione. 
Dobbiamo sentirci tutti chiamati a dare 
il nostro prezioso contributo, nonostante 
in questo paese, e anche in questo set-tore, 
chi ha responsabilità maggiori non 
le eserciti come dovrebbe e non premi 
coloro che operano quotidianamente nel 
rispetto delle regole, anzi talvolta questi 
sono chiamati a pagare in sostituzione di 
chi certo non ha contribuito a fornire una 
buona immagine di settore. 
Lo scorso primo luglio abbiamo dato 
inizio alla fusione per incorporazione di 
IMC srl in CCPB srl. Un progetto che, dopo 
aver condiviso per anni i valori fondanti 
di questa attività, vede due esperienze 
di certificazione fondersi in un organismo 
che, pur mantenendo la stessa denomi-nazione 
e la stessa organizzazione, sarà 
di fatto una nuova realtà. Un’esperienza 
che acquisisce nuove competenze, nuove 
professionalità, nuove strut-ture; 
basti pensare agli uffici 
di Senigallia e di Brescia, in 
Italia, e alle 5 società dislo-cate 
nel Mediterraneo (IMC 
Turchia, IMC Tunisia, IMC 
Libano, IMC Egitto e IMC 
Marocco) con partner, col-laboratori, 
auditor e clienti 
sparsi in tutto il bacino del 
Mediterraneo. 
Oggi più che mai i prodotti di 
qualità, e del biologico in pri-mis, 
necessitano di strutture 
più forti in grado di conferire 
maggiori garanzia e credi-bilità 
a settori che fondano 
il loro successo di mercato in detti valori. 
L’attività di controllo e certificazione è 
diventata uno dei fattori produttivi, e 
non certo il minore, in grado di garantire 
leale competizione fra gli operatori coin-volti, 
rispetto delle regole definite, mi-glioramento 
delle condizioni del sistema 
produttivo, raggiungimento dei requisiti 
minimi di qualità. Si tratta di un’attività 
che contribuisce a costruire quel siste-ma, 
poco presente nella nostra Italia, 
che prende il nome di “sistema qualità 
paese” e che è determinante nel definire 
la competitività delle nostre merci e dei 
nostri servizi in tutto il mondo. Un’attività 
terza, indipendente, competente, a sup-porto 
di imprese che realizzano beni 
e servizi oggetto ogni giorno di scelte 
d’acquisto da parte di un consumatore 
sempre più motivato verso prodotti puliti 
e sostenibili. La stella polare, oggetto del 
nostro agire e che ci ha sempre ispirato, 
è stata l’impresa: luogo in cui l’esperien-za 
e la competenza di più persone con-tribuiscono 
a creare oggetti e prodotti 
DA IMC A CCPB GROUP, PER LA 
TUTELA DELLE PRODUZIONI 
BIOLOGICHE MEDITERRANEE 
di Remo Ciucciomei* 
certificazione, indispensabile per il setto-re 
e soprattutto per i consumatori”. 
Consumatori che continuano a pre-miare 
il bio, come si può ripagare 
questa fiducia? 
“Se la crescita del mercato e dei consumi 
porta grandi soddisfazioni, allo stesso 
tempo però richiede maggiori responsa-bilità 
verso uno sviluppo sicuro e soste-nibile 
di tutto il settore. Noi operatori, 
organismi di certificazione e istituzioni 
dobbiamo lavorare insieme, senza trion-falismi 
per i numeri della crescita, ma 
con il preciso imperativo di guardare 
avanti. Il SANA, come sempre, è il posto 
giusto perché tutto questo cominci a 
realizzarsi.“ 
(*) Ufficio stampa CCPB e Consorzio il 
Biologico, 
(**) Presidente Consorzio il Biologico 
PIÙ FUSIONE CHE 
INCORPORAZIONE 
di Fabrizio Piva* 
Mercati esteri 
Se nel binomio Agricoltura – Cibo gli aspetti economici non 
sono più scindibili da quelli ambientali, la triade Agricoltura 
– Cibo – Mediterraneo rappresenta un paradigma che può 
aiutare a comprendere la complessità delle sfide a cui è chia-mato 
il mondo intero e in primis l’Europa sul tema del cibo nei 
prossimi decenni. Porre la questione del cibo e dell’agricoltura 
nell’area significa parlare dell’integrazione tra le due sponde del 
Mediterraneo e della opportunità di costruire una Europa a cen-tralità 
mediterranea dove i valori sociali, ambientali e territoriali 
dell’agricoltura possano finalmente essere utilizzati come una 
nuova riserva di sviluppo capace di sintonizzarsi con i comporta-menti 
di consumo emergenti. 
In tale contesto la questione della garanzia delle produzioni di 
qualità Mediterranee, biologico in prima linea, è di grande attua-lità. 
È sulla base di queste considerazioni e sulla spinta del pro-cesso 
di partenariato Euro-Mediterraneo di Barcellona del 1995 
che a IMC abbiamo da sempre privilegiato le azioni di sviluppo 
internazionale che avessero al centro il Mediterraneo. L’obiettivo 
nel nostro caso era quello della realizzazione di un network spe-cializzato 
nella garanzia delle produzioni di qualità che avesse 
credibilità a livello internazionale costituendosi attraverso una 
reale azione di partenariato tra professionalità italiane e dei 
diversi Paesi mediterranei. A quindici anni di distanza dall’av-vio 
di quel progetto sono stati raggiunti risultati importanti e il 
network IMC è una realtà e un punto di riferimento per molte 
aziende che operano nel settore alimentare. Realtà a cui il pro-cesso 
di fusione tra due aziende storiche che operano nel campo 
delle certificazione (IMC e CCPB) apporta oggi ulteriore valore 
e prestigio ponendo le basi per una leadership dell’Italia nella 
garanzia delle produzioni biologiche Mediterranee. 
Il gruppo IMC – CCPB che scaturisce dalla fusione realizzata tra le 
due aziende italiane a partire dal 1° Luglio 2014 mette a disposi-zione 
una presenza diffusa e capillare dei servizi e delle certifica-zioni 
CCPB in tutti i Paesi dell’area Mediterranea. Il gruppo può 
contare su strutture operative locali dotate di personale locale 
madrelingua qualificato secondo gli standard europei e dispone, 
oltre che di uffici direzionali in Italia, di uffici accreditati in ben 
cinque Paesi tra cui Marocco, Tunisia, Egitto, Libano e Turchia, 
che hanno già esteso la loro operatività agli altri Paesi dell’area. 
Un radicamento territoriale e un patrimonio di esperienza acqui-siti 
in tanti anni che oggi, grazie agli investimenti che si stanno 
predisponendo nel campo della ricerca e della informazione, 
possono contribuire ad un apporto significativo dell’Italia nel 
processo di costruzione di una garanzia credibile per la certifica-zione 
delle produzioni biologiche e di qualità dei Paesi dell’area 
Euro-Mediterranea. 
(*) REMO CIUCCIOMEI - Responsabile Sviluppo e coordinamento società dei pae-si 
mediterranei CCPB. Ha appena pubblicato il libro “Passeggiata Mediterranea”, 
sulla storia di IMC. Il libro può essere richiesto inviando una email con il proprio 
indirizzo a remo.ciucciomei@ccpb.it, è gratuito per le aziende clienti 
CCPB con le sole spese di spedizione a carico del richiedente. 
Il biologico cresce, 
il Consorzio risponde 
Programma 
convegno sana 2014 
Solo qualche anno fa si sarebbe corso il rischio di 
essere presi per sognatori o visionari, a pensare 
che il mercato del biologico potesse raggiungere 
a livello mondiale 64 miliardi di dollari, quasi 2 
milioni di produ ori e interessare una superfi cie 
di circa 37,5 milioni di e ari. Quel rischio invece è 
diventato realtà e quello che qualche decennio fa si 
sognava oggi si può toccare con mano. Una realtà 
importante che fa bene all’economia e all’ambiente 
inserendosi a pieno diri o nei processi di produzione 
sostenibili e in quei percorsi che stanno garantendo 
al mercato prodo i più “puliti” e salubri. 
Prodo i che sono premiati da un mercato e da 
un consumatore sempre più a enti ai valori che 
la sostenibilità so ende: la salvaguardia delle 
risorse ambientali, l’a enzione agli aspe i sociali, 
il rispe o delle condizioni di lavoro, la possibilità di 
poter produrre senza minare le basi e le fonti della 
produ ività da garantire alle generazioni future. 
L’Italia è uno dei paesi produ ori più importanti 
e il biologico è da anni vanto del proprio “Made 
in Italy”: se dal lato produ ivo la superfi cie da 
più di un decennio è ferma a 1,1 milioni di e ari, la 
domanda interna di mercato negli ultimi 6 anni 
è cresciuta ad un tasso medio annuo del 7-8% 
sull’anno precedente. Sul lato delle esportazioni la 
produzione italiana ha garantito un fl usso costante 
di prodo i biologici in uscita. Possiamo senza alcun 
dubbio aff ermare che il biologico è un fa ore di 
successo per il nostro sistema produ ivo, anche 
se spesso, come accade anche in altri se ori, non 
sempre ne siamo consapevoli. Ovviamente non 
possiamo accontentarci di questo, dobbiamo 
migliorare le condizioni del sistema di produzione 
rendendolo maggiormente effi ciente, conferendo 
così ai prodo i quella maggiore competitività che 
consente di far loro varcare sempre meglio i confi ni, 
da un lato, e raff orzare la domanda interna, dall’altro. 
È necessario creare fi liere effi cienti in grado di 
favorire che lungo la catena del valore ognuno trovi 
la remunerazione suffi ciente a coprire i costi e i rischi 
produ ivi che, ancor oggi, il biologico comporta e 
incoraggiare la produzione agricola a convertire 
più terreni al biologico. Occorre me ere nelle 
condizioni il sistema di controllo e certifi cazione 
affi nché possa dare sempre più credibilità alle 
produzioni biologiche. Occorre consolidare i risultati 
raggiunti e creare le condizioni stru urali perché 
i valori del biologico siano sempre più in stre a 
connessione con il nostro sistema produ ivo. 
Lino Nori 
Consorzio Il Biologico 
segreteria organizzativa 
Giulia Biguzzi 
tel.   - fax  

 - gbiguzzi@ccpb.it 
Introduzione 
e considerazioni conclusive 
- Lino Nori, Presidente Consorzio 
Il Biologico - Bologna 
Modera 
- Alessandro Maurilli, 
Giornalista specializzato nel 
se ore agroalimentare 
Relazioni 
- Gerald Herrmann, Dire ore 
Organic Services - Munich 
“Emerging markets offer 
export opportunities” 
- Enrico De Ruvo, Ricercatore 
Osservatorio prodo i biologici 
Ismea - Istituto servizi per il mercato 
agricolo alimentare - Roma 
“Il mercato biologico: il 
punto di vista dei produttori 
agricoli e dei trasformatori” 
- Patrizia Pugliese, Senior 
researcher IAMB - Bari 
“L’agricoltura biologica 
nel Mediterraneo: cifre e 
rifl essioni dall’esperienza della 
rete MOAN - Mediterranean 
Organic Agriculture Network” 
- Gabriele Canali, professore 
di Economia dei mercati 
agroalimentari - Università 
Ca olica del S. Cuore, Piacenza 
“Il biologico come scelta 
strategica d’impresa 
… e non solo” 
- Fabio Lunati, Project 
Manager - Nomisma - Bologna 
“Le caratteristiche della 
distribuzione specializzata 
bio in Italia”
Area tecnica 
4 5 
CONSORZ IO 
il 
CONSORZ IO 
il 
OLIO DI OLIVA BIO: 
I DATI DI IMPORT DEGLI 
STATI UNITI 
CCPB ACCREDITATO 
USDA-NOP 
di Fabio Lunati* 
Mercati esteri 
Controllo 
di Roberto Setti* 
Come tutti sanno, dal febbraio 2012 è stato siglato un accordo di equivalenza tra Stati 
Uniti e Commissione Europea, operativo dal giugno dello stesso anno; accordo che di 
fatto ha reso superflua la certificazione aggiuntiva USDA-NOP per i prodotti conformi al 
Reg. CE 834/2007 destinati ad essere esportati negli USA. 
Da entrambe le sponde dell’oceano Atlantico, l’accordo fu salutato da tutti gli operatori 
del settore con grande entusiasmo viste le notevoli semplificazioni burocratiche (e costi 
connessi) che si andavano a delineare. In tal senso anche l’accreditamento di CCPB presso 
il Dipartimento di Stato per l’Agricoltura americano era superfluo e furono quindi seguite 
le normali procedure di “surrender”, cioè di rinuncia all’accreditamento. 
Gli accordi di equivalenza, come quello sopra citato, sono però specifici, e coprono scam-bi 
nell’ambito dei “blocchi” che sottoscrivono tali accordi. Nel frattempo ha preso avvio 
il progetto che ha portato alla fusione per incorporazione in CCPB di IMC, di cui è data 
notizia in altri articoli di queste news. IMC ha sviluppato numerose attività di certifica-zione 
nei Paesi del bacino del Mediterraneo, e non solo, e da qui nasce quindi la neces-sità 
di riaprire la pratica di accreditamento, per poter erogare il servizio di certificazione 
USDA-NOP senza interruzioni di continuità anche per quegli operatori che ne stavano 
appunto usufruendo grazie ad IMC e che, trovandosi al di fuori della Comunità Europea, 
non potevano appunto beneficiare dell’accordo di equivalenza. 
Il processo di accreditamento è avvenuto secondo la prassi usuale (domanda, valutazione 
documentale, visita sia degli uffici di CCPB che di un operatore certificato USDA-NOP) e 
si è finalmente conclusa positivamente con l’emissione del relativo certificato di accredi-tamento, 
il giorno 1 luglio 2014. 
Ricordiamo che la certificazione USDA-NOP, al pari di quella COR (Canada), non è ne-cessaria 
per i prodotti ottenuti nei Paesi della Comunità, o importati e lavorati nella 
Comunità secondo quanto stabilito dal reg. CE 834/2007. L’unica eccezione è rappresen-tata 
dai prodotti del comparto vitivinicolo, in quanto non ancora inclusi negli accordi di 
equivalenza, per i quali le due certificazioni (NOP o COR) possono entrambe singolar-mente 
garantire l’accesso ad entrambi Paesi (Stati Uniti e Canada). 
(*) ROBERTO SETTI - Responsabile Ufficio Tecnico e Assicurazione Qualità CCPB 
Negli Stati Uniti è da un anno in vigore 
una codifica doganale specifica per 
alcune merceologie alimentari bio, tra cui 
l’olio di oliva. Le statistiche statunitensi, 
rilevano che nei primi cinque mesi dell’an-no 
(gennaio-maggio), l’export di olio di 
oliva dell’Italia oltreoceano è fino ad ora 
ammontato ad oltre 2 milioni di € (di cui il 
75% di olio extravergine). L’Italia si colloca 
però solo al terzo posto per valore dell’ex-port, 
preceduta da Spagna e Tunisia. 
L’olio di oliva, è tra i prodotti agroalimenta-ri 
italiani più esportati nel mondo. Uno dei 
più importanti paesi di destinazione di que-sto 
prodotto tipico del Mediterraneo sono 
gli Stati Uniti, dove il valore dell’export 
italiano è stimabile intorno ai 400 milioni 
di €. Anche il l’olio biologico dà il suo con-tributo 
all’export nazionale, come si ricava 
dai più recenti dati del Foreign Agricultural 
Service (FAS) americano. Infatti, da oltre 
un anno nel sistema doganale statuni-tense 
sono stati attribuiti specifici codici 
all’olio di oliva, ripartito tra vergine ed 
extravergine. L’analisi condotta per area 
geografica ha rilevato che nei primi cinque 
mesi del 2014 (gennaio-maggio) l’Italia 
si è collocata al terzo posto tra i paesi di 
provenienza dell’olio di oliva certificato bio-logico, 
con un export di 2,2 milioni di € a 
valore. In questo periodo, la maggior parte 
dell’import degli Stati Uniti è arrivato dalla 
Spagna. Il paese iberico ha infatti esporta-to 
olio di oliva per oltre 15 milioni di €, pari 
al 62% del totale. La quota dell’Italia è di 
molto inferiore, pari al 8,8% ed il nostro 
paese è comunque preceduto anche dalla 
Tunisia (23,8%). Tra gli altri competitors 
si segnala, con quote molto più contenute 
dell’Italia, anche la Grecia (3,1%). Infine 
una quota residuale degli arrivi si ripartisce 
tra una limitata cerchia di altri paesi extra-europei 
(Israele, Marocco, Turchia, ecc..) 
(tabella 1). 
Il nostro Paese ha comunque migliorato la 
sua posizione rispetto al 2013 nel segmen-to 
degli oli extravergini dove ha più che 
raddoppiato il valore delle vendite passan-do 
da circa 0,8 a 1,7 milioni di €. 
In prospettiva gli operatori italiani debbo-no 
guardare con grande attenzione alle 
opportunità di sviluppo oltreoceano del-le 
importazioni di olio biologico. Infatti 
procedono le trattative sull'accordo di li-bero 
scambio (TTIP - Transatlantic Trade 
and Investiment Partnership) tra l'Unione 
Europea e gli Stati Uniti (a metà luglio è 
in programma il sesto round di negoziati) 
che porterà ad un ulteriore rafforzamento, 
dopo l’accordo di equivalenza sul bio-logico 
del 2012, dei rapporti economici 
tra il Vecchio Continente e l’altra sponda 
dell’Atlantico. 
Le importazioni degli Stati Uniti di olio di oliva biologico nel 2014 (gennaio-maggio, 
.000 di €) (*) 
Paesi Olio di oliva Incidenza % di cui: Extra-vergine Incidenza % 
Spagna 15.918 62,1% 14.994 65,3% 
Tunisia 6.104 23,8% 5.369 23,4% 
Italia (*) 2.262 8,8% 1.701 7,4% 
Grecia 798 3,1% 792 3,4% 
Altri paesi 572 2,2% 126 0,5% 
Totale 25.654 100,0% 22.983 100,0% 
(*) tasso di cambio 1€ = 1,37 US $ - Fonte: elaborazioni Nomisma su dati USDA – FAS 
Fabio Lunati, project manager Nomisma fabio.lunati@nomisma.it
Area tecnica 
CONOSCI IL TUO PASTO, 
LA CERTIFICAZIONE 
DEDICATA AL HO.RE.CA. 
di Diego Rossi* e Veronica Pecorella** 
6 7 
CONSORZ IO 
il 
CONSORZ IO 
il 
- ELENCO PRODOTTI FITOSANITARI (allegato II). In particolare, nella tabella 1 (sostan-ze 
di origine vegetale) vengono eliminati la gelatina e il rotenone e vengono modificate 
le condizioni d’uso degli oli vegetali. In tabella 2 (microrganismi) viene introdotta la 
specifica che questi devono essere presenti nell’allegato del Reg. UE 540/2011 e non 
provenienti da OGM. In tabella 4 (sostanze da utilizzare in trappole e/o distributori 
automatici) scompare il fosfato di diammonio e vengono modificate le condizioni d’uso 
dei feromoni. In tabella 6 (altre sostanze di uso tradizionale in AB) nei composti del 
rame scompaiono ossido rameoso ed ottanoato ma viene aggiunta la poltiglia bor-dolese 
e l’ossido di CU, vengono aggiunti i repellenti olfattivi di origine animale e/o 
vegetale mentre vengono tolti dall’elenco allume di potassio, oli minerali e permanga-nato 
di potassio inoltre per molte sostanze elencate cambiano le condizioni per l’uso 
come ad es. per l’olio di paraffina. In tabella 7 (altre sostanze) vengono aggiunte il 
silicato di alluminio e la laminaria ed infine il bicarbonato di potassio viene aggiunto 
come insetticida. 
- ELENCO MATERIE PRIME DI ORIGINE MINERALE PER MANGIMI (allegato V). In questo 
caso la modifica dell’elenco apporta solo delle correzioni, ad es. il fosfato defluorato 
diventa fosfato monocalcico defluorato e fosfato bicalcico defluorato. 
- ELENCO ADDITIVI PER MANGIMI (allegato VI): La Clinoptilolite viene ammessa nei 
mangimi per tutte le specie animali. 
- Viene corretto l’articolo 24 p.to 2, introducendo nuovamente la possibilità di utilizzare 
i prodotti omeopatici per la cura degli animali. 
(*) MAURO PANZANI e (**) FEDERICA NASI - Responsabile e Assistente Ufficio Attività di Controllo 
e Certificazione Prodotti Biologici CCPB 
Lo scorso 8 aprile 2014 è stato pubblicato 
il Reg. di esecuzione (UE) 354/2014 che 
ha apportato alcune modifiche al Reg. CE 
889/08 soprattutto per quanto riguarda 
l’utilizzo di concimi e prodotti fitosanitari. 
La pubblicazione del Regolamento si 
è resa necessaria da parte dell’Unione 
Europea sia in seguito alla valutazione 
del Gruppo di Esperti della Commissione 
Europea (EGTOP) dei fascicoli proposti da-gli 
Stati Membri per poter inserire determi-nati 
prodotti negli allegati I e II del Reg.CE 
889/2008, sia in seguito alla pubblicazione 
del Regolamento sui prodotti fitosanitari, 
Reg. (UE) n. 540/2011 che ha stabilito un 
elenco a livello UE delle sostanze attive, 
che in seguito alla necessità di rettificare 
il testo del Reg. CE 889/08 in alcuni suoi 
punti a causa di errori ed omissioni intro-dotti 
nella precedente versione (Reg. (UE) 
505/2012). 
Vediamo in dettaglio che cosa è cambiato: 
- ELENCO COCIMI ammendanti e nutrienti 
(allegato I). In particolare viene aggiunto 
il digestato da biogas, le proteine idro-lizzate, 
la leonardite, la chitina ed il se-dimento 
ricco di materie organiche (es. 
sapropel). Per tutti questi nuovi prodotti 
sono presenti condizioni d’uso e requisiti 
di composizione specifici. 
REGOLAMENTO (UE) 
354/2014: COSA CAMBIA NEL 
REGOLAMENTO CE 889/2008 
di Mauro Panzani* e Federica Nasi** 
Legislazione 
Certificazione 
Conosci il tuo pasto è una certificazione dedicata alla settore Ho.Re.Ca. (Hotel - 
Restaurant - Catering) ristorazione che sceglie le materie prime dell’agricoltura e dell’a-groalimentare 
di qualità (biologiche, biodinamiche, a rintracciabilità di filiera, DOP, IGP, 
a marchio di qualità locale e regionale, del commercio equo e solidale). La certificazione 
consente al ristoratore di comunicare con efficacia e trasparenza le scelte fatte a favore 
delle materie prime perché fornisce a ospiti e cliente tutte le informazioni sulla rintraccia-bilità 
dei prodotti utilizzati e la garanzia di una certificazione indipendente. 
Conosci il tuo pasto è accreditato a livello internazionale dall’ente unico di accredita-mento 
Accredia ed è composto da un disciplinare tecnico che specifica i requisiti per 
l’ottenimento della certificazione, da un regolamento di certificazione e dalle procedure 
di valutazione e di rilascio della certificazione utilizzate da CCPB srl. La certificazione è 
rilasciata all’esercizio a seguito di audit annuali e una valutazione svolta in conformità 
alla norma 17065. 
Conosci il tuo pasto è anche un metodo di calcolo scientifico Eco Chef Food Print® che 
misura e premia il miglioramento della performance ambientale del ristorante partendo 
dalla tipologia dei prodotti utilizzati (KM OK®, da agricoltura biologica locale, pesce 
fresco, etc). Il metodo di calcolo è stato messo a punto con RIFOSAL, Consorzio per la 
Ricerca e la Formazione sulla Sicurezza Alimentare e l’Università della Tuscia di Viterbo. 
Conosci il tuo pasto è anche una Guida RistorantiFood online in italiano e in inglese, 
per scoprire i ristoranti certificati Conosci il tuo pasto, i negozi e le gelaterie bio e lasciare 
la propria recensione. 
Per tutte le informazioni contattate: drossi@ccpb.it e visitate il blog 
www.conosciiltuopasto.it, dove potrete aderire anche al Manifesto dei nuovi 
Eco-chef! 
(*) DIEGO ROSSI - Ufficio Controllo e 
Certificazione di Prodotto CCPB, 
(**) VERONICA PECORELLA - Ufficio Stampa e 
Relazioni Esterne CCPB 
Area tecnica 
CCPB
Area tecnica 
CCPB 
8 9 
CONSORZ IO 
il 
CONSORZ IO 
il 
sviluppato in una prima fase nei settori 
dell’industria del legno e tessile, poi a 
seguire l’ittico, mentre oggi possiamo pre-vederne 
con certezza un rapidissimo svi-luppo 
nel mondo dell’ortofrutta. Venendo 
al dunque, quali sono quindi le opportunità 
che questo standard di certificazione offre? 
La certificazione GLOBALGAP “Chain of 
Custody” può essere richiesta da aziende 
che operano nelle fasi successive alla pro-duzione 
agricola in definitiva, da tutti gli 
operatori che attuano un processo manipo-lazione, 
condizionamento, distribuzione e 
vendita e sono interessati ad immettere sul 
mercato prodotti certificati GLOBALGAP a 
proprio nome, sotto la propria gestione e 
responsabilità, garantendone la corretta 
identificazione e piena rintracciabilità in 
ogni fase produttiva. Si tratta quindi di una 
certificazione di prodotto legata al sito di 
produzione che offre alle aziende del set-tore 
la possibilità di potersi affacciare nel 
mercato estero. 
(*) MARCO ROFFIA - Resp. Schema Ufficio 
Controllo e Certificazione di Prodotto CCPB 
Lo standard GLOBALGAP ha assunto 
una diffusione tale da rendere neces-saria 
l’adozione di misure che consentano 
di fornire maggiori garanzie alla Grande 
Distribuzione Organizzata riguardo l’iden-tità 
dei prodotti certificati lungo la filiera. 
È noto già da tempo che gli aspetti più 
critici, in termini di identificazione e rin-tracciabilità 
del prodotto, risiedono nelle 
fasi successive alla produzione agricola 
(opzione 1) o alla manipolazione da parte 
delle Organizzazioni di produttori (op-zione 
2), qualora vi siano altri operatori 
che si propongono nell’intermediazione 
commerciale, come tipicamente accade 
del settore agroalimentare. Nello sviluppo 
di uno standard di certificazione, soprat-tutto 
per chi ha metodo, è fisiologico ma 
necessario, affrontare con gradualità le 
problematiche che si manifestano anche 
in funzione dello sviluppo il cui succes-so 
all’inizio era difficilmente prevedibile. 
Conseguentemente i confini della certifi-cazione 
si ampliano con il coinvolgimen-to 
di tutti gli attori che partecipano alla 
CCPB CERTIFICA L’EPD: 
UNA NUOVA OPPORTUNITÀ 
PER IL COMPARTO 
AGROALIMENTARE 
di Giuseppe Garcea* 
Il successo sui mercati nazionali e inter-nazionali 
e il legame con i territori sono 
stati, sono e sempre saranno gli elementi 
vincenti del comparto agroalimentare ita-liano. 
Ma siamo sicuri che questi aspetti 
possano effettivamente essere sufficienti 
al mantenimento della redditività del set-tore? 
La risposta probabilmente è no, a 
meno che non si punti sulla sostenibilità. 
La scarsità di risorse limitate quali l’acqua, 
il suolo, l’energia, la lotta ai cambiamenti 
climatici, la riduzione dei contaminati sono 
tutti aspetti facenti parte della responsa-bilità 
ambientale e sociale che un sistema 
produttivo non può ormai non prendere in 
considerazione. 
Sono allora due le possibili strade che 
direttamente o indirettamente dovranno 
avere come utente finale il cittadino e 
consumatore: la strada di natura pubblica 
rappresentata in prevalenza dal legisla-tore 
europeo e quella di natura privata 
rappresentata dal mercato. Se l’intervento 
pubblico pare lontano, il mercato invece 
ha riconosciuto differenti indicatori di pre-stazione 
ambientale attraverso i quali defi- 
GLOBALGAP, NASCONO 
NUOVE OPPORTUNITÀ: 
LA CATENA DI CUSTODIA 
CHAIN OF CUSTODY 
di Marco Roffia* 
Altre certificazioni 
Altre certificazioni 
nire la sostenibilità e i più importanti sono 
la Carbon Footprint, la Water Footprint, 
l’Ecological Footprint. Questi indicatori 
di sintesi, che servono a rendicontare in 
modo semplificato le prestazioni ambien-tali 
del comparto, sono calcolati mediante 
l’approccio del Life Cycle Assessment: un 
metodo per quantificare, interpretare e 
valutare le prestazioni ambientali di uno 
specifico prodotto (in conformità con le 
norme ISO 14040 e ISO 14044). 
CCPB ha da tempo colto questo messag-gio 
ed accettato la sfida offrendo una 
sempre più ampia gamma di servizi di 
valutazione e certificazione specifiche per 
le filiere agricole e agroindustriali. L’EPD 
(Environmental Product Declaration) è uno 
tra i vari servizi offerti e nello specifico 
corrisponde ad uno schema di certifica-zione 
volontaria di prodotto di valenza 
internazionale, sviluppato (in conformità 
con la norma UNI ISO 14025, Etichettatura 
Ambientale di tipo III). L’EPD sta dimo-strando 
un notevole successo sul mercato, 
grazie alla misura dei processi tramite 
la valutazione di specifiche prestazioni 
filiera al fine di mantenere l’integrità del 
sistema e garantire l’identità del prodotto 
GLOBALGAP. Nasce allora la cosiddetta 
“Catena di custodia” (chain of custody): la 
raccolta sistematica di evidenze atte a do-cumentare 
la storia del prodotto lungo le 
varie fasi della produzione e distribuzione 
commerciale. Non sono concetti nuovi, e 
come spesso accade trattando di temati-che 
legate al mondo dell’agroalimentare, 
appaiono come ricorrenti i termini di “rin-tracciabilità”, 
“monitoraggio”, “sicurezza 
alimentare”. Come sappiamo, i sistemi di 
rintracciabilità sono l’unico strumento per 
conseguire questo obiettivo, e in questo 
senso GLOBALGAP ha sviluppato una ban-ca 
dati online consultabile dagli utenti che 
desiderano conoscere lo status di certifica-zione 
del prodotto in ogni fase produttiva. 
L’ormai noto codice GGN, assegnato alle 
aziende richiedenti la certificazione, con-sente 
di tracciare le informazioni relative 
al prodotto e ne rappresenta una sorta di 
“carta di identità”. Da questa premessa si 
evince su quali basi abbia preso avvio il 
progetto della catena di custodia “CoC”, 
ambientali associate alla certificazione di 
percorsi produttivi virtuosi. I benefici sono 
evidenti: 
valutare la qualità ambientale dei prodotti 
ridurre i costi di produzione potenziando 
l'uso di tecnologie e soluzioni eco-com-patibili 
ripensare le pratiche agricole e pianificare 
l'attività agricola riducendo i costi di pro-duzione 
definire le strategie di business e strumenti 
credibili di comunicazione e marketing 
Sono questi i veri messaggi che il mondo 
produttivo deve cogliere: pensare alle di-namiche 
globali, affrontare le future sfide 
del cambiamento climatico agendo a livel-lo 
locale all’interno del proprio cancello 
aziendale e interagendo con i soggetti 
economici a monte e a valle dei propri pro-cessi 
produttivi. 
(*) GIUSEPPE GARCEA – Scheme Manager EPD
CCPB 
Bologna, Sabato 6 settembre 2014 
Sala Ronda - Centro Servizi Blocco C - ore 

/
 
Come riconoscere 
il cosmetico biologico 
e naturale 
10 11 
CONSORZ IO 
il 
CONSORZ IO 
il 
SANA edizione 26°, Il Salone del biolo-gico 
e del benessere è a Bologna Fiere 
da sabato 6 a martedì 9 settembre 2014, 
con la presenza di Consorzio il Biologico 
e CCPB. Il consueto doppio stand sarà 
nel padiglione 32 A1-B6-C11 per l’area 
dedicata all’alimentazione e in quello 35 
A23-B24 per l’area cosmesi. 
Il SANA 2014 è il primo appuntamento 
pubblico dopo la fusione tra CCPB e IMC 
(Istituto Mediterraneo di Certificazione), 
questo sarà uno temi di cui parleremo con 
chi verrà a trovarci al nostro stand. Dove, 
oltre lo staff a disposizione per domande, 
richieste e curiosità, troverà un’esposizione 
dei prodotti certificati biologici delle prin-cipali 
aziende associate: pasta e farine, 
caffè e succhi di frutta, sughi e couscous, 
vini e molto altro ancora. 
Duplice non solo la parte espositiva, ma 
anche quella divulgativa con due appunta-menti 
in calendario: 
COME RICONOSCERE IL COSMETICO 
BIOLOGICO E NATURALE: aperitivo mu-sicale, 
sabato 6 settembre, ore 11 Sala 
Ronda. Accompagnati da un distensivo 
sottofondo e dai principali esperti del set-tore, 
parleremo delle indicazioni più utili 
per orientarsi tra ingredienti, etichette e 
certificazioni della cosmesi bio e naturale 
IL MERCATO DEL BIOLOGICO COME 
FATTORE DI SUCCESSO: convegno, lunedì 
8 settembre, ore 10.30 Sala Notturno. Il 
bio è una fiorente parte dell’economia 
e dei mercati agricoli in tutto il mondo, 
analizzeremo quali sono le ragioni e le 
prospettive di questo successo dal punto 
di vista della produzione, distribuzione e 
ricerca 
Come sempre SANA è per il Consorzio il 
momento e il luogo per proporsi e incon-trarsi 
per ragionare insieme, circondati dai 
prodotti del bio italiano in esposizione, sul 
futuro del biologico e della certificazione. 
Sul sito web www.ccpb.it e sui profili 
dei social network Facebook, Twitter, 
Instagram e Linkedin sono disponibili no-tizie, 
foto e aggiornamenti sulla nostra 
attività e la partecipazione a SANA. 
(*) Filippo Piredda Ufficio Stampa CCPB e 
Consorzio il Biologico 
Molte volte, quando intendiamo acquistare un prodotto 
cosmetico basato su sostanze naturali e biologiche, ve-niamo 
assaliti dal dubbio se esso sia davvero il prodotto co-smetico 
con le caratteristiche ricercate o se sia semplicemente 
un prodotto con ingredienti di sintesi. 
A fugare ogni dubbio sarà l’etichetta: se comparirà il marchio 
NATRUE, ciò che avremo in mano è proprio ciò che ci aspetta-vamo 
di comprare. Lo scopo di NATRUE è infatti quello di ser-virsi 
di regole rigorose per offrire un marchio che guidi e tuteli 
il consumatore che intende scegliere prodotti di qualità e che 
garantisca chiarezza anche per i produttori. Buone pratiche 
che, dalla fondazione nel 2007 da un gruppo di produttori, in 
pochi anni hanno fatto di NATRUE uno dei marchi principali 
per i cosmetici naturali e biologici. Oggi il simbolo di NATRUE 
compare su oltre tremilaottocento cosmetici prodotti in tutto il 
mondo, a cui sono da aggiungere le oltre 263 materie prime. 
NATRUE non è orientato al profitto, si differenzia proprio per 
essere di proprietà di chi produce e non di chi controlla, per 
cui le norme sono state stabilite da chi ne ha la responsabilità 
in termini di filiera. È comunque aperto a tutti i produttori che 
intendano raggiungere e mantenere elevati standard, condivi-dendo 
principi ecologici ed etici. 
Tra le novità recenti c’è l’introduzione di codici QR Quick 
Response (Risposta Rapida), che consentono ai consumatori 
di scattare una fotografia del codice del prodotto con il pro-prio 
cellulare e così accedere alla pagina web corrispondente, 
avendo così accesso a tutte le informazioni disponibili prima 
di procedere con l’acquisto. In questo modo i consumatori sa-ranno 
in grado di vedere i prodotti certificati, i dettagli sulla 
composizione degli ingredienti, sulle proprietà del prodotto, il 
percorso della certificazione e avranno anche accesso alle in-formazioni 
sulle aziende che li producono, sulle loro politiche 
ambientali. 
Per questa ragione, NATRUE ha lanciato un nuovo pro-gramma 
di accreditamento in collaborazione con il Servizio 
Internazionale Organic Accreditation (IOAS): il mercato bio-logico 
può crescere ancora grazie a un sistema trasparente di 
valutazione della competenza degli organismi di certificazione. 
Il programma di accreditamento IOAS riguarderà procedure 
riconosciute a livello internazionale per l'accreditamento de-gli 
organismi di certificazione e il modo in cui essi operano 
per rispettare il marchio NATRUE. Anche CCPB sta parteci-pando 
al programma in modo che la grande conoscenza del 
settore cosmetico naturale e biologico andrà di pari passo 
con le procedure riconosciute per la certificazione di pro-dotti, 
in nome della massima trasparenza verso aziende e 
consumatori. 
(*) CARLA PINTI - Ufficio Controllo e Certificazione di Prodotto CCPB 
SANA 2014, IN FIERA 
CON STAND, CONVEGNI 
E NOTIZIE 
di Filippo Predda* 
Altre certificazioni 
Sana 
di Carla Pinti* 
SANA 2014 - AREA FOOD 
PAD. 32 STAND A1-B6-C11 
CCPB 
SANA 2014 - AREA COSMESI 
PAD. 35 STAND A23 / B24 
Programma 
talk show sana 2014 
aperitivo in musica 
L’attenzione crescente del consumatore 
verso prodotti biologici e naturali e verso 
una maggiore sostenibilità delle proprie 
scelte di consumo ha premiato l’acquisto 
di prodotti naturali e biologici anche 
nella cosmesi. Forti dell’esperienza 
maturata nell’agroalimentare, come 
CCPB abbiamo iniziato a operare 
nel settore già da più di 10 anni: 
prima con due nostri standard, 
uno dedicato al biologico e uno al 
naturale, e dal 2009 siamo il primo 
organismo di certifi cazione in 
Italia riconosciuto da NATRUE. 
Da sempre ci siamo posti l’obiettivo 
di rendere credibili e riconoscibili i 
cosmetici così ottenuti tramite regole 
di produzione severe e modalità di 
etichettatura chiare e trasparenti, 
pur in assenza di una normativa 
univoca a livello comunitario, o 
almeno nazionale, così come invece 
accade per i prodotti agroalimentari. 
Abbiamo sempre lamentato questa 
assenza di una defi nizione unica 
cosa è il cosmetico biologico e quello 
naturale: purtroppo questa mancanza 
ha portate alla “babele” delle regole 
rendendo di fatto diffi cile districarsi 
fra standard, marchi, dichiarazioni, 
certifi cati e autocertifi cazioni. 
Se riteniamo che il mercato debba 
affermarsi e ripercorrere i buoni 
risultati vissuti nel settore alimentare, 
è necessario che si faccia chiarezza 
sul piano normativo delle regole di 
produzione, dell’etichettatura, del 
controllo e della certifi cazione. Per 
riconoscere un cosmetico biologico e 
naturale, la soglia minima in base alla 
quale li defi niamo deve essere uguale 
per tutti, così come i produttori devono 
essere soggetti ai medesimi requisiti 
minimi di controllo e certifi cazione 
e le informazioni minime da porre 
in etichetta devono essere applicate 
a tutti i prodotti defi niti come tali. 
segreteria organizzativa 
Giulia Biguzzi 
tel.
gbiguzzi@ccpb.it 
fax

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Consorzio il Biologico News 2014 settembre

  • 1. Riflessioni News Letter Destinato esclusivamente ai Soci del Soc. Coop CONSORZIO il BIOLOGICO e alle aziende del sistema di controllo del CCPB di CCPB Settembre 2014 Il biologico cresce, il Consorzio risponde RIFLESSIONI • IL BIOLOGICO CRESCE, IL CONSORZIO RISPONDE • PIÙ FUSIONE CHE INCORPORAZIONE MERCATI ESTERI • DA IMC A CCPB GROUP, PER LA TUTELA DELLE PRODUZIONI BIOLOGICHE MEDITERRANEE • CONVEGNO SANA 2014 • OLIO DI OLIVA BIO: I DATI DI IMPORT DEGLI STATI UNITI AREA TECNICA • CCPB ACCREDITATO USDA-NOP • REGOLAMENTO (UE) 354/2014: COSA CAMBIA NEL REGOLAMENTO CE 889/2008 • CONOSCI IL TUO PASTO, LA CERTIFICAZIONE DEDICATA AL HO.RE.CA. ALTRE CERTIFICAZIONI • GLOBALGAP, NASCONO NUOVE OPPORTUNITÀ: LA CATENA DI CUSTODIA CHAIN OF CUSTODY • CCPB CERTIFICA L’EPD: UNA NUOVA OPPORTUNITÀ PER IL COMPARTO AGROALIMENTARE • CRESCE NATRUE, CRESCONO I COSMETICI BIOLOGICI E NATURALI SANA • TALK SHOW SANA 2014 • SANA 2014, IN FIERA CON STAND, CONVEGNI E NOTIZIE MERCATO ITALIANO • CRESCE ANCORA IL MERCATO DEL BIOLOGICO IN ITALIA di Filippo Piredda* e Lino Nori** Il secondo numero 2014 della Newsletter del Consorzio il Biologico non può che aprirsi con le parole del presidente Lino Nori, e con il SANA, il Salone del biologico e del benessere a Bologna Fiere da sabato 6 a martedì 9 settembre. “Non è mai banale ricordare che SANA è il momento più importante per il biologico italiano: aziende, operatori, istituzioni e organismi di certificazione si preparano al meglio per quattro giorni bolognesi di in-contri, riflessioni e proposte. In quei giorni si possono vedere i tratti salienti della vita del bio, e noi del Consorzio il Biologico, con le aziende associate, siamo orgogliosi di farne parte”. Anche perché questo SANA è la prima occasione pubblica in cui pre-sentare il nuovo CCPB, fresco di fusione con IMC, di cui il Consorzio è socio principale. “È un momento molto importante. Come detto in questi mesi e qui in altri articoli, all’unione tra CCPB e IMC si è arrivati per creare un’unica azienda tanto forte da permettersi investimenti altrimenti difficol-tosi. Gli ambiti di intervento vertono sulle piattaforme informatiche, la formazione del personale e l’internazionalizzazione. Così si garantisce la professionalità della In questo numero
  • 2. (*) Amministratore Delegato CCPB Riflessioni Bologna , Lunedì 8 settembre 2014 Sala No urno - Centro Servizi Blocco D - ore . Il mercato del biologico come fa ore di successo 2 3 CONSORZ IO il CONSORZ IO il richiesti da cittadini consumatori che con le loro scelte orientano i meccanismi e gli obiettivi della produzione. Scelte di con-sumo che si trasformano in scelte di vita e che danno luogo a modi di essere e di concepire il futuro molto diversi solo da qualche decennio fa. Il driver che oggi sta pervadendo qualsiasi scelta, la sostenibilità, ha modificato pro-fondamente non solo i nostri acquisti ma anche i nostri comportamenti andando ad incidere sulle scelte politiche (nel senso della polis) di un’intera società. La condivisione di questi valori, e il raf-forzamento dei principi che ne sono alla base, ci ha portato a fonderci in quella che non è stata una mera acquisizione, ma piuttosto la moltiplicazione delle oc-casioni di consolidamento e di crescita delle esperienze di tutti coloro che, nei vari uffici, sono chiamati a riaffermare questi valori e principi con il loro lavoro e la loro passione. Dobbiamo sentirci tutti chiamati a dare il nostro prezioso contributo, nonostante in questo paese, e anche in questo set-tore, chi ha responsabilità maggiori non le eserciti come dovrebbe e non premi coloro che operano quotidianamente nel rispetto delle regole, anzi talvolta questi sono chiamati a pagare in sostituzione di chi certo non ha contribuito a fornire una buona immagine di settore. Lo scorso primo luglio abbiamo dato inizio alla fusione per incorporazione di IMC srl in CCPB srl. Un progetto che, dopo aver condiviso per anni i valori fondanti di questa attività, vede due esperienze di certificazione fondersi in un organismo che, pur mantenendo la stessa denomi-nazione e la stessa organizzazione, sarà di fatto una nuova realtà. Un’esperienza che acquisisce nuove competenze, nuove professionalità, nuove strut-ture; basti pensare agli uffici di Senigallia e di Brescia, in Italia, e alle 5 società dislo-cate nel Mediterraneo (IMC Turchia, IMC Tunisia, IMC Libano, IMC Egitto e IMC Marocco) con partner, col-laboratori, auditor e clienti sparsi in tutto il bacino del Mediterraneo. Oggi più che mai i prodotti di qualità, e del biologico in pri-mis, necessitano di strutture più forti in grado di conferire maggiori garanzia e credi-bilità a settori che fondano il loro successo di mercato in detti valori. L’attività di controllo e certificazione è diventata uno dei fattori produttivi, e non certo il minore, in grado di garantire leale competizione fra gli operatori coin-volti, rispetto delle regole definite, mi-glioramento delle condizioni del sistema produttivo, raggiungimento dei requisiti minimi di qualità. Si tratta di un’attività che contribuisce a costruire quel siste-ma, poco presente nella nostra Italia, che prende il nome di “sistema qualità paese” e che è determinante nel definire la competitività delle nostre merci e dei nostri servizi in tutto il mondo. Un’attività terza, indipendente, competente, a sup-porto di imprese che realizzano beni e servizi oggetto ogni giorno di scelte d’acquisto da parte di un consumatore sempre più motivato verso prodotti puliti e sostenibili. La stella polare, oggetto del nostro agire e che ci ha sempre ispirato, è stata l’impresa: luogo in cui l’esperien-za e la competenza di più persone con-tribuiscono a creare oggetti e prodotti DA IMC A CCPB GROUP, PER LA TUTELA DELLE PRODUZIONI BIOLOGICHE MEDITERRANEE di Remo Ciucciomei* certificazione, indispensabile per il setto-re e soprattutto per i consumatori”. Consumatori che continuano a pre-miare il bio, come si può ripagare questa fiducia? “Se la crescita del mercato e dei consumi porta grandi soddisfazioni, allo stesso tempo però richiede maggiori responsa-bilità verso uno sviluppo sicuro e soste-nibile di tutto il settore. Noi operatori, organismi di certificazione e istituzioni dobbiamo lavorare insieme, senza trion-falismi per i numeri della crescita, ma con il preciso imperativo di guardare avanti. Il SANA, come sempre, è il posto giusto perché tutto questo cominci a realizzarsi.“ (*) Ufficio stampa CCPB e Consorzio il Biologico, (**) Presidente Consorzio il Biologico PIÙ FUSIONE CHE INCORPORAZIONE di Fabrizio Piva* Mercati esteri Se nel binomio Agricoltura – Cibo gli aspetti economici non sono più scindibili da quelli ambientali, la triade Agricoltura – Cibo – Mediterraneo rappresenta un paradigma che può aiutare a comprendere la complessità delle sfide a cui è chia-mato il mondo intero e in primis l’Europa sul tema del cibo nei prossimi decenni. Porre la questione del cibo e dell’agricoltura nell’area significa parlare dell’integrazione tra le due sponde del Mediterraneo e della opportunità di costruire una Europa a cen-tralità mediterranea dove i valori sociali, ambientali e territoriali dell’agricoltura possano finalmente essere utilizzati come una nuova riserva di sviluppo capace di sintonizzarsi con i comporta-menti di consumo emergenti. In tale contesto la questione della garanzia delle produzioni di qualità Mediterranee, biologico in prima linea, è di grande attua-lità. È sulla base di queste considerazioni e sulla spinta del pro-cesso di partenariato Euro-Mediterraneo di Barcellona del 1995 che a IMC abbiamo da sempre privilegiato le azioni di sviluppo internazionale che avessero al centro il Mediterraneo. L’obiettivo nel nostro caso era quello della realizzazione di un network spe-cializzato nella garanzia delle produzioni di qualità che avesse credibilità a livello internazionale costituendosi attraverso una reale azione di partenariato tra professionalità italiane e dei diversi Paesi mediterranei. A quindici anni di distanza dall’av-vio di quel progetto sono stati raggiunti risultati importanti e il network IMC è una realtà e un punto di riferimento per molte aziende che operano nel settore alimentare. Realtà a cui il pro-cesso di fusione tra due aziende storiche che operano nel campo delle certificazione (IMC e CCPB) apporta oggi ulteriore valore e prestigio ponendo le basi per una leadership dell’Italia nella garanzia delle produzioni biologiche Mediterranee. Il gruppo IMC – CCPB che scaturisce dalla fusione realizzata tra le due aziende italiane a partire dal 1° Luglio 2014 mette a disposi-zione una presenza diffusa e capillare dei servizi e delle certifica-zioni CCPB in tutti i Paesi dell’area Mediterranea. Il gruppo può contare su strutture operative locali dotate di personale locale madrelingua qualificato secondo gli standard europei e dispone, oltre che di uffici direzionali in Italia, di uffici accreditati in ben cinque Paesi tra cui Marocco, Tunisia, Egitto, Libano e Turchia, che hanno già esteso la loro operatività agli altri Paesi dell’area. Un radicamento territoriale e un patrimonio di esperienza acqui-siti in tanti anni che oggi, grazie agli investimenti che si stanno predisponendo nel campo della ricerca e della informazione, possono contribuire ad un apporto significativo dell’Italia nel processo di costruzione di una garanzia credibile per la certifica-zione delle produzioni biologiche e di qualità dei Paesi dell’area Euro-Mediterranea. (*) REMO CIUCCIOMEI - Responsabile Sviluppo e coordinamento società dei pae-si mediterranei CCPB. Ha appena pubblicato il libro “Passeggiata Mediterranea”, sulla storia di IMC. Il libro può essere richiesto inviando una email con il proprio indirizzo a remo.ciucciomei@ccpb.it, è gratuito per le aziende clienti CCPB con le sole spese di spedizione a carico del richiedente. Il biologico cresce, il Consorzio risponde Programma convegno sana 2014 Solo qualche anno fa si sarebbe corso il rischio di essere presi per sognatori o visionari, a pensare che il mercato del biologico potesse raggiungere a livello mondiale 64 miliardi di dollari, quasi 2 milioni di produ ori e interessare una superfi cie di circa 37,5 milioni di e ari. Quel rischio invece è diventato realtà e quello che qualche decennio fa si sognava oggi si può toccare con mano. Una realtà importante che fa bene all’economia e all’ambiente inserendosi a pieno diri o nei processi di produzione sostenibili e in quei percorsi che stanno garantendo al mercato prodo i più “puliti” e salubri. Prodo i che sono premiati da un mercato e da un consumatore sempre più a enti ai valori che la sostenibilità so ende: la salvaguardia delle risorse ambientali, l’a enzione agli aspe i sociali, il rispe o delle condizioni di lavoro, la possibilità di poter produrre senza minare le basi e le fonti della produ ività da garantire alle generazioni future. L’Italia è uno dei paesi produ ori più importanti e il biologico è da anni vanto del proprio “Made in Italy”: se dal lato produ ivo la superfi cie da più di un decennio è ferma a 1,1 milioni di e ari, la domanda interna di mercato negli ultimi 6 anni è cresciuta ad un tasso medio annuo del 7-8% sull’anno precedente. Sul lato delle esportazioni la produzione italiana ha garantito un fl usso costante di prodo i biologici in uscita. Possiamo senza alcun dubbio aff ermare che il biologico è un fa ore di successo per il nostro sistema produ ivo, anche se spesso, come accade anche in altri se ori, non sempre ne siamo consapevoli. Ovviamente non possiamo accontentarci di questo, dobbiamo migliorare le condizioni del sistema di produzione rendendolo maggiormente effi ciente, conferendo così ai prodo i quella maggiore competitività che consente di far loro varcare sempre meglio i confi ni, da un lato, e raff orzare la domanda interna, dall’altro. È necessario creare fi liere effi cienti in grado di favorire che lungo la catena del valore ognuno trovi la remunerazione suffi ciente a coprire i costi e i rischi produ ivi che, ancor oggi, il biologico comporta e incoraggiare la produzione agricola a convertire più terreni al biologico. Occorre me ere nelle condizioni il sistema di controllo e certifi cazione affi nché possa dare sempre più credibilità alle produzioni biologiche. Occorre consolidare i risultati raggiunti e creare le condizioni stru urali perché i valori del biologico siano sempre più in stre a connessione con il nostro sistema produ ivo. Lino Nori Consorzio Il Biologico segreteria organizzativa Giulia Biguzzi tel. - fax - gbiguzzi@ccpb.it Introduzione e considerazioni conclusive - Lino Nori, Presidente Consorzio Il Biologico - Bologna Modera - Alessandro Maurilli, Giornalista specializzato nel se ore agroalimentare Relazioni - Gerald Herrmann, Dire ore Organic Services - Munich “Emerging markets offer export opportunities” - Enrico De Ruvo, Ricercatore Osservatorio prodo i biologici Ismea - Istituto servizi per il mercato agricolo alimentare - Roma “Il mercato biologico: il punto di vista dei produttori agricoli e dei trasformatori” - Patrizia Pugliese, Senior researcher IAMB - Bari “L’agricoltura biologica nel Mediterraneo: cifre e rifl essioni dall’esperienza della rete MOAN - Mediterranean Organic Agriculture Network” - Gabriele Canali, professore di Economia dei mercati agroalimentari - Università Ca olica del S. Cuore, Piacenza “Il biologico come scelta strategica d’impresa … e non solo” - Fabio Lunati, Project Manager - Nomisma - Bologna “Le caratteristiche della distribuzione specializzata bio in Italia”
  • 3. Area tecnica 4 5 CONSORZ IO il CONSORZ IO il OLIO DI OLIVA BIO: I DATI DI IMPORT DEGLI STATI UNITI CCPB ACCREDITATO USDA-NOP di Fabio Lunati* Mercati esteri Controllo di Roberto Setti* Come tutti sanno, dal febbraio 2012 è stato siglato un accordo di equivalenza tra Stati Uniti e Commissione Europea, operativo dal giugno dello stesso anno; accordo che di fatto ha reso superflua la certificazione aggiuntiva USDA-NOP per i prodotti conformi al Reg. CE 834/2007 destinati ad essere esportati negli USA. Da entrambe le sponde dell’oceano Atlantico, l’accordo fu salutato da tutti gli operatori del settore con grande entusiasmo viste le notevoli semplificazioni burocratiche (e costi connessi) che si andavano a delineare. In tal senso anche l’accreditamento di CCPB presso il Dipartimento di Stato per l’Agricoltura americano era superfluo e furono quindi seguite le normali procedure di “surrender”, cioè di rinuncia all’accreditamento. Gli accordi di equivalenza, come quello sopra citato, sono però specifici, e coprono scam-bi nell’ambito dei “blocchi” che sottoscrivono tali accordi. Nel frattempo ha preso avvio il progetto che ha portato alla fusione per incorporazione in CCPB di IMC, di cui è data notizia in altri articoli di queste news. IMC ha sviluppato numerose attività di certifica-zione nei Paesi del bacino del Mediterraneo, e non solo, e da qui nasce quindi la neces-sità di riaprire la pratica di accreditamento, per poter erogare il servizio di certificazione USDA-NOP senza interruzioni di continuità anche per quegli operatori che ne stavano appunto usufruendo grazie ad IMC e che, trovandosi al di fuori della Comunità Europea, non potevano appunto beneficiare dell’accordo di equivalenza. Il processo di accreditamento è avvenuto secondo la prassi usuale (domanda, valutazione documentale, visita sia degli uffici di CCPB che di un operatore certificato USDA-NOP) e si è finalmente conclusa positivamente con l’emissione del relativo certificato di accredi-tamento, il giorno 1 luglio 2014. Ricordiamo che la certificazione USDA-NOP, al pari di quella COR (Canada), non è ne-cessaria per i prodotti ottenuti nei Paesi della Comunità, o importati e lavorati nella Comunità secondo quanto stabilito dal reg. CE 834/2007. L’unica eccezione è rappresen-tata dai prodotti del comparto vitivinicolo, in quanto non ancora inclusi negli accordi di equivalenza, per i quali le due certificazioni (NOP o COR) possono entrambe singolar-mente garantire l’accesso ad entrambi Paesi (Stati Uniti e Canada). (*) ROBERTO SETTI - Responsabile Ufficio Tecnico e Assicurazione Qualità CCPB Negli Stati Uniti è da un anno in vigore una codifica doganale specifica per alcune merceologie alimentari bio, tra cui l’olio di oliva. Le statistiche statunitensi, rilevano che nei primi cinque mesi dell’an-no (gennaio-maggio), l’export di olio di oliva dell’Italia oltreoceano è fino ad ora ammontato ad oltre 2 milioni di € (di cui il 75% di olio extravergine). L’Italia si colloca però solo al terzo posto per valore dell’ex-port, preceduta da Spagna e Tunisia. L’olio di oliva, è tra i prodotti agroalimenta-ri italiani più esportati nel mondo. Uno dei più importanti paesi di destinazione di que-sto prodotto tipico del Mediterraneo sono gli Stati Uniti, dove il valore dell’export italiano è stimabile intorno ai 400 milioni di €. Anche il l’olio biologico dà il suo con-tributo all’export nazionale, come si ricava dai più recenti dati del Foreign Agricultural Service (FAS) americano. Infatti, da oltre un anno nel sistema doganale statuni-tense sono stati attribuiti specifici codici all’olio di oliva, ripartito tra vergine ed extravergine. L’analisi condotta per area geografica ha rilevato che nei primi cinque mesi del 2014 (gennaio-maggio) l’Italia si è collocata al terzo posto tra i paesi di provenienza dell’olio di oliva certificato bio-logico, con un export di 2,2 milioni di € a valore. In questo periodo, la maggior parte dell’import degli Stati Uniti è arrivato dalla Spagna. Il paese iberico ha infatti esporta-to olio di oliva per oltre 15 milioni di €, pari al 62% del totale. La quota dell’Italia è di molto inferiore, pari al 8,8% ed il nostro paese è comunque preceduto anche dalla Tunisia (23,8%). Tra gli altri competitors si segnala, con quote molto più contenute dell’Italia, anche la Grecia (3,1%). Infine una quota residuale degli arrivi si ripartisce tra una limitata cerchia di altri paesi extra-europei (Israele, Marocco, Turchia, ecc..) (tabella 1). Il nostro Paese ha comunque migliorato la sua posizione rispetto al 2013 nel segmen-to degli oli extravergini dove ha più che raddoppiato il valore delle vendite passan-do da circa 0,8 a 1,7 milioni di €. In prospettiva gli operatori italiani debbo-no guardare con grande attenzione alle opportunità di sviluppo oltreoceano del-le importazioni di olio biologico. Infatti procedono le trattative sull'accordo di li-bero scambio (TTIP - Transatlantic Trade and Investiment Partnership) tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti (a metà luglio è in programma il sesto round di negoziati) che porterà ad un ulteriore rafforzamento, dopo l’accordo di equivalenza sul bio-logico del 2012, dei rapporti economici tra il Vecchio Continente e l’altra sponda dell’Atlantico. Le importazioni degli Stati Uniti di olio di oliva biologico nel 2014 (gennaio-maggio, .000 di €) (*) Paesi Olio di oliva Incidenza % di cui: Extra-vergine Incidenza % Spagna 15.918 62,1% 14.994 65,3% Tunisia 6.104 23,8% 5.369 23,4% Italia (*) 2.262 8,8% 1.701 7,4% Grecia 798 3,1% 792 3,4% Altri paesi 572 2,2% 126 0,5% Totale 25.654 100,0% 22.983 100,0% (*) tasso di cambio 1€ = 1,37 US $ - Fonte: elaborazioni Nomisma su dati USDA – FAS Fabio Lunati, project manager Nomisma fabio.lunati@nomisma.it
  • 4. Area tecnica CONOSCI IL TUO PASTO, LA CERTIFICAZIONE DEDICATA AL HO.RE.CA. di Diego Rossi* e Veronica Pecorella** 6 7 CONSORZ IO il CONSORZ IO il - ELENCO PRODOTTI FITOSANITARI (allegato II). In particolare, nella tabella 1 (sostan-ze di origine vegetale) vengono eliminati la gelatina e il rotenone e vengono modificate le condizioni d’uso degli oli vegetali. In tabella 2 (microrganismi) viene introdotta la specifica che questi devono essere presenti nell’allegato del Reg. UE 540/2011 e non provenienti da OGM. In tabella 4 (sostanze da utilizzare in trappole e/o distributori automatici) scompare il fosfato di diammonio e vengono modificate le condizioni d’uso dei feromoni. In tabella 6 (altre sostanze di uso tradizionale in AB) nei composti del rame scompaiono ossido rameoso ed ottanoato ma viene aggiunta la poltiglia bor-dolese e l’ossido di CU, vengono aggiunti i repellenti olfattivi di origine animale e/o vegetale mentre vengono tolti dall’elenco allume di potassio, oli minerali e permanga-nato di potassio inoltre per molte sostanze elencate cambiano le condizioni per l’uso come ad es. per l’olio di paraffina. In tabella 7 (altre sostanze) vengono aggiunte il silicato di alluminio e la laminaria ed infine il bicarbonato di potassio viene aggiunto come insetticida. - ELENCO MATERIE PRIME DI ORIGINE MINERALE PER MANGIMI (allegato V). In questo caso la modifica dell’elenco apporta solo delle correzioni, ad es. il fosfato defluorato diventa fosfato monocalcico defluorato e fosfato bicalcico defluorato. - ELENCO ADDITIVI PER MANGIMI (allegato VI): La Clinoptilolite viene ammessa nei mangimi per tutte le specie animali. - Viene corretto l’articolo 24 p.to 2, introducendo nuovamente la possibilità di utilizzare i prodotti omeopatici per la cura degli animali. (*) MAURO PANZANI e (**) FEDERICA NASI - Responsabile e Assistente Ufficio Attività di Controllo e Certificazione Prodotti Biologici CCPB Lo scorso 8 aprile 2014 è stato pubblicato il Reg. di esecuzione (UE) 354/2014 che ha apportato alcune modifiche al Reg. CE 889/08 soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo di concimi e prodotti fitosanitari. La pubblicazione del Regolamento si è resa necessaria da parte dell’Unione Europea sia in seguito alla valutazione del Gruppo di Esperti della Commissione Europea (EGTOP) dei fascicoli proposti da-gli Stati Membri per poter inserire determi-nati prodotti negli allegati I e II del Reg.CE 889/2008, sia in seguito alla pubblicazione del Regolamento sui prodotti fitosanitari, Reg. (UE) n. 540/2011 che ha stabilito un elenco a livello UE delle sostanze attive, che in seguito alla necessità di rettificare il testo del Reg. CE 889/08 in alcuni suoi punti a causa di errori ed omissioni intro-dotti nella precedente versione (Reg. (UE) 505/2012). Vediamo in dettaglio che cosa è cambiato: - ELENCO COCIMI ammendanti e nutrienti (allegato I). In particolare viene aggiunto il digestato da biogas, le proteine idro-lizzate, la leonardite, la chitina ed il se-dimento ricco di materie organiche (es. sapropel). Per tutti questi nuovi prodotti sono presenti condizioni d’uso e requisiti di composizione specifici. REGOLAMENTO (UE) 354/2014: COSA CAMBIA NEL REGOLAMENTO CE 889/2008 di Mauro Panzani* e Federica Nasi** Legislazione Certificazione Conosci il tuo pasto è una certificazione dedicata alla settore Ho.Re.Ca. (Hotel - Restaurant - Catering) ristorazione che sceglie le materie prime dell’agricoltura e dell’a-groalimentare di qualità (biologiche, biodinamiche, a rintracciabilità di filiera, DOP, IGP, a marchio di qualità locale e regionale, del commercio equo e solidale). La certificazione consente al ristoratore di comunicare con efficacia e trasparenza le scelte fatte a favore delle materie prime perché fornisce a ospiti e cliente tutte le informazioni sulla rintraccia-bilità dei prodotti utilizzati e la garanzia di una certificazione indipendente. Conosci il tuo pasto è accreditato a livello internazionale dall’ente unico di accredita-mento Accredia ed è composto da un disciplinare tecnico che specifica i requisiti per l’ottenimento della certificazione, da un regolamento di certificazione e dalle procedure di valutazione e di rilascio della certificazione utilizzate da CCPB srl. La certificazione è rilasciata all’esercizio a seguito di audit annuali e una valutazione svolta in conformità alla norma 17065. Conosci il tuo pasto è anche un metodo di calcolo scientifico Eco Chef Food Print® che misura e premia il miglioramento della performance ambientale del ristorante partendo dalla tipologia dei prodotti utilizzati (KM OK®, da agricoltura biologica locale, pesce fresco, etc). Il metodo di calcolo è stato messo a punto con RIFOSAL, Consorzio per la Ricerca e la Formazione sulla Sicurezza Alimentare e l’Università della Tuscia di Viterbo. Conosci il tuo pasto è anche una Guida RistorantiFood online in italiano e in inglese, per scoprire i ristoranti certificati Conosci il tuo pasto, i negozi e le gelaterie bio e lasciare la propria recensione. Per tutte le informazioni contattate: drossi@ccpb.it e visitate il blog www.conosciiltuopasto.it, dove potrete aderire anche al Manifesto dei nuovi Eco-chef! (*) DIEGO ROSSI - Ufficio Controllo e Certificazione di Prodotto CCPB, (**) VERONICA PECORELLA - Ufficio Stampa e Relazioni Esterne CCPB Area tecnica CCPB
  • 5. Area tecnica CCPB 8 9 CONSORZ IO il CONSORZ IO il sviluppato in una prima fase nei settori dell’industria del legno e tessile, poi a seguire l’ittico, mentre oggi possiamo pre-vederne con certezza un rapidissimo svi-luppo nel mondo dell’ortofrutta. Venendo al dunque, quali sono quindi le opportunità che questo standard di certificazione offre? La certificazione GLOBALGAP “Chain of Custody” può essere richiesta da aziende che operano nelle fasi successive alla pro-duzione agricola in definitiva, da tutti gli operatori che attuano un processo manipo-lazione, condizionamento, distribuzione e vendita e sono interessati ad immettere sul mercato prodotti certificati GLOBALGAP a proprio nome, sotto la propria gestione e responsabilità, garantendone la corretta identificazione e piena rintracciabilità in ogni fase produttiva. Si tratta quindi di una certificazione di prodotto legata al sito di produzione che offre alle aziende del set-tore la possibilità di potersi affacciare nel mercato estero. (*) MARCO ROFFIA - Resp. Schema Ufficio Controllo e Certificazione di Prodotto CCPB Lo standard GLOBALGAP ha assunto una diffusione tale da rendere neces-saria l’adozione di misure che consentano di fornire maggiori garanzie alla Grande Distribuzione Organizzata riguardo l’iden-tità dei prodotti certificati lungo la filiera. È noto già da tempo che gli aspetti più critici, in termini di identificazione e rin-tracciabilità del prodotto, risiedono nelle fasi successive alla produzione agricola (opzione 1) o alla manipolazione da parte delle Organizzazioni di produttori (op-zione 2), qualora vi siano altri operatori che si propongono nell’intermediazione commerciale, come tipicamente accade del settore agroalimentare. Nello sviluppo di uno standard di certificazione, soprat-tutto per chi ha metodo, è fisiologico ma necessario, affrontare con gradualità le problematiche che si manifestano anche in funzione dello sviluppo il cui succes-so all’inizio era difficilmente prevedibile. Conseguentemente i confini della certifi-cazione si ampliano con il coinvolgimen-to di tutti gli attori che partecipano alla CCPB CERTIFICA L’EPD: UNA NUOVA OPPORTUNITÀ PER IL COMPARTO AGROALIMENTARE di Giuseppe Garcea* Il successo sui mercati nazionali e inter-nazionali e il legame con i territori sono stati, sono e sempre saranno gli elementi vincenti del comparto agroalimentare ita-liano. Ma siamo sicuri che questi aspetti possano effettivamente essere sufficienti al mantenimento della redditività del set-tore? La risposta probabilmente è no, a meno che non si punti sulla sostenibilità. La scarsità di risorse limitate quali l’acqua, il suolo, l’energia, la lotta ai cambiamenti climatici, la riduzione dei contaminati sono tutti aspetti facenti parte della responsa-bilità ambientale e sociale che un sistema produttivo non può ormai non prendere in considerazione. Sono allora due le possibili strade che direttamente o indirettamente dovranno avere come utente finale il cittadino e consumatore: la strada di natura pubblica rappresentata in prevalenza dal legisla-tore europeo e quella di natura privata rappresentata dal mercato. Se l’intervento pubblico pare lontano, il mercato invece ha riconosciuto differenti indicatori di pre-stazione ambientale attraverso i quali defi- GLOBALGAP, NASCONO NUOVE OPPORTUNITÀ: LA CATENA DI CUSTODIA CHAIN OF CUSTODY di Marco Roffia* Altre certificazioni Altre certificazioni nire la sostenibilità e i più importanti sono la Carbon Footprint, la Water Footprint, l’Ecological Footprint. Questi indicatori di sintesi, che servono a rendicontare in modo semplificato le prestazioni ambien-tali del comparto, sono calcolati mediante l’approccio del Life Cycle Assessment: un metodo per quantificare, interpretare e valutare le prestazioni ambientali di uno specifico prodotto (in conformità con le norme ISO 14040 e ISO 14044). CCPB ha da tempo colto questo messag-gio ed accettato la sfida offrendo una sempre più ampia gamma di servizi di valutazione e certificazione specifiche per le filiere agricole e agroindustriali. L’EPD (Environmental Product Declaration) è uno tra i vari servizi offerti e nello specifico corrisponde ad uno schema di certifica-zione volontaria di prodotto di valenza internazionale, sviluppato (in conformità con la norma UNI ISO 14025, Etichettatura Ambientale di tipo III). L’EPD sta dimo-strando un notevole successo sul mercato, grazie alla misura dei processi tramite la valutazione di specifiche prestazioni filiera al fine di mantenere l’integrità del sistema e garantire l’identità del prodotto GLOBALGAP. Nasce allora la cosiddetta “Catena di custodia” (chain of custody): la raccolta sistematica di evidenze atte a do-cumentare la storia del prodotto lungo le varie fasi della produzione e distribuzione commerciale. Non sono concetti nuovi, e come spesso accade trattando di temati-che legate al mondo dell’agroalimentare, appaiono come ricorrenti i termini di “rin-tracciabilità”, “monitoraggio”, “sicurezza alimentare”. Come sappiamo, i sistemi di rintracciabilità sono l’unico strumento per conseguire questo obiettivo, e in questo senso GLOBALGAP ha sviluppato una ban-ca dati online consultabile dagli utenti che desiderano conoscere lo status di certifica-zione del prodotto in ogni fase produttiva. L’ormai noto codice GGN, assegnato alle aziende richiedenti la certificazione, con-sente di tracciare le informazioni relative al prodotto e ne rappresenta una sorta di “carta di identità”. Da questa premessa si evince su quali basi abbia preso avvio il progetto della catena di custodia “CoC”, ambientali associate alla certificazione di percorsi produttivi virtuosi. I benefici sono evidenti: valutare la qualità ambientale dei prodotti ridurre i costi di produzione potenziando l'uso di tecnologie e soluzioni eco-com-patibili ripensare le pratiche agricole e pianificare l'attività agricola riducendo i costi di pro-duzione definire le strategie di business e strumenti credibili di comunicazione e marketing Sono questi i veri messaggi che il mondo produttivo deve cogliere: pensare alle di-namiche globali, affrontare le future sfide del cambiamento climatico agendo a livel-lo locale all’interno del proprio cancello aziendale e interagendo con i soggetti economici a monte e a valle dei propri pro-cessi produttivi. (*) GIUSEPPE GARCEA – Scheme Manager EPD
  • 6. CCPB Bologna, Sabato 6 settembre 2014 Sala Ronda - Centro Servizi Blocco C - ore / Come riconoscere il cosmetico biologico e naturale 10 11 CONSORZ IO il CONSORZ IO il SANA edizione 26°, Il Salone del biolo-gico e del benessere è a Bologna Fiere da sabato 6 a martedì 9 settembre 2014, con la presenza di Consorzio il Biologico e CCPB. Il consueto doppio stand sarà nel padiglione 32 A1-B6-C11 per l’area dedicata all’alimentazione e in quello 35 A23-B24 per l’area cosmesi. Il SANA 2014 è il primo appuntamento pubblico dopo la fusione tra CCPB e IMC (Istituto Mediterraneo di Certificazione), questo sarà uno temi di cui parleremo con chi verrà a trovarci al nostro stand. Dove, oltre lo staff a disposizione per domande, richieste e curiosità, troverà un’esposizione dei prodotti certificati biologici delle prin-cipali aziende associate: pasta e farine, caffè e succhi di frutta, sughi e couscous, vini e molto altro ancora. Duplice non solo la parte espositiva, ma anche quella divulgativa con due appunta-menti in calendario: COME RICONOSCERE IL COSMETICO BIOLOGICO E NATURALE: aperitivo mu-sicale, sabato 6 settembre, ore 11 Sala Ronda. Accompagnati da un distensivo sottofondo e dai principali esperti del set-tore, parleremo delle indicazioni più utili per orientarsi tra ingredienti, etichette e certificazioni della cosmesi bio e naturale IL MERCATO DEL BIOLOGICO COME FATTORE DI SUCCESSO: convegno, lunedì 8 settembre, ore 10.30 Sala Notturno. Il bio è una fiorente parte dell’economia e dei mercati agricoli in tutto il mondo, analizzeremo quali sono le ragioni e le prospettive di questo successo dal punto di vista della produzione, distribuzione e ricerca Come sempre SANA è per il Consorzio il momento e il luogo per proporsi e incon-trarsi per ragionare insieme, circondati dai prodotti del bio italiano in esposizione, sul futuro del biologico e della certificazione. Sul sito web www.ccpb.it e sui profili dei social network Facebook, Twitter, Instagram e Linkedin sono disponibili no-tizie, foto e aggiornamenti sulla nostra attività e la partecipazione a SANA. (*) Filippo Piredda Ufficio Stampa CCPB e Consorzio il Biologico Molte volte, quando intendiamo acquistare un prodotto cosmetico basato su sostanze naturali e biologiche, ve-niamo assaliti dal dubbio se esso sia davvero il prodotto co-smetico con le caratteristiche ricercate o se sia semplicemente un prodotto con ingredienti di sintesi. A fugare ogni dubbio sarà l’etichetta: se comparirà il marchio NATRUE, ciò che avremo in mano è proprio ciò che ci aspetta-vamo di comprare. Lo scopo di NATRUE è infatti quello di ser-virsi di regole rigorose per offrire un marchio che guidi e tuteli il consumatore che intende scegliere prodotti di qualità e che garantisca chiarezza anche per i produttori. Buone pratiche che, dalla fondazione nel 2007 da un gruppo di produttori, in pochi anni hanno fatto di NATRUE uno dei marchi principali per i cosmetici naturali e biologici. Oggi il simbolo di NATRUE compare su oltre tremilaottocento cosmetici prodotti in tutto il mondo, a cui sono da aggiungere le oltre 263 materie prime. NATRUE non è orientato al profitto, si differenzia proprio per essere di proprietà di chi produce e non di chi controlla, per cui le norme sono state stabilite da chi ne ha la responsabilità in termini di filiera. È comunque aperto a tutti i produttori che intendano raggiungere e mantenere elevati standard, condivi-dendo principi ecologici ed etici. Tra le novità recenti c’è l’introduzione di codici QR Quick Response (Risposta Rapida), che consentono ai consumatori di scattare una fotografia del codice del prodotto con il pro-prio cellulare e così accedere alla pagina web corrispondente, avendo così accesso a tutte le informazioni disponibili prima di procedere con l’acquisto. In questo modo i consumatori sa-ranno in grado di vedere i prodotti certificati, i dettagli sulla composizione degli ingredienti, sulle proprietà del prodotto, il percorso della certificazione e avranno anche accesso alle in-formazioni sulle aziende che li producono, sulle loro politiche ambientali. Per questa ragione, NATRUE ha lanciato un nuovo pro-gramma di accreditamento in collaborazione con il Servizio Internazionale Organic Accreditation (IOAS): il mercato bio-logico può crescere ancora grazie a un sistema trasparente di valutazione della competenza degli organismi di certificazione. Il programma di accreditamento IOAS riguarderà procedure riconosciute a livello internazionale per l'accreditamento de-gli organismi di certificazione e il modo in cui essi operano per rispettare il marchio NATRUE. Anche CCPB sta parteci-pando al programma in modo che la grande conoscenza del settore cosmetico naturale e biologico andrà di pari passo con le procedure riconosciute per la certificazione di pro-dotti, in nome della massima trasparenza verso aziende e consumatori. (*) CARLA PINTI - Ufficio Controllo e Certificazione di Prodotto CCPB SANA 2014, IN FIERA CON STAND, CONVEGNI E NOTIZIE di Filippo Predda* Altre certificazioni Sana di Carla Pinti* SANA 2014 - AREA FOOD PAD. 32 STAND A1-B6-C11 CCPB SANA 2014 - AREA COSMESI PAD. 35 STAND A23 / B24 Programma talk show sana 2014 aperitivo in musica L’attenzione crescente del consumatore verso prodotti biologici e naturali e verso una maggiore sostenibilità delle proprie scelte di consumo ha premiato l’acquisto di prodotti naturali e biologici anche nella cosmesi. Forti dell’esperienza maturata nell’agroalimentare, come CCPB abbiamo iniziato a operare nel settore già da più di 10 anni: prima con due nostri standard, uno dedicato al biologico e uno al naturale, e dal 2009 siamo il primo organismo di certifi cazione in Italia riconosciuto da NATRUE. Da sempre ci siamo posti l’obiettivo di rendere credibili e riconoscibili i cosmetici così ottenuti tramite regole di produzione severe e modalità di etichettatura chiare e trasparenti, pur in assenza di una normativa univoca a livello comunitario, o almeno nazionale, così come invece accade per i prodotti agroalimentari. Abbiamo sempre lamentato questa assenza di una defi nizione unica cosa è il cosmetico biologico e quello naturale: purtroppo questa mancanza ha portate alla “babele” delle regole rendendo di fatto diffi cile districarsi fra standard, marchi, dichiarazioni, certifi cati e autocertifi cazioni. Se riteniamo che il mercato debba affermarsi e ripercorrere i buoni risultati vissuti nel settore alimentare, è necessario che si faccia chiarezza sul piano normativo delle regole di produzione, dell’etichettatura, del controllo e della certifi cazione. Per riconoscere un cosmetico biologico e naturale, la soglia minima in base alla quale li defi niamo deve essere uguale per tutti, così come i produttori devono essere soggetti ai medesimi requisiti minimi di controllo e certifi cazione e le informazioni minime da porre in etichetta devono essere applicate a tutti i prodotti defi niti come tali. segreteria organizzativa Giulia Biguzzi tel.
  • 8. Presentazione - Lino Nori Presidente Consorzio Il Biologico Modera - Marinella Trovato Presidente SISTE Partecipano - Francesca Morgante NATRUE label manager - Bruxelles - Francesco Cecere Dir. Marketing information e Controllo Direzionale Coop Italia - Bologna - Valeria Calamaro Retail marketing manager Altromercato - Verona - Fabrizio Piva Amministratore Delegato CCPB - Bologna - Patrizia Poggiali Direˆ ore tecnico Gala Cosmetici - Forlì Sottofondo musicale - Mauro Gallo Pianoforte digitale - Giannicola Spezzigu Contrabbasso CRESCE NATRUE, CRESCONO I COSMETICI BIOLOGICI E NATURALI
  • 9. 12 CONSORZ IO il CRESCE ANCORA IL MERCATO DEL BIOLOGICO IN ITALIA di Enrico De Ruvo* biologici confezionati nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata), è in continua ascesa ormai dal 2005 e sta beneficiando più di recente anche dell’introduzione di nuove linee di prodotto e di nuove referenze che stanno aumentando la profondità di gamma, perlomeno in alcuni comparti. Ciò che valorizza ancor di più le buone per-formance del comparto bio è il confronto delle relative tendenze con comparti ana-loghi e con l’intero settore agroalimentare. Ormai da molti anni la spesa bio ha registra-to sempre migliori performance rispetto ad altri settori “di qualità” (prodotti e vini Dop e Igp) e all’agroalimentare nel complesso. Anche sul fronte della domanda estera il mercato sembra registrare un buon trend. Si stima che siano molto rilevanti i flussi di esportazione di prodotti bio che sono inviati all’estero, cosa che ci permette di collocarci in una posizione di assoluto rilievo a livello mondiale. Dati più dettagliati sui consumi domestici di prodotti biologici confezionati nella GDO saranno diffusi da Ismea al SANA presso lo stand del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e nell’ambito di alcuni Convegni a cui Ismea prenderà parte. Il mercato mondiale del biologico risulta ancora in crescita, sia pure a tassi più bassi rispetto agli anni passati. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2012 esso ha raggiunto i 50 miliardi di euro, con un incremento dell’1,3% sul 2011. Il valore del mercato si concentra in gran parte in Nord America e in Europa, mentre è più basso o molto più contenuto nei continenti dove però risiedono le superfici più ampie. In questo contesto il nostro paese, con circa 1,9 miliardi di valore del mercato interno (3,1 se si considera anche l’export), si col-loca al sesto posto a livello mondiale e al quarto a livello europeo nella graduatoria dei fatturati. Risultati questi, sia pur non ancora associati ad un’elevata spesa pro-capite, che discen-dono da un buon andamento nel nostro paese sia della domanda interna che di quella estera. Sul fronte interno, il mercato italiano del bio sta dimostrando di rispondere molto bene al contesto di crisi complessiva, regi-strando una diffusa crescita in tutti i canali, che è confermata anche nei primi mesi del 2014. Secondo le rilevazioni Ismea, l’anda-mento dei consumi domestici di prodotti Mercato italiano (*) ENRICO DE RUVO Ricercatore Osservatorio prodotti biologici – Ismea REDAZIONE: Direttore editoriale Lino Nori linori@ccpb.it CONSORZIO iL BIOLOGICO Soc. Coop. 40126 Bologna, Via Jacopo Barozzi, 8 Tel. 051 6089811 - Fax 051 254842 - e-mail: ccpb@ccpb.it - www.ccpb.it Hanno collaborato: Fabrizio Piva fpiva@ccpb.it - Roberto Setti rsetti@ccpb.it Mauro Panzani mpanzani@ccpb.it - Remo Ciucciomei rciucciomei@ccpb.it Veronica Pecorella vpecorella@ccpb.it - Marco Roffia roffia@ccpb.it Federica Nasi fnasi@ccpb.it - Diego Rossi drossi@ccpb.it Carla Pinti cpinti@ccpb.it Giuseppe Garcea ggarcea@ccpb.it - Filippo Piredda pressoffice@ccpb.it