XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
Glil strumenti della Biblioteca a supporto del ricercatore
1. Ricerca Accesso Gestione
gli strumenti della Biblioteca a supporto del
ricercatore
Ornella Russo
CNR Biblioteca dell'Area della Ricerca di Bologna
ISTEC
Faenza 17 giugno 2014
2. Gli Argomenti di Oggi
Servizi per l’accesso alle risorse digitali
Servizi per la valutazione della ricerca
Servizi per l’open access
4. Come si accede alle risorse digitali ?
dall’ISTEC tramite riconoscimento degli
indirizzi IP dell’Istituto
Da casa tramite autenticazione su Proxy e
Login con account IDEM-GARR
Da casa tramite autenticazione su
Biblioproxy con credenziali SIPER
6. Il bottone
Un sistema e una tecnologia di linking (software SFX di Ex
Libris) che consente:
di integrare le risorse (digitali e cartacee) sottoscritte o acquistate
dalla BdA (ma anche Open Access) con i servizi bibliotecari
disponibili
di presentare dinamicamente all’utente le diverse possibilità di
servizi a partire dal luogo in cui l’utente si trova in modo
puntuale e sensibile al contesto
… a partire da una citazione bibliografica ‘incontrata’ dall’utente
7. Il Menu di SFX
Descrizione
Risorsa
Servizi
di base
Altri
servizi
Accesso al Full
text su diverse
piattaforme
Se non accedo consulto
il cartaceo
In alternativa Chiedo il
DD
Generato
Dinamicamente
9. Dalla citazione bibliografica al servizio Document
Delivery
SELEZIONO LA MIA
ISTITUZIONE
SELEZIONO ACCESSO
ISTITUZIONALE
SI APRE LA RICHIESTA GiA’ COMPILATA CON I
DATI BIBLIOGRAFICI INSERITI INSERISCO NEI DIVERSI CAMPI
E DEVO SOLO INVIARLA ALLA MIA BIBLIOTECA
US E PW
10. Ho cliccato su Go ma vengo indirizzato alla
rivista e non al singolo articolo. Perché?
Perché a volte, in ragione della struttura del web site dell'editore o
del fornitore, SFX non è in grado di linkare direttamente al livello
dell'articolo, il meglio che può fare allora è di condurvi agli indici o
alla pagina iniziale della rivista. A partire da questo punto dovrete
effettuare la ricerca da soli navigando sul sito dell'editore sulla
base del riferimento bibliografico (anno, numero del volume, pagina
iniziale).
SOLUZIONE
Dal tab Altre scelte seleziono il servizio:
“Vai direttamente all’articolo usando il DOI”
Inoltre è possibile segnalare l’errore attraverso l’opzione “broken
Link”.
11. Non riesco a scaricare l’articolo full text.
Perché?
Perché la Biblioteca non ha sottoscritto un abbonamento per
quella risorsa o per quello specifico anno (ma può possedere
l’abbonamento alla versione cartacea)
Perché non è stata configurata correttamente la base dati
relativa alle nostre risorse sottoscritte. Per es. abbonamento a
Nature Nanotechnology indicato come attivo dal 2007 anziché dal
2010.
SOLUZIONE
Dal tab Altre scelte seleziono il servizio:
“Segnala un problema” e compilo il form con la segnalazione
dell’errore alla biblioteca.
12. Ho fatto una richiesta di Document Delivery ma la
biblioteca non mi manda il pdf dell’articolo.
Perché?
Per “colpa” dei Contratti di Licenza d’uso (License agreement) delle
risorse elettroniche sottoscritte che definiscono gli USI CONSENTITI e
NON CONSENTITI in relazione al servizio di Document Delivery e più in
generale ai servizi della Biblioteca.
Per esempio Il License Agreement di Nature prevede:
“reproduce single copies of individual articles from the Licenced Material in hard copy print
form for distribution without charge in hard copy form (but not electronically) to individual
libraries of not for profit, non commercial organisations in accordance with fair usage guidelines.
Più Frequentemente: è consentito l’invio elettronico sicuro tra biblioteche, a condizione che il
file venga cancellato subito dopo la ricezione e venga consegnata all’utente finale la sola
copia stampata.
Per “colpa” della Legge italiana sul diritto d’autore (art. 69) che
stabilisce che è possibile il prestito per studio personale solo degli
“esemplari a stampa delle opere”.
RISORSE
ELETTRONICHE
RIVISTE
CARTACEE
14. Gli indicatori della valutazione quantitativa
Per le istituzioni e il ricercatore
H-Index
Per le fonti/riviste
Impact Factor
Scimago Journal Rank
15. H-Index
L’H-Index è stato introdotto nel 2005 dal fisico americano, Jorge Hirsch come
indicatore bibliometrico per valutare:
la produttività scientifica di uno studioso
il suo impatto scientifico sulla comunità di riferimento
E’ basato su una lista di pubblicazioni ordinate in base al
numero decrescente di citazioni.
Il valore H è uguale al numero di lavori (N) della lista che
hanno N o più citazioni.
Questo significa che un ricercatore con un H-Index = 10 ha pubblicato almeno 10 lavori con
almeno 10 citazioni ciascuno
L'H-Index punta a rilevare la reale influenza di uno scienziato sulla comunità di riferimento,
prescindendo dall'eventuale pubblicazione di singoli articoli di grande successo, o anche dai
lavori di autori che pur avendo pubblicato molto, hanno prodotto solo articoli di scarso
interesse.
Hirsch JE (2005), An index to quantify an individual's scientific research output. Proceedings of the National Academy of Sciences
102:16569-16572, doi: 10.1073/pnas.0507655102
16. Strumenti per il recupero dei dati citazionali e dell’H-Index
Per le istituzioni e il ricercatore
Web of Science Core Collection
Prodotta da Thomson Reuters
Fonti: + di 12 000 riviste, 150.000 atti di convegno, 60.000 libri
Criteri di selezione: Legge di concentrazione, Impact Factor, criteri qualitativi
Scopus
Prodotta da Elsevier
Fonti: + di 20 000 riviste, 75.000 libri, 6 milioni di conference paper
Criteri di selezione: criteri quantitativi e qualitativi applicati da un comitato di
esperti internazionali (rispetto a Wos: > distribuzione geografica e linguistica,
stesse aree scientifiche, + informatica e ingegneria, citation index > 1996)
Google Scholar
Prodotto da Google
Fonti: documenti “scholarly”, metadati e full text indicizzabili degli editori
commerciali, citazioni bibliografiche dei documenti (rispetto a Wos e Scopus:
documenti e non riviste, gratuito, > tipologia di prodotti, elenco delle fonti
segreto)
17. Come si calcola l’H-Index?
Esistono vari strumenti utilizzabili per ricavare l’H-index di un
autore, il cui valore di fatto può variare al variare del database
interrogato.
Ogni database ha infatti un diverso elenco di riviste e fonti
indicizzate e una copertura temporale differente.
Il conteggio delle citazioni varia anche in base ai criteri
utilizzati nel calcolo (per es. Scopus dal 1996, Wos in base
alla tipologia di abbonamento sottoscritto, entrambi non
conteggiano citazioni extra fonti, a differenza per es. di Google
Scholar che però indicizza documenti e non riviste).
Per questo è sempre importante quando si riporta l’H-Index
indicare con quale database è stato calcolato.
19. Author Identifier
Il modo migliore per gestire l’elenco delle proprie pubblicazioni ed
essere sicuri che i vostri lavori vi vengano correttamente attribuiti
è quello di creare il proprio profilo in piattaforme che sono in
grado di attribuire un numero identificativo univoco (sul modello
del DOI ma relativo alle persone) e offrono diverse funzionalità
per la gestione delle proprie pubblicazioni.
Attualmente due le esperienze più significative.
La piattaforma dei ricercatori
creata da Thomson Reuters e
collegata a Web of Science
Il registro identificativo dei
ricercatori creato da un
Consorzio no profit a cui
aderiscono anche gli editori.
Integrati tra loro e ricercabili in
Web Science e in Scopus
20. Researcher ID
ResearcherID è una comunità scientifica promossa dalla
Thomson Reuters che permette ai ricercatori di registrarsi
gratuitamente, ricevendo in cambio un numero identificativo
univoco, e di creare un proprio profilo aggiornabile in ogni
istante
E’ integrato con Web of Science che consente la ricerca per
ResearcherID, ed utilizza la registrazione di ResearcherID
anche nella funzionalità Author Find.
Web of Science consente di caricare le proprie pubblicazioni in
ResearcherID cliccando sull’apposito bottone.
In Web of Science è anche possibile segnalare citazioni errate o
articoli non indicizzati segnalando l’errore attraverso l’apposito
form “Data Change&Missing Article”
21. ORCID – Open Researcher and Contributor ID
ORCID è un consorzio no profit a cui partecipano ricercatori, enti di ricerca, organismi
di finanziamento e editori che ha creato e gestisce un Registro di identificativi dei
ricercatori e che studia e sviluppa pratiche per collegare questi identificativi alle
attività e ai risultati della ricerca.
Un passaporto on-line per evitare omonimie, ambiguità, affiliazioni errate e per
poter gestire i dati relativi alle proprie attività e pubblicazioni.
La registrazione per il ricercatore è gratuita e consente di gestire le diverse
versioni del proprio nome, le diverse affiliazioni nel tempo, importare
automaticamente i lavori da diverse banche dati, collegarsi ad altri identificativi/profili
(per es. Google Citations e Linkedin).
Un identificativo univoco e permanente integrato nell’ecosistema della ricerca
da inserire nelle proprie pagine web, riconosciuto nei lavori sottomessi a
pubblicazione, nei progetti per richieste di finanziamento, e in via di sviluppo in
molteplici direzioni: per es. in fase di studio un progetto per collegare il ricercatore
alla peer review da lui realizzata.
Un software open source rilasciato in CC e lo sviluppo continuo di API per
l’integrazione e il dialogo tra sistemi (i principali editori commerciali)
22. Impact Factor
E’ stato introdotto nel 1955 dal chimico americano Eugene Garfield (ISI
Institute of Scientific Informtion) e serve a misurare la visibilità e di
conseguenza l’importanza di una rivista (all’inizio per scopi bibliotecari e
non bibliometrici)
E’ il numero medio di citazioni ricevute in un determinato anno dagli articoli
di una determinata rivista scientifica nei due anni precedenti.
E’ coperto da copyright ed è di proprietà di Thomson Reuters. Viene pubblicato
ogni anno nel Journal Citation Reports (JCR) a cui la biblioteca è abbonata.
Garfield E. Citation indexes to science: a new dimension in documentation through association of ideas. Science.
1955;122:108- 111.
Garfield E. The history and meaning of the journal impact factor. JAMA. 2006;295(1):90-3.
23. Ricerca dell’Impact Factor di una rivista
E’ possibile accedere al Journal Citation Report sia direttamente (a partire
dall’elenco Banche dati del Sito della Biblioteca d’Area) sia attraverso Web of
Science (tab JCR).
L’IF di una rivista è visibile anche dal menu SFX, cliccando sull’opzione Altre scelte”.
E’ necessario selezionare l’edizione del JCR che si vuole consultare (l’ultima
per l’IF attuale, quella di un determinato anno per l’IF relativo ad un articolo
pubblicato precedentemente)
E’ possibile cercare per rivista, per subject categories (per esempio per
conoscere quali sono le riviste con maggior IF in un determinato settore disciplinare e
decidere su quale pubblicare )o scorrere tutta la lista
E’ possibile salvare i dati ed esportarli in un file excel.
Garfield E. Citation indexes to science: a new dimension in documentation through association of ideas. Science.
1955;122:108- 111.
Garfield E. The history and meaning of the journal impact factor. JAMA. 2006;295(1):90-3.
24. SJR Scimago Journal Rank
Scimago è un database ad accesso libero nato nel 2007 da una
collaborazione tra alcune università spagnole e l'editore Elsevier.
ScimagoJournal rank indicator (SJR), è l'indicatore bibliometrico
sviluppato da Scimago, che si basa sulle riviste indicizzate in Scopus
dal 1996 e si pone come alternativa all'Impact factor.
E’ sviluppato a partire dall' algoritmo del PageRank di Google e, oltre a
calcolare l'impatto per rivista, calcola anche l'impatto per Paese.
Lo spettro temporale su cui si basa è di 3 anni.
E’ ricercabile in Scopus o sul sito www.scimagojr.com, a partire dal
titolo della rivista
26. Perché Open Access ?
PER PRINCIPIO
“Raccomandazione sull’accesso all’informazione scientifica e sulla sua
conservazione” della Commissione Europea 2012/417/UE (17 luglio
2012) http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2012:194:0039:0043:IT:PDF
“Position statement sull’accesso aperto ai risultati della ricerca
scientifica in Italia” promosso dal CNR (2013)
http://www.cnr.it/sitocnr/Iservizi/Biblioteche/Position_statement_OA_IT.pdf
PER OBBLIGO
Tutte le pubblicazioni scaturite da progetti finanziati da H2020
dovranno essere rese disponibili immediatamente oppure, al più tardi,
entro 6 mesi dalla loro pubblicazione (12 mesi per le discipline
umanistiche).
Legge italiana 112/2013 art. 4 Accesso aperto ai risultati della ricerca
finanziata al 50% o più con fondi pubblici
27. Gli strumenti per l’Open Access
Green Road (Autoarchiviazione in repository istituzionali o tematici)
Il database Sherpa Romeo che dal 2006 raccoglie tutte le politiche degli
editori commerciali sulla possibilità di archiviare l’articolo in un
repository istituzionale (in quale formato e secondo quali restrizioni
eventuali) http://www.sherpa.ac.uk/romeo/index.php
Importante non cedere tutti i diritti all’editore integrando il License Agreement con un Addendum
specifico
Gold Road (pubblicazione su riviste Open Access)
La Directory DOAJ – Directory of Open Access Journal, curata
dall’Università di Lund, che raccoglie e offre accesso alle principali
riviste open access di qualità e/o con peer review.
La lista delle riviste Open Access indicizzate in Web of Science e quindi
dotate di IF scaricabile dal Blog http://wowter.net/2011/01/06/the-impact-
factor-of-open-access-journals/ (dati 2009)
28. Guarda i video della biblioteca sull’OA
I Diritti dell’Autore
https://www.youtube.com/watch?v=L2WSjYHQgJc
Che cos’è l’Open Access
https://www.youtube.com/watch?v=fKKiFDy_mDg
Per dati e cifre sull’OA in generale e in Italia
http://wiki.openarchives.it/index.php/Pagina_principale
29. Info e contatti
ornella.russo@area.bo.cnr.it
biblio-online@rea.bo.cnr.it
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Internazionale.
Editor's Notes
Sistema/tecnologia di linking scelto dall’Ateneo di
Bologna per integrare risorse bibliografiche tra loro e
relativi servizi bibliotecari
– Gestione autonoma di integrazione e linking fra tutte le
collezioni dell’Ateneo e i relativi servizi
– Gestione di linking appropriati: risponde quindi al
concetto di “copia appropriata” o “sensibile al
contesto” in quanto permette di indirizzare l’utente
verso risorse e servizi a cui ha diritto a prescindere dal
fornitore di contenuti
Sistema/tecnologia di linking scelto dall’Ateneo di
Bologna per integrare risorse bibliografiche tra loro e
relativi servizi bibliotecari
– Gestione autonoma di integrazione e linking fra tutte le
collezioni dell’Ateneo e i relativi servizi
– Gestione di linking appropriati: risponde quindi al
concetto di “copia appropriata” o “sensibile al
contesto” in quanto permette di indirizzare l’utente
verso risorse e servizi a cui ha diritto a prescindere dal
fornitore di contenuti