IL CENTRO ITALO VENEZUELANO SOLIDALE CON I RICHIEDENTI ASILO
1. Comunità e organizzazioni al fianco delle vittime della guerra in Africa
IL CENTRO ITALO VENEZUELANO SOLIDALE CON I RICHIEDENTI ASILO
Fino a questa sera, il “Centro italo venezuelano” promuove un'attività umanitaria
aperta al pubblico per le donazioni che verranno rivolte ai 42 giovani profughi
fuggiti dalla guerra nel Sahel
di Noelí Guerrero
Corato, 27 settembre 2015.- L'Europa vive la seconda crisi umanitaria più grande
della storia dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale che ha lasciato il
continente in rovina nel 1945. Più di 60 milioni di europei furono sfollati e
lasciarono i loro luoghi di origine per imbarcarsi massicciamente nell'incertezza ed
essere accettati come rifugiati in altri paesi.
Oggi la storia si ripete, ma questa volta è un altro continente quello che soffre le
devastazioni della guerra.
In mezzo a questa situazione e pochi giorni dopo la tragedia in mare ai primi di
settembre (il naufragio che ha ucciso 300 migranti), 42 giovani sono arrivati a
Lampedusa e, con un ponte aereo, sono stati trasferiti a Corato, nell'ambito del
progetto messo in atto dall'Unione Europea e il governo Italiano per ricevere i
profughi.
"Quando un africano preferisce annegare nel Mediterraneo, invece che vivere in
Africa, la situazione é perversa", ha detto Pedro Morenés, Ministro della Difesa del
governo della Spagna, durante il XXVII Seminario sulla Sicurezza e la Difesa,
convocato nel mese di giugno dall'Associazione giornalisti europei (Age).
Con questa riflessione, Morenés fa il riferimento alla profonda necessità di libertà
che loro hanno e anche alla crisi di violenza estrema che si sta vivendo nei paesi
africani sottoposti, oggi e per tanti anni, a crudeli dittature, governi corrotti, conflitti
armati, persecuzioni, violazioni massicce di Diritti umani e anche all'industria di
guerra, per non citare le spaventose condizioni umane in cui versano (siccità,
povertà, fame etc).
2. I rifugiati, come è stabilito dalla Unhcr (agenzia dell'Onu per i rifugiati) nella
Convenzione relativa allo status dei rifugiati del 1951, hanno un'età compresa tra i
17 e i 29 anni e sono fuggiti dalla guerra che sta devastando la regione del Sahel,
striscia semi-desertica che si trova a sud del Sahara, attraversa l'Africa da ovest a
est e passa attraverso il Mali, la Nigeria, la Somalia e l'Eritrea.
Da allora, e nonostante alcune polemiche, la comunità coratina e alcune
organizzazioni hanno mostrato la propria solidarietà con i profughi, offrendo il loro
aiuto. Un'altra organizzazione che ha già aderito è il "Centro italo venezuelano"
(Civ), un centro culturale senza scopo di lucro né politico, situato in piazza Bolivar
a Corato.
Con messaggi come: "Puoi essere parte della soluzione"; "essere umano è avere
un'anima"; "nessuno è mai diventato povero donando" etc, il Civ ha iniziato a
promuovere, dal 17 settembre fino alla giornata di oggi, un'attività umanitaria
aperta al pubblico per ricevere le seguenti donazioni: abbigliamento, biancheria
intima, calze oppure scarpe da uomo; spuntini, bibite o succhi di frutta naturali;
penne, colori, matite, fogli da disegno, libri per imparare l'Italiano e
stendibiancheria.
«Consapevoli dell'emergenza umanitaria che si sta fronteggiando in questi ultimi
tempi, sarà raccolto tutto ciò che il vostro buon cuore vorrà donare. Abbiamo
ricevuto paia di scarpe, più di 70 quaderni nuovi e sono venute persone di tutta la
comunità, lavoratori, pensionati e disoccupati, persone di tutte le età», ha
sottolineato Rosa Anna Agatino, presidente e portavoce del Civ.
Agatino ha aggiunto che questa iniziativa è nata dalla comunità ed è un primo
gesto di solidarietà verso a quelli che hanno rischiato la vita attraversando il mare
senza un bagaglio e con niente di più che la speranza di scappare da una guerra
che sta uccidendo milioni di persone nei paesi africani.
«Vogliamo ringraziare e complimentarci con tutta la comunità che sta partecipando
all'iniziativa per aiutare questi giovani in un momento così difficile», ha concluso.
Il Civ e parte della comunità coinvolta consegneranno il materiale direttamente ai
42 giovani lunedì 28 settembre, alla presenza degli amministratori di Senis
Hospes, gli organizzatori del centro di prima accoglienza in via Enrico de Nicola.