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n.98-27Aprile2013CRONACAMUNICIPIOXIII
IL NUOVO GIORNALE DI OSTIA WWW.ILNUOVOGDO.IT
Scuola anticipatore
o generatore di futuro
I
n questi periodi di crisi, as-
sistiamo anche a una in-
stabilità di governo e le-
gislativa, i cambiamenti mol-
to veloci che si producono
nella società non vengono ge-
stiti dalle istituzioni con ap-
posite misure. Lo esprimono
bene gli insegnanti che hanno
stilato il documento conclusi-
vo del “Forum nazionale per la
scuola” ( in DIRE 2009):”Noi
pensiamo che di fronte ai cam-
biamenti in corso, di fronte
alla necessità di ricostruire
un’etica pubblica, sia neces-
sario creare per tutti maggio-
ri occasioni di crescita cultu-
rale, fornire a tutti strumenti
più solidi per capire dove sta
andando il mondo. Questo
ruolo deve svolgerlo priorita-
riamente il sistema scolasti-
co,ma siamo anche consape-
voli che la scuola vive oggi
una fase di grande difficoltà
perché troppo spesso gli inse-
gnanti sono soli, alle prese con
problemi inediti, che NON SI
PRODUCONO A SCUOLA,
ma che nella scuola emergono
e si impongono all’attenzione
generale. E’ questo il caso
della piaga emergente del bul-
lismo, ma anche dell’incontro
con culture, spiritualità, stili di
vita e tradizioni diverse dalla
nostre, o ancora della caduta di
motivazione ad affrontare la
fatica dello studio e dell’in-
successo scolastico, che apre
nuove frontiere all’analfabe-
tismo”.
Soffermandoci su quest’ulti-
mo aspetto, il metodo di ap-
prendimento cognitivo dei
ragazzi è cambiato. Infatti
essi, esposti alle nuove tec-
nologie, sono in grado di
mettere in atto sequenze di
azioni molto rapidamente,
ma mostrano difficoltà nel
linguaggio scritto, nel lin-
guaggio parlato e soprattutto
nella CONCENTRAZIONE.
Sono convinti che tutto si
possa trovare su Internet e
quasi nulla debba essere co-
nosciuto a memoria. D’altra
parte il cambiamento di co-
difica dato dalle nuove tec-
nologie pone anche un pro-
blema agli insegnanti. Tra
gli scogli maggiori in so-
stanza è che gli adulti, quin-
di gli insegnanti hanno perso,
in virtù della rivoluzione eti-
ca (la ridefinizione dei ruoli
dopo la contestazione) e cul-
turale ( se le società e le co-
noscenze cambiano, perché
devo imparare da un adulto,
che per giunta fa fatica a ca-
pire la mia vita quotidiana?)
il loro ruolo di autorità e di
guide di modellamento che
possano traghettare i ragazzi
verso l’età adulta, verso il
loro futuro. Che fare? Ri-
nunciare? È certo, no! Infat-
ti gli insegnanti, nonostante
siano, secondo le ricerche, la
prima categoria esposta a
burn out, secondo la Fonda-
zione Agnelli nel 2009 di-
chiarano per l’80% svolgere
la professione “per passione”
e che il 95% di loro sarebbe
pronto a rifare la stessa scel-
ta. E’ ovvio che allora, e vi-
sti i compiti che la società de-
lega più o meno implicita-
mente alla scuola,l’inse-
gnante deve trovare una nuo-
va autorevolezza, deve far
percepire ai ragazzi,al di-
stretto scolastico di apparte-
nenza,alle famiglie,la centra-
lità del proprio ruolo,del pro-
prio SAPER FARE. Vengono
in aiuto in questo non le
scienze pedagogiche e psico-
logiche in generale (nella
scuola da sempre si sono sus-
seguite varie ricette pedago-
giche), ma dei metodi muta-
ti dalla ricerca psicologica e
pedagogica, centrati però sul
qui e ora, sull’analisi del con-
testo e sul problem-solving.
Stiamo parlando del COUN-
SELING. Il counseling nasce
negli anni ‘50 negli Usa per
favorire il riadattamento dei
reduci di guerra. Si capisce da
ciò che non è una psicotera-
pia,ma un metodo di facilita-
zione dell’adattamento del-
l’individuo al suo ambiente.
Chi esercita il counseling,det-
to counselor,lavora sulla sa-
lute più che sulla patolo-
gia,centrandosi sul potenzia-
mento delle risorse della per-
sona o del gruppo che si ri-
volge a lui. Si immagini che
lo psicologo/psicoterapeuta
spesso interviene quando la
ferita è ormai aperta, il coun-
seling ne previene la forma-
zione operando un empower-
ment delle capacità del-
l’utente e consapevolizzan-
dolo di meccanismi interiori
di funzionamento disfunzio-
nali. Questo per quanto at-
tiene all’attività di counselor
generale, che è definita “atti-
vità professionale di cui alla
Legge 14/01/2013 n.4” e che
si configura come un inter-
vento che non può superare i
10 incontri. Ritornando in
contesto SCOLASTICO, la
tecnica del COUNSELING è
utile, perché permette di mi-
gliorare la comunicazione tra
le parti coinvolte (ragazzi,
preside, genitori, il consiglio
di classe,personale ata ect) e
di mettersi, nei panni del-
l’altro, FACILITANDO LA
PRESA DI DECISIONE.
Quest’ultimo aspetto, cioè
prendere decisioni in tempi
brevi, mi pare centrale in
contesto scolastico, dove
spesso il problema non è dato
tanto dal disagio dello stu-
dente, ma dalla paralisi co-
municativa che si crea nel
progettare l’intervento di ri-
sposta a tale disagio, da par-
te dell’equipe scolastica, per
l’incomprensione tra i vari at-
tori della stessa. In questo
senso l’insegnante-counselor
si pone come FACILITATO-
RE della comunicazione a
scuola e come chiarificatore
del senso delle regole per il
ragazzo e per tutto lo staff
scolastico e per le famiglie.
Inoltre l’insegnante, che per
tradizione impartisce regole,
esercita “potere”, diventando,
con una formazione speciali-
stica counselor,spinge il grup-
po classe alla fiducia nelle
proprie capacità emotive e
cognitive, riuscendo a gesti-
re così i conflitti in modo ef-
ficace senza che ci siano per-
denti. Così l’insegnante, re-
stituendo un senso di autoef-
ficacia ai suoi allievi e un po-
tere condiviso, viene di nuo-
vo percepito autorevole. In-
fatti la tecnica usata è una
combinazione del clima Ro-
gersiano, dove con l’accetta-
zione e l’empatia, la corretta
comunicazione nel rapporto
adulti e giovani si promuove
l’autoefficacia, l’autocon-
trollo, sviluppando così negli
studenti il senso di autonomia
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finire le regole che governa-
no la vita della classe. Per
operare questo ci si avvale
delle tecniche dell’ASCOLTO
ATTIVO, del MESSAGGIO
IN PRIMA PERSONA, e del-
la risoluzione dei conflitti
con il metodo del PROBLEM
SOLVING, secondo il mo-
dello di GORDON. L’ autore
sottolineava spesso come
adulti e insegnanti, ponendo-
si l’obiettivo di aiutare i ra-
gazzi ad esprimersi fallissero,
perché, PUR MOSSI DA
BUONE INTENZIONI, non
disponevano essi stessi di un
modello di relazione umana
efficace. Quindi in conclu-
sione sembra opportuno che
i dirigenti scolastici attivino
tali corsi nelle scuole per il
loro personale docente. Per
maggiori informazioni rivol-
gersi a A.I.CI. affiliata F.A.I.P
http://aicischoolcounse-
ling.blogspot.it.
Dott.ssa Roberta Vespignani
FILO DIRETTO CON GLI PSICOLOGI
Elenco dei professionisti che curano la rubrica
filo diretto con gli psicologi della Sipap
Roberta Vespignani Psicologa - Specializzanda in psicoterapia breve, si occupa di tecniche di rilassamento
per gestione dello stress e di perizie a sostegno di iter processuali e risarcimento del danno.TEL: 3392992674
Sonia Civilotti Psicologa - Psicoterapeuta ad indirizzo sistemico relazionale. Si occupa di consulenze, sostegno
psicologico e psicoterapia ad individui, coppie e famiglie. Ha lavorato presso il centro IKT Sant'Antonio di
Riabilitazione Pediatrica, presso il repartoAnoressia e Bulimia del San Camillo e presso alcune scuole di zona
sia come psicologa scolastica sia con lo Sportello d'ascolto TEL 3382052462.
Simonetta Toti Psicologa – Psicoterapeuta ad indirizzo comportamentale specializzata in Psicologia geria-
trica. TEL: 3452410575
Micheli Alfonsina Maria Psicologa - Psicoterapeuta ad orientamento cognitivo-comportamentale. Specia-
lista in Psicologia Giuridica e in Psicodiagnostica. Ha lavorato in collaborazione con laASLRM/C in un Ser-
vizio territoriale di Consulenza Psicologica. TEL. 3405004728
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Ngo 26 06_2013

  • 1.
  • 2.
  • 3.
  • 4. 4 n.98-27Aprile2013CRONACAMUNICIPIOXIII IL NUOVO GIORNALE DI OSTIA WWW.ILNUOVOGDO.IT Scuola anticipatore o generatore di futuro I n questi periodi di crisi, as- sistiamo anche a una in- stabilità di governo e le- gislativa, i cambiamenti mol- to veloci che si producono nella società non vengono ge- stiti dalle istituzioni con ap- posite misure. Lo esprimono bene gli insegnanti che hanno stilato il documento conclusi- vo del “Forum nazionale per la scuola” ( in DIRE 2009):”Noi pensiamo che di fronte ai cam- biamenti in corso, di fronte alla necessità di ricostruire un’etica pubblica, sia neces- sario creare per tutti maggio- ri occasioni di crescita cultu- rale, fornire a tutti strumenti più solidi per capire dove sta andando il mondo. Questo ruolo deve svolgerlo priorita- riamente il sistema scolasti- co,ma siamo anche consape- voli che la scuola vive oggi una fase di grande difficoltà perché troppo spesso gli inse- gnanti sono soli, alle prese con problemi inediti, che NON SI PRODUCONO A SCUOLA, ma che nella scuola emergono e si impongono all’attenzione generale. E’ questo il caso della piaga emergente del bul- lismo, ma anche dell’incontro con culture, spiritualità, stili di vita e tradizioni diverse dalla nostre, o ancora della caduta di motivazione ad affrontare la fatica dello studio e dell’in- successo scolastico, che apre nuove frontiere all’analfabe- tismo”. Soffermandoci su quest’ulti- mo aspetto, il metodo di ap- prendimento cognitivo dei ragazzi è cambiato. Infatti essi, esposti alle nuove tec- nologie, sono in grado di mettere in atto sequenze di azioni molto rapidamente, ma mostrano difficoltà nel linguaggio scritto, nel lin- guaggio parlato e soprattutto nella CONCENTRAZIONE. Sono convinti che tutto si possa trovare su Internet e quasi nulla debba essere co- nosciuto a memoria. D’altra parte il cambiamento di co- difica dato dalle nuove tec- nologie pone anche un pro- blema agli insegnanti. Tra gli scogli maggiori in so- stanza è che gli adulti, quin- di gli insegnanti hanno perso, in virtù della rivoluzione eti- ca (la ridefinizione dei ruoli dopo la contestazione) e cul- turale ( se le società e le co- noscenze cambiano, perché devo imparare da un adulto, che per giunta fa fatica a ca- pire la mia vita quotidiana?) il loro ruolo di autorità e di guide di modellamento che possano traghettare i ragazzi verso l’età adulta, verso il loro futuro. Che fare? Ri- nunciare? È certo, no! Infat- ti gli insegnanti, nonostante siano, secondo le ricerche, la prima categoria esposta a burn out, secondo la Fonda- zione Agnelli nel 2009 di- chiarano per l’80% svolgere la professione “per passione” e che il 95% di loro sarebbe pronto a rifare la stessa scel- ta. E’ ovvio che allora, e vi- sti i compiti che la società de- lega più o meno implicita- mente alla scuola,l’inse- gnante deve trovare una nuo- va autorevolezza, deve far percepire ai ragazzi,al di- stretto scolastico di apparte- nenza,alle famiglie,la centra- lità del proprio ruolo,del pro- prio SAPER FARE. Vengono in aiuto in questo non le scienze pedagogiche e psico- logiche in generale (nella scuola da sempre si sono sus- seguite varie ricette pedago- giche), ma dei metodi muta- ti dalla ricerca psicologica e pedagogica, centrati però sul qui e ora, sull’analisi del con- testo e sul problem-solving. Stiamo parlando del COUN- SELING. Il counseling nasce negli anni ‘50 negli Usa per favorire il riadattamento dei reduci di guerra. Si capisce da ciò che non è una psicotera- pia,ma un metodo di facilita- zione dell’adattamento del- l’individuo al suo ambiente. Chi esercita il counseling,det- to counselor,lavora sulla sa- lute più che sulla patolo- gia,centrandosi sul potenzia- mento delle risorse della per- sona o del gruppo che si ri- volge a lui. Si immagini che lo psicologo/psicoterapeuta spesso interviene quando la ferita è ormai aperta, il coun- seling ne previene la forma- zione operando un empower- ment delle capacità del- l’utente e consapevolizzan- dolo di meccanismi interiori di funzionamento disfunzio- nali. Questo per quanto at- tiene all’attività di counselor generale, che è definita “atti- vità professionale di cui alla Legge 14/01/2013 n.4” e che si configura come un inter- vento che non può superare i 10 incontri. Ritornando in contesto SCOLASTICO, la tecnica del COUNSELING è utile, perché permette di mi- gliorare la comunicazione tra le parti coinvolte (ragazzi, preside, genitori, il consiglio di classe,personale ata ect) e di mettersi, nei panni del- l’altro, FACILITANDO LA PRESA DI DECISIONE. Quest’ultimo aspetto, cioè prendere decisioni in tempi brevi, mi pare centrale in contesto scolastico, dove spesso il problema non è dato tanto dal disagio dello stu- dente, ma dalla paralisi co- municativa che si crea nel progettare l’intervento di ri- sposta a tale disagio, da par- te dell’equipe scolastica, per l’incomprensione tra i vari at- tori della stessa. In questo senso l’insegnante-counselor si pone come FACILITATO- RE della comunicazione a scuola e come chiarificatore del senso delle regole per il ragazzo e per tutto lo staff scolastico e per le famiglie. Inoltre l’insegnante, che per tradizione impartisce regole, esercita “potere”, diventando, con una formazione speciali- stica counselor,spinge il grup- po classe alla fiducia nelle proprie capacità emotive e cognitive, riuscendo a gesti- re così i conflitti in modo ef- ficace senza che ci siano per- denti. Così l’insegnante, re- stituendo un senso di autoef- ficacia ai suoi allievi e un po- tere condiviso, viene di nuo- vo percepito autorevole. In- fatti la tecnica usata è una combinazione del clima Ro- gersiano, dove con l’accetta- zione e l’empatia, la corretta comunicazione nel rapporto adulti e giovani si promuove l’autoefficacia, l’autocon- trollo, sviluppando così negli studenti il senso di autonomia e di responsabilità, nonché la capacità di contribuire a de- finire le regole che governa- no la vita della classe. Per operare questo ci si avvale delle tecniche dell’ASCOLTO ATTIVO, del MESSAGGIO IN PRIMA PERSONA, e del- la risoluzione dei conflitti con il metodo del PROBLEM SOLVING, secondo il mo- dello di GORDON. L’ autore sottolineava spesso come adulti e insegnanti, ponendo- si l’obiettivo di aiutare i ra- gazzi ad esprimersi fallissero, perché, PUR MOSSI DA BUONE INTENZIONI, non disponevano essi stessi di un modello di relazione umana efficace. Quindi in conclu- sione sembra opportuno che i dirigenti scolastici attivino tali corsi nelle scuole per il loro personale docente. Per maggiori informazioni rivol- gersi a A.I.CI. affiliata F.A.I.P http://aicischoolcounse- ling.blogspot.it. Dott.ssa Roberta Vespignani FILO DIRETTO CON GLI PSICOLOGI Elenco dei professionisti che curano la rubrica filo diretto con gli psicologi della Sipap Roberta Vespignani Psicologa - Specializzanda in psicoterapia breve, si occupa di tecniche di rilassamento per gestione dello stress e di perizie a sostegno di iter processuali e risarcimento del danno.TEL: 3392992674 Sonia Civilotti Psicologa - Psicoterapeuta ad indirizzo sistemico relazionale. Si occupa di consulenze, sostegno psicologico e psicoterapia ad individui, coppie e famiglie. 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