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La certezza del diritto nei rapporti
tra fisco e contribuente nel D.Lgs.
5 agosto 2015, n. 128
L’abuso del diritto
Il nuovo art. 10bis della L. n. 212 del 2000
di Francesco Nicoletti
2
Dall’elusione all’abuso del diritto
Secondo la “Relazione illustrativa allo schema di
decreto legislativo recante disposizioni sulla certezza
del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente”:
«L’obiettivo è quello di dare maggiore certezza
al quadro normativo di elusione – abuso, di evitare che
gli Uffici esercitino i loro poteri di accertamento senza
precise linee guida limitandosi ad invocare il principio
generale antiabuso…»
Dopo l’enunciazione del principio generale antiabuso
non scritto da parte della Suprema Corte, «le maggiori
incertezze sono derivate soprattutto dalla non chiara
individuazione dei presupposti cositutivi
dell’elusione alias abuso…»
La riforma dell’abuso del diritto
3
Dall’elusione all’abuso del diritto
Dunque, per assicurare la certezza del diritto, il
legislatore ha avvertito la necessità di introdurre
nell’ordinamento tributario un “principio generale
dell’abuso del diritto” (art. 5, comma 1, della legge di
delega n. 23 del 2014) che unificasse i concetti di elusione
e di abuso, definendolo e circoscrivendone l’ambito
applicativo.
 Con il d. lgs. 5 agosto 2015, n. 128 è stato
quindi introdotto il nuovo art. 10 bis nella l. n. 212/2000
(Statuto del contribuente), rubricato:
“Disciplina dell'abuso del diritto o elusione fiscale”
La riforma dell’abuso del diritto
4
Dall’elusione all’abuso del diritto
IL CONCETTO DI ELUSIONE FISCALE:
- «L’elusione occupa uno spazio intermedio tra risparmio
legittimo (o lecito) di imposta ed evasione» (Tesauro),
configurando un aggiramento del precetto fiscale per
conseguire un risultato conforme alla lettera ma non alla
ratio della normativa.
EVOLUZIONE NORMATIVA NELL’ORDINAMENTO ITALIANO:
- Dalla prima norma antielusiva (art. 10 della L. n. 408
del 1990) all’introduzione dell’art. 37 bis del D.P.R. n. 600
del 1973.
La riforma dell’abuso del diritto
5
Dall’elusione all’abuso del diritto
Secondo l’art. 10, L. n. 408/1990, «É consentito
all’amministrazione finanziaria disconoscere ai fini fiscali la
parte di costo delle partecipazioni sociali sostenuto e
comunque i vantaggi tributari conseguiti in operazioni di
fusione, concentrazione, trasformazione, scorporo e
riduzione trasformazione, scorporo e riduzione di
capitale poste in essere senza valide ragioni
economiche ed allo scopo esclusivo di ottenere
fraudolentemente un risparmio di imposta» (co. 1).
La riforma dell’abuso del diritto
6
Dall’elusione all’abuso del diritto
Secondo l’art. 37 bis del d.p.r. n. 600/1973, «Sono
inopponibili all’amministrazione finanziaria gli atti, i fatti e i
negozi, anche collegati tra loro, privi di valide ragioni
economiche, diretti ad aggirare obblighi o divieti previsti
dall'ordinamento tributario e ad ottenere riduzioni di
imposte o rimborsi, altrimenti indebiti» (co. 1).
Detta disposizione si applica solo nell’ambito di
determinate operazioni specificate nel comma 3
(Modello casistico) e con riferimento alle imposte sui
redditi.
La riforma dell’abuso del diritto
7
Dall’elusione all’abuso del diritto
ELEMENTI ESSENZIALI:
- sussistenza di operazioni dirette ad aggirare obblighi o
divieti dell’ordinamento tributario (Vantaggio indebito);
- insussistenza di valide ragioni economiche;
- utilizzazione di una o più delle operazioni indicate nel
comma 3.
La riforma dell’abuso del diritto
8
Dall’elusione all’abuso del diritto
Prima dell’introduzione dell’art. 10 bis nello Statuto del
contribuente, dunque, non esisteva una norma
generale in tema di abuso del diritto, il quale, in
materia tributaria, è stato «creato» e progressivamente
affermato dalla giurisprudenza della Corte di
cassazione e da quella della Corte di Giustizia (con
successivi approdi non sempre coerenti e non privi di incertezze).
Rimane sullo sfondo il concetto di abuso del diritto nel
diritto civile, fondato sul criterio di buona fede
oggettiva/correttezza della condotta (favorevole al richiamo delle
categorie civilistiche dell’abuso del diritto in ambito tributario GIOVANNINI).
Nel diritto civile, l’abuso del diritto consiste nell’uso
improprio di un diritto soggettivo: il diritto è esercitato con
modalità formalmente corrette ma non corrispondenti alla
ratio normativa (es. art. 833 cod. civ. e clausole di correttezza e buona fede)
La riforma dell’abuso del diritto
9
Dall’elusione all’abuso del diritto
IL PRINCIPIO GENERALE DI ABUSO DEL DIRITTO
NELLA GIURISPRUDENZA TRIBUTARIA: LE ORIGINI
La prima significativa affermazione del principio di abuso
del diritto nella giurisprudenza di legittimità tributaria si
rinviene a partire dal 2005 (Cass. 21/10/2005, n.
20398) [v. slide successive].
In anni precedenti, la Suprema Corte ha negato la
contestabilità di operazioni conformi a schemi legali ma
dirette a perseguire vantaggi fiscali indebiti in assenza di
norma espressa antielusiva (all’epoca del compimento delle operazioni
contestate, nell’ordinamento non erano vigenti norme che perseguissero l’elusione
fiscale, in particolare non era ancora vigente l’art. 37 bis).
Così Cass. 3/4/2000, n. 3979; Cass. 3/9/2001, n. 11351;
Cass. 7/3/2002, n. 3345 (tutte rese in tema di dividend washing e/o
dividend stripping - cfr. Circ. n. 87/E del 27/12/2002).
La riforma dell’abuso del diritto
10
Abuso del diritto e giurisprudenza
Fase ante «Halifax»: il ricorso a strumenti civilisitici
Con il dichiarato intento di ampliare le strette maglie
dell’elusione fiscale nell’ordinamento tributario italiano,
nella giurisprudenza della Suprema Corte si affaccia il
principio di abuso del diritto, già enunciato in ambito
comunitario dalla Corte di giustizia, il quale vieta di
avvalersi abusivamente del diritto comunitario (Cass.
21/10/2005, n. 20398; Cass. 26/10/2005, n. 20816; Cass.
14/11/2005, n. 22932):
«… Non pare contestabile l’emergenza di un
principio tendenziale che (…) deve spingere l’interprete alla
ricerca di appropriati mezzi all’interno dell’ordinamento
nazionale per contrastare il diffuso fenomeno dell’abuso del
diritto, in specie del diritto tributario…» (Cass. n.
20398/2005)
La riforma dell’abuso del diritto
11
Abuso del diritto e giurisprudenza
Affermata la «comunitarietà» del principio antiabuso, la
Corte ritiene di dover ricorrere a strumenti
dell’ordinamento nazionale in grado di colpire
comportamenti abusivi con riguardo all’utilizzo improprio
della disciplina giuridica nazionale.
 Li rinviene negli artt. 1418, comma 2 e 1325,
n. 2, cod. civ. [difetto di causa delle operazioni negoziali
poste in essere], ovvero all’art. 1344 cod. civ. [nullità dei
contratti posti in essere per frode alla legge, sul
presupposto che le norme impositive sono norme
imperative].
Cfr. teoria della c.d. «causa concreta» del negozio, secondo cui per valutare la causa
del negozio occorre avere riguardo alla «funzione pratica» dell’accordo.
La riforma dell’abuso del diritto
12
Abuso del diritto e giurisprudenza
La sentenza c.d. «Halifax» della Corte di Giustizia: la
conclamazione dell’abuso del diritto nei tributi
armonizzati (CG 21/02/2006, C-255/02)
«…La sesta direttiva deve essere interpretata come
contraria al diritto del soggetto passivo di detrarre l’Iva
assolta a monte allorché le operazioni che fondano tale
diritto integrano un comportamento abusivo».
«… Perchè possa parlarsi di comportamento abusivo, le
operazioni … devono, nonostante l’applicazione formale
delle condizioni previste dalle pertinenti disposizioni …,
procurare un vantaggio fiscale la cui concessione
sarebbe contraria all’obiettivo delle stesse
disposizioni. Non solo. Deve altresì risultare da un
insieme di elementi obiettivi che le dette operazioni hanno
essenzialmente lo scopo di ottenere un vantaggio
fiscale».
La riforma dell’abuso del diritto
13
Abuso del diritto e giurisprudenza
Dunque, secondo i giudici comunitari, la definizione di
abuso del diritto si articola in due livelli:
- sussistenza di un vantaggio fiscale contrario
all’obiettivo della normativa comunitaria e
nazionale;
- il vantaggio deve costituire scopo essenziale
dell’operazione.
N.B:
- approccio tipico del diritto comunitario, fondato sui principi di primazia e
dell’effetto utile (il diritto comunitario deve conseguire i propri obiettivi, cfr. CG
14/12/2000, C-110/99, Emsland –Stärke, in tema di politica agricola);
La riforma dell’abuso del diritto
14
Abuso del diritto e giurisprudenza
FASE POST «HALIFAX» NELLA GIURISPRUDENZA
DELLA CORTE DI CASSAZIONE
- Cass. 5/5/2006, n. 10535: per sostenere l’abuso del
diritto, la Corte abbandona l’argomentazione fondata su
istituti civilistici (artt. 1344 e 1418 cod. civ.) e ritiene
vigente nell’ordinamento interno il principio di abuso
del diritto di origine comunitaria quale presupposto
per disconoscimento detrazione Iva in difetto di
valide ragioni economiche;
- Cass. 29/9/2006, n. 21221: la SVOLTA! La Suprema
Corte “va oltre” Halifax ed afferma l’applicabilità del
principio comunitario IN TUTTI I SETTORI della
fiscalità, anche in riferimento alle IMPOSTE DIRETTE ed
anche con riferimento a operazioni non incluse nell’art.
37 bis, che assumerebbe quindi natura esemplificativa
della sussistenza del principio
La riforma dell’abuso del diritto
15
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue: FASE POST «HALIFAX» NELLA
GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: la
centralità del «vantaggio fiscale»
- Cass. 4/4/2008, n. 8772: non opponibili al Fisco
operazioni compiute essenzialmente per conseguire
un vantaggio fiscale; incombe sul contribuente
provare l’esistenza di ragioni economiche alternative o
concorrenti di carattere non meramente marginale o
teorico [nozione più ampia di abuso rispetto a quella
comunitaria? In che misura rileva la violazione della ratio
della norma?]
- Cass. 21/4/2008, n. 10257: operazioni abusive sono
quelle «compiute essenzialmente per il conseguimento di
un vantaggio fiscale»; Cass. 22/9/2010, n. 20029 (è
abusiva l’operazione che presenta “quale elemento
predominante ed assorbente della transazione lo scopo
di ottenere un vantaggio fiscale”).
La riforma dell’abuso del diritto
16
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue: FASE POST «HALIFAX» NELLA
GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: La
centralità del «vantaggio fiscale… non esclusivo»
- Cass. 17/10/2008, n. 25374, dopo rinvio a Corte di
Giustizia (sent. 21/02/2008, C- 425/06 Part Service),
viene precisato che l'abuso può ricorrere «anche quando
lo scopo di conseguire un vantaggio fiscale sia
essenziale, e cioè non esclusivo, il che non esclude
l'esistenza dell'abuso quando concorrano altre
ragioni economiche».
La riforma dell’abuso del diritto
17
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue: FASE POST «HALIFAX» NELLA
GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: La
centralità del «vantaggio fiscale… non esclusivo»
In questa pronuncia si afferma:
a) la nozione abuso è clausola generale
dell’ordinamento valida per tutte le entrate tributarie
e implica «un superamento della forma giuridica in
vista di cogliere l'esatta finalità economica di un
negozio o di un complesso negoziale»;
b) b) è rilevabile d’ufficio anche in difetto di specifica
deduzione e allegazione;
c) c) si inizia ad affermare l’esigenza di cautela nell’utilizzo
del principio (rispetto della libertà di impresa e
della libera iniziativa economica)
La riforma dell’abuso del diritto
18
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue: FASE POST «HALIFAX» NELLA
GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: La
centralità del «vantaggio fiscale… non esclusivo»
- nel caso di specie [materia di leasing], viene statuito che
«il frazionamento di un'operazione in distinti
contratti, il cui contenuto economico è di far ottenere
ad un altro soggetto, ad un tempo stesso, l'utilizzazione
di un bene, il procacciamento della provvista finanziaria
necessaria e l'assicurazione contro i rischi di perdita o di
deperimento economico del bene fornito, ha come
scopo principale quello di realizzare un risparmio
d'imposta attraverso una diminuzione del
corrispettivo soggetto ad IVA».
La riforma dell’abuso del diritto
19
Abuso del diritto e giurisprudenza
FASE POST «HALIFAX» NELLA GIURISPRUDENZA
DELLA CORTE DI CASSAZIONE: la parola alle Sezioni
Unite
Cass. SS.UU. 23/12/2008, nn. 30055, 30056, 30057:
confermata la vigenza del principio di abuso del diritto in
tema di tributi non armonizzati, il cui fondamento è da
rinvenirsi direttamente nella Carta costituzionale (art.
53) con riferimento al principio di capacità contributiva e di
progressività [quindi rilevabile d’ufficio, in ogni stato e grado del processo,
purché la pretesa tributaria sia contenuta nell’atto impositivo]
La riforma dell’abuso del diritto
20
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue: FASE POST «HALIFAX» NELLA
GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: la
parola alle Sezioni Unite
L’abuso consiste «…nel trarre indebiti vantaggi fiscali
dall'utilizzo distorto, pur se non contrastante con
alcuna specifica disposizione normativa, di strumenti
giuridici idonei a ottenere un risparmio fiscale, in
difetto di ragioni economicamente apprezzabili che
giustifichino l'operazione, diverse dalla mera finalità di
ottenere un risparmio fiscale».
La riforma dell’abuso del diritto
21
Abuso del diritto e giurisprudenza
FASE POST «SEZIONI UNITE» NELLA
GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE:
Conferme ma esigenze di cautela.
Nelle pronunce successive, si assiste:
- per un verso al consolidamento del principio di abuso
del diritto [Cass. 20030/2010 applicabilità anche a contratti tipici ma privi di
valide ragioni economiche; Cass. 12042/2009 applicabilità del principio anche
all’imposta di registro; Cass. 20/05/2013, n. 12282, applicabilità del principio in
presenza di operazioni complessivamente antieconomiche];
- per altro verso all’emersione dell’esigenza di certezza:
le operazioni contestate DEVONO EFFETTIVAMENTE
AGGIRARE LA NORMATIVA FISCALE; più volte si afferma
che è onere dell’Ufficio allegare fatti ed elementi
costitutivi della pretesa con dimostrazione della oggettiva
natura elusiva dell’operazione.
La riforma dell’abuso del diritto
22
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue: FASE POST «SEZIONI UNITE» NELLA
GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE:
Conferme ma esigenze di cautela
Per dimostrare l’equivalenza del risultato conseguito
dal contribuente rispetto a quello raggiungibile con le
norme eluse, l’Ufficio deve dimostrare l’oggettiva natura
elusiva dell’operazione, confrontando il comportamento
abusato ed il relativo carico fiscale con le
«operazioni fisiologiche» aggirate (Cass. 12/1/2009, n. 1465;
Cass. 22/9/2010, n. 20030; Cass. 21/1/2011, n. 1372; Cass. 5/12/2014, n. 25758
per importanti aperture nei confronti del contribuente in merito alle proprie scelte
economiche, Cass. 12/11/2010, n. 22994).
Al contribuente spetta la prova sulle concrete, essenziali,
ragioni economiche dell’operazione).
La riforma dell’abuso del diritto
23
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue: FASE POST «SEZIONI UNITE» NELLA
GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE:
Conferme ma esigenze di cautela
La Suprema Corte evidenzia in più occasioni la “cautela
che deve guidare l’applicazione del principio”, la quale
“deve essere massima quando non si tratti di
operazioni finanziarie (come avviene, ad esempio, nei
casi di dividend washing e di dividend stripping), di
artificioso frazionamento di contratti (…), ma di
ristrutturazioni societarie, soprattutto allorquando le stesse
avvengano nell’ambito di grandi gruppi di imprese” (così, di
recente, Cass. 14/1/2015, n. 438 ; ma in precedenza,
Cass. 1372/2011).
La riforma dell’abuso del diritto
24
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue: FASE POST «SEZIONI UNITE» NELLA
GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE:
rilevanza valide ragioni extraeconomiche
Cass. 26/2/2014 nn. 4603 e 4604: «il carattere abusivo va
escluso quando sia individuabile una compresenza, non
marginale, di ragioni extra fiscali, che non
necessariamente si identificano in una redditività
immediata, potendo consistere in esigenze di natura
organizzativa ed in un miglioramento strutturale e
funzionale dell'azienda».
La riforma dell’abuso del diritto
25
Abuso del diritto e giurisprudenza
Dalla cautela…. al massimo rigore: un interessante
caso di negazione dell’abuso del diritto nonostante
l’accertato, esclusivo, perseguimento del vantaggio fiscale:
- Cass. 26/8/2015 n. 17175: fattispecie di sale e lease
back, nell’ambito della quale l’Ufficio ha rilevato:
• nella solidità e buona liquidità dell’impresa,
tali da non giustificare il negozio di finanziamento con
la cessione dell’immobile;
• nel rilevante importo della maxi rata iniziale
del leasing;
• nei documenti raccolti presso la società di leasing
dai quali emergeva che l’operazione veniva condotta
solo per motivi fiscali.
[infatti, per i giudici di merito l’abuso si è configurato!]
La riforma dell’abuso del diritto
26
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue
Nonostante la sussistenza di tali elementi, Cass.
17175/2015 ha negato la configurazione dell’abuso
affermando:
• SULLA SITUAZIONE ECONOMICO FINANZIARIA:
«l'ottima situazione economica, patrimoniale e finanziaria
di una società, non impedisce per ciò stesso alla stessa
di attingere al credito al fine di procurarsi liquidità
non necessariamente da destinare ad investimenti
produttivi ma anche soltanto per riorganizzare la propria
esposizione debitoria verso i fornitori e rinegoziare, come
nel caso di specie, le passività verso la banca finanziatrice:
l’assenza di attuali esigenze di liquidità si risolve
dunque in un indizio meramente generico e non
espressivo ex se di una "anomala" condotta
imprenditoriale»;
La riforma dell’abuso del diritto
27
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue
• SULL’ENTITA’ DELLA MAXIRATA INIZIALE: «La
pattuizione delle condizioni del contratto di "sale & lease
back", tra cui la previsione di una maxi-rata iniziale,
rientra nella libera determinazione negoziale delle
parti e nella valutazione della convenienza
economica dell’affare in relazione al costo di accesso al
finanziamento offerto sul mercato dalle società di leasing:
difetta la prova … che la previsione di tale condizione
integri un elemento difforme od abnorme rispetto alla
attuazione dello schema del contratto di "sale & lease back"
affermatosi nella prassi commerciale…»;
La riforma dell’abuso del diritto
28
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue
• SULL’ESCLUSIVO PERSEGUIMENTO DEL
VANTAGGIO FISCALE : la scelta di sostituire «il regime
della proprietà sul bene strumentale con il diritto di
godimento sul medesimo (…), bene può essere
determinata, anche prevalentemente, dall'obiettivo di
conseguire un risparmio d'imposta, non comportando
tale scelta alcun "aggiramento" delle norme fiscali
sull'ammortamento, quanto piuttosto la individuazione
ex ante del regime giuridico dei beni aziendali più
conveniente in relazione al regime fiscale meno gravoso»;
La riforma dell’abuso del diritto
29
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue
Di conseguenza, secondo la Suprema Corte si rende:
«del tutto irrilevante, ai fini dell'accertamento della
pratica abusiva, l'elemento fondato sulla "intenzione"
della società contribuente che, dalla documentazione
rivenuta presso la società di leasing, risultava
essersi determinata ad optare tra il mantenimento in
proprietà e la concessione in godimento del bene
immobile eminentemente in relazione al più
favorevole regime fiscale»
(analoghi principi sono stati enunciati in Cass. 10/1/2015,
n. 405 e 10/12/2014, n. 25972)
La riforma dell’abuso del diritto
30
Abuso del diritto e giurisprudenza
L’attenzione sulla «manipolazione» ed
«alterazione» degli schemi negoziali: sintomo abuso
Da notare, infine, che sovente, la Suprema Corte ha
attribuito particolare rilevanza ai fini della configurazione
dell’abuso alla «manipolazione e di alterazione degli
schemi negoziali classici», secondo modalità «irragionevoli
in una normale logica di mercato» (es. Cass. 20029/2010
n. 6226/2015).
Ma cosa significano di preciso i termini «manipolare» e
«alterare»? Alludono all’impiego di strumenti negoziali in
contrasto con la propria, tipica, funzione economica?
Ovvero al loro impiego nell’ambito di operazioni prive di
sostanza economica? (critico sull’uso di tali concetti
TESAURO)
La riforma dell’abuso del diritto
31
Abuso del diritto e giurisprudenza
L’abuso tra elusione ed evasione
Nell’applicazione del principio dell’abuso, la Suprema Corte
talora utilizza il concetto di abuso anche in presenza di
fenomeni di simulazione o di interposizione (es. Cass.
12/11/2010 n. 22994; Cass. 22/9/2010, n. 20029; Cass.
26/2/2010, n. 4737).
Es. Cass. 11/5/2012, n. 7393: l’Ufficio accerta
l’indeducibilità di una svalutazione di partecipazioni per
evasione (fittizia interposizione, in Paese UE, di una
società tra altra italiana ed una terza residente in Paese a
fiscalità privilegiata, violazione diretta art. 61, co. 3 bis)
 La Cassazione avalla ma rispondendo e
motivando in termini di elusione!
La riforma dell’abuso del diritto
32
Abuso del diritto e giurisprudenza
Qualche recente retromarcia sull’immanenza del
principio antiabuso nei tributi armonizzati….
Non sono poi mancate recenti pronunce con cui, talora pur
incidentalmente, si è escluso che mediante l’abuso del
diritto possano censurarsi operazioni diverse da quelle di
cui all’art. 37 bis comma 3 (nei tributi non armonizzati):
- Cass. 19/12/2014 n. 27087
- Cass. 26/8/2015 n. 17159
- Cass. 25/11/2015 n. 24024 (*)
(*) Così anche CTR BO sent. 933/16/15!
La riforma dell’abuso del diritto
33
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue
- Cass. 26/8/2015 n. 17159: il tradizionale
orientamento in tema di abuso del diritto «divenuto
pressoché univoco, alla data della presente decisione, nella
giurisprudenza di questa Corte» appare invero «opinabile,
perché (a tacer d’altro) vanifica quasi ogni intervento
del legislatore in materia e trascura la lettera
dell’art. 37-bis del d.P.R. n. 600 del 1973 (non colpita,
allo stato, da dichiarazioni di illegittimità costituzionale),
che ha previsto, quale «condizione» per l’inopponibilità
all’amministrazione finanziaria degli effetti dell’elusione
fiscale, l’utilizzazione di una o più tra le operazioni elencate
nel comma 3 dello stesso articolo.
La riforma dell’abuso del diritto
34
Abuso del diritto e giurisprudenza
Segue
- Cass. 25/11/2015 n. 24024: «la fattispecie
dell’abuso del diritto nel nostro ordinamento non opera
tout court nel caso di accertamento che concernano
la materia delle imposte sui redditi … In tale materia
occorre tener conto, secondo la giurisprudenza di questa
Corte, che il legislatore, con l’art. 37-bis, d.P.R. n. 600
del 1973, ha scelto di tipizzare la figura dell’abuso
del diritto convogliandola su specifici elementi
caratterizzanti e determinate operazioni negoziali, in
assenza dei quali non sono configurabili (si ripete nella
materia delle imposte sui redditi) altre ipotesi (atipiche) di
pratiche abusive…..»
La riforma dell’abuso del diritto
35
La delega fiscale 2014
L’ABUSO DEL DIRITTO NELLA
LA DELEGA FISCALE 2014 –
LEGGE 11 MARZO 2014, n. 23
E NEL D. LGS. 5 agosto 2015, n. 128
La riforma dell’abuso del diritto
36
La delega fiscale 2014
L’art. 5 della L. n. 23/2014 ha fissato i principi
per la riforma della disciplina antiabuso ed, in
particolare:
a) unificare le disposizioni antielusive con il
principio generale di abuso del diritto,
eliminando ambiguità;
a) definire le condotte abusive (“uso distorto
di strumenti giuridici idonei ad ottenere un
risparmio d’imposta ancorché la condotta non sia
in contrasto con alcuna specifica disposizione”);
La riforma dell’abuso del diritto
37
La delega fiscale 2014
c) coordinare le nuove disposizioni con la
Raccomandazione della Commissione n.
2012/772/UE in materia di pianificazione
fiscale aggressiva;
d) garantire la libertà di scelta tra diverse
operazioni consentite, anche se presentano
carichi fiscali diversi;
e) rendere inopponibili al fisco le operazioni
abusive;
f) introdurre una motivazione rafforzata
dell’atto impositivo a pena di nullità;
La riforma dell’abuso del diritto
38
La delega fiscale 2014
g) porre la prova dell’abuso (disegno abusivo,
manipolazione e alterazione degli strumenti giuridici, non
conformità alla logica di mercato, etc.) a carico dell’AF e
dell’esistenza di valide ragioni economiche a
carico del contribuente;
h) prevedere un procedimento di
accertamento rafforzato per la
contestazione dell’abuso;
i) rivedere le sanzioni tributarie penali in
caso di condotte abusive.
La riforma dell’abuso del diritto
39
Con il D.Lgs. n. 128/2015 viene
abrogato l’art. 37 bis del D.P.R. n. 600/1973
e
introdotto l’art. 10 bis della L. n. 212/2000
(Statuto dei diritti del contribuente).
Efficacia (relativamente retroattiva) – l’art. 10
bis si applica:
- dal 1/10/2015; e
- anche sulle operazioni poste in essere prima
del 1/10/2015 per le quali, alla stessa data,
non sia stato notificato il relativo atto
impositivo (art. 1, co. 5 d. lgs. n. 128/2015)
La riforma dell’abuso del diritto
D.Lgs. n. 128/2015
40
Dunque:
- per accertamenti notificati prima del
1/10/2015 non si applicano le disposizioni
di cui all’art. 10 bis
(Preoccupazione per recente orientamento
giurisprudenziale della Suprema Corte tendente
ad escludere, relativamente alle imposte dirette,
il principio generale antiabuso al di fuori delle
ipotesi previste dall’art. 37 bis)
La riforma dell’abuso del diritto
D.Lgs. n. 128/2015
41
L’art. 10bis e lo Statuto
Inserimento dell’art. 10bis all’interno
dello Statuto del contribuente.
Finalità:
(a) assicurare una portata generale
all’istituto (Iva, registro, II.DD., etc.);
(b) lo colloca tra i principî generali
dell’ordinamento tributario (ex art. 1,
co. 1, dello Statuto).
La riforma dell’abuso del diritto
42
Contenuto dell’art. 10bis…
- unifica i concetti di elusione e di
abuso del diritto (fornendo una
definizione unica di abuso);
- supera le limitazioni a specifiche
operazioni (v. l’elenco contenuto nel co. 3 dell’art.
37bis);
- amplia l’ambito delle imposte
interessate;
- garantisce il legittimo risparmio
d’imposta.
La riforma dell’abuso del diritto
43
Contenuto dell’art. 10bis…
La riforma dell’abuso del diritto
Commi 1 e 2: DEFINIZIONE ABUSO DEL DIRITTO
•Assenza di “sostanza economica”;
•Rispetto formale della normativa
•Vantaggi fiscali indebiti essenziali.
Commi 3 e 4 – LIMITI ESTERNI ALL’AMBITO APPLICATIVO DELL’ABUSO DEL DIRITTO
•Valide ragioni extrafiscali non marginali (comma 3);
•Libertà di scelta tra regimi opzionali espressi o non espressi (comma 4).
Commi da 5 a 12 – NORME PROCEDURALI
•Interpello (comma 5);
•Accertamento e contraddittorio preventivo (comma 6);
•Termini per l’accertamento e motivazione (commi 7 e 8);
•Riparto onere della prova (comma 9);
•Sospensione della riscossione (comma 10);
•Natura residuale dell’accertamento antielusivo rispetto a specifiche violazioni di legge (comma 12).
Comma 13 – SANZIONI
•Esclusione dell’applicabilità delle sanzioni penali;
•Applicabilità sanzioni amministrative.
44
Struttura della definizione
1. Configurano abuso del diritto una o più operazioni prive di
sostanza economica che, pur nel rispetto formale delle norme
fiscali, realizzano essenzialmente vantaggi fiscali indebiti.
Tali operazioni non sono opponibili all'amministrazione
finanziaria, che ne disconosce i vantaggi determinando i tributi
sulla base delle norme e dei principi elusi e tenuto conto di
quanto versato dal contribuente per effetto di dette operazioni.
2. Ai fini del comma 1 si considerano:
a) operazioni prive di sostanza economica (…)
b) vantaggi fiscali indebiti (…)
3. Non si considerano abusive, in ogni caso, le operazioni
giustificate da valide ragioni extrafiscali, non marginali, anche di
ordine organizzativo o gestionale, che rispondono a finalità di
miglioramento strutturale o funzionale dell'impresa ovvero
dell'attività professionale del contribuente.
La riforma dell’abuso del diritto
45
Definizione di “abuso del diritto”
Sono abusive le operazioni prive di sostanza
economica che, pur nel rispetto formale delle
norme fiscali, realizzano essenzialmente
vantaggi fiscali indebiti
(art. 10bis, co. 1)
In sede di accertamento l'abuso del diritto può
essere configurato solo se i vantaggi fiscali non
possono essere disconosciuti contestando la
violazione di specifiche disposizioni tributarie.
(art. 10bis, co. 12)
La riforma dell’abuso del diritto
46
Definizione di “abuso del diritto”
NB: l’abuso è residuale - esiste solo se
i vantaggi non possono essere
disconosciuti contestando la violazione di
specifiche disposizioni tributarie (art. 10-bis,
co. 12) – ciò porterebbe ad escludere che possa
configurarsi l’abuso come «evasione interpretativa»
La riforma dell’abuso del diritto
47
Presupposti
Le condotte “abusive” vengono
identificate attraverso tre presupposti:
1) assenza di sostanza economica delle
operazioni;
2) realizzo di un vantaggio fiscale
indebito;
3) il vantaggio (indebito) è l’effetto
essenziale dell’operazione.
La riforma dell’abuso del diritto
Ovvero operazioni definibili come
«artificiose» «non genuine»
48
1) assenza di sostanza economica e valide ragioni extrafiscali
1. Configurano abuso del diritto una o più
operazioni prive di sostanza economica che,
pur nel rispetto formale delle norme fiscali,
realizzano essenzialmente vantaggi fiscali
indebiti. …
2. Ai fini del comma 1 si considerano:
a) operazioni prive di sostanza economica
i fatti, gli atti e i contratti, anche tra loro
collegati, inidonei a produrre effetti
significativi diversi dai vantaggi fiscali. Sono
indici di mancanza di sostanza economica, …;
b) vantaggi fiscali indebiti i benefici, anche
non immediati, realizzati in contrasto con le
finalità delle norme fiscali o con i principi
dell'ordinamento tributario
3. Non si considerano abusive, in ogni caso, le
operazioni giustificate da valide ragioni
extrafiscali, non marginali, …
La riforma dell’abuso del diritto
«Sostanza
economica» e
«valide ragioni
extrafiscali»:
sono la stessa
cosa? Sono
due «aspetti»
diversi?
49
1) assenza di sostanza economica
«Sostanza economica» e «valide ragioni extrafiscali»:
sono la stessa cosa? Sono due «aspetti» diversi?
a) Per alcuni [Stevanato] medesimo aspetto, «l’assenza
di «sostanza economica» nelle operazioni realizzate non
può cioè contenere in sé il suo contrario: «prive di
sostanza economica» significa altresì «senza valide ragioni
extrafiscali» …»;
b) Per altri, sono due aspetti diversi:
- il primo, «sostanza economica», attiene agli
aspetti oggettivi dell’operazione (di cui è onere dell’AF
dimostrare l’assenza), a prescindere da eventuali
intenzioni personali del contribuente;
- il secondo «valide ragioni extrafiscali non
marginali», lettura in chiave soggettiva delle ragioni
alla base della condotta del contribuente (il quale ha
l’onere di dimostrarle) [Contrino – Marcheselli].
La riforma dell’abuso del diritto
50
1) assenza di sostanza economica
Realizzazione di fatti, atti o contratti, anche
collegati tra loro, inidonei a produrre effetti
significativi diversi dai vantaggi fiscali
(art. 10bis, co. 2, lett. a)
Tale disposizione procede specificando due “indici” del difetto di
sostanza economica  SINTOMATOLOGIA:
A) non coerenza della qualificazione delle singole
operazioni con il fondamento giuridico del loro insieme;
B) non conformità degli strumenti giuridici a
normali logiche di mercato
La riforma dell’abuso del diritto
51
1) assenza di sostanza economica
A) NON COERENZA DELLA QUALIFICAZIONE DELLE
SINGOLE OPERAZIONI CON IL FONDAMENTO GIURIDICO
DEL LORO INSIEME: analisi giuridica dell’operazione
- Il riferimento è a costruzioni sì in grado di produrre effetti
giuridici economici, ma con passaggi giuridicamente
incoerenti
- Implica:
- ANALISI A LIVELLO “DISAGGREGATO”, (per singolo atto)
- ANALISI A LIVELLO “AGGREGATO” (per sequenza)
Si vincola l’analisi dell’abuso alla fattispecie giuridica concreta
posta in essere dal contribuente con attenzione al dato oggettivo
dell’operazione posta in essere (si limita il campo di applicazione
dell’abuso e delle sue fattispecie)
La riforma dell’abuso del diritto
52
1) assenza di sostanza economica
LA TERMINILOGIA DELL’ANALISI GIURIDICA
DELL’OPERAZIONE:
- COSA SI INTENDE PER “QUALIFICAZIONE”? IL NOMEN
IURIS? LA FORMA GIURIDICA?
- E PER “FONDAMENTO GIURIDICO”? LA CAUSA NEGOZIALE?
La riforma dell’abuso del diritto
53
1) assenza di sostanza economica
B) NON CONFORMITÀ DEGLI STRUMENTI GIURIDICI A
NORMALI LOGICHE DI MERCATO: analisi economica
dell’operazione
- Il riferimento è a fattispecie costruite con modalità che non
sarebbero state impiegate nell’ambito di un comportamento
ragionevole dal punto di vista commerciale.
- Racc. n. 2012/772/UE: costruzioni poste in essere in un modo
che “non sarebbe normalmente impiegato in quello che
dovrebbe essere un comportamento ragionevole in
ambito commerciale”;
La riforma dell’abuso del diritto
54
1) assenza di sostanza economica
SEGUE:
- il rapporto con le “normali logiche di mercato” dimostra
l’esistenza di un’analisi economica della fattispecie
attento al percorso seguito secondo l’ordinaria prassi
commerciale;
- la non conformità degli atti/fatti/contratti posti in essere a
logica di mercato è indice della “assenza di sostanza
economica”
- rischio di incremento della discrezionalità in capo all’AF per
individuare le fattispecie di abuso (viene posta attenzione a
quello che normalmente un altro imprenditore avrebbe fatto
nell’ambito delle ragionevoli logiche di mercato; ovviamente,
maggiori possibilità di censura anche per il contribuente)
La riforma dell’abuso del diritto
55
DUNQUE…
Per individuare l’abuso del diritto in ambito tributario è
necessario compiere e combinare:
A) ANALISI GIURIDICA DELL’OPERAZIONE;
B) ANALISI ECONOMICA DELL’OPERAZIONE.
La riforma dell’abuso del diritto
56
DUNQUE…
In ogni caso si rammenti che:
SE L’OPERAZIONE DEL CONTRIBUENTE È IDONEA
A PRODURRE EFFETTI SIGNIFICATIVI DIVERSI DAL
VANTAGGIO FISCALE, PUR GENERANDO ANCHE
UN RISPARMIO FISCALE, L’OPERAZIONE NON
COSTITUISCE ABUSO DEL DIRITTO
La riforma dell’abuso del diritto
57
1) assenza di sostanza economica
Le altre fattispecie non richiamate nell’art. 10-bis ma
presenti nella Racc. n. 2012/772/UE:
(a) la costruzione o la serie di costruzioni comprende elementi
che hanno l’effetto di compensarsi o di annullarsi
reciprocamente;
- operazioni che assumono rilevanza essenzialmente tra diverse
giurisdizione fiscali
(b) le operazioni … di natura circolare;
- operazioni che esprimono di per sé l’assenza di sostanza
economica
(c) la costruzione o la serie di costruzioni comporta un
significativo vantaggio fiscale, di cui tuttavia non si tiene conto
nei rischi commerciali assunti dal contribuente o nei suoi flussi
di cassa;
(d) le previsioni di utili al lordo delle imposte sono insignificanti
rispetto all’importo dei previsti vantaggi fiscali.
- operazioni che esprimono un vantaggio fiscale (altro problema
poi e la declinazione dell’“indebito”)
La riforma dell’abuso del diritto
58
2) Realizzo di un vantaggio fiscale indebito
Benefici fiscali, anche non immediati,
realizzati in contrasto con le finalità
della norma fiscale e con i principi
dell’ordinamento tributario
(art. 10bis, co. 2, lett. b)
Violazione della ratio legis della norma impositiva.
Richiesto notevole sforzo interpretativo all’AF
La riforma dell’abuso del diritto
59
2) Realizzo di un vantaggio fiscale indebito
Violazione della ratio legis della norma
impositiva… ma di quale “norma impositiva”?
(i) quella della stessa norma che il
contribuente ha applicato al suo caso o si è
messo nella condizione di applicare
- Abuso come c.d. evasione interpretativa?
(ii) quella di una norma diversa (quella
aggirata/non applicata)
Per la Racc. 2012/772/UE: «…la finalità di una costruzione o di una serie
di costruzioni artificiose consiste nell’eludere l’imposizione quando, a
prescindere da eventuali intenzioni personali del contribuente, contrasta
con l’obiettivo, lo spirito e la finalità delle disposizioni fiscali che
sarebbero altrimenti applicabili.»
La riforma dell’abuso del diritto
60
2) il vantaggio è l’effetto essenziale dell’operazione
Quando i vantaggi fiscali indebiti sono
FONDAMENTALI rispetto agli altri fini
perseguiti dal contribuente
La riforma dell’abuso del diritto
Si possono ritenere «fondamentali»
quando qualsiasi altro fine sembri
per lo più irrilevante alla luce di
tutte le circostanze del caso
[Raccomandazione 2012/772/UE, par. 4,6]
61
3) Rilievo Valide ragioni extrafiscali
Non sono in radice abusive (comma 3):
le operazioni giustificate da valide
ragioni extrafiscali non marginali
(secondo la Relazione illustrativa al decreto legislativo,
esse sussistono solo se l’operazione non sarebbe
stata posta in essere in loro assenza)
Come «le operazioni motivate da esigenze anche
di ordine organizzativo o gestionale che
rispondono a finalità di miglioramento strutturale
o funzionale dell’impresa o professionale del
contribuente»
L’inciso riguarda quindi il migliore
funzionamento dell’attività, a prescindere da
un diretto riscontro economico
La riforma dell’abuso del diritto
62
3) Rilievo Valide ragioni extrafiscali
Si ricorda però che ai fini Iva, la CGUE ha ritenuto che “…
il giudice nazionale, nell’ambito della valutazione che gli
compete, può prendere in considerazione il carattere
puramente fittizio delle operazioni nonché i nessi giuridici,
economici e/o personali tra gli operatori coinvolti …
essendo tali elementi idonei a provare che l’ottenimento
del vantaggio fiscale costituisce lo scopo essenziale
perseguito nonostante l’esistenza eventuale, per
altro verso, di obiettivi economici ispirati da
considerazioni, ad esempio, di marketing, di
organizzazione e di garanzia” (CGUE, caso C-425/06,
Part Service, par. 62)
La riforma dell’abuso del diritto
63
4) Legittima scelta del contribuente
LIBERTÀ DI SCELTA - Comma 4
«Resta ferma la libertà di scelta del
contribuente tra regimi opzionali diversi
offerti dalla legge e tra operazioni
comportanti un diverso carico fiscale»
Sono del tutto legittime quindi le
operazioni frutto di una legittima scelta
della condotta fiscalmente meno
onerosa
La riforma dell’abuso del diritto
64
Legittima scelta del contribuente
Secondo la Relazione illustrativa, tale disposizione va letta in
stretta connessione con la definizione di condotta abusiva di cui
al comma 1, ribadendo il principio generale per cui è
legittimo il risparmio di imposta attuato mediante
l’esercizio della libera iniziativa economica con l’unico
limite di non perseguire vantaggi fiscali indebiti; perciò
viene evidenziata “la delicatezza dell’individuazione delle
rationes delle norme tributarie ai fini della configurazione
dell’abuso”.
“ad esempio non è possibile configurare una condotta
abusiva laddove il contribuente scelga di procedere ad
una fusione anzichè alla liquidazione. È vero che la prima
operazione è a carattere neutrale e la seconda ha, invece,
natura realizzativa, ma nessuna disposizione tributaria
mostra preferenza per l’una o l’altra operazione; sono due
operazioni poste sullo stesso piano ancorchè disciplinate da
regole fiscali diverse”.
La riforma dell’abuso del diritto
65
5) Effetti delle operazioni abusive
Le operazioni abusive:
(a)sono inopponibili all’AF (già art. 37bis)
(b) restano valide ed efficaci a fini
civilistici
La riforma dell’abuso del diritto
66
Sanzioni irrogabili
Le operazioni “abusive” non assumono
più rilevanza penale (quindi mai raddoppio
termini di accertamento); ma restano applicabili
le sanzioni pecuniarie amministrative
tributarie ove ne ricorrano i presupposti
 art. 1, comma 2, d. lgs. 471/1997
La riforma dell’abuso del diritto
67
Sanzioni irrogabili
Prima, con riferimento alle sanzioni
amministrative:
- Secondo un orientamento della Suprema
Corte, sez. tributaria:
- se fattispecie rilevante ex art. 37 bis, sì
sanzioni;
- se contrastante con il principio dell’abuso del
diritto “non codificato”, no sanzioni (es.
Cass. nn. 25537/2011; ma diversamente
Cass. 12249/2010: “no automatica esclusione
sanzioni”).
La riforma dell’abuso del diritto

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Riforma sanzioni - art.1, comma 133 della legge n.208 del 2015
Riforma sanzioni - art.1, comma 133 della legge n.208 del 2015Riforma sanzioni - art.1, comma 133 della legge n.208 del 2015
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Abuso del diritto - IL nuovo art. 10bis della Legge 212/2000

  • 1. 1 La certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente nel D.Lgs. 5 agosto 2015, n. 128 L’abuso del diritto Il nuovo art. 10bis della L. n. 212 del 2000 di Francesco Nicoletti
  • 2. 2 Dall’elusione all’abuso del diritto Secondo la “Relazione illustrativa allo schema di decreto legislativo recante disposizioni sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente”: «L’obiettivo è quello di dare maggiore certezza al quadro normativo di elusione – abuso, di evitare che gli Uffici esercitino i loro poteri di accertamento senza precise linee guida limitandosi ad invocare il principio generale antiabuso…» Dopo l’enunciazione del principio generale antiabuso non scritto da parte della Suprema Corte, «le maggiori incertezze sono derivate soprattutto dalla non chiara individuazione dei presupposti cositutivi dell’elusione alias abuso…» La riforma dell’abuso del diritto
  • 3. 3 Dall’elusione all’abuso del diritto Dunque, per assicurare la certezza del diritto, il legislatore ha avvertito la necessità di introdurre nell’ordinamento tributario un “principio generale dell’abuso del diritto” (art. 5, comma 1, della legge di delega n. 23 del 2014) che unificasse i concetti di elusione e di abuso, definendolo e circoscrivendone l’ambito applicativo.  Con il d. lgs. 5 agosto 2015, n. 128 è stato quindi introdotto il nuovo art. 10 bis nella l. n. 212/2000 (Statuto del contribuente), rubricato: “Disciplina dell'abuso del diritto o elusione fiscale” La riforma dell’abuso del diritto
  • 4. 4 Dall’elusione all’abuso del diritto IL CONCETTO DI ELUSIONE FISCALE: - «L’elusione occupa uno spazio intermedio tra risparmio legittimo (o lecito) di imposta ed evasione» (Tesauro), configurando un aggiramento del precetto fiscale per conseguire un risultato conforme alla lettera ma non alla ratio della normativa. EVOLUZIONE NORMATIVA NELL’ORDINAMENTO ITALIANO: - Dalla prima norma antielusiva (art. 10 della L. n. 408 del 1990) all’introduzione dell’art. 37 bis del D.P.R. n. 600 del 1973. La riforma dell’abuso del diritto
  • 5. 5 Dall’elusione all’abuso del diritto Secondo l’art. 10, L. n. 408/1990, «É consentito all’amministrazione finanziaria disconoscere ai fini fiscali la parte di costo delle partecipazioni sociali sostenuto e comunque i vantaggi tributari conseguiti in operazioni di fusione, concentrazione, trasformazione, scorporo e riduzione trasformazione, scorporo e riduzione di capitale poste in essere senza valide ragioni economiche ed allo scopo esclusivo di ottenere fraudolentemente un risparmio di imposta» (co. 1). La riforma dell’abuso del diritto
  • 6. 6 Dall’elusione all’abuso del diritto Secondo l’art. 37 bis del d.p.r. n. 600/1973, «Sono inopponibili all’amministrazione finanziaria gli atti, i fatti e i negozi, anche collegati tra loro, privi di valide ragioni economiche, diretti ad aggirare obblighi o divieti previsti dall'ordinamento tributario e ad ottenere riduzioni di imposte o rimborsi, altrimenti indebiti» (co. 1). Detta disposizione si applica solo nell’ambito di determinate operazioni specificate nel comma 3 (Modello casistico) e con riferimento alle imposte sui redditi. La riforma dell’abuso del diritto
  • 7. 7 Dall’elusione all’abuso del diritto ELEMENTI ESSENZIALI: - sussistenza di operazioni dirette ad aggirare obblighi o divieti dell’ordinamento tributario (Vantaggio indebito); - insussistenza di valide ragioni economiche; - utilizzazione di una o più delle operazioni indicate nel comma 3. La riforma dell’abuso del diritto
  • 8. 8 Dall’elusione all’abuso del diritto Prima dell’introduzione dell’art. 10 bis nello Statuto del contribuente, dunque, non esisteva una norma generale in tema di abuso del diritto, il quale, in materia tributaria, è stato «creato» e progressivamente affermato dalla giurisprudenza della Corte di cassazione e da quella della Corte di Giustizia (con successivi approdi non sempre coerenti e non privi di incertezze). Rimane sullo sfondo il concetto di abuso del diritto nel diritto civile, fondato sul criterio di buona fede oggettiva/correttezza della condotta (favorevole al richiamo delle categorie civilistiche dell’abuso del diritto in ambito tributario GIOVANNINI). Nel diritto civile, l’abuso del diritto consiste nell’uso improprio di un diritto soggettivo: il diritto è esercitato con modalità formalmente corrette ma non corrispondenti alla ratio normativa (es. art. 833 cod. civ. e clausole di correttezza e buona fede) La riforma dell’abuso del diritto
  • 9. 9 Dall’elusione all’abuso del diritto IL PRINCIPIO GENERALE DI ABUSO DEL DIRITTO NELLA GIURISPRUDENZA TRIBUTARIA: LE ORIGINI La prima significativa affermazione del principio di abuso del diritto nella giurisprudenza di legittimità tributaria si rinviene a partire dal 2005 (Cass. 21/10/2005, n. 20398) [v. slide successive]. In anni precedenti, la Suprema Corte ha negato la contestabilità di operazioni conformi a schemi legali ma dirette a perseguire vantaggi fiscali indebiti in assenza di norma espressa antielusiva (all’epoca del compimento delle operazioni contestate, nell’ordinamento non erano vigenti norme che perseguissero l’elusione fiscale, in particolare non era ancora vigente l’art. 37 bis). Così Cass. 3/4/2000, n. 3979; Cass. 3/9/2001, n. 11351; Cass. 7/3/2002, n. 3345 (tutte rese in tema di dividend washing e/o dividend stripping - cfr. Circ. n. 87/E del 27/12/2002). La riforma dell’abuso del diritto
  • 10. 10 Abuso del diritto e giurisprudenza Fase ante «Halifax»: il ricorso a strumenti civilisitici Con il dichiarato intento di ampliare le strette maglie dell’elusione fiscale nell’ordinamento tributario italiano, nella giurisprudenza della Suprema Corte si affaccia il principio di abuso del diritto, già enunciato in ambito comunitario dalla Corte di giustizia, il quale vieta di avvalersi abusivamente del diritto comunitario (Cass. 21/10/2005, n. 20398; Cass. 26/10/2005, n. 20816; Cass. 14/11/2005, n. 22932): «… Non pare contestabile l’emergenza di un principio tendenziale che (…) deve spingere l’interprete alla ricerca di appropriati mezzi all’interno dell’ordinamento nazionale per contrastare il diffuso fenomeno dell’abuso del diritto, in specie del diritto tributario…» (Cass. n. 20398/2005) La riforma dell’abuso del diritto
  • 11. 11 Abuso del diritto e giurisprudenza Affermata la «comunitarietà» del principio antiabuso, la Corte ritiene di dover ricorrere a strumenti dell’ordinamento nazionale in grado di colpire comportamenti abusivi con riguardo all’utilizzo improprio della disciplina giuridica nazionale.  Li rinviene negli artt. 1418, comma 2 e 1325, n. 2, cod. civ. [difetto di causa delle operazioni negoziali poste in essere], ovvero all’art. 1344 cod. civ. [nullità dei contratti posti in essere per frode alla legge, sul presupposto che le norme impositive sono norme imperative]. Cfr. teoria della c.d. «causa concreta» del negozio, secondo cui per valutare la causa del negozio occorre avere riguardo alla «funzione pratica» dell’accordo. La riforma dell’abuso del diritto
  • 12. 12 Abuso del diritto e giurisprudenza La sentenza c.d. «Halifax» della Corte di Giustizia: la conclamazione dell’abuso del diritto nei tributi armonizzati (CG 21/02/2006, C-255/02) «…La sesta direttiva deve essere interpretata come contraria al diritto del soggetto passivo di detrarre l’Iva assolta a monte allorché le operazioni che fondano tale diritto integrano un comportamento abusivo». «… Perchè possa parlarsi di comportamento abusivo, le operazioni … devono, nonostante l’applicazione formale delle condizioni previste dalle pertinenti disposizioni …, procurare un vantaggio fiscale la cui concessione sarebbe contraria all’obiettivo delle stesse disposizioni. Non solo. Deve altresì risultare da un insieme di elementi obiettivi che le dette operazioni hanno essenzialmente lo scopo di ottenere un vantaggio fiscale». La riforma dell’abuso del diritto
  • 13. 13 Abuso del diritto e giurisprudenza Dunque, secondo i giudici comunitari, la definizione di abuso del diritto si articola in due livelli: - sussistenza di un vantaggio fiscale contrario all’obiettivo della normativa comunitaria e nazionale; - il vantaggio deve costituire scopo essenziale dell’operazione. N.B: - approccio tipico del diritto comunitario, fondato sui principi di primazia e dell’effetto utile (il diritto comunitario deve conseguire i propri obiettivi, cfr. CG 14/12/2000, C-110/99, Emsland –Stärke, in tema di politica agricola); La riforma dell’abuso del diritto
  • 14. 14 Abuso del diritto e giurisprudenza FASE POST «HALIFAX» NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE - Cass. 5/5/2006, n. 10535: per sostenere l’abuso del diritto, la Corte abbandona l’argomentazione fondata su istituti civilistici (artt. 1344 e 1418 cod. civ.) e ritiene vigente nell’ordinamento interno il principio di abuso del diritto di origine comunitaria quale presupposto per disconoscimento detrazione Iva in difetto di valide ragioni economiche; - Cass. 29/9/2006, n. 21221: la SVOLTA! La Suprema Corte “va oltre” Halifax ed afferma l’applicabilità del principio comunitario IN TUTTI I SETTORI della fiscalità, anche in riferimento alle IMPOSTE DIRETTE ed anche con riferimento a operazioni non incluse nell’art. 37 bis, che assumerebbe quindi natura esemplificativa della sussistenza del principio La riforma dell’abuso del diritto
  • 15. 15 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue: FASE POST «HALIFAX» NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: la centralità del «vantaggio fiscale» - Cass. 4/4/2008, n. 8772: non opponibili al Fisco operazioni compiute essenzialmente per conseguire un vantaggio fiscale; incombe sul contribuente provare l’esistenza di ragioni economiche alternative o concorrenti di carattere non meramente marginale o teorico [nozione più ampia di abuso rispetto a quella comunitaria? In che misura rileva la violazione della ratio della norma?] - Cass. 21/4/2008, n. 10257: operazioni abusive sono quelle «compiute essenzialmente per il conseguimento di un vantaggio fiscale»; Cass. 22/9/2010, n. 20029 (è abusiva l’operazione che presenta “quale elemento predominante ed assorbente della transazione lo scopo di ottenere un vantaggio fiscale”). La riforma dell’abuso del diritto
  • 16. 16 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue: FASE POST «HALIFAX» NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: La centralità del «vantaggio fiscale… non esclusivo» - Cass. 17/10/2008, n. 25374, dopo rinvio a Corte di Giustizia (sent. 21/02/2008, C- 425/06 Part Service), viene precisato che l'abuso può ricorrere «anche quando lo scopo di conseguire un vantaggio fiscale sia essenziale, e cioè non esclusivo, il che non esclude l'esistenza dell'abuso quando concorrano altre ragioni economiche». La riforma dell’abuso del diritto
  • 17. 17 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue: FASE POST «HALIFAX» NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: La centralità del «vantaggio fiscale… non esclusivo» In questa pronuncia si afferma: a) la nozione abuso è clausola generale dell’ordinamento valida per tutte le entrate tributarie e implica «un superamento della forma giuridica in vista di cogliere l'esatta finalità economica di un negozio o di un complesso negoziale»; b) b) è rilevabile d’ufficio anche in difetto di specifica deduzione e allegazione; c) c) si inizia ad affermare l’esigenza di cautela nell’utilizzo del principio (rispetto della libertà di impresa e della libera iniziativa economica) La riforma dell’abuso del diritto
  • 18. 18 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue: FASE POST «HALIFAX» NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: La centralità del «vantaggio fiscale… non esclusivo» - nel caso di specie [materia di leasing], viene statuito che «il frazionamento di un'operazione in distinti contratti, il cui contenuto economico è di far ottenere ad un altro soggetto, ad un tempo stesso, l'utilizzazione di un bene, il procacciamento della provvista finanziaria necessaria e l'assicurazione contro i rischi di perdita o di deperimento economico del bene fornito, ha come scopo principale quello di realizzare un risparmio d'imposta attraverso una diminuzione del corrispettivo soggetto ad IVA». La riforma dell’abuso del diritto
  • 19. 19 Abuso del diritto e giurisprudenza FASE POST «HALIFAX» NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: la parola alle Sezioni Unite Cass. SS.UU. 23/12/2008, nn. 30055, 30056, 30057: confermata la vigenza del principio di abuso del diritto in tema di tributi non armonizzati, il cui fondamento è da rinvenirsi direttamente nella Carta costituzionale (art. 53) con riferimento al principio di capacità contributiva e di progressività [quindi rilevabile d’ufficio, in ogni stato e grado del processo, purché la pretesa tributaria sia contenuta nell’atto impositivo] La riforma dell’abuso del diritto
  • 20. 20 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue: FASE POST «HALIFAX» NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: la parola alle Sezioni Unite L’abuso consiste «…nel trarre indebiti vantaggi fiscali dall'utilizzo distorto, pur se non contrastante con alcuna specifica disposizione normativa, di strumenti giuridici idonei a ottenere un risparmio fiscale, in difetto di ragioni economicamente apprezzabili che giustifichino l'operazione, diverse dalla mera finalità di ottenere un risparmio fiscale». La riforma dell’abuso del diritto
  • 21. 21 Abuso del diritto e giurisprudenza FASE POST «SEZIONI UNITE» NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: Conferme ma esigenze di cautela. Nelle pronunce successive, si assiste: - per un verso al consolidamento del principio di abuso del diritto [Cass. 20030/2010 applicabilità anche a contratti tipici ma privi di valide ragioni economiche; Cass. 12042/2009 applicabilità del principio anche all’imposta di registro; Cass. 20/05/2013, n. 12282, applicabilità del principio in presenza di operazioni complessivamente antieconomiche]; - per altro verso all’emersione dell’esigenza di certezza: le operazioni contestate DEVONO EFFETTIVAMENTE AGGIRARE LA NORMATIVA FISCALE; più volte si afferma che è onere dell’Ufficio allegare fatti ed elementi costitutivi della pretesa con dimostrazione della oggettiva natura elusiva dell’operazione. La riforma dell’abuso del diritto
  • 22. 22 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue: FASE POST «SEZIONI UNITE» NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: Conferme ma esigenze di cautela Per dimostrare l’equivalenza del risultato conseguito dal contribuente rispetto a quello raggiungibile con le norme eluse, l’Ufficio deve dimostrare l’oggettiva natura elusiva dell’operazione, confrontando il comportamento abusato ed il relativo carico fiscale con le «operazioni fisiologiche» aggirate (Cass. 12/1/2009, n. 1465; Cass. 22/9/2010, n. 20030; Cass. 21/1/2011, n. 1372; Cass. 5/12/2014, n. 25758 per importanti aperture nei confronti del contribuente in merito alle proprie scelte economiche, Cass. 12/11/2010, n. 22994). Al contribuente spetta la prova sulle concrete, essenziali, ragioni economiche dell’operazione). La riforma dell’abuso del diritto
  • 23. 23 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue: FASE POST «SEZIONI UNITE» NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: Conferme ma esigenze di cautela La Suprema Corte evidenzia in più occasioni la “cautela che deve guidare l’applicazione del principio”, la quale “deve essere massima quando non si tratti di operazioni finanziarie (come avviene, ad esempio, nei casi di dividend washing e di dividend stripping), di artificioso frazionamento di contratti (…), ma di ristrutturazioni societarie, soprattutto allorquando le stesse avvengano nell’ambito di grandi gruppi di imprese” (così, di recente, Cass. 14/1/2015, n. 438 ; ma in precedenza, Cass. 1372/2011). La riforma dell’abuso del diritto
  • 24. 24 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue: FASE POST «SEZIONI UNITE» NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: rilevanza valide ragioni extraeconomiche Cass. 26/2/2014 nn. 4603 e 4604: «il carattere abusivo va escluso quando sia individuabile una compresenza, non marginale, di ragioni extra fiscali, che non necessariamente si identificano in una redditività immediata, potendo consistere in esigenze di natura organizzativa ed in un miglioramento strutturale e funzionale dell'azienda». La riforma dell’abuso del diritto
  • 25. 25 Abuso del diritto e giurisprudenza Dalla cautela…. al massimo rigore: un interessante caso di negazione dell’abuso del diritto nonostante l’accertato, esclusivo, perseguimento del vantaggio fiscale: - Cass. 26/8/2015 n. 17175: fattispecie di sale e lease back, nell’ambito della quale l’Ufficio ha rilevato: • nella solidità e buona liquidità dell’impresa, tali da non giustificare il negozio di finanziamento con la cessione dell’immobile; • nel rilevante importo della maxi rata iniziale del leasing; • nei documenti raccolti presso la società di leasing dai quali emergeva che l’operazione veniva condotta solo per motivi fiscali. [infatti, per i giudici di merito l’abuso si è configurato!] La riforma dell’abuso del diritto
  • 26. 26 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue Nonostante la sussistenza di tali elementi, Cass. 17175/2015 ha negato la configurazione dell’abuso affermando: • SULLA SITUAZIONE ECONOMICO FINANZIARIA: «l'ottima situazione economica, patrimoniale e finanziaria di una società, non impedisce per ciò stesso alla stessa di attingere al credito al fine di procurarsi liquidità non necessariamente da destinare ad investimenti produttivi ma anche soltanto per riorganizzare la propria esposizione debitoria verso i fornitori e rinegoziare, come nel caso di specie, le passività verso la banca finanziatrice: l’assenza di attuali esigenze di liquidità si risolve dunque in un indizio meramente generico e non espressivo ex se di una "anomala" condotta imprenditoriale»; La riforma dell’abuso del diritto
  • 27. 27 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue • SULL’ENTITA’ DELLA MAXIRATA INIZIALE: «La pattuizione delle condizioni del contratto di "sale & lease back", tra cui la previsione di una maxi-rata iniziale, rientra nella libera determinazione negoziale delle parti e nella valutazione della convenienza economica dell’affare in relazione al costo di accesso al finanziamento offerto sul mercato dalle società di leasing: difetta la prova … che la previsione di tale condizione integri un elemento difforme od abnorme rispetto alla attuazione dello schema del contratto di "sale & lease back" affermatosi nella prassi commerciale…»; La riforma dell’abuso del diritto
  • 28. 28 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue • SULL’ESCLUSIVO PERSEGUIMENTO DEL VANTAGGIO FISCALE : la scelta di sostituire «il regime della proprietà sul bene strumentale con il diritto di godimento sul medesimo (…), bene può essere determinata, anche prevalentemente, dall'obiettivo di conseguire un risparmio d'imposta, non comportando tale scelta alcun "aggiramento" delle norme fiscali sull'ammortamento, quanto piuttosto la individuazione ex ante del regime giuridico dei beni aziendali più conveniente in relazione al regime fiscale meno gravoso»; La riforma dell’abuso del diritto
  • 29. 29 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue Di conseguenza, secondo la Suprema Corte si rende: «del tutto irrilevante, ai fini dell'accertamento della pratica abusiva, l'elemento fondato sulla "intenzione" della società contribuente che, dalla documentazione rivenuta presso la società di leasing, risultava essersi determinata ad optare tra il mantenimento in proprietà e la concessione in godimento del bene immobile eminentemente in relazione al più favorevole regime fiscale» (analoghi principi sono stati enunciati in Cass. 10/1/2015, n. 405 e 10/12/2014, n. 25972) La riforma dell’abuso del diritto
  • 30. 30 Abuso del diritto e giurisprudenza L’attenzione sulla «manipolazione» ed «alterazione» degli schemi negoziali: sintomo abuso Da notare, infine, che sovente, la Suprema Corte ha attribuito particolare rilevanza ai fini della configurazione dell’abuso alla «manipolazione e di alterazione degli schemi negoziali classici», secondo modalità «irragionevoli in una normale logica di mercato» (es. Cass. 20029/2010 n. 6226/2015). Ma cosa significano di preciso i termini «manipolare» e «alterare»? Alludono all’impiego di strumenti negoziali in contrasto con la propria, tipica, funzione economica? Ovvero al loro impiego nell’ambito di operazioni prive di sostanza economica? (critico sull’uso di tali concetti TESAURO) La riforma dell’abuso del diritto
  • 31. 31 Abuso del diritto e giurisprudenza L’abuso tra elusione ed evasione Nell’applicazione del principio dell’abuso, la Suprema Corte talora utilizza il concetto di abuso anche in presenza di fenomeni di simulazione o di interposizione (es. Cass. 12/11/2010 n. 22994; Cass. 22/9/2010, n. 20029; Cass. 26/2/2010, n. 4737). Es. Cass. 11/5/2012, n. 7393: l’Ufficio accerta l’indeducibilità di una svalutazione di partecipazioni per evasione (fittizia interposizione, in Paese UE, di una società tra altra italiana ed una terza residente in Paese a fiscalità privilegiata, violazione diretta art. 61, co. 3 bis)  La Cassazione avalla ma rispondendo e motivando in termini di elusione! La riforma dell’abuso del diritto
  • 32. 32 Abuso del diritto e giurisprudenza Qualche recente retromarcia sull’immanenza del principio antiabuso nei tributi armonizzati…. Non sono poi mancate recenti pronunce con cui, talora pur incidentalmente, si è escluso che mediante l’abuso del diritto possano censurarsi operazioni diverse da quelle di cui all’art. 37 bis comma 3 (nei tributi non armonizzati): - Cass. 19/12/2014 n. 27087 - Cass. 26/8/2015 n. 17159 - Cass. 25/11/2015 n. 24024 (*) (*) Così anche CTR BO sent. 933/16/15! La riforma dell’abuso del diritto
  • 33. 33 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue - Cass. 26/8/2015 n. 17159: il tradizionale orientamento in tema di abuso del diritto «divenuto pressoché univoco, alla data della presente decisione, nella giurisprudenza di questa Corte» appare invero «opinabile, perché (a tacer d’altro) vanifica quasi ogni intervento del legislatore in materia e trascura la lettera dell’art. 37-bis del d.P.R. n. 600 del 1973 (non colpita, allo stato, da dichiarazioni di illegittimità costituzionale), che ha previsto, quale «condizione» per l’inopponibilità all’amministrazione finanziaria degli effetti dell’elusione fiscale, l’utilizzazione di una o più tra le operazioni elencate nel comma 3 dello stesso articolo. La riforma dell’abuso del diritto
  • 34. 34 Abuso del diritto e giurisprudenza Segue - Cass. 25/11/2015 n. 24024: «la fattispecie dell’abuso del diritto nel nostro ordinamento non opera tout court nel caso di accertamento che concernano la materia delle imposte sui redditi … In tale materia occorre tener conto, secondo la giurisprudenza di questa Corte, che il legislatore, con l’art. 37-bis, d.P.R. n. 600 del 1973, ha scelto di tipizzare la figura dell’abuso del diritto convogliandola su specifici elementi caratterizzanti e determinate operazioni negoziali, in assenza dei quali non sono configurabili (si ripete nella materia delle imposte sui redditi) altre ipotesi (atipiche) di pratiche abusive…..» La riforma dell’abuso del diritto
  • 35. 35 La delega fiscale 2014 L’ABUSO DEL DIRITTO NELLA LA DELEGA FISCALE 2014 – LEGGE 11 MARZO 2014, n. 23 E NEL D. LGS. 5 agosto 2015, n. 128 La riforma dell’abuso del diritto
  • 36. 36 La delega fiscale 2014 L’art. 5 della L. n. 23/2014 ha fissato i principi per la riforma della disciplina antiabuso ed, in particolare: a) unificare le disposizioni antielusive con il principio generale di abuso del diritto, eliminando ambiguità; a) definire le condotte abusive (“uso distorto di strumenti giuridici idonei ad ottenere un risparmio d’imposta ancorché la condotta non sia in contrasto con alcuna specifica disposizione”); La riforma dell’abuso del diritto
  • 37. 37 La delega fiscale 2014 c) coordinare le nuove disposizioni con la Raccomandazione della Commissione n. 2012/772/UE in materia di pianificazione fiscale aggressiva; d) garantire la libertà di scelta tra diverse operazioni consentite, anche se presentano carichi fiscali diversi; e) rendere inopponibili al fisco le operazioni abusive; f) introdurre una motivazione rafforzata dell’atto impositivo a pena di nullità; La riforma dell’abuso del diritto
  • 38. 38 La delega fiscale 2014 g) porre la prova dell’abuso (disegno abusivo, manipolazione e alterazione degli strumenti giuridici, non conformità alla logica di mercato, etc.) a carico dell’AF e dell’esistenza di valide ragioni economiche a carico del contribuente; h) prevedere un procedimento di accertamento rafforzato per la contestazione dell’abuso; i) rivedere le sanzioni tributarie penali in caso di condotte abusive. La riforma dell’abuso del diritto
  • 39. 39 Con il D.Lgs. n. 128/2015 viene abrogato l’art. 37 bis del D.P.R. n. 600/1973 e introdotto l’art. 10 bis della L. n. 212/2000 (Statuto dei diritti del contribuente). Efficacia (relativamente retroattiva) – l’art. 10 bis si applica: - dal 1/10/2015; e - anche sulle operazioni poste in essere prima del 1/10/2015 per le quali, alla stessa data, non sia stato notificato il relativo atto impositivo (art. 1, co. 5 d. lgs. n. 128/2015) La riforma dell’abuso del diritto D.Lgs. n. 128/2015
  • 40. 40 Dunque: - per accertamenti notificati prima del 1/10/2015 non si applicano le disposizioni di cui all’art. 10 bis (Preoccupazione per recente orientamento giurisprudenziale della Suprema Corte tendente ad escludere, relativamente alle imposte dirette, il principio generale antiabuso al di fuori delle ipotesi previste dall’art. 37 bis) La riforma dell’abuso del diritto D.Lgs. n. 128/2015
  • 41. 41 L’art. 10bis e lo Statuto Inserimento dell’art. 10bis all’interno dello Statuto del contribuente. Finalità: (a) assicurare una portata generale all’istituto (Iva, registro, II.DD., etc.); (b) lo colloca tra i principî generali dell’ordinamento tributario (ex art. 1, co. 1, dello Statuto). La riforma dell’abuso del diritto
  • 42. 42 Contenuto dell’art. 10bis… - unifica i concetti di elusione e di abuso del diritto (fornendo una definizione unica di abuso); - supera le limitazioni a specifiche operazioni (v. l’elenco contenuto nel co. 3 dell’art. 37bis); - amplia l’ambito delle imposte interessate; - garantisce il legittimo risparmio d’imposta. La riforma dell’abuso del diritto
  • 43. 43 Contenuto dell’art. 10bis… La riforma dell’abuso del diritto Commi 1 e 2: DEFINIZIONE ABUSO DEL DIRITTO •Assenza di “sostanza economica”; •Rispetto formale della normativa •Vantaggi fiscali indebiti essenziali. Commi 3 e 4 – LIMITI ESTERNI ALL’AMBITO APPLICATIVO DELL’ABUSO DEL DIRITTO •Valide ragioni extrafiscali non marginali (comma 3); •Libertà di scelta tra regimi opzionali espressi o non espressi (comma 4). Commi da 5 a 12 – NORME PROCEDURALI •Interpello (comma 5); •Accertamento e contraddittorio preventivo (comma 6); •Termini per l’accertamento e motivazione (commi 7 e 8); •Riparto onere della prova (comma 9); •Sospensione della riscossione (comma 10); •Natura residuale dell’accertamento antielusivo rispetto a specifiche violazioni di legge (comma 12). Comma 13 – SANZIONI •Esclusione dell’applicabilità delle sanzioni penali; •Applicabilità sanzioni amministrative.
  • 44. 44 Struttura della definizione 1. Configurano abuso del diritto una o più operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto formale delle norme fiscali, realizzano essenzialmente vantaggi fiscali indebiti. Tali operazioni non sono opponibili all'amministrazione finanziaria, che ne disconosce i vantaggi determinando i tributi sulla base delle norme e dei principi elusi e tenuto conto di quanto versato dal contribuente per effetto di dette operazioni. 2. Ai fini del comma 1 si considerano: a) operazioni prive di sostanza economica (…) b) vantaggi fiscali indebiti (…) 3. Non si considerano abusive, in ogni caso, le operazioni giustificate da valide ragioni extrafiscali, non marginali, anche di ordine organizzativo o gestionale, che rispondono a finalità di miglioramento strutturale o funzionale dell'impresa ovvero dell'attività professionale del contribuente. La riforma dell’abuso del diritto
  • 45. 45 Definizione di “abuso del diritto” Sono abusive le operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto formale delle norme fiscali, realizzano essenzialmente vantaggi fiscali indebiti (art. 10bis, co. 1) In sede di accertamento l'abuso del diritto può essere configurato solo se i vantaggi fiscali non possono essere disconosciuti contestando la violazione di specifiche disposizioni tributarie. (art. 10bis, co. 12) La riforma dell’abuso del diritto
  • 46. 46 Definizione di “abuso del diritto” NB: l’abuso è residuale - esiste solo se i vantaggi non possono essere disconosciuti contestando la violazione di specifiche disposizioni tributarie (art. 10-bis, co. 12) – ciò porterebbe ad escludere che possa configurarsi l’abuso come «evasione interpretativa» La riforma dell’abuso del diritto
  • 47. 47 Presupposti Le condotte “abusive” vengono identificate attraverso tre presupposti: 1) assenza di sostanza economica delle operazioni; 2) realizzo di un vantaggio fiscale indebito; 3) il vantaggio (indebito) è l’effetto essenziale dell’operazione. La riforma dell’abuso del diritto Ovvero operazioni definibili come «artificiose» «non genuine»
  • 48. 48 1) assenza di sostanza economica e valide ragioni extrafiscali 1. Configurano abuso del diritto una o più operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto formale delle norme fiscali, realizzano essenzialmente vantaggi fiscali indebiti. … 2. Ai fini del comma 1 si considerano: a) operazioni prive di sostanza economica i fatti, gli atti e i contratti, anche tra loro collegati, inidonei a produrre effetti significativi diversi dai vantaggi fiscali. Sono indici di mancanza di sostanza economica, …; b) vantaggi fiscali indebiti i benefici, anche non immediati, realizzati in contrasto con le finalità delle norme fiscali o con i principi dell'ordinamento tributario 3. Non si considerano abusive, in ogni caso, le operazioni giustificate da valide ragioni extrafiscali, non marginali, … La riforma dell’abuso del diritto «Sostanza economica» e «valide ragioni extrafiscali»: sono la stessa cosa? Sono due «aspetti» diversi?
  • 49. 49 1) assenza di sostanza economica «Sostanza economica» e «valide ragioni extrafiscali»: sono la stessa cosa? Sono due «aspetti» diversi? a) Per alcuni [Stevanato] medesimo aspetto, «l’assenza di «sostanza economica» nelle operazioni realizzate non può cioè contenere in sé il suo contrario: «prive di sostanza economica» significa altresì «senza valide ragioni extrafiscali» …»; b) Per altri, sono due aspetti diversi: - il primo, «sostanza economica», attiene agli aspetti oggettivi dell’operazione (di cui è onere dell’AF dimostrare l’assenza), a prescindere da eventuali intenzioni personali del contribuente; - il secondo «valide ragioni extrafiscali non marginali», lettura in chiave soggettiva delle ragioni alla base della condotta del contribuente (il quale ha l’onere di dimostrarle) [Contrino – Marcheselli]. La riforma dell’abuso del diritto
  • 50. 50 1) assenza di sostanza economica Realizzazione di fatti, atti o contratti, anche collegati tra loro, inidonei a produrre effetti significativi diversi dai vantaggi fiscali (art. 10bis, co. 2, lett. a) Tale disposizione procede specificando due “indici” del difetto di sostanza economica  SINTOMATOLOGIA: A) non coerenza della qualificazione delle singole operazioni con il fondamento giuridico del loro insieme; B) non conformità degli strumenti giuridici a normali logiche di mercato La riforma dell’abuso del diritto
  • 51. 51 1) assenza di sostanza economica A) NON COERENZA DELLA QUALIFICAZIONE DELLE SINGOLE OPERAZIONI CON IL FONDAMENTO GIURIDICO DEL LORO INSIEME: analisi giuridica dell’operazione - Il riferimento è a costruzioni sì in grado di produrre effetti giuridici economici, ma con passaggi giuridicamente incoerenti - Implica: - ANALISI A LIVELLO “DISAGGREGATO”, (per singolo atto) - ANALISI A LIVELLO “AGGREGATO” (per sequenza) Si vincola l’analisi dell’abuso alla fattispecie giuridica concreta posta in essere dal contribuente con attenzione al dato oggettivo dell’operazione posta in essere (si limita il campo di applicazione dell’abuso e delle sue fattispecie) La riforma dell’abuso del diritto
  • 52. 52 1) assenza di sostanza economica LA TERMINILOGIA DELL’ANALISI GIURIDICA DELL’OPERAZIONE: - COSA SI INTENDE PER “QUALIFICAZIONE”? IL NOMEN IURIS? LA FORMA GIURIDICA? - E PER “FONDAMENTO GIURIDICO”? LA CAUSA NEGOZIALE? La riforma dell’abuso del diritto
  • 53. 53 1) assenza di sostanza economica B) NON CONFORMITÀ DEGLI STRUMENTI GIURIDICI A NORMALI LOGICHE DI MERCATO: analisi economica dell’operazione - Il riferimento è a fattispecie costruite con modalità che non sarebbero state impiegate nell’ambito di un comportamento ragionevole dal punto di vista commerciale. - Racc. n. 2012/772/UE: costruzioni poste in essere in un modo che “non sarebbe normalmente impiegato in quello che dovrebbe essere un comportamento ragionevole in ambito commerciale”; La riforma dell’abuso del diritto
  • 54. 54 1) assenza di sostanza economica SEGUE: - il rapporto con le “normali logiche di mercato” dimostra l’esistenza di un’analisi economica della fattispecie attento al percorso seguito secondo l’ordinaria prassi commerciale; - la non conformità degli atti/fatti/contratti posti in essere a logica di mercato è indice della “assenza di sostanza economica” - rischio di incremento della discrezionalità in capo all’AF per individuare le fattispecie di abuso (viene posta attenzione a quello che normalmente un altro imprenditore avrebbe fatto nell’ambito delle ragionevoli logiche di mercato; ovviamente, maggiori possibilità di censura anche per il contribuente) La riforma dell’abuso del diritto
  • 55. 55 DUNQUE… Per individuare l’abuso del diritto in ambito tributario è necessario compiere e combinare: A) ANALISI GIURIDICA DELL’OPERAZIONE; B) ANALISI ECONOMICA DELL’OPERAZIONE. La riforma dell’abuso del diritto
  • 56. 56 DUNQUE… In ogni caso si rammenti che: SE L’OPERAZIONE DEL CONTRIBUENTE È IDONEA A PRODURRE EFFETTI SIGNIFICATIVI DIVERSI DAL VANTAGGIO FISCALE, PUR GENERANDO ANCHE UN RISPARMIO FISCALE, L’OPERAZIONE NON COSTITUISCE ABUSO DEL DIRITTO La riforma dell’abuso del diritto
  • 57. 57 1) assenza di sostanza economica Le altre fattispecie non richiamate nell’art. 10-bis ma presenti nella Racc. n. 2012/772/UE: (a) la costruzione o la serie di costruzioni comprende elementi che hanno l’effetto di compensarsi o di annullarsi reciprocamente; - operazioni che assumono rilevanza essenzialmente tra diverse giurisdizione fiscali (b) le operazioni … di natura circolare; - operazioni che esprimono di per sé l’assenza di sostanza economica (c) la costruzione o la serie di costruzioni comporta un significativo vantaggio fiscale, di cui tuttavia non si tiene conto nei rischi commerciali assunti dal contribuente o nei suoi flussi di cassa; (d) le previsioni di utili al lordo delle imposte sono insignificanti rispetto all’importo dei previsti vantaggi fiscali. - operazioni che esprimono un vantaggio fiscale (altro problema poi e la declinazione dell’“indebito”) La riforma dell’abuso del diritto
  • 58. 58 2) Realizzo di un vantaggio fiscale indebito Benefici fiscali, anche non immediati, realizzati in contrasto con le finalità della norma fiscale e con i principi dell’ordinamento tributario (art. 10bis, co. 2, lett. b) Violazione della ratio legis della norma impositiva. Richiesto notevole sforzo interpretativo all’AF La riforma dell’abuso del diritto
  • 59. 59 2) Realizzo di un vantaggio fiscale indebito Violazione della ratio legis della norma impositiva… ma di quale “norma impositiva”? (i) quella della stessa norma che il contribuente ha applicato al suo caso o si è messo nella condizione di applicare - Abuso come c.d. evasione interpretativa? (ii) quella di una norma diversa (quella aggirata/non applicata) Per la Racc. 2012/772/UE: «…la finalità di una costruzione o di una serie di costruzioni artificiose consiste nell’eludere l’imposizione quando, a prescindere da eventuali intenzioni personali del contribuente, contrasta con l’obiettivo, lo spirito e la finalità delle disposizioni fiscali che sarebbero altrimenti applicabili.» La riforma dell’abuso del diritto
  • 60. 60 2) il vantaggio è l’effetto essenziale dell’operazione Quando i vantaggi fiscali indebiti sono FONDAMENTALI rispetto agli altri fini perseguiti dal contribuente La riforma dell’abuso del diritto Si possono ritenere «fondamentali» quando qualsiasi altro fine sembri per lo più irrilevante alla luce di tutte le circostanze del caso [Raccomandazione 2012/772/UE, par. 4,6]
  • 61. 61 3) Rilievo Valide ragioni extrafiscali Non sono in radice abusive (comma 3): le operazioni giustificate da valide ragioni extrafiscali non marginali (secondo la Relazione illustrativa al decreto legislativo, esse sussistono solo se l’operazione non sarebbe stata posta in essere in loro assenza) Come «le operazioni motivate da esigenze anche di ordine organizzativo o gestionale che rispondono a finalità di miglioramento strutturale o funzionale dell’impresa o professionale del contribuente» L’inciso riguarda quindi il migliore funzionamento dell’attività, a prescindere da un diretto riscontro economico La riforma dell’abuso del diritto
  • 62. 62 3) Rilievo Valide ragioni extrafiscali Si ricorda però che ai fini Iva, la CGUE ha ritenuto che “… il giudice nazionale, nell’ambito della valutazione che gli compete, può prendere in considerazione il carattere puramente fittizio delle operazioni nonché i nessi giuridici, economici e/o personali tra gli operatori coinvolti … essendo tali elementi idonei a provare che l’ottenimento del vantaggio fiscale costituisce lo scopo essenziale perseguito nonostante l’esistenza eventuale, per altro verso, di obiettivi economici ispirati da considerazioni, ad esempio, di marketing, di organizzazione e di garanzia” (CGUE, caso C-425/06, Part Service, par. 62) La riforma dell’abuso del diritto
  • 63. 63 4) Legittima scelta del contribuente LIBERTÀ DI SCELTA - Comma 4 «Resta ferma la libertà di scelta del contribuente tra regimi opzionali diversi offerti dalla legge e tra operazioni comportanti un diverso carico fiscale» Sono del tutto legittime quindi le operazioni frutto di una legittima scelta della condotta fiscalmente meno onerosa La riforma dell’abuso del diritto
  • 64. 64 Legittima scelta del contribuente Secondo la Relazione illustrativa, tale disposizione va letta in stretta connessione con la definizione di condotta abusiva di cui al comma 1, ribadendo il principio generale per cui è legittimo il risparmio di imposta attuato mediante l’esercizio della libera iniziativa economica con l’unico limite di non perseguire vantaggi fiscali indebiti; perciò viene evidenziata “la delicatezza dell’individuazione delle rationes delle norme tributarie ai fini della configurazione dell’abuso”. “ad esempio non è possibile configurare una condotta abusiva laddove il contribuente scelga di procedere ad una fusione anzichè alla liquidazione. È vero che la prima operazione è a carattere neutrale e la seconda ha, invece, natura realizzativa, ma nessuna disposizione tributaria mostra preferenza per l’una o l’altra operazione; sono due operazioni poste sullo stesso piano ancorchè disciplinate da regole fiscali diverse”. La riforma dell’abuso del diritto
  • 65. 65 5) Effetti delle operazioni abusive Le operazioni abusive: (a)sono inopponibili all’AF (già art. 37bis) (b) restano valide ed efficaci a fini civilistici La riforma dell’abuso del diritto
  • 66. 66 Sanzioni irrogabili Le operazioni “abusive” non assumono più rilevanza penale (quindi mai raddoppio termini di accertamento); ma restano applicabili le sanzioni pecuniarie amministrative tributarie ove ne ricorrano i presupposti  art. 1, comma 2, d. lgs. 471/1997 La riforma dell’abuso del diritto
  • 67. 67 Sanzioni irrogabili Prima, con riferimento alle sanzioni amministrative: - Secondo un orientamento della Suprema Corte, sez. tributaria: - se fattispecie rilevante ex art. 37 bis, sì sanzioni; - se contrastante con il principio dell’abuso del diritto “non codificato”, no sanzioni (es. Cass. nn. 25537/2011; ma diversamente Cass. 12249/2010: “no automatica esclusione sanzioni”). La riforma dell’abuso del diritto