2. Bio
Nato a New York nel 1960, figlio di padre haitiano e
madre portoricana, é stato uno dei più importanti
esponenti del graffitismo americano e il primo artista
di colore che ha portato l’arte di strada nelle più
importanti gallerie del mondo. A 15 anni fugge di casa
e vive per strada. Scoperto per il suo talento, può
iscriversi l’anno dopo a una scuola d’arte di
Manhattan per ragazzi dotati. Là conosce Al Diaz, un
writer di talento. Cominciano ad operare scrivendo
slogan sui muri di New York con lo pseudonimo di
SAMO (Same Old Shit).
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3. Abbandona gli studi senza ottenere il diploma.
Per le strade di New York, incontra il suo
idolo Andy Warhol ed è così convincente che
riesce a vendergli delle sue opere.
E’ molto povero, vive di notte e frequenta
molti artisti. Per sopravvivere si prostituisce.
Nel 1980 espone per la prima volta in una
mostra a Times Square insieme al suo amico
Keith Haring.
Fra il 1982 e il 1984 la sua carriera di artista
finalmente decolla, però continua a condurre
una vita sregolata fra sesso e droga.
4. Ha molte amanti, le donne non sanno resistergli. Fra
queste anche la cantante Madonna.
E’ incostante nell’amore ma anche nell’arte. Passa da
momenti di inerzia assoluta a frenetica iperattività.
Molte delle sue opere sono create in modo convulso
di notte, quando è in uno stato di trance.
Nel 1983 comincia a collaborare con Andy Warhol, il
suo idolo ma il loro rapporto è piuttosto burrascoso
per la dipendenza del giovane dalla droga. Si
romperà definitivamente due anni dopo.
Nel 1988 muore di overdose.
5. Ha uno stile assolutamente
riconoscibile che si ispira ai
soggetti dalla sua
eredità caraibica. Questi
elementi si sono fusi alla
perfezione con altre
ispirazioni che derivano
dalle culture afroamericane,
africane e azteche con temi
classici ed eroi
contemporanei come atleti
e musicisti.
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6. Irony of Negro Policeman
Nel 1981, Jean-Michel Basquiat ha realizzato
questo dipinto che è una forte critica che ha
voluto indirizzare ai membri della sua stessa
razza. L’artista voleva ribadire quanto i cittadini
afroamericani fossero controllati e, da un certo
punto di vista ancora schiavizzati, dalla
maggioranza di persone bianche negli Stati
Uniti. Per questo motivo, vedere un poliziotto
afroamericano per lui era un controsenso quasi
ironico perché questa persona doveva imporre
agli altri il rispetto di regole che in primis
sottomettevano proprio lui e la sua comunità .
La figura realizzata é una massa nera, con una
7. Dustheads
Realizzata nel 1982, all’apice del suo successo
creativo e della sua fama, Dustheads viene
considerata il paradigma dello stile di Basquiat.
Sullo sfondo nero della tela, spiccano due brillanti
e coloratissime figure: il binomio forma e colore
diventa un’icona rappresentativa del suo
linguaggio espressivo.
Dipinta in un anno decisivo della sua carriera,
questa tela è una delle più apprezzate dai critici
e dagli estimatori del suo lavoro di artista.
8. Hollywood Africans, realizzato nel 1983, fa
parte di una serie di dipinti di Jean-Michel
Basquiat che presentano immagini e testi
relativi agli stereotipi degli afroamericani,
applicati nel mondo dello spettacolo. Alcuni
elementi dell’opera sono autobiografici, in
particolare il trio di figure a destra che
rappresenta l’artista con il musicista rap
Rammellzee e il pittore Toxic. Altre notazioni
molto importanti sono definizioni come “Sugar
Cane”, “Tobacco”, “Gangsterism” che
alludono ai ruoli limitati disponibili per gli attori
neri nei vecchi film di Hollywood. Durante la
sua carriera, Basquiat ha affrontato molte
tematiche a lui care, come in questo caso il
razzismo: la nozione di esclusione viene
ribadita nel modo in cui l’artista era solito
cancellare parole o frasi nelle sue opere.