1. Viaggitesto e foto di Lorenza Scalisi
ho sempre
pensato che
essere inviata di
una testata di
viaggi fosse
come lo yogurt:
scadenza breve.
Perché se fra i
tuoi sogni c’è quello di diventare
mamma, prima o poi devi fare i
conti con un dilemma:“E quando
avrò dei figli come farò?”.
Poi, quattro anni fa è arrivata
Vittoria. Le soluzioni erano due: o
Toscana,
Vittoria
a casa
di Sting
cambiavo mestiere, o Vittoria
doveva indossare i panni della
viaggiatrice, virtualmente o
fisicamente. Ho optato per la
seconda ipotesi. Così, a sei mesi
aveva già il suo passaporto. Poco
dopo il rientro al lavoro, la prima
‘missione’: destinazione Polinesia.
Per dodici giorni. Mi sembrava
un’eternità. Ma era una prova, e
poi, l’idea che ‘la mamma va, la
mamma torna’,Vittoria l’aveva già
un po’ assimilata, grazie a qualche
weekend dai nonni.Alla fine,
parto. Col groppo in gola, ovvio,
ma a salvarmi sono state due cose:
il mappamondo e Nemo. Un paio
di settimane prima ho cominciato
a leggerle ‘Alla ricerca di Nemo’,
spiegandole che la mamma doveva
andare lontano
a cercarlo, in un
punto ben preciso
che le indicavo
su quella sfera
che era la Terra.
Complicato da far
capire, ma era il
senso che contava,
e quando la
chiamavo da Tahiti,
le raccontavo delle
mie immersioni
con le pinne e
la maschera. Poi è
stata la volta
di Parigi,Venezia e
Mamma,
puoi partire
Ecco come Nemo e Richard Scarry
diventano gli alleati di una giornalista
viaggiatrice e della sua bambina
della Cina, e lì, l’aiuto è arrivato
da Richard Scarry che attraverso
‘In giro per il mondo’ le ha fatto
scoprire la Tour Eiffel, il Ponte di
Rialto, la Grande Muraglia. Ora
è una globetrotter: per i suoi tre
anni siamo andate a New York.
E ora, quando leggiamo Smokey
(il pompiere di New York di
Scarry) mi guarda e mi dice:
“Io qui ci sono stata per davvero!”.
You can leave, Mom! I’ve always
thought that being a journalist for a
travel magazine was like yogurt: it’s
‘best before’ date was short-term.
That’s because you dream of becoming
a mom, and that’s when, sooner or
later, you have to deal with the question
“And when I have kids, what will I do?”
Then, Vittoria arrived four years ago.
I had two solutions: I could change
jobs, or Vittoria could turn into a
traveler, virtually or physically. I opted
for the second hypothesis. So Vittoria
already had her passport when
she was six months old. When I went
back to work, my first ‘mission’ was
Polynesia… for twelve days. It seemed
an eternity. But it was a test and by
then Vittoria had already assimilated
the idea that ‘mommy goes away and
mommy comes back’ because she
had spent a few weekends with her
grandparents. Finally, I left (with a knot
in my throat, of course), but two things
saved me: a globe and Nemo. A few
weeks earlier I had started reading
‘Finding Nemo’ to Vittoria. I explained
that mommy had to go far away to look
for Nemo in a precise point, and
I showed her the point on that globe. It
was complicated to explain, but it was
the sense that counted. And when I
called her from Tahiti, I told her about
my swimming with fins and a mask.
Then came Paris, Venice, and China,
and Richard Scarry’s book ‘Busy, Busy
World’ helped me because it introduced
her to the Eiffel Tower, the Rialto
Bridge, and the Great Wall. Now she’s a
globetrotter: when she turned three
we traveled to New York. And now,
when we read about Smokey (Scarry’s
‘Smokey the Fireman’), she looks at
me and says, “I was really there!”.
Parigi,
Tour
Eiffel
Polinesia
Cina,
la Grande
Muraglia
Lorenza
e Vittoria in
Sardegna
36 Vogue bambini
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