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La cura delle ferite che interessano l’epidermide degli animali è una problematica comune nella
medicina veterinaria; vediamo quale può essere l’approccio “alternativo” operato sul campo
utilizzando i rimedi offerti dalla fitoterapia.
L’IMPIEGO DEI FITOTERAPICI
nel trattamento delle ferite
in medicina veterinaria
FotodiB.Agostinelli
FOCUS-veterinaria
36 tnatural 1 gennaio - febbraio 2015
N
ella pratica clinico tera-
peutica di chi giornal-
mente esercita la profes-
sione di Medico Veterinario, il
trattamento delle ferite a carico
dell’apparato tegumentario inve-
ste percentualmente una discre-
ta parte della casistica.
La problematica riguarda tanto
i soggetti che vivono in ambien-
te rurale o semi rurale, quanto
quelli che trascorrono la loro
esistenza in ambiente cittadino.
Inoltre, le stesse soluzioni tera-
peutiche proposte possono esse-
re tranquillamente messe in ope-
ra per il trattamento delle ferite
chirurgiche, normale esito dei
più svariati interventi chirurgici
che hanno come ultimo atto tec-
nico una sutura a carico dell’ap-
parato tegumentario.
Definiamo innanzitutto cosa si
intende per ferita: “una interru-
zione dei tessuti conseguente a
eventi esterni”.
Classicamente le ferite possono
essere divise in:
- superficiali;
- profonde;
- penetranti;
- interne.
Classificazione ulteriore è poi
quella che, a seconda dello stato
igienico, le divide in:
- pulite;
- pulite contaminate;
- contaminate;
- sporche.
In questo articolo, ci occupe-
remo delle ferite superficiali/
profonde, pulite, contaminate,
sporche.
Trattamento classico
delle ferite
Il trattamento classico delle fe-
rite prevede:
- la pulizia grossolana della so-
luzione di continuo con aspor-
tazione dello sporco visibile.
All’occorrenza, possiamo anche
far seguire una saponata con
semplice sapone di Marsiglia,
avendo poi cura di rimuovere i
residui con una accurata risciac-
quatura finale;
- la detersione con soluzione
fisiologica mista ad acqua ossi-
genata. In merito, l’esperienza
ci dice che tale fase può essere
anche assolta con l’impiego di
comune acqua potabile;
- la disinfezione che può essere
realizzata con soluzioni allo io-
dio-povidone, clorexidina o sali
di ammonio quaternario;
- l’esplorazione della ferita al
fine di valutarne l’entità e la ne-
cessità o meno di procedere a
una sutura chirurgica o di opta-
re per un processo di guarigione
per seconda intenzione;
- applicazione locale e/o genera-
le di farmaci ad attività antibio-
tica e/o promuoventi il trofismo
cutaneo.
Trattamento alternativo
delle ferite
Fermo restando il principio
per il quale i sopraindicati pas-
si sono insostituibili, possia-
mo proporre alcune alternative
egualmente valide se non addi-
rittura più efficaci:
* David Carella - la pulizia grossolana della so-
luzione di continuo con aspor-
tazione dello sporco visibile.
All’occorenza, possiamo anche
far seguire una saponata con
semplice sapone di Marsiglia,
avendo poi cura di rimuovere i
residui con una accurata risciac-
quatura finale.
- La detersione, che può essere
effettuata con Calendula T.M.
diluita in soluzione fisiologica o
acqua potabile, possibilmente a
temperatura ambiente.
- La disinfezione che può esse-
re realizzata con soluzioni allo
iodio-povidone, clorexidina o
sali di ammonio quaternario. Se
vogliamo optare per una scelta
“alternativa”, possiamo però ri-
correre alle nostre piante e ai
loro estratti che ci vengono in-
contro con tutta la loro ricchez-
za di contenuti e complessità di
azione.
Come noto, esistono in natu-
ra piante che contengono fito-
complessi e oli essenziali tali
da esercitare una valida azione
antimicrobica e finanche antivi-
rale.
Nella mia pratica clinico tera-
peutica, in questa fase, spesso
impiego:
- Calendula T.M.: rimedio dav-
vero unico per favorire la di-
sinfezione, la granulazione del
tessuto lesionato e, di conse-
guenza, accelerare la guarigio-
ne. Può essere impiegata sia
pura che diluita in acqua pota-
bile e/o soluzione fisiologica.
- L’esplorazione della ferita al
fine di valutarne l’entità e la ne-
cessità o meno di procedere a
una sutura chirurgica o di opta-
gennaio - febbraio 2015 natural 1 t37
ti con applicazione diretta sul
piano dermico lesionato, previa
diluizione in vettore oleoso ve-
getale, gel, miele o Propoli solu-
zione idroalcolica, possono esse-
re impiegati da soli o in sinergia
tra loro.
Nel trattamento delle ferite
sono solito impiegare i seguenti
Oli Essenziali:
- Tea tree - Melaleuca alternifo-
lia: evidente attività antibatteri-
ca e antivirale.
- Bergamotto- Citrus bergamia:
buona attività cicatrizzante.
- Camomilla romana - Cha-
maemelum nobile: buon effetto
cicatrizzante.
- Geranio - Pelargonium odora-
tissimum: astringente, antin-
fiammatorio, cicatrizzante.
- Lavanda - Lavandula angu-
stifolia: di sempre utile impiego
nelle lesioni dermiche.
- Timo - Thymus vulgaris: di uti-
le impiego nelle ferite infette.
- Neem- Azadirachta indica: di
valido impiego in tutte le lesioni
dermiche.
Considerazioni pratiche
È ora il caso di fare delle osser-
vazioni che, frutto della pratica
di anni, ritengo possano essere
di grande utilità per il lettore.
- Le ferite dei nostri animali
hanno la facile tendenza ad at-
tirare infestanti alati (mosche)
che, oltre a veicolare virus, bat-
teri e sporcizia, depongono le
loro uova. Dopo pochi giorni,
dalle uova nascono delle larve
(bigattini) che, oltre a esercita-
re una pesante azione negativa
sul processo di guarigione, sono
in grado di provocare una grave
tossicosi generale che può spin-
gersi fino a conseguenze estre-
re per un processo di guarigione
per seconda intenzione.
- L’applicazione locale e/o ge-
nerale di estratti e/o preparati
di piante ad attività antimicro-
bica e/o promuoventi il trofi-
smo cutaneo:
- 	Hypericum perforatum: fac-
cio largo uso del suo oleolito.
Possiede una intensa attività
eutrofica ed è in grado di far
guarire rapidamente le ferite
più complicate, specie se ad-
ditivato con oli essenziali op-
portunamente selezionati.
	 Se poi nella ferita sono coin-
volti piccoli rami nervosi, ne
facilita la riparazione e ha an-
che un discreto effetto sulla
dolorabilità e il prurito locali.
- 	Aloe vera gel: importante
azione trofica, antinfiamma-
toria, antipruriginosa, euder-
mica e cicatrizzante.
- 	Miele: importanti azioni tro-
fica, antinfiammatoria, anti-
pruriginosa, eudermica e ci-
catrizzante.
- 	Propoli soluzione idroalco-
lica: importante attività an-
tinfiammatoria, antibatterica
e cicatrizzante.
A questo punto, non possiamo
non parlare dell’impiego degli
Oli Essenziali, veri “fitocom-
plessi nel fitocomplesso”.
In merito, non si sottolinea mai
a sufficienza l’importanza della
certezza della loro purezza e, se
possibile, chemotipizzazione.
Credo sia sempre il caso di dif-
fidare di prodotti a basso costo
(rispetto alla media), spesso
non supportati da alcuna docu-
mentazione probante la purezza
e/o qualità e magari neanche
garantititi da marchi di settore.
Questi veri e propri farmaci che,
nel nostro caso, sono utilizza-
FOCUS-veterinaria
38 tnatural 1 gennaio - febbraio 2015
1) Ferita su cute di gatto
3) Ferita su cute di cane
Alcune immagini dell’evoluzio-
ne delle ferite sulla cute di tre
diversi animali
2 Ferita su cute di cavallo
Azadirachta indica
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li. È fondamentale, per arginare tale patologia, il
miglioramento della diagnostica, della prevenzione e
della sorveglianza. In Italia infatti la legionellosi è
sottoposta a sorveglianza speciale da parte del
Ministero della Salute e presso l’Istituto Superiore di
Sanità è presente il Registro Nazionale dei casi noti-
ficati, mentre a livello europeo attraverso l’ECDC di
Stoccolma è presente un network dedicato
(European Legionnaires’ Disease Surveillance
Network ELDSNet).
Legionella è ubiquitaria negli ambienti d’acqua
dolce, anche in sorgenti termali, a temperature
comprese tra 5.7 e 63 °C e a pH tra 5,4 e 8,1, dove
si trova in bassa concentrazione e sopravvive come
parassita intracellulare di protozoi o anche in bio-
film (3,4). La colonizzazione dell’ambiente idrico
artificiale (impianti idrici, di condizionamento d’a-
ria, riuniti odontoiatrici, ecc.) è dovuta a condizioni
favorevoli per la sopravvivenza e per la moltiplica-
zione, quali ad esempio una temperatura adeguata
(tra 35 e 45 °C), ristagno di acque, biofilm, ecc.
A tutt’oggi sono state descritte più di 50 specie di
Legionella (più di 20 ritrovate in infezioni umane) e
circa 71 sierogruppi, e tra queste Legionella pneu-
mophila sierogruppo 1 è responsabile della maggior
parte delle legionellosi diagnosticate. L’infezione
avviene attraverso l’inalazione o l’aspirazione di
aerosol d’acqua contaminata. Quando si verifica
questo evento, i batteri, raggiunti i polmoni, vengo-
no fagocitati dai macrofagi alveolari, all’interno dei
quali si moltiplicano nel fagosoma, inibendo la fusio-
ne con il lisosoma, senza essere uccisi. È essenzial-
mente in base a questa capacità di Legionella di resi-
stere all’azione macrofagica che insorge la malattia
(5,6), la quale comunque si verifica anche in relazio-
ne a molteplici fattori, come lo stato immunologico
del soggetto colpito, la virulenza del ceppo di
Legionella, il tempo di esposizione al batterio e la
quantità dello stesso.
L’uomo è un ospite accidentale e la trasmissione
interumana non è stata mai dimostrata, né si cono-
sce l’esistenza di portatori. In Europa Legionella
causa circa 1,9% di tutti i casi di polmonite acquisi-
ta in comunità, il 4,9% di quelle ospedaliere, e nel
7,9% dei ricoveri in terapia intensiva (7). Casi singo-
li ed epidemie di legionellosi sono stati in gran parte
Calendula officinalis
Chamaemelum nobile Melaleuca alternifolia
Circa i vettori da utilizzare per ren-
dere più semplice l’impiego degli
Oli Essenziali sul piano dermico,
solitamente faccio uso dei seguenti
preparati:
- oleolito di Hypericum
perforatum;
- oleolito di Calendula
officinalis;
- olio di Oliva extravergine;
- gel di Aloe vera
Circa la percentuale di Olio Essen-
ziale da miscelare, molto indicativa-
mente impiego la seguente: 2-3 gtt
di ciascun O.E. in un flacone di base
da 100 mL.
Si tenga conto che le sinergie tra
Oli Essenziali sono solitamente più
attive.
Un prodotto con una ricca e inte-
ressante composizione, che ha fatto
registrare risultati degni di essere
menzionati, è una crema dermoleni-
tiva (Alchemialand) per uso veteri-
nario da applicare esternamente sui
più diversi tipi di lesione.
me non compatibili con la vita.
L’applicazione degli Oli Essen-
ziali è spesso in grado di tene-
re lontane le mosche e quindi
di prevenire il problema sopra
esposto.
- La guarigione delle ferite avvie-
ne più celermente se le stesse non
vengono coperte da fasciature oc-
cludenti.
	
L’impiego degli Oli Essenziali, an-
che per quanto sopra esposto, acce-
lera direttamente o indirettamente
il processo riparativo.
- Ove fosse necessario coprire le feri-
te, consiglio di farlo utilizzando una
garza alle fitostimoline arricchita
con alcune gocce di oleolito di Iperi-
co e oli essenziali scelti alla bisogna.
- Soprattutto quando le ferite appa-
iono di difficile guarigione, faccio
sempre uso di Arnica Composita
Heel in fiale iniettabili, preparazio-
ne omeopatica di grande efficacia e
sicurezza.
Citrus bergamia Hypericum perforatum
Lavandula angustifolia Thymus vulgaris
La capacità di agire della crema sta
proprio nella ricchezza dei compo-
nenti, che sono: vitamina C, olio di
oliva, burro di karitè, oleolito di ca-
lendula, olio di semi di pompelmo,
olio di Neem e oli essenziali come
quello di geranio e di lavanda.
Come è possibile rendersi facil-
mente conto, si tratta di una cre-
ma dalla formulazione complessa
che, nella pratica, ha consentito
la risoluzione di diverse problema-
tiche collegate a lesioni a carico del-
la superficie esterna degli animali
trattati, siano stati essi di grande o
piccola mole e di specie diverse e, i
tempi di guarigione registrati, sono
stati ben al disotto delle normali
aspettative.
* 	Medico Veterinario
	 Diplomato in Medicina Olistica
Veterinaria (Università di Urbino)
	 Master in Medicine Naturali
	 (Università di Roma Tor Vergata)
Perfezionato in Fitoterapia Clinica
(Università della Tuscia)
FOCUS-veterinaria
40 tnatural 1 gennaio - febbraio 2015

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  • 1. La cura delle ferite che interessano l’epidermide degli animali è una problematica comune nella medicina veterinaria; vediamo quale può essere l’approccio “alternativo” operato sul campo utilizzando i rimedi offerti dalla fitoterapia. L’IMPIEGO DEI FITOTERAPICI nel trattamento delle ferite in medicina veterinaria FotodiB.Agostinelli FOCUS-veterinaria 36 tnatural 1 gennaio - febbraio 2015
  • 2. N ella pratica clinico tera- peutica di chi giornal- mente esercita la profes- sione di Medico Veterinario, il trattamento delle ferite a carico dell’apparato tegumentario inve- ste percentualmente una discre- ta parte della casistica. La problematica riguarda tanto i soggetti che vivono in ambien- te rurale o semi rurale, quanto quelli che trascorrono la loro esistenza in ambiente cittadino. Inoltre, le stesse soluzioni tera- peutiche proposte possono esse- re tranquillamente messe in ope- ra per il trattamento delle ferite chirurgiche, normale esito dei più svariati interventi chirurgici che hanno come ultimo atto tec- nico una sutura a carico dell’ap- parato tegumentario. Definiamo innanzitutto cosa si intende per ferita: “una interru- zione dei tessuti conseguente a eventi esterni”. Classicamente le ferite possono essere divise in: - superficiali; - profonde; - penetranti; - interne. Classificazione ulteriore è poi quella che, a seconda dello stato igienico, le divide in: - pulite; - pulite contaminate; - contaminate; - sporche. In questo articolo, ci occupe- remo delle ferite superficiali/ profonde, pulite, contaminate, sporche. Trattamento classico delle ferite Il trattamento classico delle fe- rite prevede: - la pulizia grossolana della so- luzione di continuo con aspor- tazione dello sporco visibile. All’occorrenza, possiamo anche far seguire una saponata con semplice sapone di Marsiglia, avendo poi cura di rimuovere i residui con una accurata risciac- quatura finale; - la detersione con soluzione fisiologica mista ad acqua ossi- genata. In merito, l’esperienza ci dice che tale fase può essere anche assolta con l’impiego di comune acqua potabile; - la disinfezione che può essere realizzata con soluzioni allo io- dio-povidone, clorexidina o sali di ammonio quaternario; - l’esplorazione della ferita al fine di valutarne l’entità e la ne- cessità o meno di procedere a una sutura chirurgica o di opta- re per un processo di guarigione per seconda intenzione; - applicazione locale e/o genera- le di farmaci ad attività antibio- tica e/o promuoventi il trofismo cutaneo. Trattamento alternativo delle ferite Fermo restando il principio per il quale i sopraindicati pas- si sono insostituibili, possia- mo proporre alcune alternative egualmente valide se non addi- rittura più efficaci: * David Carella - la pulizia grossolana della so- luzione di continuo con aspor- tazione dello sporco visibile. All’occorenza, possiamo anche far seguire una saponata con semplice sapone di Marsiglia, avendo poi cura di rimuovere i residui con una accurata risciac- quatura finale. - La detersione, che può essere effettuata con Calendula T.M. diluita in soluzione fisiologica o acqua potabile, possibilmente a temperatura ambiente. - La disinfezione che può esse- re realizzata con soluzioni allo iodio-povidone, clorexidina o sali di ammonio quaternario. Se vogliamo optare per una scelta “alternativa”, possiamo però ri- correre alle nostre piante e ai loro estratti che ci vengono in- contro con tutta la loro ricchez- za di contenuti e complessità di azione. Come noto, esistono in natu- ra piante che contengono fito- complessi e oli essenziali tali da esercitare una valida azione antimicrobica e finanche antivi- rale. Nella mia pratica clinico tera- peutica, in questa fase, spesso impiego: - Calendula T.M.: rimedio dav- vero unico per favorire la di- sinfezione, la granulazione del tessuto lesionato e, di conse- guenza, accelerare la guarigio- ne. Può essere impiegata sia pura che diluita in acqua pota- bile e/o soluzione fisiologica. - L’esplorazione della ferita al fine di valutarne l’entità e la ne- cessità o meno di procedere a una sutura chirurgica o di opta- gennaio - febbraio 2015 natural 1 t37
  • 3. ti con applicazione diretta sul piano dermico lesionato, previa diluizione in vettore oleoso ve- getale, gel, miele o Propoli solu- zione idroalcolica, possono esse- re impiegati da soli o in sinergia tra loro. Nel trattamento delle ferite sono solito impiegare i seguenti Oli Essenziali: - Tea tree - Melaleuca alternifo- lia: evidente attività antibatteri- ca e antivirale. - Bergamotto- Citrus bergamia: buona attività cicatrizzante. - Camomilla romana - Cha- maemelum nobile: buon effetto cicatrizzante. - Geranio - Pelargonium odora- tissimum: astringente, antin- fiammatorio, cicatrizzante. - Lavanda - Lavandula angu- stifolia: di sempre utile impiego nelle lesioni dermiche. - Timo - Thymus vulgaris: di uti- le impiego nelle ferite infette. - Neem- Azadirachta indica: di valido impiego in tutte le lesioni dermiche. Considerazioni pratiche È ora il caso di fare delle osser- vazioni che, frutto della pratica di anni, ritengo possano essere di grande utilità per il lettore. - Le ferite dei nostri animali hanno la facile tendenza ad at- tirare infestanti alati (mosche) che, oltre a veicolare virus, bat- teri e sporcizia, depongono le loro uova. Dopo pochi giorni, dalle uova nascono delle larve (bigattini) che, oltre a esercita- re una pesante azione negativa sul processo di guarigione, sono in grado di provocare una grave tossicosi generale che può spin- gersi fino a conseguenze estre- re per un processo di guarigione per seconda intenzione. - L’applicazione locale e/o ge- nerale di estratti e/o preparati di piante ad attività antimicro- bica e/o promuoventi il trofi- smo cutaneo: - Hypericum perforatum: fac- cio largo uso del suo oleolito. Possiede una intensa attività eutrofica ed è in grado di far guarire rapidamente le ferite più complicate, specie se ad- ditivato con oli essenziali op- portunamente selezionati. Se poi nella ferita sono coin- volti piccoli rami nervosi, ne facilita la riparazione e ha an- che un discreto effetto sulla dolorabilità e il prurito locali. - Aloe vera gel: importante azione trofica, antinfiamma- toria, antipruriginosa, euder- mica e cicatrizzante. - Miele: importanti azioni tro- fica, antinfiammatoria, anti- pruriginosa, eudermica e ci- catrizzante. - Propoli soluzione idroalco- lica: importante attività an- tinfiammatoria, antibatterica e cicatrizzante. A questo punto, non possiamo non parlare dell’impiego degli Oli Essenziali, veri “fitocom- plessi nel fitocomplesso”. In merito, non si sottolinea mai a sufficienza l’importanza della certezza della loro purezza e, se possibile, chemotipizzazione. Credo sia sempre il caso di dif- fidare di prodotti a basso costo (rispetto alla media), spesso non supportati da alcuna docu- mentazione probante la purezza e/o qualità e magari neanche garantititi da marchi di settore. Questi veri e propri farmaci che, nel nostro caso, sono utilizza- FOCUS-veterinaria 38 tnatural 1 gennaio - febbraio 2015 1) Ferita su cute di gatto 3) Ferita su cute di cane Alcune immagini dell’evoluzio- ne delle ferite sulla cute di tre diversi animali 2 Ferita su cute di cavallo
  • 4. Azadirachta indica LARN Via Fabbriche, 18 15069 - Serravalle Scrivia (AL) Tel.: 0143 633130/686387; fax 0143 608200. E-mail: info@larnsrl.it Qualità e servizio Produzione di integratori erboristici e dietetici conto terzi LARN Visitate il nostro sito! www.larnsrl.it - compresse di varie misure e forme - opercoli formati “1-0-00” - liquidi: produzione e ripartizione da 10 ml a 500 ml - polveri e granulati, bustine e barattoli - confetti di varie tipologie e colorazioni - confezionamento in blister di vari formati o in pilloliere vetro o plastica - filmatura di compresse, colorazioni varie, gastroresistenti - filmatura carbone, trasparente, filmato colorato, filmato colorato aromatizzato Macchina comprimitrice Ronchi AR/90 li. È fondamentale, per arginare tale patologia, il miglioramento della diagnostica, della prevenzione e della sorveglianza. In Italia infatti la legionellosi è sottoposta a sorveglianza speciale da parte del Ministero della Salute e presso l’Istituto Superiore di Sanità è presente il Registro Nazionale dei casi noti- ficati, mentre a livello europeo attraverso l’ECDC di Stoccolma è presente un network dedicato (European Legionnaires’ Disease Surveillance Network ELDSNet). Legionella è ubiquitaria negli ambienti d’acqua dolce, anche in sorgenti termali, a temperature comprese tra 5.7 e 63 °C e a pH tra 5,4 e 8,1, dove si trova in bassa concentrazione e sopravvive come parassita intracellulare di protozoi o anche in bio- film (3,4). La colonizzazione dell’ambiente idrico artificiale (impianti idrici, di condizionamento d’a- ria, riuniti odontoiatrici, ecc.) è dovuta a condizioni favorevoli per la sopravvivenza e per la moltiplica- zione, quali ad esempio una temperatura adeguata (tra 35 e 45 °C), ristagno di acque, biofilm, ecc. A tutt’oggi sono state descritte più di 50 specie di Legionella (più di 20 ritrovate in infezioni umane) e circa 71 sierogruppi, e tra queste Legionella pneu- mophila sierogruppo 1 è responsabile della maggior parte delle legionellosi diagnosticate. L’infezione avviene attraverso l’inalazione o l’aspirazione di aerosol d’acqua contaminata. Quando si verifica questo evento, i batteri, raggiunti i polmoni, vengo- no fagocitati dai macrofagi alveolari, all’interno dei quali si moltiplicano nel fagosoma, inibendo la fusio- ne con il lisosoma, senza essere uccisi. È essenzial- mente in base a questa capacità di Legionella di resi- stere all’azione macrofagica che insorge la malattia (5,6), la quale comunque si verifica anche in relazio- ne a molteplici fattori, come lo stato immunologico del soggetto colpito, la virulenza del ceppo di Legionella, il tempo di esposizione al batterio e la quantità dello stesso. L’uomo è un ospite accidentale e la trasmissione interumana non è stata mai dimostrata, né si cono- sce l’esistenza di portatori. In Europa Legionella causa circa 1,9% di tutti i casi di polmonite acquisi- ta in comunità, il 4,9% di quelle ospedaliere, e nel 7,9% dei ricoveri in terapia intensiva (7). Casi singo- li ed epidemie di legionellosi sono stati in gran parte Calendula officinalis Chamaemelum nobile Melaleuca alternifolia
  • 5. Circa i vettori da utilizzare per ren- dere più semplice l’impiego degli Oli Essenziali sul piano dermico, solitamente faccio uso dei seguenti preparati: - oleolito di Hypericum perforatum; - oleolito di Calendula officinalis; - olio di Oliva extravergine; - gel di Aloe vera Circa la percentuale di Olio Essen- ziale da miscelare, molto indicativa- mente impiego la seguente: 2-3 gtt di ciascun O.E. in un flacone di base da 100 mL. Si tenga conto che le sinergie tra Oli Essenziali sono solitamente più attive. Un prodotto con una ricca e inte- ressante composizione, che ha fatto registrare risultati degni di essere menzionati, è una crema dermoleni- tiva (Alchemialand) per uso veteri- nario da applicare esternamente sui più diversi tipi di lesione. me non compatibili con la vita. L’applicazione degli Oli Essen- ziali è spesso in grado di tene- re lontane le mosche e quindi di prevenire il problema sopra esposto. - La guarigione delle ferite avvie- ne più celermente se le stesse non vengono coperte da fasciature oc- cludenti. L’impiego degli Oli Essenziali, an- che per quanto sopra esposto, acce- lera direttamente o indirettamente il processo riparativo. - Ove fosse necessario coprire le feri- te, consiglio di farlo utilizzando una garza alle fitostimoline arricchita con alcune gocce di oleolito di Iperi- co e oli essenziali scelti alla bisogna. - Soprattutto quando le ferite appa- iono di difficile guarigione, faccio sempre uso di Arnica Composita Heel in fiale iniettabili, preparazio- ne omeopatica di grande efficacia e sicurezza. Citrus bergamia Hypericum perforatum Lavandula angustifolia Thymus vulgaris La capacità di agire della crema sta proprio nella ricchezza dei compo- nenti, che sono: vitamina C, olio di oliva, burro di karitè, oleolito di ca- lendula, olio di semi di pompelmo, olio di Neem e oli essenziali come quello di geranio e di lavanda. Come è possibile rendersi facil- mente conto, si tratta di una cre- ma dalla formulazione complessa che, nella pratica, ha consentito la risoluzione di diverse problema- tiche collegate a lesioni a carico del- la superficie esterna degli animali trattati, siano stati essi di grande o piccola mole e di specie diverse e, i tempi di guarigione registrati, sono stati ben al disotto delle normali aspettative. * Medico Veterinario Diplomato in Medicina Olistica Veterinaria (Università di Urbino) Master in Medicine Naturali (Università di Roma Tor Vergata) Perfezionato in Fitoterapia Clinica (Università della Tuscia) FOCUS-veterinaria 40 tnatural 1 gennaio - febbraio 2015