Currently about 23,000 objects are tracked while orbiting near the Earth: more than 6,000 satellites have been launched during the Space Age, but less than 1,000 of these are still in operation. The rest are derelict and liable to fragment as leftover fuel or batteries explode. Even if we do nothing, taking into account the number of objects already in orbit, the space environment might not be sustainable if no mitigation or remediation efforts are undertaken.
The project ADR1EN "First European System for Active Debris Removal with Nets" (www.adr1en-project.eu) aims to catch the business opportunity generated by the need of increasing safety of space infrastructures with respect to the threat posed by the huge number of space debris lost in space. The system will contribute to solve the problem of risk of collision against space debris by directly reducing the number of such debris.
Mr Franco Malerba, the first Italian astronaut, is the Business Coach of the project, coordinated by the Italian company Stam (www.stamtech.com)
Eventi, "Programmi & Progetti" Anno 8 n. 39, pag. 45.
Presentzione Matematica similitudini circonferenze e omotetie.pptx
Una rete “acchiappasatelliti”
1. Eventi
Lunedì 23 novembre 2015 Programmi & Progetti 45
alla necessità di sviluppare
simulatori delle condizioni
spaziali, sistemi di espul-
sione della rete, test a terra
e test in assenza di gravità
simulata. In questa corsa
Stam ha messo il turbo e ha
utilizzato lo strumento Pmi
della Commissione Europea
nell’ambito di Horizon 2020.
Stam è un’azienda genovese
detentrice di tecnologie bre-
vettate che utilizza in settori
quali: aerospazio, automa-
zione e robotica, sicurezza,
energia e trasporti. Come le
startup della Silicon Valley,
STAM / Coach di eccezione del progetto Adr1en è il primo astronauta italiano Franco Malerba
XXXXX / Xxxxx
Unarete“acchiappasatelliti”
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ha visto la luce in un garage
nel 1997. Dal 1999, la società
collabora con l’Agenzia Spa-
ziale Europea (ESA) e suc-
cessivamente con i principali
centri di ricerca internazio-
nali. L’utilizzo di finanzia-
menti per realizzare ricerca
interna o per committenti
esterni fa parte del model-
lo di business della società.
È in tale contesto che nasce
il progetto Adr1en (www.
adr1en-project.eu), First Eu-
ropean System for Active
Debris Removal with Nets,
il cui obiettivo è lo sviluppo
di un sistema per la rimozio-
ne attiva di detriti spaziali
tramite reti appositamente
progettate. Nello specifico,
l’obiettivo è rappresentato da
detriti con massa superiore a
una tonnellata e dimensio-
ne maggiore di un metro, a
una quota di 800-1.200 km e
in orbita polare. Il concetto
prevede una navicella che
avvicina il detrito obiettivo
e lancia una rete contro di
esso. La rete, agganciata al-
la navicella, si apre in volo
e si aggroviglia intorno al
detrito. Una volta catturato,
la navicella può trascinare il
detrito fino a farlo disinte-
grare in atmosfera, oppure
verso un’orbita cimiteriale.
Una prima fase del progetto
si è conclusa con lo sviluppo
di un prototipo del sistema
in grado di recuperare un
detrito in scala 1:30 rispetto
all’obiettivo selezionato da
Esa. Il sistema è stato realiz-
zato e testato con successo in
condizioni di microgravità
durante una campagna di
volo parabolico a Ottawa,
in collaborazione con il Na-
tional Research Council of
Canada.
Il supporto fornito da
Horizon 2020 non è solo
economico. Per garantire il
successo del progetto e il suo
sfruttamento anche com-
merciale la Commissione
Europea ha assegnato alla
Stam un coach di eccezione:
Franco Malerba, il primo
astronauta italiano, geno-
vese anche lui, che ha por-
tato nello spazio nel 1992
il satellite a filo. Malerba
è un convinto sostenitore
dell’ingegneria delle struttu-
re flessibili, in particolare il
cavo di collegamento fra rete
e vettore, e ritiene che esse
avranno un ruolo sempre
più importante nelle attività
spaziali.
Il prototipo prende spunto dalle reti da pesca e potrà ripulire lo Spazio dai detriti
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Una rete da pesca utiliz-
zata per ripulire il cielo
dai pericolosi detriti spaziali
poteva nascere solo a Geno-
va. Si direbbe che la voca-
zione marinara della città e
una tecnica di pesca antica
- quella della rete, appunto
- possa portare soluzioni a
un problema sempre più ur-
gente nello spazio, quello dei
relitti vaganti, residui delle
attività spaziali del passato,
che creano seri rischi di col-
lisione alle nuove infrastrut-
ture satellitari. È infatti una
società genovese, Stam Srl
(www.stamtech.com), fonda-
ta a Genova nel 1997, insie-
me a due partner polacchi,
OptiNav e SkaPolska, a svi-
luppare il primo prototipo di
“acchiappasatelliti a rete”.
Per comprendere l’impor-
tanza del problema dei de-
triti spaziali è sufficiente os-
servare che, dei circa seimila
satelliti lanciati in orbita,
meno di mille sono ancora
operativi. Gli altri cinque-
mila, in molti casi già a loro
volta frammentati a seguito
di collisioni spaziali, sono
in orbita fuori controllo. Il
Da
sistema sviluppato da Stam
è concepito per rimuovere
i detriti spaziali che hanno
maggiore rischio di produr-
re ulteriori detriti, evitando
un’escalation catastrofica,
che nel giro di pochi decenni
potrebbe rendere inutilizza-
bili molte orbite intorno alla
Terra: la cosiddetta sindro-
me di Kessler.
La corsa allo sviluppo della
tecnologia più efficace per
ripulire lo spazio dai peri-
colosi detriti è iniziata nel
2010. Gli investimenti ne-
cessari per qualificare una
tecnologia spaziale sono
importanti e non sempre
alla portata di piccole e me-
die imprese, sebbene dotate
di grande determinazione e
un background tecnologi-
co di tutto rispetto. Si pensi
Am
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Il team che ha eseguito i test in volo parabolico
Franco Malerba,
coach del
progetto Adr1en
e primo
astronauta
italiano