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Eventi
Lunedì 23 novembre 2015 Programmi & Progetti 45
alla necessità di sviluppare
simulatori delle condizioni
spaziali, sistemi di espul-
sione della rete, test a terra
e test in assenza di gravità
simulata. In questa corsa
Stam ha messo il turbo e ha
utilizzato lo strumento Pmi
della Commissione Europea
nell’ambito di Horizon 2020.
Stam è un’azienda genovese
detentrice di tecnologie bre-
vettate che utilizza in settori
quali: aerospazio, automa-
zione e robotica, sicurezza,
energia e trasporti. Come le
startup della Silicon Valley,
STAM / Coach di eccezione del progetto Adr1en è il primo astronauta italiano Franco Malerba
XXXXX / Xxxxx
Unarete“acchiappasatelliti”
lpplpplppllplplplppplplpplplplplpp
ha visto la luce in un garage
nel 1997. Dal 1999, la società
collabora con l’Agenzia Spa-
ziale Europea (ESA) e suc-
cessivamente con i principali
centri di ricerca internazio-
nali. L’utilizzo di finanzia-
menti per realizzare ricerca
interna o per committenti
esterni fa parte del model-
lo di business della società.
È in tale contesto che nasce
il progetto Adr1en (www.
adr1en-project.eu), First Eu-
ropean System for Active
Debris Removal with Nets,
il cui obiettivo è lo sviluppo
di un sistema per la rimozio-
ne attiva di detriti spaziali
tramite reti appositamente
progettate. Nello specifico,
l’obiettivo è rappresentato da
detriti con massa superiore a
una tonnellata e dimensio-
ne maggiore di un metro, a
una quota di 800-1.200 km e
in orbita polare. Il concetto
prevede una navicella che
avvicina il detrito obiettivo
e lancia una rete contro di
esso. La rete, agganciata al-
la navicella, si apre in volo
e si aggroviglia intorno al
detrito. Una volta catturato,
la navicella può trascinare il
detrito fino a farlo disinte-
grare in atmosfera, oppure
verso un’orbita cimiteriale.
Una prima fase del progetto
si è conclusa con lo sviluppo
di un prototipo del sistema
in grado di recuperare un
detrito in scala 1:30 rispetto
all’obiettivo selezionato da
Esa. Il sistema è stato realiz-
zato e testato con successo in
condizioni di microgravità
durante una campagna di
volo parabolico a Ottawa,
in collaborazione con il Na-
tional Research Council of
Canada.
Il supporto fornito da
­Horizon 2020 non è solo
economico. Per garantire il
successo del progetto e il suo
sfruttamento anche com-
merciale la Commissione
Europea ha assegnato alla
Stam un coach di eccezione:
Franco Malerba, il primo
astronauta italiano, geno-
vese anche lui, che ha por-
tato nello spazio nel 1992
il satellite a filo. Malerba
è un convinto sostenitore
dell’ingegneria delle struttu-
re flessibili, in particolare il
cavo di collegamento fra rete
e vettore, e ritiene che esse
avranno un ruolo sempre
più importante nelle attività
spaziali.
Il prototipo prende spunto dalle reti da pesca e potrà ripulire lo Spazio dai detriti
asdfbdfbf hfghfg fghfdgh fgh fghf gfgh fg cxbncxfcxf fcxh
Una rete da pesca utiliz-
zata per ripulire il cielo
dai pericolosi detriti spaziali
poteva nascere solo a Geno-
va. Si direbbe che la voca-
zione marinara della città e
una tecnica di pesca antica
- quella della rete, appunto
- possa portare soluzioni a
un problema sempre più ur-
gente nello spazio, quello dei
relitti vaganti, residui delle
attività spaziali del passato,
che creano seri rischi di col-
lisione alle nuove infrastrut-
ture satellitari. È infatti una
società genovese, Stam Srl
(www.stamtech.com), fonda-
ta a Genova nel 1997, insie-
me a due partner polacchi,
OptiNav e SkaPolska, a svi-
luppare il primo prototipo di
“acchiappasatelliti a rete”.
Per comprendere l’impor-
tanza del problema dei de-
triti spaziali è sufficiente os-
servare che, dei circa seimila
satelliti lanciati in orbita,
meno di mille sono ancora
operativi. Gli altri cinque-
mila, in molti casi già a loro
volta frammentati a seguito
di collisioni spaziali, sono
in orbita fuori controllo. Il
Da
sistema sviluppato da Stam
è concepito per rimuovere
i detriti spaziali che hanno
maggiore rischio di produr-
re ulteriori detriti, evitando
un’escalation catastrofica,
che nel giro di pochi decenni
potrebbe rendere inutilizza-
bili molte orbite intorno alla
Terra: la cosiddetta sindro-
me di Kessler.
La corsa allo sviluppo della
tecnologia più efficace per
ripulire lo spazio dai peri-
colosi detriti è iniziata nel
2010. Gli investimenti ne-
cessari per qualificare una
tecnologia spaziale sono
importanti e non sempre
alla portata di piccole e me-
die imprese, sebbene dotate
di grande determinazione e
un background tecnologi-
co di tutto rispetto. Si pensi
Am
zxxzxzxb b xznm zgm g gkj dghj dss
Il team che ha eseguito i test in volo parabolico
Franco Malerba,
coach del
progetto Adr1en
e primo
astronauta
italiano

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Una rete “acchiappasatelliti”

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