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Il Patto di Stabilità e Crescita (PSC)
È alla base del percorso di integrazione monetaria fissato dal Trattato di Maastricht del 1992.
È un insieme di regole che governano il coordinamento delle politiche fiscali dei paesi dell’UE,
che ha l’obiettivo di salvaguardare una finanza pubblica solida.
Non deve superare il 3% del prodotto interno
lordo (PIL), a meno che il rapporto disavanzo/PIL
sia diminuito in modo sostanziale e continuo,
o il suo sforamento sia solo temporaneo.
DISAVANZO DI BILANCIO
CRITERI
Gli Stati Membri devono dimostrare una solida finanza pubblica
e soddisfare due criteri:
Non deve superare il 60% del PIL, a meno che il rapporto
debito/PIL si stia riducendo in misura sufficiente e si avvicini al
60% del PIL con ritmo adeguato. Secondo il regolamento CE
1467/97, la riduzione del debito procede a un ritmo
soddisfacente se il suo tasso è di almeno 1/20esimo annuo.
DEBITO PUBBLICO
Le Braccia del PSC
Il PSC è codificato nel Trattato sul Funzionamento dell’Unione
Europea (TFUE), ed è composto da due “braccia”:
Con i suoi strumenti e
procedure di sorveglianza,
assicura che le politiche
fiscali degli Stati Membri
siano coordinate e sostenibili.
1. BRACCIO PREVENTIVO
2. BRACCIO CORRETTIVO
È rappresentato dalla
Procedura per i Disavanzi
Eccessivi (PDE).
Viene attivato affinché i Paesi
della Zona Euro adottino
risposte politiche adeguate
a correggere deficit di
bilancio e/o debiti pubblici
valutati come eccessivi.
1. IL BRACCIO PREVENTIVO
Ogni anno, nel mese di aprile, i paesi della Zona Euro presentano i loro programmi di stabilità
alla Commissione e al Consiglio, mentre gli altri Stati Membri presentano alle stesse istituzioni
i loro programmi di convergenza.
Sia i programmi di stabilità che quelli di convergenza devono includere gli obiettivi di bilancio
a medio termine (OMT) del Paese, e indicazioni su come verranno raggiunti.
I programmi vengono esaminati dalla Commissione Europea.
C
Rappresentano la posizione di bilancio strutturale – e cioè al
netto di ciclo economico e misure una tantum – che gli Stati
Membri si impegnano a raggiungere e ai quali vincolano le
proprie politiche di bilancio.
Servono a:
• fornire un margine di sicurezza rispetto al limite del 3% del
PIL per il disavanzo;
• garantire la sostenibilità o rapidi progressi verso la
sostenibilità delle politiche di bilancio;
• lasciare agli Stati Membri un margine di manovra in materia
di bilancio, tenendo conto in particolare delle esigenze di
investimento pubblico.
GLI OMT
Art. 121 del TFUE:
Il Consiglio dell’UE, sulla base di relazioni presentate
dalla Commissione, vigila sull'evoluzione economica
degli Stati Membri, che a loro volta trasmettono alla
Commissione le informazioni riguardanti i provvedimenti
di politica economica che intendono adottare.
SORVEGLIANZA MULTILATERALE
“Se Commissione e Consiglio valutano che la situazione
economica e le misure adottate da uno Stato Membro
si discostano dagli OMT, possono adottare avvertimenti
che chiedano allo Stato di correggere la rotta.
2. IL BRACCIO CORRETTIVO
Se in uno Stato Membro maturano le condizioni per un disavanzo e/o un debito pubblico superiori
ai valori di riferimento fissati dall’UE, viene attivata la Procedura per i Disavanzi Eccessivi.
Disciplinata all’art. 126 del TFUE, consiste in un piano di azione composto di misure economiche
correttive raccomandate dal Consiglio dell’UE, e dal termine temporale entro il quale devono essere
implementate.
OBIETTIVO › sostenere il ritorno dello Stato Membro a posizioni di bilancio solide.
LA PROCEDURA DEI DISAVANZI ECCESSIVI
La Commissione, valutata
l’esistenza o il rischio di una
violazione del criterio del disavanzo
o del debito, trasmette un parere
allo Stato Membro interessato e
una relazione al Consiglio dell’UE.
Art. 126: avvio della PDE
Il Consiglio dell’UE, su invito
della Commissione, adotta le
raccomandazioni da rivolgere allo
Stato per far cessare la situazione
di disavanzo eccessivo e i limiti
temporali entro cui applicarle.
Il Consiglio dell’UE, su proposta
della Commissione e tenendo
in considerazione le osservazioni
formulate dallo Stato Membro,
decide che esiste un disavanzo
e/o un debito eccessivo.
1 32
C
Il Consiglio dell’UE può decidere di intimargli di prendere le
misure necessarie a rientrare dal debito entro un termine
temporale.
E fino a quando lo Stato Membro non adempie alle
raccomandazioni, il Consiglio può:
• chiedergli di pubblicare informazioni;
• invitare la Banca Europea per gli Investimenti a
“riconsiderare” la sua politica di prestiti verso lo Stato;
• richiedere che lo Stato costituisca un deposito infruttifero
presso l’Unione, fino a quando il disavanzo eccessivo non
sia stato corretto;
• comminare sanzioni.
SE LO STATO MEMBRO NON ADEMPIE
LA VALUTAZIONE
LA CHIUSURA
Quando uno Stato Membro porta a compimento le
misure raccomandate, di fatto superando le ragioni che
avevano innescato la PDE, il Consiglio dell’UE, sempre
su raccomandazione della Commissione, abroga con atto
formale le decisioni o le raccomandazioni assunte nel
corso della procedura, dichiarando pubblicamente che
non esistono più le condizioni di disavanzo eccessivo
che avevano portato ad attivare la Procedura.
Fin qui, la lettera della normativa UE.
Ma cosa significa per uno SM essere sotto Procedura?
La decisione di attivare una PDE si basa su stringenti
parametri economici, che non lasciano, apparentemente,
margini a discrezionalità.
Tuttavia, le eventuali violazioni devono essere valutate
tenendo conto non solo delle condizioni economiche
generali dello SM, ma anche degli effetti del ciclo
economico, un fattore esterno di difficile interpretazione.
Inoltre, si tratta spesso di previsioni: Commissione e
Consiglio prevedono che – stanti le misure adottate – lo SM
violerà i parametri, perché ad esempio il PIL crescerà
meno del previsto.
È dunque anche un giudizio sull’efficacia delle scelte di
politica economica adottate da uno Stato Membro.
AUSTERITà o politiche di spesa
La scelta di avviare una PDE si basa, inevitabilmente, anche su considerazioni politiche. E
sulle valutazioni di Commissione e Consiglio pesano gli orientamenti di politica economica portati
avanti dagli Stati Membri più influenti.
Ad esempio, l’UE ha sin qui sempre sostenuto politiche di austerità, chiedendo tagli alla spesa
ed aumento delle tasse agli SM in condizioni di disavanzo critiche.
Oppure ammonendo gli SM che decidevano di perseguire politiche di spesa per stimolare la
crescita del PIL, ma correndo il rischio di esporsi sul piano del debito.
IL LANCIO
Da quel momento inizia un percorso di collaborazione
tra lo Stato Membro, la Commissione e il Consiglio
dell’UE, caratterizzato da:
• monitoraggio graduale, realizzato con il contributo
dello stesso Stato Membro che invia a Bruxelles
relazioni periodiche sull’implementazione dei
provvedimenti (oltre ai propri programmi di bilancio
pluriennali);
• Programmi di Partenariato Economico (PPE).
Il lancio effettivo della PDE si realizza con l’adozione
da parte del Consiglio dell’UE delle raccomandazioni
rivolte allo Stato Membro.
Il Consiglio fissa anche i tempi entro cui tali misure
devono essere adottate (ad esempio entro sei mesi)
e concretamente applicate (ad esempio entro un anno).
SOTTO PROCEDURA
I PROGRAMMI DI PATERNARIATO ECONOMICO (PPE)
Sono riforme strutturali ritenute strumentali per una correzione efficace e duratura del
disavanzo eccessivo.
Gli Stati Membri oggetto di procedura per i disavanzi eccessivi presentano un PPE,
indicando in dettaglio le misure e le riforme che intendono adottare, sulle quali il
Consiglio dell’UE, su proposta della Commissione, elabora un parere.
I PPE possono anche essere utilizzati come strumento di trattativa tra lo Stato Membro
e le Istituzioni Europee.
Il Consiglio, per consentire allo Stato Membro di maturare condizioni di bilancio solide
e durature, può rimandare le scadenze fissate per l’adozione delle raccomandazioni
e attenuare le misure richieste allo SM per ridurre il disavanzo e/o il debito.
I PRECEDENTI
LA CRISI
Nel 2010-2011, nel pieno della crisi dell’euro, i paesi sotto
procedura erano ben 24: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro,
Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania,
Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania,
Lussemburgo, Spagna, Olanda, Polonia, Portogallo,
Romania, Slovacchia, Slovenia e Regno Unito.
Dal 2009, anno nel quale l’area dell’Unione Europea è stata
investita dalla crisi economica, diversi Stati Membri hanno
iniziato a mostrare posizioni di bilancio critiche.
In molti casi, le PDE sono state avviate per violazione di
entrambi i parametri fissati dal TFUE: vale a dire che, nel
pieno della crisi, molti Stati Membri non solo hanno sforato
il 3% del disavanzo sul debito, ma hanno anche visto
aumentare il proprio debito pubblico.
E POI…
Dopo anni di misure improntate alla politica di austerità – tagli alla spesa, aumento dell’imposizione
fiscale, riforma delle pensioni – tutti i Paesi sono gradualmente usciti dalla procedura.
Al momento, nessuno Stato Membro dell’UE si trova sotto Procedura per i disavanzi eccessivi.
Spagna: 2009-2019
Francia: 2009 -2018
Portogallo: 2009 – 2017
Le procedure più lungHE
Avviate per lo sforamento non temporaneo del disavanzo di
bilancio, hanno conosciuto nel corso del tempo diversi rinvii
dei limiti temporali fissati dal Consiglio dell’UE per l’adozione
delle raccomandazioni.
Rinvii decisi dalla stessa UE, che ha valutato fattori come il
ciclo economico non favorevole e l’adozione di riforme
strutturali.
L’ITALIA
Il disavanzo pubblico italiano
tocca un massimo del 5,5% del
PIL.
Dicembre: il Consiglio dell’UE
adotta la decisione 2010/286/UE
che pone l’Italia sotto PDE.
2009 GOVERNO BERLUSCONI
Il differenziale tra i titoli di Stato italiani e
quelli tedeschi supera quota 400.
Estate: si temono difficoltà sempre maggiori
per l’Italia nel finanziare il proprio debito.
La BCE scrive una lettera al Governo Italiano
chiedendo l’adozione delle raccomandazioni
adottate dal Consiglio UE e l’implementazione
di riforme strutturali come l’aumento dell’età
pensionistica, la revisione della spesa pubblica,
l’abolizione delle province.
8 novembre: Berlusconi rassegna le dimissioni
16 novembre: giura il nuovo Governo Monti,
che con il Decreto Salva-Italia avvia le riforme
richieste dalla UE.
Entro il termine fissato dal
Consiglio, il disavanzo italiano
viene progressivamente
riportato sotto il limite del 3%.
2012
2011 Crisi dello spread
Giugno: il Consiglio chiude la
procedura contro l’Italia.
2013
L’Italia e le Istituzioni UE
Nel 2018 l’Italia, secondo le Istituzioni Europee, ha adottato indirizzi di politica economica in contrasto
con le politiche di austerità, che con l’obiettivo di stimolare la crescita del PIL attraverso l’aumento
della spesa pubblica, rischiano di aggravare l’esposizione debitoria del paese.
2018
27 settembre
il Governo presenta la Nota di Aggiornamento
al DEF: il rapporto tra disavanzo e PIL previsto
per l’anno successivo viene fissato a 2,40%,
+0,8 rispetto alle previsioni del governo precedente.
3 ottobre
La Commissione scrive al Governo, definendo la scelta
di aumentare il disavanzo una “deviazione significativa
dal percorso di bilancio”.
Il Governo italiano accetta di ridurre la quota
di disavanzo che aveva inizialmente fissato (pur
scegliendo comunque di aumentarlo) e di accantonare,
nella Legge di Bilancio 2019, specifici stanziamenti
a salvaguardia dei saldi di finanza pubblica.
2019
1 32
La crescita del PIL, nei primi trimestri del 2019, si è rilevata al di sotto delle previsioni inizialmente fissate nel DEF.
6 giugno
La Commissione Europea approva un
rapporto sul debito italiano, affermando
che i parametri del debito pubblico non
sono stati rispettati nel 2018 e nel 2019
e non lo sarebbero nel 2020.
E ritiene giustificata una procedura per
deficit eccessivo. La Commissione
chiede misure in grado di correggere la
rotta, altrimenti sarà avviata la PDE.
2 luglio
Il Governo approva il Decreto di
Assestamento di Bilancio con cui
vengono rimodulati i fondi per le
misure di spesa adottate e utilizzati
gli accantonamenti previsti della
Legge di Bilancio.
3 luglio
La Commissione si dichiara
soddisfatta: non raccomanderà
al Consiglio dell’UE di aprire una
PDE nei confronti dell’Italia.
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UE LA PROCEDURA PER I DISAVANZI ECCESSIVI

  • 1.
  • 2. Il Patto di Stabilità e Crescita (PSC) È alla base del percorso di integrazione monetaria fissato dal Trattato di Maastricht del 1992. È un insieme di regole che governano il coordinamento delle politiche fiscali dei paesi dell’UE, che ha l’obiettivo di salvaguardare una finanza pubblica solida.
  • 3. Non deve superare il 3% del prodotto interno lordo (PIL), a meno che il rapporto disavanzo/PIL sia diminuito in modo sostanziale e continuo, o il suo sforamento sia solo temporaneo. DISAVANZO DI BILANCIO CRITERI Gli Stati Membri devono dimostrare una solida finanza pubblica e soddisfare due criteri: Non deve superare il 60% del PIL, a meno che il rapporto debito/PIL si stia riducendo in misura sufficiente e si avvicini al 60% del PIL con ritmo adeguato. Secondo il regolamento CE 1467/97, la riduzione del debito procede a un ritmo soddisfacente se il suo tasso è di almeno 1/20esimo annuo. DEBITO PUBBLICO
  • 4. Le Braccia del PSC Il PSC è codificato nel Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), ed è composto da due “braccia”: Con i suoi strumenti e procedure di sorveglianza, assicura che le politiche fiscali degli Stati Membri siano coordinate e sostenibili. 1. BRACCIO PREVENTIVO 2. BRACCIO CORRETTIVO È rappresentato dalla Procedura per i Disavanzi Eccessivi (PDE). Viene attivato affinché i Paesi della Zona Euro adottino risposte politiche adeguate a correggere deficit di bilancio e/o debiti pubblici valutati come eccessivi.
  • 5. 1. IL BRACCIO PREVENTIVO
  • 6. Ogni anno, nel mese di aprile, i paesi della Zona Euro presentano i loro programmi di stabilità alla Commissione e al Consiglio, mentre gli altri Stati Membri presentano alle stesse istituzioni i loro programmi di convergenza. Sia i programmi di stabilità che quelli di convergenza devono includere gli obiettivi di bilancio a medio termine (OMT) del Paese, e indicazioni su come verranno raggiunti. I programmi vengono esaminati dalla Commissione Europea.
  • 7. C Rappresentano la posizione di bilancio strutturale – e cioè al netto di ciclo economico e misure una tantum – che gli Stati Membri si impegnano a raggiungere e ai quali vincolano le proprie politiche di bilancio. Servono a: • fornire un margine di sicurezza rispetto al limite del 3% del PIL per il disavanzo; • garantire la sostenibilità o rapidi progressi verso la sostenibilità delle politiche di bilancio; • lasciare agli Stati Membri un margine di manovra in materia di bilancio, tenendo conto in particolare delle esigenze di investimento pubblico. GLI OMT
  • 8. Art. 121 del TFUE: Il Consiglio dell’UE, sulla base di relazioni presentate dalla Commissione, vigila sull'evoluzione economica degli Stati Membri, che a loro volta trasmettono alla Commissione le informazioni riguardanti i provvedimenti di politica economica che intendono adottare. SORVEGLIANZA MULTILATERALE “Se Commissione e Consiglio valutano che la situazione economica e le misure adottate da uno Stato Membro si discostano dagli OMT, possono adottare avvertimenti che chiedano allo Stato di correggere la rotta.
  • 9. 2. IL BRACCIO CORRETTIVO
  • 10. Se in uno Stato Membro maturano le condizioni per un disavanzo e/o un debito pubblico superiori ai valori di riferimento fissati dall’UE, viene attivata la Procedura per i Disavanzi Eccessivi. Disciplinata all’art. 126 del TFUE, consiste in un piano di azione composto di misure economiche correttive raccomandate dal Consiglio dell’UE, e dal termine temporale entro il quale devono essere implementate. OBIETTIVO › sostenere il ritorno dello Stato Membro a posizioni di bilancio solide. LA PROCEDURA DEI DISAVANZI ECCESSIVI
  • 11. La Commissione, valutata l’esistenza o il rischio di una violazione del criterio del disavanzo o del debito, trasmette un parere allo Stato Membro interessato e una relazione al Consiglio dell’UE. Art. 126: avvio della PDE Il Consiglio dell’UE, su invito della Commissione, adotta le raccomandazioni da rivolgere allo Stato per far cessare la situazione di disavanzo eccessivo e i limiti temporali entro cui applicarle. Il Consiglio dell’UE, su proposta della Commissione e tenendo in considerazione le osservazioni formulate dallo Stato Membro, decide che esiste un disavanzo e/o un debito eccessivo. 1 32
  • 12. C Il Consiglio dell’UE può decidere di intimargli di prendere le misure necessarie a rientrare dal debito entro un termine temporale. E fino a quando lo Stato Membro non adempie alle raccomandazioni, il Consiglio può: • chiedergli di pubblicare informazioni; • invitare la Banca Europea per gli Investimenti a “riconsiderare” la sua politica di prestiti verso lo Stato; • richiedere che lo Stato costituisca un deposito infruttifero presso l’Unione, fino a quando il disavanzo eccessivo non sia stato corretto; • comminare sanzioni. SE LO STATO MEMBRO NON ADEMPIE
  • 13. LA VALUTAZIONE LA CHIUSURA Quando uno Stato Membro porta a compimento le misure raccomandate, di fatto superando le ragioni che avevano innescato la PDE, il Consiglio dell’UE, sempre su raccomandazione della Commissione, abroga con atto formale le decisioni o le raccomandazioni assunte nel corso della procedura, dichiarando pubblicamente che non esistono più le condizioni di disavanzo eccessivo che avevano portato ad attivare la Procedura. Fin qui, la lettera della normativa UE. Ma cosa significa per uno SM essere sotto Procedura? La decisione di attivare una PDE si basa su stringenti parametri economici, che non lasciano, apparentemente, margini a discrezionalità. Tuttavia, le eventuali violazioni devono essere valutate tenendo conto non solo delle condizioni economiche generali dello SM, ma anche degli effetti del ciclo economico, un fattore esterno di difficile interpretazione. Inoltre, si tratta spesso di previsioni: Commissione e Consiglio prevedono che – stanti le misure adottate – lo SM violerà i parametri, perché ad esempio il PIL crescerà meno del previsto. È dunque anche un giudizio sull’efficacia delle scelte di politica economica adottate da uno Stato Membro.
  • 14. AUSTERITà o politiche di spesa La scelta di avviare una PDE si basa, inevitabilmente, anche su considerazioni politiche. E sulle valutazioni di Commissione e Consiglio pesano gli orientamenti di politica economica portati avanti dagli Stati Membri più influenti. Ad esempio, l’UE ha sin qui sempre sostenuto politiche di austerità, chiedendo tagli alla spesa ed aumento delle tasse agli SM in condizioni di disavanzo critiche. Oppure ammonendo gli SM che decidevano di perseguire politiche di spesa per stimolare la crescita del PIL, ma correndo il rischio di esporsi sul piano del debito.
  • 15. IL LANCIO Da quel momento inizia un percorso di collaborazione tra lo Stato Membro, la Commissione e il Consiglio dell’UE, caratterizzato da: • monitoraggio graduale, realizzato con il contributo dello stesso Stato Membro che invia a Bruxelles relazioni periodiche sull’implementazione dei provvedimenti (oltre ai propri programmi di bilancio pluriennali); • Programmi di Partenariato Economico (PPE). Il lancio effettivo della PDE si realizza con l’adozione da parte del Consiglio dell’UE delle raccomandazioni rivolte allo Stato Membro. Il Consiglio fissa anche i tempi entro cui tali misure devono essere adottate (ad esempio entro sei mesi) e concretamente applicate (ad esempio entro un anno). SOTTO PROCEDURA
  • 16. I PROGRAMMI DI PATERNARIATO ECONOMICO (PPE)
  • 17. Sono riforme strutturali ritenute strumentali per una correzione efficace e duratura del disavanzo eccessivo. Gli Stati Membri oggetto di procedura per i disavanzi eccessivi presentano un PPE, indicando in dettaglio le misure e le riforme che intendono adottare, sulle quali il Consiglio dell’UE, su proposta della Commissione, elabora un parere. I PPE possono anche essere utilizzati come strumento di trattativa tra lo Stato Membro e le Istituzioni Europee. Il Consiglio, per consentire allo Stato Membro di maturare condizioni di bilancio solide e durature, può rimandare le scadenze fissate per l’adozione delle raccomandazioni e attenuare le misure richieste allo SM per ridurre il disavanzo e/o il debito.
  • 19. LA CRISI Nel 2010-2011, nel pieno della crisi dell’euro, i paesi sotto procedura erano ben 24: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Spagna, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Regno Unito. Dal 2009, anno nel quale l’area dell’Unione Europea è stata investita dalla crisi economica, diversi Stati Membri hanno iniziato a mostrare posizioni di bilancio critiche. In molti casi, le PDE sono state avviate per violazione di entrambi i parametri fissati dal TFUE: vale a dire che, nel pieno della crisi, molti Stati Membri non solo hanno sforato il 3% del disavanzo sul debito, ma hanno anche visto aumentare il proprio debito pubblico.
  • 20. E POI… Dopo anni di misure improntate alla politica di austerità – tagli alla spesa, aumento dell’imposizione fiscale, riforma delle pensioni – tutti i Paesi sono gradualmente usciti dalla procedura. Al momento, nessuno Stato Membro dell’UE si trova sotto Procedura per i disavanzi eccessivi.
  • 21. Spagna: 2009-2019 Francia: 2009 -2018 Portogallo: 2009 – 2017 Le procedure più lungHE Avviate per lo sforamento non temporaneo del disavanzo di bilancio, hanno conosciuto nel corso del tempo diversi rinvii dei limiti temporali fissati dal Consiglio dell’UE per l’adozione delle raccomandazioni. Rinvii decisi dalla stessa UE, che ha valutato fattori come il ciclo economico non favorevole e l’adozione di riforme strutturali.
  • 22. L’ITALIA Il disavanzo pubblico italiano tocca un massimo del 5,5% del PIL. Dicembre: il Consiglio dell’UE adotta la decisione 2010/286/UE che pone l’Italia sotto PDE. 2009 GOVERNO BERLUSCONI Il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi supera quota 400. Estate: si temono difficoltà sempre maggiori per l’Italia nel finanziare il proprio debito. La BCE scrive una lettera al Governo Italiano chiedendo l’adozione delle raccomandazioni adottate dal Consiglio UE e l’implementazione di riforme strutturali come l’aumento dell’età pensionistica, la revisione della spesa pubblica, l’abolizione delle province. 8 novembre: Berlusconi rassegna le dimissioni 16 novembre: giura il nuovo Governo Monti, che con il Decreto Salva-Italia avvia le riforme richieste dalla UE. Entro il termine fissato dal Consiglio, il disavanzo italiano viene progressivamente riportato sotto il limite del 3%. 2012 2011 Crisi dello spread Giugno: il Consiglio chiude la procedura contro l’Italia. 2013
  • 23. L’Italia e le Istituzioni UE Nel 2018 l’Italia, secondo le Istituzioni Europee, ha adottato indirizzi di politica economica in contrasto con le politiche di austerità, che con l’obiettivo di stimolare la crescita del PIL attraverso l’aumento della spesa pubblica, rischiano di aggravare l’esposizione debitoria del paese.
  • 24. 2018 27 settembre il Governo presenta la Nota di Aggiornamento al DEF: il rapporto tra disavanzo e PIL previsto per l’anno successivo viene fissato a 2,40%, +0,8 rispetto alle previsioni del governo precedente. 3 ottobre La Commissione scrive al Governo, definendo la scelta di aumentare il disavanzo una “deviazione significativa dal percorso di bilancio”. Il Governo italiano accetta di ridurre la quota di disavanzo che aveva inizialmente fissato (pur scegliendo comunque di aumentarlo) e di accantonare, nella Legge di Bilancio 2019, specifici stanziamenti a salvaguardia dei saldi di finanza pubblica.
  • 25. 2019 1 32 La crescita del PIL, nei primi trimestri del 2019, si è rilevata al di sotto delle previsioni inizialmente fissate nel DEF. 6 giugno La Commissione Europea approva un rapporto sul debito italiano, affermando che i parametri del debito pubblico non sono stati rispettati nel 2018 e nel 2019 e non lo sarebbero nel 2020. E ritiene giustificata una procedura per deficit eccessivo. La Commissione chiede misure in grado di correggere la rotta, altrimenti sarà avviata la PDE. 2 luglio Il Governo approva il Decreto di Assestamento di Bilancio con cui vengono rimodulati i fondi per le misure di spesa adottate e utilizzati gli accantonamenti previsti della Legge di Bilancio. 3 luglio La Commissione si dichiara soddisfatta: non raccomanderà al Consiglio dell’UE di aprire una PDE nei confronti dell’Italia.
  • 26. Telos Analisi & Strategie Palazzo Doria Pamphilj Via del Plebiscito 107 • Roma 00186 T. +39 06 69940838 telos@telosaes.it • www.telosaes.it twitter.com/Telosaes facebook.com/Telosaes youtube.com/telosaes slideshare.net/telosaes pinterest.com/telosaes/ linkedin.com/company/telos-a&s