SlideShare a Scribd company logo
1 of 10
Download to read offline
Storia dell’illuminazione a gas nella città di Napoli




                                      ANDREA LIZZA

       Storia dell’illuminazione a gas nella città di Napoli

    Con la scoperta dell’illuminazione a          zione notturna, dal “Monitore Napo-
gas, l’umanità ha fatto un significativo          litano” si apprende che il 15 dicembre
passo avanti verso il desiderio di pro-           1806 Napoli ha finalmente il suo primo
lungare il giorno mediante la luce artifi-        impianto di illuminazione a olio, attrez-
ciale. L’illuminazione a gas fu anzitutto         zato e funzionante come quelli già esi-
utilizzata negli interni, ma solo con             stenti nelle altre grandi città europee
l’estensione alla pubblica illuminazione          dove nel frattempo si stava sperimen-
acquisirà il giusto merito. La città di           tando un nuovo sistema di illuminazione
Napoli vanta il primato di essere stata           che utilizzava il gas.
nel 1837 la prima città italiana e la terza
in Europa, dopo Londra e Parigi, ad es-           Gli impianti di illuminazione a gas
sere illuminata a gas.                                Il gas compare a Napoli il 1 gennaio
                                                  1817 quando con decreto reale 611,
Importanza dell’illuminazione nottur-             Ferdinando I (già IV), concede la pri-
na: i primi impianti a olio                       vativa per l’illuminazione a gas idroge-
    Il problema della pubblica illumina-          no della città di Napoli a Pietro Andriel
zione, realizzata dapprima mediante lan-          di Montpellier ,tale diritto non verrà mai
terne a olio, già verso la fine del Sette-        esercitato. Si dovrà attendere sino al
cento era molto sentito nelle grandi ca-          1837 quando il francese cav. Giovanni
pitali europee, infatti al calare delle te-       De Frigiere, in società con M.Bodin,
nebre le città venivano consegnate ai             A.Cottin e A.Jumel, chiede ed ottiene
malfattori e quindi si imponevano delle           da Ferdinando II di poter illuminare la
urgenti misure di ordine pubblico per li-         città con il gas prodotto dall’olio di oli-
mitare reati e crimini che si perpetrava-         va.
no con il favore della notte.                         Il giovane sovrano, salito al trono nel
    A Napoli il problema fu affrontato            1830, anche se incolto, amava il progres-
per la prima volta nel 1770, quando per           so come dimostrerà in più di un’occa-
disposizione del governo, fu ordinato che         sione favorendo l’applicazione delle in-
tutti gli edifici pubblici, i palazzi dei         venzioni più recenti, avendo poi visitato
ministri,degli ambasciatori e dei nobili di       Parigi illuminata dalla luce che i fanali a
grande casato fossero dotati di fanali            gas diffondevano e di cui era rimasto
accesi tutta la notte alle porte ed agli          entusiasta, si trovò particolarmente fa-
angoli delle case.                                vorevole alle richieste del Cav. De Fri-
    Dopo alterne vicende si cominciano            giere e chiese espressamente un saggio
a sviluppare i primi impianti di illumina-        relativo alla illuminazione a gas.


                                              1183
ANDREA LIZZA




Primo esperimento di illuminazione a              goccia dell’olio in un tubo di ferro del
gas della città di Napoli                         diametro di due pollici che attraversava
    Il 10 settembre 1837, sotto gli occhi         il fornello. Il tubo veniva riscaldato e
del re, delle autorità e del popolo entu-         reso incandescente dal calore del car-
siasta, si tenne il primo esperimento per         bone vegetale o fossile che serviva per
illuminare a gas il porticato della basili-       tenere acceso il fornello, a seguito del
ca di San Francesco di Paola. Al calar            riscaldamento si aveva la formazione del
del sole le 29 lanterne disposte nel por-         gas che passando attraverso una tuba-
ticato si accesero una dopo l’altra bril-         zione in piombo veniva avviato in alcu-
lando di una luce bianchissima. Era nato          ne vaschette di olio per consentirne la
il primo impianto di illuminazione a gas.         purificazione ed eliminare parte del cat-
Si tratta infatti della prima realizzazio-        tivo odore che il gas stesso emanava.
ne, in Italia, di un impianto di produzione       La tubazione terminava nella parte in-
e distribuzione del gas. L’impianto spe-          feriore di un gran tino di legno foderato
rimentale era costituito da un piccolo            internamente di piombo. Questo enor-
opificio retrostante ai portici della basi-       me tino presentava una capienza di cir-
lica di San Francesco di Paola, si tratta-        ca quindici botti ed era coperto da un
va di un impianto per il cracking di olio         altro tino rovesciato di lamine di ferro
d’oliva la cui erogazione oraria, occor-          avente dimensione minore e tale da la-
rente per l’alimentazione dei 29 fanali           sciare un certo spazio di pochi pollici tra
(ciascuno dotato di due becchi della por-         l’uno e altro. Lo spazio tra i due reci-
tata complessiva di circa 200lt/h), è sti-        pienti veniva colmato con acqua in modo
mata dell’ordine di 6mc.                          da realizzare una guardia idraulica per
    L’impianto di concezione francese             impedire fughe di gas dal recipiente di
(fig. 1) era particolarmente ingegnoso.           accumulo. La parte superiore del reci-
Era costituito da un fornello che su un           piente tendeva a sollevarsi per la pre-
lato esterno presentava un recipiente di          senza del gas e, attraverso un sistema
latta da cui veniva distillato goccia per         di carrucole, era collegata a un peso che
                                                  si abbassava. Attraverso questo peso
                                                  veniva calcolata la quantità di gas pro-
                                                  dotta. Dal fondo del tino maggiore par-
                                                  tiva un tubo in piombo che prelevando il
                                                  gas al di sopra del livello dell’acqua,
                                                  provvedeva alla adduzione del gas ai
                                                  fanali che venivano accesi mediante un
                                                  cerino, lo spegnimento avveniva me-
                                                  diante la chiusura di una chiave di inter-
                                                  cettazione (barrage) che serviva anche
 Fig. 1 - Apparecchio per l’illuminazione a gas   per regolare l’afflusso di gas ai fanali. Il
idrogeno del portico di San Francesco di Paola    sistema era inoltre dotato di un mano-


                                              1184
Storia dell’illuminazione a gas nella città di Napoli




metro differenziale ad acqua per il con-           ne una durata di quindici anni, a decor-
trollo della pressione di erogazione del           rere dal 1 gennaio 1839, per il servizio a
gas, inseribile mediante apertura di un’ul-        gas, e di sei anni per il servizio ad olio.
teriore chiave di intercettazione. Que-            Nel contratto il cav. De Frigiere si im-
sta rudimentale campana gasometrica                pegnava ad illuminare entro 15 giorni
presentava una capacità di 7mc, la tem-            Palazzo Reale e l’inizio di via Toledo
peratura del cracking era compresa tra             (avvalendosi dell’impianto retrostante la
i 700 e 750°C, la resa in gas era pari a           basilica di San Francesco di Paola) e
0,55mc/Kg di olio trattato, la resa in con-        entro un anno di installare 408 fanali, di
densati era pari a 138 gr/Kg di olio trat-         cui 204 entro il primo semestre e gli altri
tato, il potere calorifico superiore               nel secondo, realizzando per l’alimenta-
(P.C.S.) era pari a 10.000 kCal/mc, la             zione dell’impianto una canalizzazione
densità del gas era pari a 0,84.                   interrata lunga 62.010 palmi (16,120 km)
                                                   il cui percorso era individuato in alcune
Il primo contratto di appalto per                  piazze e vie principali della città racchiu-
l’illuminazione a gas                              se nel perimetro comprendente: via
     A seguito del successo dell’esperi-           Toledo, via Chiaia, riviera di Chiaia,
mento, il re chiese di estendere l’illumi-         Chiatamone, largo Castello, Guantai
nazione anche a Palazzo Reale ed alle              Nuovi, Pignasecca, Monteoliveto, Por-
strade adiacenti. Prima di procedere al-           t’Alba, via Tribunali, via Foria, Porta
l’affidamento dell’appalto furono fatte            Nolana, strada Basso Porto. Il resto del-
alcune considerazioni in merito all’illu-          la città veniva illuminato ad olio fin quan-
minazione a gas per stabilire se questo            do una richiesta del Comune non aves-
innovativo sistema potesse nuocere alla            se provocato l’estensione delle cana-
salute pubblica ed alla purezza dell’aria          lizzazioni e quindi la progressiva sostitu-
a causa delle esalazioni emesse, che tra           zione delle lanterne ad olio con i fanali a
l’altro erano presenti anche negli impianti        gas.
di illuminazione ad olio. A riguardo furo-             Il contratto riporta minuziosamente
no interpellati illustri clinici e chimici del     informazioni e prescrizioni sulle modali-
tempo che concordarono sul fatto che il            tà di erogazione del servizio di illumina-
gas sviluppato dall’olio non comportava            zione. Tra l’altro, poiché l’effetto della
alcun nocumento. Il 13 dicembre 1838               luce prodotta con il gas doveva essere
viene stipulato il contratto di appalto del-       non meno del doppio di quella prodotta
l’illuminazione a gas con De Frigiere a            con le lanterne ad olio, è riportato un
cui si associano i napoletani Andrea               metodo piuttosto sommario per il con-
Rocco e Nicola Scala appaltatori per               trollo della luminosità dei fanali a gas che
l’illuminazione ad olio allora in funzione.        consisteva nel poter leggere a distanza
Poichè la realizzazione degli impianti a           doppia rispetto alla illuminazione ad olio.
gas non permetteva che l’appalto si fa-            Le spese per l’impianto del gasometro,
cesse per un periodo breve, si conven-             delle officine e della canalizzazione era-


                                               1185
ANDREA LIZZA




no interamente a carico degli appaltatori.      stre. Lo stabilimento per la produzione
Riguardo all’olio da usare per la produ-        del gas viene realizzato in una area di
zione del gas per ottenere un’illumina-         proprietà del Municipio situata nella
zione brillante veniva richiesto espres-        contrada vico Cupa a Chiaia, i gasometri
samente olio di oliva per rispettare una        installati sono di produzione francese,
delle principali produzioni del regno e nel     mentre le tubazioni, i raccordi, gli stru-
contempo si escludeva tassativamente            menti e gli utensili provengono dalla fon-
la produzione del gas illuminante median-       deria napoletana Zino, Henry e Co. ini-
te l’uso del carbone sia fossile, che di        zia così il benefico effetto dell’industria
legno. Particolarmente interessante è il        del gas sull’economia locale. Lo stabili-
capitolo relativo alle penali applicate agli    mento si estende originariamente su una
appaltatori nei casi di ritardata accen-        superficie di 550mq, in esso vengono
sione o anticipo dello spegnimento, non         ospitate 14 storte per la produzione del
accensione, mancata pulizia delle lan-          gas che liberano i prodotti della combu-
terne, mancanza di gas etc. Il cav.De           stione mediante un camino di 128,52pal-
Frigiere, cede con atto notarile del 11         mi (34m). Inoltre in adiacenza allo sta-
marzo 1839 al sig De Boissieu, nego-            bilimento vi sono due padiglioni di 500mq
ziante di Lione, il contratto per l’illumi-     utilizzati per gli uffici ed i magazzini. La
nazione pubblica di Napoli. Questi in-          capacità gasometrica di primo impianto
sieme a cinque soci, tutti cittadini fran-      era di 2.000 mc su due unità uguali, la
cesi, si fa carico di dirigere i lavori pre-    potenzialità dell’impianto era di circa
visti dal contratto. Inoltre a seguito del-     200mc/h, il processo produttivo era ba-
l’osservanza di una disposizione reale,         sato sul cracking dell’olio secondo un
De Boissieu e Co. si impegnarono a ri-          brevetto inglese che tra l’altro aveva
servare un quarto delle azioni della            avuto poche applicazioni in quanto era
costituenda società anonima a cittadini         una tecnica poco progredita rispetto alla
napoletani, tra questi figurano banchie-        produzione del gas dal carbone di terra
ri, industriali, commercianti e tra gli altri   (litantrace) che a Napoli non si era vo-
il fratello del re, don Leopoldo di Bor-        luto adottare. Lo stabilimento fu inau-
bone, conte di Siracusa, il gen. Carlo          gurato il 28 maggio 1840 e subito dopo
Filangieri, principe di Satriano, il conte      iniziano i primi problemi dovuti alla resa
Ettore Lucchesi Palli.                          inadeguata dell’impianto attribuibile al
                                                ritardo nella consegna dello scisto, un
La realizzazione dei primi impianti             elemento indispensabile per aumentare
    Inizia quindi la fase esecutiva del-        il potere illuminante del gas, ed in parte
l’appalto che si rivelerà più lenta del pre-    alle perdite di gas sulle canalizzazioni
visto. Nel maggio del 1840 sono illumi-         derivanti dalle varie giunzioni che si era-
nati il teatro San Carlo ed altre impor-        no rese necessarie a seguito della pre-
tanti vie ma non risultano installati i 204     senza di altri sottoservizi nel sottosuolo
fanali programmati per il primo seme-           (tubazioni d’acqua, serbatoi, fogne) che


                                            1186
Storia dell’illuminazione a gas nella città di Napoli




avevano impedito un’uniforme posa delle
tubazioni. Il 15 giugno 1840 un’esplo-
sione, fortunatamente senza danni, de-
stò molta impressione nell’opinione pub-
blica al punto di chiamare alla direzione
dello stabilimento l’ingegnere Manduit.
Ben presto si provvede alle necessarie
riparazioni e si intensificano le azioni per
vincere la resistenza all’utilizzo del gas
anche per l’illuminazione domestica.
    Gli impianti di illuminazione erano
costituiti da pali in ghisa (fig. 2)
o da mensole su cui erano installate le
lanterne o fanali a gas, la cui alimenta-
zione proveniva dalle tubazioni stradali,
ogni palo era dotato di un sistema di in-
tercettazione del gas, le lanterne erano
generalmente equipaggiate da due bec-
chi che venivano accesi mediante un                            Fig. 2 – Lampione a gas
cerino da un accenditore o “lampionaio”,
un miglioramento delle caratteristiche            città di Napoli con un capitale di 350.000
dell’emissione della luce si fu ottenuta          ducati, più di tre quarti delle azioni van-
successivamente con l’introduzione dei            no a cittadini francesi disattendendo le
becchi areati che consentivano una più            indicazioni del contratto di appalto che
uniforme regolazione della fiamma e               prevedeva che un quarto dei titoli an-
quindi della stabilità della luce emessa          dassero a cittadini napoletani. La gestio-
rispetto a quelli a fiamma libera.                ne societaria avviene attraverso una
    Le operazioni di accensione e spe-            giunta di amministrazione composta da
gnimento erano garantite da squadre di            cinque membri di cui tre erano designa-
accenditori, dotate di una lunga asta con         ti dagli azionisti napoletani e due dagli
in cima un lumino e di lunghe e strette           azionisti residenti a Lione. I nuovi capi-
scale a pioli per gli interventi di manu-         tali non sono ancora sufficienti a copri-
tenzione, tali squadre erano sottoposte           re le necessità dovute ai rilevanti errori
al controllo di ispettori che verificavano        di progettazione iniziali, due anni dopo
l’andamento regolare del servizio.                la costituzione della società non risulta
                                                  ancora ultimata la prima parte dell’im-
La Compagnia di Illuminazione a gas               pianto che prevedeva i 408 fanali a gas.
della città di Napoli.                            In questo contesto gli azionisti della
   Il 7 gennaio 1841 viene costituita la          Compagnia il 6 aprile 1841, sostituirono
Compagnia di illuminazione a gas della            l’Amministratore sig. De Boissieu con


                                              1187
ANDREA LIZZA




il sig. Alfonso Pouchain che resse le sorti    sette anni, con l’Unità d’Italia, il consi-
della Compagnia sino alla fine al punto        glio comunale che nel frattempo aveva
di farla denominare Compagnia Pou-             sostituito il Decurionato non potendosi
chain in luogo di Compagnia del gas o          liberare del contratto del 1854 si appre-
Compagnia di Lione come si era usato           sta ad indire una gara d’appalto per la
fino ad allora. Il cambio del vertice del-     parte della città esclusa dalla preceden-
la Compagnia avvenne in un momento             te convenzione con la Compagnia. Alla
critico a causa del rincaro del prezzo         gara partecipano oltre a Pouchain, un
dell’olio di oliva che era l’unica materia     certo Accini ed Emilio Hemery in quali-
prima prevista dal contratto di appalto e      tà di rappresentante della Parent,
dalla difficoltà di reperire a buon prezzo     Schaken e Co. Nel 1862 il consiglio co-
lo scisto bituminoso e i noccioli di olive     munale, grazie al sostegno di Roberto
per il miglioramento del potere illuminan-     Savarese, delibera l’appalto della illumi-
te del gas, uno dei primi atti del sig.        nazione a gas alla Parent e Co., il sig.
Pouchain fu quello di richiedere l’auto-       Pouchain intuendo il mutamento di rotta
rizzazione ad estrarre gas dal carbone.        dell’amministrazione cittadina, cede alla
     Nel 1843 l’impianto di illuminazione      Parent per la somma di 1.750.000 fran-
è completato e, nel contempo, vengono          chi, gli impianti ed i diritti derivanti dal-
avviate le trattative per l’estensione del-    l’appalto del 1854.
l’illuminazione a gas ad altre strade cen-         La Parent si impegna a costruire un
trali della città. Il Decurionato nel 1844     nuovo stabilimento entro diciotto mesi
concede questa ulteriore estensione e          dalla consegna del suolo da parte del co-
permette anche l’estrazione del gas dal        mune ed a realizzare la costruzione di
carbone fossile.                               una canalizzazione per la fornitura gior-
     Ha così inizio l’importazione del car-    naliera di 4500mc di gas. Anche in que-
bone dall’Inghilterra che durerà fino ai       sto caso il contratto è ricco di indicazio-
primi anni successivi a quelli della guer-     ni circa le modalità di erogazione del ser-
ra 1915-18. Nel maggio 1851 l’inten-           vizio di illuminazione a gas, vi sono ri-
dente di Napoli, con l’approssimarsi della     portate delle minute prescrizioni per la
scadenza del contratto di appalto (31          sorveglianza del funzionamento del-
dicembre 1853), attraverso gli ambascia-       l’impianto, devoluta a dodici ispettori, uno
tori napoletani accreditati a Londra e         per quartiere, che nelle loro ronde do-
Parigi fa chiedere informazioni circa i        vevano essere accompagnati da un
contratti in uso e sui sistemi di produzio-    accenditore.
ne adottati in quelle città, inoltre fa pre-
sentare all’impresa del sig. De Gosse di       La Compagnia Napoletana d’Illumi-
Parigi un’offerta da contrapporre a quel-      nazione e Scaldamento col Gas
la della Compagnia Pouchain. Nel 1854             A seguito della delibera comunale del
il contratto d’appalto con la Compagnia        1862, la Parent e Co. sottoscriveva il
Pouchain viene rinnovato per altri dicias-     contratto d’appalto per l’illuminazione a


                                           1188
Storia dell’illuminazione a gas nella città di Napoli




gas in nome di una costituenda società            ne del gas illuminante era di 25.000mc/
anonima con sede in Napoli con un ca-             giorno, con un potere calorifico di 5000
pitale non inferiore a 2.500.000 lire. Il         kCal/mc. L’area dello stabilimento cre-
18 ottobre 1862 viene costituita la Com-          scerà successivamente fino a raggiun-
pagnie Napolitaine d’Eclaraige e de               gere un’estensione di 100.000mq. I la-
Chauffage par le Gaz, ed il Sig.Hemery            vori di canalizzazione procedono lenta-
è nominato direttore della Compagnia.             mente a causa di ritardi da parte della
Inizia così la fase di completamento del-         ditta F.Edwards di Glasgow nella for-
l’illuminazione a gas di Napoli.                  nitura delle tubazioni,il primo tratto di rete
                                                  è di 135 km di tubi.
Il nuovo opificio di produzione
    Il nuovo stabilimento viene proget-           L’espansione della Compagnia Napo-
tato dall’ingegnere Jean Daniel Colladon          letana del Gas
(1802-1893), nativo di Ginevra, e i lavo-             Con la realizzazione del nuovo opifi-
ri di canalizzazione vengono affidati al-         cio di produzione e delle nuove
l’impresa francese di M.Lacarriere. Per           canalizzazioni viene chiuso il primo sta-
la realizzazione dell’opificio viene pre-         bilimento di Chiaia, la Compagnia si con-
scelta l’area situata sulle sponde del fiu-       solida sempre di più nel settore gas ac-
me Sebeto.                                        quisendo sempre più clienti privati, nel
    L’area presentava una estensione di           1881 viene acquistato un palazzo in via
55.000mq di cui 1600mq destinati a de-            Chiaia 138 che diventa la nuova sede
posito di carbone, l’inaugurazione avven-         amministrativa della società. Una bat-
ne il 21novembre 1863, alla presenza del          tuta di arresto nell’illuminazione a gas si
principe ereditario Umberto di Savoia,            ha nel 1884 durante l’epidemia di cole-
che diventerà successivamente re                  ra che provocherà a Napoli circa 7.150
Umberto I. L’impianto di produzione ri-           vittime.
sultava costituito da:una sala di distilla-
zione composta 4 gruppi di storte, ognu-          Progressi nelle tecniche di illumina-
no di 9 storte con 8 forni, per un totale         zione a gas ed avvento dell’energia
di 36 storte a riscaldamento diretto e            elettrica
caricamento a mano; due condensatori                 Il progredire della tecnica ha fatto sì
a canne d’organo, un estrattore, due              che nel corso del tempo si passasse dai
gruppi di depurazione, due misuratori di          primordiali becchi a fiamma libera a
fabbricazione, tre gasometri ad una sola          quelli areati migliorando sempre più le
alzata da 4.000 mc ciascuno, un regola-           prestazioni dei fanali a gas, nello svilup-
tore di emissione per una condotta da             po si sono susseguiti successivamente: i
500mm, un magazzino per i refrattari,             becchi a farfalla, i becchi Argand, i bec-
una tettoia per lo spegnimento del coke,          chi di tipo intensivo Siemens sino ad ar-
un impianto idrico (pozzi) per i bisogni          rivare nel 1885, anno in cui il chimico
dell’opificio. La potenzialità di produzio-       austriaco Karl Von Welsbach Auer (1858-


                                              1189
ANDREA LIZZA




1929) inventò e brevettò la reticella ad        acquistando il pacchetto di maggioran-
incandescenza, infatti costruì un becco         za della Società Generale di Illumina-
(becco di Auer) per far uscire la fiam-         zione (SIG) e nel 1894 conclude un ac-
ma in modo radiale e sopra vi pose una          cordo con il Comune per l’illuminazione
reticella o calzetta di fibra tessile (detta    elettrica di alcune importanti arterie cit-
reticella di Auer o calzetta di Auer) che       tadine. La Compagnia abbandonerà nei
era ricoperta da ossido di torio e da una       primi anni del Novecento l’impegno nel
piccola quantità di cerio. La calzetta          settore elettrico. L’illuminazione a gas
senza bruciare diventava incandescen-           pur sopravvivendo, attraversa una fase
te e forniva una luce brillante bian-           di declino che diventerà sempre più
chissima, a partire dal 1887 furono svi-        marcata con il passare del tempo.
luppate le cosiddette lampade a mantel-             Il consumo pubblico per l’illumina-
lo grazie all’utilizzo della reticella ad in-   zione diminuirà sempre più fino a scom-
candescenza, e utilizzati sul mercato           parire del tutto tra il 1930 ed il 1935.
becchi e lampade Auer che permette-             L’ultimo lampione a gas della pubblica
vano di ridurre notevolmente il consu-          illuminazione fu spento nel 1935 e dei
mo di gas a parità di intensità luminosa.       lampioni disposti sul lungomare che co-
    Nel 1885 compare l’illuminazione            stituivano il cosiddetto filo di perle rima-
elettrica che costituirà un grave perico-       se solo il ricordo ed insieme ad essi quel-
lo per la Compagnia del gas, l’ammini-          lo degli accenditori che con le loro ca-
strazione comunale, guidata dal sindaco         sacche blu vagavano nella notte con il
Nicola Amore, pone, come condizione             fioco lumino in cima all’asta di cui era-
per il rinnovo della concessione che ve-        no muniti.
nisse accolta la facoltà di applicazione
dell’illuminazione elettrica e la riduzio-      La tradizione continua
ne del prezzo al consumo.                           Anche se la funzione di illuminazio-
    La Compagnia tarda a prendere atto          ne pubblica a gas è cessata da tempo,
del pericolo che incombe dovuto alla            la tradizione dell’illuminazione a gas è
concorrenza con l’elettricità e già nel         sempre stata presente nella città di Na-
corso degli anni a partire dal 1890, mal-       poli a ricordo dell’indiscutibile primato
grado l’avvento della lampada Auer che          che vanta.
costituiva una efficace alternativa in ter-         Attualmente nella città di Napoli sono
mini di intensità luminosa, rispetto alla       in esercizio e perfettamente funzionanti
lampada elettrica ad incandescenza, si          quattro impianti di illuminazione a gas.
comincia a rilevare una diminuzione nel         La Compagnia Napoletana di Illumina-
consumo di gas a favore dell’elettricità.       zione e Scaldamento col Gas costituita
                                                nel 1862, è entrata a far parte del grup-
Declino dell’illuminazione a gas                po Italgas nel 1982 ed ha assunto la de-
   Nel 1893 la Compagnia del gas de-            nominazione di Napoletanagas. Dopo
cide di intervenire nel settore elettrico       aver trasformato a metano la rete citta-


                                            1190
Storia dell’illuminazione a gas nella città di Napoli




dina di distribuzione del gas, ha donato           tati, ogni lume anche in questo caso è
alla città di Napoli il 28 gennaio 1985,           equipaggiato con 6 reticelle Auer.
l’impianto di illuminazione a gas del                  I moderni impianti di illuminazione a
pontile di Castel dell’Ovo, costituito da          gas anche se esteticamente sono iden-
38 candelabri in bronzo, con una dispo-            tici a quelli del passato, presentano una
sizione dei centri luminosi del tipo               serie di accorgimenti che li rendono si-
bilaterale affacciata. Ogni fila è forma-          curi durante il loro funzionamento anzi-
ta da 19 candelabri equipaggiati con 3             tutto a valle del rubinetto di intercetta-
lanterne all’inizio e alla fine e con due          zione manuale al posto dei becchi c’è il
lanterne nei restanti per un totale di 72          bruciatore su cui attraverso dei supporti
lanterne, ogni lanterna è dotata di 6              ceramici vengono installate le reticelle
reticelle Auer.                                    Auer, generalmente di tipo rigido a fila-
    Sin dal 1881 sia il cortile della sede         to multiplo, l’alimentazione gas del bru-
storica di via Chiaia che l’ingresso di via        ciatore è comandata da una elettroval-
Santa Caterina a Chiaia della Compa-               vola alimentata in bassa tensione, l’ac-
gnia del Gas, sono stati illuminati me-            censione avviene attraverso un elettro-
diante dei lumi a gas.                             do con un sistema piezoelettrico coman-
    A seguito dello spostamento della              dato da un orologio temporizzatore, inol-
direzione da via Chiaia all’opificio di via        tre sono presenti delle sicurezze mediante
Ferraris i quattro lumi del cortile interno        cui nel caso di spegnimento della fiam-
del tipo a mensola (fig.3) per apparec-            ma viene interrotta l’erogazione del gas.
chi portati, sono stati ricollocati, nel giu-
gno2002, presso l’ingresso principale di           Conclusioni
via Ferraris.                                          I lampioni a gas vengono oggi adot-
    Mentre presso l’antico ingresso di via         tati particolarmente per illuminare aree
Santa Caterina a Chiaia del Palazzo del            monumentali, piazze, centri storici, giar-
Gas, si possono ammirare due lumi a                dini pubblici. Il loro uso serve a dare una
mensola di pregevole fattura ottocen-              illuminazione di accento, ovviamente le
tesca di proprietà Napoletana-gas, come            ragioni del loro impiego sono dettate da
ricorda la targa apposta il 10 giugno              motivi di carattere estetici e non da prin-
2005. In entrambi i casi ogni lume è equi-         cipi tecnico-economici essendo eviden-
paggiato con 6 reticelle Auer.                     te che sotto un profilo strettamente illu-
    Nel maggio del 2003, sempre a cura
della Napoletanagas è stato ripristinato
l’impianto di illuminazione a gas metano
esistente nel chiostro del conservatorio
musicale di San Pietro a Maiella.
    L’impianto ammirabile dall’ingresso
del conservatorio, è composto da 10 lumi
del tipo a mensola per apparecchi por-                   Fig. 3 – Mensola per lanterna a gas



                                               1191
ANDREA LIZZA




minotecnico non si potranno ottenere         con l’illuminazione a gas è possibile evo-
risultati simili a quelli conseguibili con   care atmosfere suggestive e romantiche
l’illuminazione elettrica. In compenso       di altri tempi.




                                         1192

More Related Content

What's hot

Knapsack problem solved by Genetic Algorithms
Knapsack problem solved by Genetic AlgorithmsKnapsack problem solved by Genetic Algorithms
Knapsack problem solved by Genetic AlgorithmsStelios Krasadakis
 
Divide And Conquer.pptx
Divide And Conquer.pptxDivide And Conquer.pptx
Divide And Conquer.pptxSHAILIPATEL19
 
Artificial Intelligence
Artificial IntelligenceArtificial Intelligence
Artificial IntelligenceJay Nagar
 
A Framework for PCI DSS 2.0 Compliance Assessment and Remediation
A Framework for PCI DSS 2.0 Compliance Assessment and RemediationA Framework for PCI DSS 2.0 Compliance Assessment and Remediation
A Framework for PCI DSS 2.0 Compliance Assessment and RemediationCognizant
 
9. chapter 8 np hard and np complete problems
9. chapter 8   np hard and np complete problems9. chapter 8   np hard and np complete problems
9. chapter 8 np hard and np complete problemsJyotsna Suryadevara
 

What's hot (7)

Knapsack problem solved by Genetic Algorithms
Knapsack problem solved by Genetic AlgorithmsKnapsack problem solved by Genetic Algorithms
Knapsack problem solved by Genetic Algorithms
 
Divide And Conquer.pptx
Divide And Conquer.pptxDivide And Conquer.pptx
Divide And Conquer.pptx
 
Neural Networks
Neural NetworksNeural Networks
Neural Networks
 
Artificial Intelligence
Artificial IntelligenceArtificial Intelligence
Artificial Intelligence
 
A Framework for PCI DSS 2.0 Compliance Assessment and Remediation
A Framework for PCI DSS 2.0 Compliance Assessment and RemediationA Framework for PCI DSS 2.0 Compliance Assessment and Remediation
A Framework for PCI DSS 2.0 Compliance Assessment and Remediation
 
9. chapter 8 np hard and np complete problems
9. chapter 8   np hard and np complete problems9. chapter 8   np hard and np complete problems
9. chapter 8 np hard and np complete problems
 
Daa unit 4
Daa unit 4Daa unit 4
Daa unit 4
 

Similar to Storia dell’illuminazione a gas nella città di napoli

"Intelligent Cities. Effetti della luce sulla città e sul cittadino” - Paola ...
"Intelligent Cities. Effetti della luce sulla città e sul cittadino” - Paola ..."Intelligent Cities. Effetti della luce sulla città e sul cittadino” - Paola ...
"Intelligent Cities. Effetti della luce sulla città e sul cittadino” - Paola ...nois3
 
Macchine termiche e rivoluzione industriale
Macchine termiche e rivoluzione industrialeMacchine termiche e rivoluzione industriale
Macchine termiche e rivoluzione industrialealberta achilli
 
Cassa di espansione del Panaro. La vera storia nei documenti ufficiali
Cassa di espansione del Panaro. La vera storia nei documenti ufficialiCassa di espansione del Panaro. La vera storia nei documenti ufficiali
Cassa di espansione del Panaro. La vera storia nei documenti ufficialiMarco Amendola
 

Similar to Storia dell’illuminazione a gas nella città di napoli (8)

"Intelligent Cities. Effetti della luce sulla città e sul cittadino” - Paola ...
"Intelligent Cities. Effetti della luce sulla città e sul cittadino” - Paola ..."Intelligent Cities. Effetti della luce sulla città e sul cittadino” - Paola ...
"Intelligent Cities. Effetti della luce sulla città e sul cittadino” - Paola ...
 
Storia
StoriaStoria
Storia
 
Fse 06 lezione - vapore
Fse   06 lezione - vaporeFse   06 lezione - vapore
Fse 06 lezione - vapore
 
6 Vapore
6 Vapore6 Vapore
6 Vapore
 
Fse 05 Lezione Vapore
Fse   05 Lezione   VaporeFse   05 Lezione   Vapore
Fse 05 Lezione Vapore
 
Macchine termiche e rivoluzione industriale
Macchine termiche e rivoluzione industrialeMacchine termiche e rivoluzione industriale
Macchine termiche e rivoluzione industriale
 
Cassa di espansione del Panaro. La vera storia nei documenti ufficiali
Cassa di espansione del Panaro. La vera storia nei documenti ufficialiCassa di espansione del Panaro. La vera storia nei documenti ufficiali
Cassa di espansione del Panaro. La vera storia nei documenti ufficiali
 
Architettura del Ferro
Architettura del FerroArchitettura del Ferro
Architettura del Ferro
 

More from ncprog

ACCORDO COMUNE RIETI 16.03.2012
ACCORDO COMUNE RIETI 16.03.2012ACCORDO COMUNE RIETI 16.03.2012
ACCORDO COMUNE RIETI 16.03.2012ncprog
 
decreto ministeriale gas
 decreto ministeriale gas decreto ministeriale gas
decreto ministeriale gasncprog
 
Mobilità Italgas Rieti
Mobilità  Italgas RietiMobilità  Italgas Rieti
Mobilità Italgas Rietincprog
 
Nota su fondo gas1
Nota su fondo gas1Nota su fondo gas1
Nota su fondo gas1ncprog
 
111115 fulc 395 invio verbali accordo italgas-snam rete gas - napoletanagas 1...
111115 fulc 395 invio verbali accordo italgas-snam rete gas - napoletanagas 1...111115 fulc 395 invio verbali accordo italgas-snam rete gas - napoletanagas 1...
111115 fulc 395 invio verbali accordo italgas-snam rete gas - napoletanagas 1...ncprog
 
111114 prot 2915 italgas-snam rete gas - napoletana gas verbale di accordo
111114 prot 2915 italgas-snam rete gas - napoletana gas verbale di accordo111114 prot 2915 italgas-snam rete gas - napoletana gas verbale di accordo
111114 prot 2915 italgas-snam rete gas - napoletana gas verbale di accordoncprog
 

More from ncprog (6)

ACCORDO COMUNE RIETI 16.03.2012
ACCORDO COMUNE RIETI 16.03.2012ACCORDO COMUNE RIETI 16.03.2012
ACCORDO COMUNE RIETI 16.03.2012
 
decreto ministeriale gas
 decreto ministeriale gas decreto ministeriale gas
decreto ministeriale gas
 
Mobilità Italgas Rieti
Mobilità  Italgas RietiMobilità  Italgas Rieti
Mobilità Italgas Rieti
 
Nota su fondo gas1
Nota su fondo gas1Nota su fondo gas1
Nota su fondo gas1
 
111115 fulc 395 invio verbali accordo italgas-snam rete gas - napoletanagas 1...
111115 fulc 395 invio verbali accordo italgas-snam rete gas - napoletanagas 1...111115 fulc 395 invio verbali accordo italgas-snam rete gas - napoletanagas 1...
111115 fulc 395 invio verbali accordo italgas-snam rete gas - napoletanagas 1...
 
111114 prot 2915 italgas-snam rete gas - napoletana gas verbale di accordo
111114 prot 2915 italgas-snam rete gas - napoletana gas verbale di accordo111114 prot 2915 italgas-snam rete gas - napoletana gas verbale di accordo
111114 prot 2915 italgas-snam rete gas - napoletana gas verbale di accordo
 

Storia dell’illuminazione a gas nella città di napoli

  • 1. Storia dell’illuminazione a gas nella città di Napoli ANDREA LIZZA Storia dell’illuminazione a gas nella città di Napoli Con la scoperta dell’illuminazione a zione notturna, dal “Monitore Napo- gas, l’umanità ha fatto un significativo litano” si apprende che il 15 dicembre passo avanti verso il desiderio di pro- 1806 Napoli ha finalmente il suo primo lungare il giorno mediante la luce artifi- impianto di illuminazione a olio, attrez- ciale. L’illuminazione a gas fu anzitutto zato e funzionante come quelli già esi- utilizzata negli interni, ma solo con stenti nelle altre grandi città europee l’estensione alla pubblica illuminazione dove nel frattempo si stava sperimen- acquisirà il giusto merito. La città di tando un nuovo sistema di illuminazione Napoli vanta il primato di essere stata che utilizzava il gas. nel 1837 la prima città italiana e la terza in Europa, dopo Londra e Parigi, ad es- Gli impianti di illuminazione a gas sere illuminata a gas. Il gas compare a Napoli il 1 gennaio 1817 quando con decreto reale 611, Importanza dell’illuminazione nottur- Ferdinando I (già IV), concede la pri- na: i primi impianti a olio vativa per l’illuminazione a gas idroge- Il problema della pubblica illumina- no della città di Napoli a Pietro Andriel zione, realizzata dapprima mediante lan- di Montpellier ,tale diritto non verrà mai terne a olio, già verso la fine del Sette- esercitato. Si dovrà attendere sino al cento era molto sentito nelle grandi ca- 1837 quando il francese cav. Giovanni pitali europee, infatti al calare delle te- De Frigiere, in società con M.Bodin, nebre le città venivano consegnate ai A.Cottin e A.Jumel, chiede ed ottiene malfattori e quindi si imponevano delle da Ferdinando II di poter illuminare la urgenti misure di ordine pubblico per li- città con il gas prodotto dall’olio di oli- mitare reati e crimini che si perpetrava- va. no con il favore della notte. Il giovane sovrano, salito al trono nel A Napoli il problema fu affrontato 1830, anche se incolto, amava il progres- per la prima volta nel 1770, quando per so come dimostrerà in più di un’occa- disposizione del governo, fu ordinato che sione favorendo l’applicazione delle in- tutti gli edifici pubblici, i palazzi dei venzioni più recenti, avendo poi visitato ministri,degli ambasciatori e dei nobili di Parigi illuminata dalla luce che i fanali a grande casato fossero dotati di fanali gas diffondevano e di cui era rimasto accesi tutta la notte alle porte ed agli entusiasta, si trovò particolarmente fa- angoli delle case. vorevole alle richieste del Cav. De Fri- Dopo alterne vicende si cominciano giere e chiese espressamente un saggio a sviluppare i primi impianti di illumina- relativo alla illuminazione a gas. 1183
  • 2. ANDREA LIZZA Primo esperimento di illuminazione a goccia dell’olio in un tubo di ferro del gas della città di Napoli diametro di due pollici che attraversava Il 10 settembre 1837, sotto gli occhi il fornello. Il tubo veniva riscaldato e del re, delle autorità e del popolo entu- reso incandescente dal calore del car- siasta, si tenne il primo esperimento per bone vegetale o fossile che serviva per illuminare a gas il porticato della basili- tenere acceso il fornello, a seguito del ca di San Francesco di Paola. Al calar riscaldamento si aveva la formazione del del sole le 29 lanterne disposte nel por- gas che passando attraverso una tuba- ticato si accesero una dopo l’altra bril- zione in piombo veniva avviato in alcu- lando di una luce bianchissima. Era nato ne vaschette di olio per consentirne la il primo impianto di illuminazione a gas. purificazione ed eliminare parte del cat- Si tratta infatti della prima realizzazio- tivo odore che il gas stesso emanava. ne, in Italia, di un impianto di produzione La tubazione terminava nella parte in- e distribuzione del gas. L’impianto spe- feriore di un gran tino di legno foderato rimentale era costituito da un piccolo internamente di piombo. Questo enor- opificio retrostante ai portici della basi- me tino presentava una capienza di cir- lica di San Francesco di Paola, si tratta- ca quindici botti ed era coperto da un va di un impianto per il cracking di olio altro tino rovesciato di lamine di ferro d’oliva la cui erogazione oraria, occor- avente dimensione minore e tale da la- rente per l’alimentazione dei 29 fanali sciare un certo spazio di pochi pollici tra (ciascuno dotato di due becchi della por- l’uno e altro. Lo spazio tra i due reci- tata complessiva di circa 200lt/h), è sti- pienti veniva colmato con acqua in modo mata dell’ordine di 6mc. da realizzare una guardia idraulica per L’impianto di concezione francese impedire fughe di gas dal recipiente di (fig. 1) era particolarmente ingegnoso. accumulo. La parte superiore del reci- Era costituito da un fornello che su un piente tendeva a sollevarsi per la pre- lato esterno presentava un recipiente di senza del gas e, attraverso un sistema latta da cui veniva distillato goccia per di carrucole, era collegata a un peso che si abbassava. Attraverso questo peso veniva calcolata la quantità di gas pro- dotta. Dal fondo del tino maggiore par- tiva un tubo in piombo che prelevando il gas al di sopra del livello dell’acqua, provvedeva alla adduzione del gas ai fanali che venivano accesi mediante un cerino, lo spegnimento avveniva me- diante la chiusura di una chiave di inter- cettazione (barrage) che serviva anche Fig. 1 - Apparecchio per l’illuminazione a gas per regolare l’afflusso di gas ai fanali. Il idrogeno del portico di San Francesco di Paola sistema era inoltre dotato di un mano- 1184
  • 3. Storia dell’illuminazione a gas nella città di Napoli metro differenziale ad acqua per il con- ne una durata di quindici anni, a decor- trollo della pressione di erogazione del rere dal 1 gennaio 1839, per il servizio a gas, inseribile mediante apertura di un’ul- gas, e di sei anni per il servizio ad olio. teriore chiave di intercettazione. Que- Nel contratto il cav. De Frigiere si im- sta rudimentale campana gasometrica pegnava ad illuminare entro 15 giorni presentava una capacità di 7mc, la tem- Palazzo Reale e l’inizio di via Toledo peratura del cracking era compresa tra (avvalendosi dell’impianto retrostante la i 700 e 750°C, la resa in gas era pari a basilica di San Francesco di Paola) e 0,55mc/Kg di olio trattato, la resa in con- entro un anno di installare 408 fanali, di densati era pari a 138 gr/Kg di olio trat- cui 204 entro il primo semestre e gli altri tato, il potere calorifico superiore nel secondo, realizzando per l’alimenta- (P.C.S.) era pari a 10.000 kCal/mc, la zione dell’impianto una canalizzazione densità del gas era pari a 0,84. interrata lunga 62.010 palmi (16,120 km) il cui percorso era individuato in alcune Il primo contratto di appalto per piazze e vie principali della città racchiu- l’illuminazione a gas se nel perimetro comprendente: via A seguito del successo dell’esperi- Toledo, via Chiaia, riviera di Chiaia, mento, il re chiese di estendere l’illumi- Chiatamone, largo Castello, Guantai nazione anche a Palazzo Reale ed alle Nuovi, Pignasecca, Monteoliveto, Por- strade adiacenti. Prima di procedere al- t’Alba, via Tribunali, via Foria, Porta l’affidamento dell’appalto furono fatte Nolana, strada Basso Porto. Il resto del- alcune considerazioni in merito all’illu- la città veniva illuminato ad olio fin quan- minazione a gas per stabilire se questo do una richiesta del Comune non aves- innovativo sistema potesse nuocere alla se provocato l’estensione delle cana- salute pubblica ed alla purezza dell’aria lizzazioni e quindi la progressiva sostitu- a causa delle esalazioni emesse, che tra zione delle lanterne ad olio con i fanali a l’altro erano presenti anche negli impianti gas. di illuminazione ad olio. A riguardo furo- Il contratto riporta minuziosamente no interpellati illustri clinici e chimici del informazioni e prescrizioni sulle modali- tempo che concordarono sul fatto che il tà di erogazione del servizio di illumina- gas sviluppato dall’olio non comportava zione. Tra l’altro, poiché l’effetto della alcun nocumento. Il 13 dicembre 1838 luce prodotta con il gas doveva essere viene stipulato il contratto di appalto del- non meno del doppio di quella prodotta l’illuminazione a gas con De Frigiere a con le lanterne ad olio, è riportato un cui si associano i napoletani Andrea metodo piuttosto sommario per il con- Rocco e Nicola Scala appaltatori per trollo della luminosità dei fanali a gas che l’illuminazione ad olio allora in funzione. consisteva nel poter leggere a distanza Poichè la realizzazione degli impianti a doppia rispetto alla illuminazione ad olio. gas non permetteva che l’appalto si fa- Le spese per l’impianto del gasometro, cesse per un periodo breve, si conven- delle officine e della canalizzazione era- 1185
  • 4. ANDREA LIZZA no interamente a carico degli appaltatori. stre. Lo stabilimento per la produzione Riguardo all’olio da usare per la produ- del gas viene realizzato in una area di zione del gas per ottenere un’illumina- proprietà del Municipio situata nella zione brillante veniva richiesto espres- contrada vico Cupa a Chiaia, i gasometri samente olio di oliva per rispettare una installati sono di produzione francese, delle principali produzioni del regno e nel mentre le tubazioni, i raccordi, gli stru- contempo si escludeva tassativamente menti e gli utensili provengono dalla fon- la produzione del gas illuminante median- deria napoletana Zino, Henry e Co. ini- te l’uso del carbone sia fossile, che di zia così il benefico effetto dell’industria legno. Particolarmente interessante è il del gas sull’economia locale. Lo stabili- capitolo relativo alle penali applicate agli mento si estende originariamente su una appaltatori nei casi di ritardata accen- superficie di 550mq, in esso vengono sione o anticipo dello spegnimento, non ospitate 14 storte per la produzione del accensione, mancata pulizia delle lan- gas che liberano i prodotti della combu- terne, mancanza di gas etc. Il cav.De stione mediante un camino di 128,52pal- Frigiere, cede con atto notarile del 11 mi (34m). Inoltre in adiacenza allo sta- marzo 1839 al sig De Boissieu, nego- bilimento vi sono due padiglioni di 500mq ziante di Lione, il contratto per l’illumi- utilizzati per gli uffici ed i magazzini. La nazione pubblica di Napoli. Questi in- capacità gasometrica di primo impianto sieme a cinque soci, tutti cittadini fran- era di 2.000 mc su due unità uguali, la cesi, si fa carico di dirigere i lavori pre- potenzialità dell’impianto era di circa visti dal contratto. Inoltre a seguito del- 200mc/h, il processo produttivo era ba- l’osservanza di una disposizione reale, sato sul cracking dell’olio secondo un De Boissieu e Co. si impegnarono a ri- brevetto inglese che tra l’altro aveva servare un quarto delle azioni della avuto poche applicazioni in quanto era costituenda società anonima a cittadini una tecnica poco progredita rispetto alla napoletani, tra questi figurano banchie- produzione del gas dal carbone di terra ri, industriali, commercianti e tra gli altri (litantrace) che a Napoli non si era vo- il fratello del re, don Leopoldo di Bor- luto adottare. Lo stabilimento fu inau- bone, conte di Siracusa, il gen. Carlo gurato il 28 maggio 1840 e subito dopo Filangieri, principe di Satriano, il conte iniziano i primi problemi dovuti alla resa Ettore Lucchesi Palli. inadeguata dell’impianto attribuibile al ritardo nella consegna dello scisto, un La realizzazione dei primi impianti elemento indispensabile per aumentare Inizia quindi la fase esecutiva del- il potere illuminante del gas, ed in parte l’appalto che si rivelerà più lenta del pre- alle perdite di gas sulle canalizzazioni visto. Nel maggio del 1840 sono illumi- derivanti dalle varie giunzioni che si era- nati il teatro San Carlo ed altre impor- no rese necessarie a seguito della pre- tanti vie ma non risultano installati i 204 senza di altri sottoservizi nel sottosuolo fanali programmati per il primo seme- (tubazioni d’acqua, serbatoi, fogne) che 1186
  • 5. Storia dell’illuminazione a gas nella città di Napoli avevano impedito un’uniforme posa delle tubazioni. Il 15 giugno 1840 un’esplo- sione, fortunatamente senza danni, de- stò molta impressione nell’opinione pub- blica al punto di chiamare alla direzione dello stabilimento l’ingegnere Manduit. Ben presto si provvede alle necessarie riparazioni e si intensificano le azioni per vincere la resistenza all’utilizzo del gas anche per l’illuminazione domestica. Gli impianti di illuminazione erano costituiti da pali in ghisa (fig. 2) o da mensole su cui erano installate le lanterne o fanali a gas, la cui alimenta- zione proveniva dalle tubazioni stradali, ogni palo era dotato di un sistema di in- tercettazione del gas, le lanterne erano generalmente equipaggiate da due bec- chi che venivano accesi mediante un Fig. 2 – Lampione a gas cerino da un accenditore o “lampionaio”, un miglioramento delle caratteristiche città di Napoli con un capitale di 350.000 dell’emissione della luce si fu ottenuta ducati, più di tre quarti delle azioni van- successivamente con l’introduzione dei no a cittadini francesi disattendendo le becchi areati che consentivano una più indicazioni del contratto di appalto che uniforme regolazione della fiamma e prevedeva che un quarto dei titoli an- quindi della stabilità della luce emessa dassero a cittadini napoletani. La gestio- rispetto a quelli a fiamma libera. ne societaria avviene attraverso una Le operazioni di accensione e spe- giunta di amministrazione composta da gnimento erano garantite da squadre di cinque membri di cui tre erano designa- accenditori, dotate di una lunga asta con ti dagli azionisti napoletani e due dagli in cima un lumino e di lunghe e strette azionisti residenti a Lione. I nuovi capi- scale a pioli per gli interventi di manu- tali non sono ancora sufficienti a copri- tenzione, tali squadre erano sottoposte re le necessità dovute ai rilevanti errori al controllo di ispettori che verificavano di progettazione iniziali, due anni dopo l’andamento regolare del servizio. la costituzione della società non risulta ancora ultimata la prima parte dell’im- La Compagnia di Illuminazione a gas pianto che prevedeva i 408 fanali a gas. della città di Napoli. In questo contesto gli azionisti della Il 7 gennaio 1841 viene costituita la Compagnia il 6 aprile 1841, sostituirono Compagnia di illuminazione a gas della l’Amministratore sig. De Boissieu con 1187
  • 6. ANDREA LIZZA il sig. Alfonso Pouchain che resse le sorti sette anni, con l’Unità d’Italia, il consi- della Compagnia sino alla fine al punto glio comunale che nel frattempo aveva di farla denominare Compagnia Pou- sostituito il Decurionato non potendosi chain in luogo di Compagnia del gas o liberare del contratto del 1854 si appre- Compagnia di Lione come si era usato sta ad indire una gara d’appalto per la fino ad allora. Il cambio del vertice del- parte della città esclusa dalla preceden- la Compagnia avvenne in un momento te convenzione con la Compagnia. Alla critico a causa del rincaro del prezzo gara partecipano oltre a Pouchain, un dell’olio di oliva che era l’unica materia certo Accini ed Emilio Hemery in quali- prima prevista dal contratto di appalto e tà di rappresentante della Parent, dalla difficoltà di reperire a buon prezzo Schaken e Co. Nel 1862 il consiglio co- lo scisto bituminoso e i noccioli di olive munale, grazie al sostegno di Roberto per il miglioramento del potere illuminan- Savarese, delibera l’appalto della illumi- te del gas, uno dei primi atti del sig. nazione a gas alla Parent e Co., il sig. Pouchain fu quello di richiedere l’auto- Pouchain intuendo il mutamento di rotta rizzazione ad estrarre gas dal carbone. dell’amministrazione cittadina, cede alla Nel 1843 l’impianto di illuminazione Parent per la somma di 1.750.000 fran- è completato e, nel contempo, vengono chi, gli impianti ed i diritti derivanti dal- avviate le trattative per l’estensione del- l’appalto del 1854. l’illuminazione a gas ad altre strade cen- La Parent si impegna a costruire un trali della città. Il Decurionato nel 1844 nuovo stabilimento entro diciotto mesi concede questa ulteriore estensione e dalla consegna del suolo da parte del co- permette anche l’estrazione del gas dal mune ed a realizzare la costruzione di carbone fossile. una canalizzazione per la fornitura gior- Ha così inizio l’importazione del car- naliera di 4500mc di gas. Anche in que- bone dall’Inghilterra che durerà fino ai sto caso il contratto è ricco di indicazio- primi anni successivi a quelli della guer- ni circa le modalità di erogazione del ser- ra 1915-18. Nel maggio 1851 l’inten- vizio di illuminazione a gas, vi sono ri- dente di Napoli, con l’approssimarsi della portate delle minute prescrizioni per la scadenza del contratto di appalto (31 sorveglianza del funzionamento del- dicembre 1853), attraverso gli ambascia- l’impianto, devoluta a dodici ispettori, uno tori napoletani accreditati a Londra e per quartiere, che nelle loro ronde do- Parigi fa chiedere informazioni circa i vevano essere accompagnati da un contratti in uso e sui sistemi di produzio- accenditore. ne adottati in quelle città, inoltre fa pre- sentare all’impresa del sig. De Gosse di La Compagnia Napoletana d’Illumi- Parigi un’offerta da contrapporre a quel- nazione e Scaldamento col Gas la della Compagnia Pouchain. Nel 1854 A seguito della delibera comunale del il contratto d’appalto con la Compagnia 1862, la Parent e Co. sottoscriveva il Pouchain viene rinnovato per altri dicias- contratto d’appalto per l’illuminazione a 1188
  • 7. Storia dell’illuminazione a gas nella città di Napoli gas in nome di una costituenda società ne del gas illuminante era di 25.000mc/ anonima con sede in Napoli con un ca- giorno, con un potere calorifico di 5000 pitale non inferiore a 2.500.000 lire. Il kCal/mc. L’area dello stabilimento cre- 18 ottobre 1862 viene costituita la Com- scerà successivamente fino a raggiun- pagnie Napolitaine d’Eclaraige e de gere un’estensione di 100.000mq. I la- Chauffage par le Gaz, ed il Sig.Hemery vori di canalizzazione procedono lenta- è nominato direttore della Compagnia. mente a causa di ritardi da parte della Inizia così la fase di completamento del- ditta F.Edwards di Glasgow nella for- l’illuminazione a gas di Napoli. nitura delle tubazioni,il primo tratto di rete è di 135 km di tubi. Il nuovo opificio di produzione Il nuovo stabilimento viene proget- L’espansione della Compagnia Napo- tato dall’ingegnere Jean Daniel Colladon letana del Gas (1802-1893), nativo di Ginevra, e i lavo- Con la realizzazione del nuovo opifi- ri di canalizzazione vengono affidati al- cio di produzione e delle nuove l’impresa francese di M.Lacarriere. Per canalizzazioni viene chiuso il primo sta- la realizzazione dell’opificio viene pre- bilimento di Chiaia, la Compagnia si con- scelta l’area situata sulle sponde del fiu- solida sempre di più nel settore gas ac- me Sebeto. quisendo sempre più clienti privati, nel L’area presentava una estensione di 1881 viene acquistato un palazzo in via 55.000mq di cui 1600mq destinati a de- Chiaia 138 che diventa la nuova sede posito di carbone, l’inaugurazione avven- amministrativa della società. Una bat- ne il 21novembre 1863, alla presenza del tuta di arresto nell’illuminazione a gas si principe ereditario Umberto di Savoia, ha nel 1884 durante l’epidemia di cole- che diventerà successivamente re ra che provocherà a Napoli circa 7.150 Umberto I. L’impianto di produzione ri- vittime. sultava costituito da:una sala di distilla- zione composta 4 gruppi di storte, ognu- Progressi nelle tecniche di illumina- no di 9 storte con 8 forni, per un totale zione a gas ed avvento dell’energia di 36 storte a riscaldamento diretto e elettrica caricamento a mano; due condensatori Il progredire della tecnica ha fatto sì a canne d’organo, un estrattore, due che nel corso del tempo si passasse dai gruppi di depurazione, due misuratori di primordiali becchi a fiamma libera a fabbricazione, tre gasometri ad una sola quelli areati migliorando sempre più le alzata da 4.000 mc ciascuno, un regola- prestazioni dei fanali a gas, nello svilup- tore di emissione per una condotta da po si sono susseguiti successivamente: i 500mm, un magazzino per i refrattari, becchi a farfalla, i becchi Argand, i bec- una tettoia per lo spegnimento del coke, chi di tipo intensivo Siemens sino ad ar- un impianto idrico (pozzi) per i bisogni rivare nel 1885, anno in cui il chimico dell’opificio. La potenzialità di produzio- austriaco Karl Von Welsbach Auer (1858- 1189
  • 8. ANDREA LIZZA 1929) inventò e brevettò la reticella ad acquistando il pacchetto di maggioran- incandescenza, infatti costruì un becco za della Società Generale di Illumina- (becco di Auer) per far uscire la fiam- zione (SIG) e nel 1894 conclude un ac- ma in modo radiale e sopra vi pose una cordo con il Comune per l’illuminazione reticella o calzetta di fibra tessile (detta elettrica di alcune importanti arterie cit- reticella di Auer o calzetta di Auer) che tadine. La Compagnia abbandonerà nei era ricoperta da ossido di torio e da una primi anni del Novecento l’impegno nel piccola quantità di cerio. La calzetta settore elettrico. L’illuminazione a gas senza bruciare diventava incandescen- pur sopravvivendo, attraversa una fase te e forniva una luce brillante bian- di declino che diventerà sempre più chissima, a partire dal 1887 furono svi- marcata con il passare del tempo. luppate le cosiddette lampade a mantel- Il consumo pubblico per l’illumina- lo grazie all’utilizzo della reticella ad in- zione diminuirà sempre più fino a scom- candescenza, e utilizzati sul mercato parire del tutto tra il 1930 ed il 1935. becchi e lampade Auer che permette- L’ultimo lampione a gas della pubblica vano di ridurre notevolmente il consu- illuminazione fu spento nel 1935 e dei mo di gas a parità di intensità luminosa. lampioni disposti sul lungomare che co- Nel 1885 compare l’illuminazione stituivano il cosiddetto filo di perle rima- elettrica che costituirà un grave perico- se solo il ricordo ed insieme ad essi quel- lo per la Compagnia del gas, l’ammini- lo degli accenditori che con le loro ca- strazione comunale, guidata dal sindaco sacche blu vagavano nella notte con il Nicola Amore, pone, come condizione fioco lumino in cima all’asta di cui era- per il rinnovo della concessione che ve- no muniti. nisse accolta la facoltà di applicazione dell’illuminazione elettrica e la riduzio- La tradizione continua ne del prezzo al consumo. Anche se la funzione di illuminazio- La Compagnia tarda a prendere atto ne pubblica a gas è cessata da tempo, del pericolo che incombe dovuto alla la tradizione dell’illuminazione a gas è concorrenza con l’elettricità e già nel sempre stata presente nella città di Na- corso degli anni a partire dal 1890, mal- poli a ricordo dell’indiscutibile primato grado l’avvento della lampada Auer che che vanta. costituiva una efficace alternativa in ter- Attualmente nella città di Napoli sono mini di intensità luminosa, rispetto alla in esercizio e perfettamente funzionanti lampada elettrica ad incandescenza, si quattro impianti di illuminazione a gas. comincia a rilevare una diminuzione nel La Compagnia Napoletana di Illumina- consumo di gas a favore dell’elettricità. zione e Scaldamento col Gas costituita nel 1862, è entrata a far parte del grup- Declino dell’illuminazione a gas po Italgas nel 1982 ed ha assunto la de- Nel 1893 la Compagnia del gas de- nominazione di Napoletanagas. Dopo cide di intervenire nel settore elettrico aver trasformato a metano la rete citta- 1190
  • 9. Storia dell’illuminazione a gas nella città di Napoli dina di distribuzione del gas, ha donato tati, ogni lume anche in questo caso è alla città di Napoli il 28 gennaio 1985, equipaggiato con 6 reticelle Auer. l’impianto di illuminazione a gas del I moderni impianti di illuminazione a pontile di Castel dell’Ovo, costituito da gas anche se esteticamente sono iden- 38 candelabri in bronzo, con una dispo- tici a quelli del passato, presentano una sizione dei centri luminosi del tipo serie di accorgimenti che li rendono si- bilaterale affacciata. Ogni fila è forma- curi durante il loro funzionamento anzi- ta da 19 candelabri equipaggiati con 3 tutto a valle del rubinetto di intercetta- lanterne all’inizio e alla fine e con due zione manuale al posto dei becchi c’è il lanterne nei restanti per un totale di 72 bruciatore su cui attraverso dei supporti lanterne, ogni lanterna è dotata di 6 ceramici vengono installate le reticelle reticelle Auer. Auer, generalmente di tipo rigido a fila- Sin dal 1881 sia il cortile della sede to multiplo, l’alimentazione gas del bru- storica di via Chiaia che l’ingresso di via ciatore è comandata da una elettroval- Santa Caterina a Chiaia della Compa- vola alimentata in bassa tensione, l’ac- gnia del Gas, sono stati illuminati me- censione avviene attraverso un elettro- diante dei lumi a gas. do con un sistema piezoelettrico coman- A seguito dello spostamento della dato da un orologio temporizzatore, inol- direzione da via Chiaia all’opificio di via tre sono presenti delle sicurezze mediante Ferraris i quattro lumi del cortile interno cui nel caso di spegnimento della fiam- del tipo a mensola (fig.3) per apparec- ma viene interrotta l’erogazione del gas. chi portati, sono stati ricollocati, nel giu- gno2002, presso l’ingresso principale di Conclusioni via Ferraris. I lampioni a gas vengono oggi adot- Mentre presso l’antico ingresso di via tati particolarmente per illuminare aree Santa Caterina a Chiaia del Palazzo del monumentali, piazze, centri storici, giar- Gas, si possono ammirare due lumi a dini pubblici. Il loro uso serve a dare una mensola di pregevole fattura ottocen- illuminazione di accento, ovviamente le tesca di proprietà Napoletana-gas, come ragioni del loro impiego sono dettate da ricorda la targa apposta il 10 giugno motivi di carattere estetici e non da prin- 2005. In entrambi i casi ogni lume è equi- cipi tecnico-economici essendo eviden- paggiato con 6 reticelle Auer. te che sotto un profilo strettamente illu- Nel maggio del 2003, sempre a cura della Napoletanagas è stato ripristinato l’impianto di illuminazione a gas metano esistente nel chiostro del conservatorio musicale di San Pietro a Maiella. L’impianto ammirabile dall’ingresso del conservatorio, è composto da 10 lumi del tipo a mensola per apparecchi por- Fig. 3 – Mensola per lanterna a gas 1191
  • 10. ANDREA LIZZA minotecnico non si potranno ottenere con l’illuminazione a gas è possibile evo- risultati simili a quelli conseguibili con care atmosfere suggestive e romantiche l’illuminazione elettrica. In compenso di altri tempi. 1192