1. LE PERRERA Frammenti di lettera, da una persona che lavora in una perrera in Spagna con lo scopo di sensibilizzare quanta più gente possibile. E la sensibilizzazione e l'informazione sono necessarie anche qui in Italia, affinchè un numero sempre maggiore di persone venga a contatto con la terribile realtà spagnola e possa rendersi utile nel difficile compito di migliorarla. LE PERRERA Frammenti di lettera, da una persona che lavora in una perrera in Spagna con lo scopo di sensibilizzare quanta più gente possibile. E la sensibilizzazione e l'informazione sono necessarie anche qui in Italia, affinchè un numero sempre maggiore di persone venga a contatto con la terribile realtà spagnola e possa rendersi utile nel difficile compito di migliorarla. LE PERRERA Frammenti di lettera, da una persona che lavora in una perrera in Spagna con lo scopo di sensibilizzare quanta più gente possibile. E la sensibilizzazione e l'informazione sono necessarie anche qui in Italia, affinchè un numero sempre maggiore di persone venga a contatto con la terribile realtà spagnola e possa rendersi utile nel difficile compito di migliorarla. LE PERRERA Frammenti di lettera, da una persona che lavora in una perrera in Spagna con lo scopo di sensibilizzare quanta più gente possibile. E la sensibilizzazione e l'informazione sono necessarie anche qui in Italia, affinchè un numero sempre maggiore di persone venga a contatto con la terribile realtà spagnola e possa rendersi utile nel difficile compito di migliorarla.
2. “ Credo che la nostra società abbia bisogno di un po’ d’attenzione. Come responsabile di una perrera vorrei condividere qualcosa con voi…uno sguardo dall’interno, se me lo permettete. Prima di tutto, tutti coloro che lavorano come venditori/allevatori di animali dovrebbero lavorare almeno per un giorno in una perrera. Forse se vedeste lo sguardo triste, perso, gli occhi confusi…cambiereste idea sul fatto di allevare e poi vendere questi animali a persone che nemmeno conoscete. Il cucciolo che avete appena venduto probabilmente finirà nella mia perrera non appena smetterà di essere un “bel cagnolino/gattino”. E allora come ti sentiresti se sapessi che c’è una probabilità del 90% che questo cane/gatto non uscirà mai dalla perrera una volta che ci entra? Sia esso di razza o no.
3. Se il tuo cane è grande, nero o di una qualsiasi razza “bull” (pit bull, mastino..) lo hai condotto a morte certa fin dal momento in cui ha oltrepassato la porta. Questi cani non vengono adottati. Non importa quanto siano dolci o educati. Se il tuo cane/gatto non viene adottato entro le 72 ore e il rifugio è pieno, verrà soppresso. Se il rifugio non è pieno e il tuo cane è sufficientemente buono o di una razza “alla moda” è possibile che la sua soppressione venga rimandata di qualche giorno, ma comunque non per molto tempo. Se i cani mostrano aggressività vengono soppressi. E anche il cane più tranquillo cambierebbe atteggiamento in questo posto.
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5. Se ha fortuna qualche volontario potrebbe occasionalmente portarlo a fare una passeggiata. In caso contrario non riceverà alcuna attenzione, fatta eccezione per una ciotola di pappa fatta scivolare sotto la porta della gabbia e un po’ d’acqua.
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7. Ad attenuare tutto questo ci sono le protectoras, che cercano di fare il possibile per cercare case a questi animali. Accolgono quanti più cani e gatti è in loro potere, affinchè essi abbiano qualche possibilità, li tirano fuori dalle perreras o prendono tempo per non farli sopprimere. E in cambio cosa ottengono? Sovvenzioni? Locali o strutture? NIENTE. (Soprav)vivono del denaro che loro stessi apportano alla protectora, di quello che i pochi soci vogliono donare e di poco altro. E non hanno nessuna agevolazione.
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9. Se il tuo cane/gatto contrae la tosse dei canili (tracheobronchite infettiva canina) o qualsiasi altro tipo di infezione alle vie respiratorie verrà soppresso immediatamente, per il semplice fatto che in una perrera non abbiamo le risorse necessarie per pagare trattamenti che arrivano a 150 euro. E adesso qualcosa a riguardo l’eutanasia, per chi non avesse mai visto come un animale perfettamente sano viene soppresso: prima di tutto viene tirato fuori dalla gabbia con una cinghia. I cani pensano sempre di andare a fare una passeggiata, escono contenti dalla gabbia, muovono la coda…fino a che non arrivano alla “stanza” e lì tutti frenano bruscamente. Devono fiutare o captare la morte o sentire le anime tristi che sono rimaste lì. È strano, ma succede a tutti, a ognuno di loro.
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11. Non tutti “dormono” immediatamente. A volte hanno delle convulsioni, soffocano e infine rilasciano i liquidi. Quando tutto è finito, il cadavere del tuo cane/gatto verrà ammucchiato come la legna in un grande congelatore con tutti gli altri animali e lì attenderà di essere raccolto come avviene con la spazzatura.
12. Verrà incenerito? Verrà portato in discarica? Verrà trasformato in cibo per cani? Non lo saprai mai, ma forse nemmeno te lo domanderai. Infondo era solo un animale. Potrai sempre comprarne un altro. No?
13. Il tuo cane/gatto si troverà davanti a uno o due veterinari, a seconda della sua grandezza e da quanto è nervoso. Successivamente uno specialista nella somministrazione dell’eutanasia o un veterinario inizierà il processo: troveranno una vena nella zampa anteriore e verrà iniettata una dose di “sostanza rosa”. Speriamo che il tuo cane/gatto non si spaventi nell’essere bloccato. Ho visto alcuni animali strapparsi gli aghi e morire coperti di sangue, assordati dagli ululati e dalle grida.
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15. Spero che se avete letto fin qui gli occhi vi si siano riempiti di lacrime e che non possiate togliervi dalla mente le immagini che occupano la mia ogni giorno quando torno a casa. Odio il mio lavoro, odio il fatto che esista e odio sapere che esisterà sempre a meno che voi, la gente, non cambiate e non vi rendiate conto che le vite che danneggiate sono molte di più di quelle che lasciate in perrera.
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17. Ogni giorno nelle perreras muoiono tra i 9 e gli 11 milioni di animali e tu sei l’unico che può fermare tutto questo. Io faccio tutto quanto in mio potere per salvare più vite possibili, ma i rifugi (le protectoras) sono sempre pieni e ogni giorno ci sono più animali che entrano di quelli che escono. Spero solo che con questa lettera qualcuno abbia cambiato idea in fatto di allevamento, di abbandonare il proprio cane/gatto in una perrera o di comprarne uno. Magari qualcuno arriverà al lavoro dicendomi: “ho letto la tua lettera e vorrei adottare un cane”. Ne varrebbe la pena. “