Slide seminario ISPRA "Il reperimento dell'informazione tecnico-scientifica: strategie di ricerca per l'utilizzo delle risorse informative disponibili". Dicembre 2016
PER UNA SCIENZA PARTECIPATA COMUNICARE AL MEGLIO LA RICERCA AL GRANDE PUBBLICO.
Padova, 16 ottobre 2015 . #SciPar
"Open Publishing: choices, bolts and nuts
!"
www.scicomm.it
Twitter : #SciPar
La gestione dei diritti nella valutazione dei prodotti della ricerca nelle sc...libriedocumenti
(Presentazione al Convegno "Le biblioteche e la valutazione della ricerca", a cura di M.T. Biagetti. Roma, 23-03-2018)
<http://www.dolinfige.uniroma1.it/sites/default/files/allegati_news/eventi/Le%20biblioteche%20e%20la%20valutazione%20della%20ricerca.pdf>
Presentazione "Open Access per la comunicazione scientifica" con note al convegno Pubblica, Blogga Twitta. Fare carriera nella scienza oggi.
Padova, 2-3 ottobre 2014
Hashtag: #socialpeer
PER UNA SCIENZA PARTECIPATA COMUNICARE AL MEGLIO LA RICERCA AL GRANDE PUBBLICO.
Padova, 16 ottobre 2015 . #SciPar
"Open Publishing: choices, bolts and nuts
!"
www.scicomm.it
Twitter : #SciPar
La gestione dei diritti nella valutazione dei prodotti della ricerca nelle sc...libriedocumenti
(Presentazione al Convegno "Le biblioteche e la valutazione della ricerca", a cura di M.T. Biagetti. Roma, 23-03-2018)
<http://www.dolinfige.uniroma1.it/sites/default/files/allegati_news/eventi/Le%20biblioteche%20e%20la%20valutazione%20della%20ricerca.pdf>
Presentazione "Open Access per la comunicazione scientifica" con note al convegno Pubblica, Blogga Twitta. Fare carriera nella scienza oggi.
Padova, 2-3 ottobre 2014
Hashtag: #socialpeer
What is the phenomenon of predatory publishing? how to find it? how to avoid it? tips and guidelines not to fall into the trap!
Cos'è l'editoria predatoria? Come scovarla? Come evitarla? Suggerimenti e linee guida per non cadere nella trappola!
La gestione dei diritti nel repository istituzionale: i vari volti delle versioni di un paper tra cessioni e licenze.
Presentazione alla giornata in occasione della settimana internazionale dell'Open Access 2015 in Aula Magna, Università di Firenze 21 ottobre 2015
Open Access: definizioni, tipologie (e insidie), strumentiValentina Bozzato
modulo introduttivo all'Open Access: che cos'è, definizioni, le vie dell'open access, come fare open access, come reperire articoli depositati in archivi
Seminario Open Access: introduzione e strategie che può seguire il ricercatore per aderire al modello open access di diffusione dell'informazione scientifica
Open access : verso un nuovo modello di disseminazione della conoscenza e di ...libriedocumenti
Conferenza tenuta presso la ex SSAB da Maria Cassella il 07-05-2015 nell'ambito del 9. ciclo "Biblioteche libri documenti: dall'informazione alla conoscenza", a.a. 2014-2015, Prof.ssa M.T. Biagetti
Verso l’accesso aperto ai risultati scientifici. La ricerca, la didattica e i...Francesca Di Donato
Seminario organizzato dal Collettivo Aula R e dai Precari della ricerca e della didattica della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Pisa, 10 aprile 2008.
Open Access in Italia tra passato e futuro: sfide e opportunitàUniversità di Padova
Presentazione di Antonella De Robbio al Workshop annuale Bibliosan, “Ricerca biomedica e pubblicazione dei risultati: la sostenibilità dell’Open Access”, Roma 4 Dicembre 2013 Ministero della Salute
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore Ornella Russo
Breve introduzione sulle strategie di pubblicazione open access e focus su quali sono i criteri bibliografici, bibliometrici, economici e legali che è possibile adottare, per orientarsi nella scelta dei journal open access su cui pubblicare.
Intervento di Ornella Russo Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore, tenuto all'interno del seminario di studi "Open Research data: valorizzare i dati della ricerca con l'open access", ISMAR Bologna, 27 febbraio 2015.
Dopo una breve introduzione su OA, l'intervento si focalizza su quali siano i criteri bibliografici, bibliometrici, economici e legali che è possibile adottare, per orientarsi nella scelta dei journal open access su cui pubblicare.
Open Access. La valutazione della ricerca oltre le divisioni tra le scienzeFrancesca Di Donato
Incontro organizzato a partire dalla pubblicazione del volume di J.C. Guédon, Open Access. Contro gli oligopoli del sapere, a cura di F. Di Donato, ETS, 2009, presiede B. Henry, ne discutono: M.C. Carrozza, G. Comandè, Eloisa Cristiani, A. Loretoni, P. Perata, F. Strazzari, P. Tonutti, Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, 20 gennaio 2010.
Sapienza Università di Roma
Anno Accademico 2012 – 2013
Informatica per gli Archivi e le Biblioteche
Prof.ssa Linda Giuva
Prof. Maurizio Caminito
Lezione 10
What is the phenomenon of predatory publishing? how to find it? how to avoid it? tips and guidelines not to fall into the trap!
Cos'è l'editoria predatoria? Come scovarla? Come evitarla? Suggerimenti e linee guida per non cadere nella trappola!
La gestione dei diritti nel repository istituzionale: i vari volti delle versioni di un paper tra cessioni e licenze.
Presentazione alla giornata in occasione della settimana internazionale dell'Open Access 2015 in Aula Magna, Università di Firenze 21 ottobre 2015
Open Access: definizioni, tipologie (e insidie), strumentiValentina Bozzato
modulo introduttivo all'Open Access: che cos'è, definizioni, le vie dell'open access, come fare open access, come reperire articoli depositati in archivi
Seminario Open Access: introduzione e strategie che può seguire il ricercatore per aderire al modello open access di diffusione dell'informazione scientifica
Open access : verso un nuovo modello di disseminazione della conoscenza e di ...libriedocumenti
Conferenza tenuta presso la ex SSAB da Maria Cassella il 07-05-2015 nell'ambito del 9. ciclo "Biblioteche libri documenti: dall'informazione alla conoscenza", a.a. 2014-2015, Prof.ssa M.T. Biagetti
Verso l’accesso aperto ai risultati scientifici. La ricerca, la didattica e i...Francesca Di Donato
Seminario organizzato dal Collettivo Aula R e dai Precari della ricerca e della didattica della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Pisa, 10 aprile 2008.
Open Access in Italia tra passato e futuro: sfide e opportunitàUniversità di Padova
Presentazione di Antonella De Robbio al Workshop annuale Bibliosan, “Ricerca biomedica e pubblicazione dei risultati: la sostenibilità dell’Open Access”, Roma 4 Dicembre 2013 Ministero della Salute
Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore Ornella Russo
Breve introduzione sulle strategie di pubblicazione open access e focus su quali sono i criteri bibliografici, bibliometrici, economici e legali che è possibile adottare, per orientarsi nella scelta dei journal open access su cui pubblicare.
Intervento di Ornella Russo Pubblicare open access: uno strumento a supporto del ricercatore, tenuto all'interno del seminario di studi "Open Research data: valorizzare i dati della ricerca con l'open access", ISMAR Bologna, 27 febbraio 2015.
Dopo una breve introduzione su OA, l'intervento si focalizza su quali siano i criteri bibliografici, bibliometrici, economici e legali che è possibile adottare, per orientarsi nella scelta dei journal open access su cui pubblicare.
Open Access. La valutazione della ricerca oltre le divisioni tra le scienzeFrancesca Di Donato
Incontro organizzato a partire dalla pubblicazione del volume di J.C. Guédon, Open Access. Contro gli oligopoli del sapere, a cura di F. Di Donato, ETS, 2009, presiede B. Henry, ne discutono: M.C. Carrozza, G. Comandè, Eloisa Cristiani, A. Loretoni, P. Perata, F. Strazzari, P. Tonutti, Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, 20 gennaio 2010.
Sapienza Università di Roma
Anno Accademico 2012 – 2013
Informatica per gli Archivi e le Biblioteche
Prof.ssa Linda Giuva
Prof. Maurizio Caminito
Lezione 10
La settimana dell'Open Access (19-23 ottobre 2009) è per l'autore/editore una occasione per una discussione a distanza sui temi caldi e insoluti dell'Open Access, come viene purtroppo oggi gestito in Italia.
Il punto di osservazione è quello di un editore che pratica l'open publishing a livello internazionale al di là di qualunque incomprensione del ruolo dell'editore nella realizzazione di pubblicazioni in libero accesso. Lo scritto si richiama a documenti ufficiali che in questi due ultimi anni sono stati scritti da vari esponenti dell'Open Access in Italia,come pure sono riportate le illuminanti posizioni di Giuseppe Vitiello (NATO Defense College) e di Ralf Schimmer (Max Planck).
Convegno Codici liberi. Accesso aperto allo studio e alla ricerca (Settimana OA - 19-23 ottobre 2009), Sistema bibliotecario di Ateneo - Università di Pisa, 23 ottobre 2009.
Disseminazione dei risultati della ricerca e Open Access in Horizon 2020Paola Gargiulo
Brief presentation of OA requirements (publications and research data) in Horizon 2020 and references to OpenAIRE platform (in Italian). References to OA implementation at University of Venice Ca' Foscari
Disseminazione dei risultati della ricerca e Open Access in Horizon 2020
L'Open Access
1. Seminario
Il reperimento dell’informazione tecnico-scientifica:
strategie di ricerca per l’utilizzo delle risorse
informative disponibili
ISPRA- Roma, 2 dicembre 2016
L’Open Access
Annarita BarbaroAnnarita Barbaro
Istituto Superiore di Sanità - BibliotecaIstituto Superiore di Sanità - Biblioteca
2. Il paradosso della comunicazione
scientifica
• Le università/gli enti di ricerca
finanziano le singole ricerche
• I ricercatori pubblicano sulle
riviste scientifiche cedendo il
copyright
• Per accedere ai risultati della
ricerca si deve pagare una
seconda volta sotto forma di
abbonamento alle riviste
scientifiche
3. Larivière V, Haustein S, Mongeon P (2015)
The Oligopoly of Academic Publishers in the
Digital Era. doi:10.1371/journal.pone.0127502
http://lj.libraryjournal.com/2015/04/publishing/wh
ole-lotta-shakin-goin-on-periodicals-price-
survey-2015/#_
4. La recente
vertiginosa spirale
dei prezzi ha
causato un calo
delle sottoscrizioni
nelle biblioteche,
con una
conseguente
limitata
disseminazione dei
risultati della
ricerca
5. Per accesso aperto [alla letteratura di ricerca soggetta a
revisione paritaria] si intende la sua DISPONIBILITÀ
PUBBLICA E GRATUITA SU INTERNET, e la possibilità per
ogni utente di LEGGERE, SCARICARE, COPIARE,
DIFFONDERE, STAMPARE, CERCARE, o LINKARE AL TESTO
COMPLETO DEGLI ARTICOLI, di ANALIZZARLI e
INDICIZZARLI, di TRASFERIRNE I DATI IN UN SOFTWARE, o
usarli per ogni altro utilizzo legale, SENZA ULTERIORI
BARRIERE (LEGALI, TECNICHE O FINANZIARIE) SE NON
QUELLE RELATIVE ALL’ACCESSO A INTERNET.
L’unico vincolo riguardo la riproduzione e la distribuzione,
e l’unica funzione del copyright in questo ambito,
dovrebbe essere la tutela dell’integrità del lavoro degli
autori e il diritto di essere debitamente riconosciuti e
citati.
(Trad. italiana Dichiarazione di Budapest per l’accesso aperto
http://www.budapestopenaccessinitiative.org/translations/italian-translation)
7. AUTOARCHIVIAZIONE
di
preprints / post
prints/versione finale
di articoli
in
archivi aperti
istituzionali o
disciplinari
PUBBLICAZIONE IN
RIVISTE AD ACCESSO
APERTO
Mantenendo i diritti sul
proprio lavoro
Pagando in alcuni casi
delle Article Processing
Charges
Green
road
Gold road
Image by : opensource.com
8. Preprint
Versione del
lavoro
presentato
all’editore
per la
pubblicazione.
Non contiene
ancora le
correzioni dei
revisori (peer
review)
Postprint
Versione
finale di un
lavoro con
tutte le
correzioni dei
revisori; è il
testo che va in
stampa ma
senza layout
editoriale
(colonne,
note…)
PDF
editoriale
Versione
pubblicata,
con
impaginazione
e layout
editoriale
9.
10. Archivi aperti (Green OA)
3238 archivi aperti nel mondo [fonte: OpenDOAR,
ottobre 2016]
Preposti al deposito di documenti scientifici in forma
elettronica (e-prints) ai fini della loro disseminazione,
gestione e conservazione
Non fanno peer review
Il materiale contenuto negli archivi aperti viene
normalmente ricercato e recuperato anche dai comuni
motori di ricerca e da Google Scholar
11. Che tipo di contenuti posso trovare
negli archivi aperti?
16. Database RoMEO (Rights Metadata for
Open Archiving) www.sherpa.ac.uk/romeo
Politiche sul copyright di 2287 editori
internazionali
bianco: auto-archiviazione non consentita
giallo: consentito auto-archiviare i pre-print
blu: consentito auto-archiviare i post-print
verde: consentito auto-archiviare pre-print, post-
print e anche la versione editoriale
19. Riviste OA (Gold OA)
• Assicurano l’accesso libero ad ogni articolo pubblicato
• Permettono la ritenzione del copyright da parte
dell’autore
• Permettono il deposito degli articoli pubblicati in un
archivio aperto
• Recuperano i costi di pubblicazione tramite forme di
finanziamento alternative
20. Forme di finanziamento alternativo
Finanziamento pubblico (Es: SciELO, piattaforma che contiene circa
1200 riviste pubblicate in Sud-America, Portogallo, Spagna e Sudafrica)
E-commerce
Institutional subsidies
Donazioni e raccolta fondi
Pubblicità
Article processing charges (APCs)
21. Article Processing Charges (APCs)
In ambito scientifico,
almeno il 70% delle
riviste OA richiede una
fee per la pubblicazione
di un articolo
Le tariffe
possono
variare dai
150 ai 5000$
23. Chi paga???
ENTI FINAZIATORI DELLA RICERCA
• Considerano i costi di pubblicazione al pari degli altri costi della
ricerca (Telethon, Wellcome Trust)
• Impongono che i risultati delle ricerche finanziate con i propri fondi
vengano depositati in archivi aperti (PMC) entro e non oltre 6/12
mesi dalla pubblicazione
• Incoraggiano la pubblicazione su periodici OA sostenendo le spese di
pubblicazione
Da: Dallmeier-Tiessen, Suenje, Robert Darby, Bettina Goerner, et al.
Highlights from the SOAP project survey. What Scientists Think about Open
Access Publishing. 2011. http://arxiv.org/abs/1101.5260.
24. JULIET: repertorio politiche enti
finanziatori
http://www.sherpa.ac.uk/juliet/index.php
Su 158 enti finanziatori della
ricerca nel mondo, 107
richiedono l’autoarchiviazione
e 88 hanno una politica sulla
pubblicazione in riviste OA
(novembre 2016)
25. Chiunque usufruisca di un
finanziamento Horizon2020 deve
assicurare l’accesso aperto a tutte le
pubblicazioni peer reviewed (e ai dati
da gennaio 2017) relative ai risultati
delle proprie ricerche
depositando una copia della versione
pubblicata o del manoscritto
accettato per la pubblicazione
(postprint) in un archivio
immediatamente o non oltre i sei
mesi dalla pubblicazione (12 per
l’ambito umanistico)
26. DECRETO-LEGGE 8 agosto 2013, n. 91
Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle
attività culturali e del turismo
convertito con modifiche dalla L. 7 ottobre 2013, n. 112 (in G.U. 08/10/2013, n. 236)
«2. I soggetti pubblici preposti all’erogazione o alla gestione dei
finanziamenti della ricerca scientifica adottano, nella loro autonomia, le
misure necessarie per la promozione dell’accesso aperto ai risultati della
ricerca finanziata per una quota pari o superiore al 50 per cento con fondi
pubblici, quando documentati in articoli pubblicati su periodici a carattere
scientifico che abbiano almeno due uscite annue. I predetti articoli devono
includere una scheda di progetto in cui siano menzionati tutti i soggetti che
hanno concorso alla realizzazione degli stessi. L’accesso aperto si realizza:
a) tramite la pubblicazione da parte dell’editore, al momento della prima
pubblicazione, in modo tale che l’articolo sia accessibile a titolo gratuito dal
luogo e nel momento scelti individualmente;
b) tramite la ripubblicazione senza fini di lucro in archivi elettronici
istituzionali o disciplinari, secondo le stesse modalità, entro diciotto mesi
dalla prima pubblicazione per le pubblicazioni delle aree disciplinari
scientifico-tecnico-mediche e ventiquattro mesi per le aree disciplinari
umanistiche e delle scienze sociali.»
27. Editori “tradizionali” VS riviste OA
• Modello ibrido (viene offerta agli autori la
possibilità di scegliere l’opzione di contribuire ai
costi di pubblicazione in cambio della disponibilità
ad accesso aperto dei propri articoli all’interno di
riviste “tradizionali”)
• Titoli open access (la quasi totalità degli editori
tradizionali pubblica anche riviste ad accesso
aperto dietro pagamento di APCs da 500 a 5000$)
31. Cosa NON E’ l’open access
• Non è un canale di serie B
• Archivi contengono materiale già peer reviewed o finanziato da enti
importanti
• Riviste sono peer reviewed (policy DOAJ)
• Articoli open hanno maggiore impatto
• Non sono «predatory journals»
• Non è in contrasto con il diritto d’autore
• Licenze Creative Commons
• Politiche editoriali su SHERPA/RoMEO
• Non è senza costi
• Article Processing Charges
• Coperte da finanziamento alla ricerca
32. DOAJ segue dei criteri molto
rigidi per inserire le riviste nel
proprio elenco
35. http://thinkchecksubmit.org/
Sul sito web sono elencate
una serie di domande a cui il
ricercatore deve rispondere
per verificare se la rivista
presa in considerazione per
la pubblicazione del proprio
lavoro è affidabile
36. Da: Why open research?
Come trovare la giusta rivista ad accesso aperto?
•Consultare la Directory of Open Access Journals (DOAJ) che elenca più di 10.000
riviste ad accesso aperto, selezionate in maniera rigorosa.
•Utilizzare lo strumento di selezione delle riviste di Cofactor che permette agli autori
di ricercare riviste ad accesso aperto o che propongono la formula ibrida
•Chiedere a colleghi, esperti del proprio ambito o bibliotecari se conoscono riviste ad
accesso aperto affidabili dove pubblicare
Quali controlli effettuare prima di presentare il proprio lavoro ad un editore:
•Valutare la rivista dove si intende pubblicare, ad esempio: gli editor sono conosciuti
nel proprio ambito di ricerca? La rivista è un membro dell’Open Access Scholarly
Publishers Association (OASPA), l’associazione degli editori open access?
•Controllare se la rivista presenta delle informazioni identificative universalmente
riconosciute come un ISSN ufficiale o se assegna un DOI agli articoli che pubblica
•Controllare se la rivista aderisce alle richieste degli enti che finanziano la ricerca
consultando SHERPA/JULIET, il database che raccoglie tutte le politiche degli enti
finanziatori della ricerca in merito alla condivisione di articoli e di set di dati. E’
possibile fare la ricerca per nazione o per nome dell’ente finanziatore.
http://whyopenresearch.org/
37. Impatto
Liberamente accessibili online = impatto più alto
Barbaro A., Zedda M., Gentili D.,
Greenblatt R.L. The presence of
high-impact factor open access
journals in Science, Technology,
Engineering and Medicine (STEM)
disciplines. JLIS.it 2015; 6 (3). DOI
10.4403/jlis.it-11257
38. Metriche alternative all’IF
• Nuove iniziative e progetti si stanno focalizzando
sull’impatto del singolo articolo: ad esempio le Article
Level Metrics (analisi di citazioni, downloads, commenti,
blog posts, tweets) e le altmetrics
• Complementari e non alternative all’IF
39.
40. Copyright
Gli autori, in quanto possessori di tutti i diritti sulle
proprie creazioni, dovrebbero usare la proprietà
intellettuale, e tutti i diritti ad essa connessi, in
modo da garantire licenze che promuovano sia
l’accesso sia l’utilizzo dei lavori pubblicati dagli
editori
scegliendo periodici peer-reviewed ed editori che
adottino licenze non esclusive e politiche che
consentano l’auto-archiviazione
negoziando le clausole contratti (SPARC
http://sparcopen.org/our-work/author-rights/introduction-to-copyright-
resources/)
usando licenze alternative (Creative Commons)
41.
42.
43. Vantaggi dell’OA
LETTORI
• Accesso immediato ad articoli
• Recupero articoli anche attraverso i
comuni motori di ricerca
• Possibilità di riutilizzare materiale
AUTORI
• Maggiore visibilità ed impatto
propri articoli
• Possibilità di mantenere il
copyright
• Possibilità di nuove metriche di
valutazione dell’impatto
alternative all’Impact Factor
• Maggiore facilità di accesso ai dati
e ai risultati della ricerca
• Possibilità di sfruttare appieno
nuove tecnologie quali il text-
mining e il data-mining
• Possibilità di una peer-review più
trasparente ed efficace
44.
45. Dove posso trovare risorse ad
accesso aperto?
Archivi Riviste/Libri
OpenDOAR (Open Directory of
Open Access Repositories)
http://www.opendoar.org
DOAJ (Directory of Open Access
Journals)
http://doaj.org
DOAB (Directory of Open Access
Books)
http://www.doabooks.org/
51. Le risorse informative biomediche a
carattere periodico nel Web: percorsi di
ricerca. ISS - Roma, 27 - 28 ottobre 2014
Ricerca su Google Scholar e CORE
(aggregatore di archivi OA)
utilizzando il DOI
56. •Via verde o via dorata?
•La transizione dall’abbonamento al
pagamento delle APCs è sostenibile?
o Proposta a Berlin 12: i soldi attualmente investiti dalle
biblioteche per gli abbonamenti sono più che sufficienti a
coprire le spese per uno spostamento risolutivo verso
l’accesso aperto (Max Plank Institute)
o SCOAP3: accordo con editori per una cifra forfettaria per il
pagamento delle APCs. Queste tariffe non vengono pagate
dagli autori ma da SCOAP tramite un fondo comune a cui
partecipano le varie istituzioni (biblioteche, finanziatori della
ricerca, istituzioni di ricerca) che partecipano al progetto.
•Wellcome Open Research: creazione di
piattaforme certificate su cui
depositare i lavori di una istituzione
(Wellcome Trust)
57. Perapprofondire
• Open Access Wiki http://wiki.openarchives.it (wiki italiano
su Open Access)
• Peter Suber, Open Access
http://mitpress.mit.edu/books/open-access (monografia
in inglese)
• Ernest Abadal, Open Access
http://ledibooks.com/openaccess (monografia in italiano)
• UNESCO’s Open Access (OA) Curriculum
• http://delicious.com/bibliosan20 (contiene raccolta link su
Open Access)
• Elena Giglia. Un altro mondo è possibile: dall’Open Access
all’Open Science
http://www.aib.it/aib/sezioni/emr/bibtime/num-xix-
1/giglia.htm
Come nasce il movimento? Facciamo un passo indietro di almeno 15 anni: Innanzitutto dal cosiddetto paradosso della comunicazione scientifica per cui
NEGLI ANNI SI È ARRIVATI AD UN MERCATO DELLA COMUNICAZIONE SCIENTIFICA COMPLETAMENTE ANELASTICO E IN MANO A POCHI, ENORMI, GRUPPI EDITORIALI CHE LO GESTISCONO IN OLIGOPOLIO CONTINUANDO AD APPLICARE I PROPRI MODELLI. PROFITTI ALTISSIMI
COME POTETE VEDERE, DUE DEI PIÙ IMPORTANTI EDITORI IN AMBITO SCIENTIFICO, NEL 2014 HANNO REGISTRATO PROFITTI PARI AL 35% E AL 37%, MENTRE APPLE 29%.
NELLA TABELLA A DX INVECE POTETE VEDERE QUELLI CHE SONO I PREZZI MEDI DEGLI ABBONAMENTI AD UNA RIVISTA A SECONDA DELLE DISCIPLINE SCIENTIFICHE
Nel Giugno 2015 la coalizione delle biblioteche di ricerca della Grecia ha annunciato di aver rescisso tutti i contratti che aveva in atto con editori e content provider per mancanza di fondi. Tutti i ricercatori, accademici, studenti hanno dovuto affrontare una situazione di emergenza in cui non potevano più accedere ai documenti che servivano lor, ma anche ai documenti da loro prodotti! Questo non deve essere considerato solo come il risultato della grave crisi economica della Grecia ma come un potenziale futuro «distopico» risultante da quella che viene appunto definita la crisi degli abbonamenti ai periodici, partita dall’affermazione dell’università di Harvard nel 2012 di aver dovuto provvedere ad un taglio degli abbonamenti ai periodici per mancanza di fondi.
Ci sono varie definizioni. Questa è quella che è considerata la definizione ufficiale: rendere tutta la documentazione relativa alla ricerca scientifica finanziata con fondi pubblici liberamente ed immediatamente accessibile a tutti. Quando parlo di liberamente accessibile parlo anche del fatto che, oltre a leggere gli articoli, si deve poterli diffondere, analizzarli, ecc. senza alcun tipo di barriera legale. L’unico vincolo deve essere quello di riconoscere la paternità dell’opera quindi gli autori devono essere debitamente citati.
IL MOVIMENTO INDIVIDUA DUE DIVERSI MODI DI OTTENERE CHE I RISULTATI DELLA RICERCA SIANO DISPONIBILI PER TUTTI: L’AUTO-ARCHIVIAZIONE È UN PROCESSO MOLTO SEMPLICE CHE CONSISTE NELL’IMMISSIONE GUIDATA, TRAMITE UN’INTERFACCIA WEB, DEI METADATI (TITOLO, AUTORE..) CHE INDIVIDUANO UN LAVORO E NELL’ALLEGARE IL FULL TEXT DEL DOCUMENTO (CHE PUÒ ESSERE A DIVERSI STADI DI LAVORAZIONE, NELLA PROSSIMA SLIDE VI SPIEGO NEL DETTAGLIO COSA INTENDO QUANDO PARLO DI PRE…). Questi METADATI DESCRITTIVI CONSENTONO IL SUO REPERIMENTO TRAMITE MOTORI DI RICERCA E ALTRI STRUMENTI DI RECUPERO DELL’INFORMAZIONE.
PUBBLICAZIONE IN RIVISTE OA, PAGANDO PER LE SPESE DI PUBBLICAZIONE
SI PARLA SEMPRE DI PUBBLICAZIONI CHE SIANO STATE SOTTOPOSTE AL PROCESSO DI VALUTAZIONE DI QUALITA’ ATTRAVERSO PEER-REVIEW
QUANDO UN RICERCATORE HA FINITO DI SCRIVERE UN ARTICOLO SUI RISULTATI DELLA PROPRIA RICERCA PUÒ DECIDERE SE AUTOARCHIVIARE IL PREPRINT DEL PROPRIO LAVORO IN UN ARCHIVIO (SOLITAMENTE È QUELLO CHE FANNO IN MATEMATICA, FISICA, ECC DOVE C’È UNA LUNGA TRADIZIONE, ARXIV DAL 1991) E POI IN SEGUITO PUBBLICARE SU UNA RIVISTA.
QUANDO UN AUTORE VUOLE PUBBLICARE UN PROPRIO LAVORO, SI TROVA AD UN BIVIO:
SCEGLIERE SE PRESENTARE IL PROPRIO LAVORO PER LA PUBBLICAZIONE SU UNA RIVISTA OA O TRADIZIONALE (FA PAGARE GLI ABBONAMENTI). ENTRAMBE APPLICANO LA PEER REVIEW (IL LAVORO VIENE VISTO DA UN ESPERTO DELL’AMBITO CHE DECIDE SE PUBBLICARLA O NO), NEL CASO DELLA RIVISTA OA I DIRITTI RIMANGONO ALL’AUTORE IN CAMBIO DEL PAGAMENTO DI UNA TARIFFA CHE SERVE PER LE SPESE DI PUBBLICAZIONE E CHE GARANTISCE IL FATTO CHE L’ARTICOLO SIA ACCESSIBILE A CHIUNQUE.
GLI ARCHIVI APERTI SONO DEPOSITI DIGITALI CHE POSSONO CONTENERE, IN BASE ALLE POLITICHE DI COPYRIGHT DEI SINGOLI EDITORI, PRE O POST PRINT, QUINDI ARTICOLI CHE HANNO PASSATO IL VAGLIO DEI REVISORI O CHE ANCORA NON SONO PRONTI PER LA PUBBLICAZIONE.
- NON EFFETTUANO IL REFERAGGIO MA RENDONO SEMPLICEMENTE I LORO CONTENUTI LIBERAMENTE DISPONIBILI.
- IL LORO CONTENUTO È INTERROGABILE DAI COMUNI MOTORI DI RICERCA E DA MOTORI SPECIFICI (COME OAISTER) GRAZIE AI METADATI ASSOCIATI (AUTORE, TITOLO…).
COMPRENDONO DIVERSE TIPOLOGIE DI RISORSE, talora organizzate in un’unica sequenza nel medesimo archivio, talora in sequenze o liste distinte: libri, capitoli di libro, saggi e articoli già editi su riviste online o cartacee, atti di convegni, relazioni presentate a convegni, working papers, rapporti tecnici, brevetti, materiale didattico, tesi di laurea, tesi di dottorato e, più in generale, testi, immagini, documenti multimediali. Possono comprendere anche tutta la cosiddetta “LETTERATURA GRIGIA” (letteratura non diffusa tramite i normali canali commerciali) come tesi, atti di convegni, materiale didattico.
PIU’ NUMEROSI GLI ISTITUZIONALI. PIU’ PIENI I DISCIPLINARI
STRUMENTO PER LA CERTIFICAZIONE, UTILE A STABILIRE LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE POSSONO SERVIRE QUALI INDICATORI DELLA QUALITÀ DI UN ENTE
INCREMENTANO LA VISIBILITÀ DELL’ISTITUZIONE. 82% OF THE WORLD’S 148 MOST PRODUCTIVE RESEARCH INSTITUTIONS HAVE AN INSTITUTIONAL REPOSITORY OFFERING A NATURAL PLACE TO SELF-ARCHIVE FOR 85% OF THE ARTICLES PRODUCED IN THESE INSTITUTIONS.
GLI ARCHIVI APERTI DISCIPLINARI RACCOLGONO I LAVORI RELATIVI AD UNO SPECIFICO AMBITO DISCIPLINARE,
MENO DIFFUSI MA CON MATERIALE PIÙ INTERESSANTE.
NON OGNI AMBITO DISCIPLINARE HA UN PROPRIO ARCHIVIO
ARXIV È IL PIÙ CONOSCIUTO ARCHIVIO APERTO DISCIPLINARE. NASCE NEL 1991 A LOS ALAMOS ALL’INTERNO DELLA COMUNITÀ DEI FISICI. ARCHIVIO PIÙ UTILIZZATO AL MONDO CON PIÙ DI 1 MILIONE DI E-PRINTS NEL CAMPO DELLA FISICA, MATEMATICA, STATISTICA ED INFORMATICA
PIÙ DI UN MILIONE DI ARTICOLI. TRADIZIONE ORMAI CONSOLIDATA DI AUTOARCHIVIAZIONE, E’ PRASSI COMUNE APPENA FINITO UN LAVORO DI AUTOARCHIVIARLO
PUBMED CENTRAL È UN ARCHIVIO WEB PUBBLICO E GRATUITO PER GLI ARTICOLI DI RICERCA DEL SETTORE BIOMEDICO, CREATO SOTTO L’EGIDA DEL NIH AMERICANO
ARCHIVIO CHE PROVVEDE L’ACCESSO APERTO AD ARTICOLI GIÀ PUBBLICATI SU RIVISTE, NON PREPRINT O ALTRO MATERIALE.
DEVE LA SUA FORTUNA ALLA POLITICA OA DELL’NIH, IL PIÙ GROSSO ENTE FINANZIATORE DELLA RICERCA NEL MONDO. AL MOMENTO CI SONO ANCHE ALTRI SITI “REGIONALI” COME UK PMC.
UNO STUDIO RECENTE HA DICHIARATO CHE IL 43% DEI LAVORI AUTOARCHIVIATI SI TROVA IN ARCHIVI DISCIPLINARI, E CHE IL 94% DI QUESTI È IN ARXIV O PMC. QUESTI GROSSI ARCHIVI CONTINUANO A RIEMPIRSI PERCHÉ LA PRATICA DI ARCHIVIARE I PROPRI LAVORI È DIVENTATA PRASSI TRA I RICERCATORI DEGLI AMBITI DA LORO RICOPERTI. PER DUE MOTIVI:
L’ESISTENZA DI UNA FORTE CULTURA RELATIVA ALLA PUBBLICAZIONE DI PREPRINT, GIÀ PRIMA DI INTERNET (AD ES. PER ARXIV)
LE POLITICHE DEGLI ENTI FINANZIATORI DELLA RICERCA (PUBMED CENTRAL).
OVVIAMENTE SE SI VUOLE AUTOARCHIVIARE UN LAVORO PRESENTATO PER LA PUBBLICAZIONE SU UNA RIVISTA, BISOGNEREBBE ANDARE A VEDERE QUAL È LA POSIZIONE DELL’EDITORE IN MERITO. QUESTO DATABASE COMPRENDE LE POSIZIONI IN MERITO DI CIRCA 2200 EDITORI SUDDIVIDENDOLE IN QUATTRO CATEGORIE. CIRCA L’80% DEGLI EDITORI CONSENTE L’AUTOARCHIVIAZIONE.
QUATTRO DIVERSE POLITICHE EDITORIALI RELATIVE ALLA POSSIBILITÀ DI AUTO-ARCHIVIAZIONE DEI CONTRIBUTI SCIENTIFICI.
MOLTI GRANDI EDITORI PERMETTONO L’ARCHIVIAZIONE IN UN DEPOSITO ISTITUZIONALE, CIRCA IL 67%, O SUL SITO PERSONALE DELL’AUTORE. SPESSO RICHIEDONO DI LASCIAR PASSARE UN PERIODO DI TEMPO DOPO LA PUBBLICAZIONE PRIMA DI RENDERE ACCESSIBILE IL PROPRIO ARTICOLO A TUTTI.
LA MAGGIOR PARTE DEGLI EDITORI “VERDI” PREVEDE LA POSSIBILITÀ DI AUTOARCHIVIAZIONE NEL SITO PERSONALE DELL’AUTORE O IN QUELLO DELLA SUA ISTITUZIONE, NON IN UN DEPOSITO DISCIPLINARE, PROBABILMENTE CONSIDERANDO IL MAGGIORE IMPATTO DEGLI ARCHIVI DISCIPLINARI, RICCHI DI MATERIALE RILEVANTE PER LE RISPETTIVE AREE SCIENTIFICHE E PROVENIENTE DA OGNI PARTE DEL MONDO. INFINE, ALL’INTERNO DEL 27% SOLO IL 15% DEGLI EDITORI ACCONSENTONO ALL’USO DELLA VERSIONE EDITORIALE, ED ALCUNI ADDIRITTURA LO RICHIEDONO ESPRESSAMENTE, CONSIDERANDOLA UNA BUONA PUBBLICITÀ ALLA PROPRIA IMMAGINE DI EDITORIA INNOVATIVA.
Per trovare l’archivio più consono al proprio ambito di ricerca esistono alcuni siti web che presentano elenchi di archivi aperti. Il più conosciuto è OpenDOAR.
Una directory di archivi ad accesso aperto ricercabile per area disciplinare, lingua, tipo di materiale archiviato, nazione, software utilizzato, o scorribili per liste alfabetiche di nazione.
Al momento OpenDOAR conta più di 3000 archivi aperti nel mondo, 85% istituzionali e il 9% disciplinari
LA SECONDA VIA INDIVIDUATA DAL MOVIMENTO DELL’OPEN ACCESS È QUELLA DI PUBBLICARE IN RIVISTE AD ACCESSO APERTO, RIVISTE CHE RENDONO DISPONIBILI I PROPRI ARTICOLI LIBERAMENTE NON APPENA VENGONO PUBBLICATI. SOTTOPONGONO GLI ARTICOLI A REVISIONE.
SOLITAMENTE LASCIANO IL COPYRIGHT ALL’AUTORE CHE È LIBERO DI DEPOSITARE IL PROPRIO LAVORO ANCHE IN ARCHIVI APERTI.
COPRONO I PROPRI COSTI (AD ES. ARCHIVIAZIONE) CON FORME ALTERNATIVE DI FINANZIAMENTO.
LA LETTERATURA AD ACCESSO APERTO HA DEI COSTI DI PRODUZIONE, SEBBENE INFERIORI A QUELLI DELLE PUBBLICAZIONI COMMERCIALI. LA QUESTIONE NON RIGUARDA COME ABBASSARLI, MA SE VI SIANO DEI MODI DI COPRIRLI CHE NON RICADANO SUI LETTORI E NON CREINO BARRIERE ALL’ACCESSO.
MOLTI DEGLI EDITORI OPEN ACCESS ADOTTANO LE COSIDDETTE “ARTICLE PROCESSING CHARGES” PER CUI È L’AUTORE O ENTE CHE PAGA PER VEDER PUBBLICATO UN ARTICOLO.
Va chiarito preliminarmente che ci sono tre forme di APC, che hanno un impatto assai diverso dal punto di vista finanziario:
APC per editori interamente Open Access (es. PLoS, BioMedCentral…) che non hanno altra fonte di introiti. Il 70% delle riviste Open Access lo richiede;
APC per riviste totalmente Open Access di editori commerciali.
APC per editori tradizionali che offrano &quot;Open Choice&quot; o simile. In questo caso, la rivista resta in abbonamento, ma il singolo articolo diviene Open Access dietro pagamento. Questo genera il fenomeno del double dipping, di fatto duplicando i costi (Prosser 2015).
Voelvo sottolineare il fatto che le APC delle riviste ibride – quelle che restano in abbonamento pur rendendo aperti alcuni articoli – sono nettamente più alte di quelle che non fanno pagare un abbonamento. ECONOMIA DI PRESTIGIO E NON DI MERCATO
Solo nel 12% dei casi gli autori pagano per pubblicare i propri lavori, nella quasi totalità dei casi sono gli enti che finanziano la ricerca aderiscono alle istanze del movimento e pagano per la pubblicazione ad accesso aperto o spingono affinché un lavoro sia archiviato immediatamente o entro e non oltre i 6/12 mesi dalla sua pubblicazione
Juliet è un repertorio che informa sulle varie politiche degli enti finanziatori, un esempio è il NIH americano che impone che tutti i risultati della ricerca da lui finanziato sia reso disponibile su PMC dopo non più di 12 mesi dalla pubblicazione su una rivista.
METTI LA LEGGE
DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO, UN SISTEMA COME QUELLO PREVISTO DALL’OA IBRIDO PREVEDE PER L’AUTORE IL PAGAMENTO DI UN CORRISPETTIVO FISSO (CHE IN ALCUNI CASI ARRIVA FINO A 5.000 EURO) A FRONTE DELLA POSSIBILITÀ DI VEDERE IL PROPRIO ARTICOLO LIBERAMENTE FRUIBILE SULLA RETE; L’EDITORE OVVIAMENTE MANTIENE LA POSSIBILITÀ DI VENDERE LA RIVISTA (CHE PUBBLICHI O MENO ARTICOLI OA) AI PREZZI RITENUTI PIÙ OPPORTUNI E DETERMINATI DALLE POLITICHE COMMERCIALI AZIENDALI GENERALI E INCASSANDO, DI CONSEGUENZA, SIA FEE DI PUBBLICAZIONE (DAGLI AUTORI CHE SCELGANO OPEN CHOICE) CHE FEE DI ABBONAMENTO (DALLE BIBLIOTECHE CHE SOTTOSCRIVONO LA RIVISTA, EVENTUALMENTE APPARTENENTI ALLE MEDESIME ISTITUZIONI ALLE QUALI AFFERISCONO GLI AUTORI CHE ABBIANO PAGATO PER LASCIARE LIBERO IL LORO ARTICOLO).
QUELLA DI FAR PAGARE SIA GLI AUTORI AL MOMENTO DELLA PUBBLICAZIONE, SIA LE BIBLIOTECHE PER L’ABBONAMENTO, È LA “TERZA VIA” CHE IL MOVIMENTO DEFINISCE ROSSA, DA NO SEGUIRE: ALCUNI ENTI FINANZIATORI DELLA RICERCA COME EU E OPENAIRE SI RIFIUTANO ESPRESSAMENTE DI PAGARE PER LE APCS DI RIVISTE IBRIDE.
COME HO DETTO PRIMA SI TRATTA ANCHE DI TARIFFE PIÙ ALTE RISPETTO ALLE RIVISTE INTERAMENTE OA QUINDI NON È GIUSTIFICATA SE NON CON IL PRESTIGIO DELLA RIVISTA.
IL WELLCOME TRUST HA FATTO UNA INDAGINE SUI LAVORI DA LORO FINANZIATI ED HA SCOPERTO CHE, PUR PAGANDO LE APC, IL 31% DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI IN RIVISTE IBRIDE DI ELSEVIER ED IL 54% DI QUELLI PUBBLICATI SU RIVISTE IBRIDE DI WILEY NON ERANO EFFETTIVAMENTE LIBERAMENTE ACCESSIBILI.
Double dipping, double income
SE SONO INTERESSATO A SCOPRIRE QUALI SONO LE RIVISTE AD ACCESSO APERTO NEL MIO AMBITO DI RICERCA, POSSO CONSULTARE DOAJ, CHE COMPRENDE UN ELENCO SEMPRE AGGIORNATO DI TUTTE LE PUBBLICAZIONI AD ACCESSO APERTO DI TUTTE LE DISCIPLINE E IN TUTTE LE LINGUE.
AL MOMENTO SONO PIÙ DI 9.000 LE RIVISTE INSERITE NELL’ELENCO DOAJ.
Da pochi anni esiste anche una directory di libri ad accesso aperto
Il movimento ha dovuto rispondere anche a molte polemiche, qui riassumo quelli che sono
DOAJ segue dei criteri molto rigidi per inserire le riviste nel proprio elenco.
Criteri affinché una rivista venga inserita nell’elenco:
Deve trattarsi di “scholarly journals”
Tutti gli articoli devono essere disponibili gratuitamente online senza embargo
Deve effettuare la peer review
La maggior parte degli articoli contenuti nella rivista devono essere “research articles”
PARLANDO DI RIVISTE OPEN ACCESS, NON SI PUÒ NON ACCENNARE AL FENOMENO DEI COSIDDETTI PREDATORY PUBLISHERS, OVVERO EDITORI POCO SERI CHE, DIETRO PAGAMENTO, PUBBLICANO LAVORI SENZA ACCURATA PEER REVIEW NÉ SELEZIONE EDITORIALE NÉ GARANZIA DI CONSERVAZIONE O DISSEMINAZIONE. JEFFREY BEALL NE CURA DA ANNI UNA LISTA, INIZIALMENTE BEN ACCETTA E DIFFUSA ANCHE DAI BIBLIOTECARI, MA OGGI MESSA SOTTO ACCUSA PERCHÉ, ALLA PROVA DEI FATTI, NON È NÉ SOLIDA NÉ SCEVRA DA PREGIUDIZI GRATUITI
La campagna Think, Check, Submit, nata con il supporto di alcune delle maggiori istituzioni che operano nell’ambito della diffusione della ricerca scientifica, vuole aiutare quei ricercatori, soprattutto agli inizi della propria carriera, che non possiedono le competenze per scegliere le riviste più adatte dove pubblicare i propri lavori. Sul sito web appositamente creato sono presentate una serie di domande a cui il ricercatore deve rispondere per verificare se le riviste prese in considerazione sono affidabili, ad esempio se l’editorial board è composto da studiosi conosciuti, se la rivista è indicizzata in uno dei principali database o se fa parte di qualche associazione riconosciuta (ad esempio Doaj se è ad accesso aperto).
eLife fino a fine anno non fa nemmeno pagare le APCs.
INTERNET OFFRE DELLE POSSIBILITÀ SENZA FINE PER MISURARE L’INFLUENZA E L’IMPATTO DEGLI ARTICOLI STESSI.
In area Open Access sono allo studio nuove metriche di valutazione dell’impatto di un articolo BASATE SULL’USO (download) e le CITAZIONI, due parametri profondamente influenzati dall’essere o meno un contributo Open Access.
ALTMETRICS
Impatto sociale perché contano quante volte è stato condiviso tramite social media. Quantitativo e non qualitativo
Non è i contrasto con il diritto d’autore, anzi
Quando un autore cede in esclusiva i propri diritti ad un editore perde completamente ogni controllo sulla propria opera e quindi non può più:
mettere online il pdf sulla propria pagina
distribuirla a lezione agli studenti
ripresentarla a convegni o seminari
includerne parti in una successiva opera
archiviarla nell’archivio istituzionale del proprio ateneo
La legge prevede che si possa cedere un diritto (sfruttamento commerciale) e mantenere gli altri; inoltre, nel caso di cessione non esclusiva lo stesso diritto può essere ceduto a più soggetti.
Le Creative Commons Public Licenses (CCPL) sono delle licenze di diritto d&apos;autore che si basano sul principio de &quot;alcuni diritti riservati&quot;.
Le CCPL, infatti, rendono semplice, per il titolare dei diritti d&apos;autore, segnalare in maniera chiara che la riproduzione, diffusione e circolazione della propria opera è esplicitamente permessa. Le licenze Creative Commons danno la possibilità di definire i modi in cui gli altri possono effettuare attività relative all&apos;opera - come ad esempio copiare la tua opera, realizzare opere derivate, distribuire l&apos;opera e/o farne un uso commerciale. Le licenze Creative Commons offrono sei diverse articolazioni dei diritti d&apos;autore per creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello &quot;alcuni diritti riservati&quot;. Il detentore dei diritti puo&apos; non autorizzare a priori usi prevalentemente commerciali dell&apos;opera (opzione Non commerciale, acronimo inglese: NC) o la creazione di opere derivate (Non opere derivate, acronimo: ND); e se sono possibili opere derivate, puo&apos; imporre l&apos;obbligo di rilasciarle con la stessa licenza dell&apos;opera originaria (Condividi allo stesso modo, acronimo: SA, da &quot;Share-Alike&quot;). Le combinazioni di queste scelte generano le sei licenze CC, disponibili anche in versione italiana.
UN ESEMPIO DEL PERCHÉ LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE INFORMAZIONI E DEI DATI È FONDAMENTALE È SANITÀ PUBBLICA. L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ HA RICHIESTO AI PRINCIPALI EDITORI DI RENDERE LIBERAMENTE ACCESSIBILI GLI ARTICOLI DA LORO PUBBLICATI CHE RIGUARDANO EMERGENZE SANITARIE A LIVELLO MONDIALE. PRIMA CON EBOLA E ORA CON ZIKA.
Se cercate un archivio Open Access, sfogliate la Directory of Open Access Repositories (DOAR).
Se cercate una rivista Open Access, sfogliate la Directory of Open Access journals (DOAJ).
Se cercate un libro Open Access, sfogliate la Directory of Open Access Books (DOAB).
Tutti gli editori mettono in evidenza, in maniera più o meno chiara gli articoli che sono ad accesso aperto
PER TROVARE ARTICOLI OPEN ACCESS SI POSSONO FARE LE RICERCHE TRAMITE GOOGLE SCHOLAR CHE METTE SEMPRE, DOVE C’È, LA VERSIONE AD ACCESSO APERTO DEGLI ARTICOLI. NON GOOGLE
DIVA PORTAL IS A FINDING TOOL FOR RESEARCH PUBLICATIONS AND STUDENT THESES WRITTEN AT THE FOLLOWING 40 UNIVERSITIES AND RESEARCH INSTITUTIONS. UPPSALA SVEZIA
DiVA portal is a finding tool for research publications and student theses written at the following 40 universities and research institutions. Uppsala Svezia
WIDGET O BOTTONE CHE SI PUÒ SCARICARE GRATUITAMENTE SUL PROPRIO COMPUTER E CHE CERCA SE ESISTE UNA VERSIONE AD ACCESSO APERTO DELL’ARTICOLO CHE STATE CERCANDO.
Novità https://openaccessbutton.org/blog/new-oab-2016
Nel caso in cui non sia possibile trovare una versione dell’articolo, mi mette in contatto con l’autore.
UNO DEI RISCHI SE NON SI INVERTE IL SISTEMA È CHE SI TROVINO SOLUZIONI POCO ORTODOSSE: ALEXANDRA ELBAKYAN, STUDENTESSA DI UNA UNIVERSITÀ DEL KAZAKISTA, FRUSTRATA DAL FATTO DI NNO RIUSCIRE A LEGGERE GLI ARTICOLI CHE LE SERVIVANO PER LE PROPRIE RICERCHE, HA FONDATO SCI-HUB, SITO PIRATA CHE HA TROVATO IL MODO DI ENTRARE NEI SITI DELLE ISTITUZIONI NEL MONDO CHE HANNO ACCESSO ALLE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE E RUBARE LE CREDENZIALI DI ACCESSO SCARICANDO 48 MILIONI DI ARTICOLI DI RICERCA. SECONDO SCI-HUB, PERSONE DI TUTTO IL MONDO HANNO DONATO VOLONTARIAMENTE LE LORO CREDENZIALI DI ACCESSO AL FINE DI RENDERE TUTTI GLI ARTICOLI ACCADEMICI LIBERAMENTE DISPONIBILE. ANCHE SE ALCUNI UTENTI PROBABILMENTE HANNO DONATO LE LORO CREDENZIALI, È IMPROBABILE CHE SCI-HUB LE ABBIA OTTENUTE TUTTE IN QUESTO MODO.
ELSEVIER HA SOSTENUTO DI STARE PERDENDO CENTINAIA DI MIGLIAIA DI DOLLARI PER CIASCUNO DEI PROPRI ARTICOLI PIRATATI DAL SITO, CITATO IN GIUDIZIO PERCHÉ FOSSE CHIUSO.
UNO DEI PRINCIPALI GRUPPI DI UTENTI DI SCI-HUB SONO I RICERCATORI DI TUTTO IL MONDO CHE NON HANNO ACCESSO IMMEDIATO A NUMEROSI ARTICOLI ATTRAVERSO LE PROPRIE BIBLIOTECHE ACCADEMICHE A CAUSA DEI COSTI DI ABBONAMENTO O DI LICENZA DI TALI CONTENUTI. LA FONDATRICE DI SCI-HUB, ALEXANDRA ELBAKYAN, UNA RICERCATRICE DEL KAZAKISTAN, HA DETTO QUESTA MANCANZA DI ACCESSO UNIVERSALE VIOLA L’ARTICOLO 27 DELLA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO, CHE STABILISCE CHE “OGNI INDIVIDUO HA DIRITTO DI […] PARTECIPARE AL PROGRESSO SCIENTIFICO ED AI SUOI BENEFICI”.
DAL SUO PUNTO DI VISTA, METTERE ARTICOLI SCIENTIFICI SOTTO COPYRIGHT È INGIUSTIFICABILE, E LE AZIONI DI SCI-HUB COSTITUISCONO UNA FORMA LEGITTIMA DI DISOBBEDIENZA CIVILE. È IMPOSSIBILE SAPERE DOVE SIA ATTUALMENTE ELBAKYAN; PROBABILMENTE IN RUSSIA. IN OGNI CASO, È FUORI DALLA PORTATA DEI TRIBUNALI DEGLI STATI UNITI. LE EVENTUALI SANZIONI LEGALI CONTRO SCI-HUB SARANNO DIFFICILI DA FAR RISPETTARE.
Non c’è dubbio che il futuro delle pubblicazioni accademiche sarà l’open access ma come si arriverà a questo ancora non è chiaro. Vi sono molti punti da chiarire e da sperimentare: nel movimento ancora non c’è un indirizzo chiaro su quale dovrebbe essere la «via» predominante: la pubblicazione su riviste OA o l’autoarchiviazione.
Prima fase sperimentale durata 3 anni (2014-2016)
Ci sarà una estensione per altri 3 anni (2017-2019) con 8 riviste.
SCOAP3 Ha convertito integralmente in Gold Open Access le maggiori riviste nel settore della fisica delle particelle, attraverso il ridirezionamento della spesa degli abbonamenti in APC. Queste tariffe non vengono pagate dagli autori ma da SCOAP tramite un fondo comune a cui partecipano le varie istituzioni (biblioteche, finanziatori della ricerca, istituzioni di ricerca) che partecipano al progetto. Questo ha permesso di calmierare il prezzo delle APC (il costo medio e 1,100 Eur- ben al di sotto della media), di eliminare &quot;double-dipping&quot; per i titoli interessati, di eliminare qualsiasi onere amministrativo del modello &quot;author-pays&quot; sui ricercatori medesimi o sulle loro istituzioni. Dal 2014 ad oggi sono stati pubblicati 13.293 articoli Open Access che sono accessibili sia tramite la piattaforma di SCOAP3 sia tramite le piattaforme degli editori e sono archiviati automaticamente nei repository di tutte le istituzioni che utilizzano le API messe a disposizione dall&apos;iniziativa
Argomento: fisiica delle particelle
La media delle APCs è stata di 1,100 EUR per articolo.
Il Wellcome Trust, uno dei principali finanziatori della ricerca scientifica nel mondo ed ente promotore di molte iniziative a favore dell’accesso aperto, ha annunciato che renderà disponibile, dal prossimo autunno, una piattaforma, chiamata Wellcome Open Research, in cui i ricercatori che hanno ricevuto un finanziamento dall’ente potranno pubblicare e condividere i risultati dei propri studi. La piattaforma si basa su servizi sviluppati da F1000Research, accoglie i diversi risultati della ricerca, dagli articoli ai set di dati, ma vuole anche essere una base su cui pubblicare quei risultati negativi o nulli che solitamente i ricercatori tendono ad abbandonare pensando di avere poche possibilità che vengano pubblicati (il cosiddetto file drawer problem). I lavori, caricati sulla piattaforma dopo alcuni controlli di base, saranno sottoposti successivamente ad una open peer review. Dopo la revisione, verranno indicizzati nei principali database bibliografici e depositati in PubMed Central e in Europe PMC. L’iniziativa è nata in seguito ad una analisi fatta dal Wellcome Trust insieme ad altri enti finanziatori sui lavori risultanti dai progetti da loro finanziati e pubblicati negli anni 2014-2015. Questo studio aveva messo in evidenza una criticità: alcuni editori, tra cui Elsevier e Wiley, non avevano sempre rispettato le clausole legate al pagamento delle APC, e quindi molti lavori non erano stati depositati in archivi aperti o non gli era stata attribuita una licenza Creative Commons, soprattutto nel caso delle cosiddette riviste ibride. Secondo il Wellcome Trust, uno gli obiettivi a lungo termine di questo approccio dovrebbe essere quello di favorire un diverso sistema di valutazione della ricerca e del ricercatore non basato esclusivamente sulla pubblicazione dei lavori su riviste “prestigiose” ma sulla valutazione diretta dei lavori stessi.