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1
attraverso
lamorfologia
Conoscere
testesso
Sonofelice
perchè
haiappenacomprato
questolibro...
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PREFAZIONE
Tutto cominciò il 12 aprile del 2008. Da allora niente è più
stato come prima. Un consulente tricologico, consigliato da
un grande amico rappresentante di cosmetici per capelli,
entrò nel mio negozio. Si presentò con il nome di Prof.
Giovanni Scaffini e mi disse di essere un ‘morfologo’ (de-
finizione che prima di allora non avevo mai sentito, ma che
racchiude un mondo dentro di sé).
Solo guardandomi il fisico fece un’analisi di come ero, cosa
mangiavo e come dormivo, dicendomi cose che nessuno po-
teva sapere perché molto intime e personali. Mi spiegò che
questa disciplina chiamata morfologia è molto antica, ma
poco diffusa in Italia. Mi chiesi dove fossi rimasto fino ad
allora per non aver mai sentito parlare di quest’arte. Rima-
si stupito e veramente senza parole, perché sembrava un
qualcosa di magico, di esoterico e mi pareva che quell’uomo
riuscisse a leggere i miei pensieri più reconditi. Ovviamen-
te io corsi un po’ troppo e cominciai a pensare alle cose che
avrei potuto fare approfondendo questa disciplina…
A distanza di quattro anni, sto portando avanti questo
progetto con il Prof. Giovanni Scaffini e mi sento di
chiedergli in continuazione:
“Ma come fai veramente a capire le persone?
Quali sono i segni che ti portano a comprendere a
cosa stanno pensando o addirittura come sia il loro
carattere?”
Mi è stato chiesto talmente tante volte cosa sia la morfolo-
gia, che ho deciso di scrivere questo libro per mettere a di-
sposizione di tutti alcune tecniche importanti del suo patri-
monio professionale, visto che il Prof. Giovanni in 47 anni
di attività non ha avuto il tempo materiale per scriverlo.
Quindi in questo libro mi farò semplicemente portavoce dei
racconti del Professore e a mia volta cercherò di coinvol-
gerti in tutto ciò che descriverò.
Vorrei informarti che per imparare a leggere le persone
non serve avere capacità paranormali, ma soltanto un’atti-
tudine nell’osservazione del linguaggio del corpo, che dice
di noi più di tante belle parole. Dopo che avrai acquisito i
principi fondamentali e aumentato la tua capacità di os-
servazione, molto probabilmente saprai capire te stesso e
di conseguenza riuscirai a leggere le persone in modo del
tutto disinvolto.
Ciò che mi preme dirti è questo: il mio destino in fin dei
conti era già segnato quel 12 aprile 2008. La mia vita sa-
rebbe stata sicuramente diversa se il Prof. Giovanni Scaf-
fini non fosse entrato nel mio salone quel giorno e non mi
avesse “analizzato”.
Per questo dedico il mio libro a lui, persona elegante, cari-
smatica e a me molto cara.
Non esiste
una seconda
possibilità…
…per recuperare la prima
impressione!
Tutti i Diritti sono Riservati. Vietata qualsiasi forma di duplicazione di questo ebook pagina.
7
	INDICE
	 Introduzione	 pg 9
1.	 Cos’è la morfologia	 pg 11	 	
	 Un pò di storia
	 La biotipologia di Ippocrate e Strutture fisiologiche
2.	 La morfologia del corpo umano	 pg 21
3.	 Le quattro morfologie corporee	 pg 27
4.	 La morfologia sanguigna	 pg 31
5. 	 La morfologia linfatica	 pg 39
6.	 La morfologia biliosa	 pg 47
7.	 La morfologia nervosa	 pg 51
8.	 La psicosomatica	 pg 61
9.	 I volti	 pg 63
9
INTRODUZIONE
Benvenuto/a nel mio primo libro
“First impression - Imparare a leggere le
persone attraverso i caratteri morfologici”.
L’obiettivo di questo manuale è introdurre il con-
cetto e l’importanza di “leggere il corpo” per la
buona riuscita delle relazioni interpersonali.
Innanzitutto, un grazie a te per averlo acquistato!
Questo libro si prefigge l’obiettivo di far incon-
trare le esigenze di persone interessate - sia per
cultura generale sia per necessità di settore - ad
approfondire argomenti che vanno oltre la psico-
logia, imparando a riconoscere le persone attra-
verso i loro caratteri morfologici.
Voglio dirti una cosa: i documenti caricati in que-
sto libro sotto forma digitale sono tutti originali,
recuperati dal 1940 fino ad oggi. Quindi mi scuso
se alcune scansioni non dovessero essere molto
allineate o ben visibili, ma questi documenti sono
in circolazione da ben 73 anni, e questo ne attesta
la loro originalità.
Con questo libro cercherò di attingere a quelle
risorse straordinarie immagazzinate in ognuno
di voi; lo farò utilizzando la psicologia “della let-
tura”, ovvero la capacità della mente di creare e
costruire immagini.
Non mi piacciono lunghe introduzioni teori-
che, quindi... cominciamo!
“La vita
è così breve,
l’arte così lunga
da apprendere.”
(Ippocrate 460 a.C.)
11
Capitolo 1
COS’ÈLAMORFOLOGIA
MA COS’È LA MORFOLOGIA E QUANDO NASCE?
La “Morfologia del corpo” è la tecnica che si occupa
delle relazioni fra i segni che appaiono sulla superficie e
le forme del corpo, con i vari disequilibri e disordini in-
terni. In altri termini possiamo dire che questa tecnica
di indagine corporea è di fatto la lettura del libro della
vita, cioè il saper individuare e comprendere la lingua
della natura ed il suo parlare (i segni che essa fornisce)
a colui che sa leggerla.
Il complesso dei segni morfologici ed epidermici ci per-
mette di determinare le caratteristiche di un soggetto
e di prevenire anche gli attacchi di malattie difficili da
trattare. La conoscenza del proprio corpo, serve inoltre
per regolare la vita in modo più consono alle leggi che
governano gli organismi viventi; inoltre l’osservazione
degli altri e di sè stessi, aiuta a comprendere meglio i
propri comportamenti e quelli altrui.
UN PO’ DI STORIA…
Agli albori dell’umanità, prima di ogni cre-
denza, prima di ogni sistema, la medicina
nella sua interezza risiedeva in un rappor-
to immediato tra la sofferenza e ciò che
l’alleviava.
Fin dalle antiche origini cosmologiche si
riteneva che l’universo fosse composto dai
quattro elementi: il fuoco, l’acqua, l’aria e
la terra.
A questi elementi del cosmo corrisponde-
vano sostanze visibili e tangibili del corpo:
gli umori.
Essi avevano il potere di controllare l’esi-
stenza e i comportamenti dell’umanità de-
terminando il carattere degli uomini a se-
conda di come si combinavano.
Ippocrate nasce sull’isola di Kos in una
data imprecisata, verosimilmente compre-
sa tra il 450 e il 460 a.C., ed è destinato a di-
ventare nei secoli il simbolo stesso dell’ar-
te medica. A quest’aura di leggenda, che
sempre circondò la sua figura, si devono le
innumerevoli e fantasiose tradizioni fiorite
intorno alla sua esistenza e il confluire sot-
to il suo nome di uno stuolo di opere appar-
tenenti ad altri autori, note nel loro com-
plesso col titolo di Corpus Hippocraticum.
13
Le uniche notizie piuttosto attendibili sulla vita di Ippocrate
sono quelle che lo vogliono figlio del medico Eraclide e dedito
a frequenti viaggi: molto probabilmente egli soggiornò infatti
ad Atene e pure ad Abdera, dove fu in contatto con Democri-
to, concludendo infine la propria esistenza in Tessaglia.
L’esistenza di un sistema ippocratico, che trascende le
semplici osservazioni empiriche sulle varie affezioni,
pare confermata da un passo del Fedro (270 a.C.) di Pla-
tone, in cui il metodo del medico di Kos si dice finalizzato
alla conoscenza del corpo in connessione con la natura,
secondo quella corrispondenza fra macrocosmo e mi-
crocosmo già intuita da Alcmeone. Anche per lui infat-
ti come per Ippocrate, la salute consisteva nell’equilibrio
degli opposti, identificati nei quattro umori circolanti nel
corpo (sangue, flegma, bile gialla e bile nera).
Riporto qui un breve passo tratto dal Fedro platonico:
“Per ciò che riguarda la natura, esamina che cosa mai dicono Ippocrate e il ragionamento
veritiero. Non occorre forse ragionare così riguardo alla natura di qualsiasi cosa? Innan-
zitutto, bisogna vedere se l’oggetto di cui vorremo essere esperti noi stessi e capaci di ren-
dere tale un altro è semplice o multiforme. In secondo luogo, qualora sia semplice, occorre
esaminare quale potenza abbia per natura, a che cosa si rivolga quando è attivo o da che
cosa dipenda quando è passivo. Qualora invece abbia molte forme, dopo averle enumerate,
bisogna esaminare ciascuna di esse come si è fatto per la forma unica, per vedere con quale
forma ciascuna agisca naturalmente e che cosa faccia, o con quale forma subisca, che cosa
subisca e per effetto di che cosa”.
Quasi certamente più antico di Ippocrate è il celebre Giu-
ramento, che praticamente ancora ai giorni nostri è alla
base dell’etica professionale medica e che qui riportiamo in
forma integrale:
“Affermo con giuramento per Apollo medico e per Esculapio, per Igea e per Panacea – e ne
siano testimoni tutti gli Dei e le Dee – che per quanto me lo consentiranno le mie forze e il mio
pensiero, adempirò questo mio giuramento che prometto qui per iscritto. Considererò come pa-
dre colui che mi iniziò e mi fu maestro in quest’arte, e con gratitudine lo assisterò e gli fornirò
quanto possa occorrergli per il nutrimento e per le necessità della vita; considererò come miei
fratelli i suoi figli, e se essi vorranno apprendere quest’arte, insegnerò loro senza compenso e
senza obbligazioni scritte, e farò partecipi delle mie lezioni e spiegazioni di tutta intera questa
disciplina tanto i miei figli quanto quelli del mio maestro, e così i discepoli che abbiano giurato di
volersi dedicare a questa professione, e nessun altro all’infuori di essi. Prescriverò agli infermi
la dieta opportuna che loro convenga per quanto mi sarà permesso dalle mie cognizioni, e li di-
fenderò da ogni cosa ingiusta e dannosa. Giammai, mosso dalle premurose insistenze di alcuno,
propinerò medicamenti letali né commetterò mai cose di questo genere. Per lo stesso motivo mai
ad alcuna donna suggerirò prescrizioni che possano farla abortire, ma serberò casta e pura da
ogni delitto sia la vita sia la mia arte. Non opererò i malati di calcoli, lasciando tal compito agli
esperti di quell’arte. In qualsiasi casa entrato, baderò soltanto alla salute degli infermi, rifug-
gendo ogni sospetto di ingiustizia e di corruzione, e soprattutto dal desiderio di illecite relazioni
con donne o con uomini sia liberi che schiavi. Tutto quello che durante la cura ed anche all’in-
fuori di essa avrò visto e avrò ascoltato sulla vita comune delle persone e che non dovrà essere
divulgato, tacerò come cosa sacra. Che io possa, se avrò con ogni scrupolo osservato questo mio
giuramento senza mai trasgredirlo, vivere a lungo e felicemente nella piena stima di tutti, e
raccogliere copiosi frutti della mia arte. Che se invece lo violerò e sarò quindi spergiuro, possa
capitarmi tutto il contrario”.
15
Questi scritti - non di rado contrastanti tra loro - hanno in
parte come destinatari altri medici, cui vengono insegnate
terapie adeguate di tipo dietetico, farmacologico o chirurgi-
co, per la cura delle varie malattie. A volte essi forniscono
quadri clinici di singoli pazienti, con indicazioni dei sintomi
e dei decorsi delle malattie: è questo il caso dello scritto sulle
Epidemie.
Sulla base della sequenza temporale delle malattie, il medi-
co poteva formulare una previsione del loro decorso futuro
fino alla conclusione (positiva o negativa che fosse). In vi-
sta di tale fine era importantissima una valutazione accu-
rata dei dati sintomatici osservabili, cosa a cui provvede il
Prognostico. Questo tipo di elaborati mette a disposizione di
altri medici il sapere acquisito personalmente o ricevuto a
propria volta da altri: si presuppone, pertanto, che il sapere
medico possa essere accumulato e accresciuto gradualmen-
te. Questo aspetto è evidente anche nel celebre Giuramento
ippocratico, che ingiunge esplicitamente di trasmettere gli
insegnamenti scritti e orali ai propri figli, ai figli del proprio
maestro ed agli allievi che hanno prestato il giuramento. In
quest’ottica, il sapere medico appare come patrimonio di un
gruppo chiuso di specialisti, non di rado legati tra loro da
rapporti familiari. Un altro gruppo degli scritti costituenti
il Corpus Hippocraticum si rivolge invece ad un pubblico
colto, non di soli specialisti, interessato a discussioni concer-
nenti la natura dell’uomo, le malattie e i modi per affrontarle
e debellarle. Il medico antico appare come un personaggio
girovago, che giunge di città in città a offrire i suoi servizi e
a mettere a disposizione il proprio sapere: egli si trova dun-
que in forte competizione con i suoi rivali e deve dimostrare
la propria superiorità su di essi non solo nei fatti, ma anche
con i propri discorsi. Inoltre, i frequenti insuccessi terapeu-
tici dei medici antichi (per esempio durante la terribile peste
che sconvolse Atene nel 429 a.C., mirabilmente descritta da
Tucidide) li espongono ad attacchi non solo da parte di altri
medici, ma anche da parte di pratiche magiche alternative
alla medicina. La qual cosa costringe i medici a riflettere
profondamente sui caratteri metodici della loro disciplina,
sulle sue possibilità e sui suoi limiti. Un primo obiettivo po-
lemico proviene da forme di medicina magico/religiose. La
medicina, per difendersi, deve dimostrare il carattere natu-
rale di tutte le malattie, dovute a cause naturali e non divi-
ne; malattie che siano curabili con gli strumenti propri della
medicina e non con il ricorso a pratiche magiche.
Un ulteriore obiettivo polemico è dato da impostazioni medi-
che fondate su presupposti filosofici che negano la possibilità
di esistenza di una medicina come terapia dei mali del cor-
po. Tale è l’eleatismo nella formulazione datane da Melisso,
giacchè con la sua rigida concezione dell’unità dell’essere
esso esclude dal dominio dell’essere la possibilità di provare
dolore e, più in generale, di compiere e subire un’azione.
LA TEORIA DEI QUATTRO UMORI
Contro le tesi di Melisso e di quei medici che sostengono
che uno ed uno soltanto è il costituente fondamentale del
corpo umano, si propone lo scritto intitolato La natura
dell’uomo, considerato da Galeno l’espressione migliore
dell’autentico pensiero di Ippocrate (sebbene Aristotele
L’uomoècostituito
daunamolteplicità
dielementi
17
sostenga che questo scritto debba essere attribuito non
già a Ippocrate, bensì a suo genero, Polibo). Il nucleo di
questo documento è la teoria dei quattro umori, ai qua-
li corrispondono i quattro temperamenti fondamentali
dell’uomo: i melanconici, in cui predomina la bile nera;
i flegmatici, in cui predomina il flegma; i sanguigni,
in cui predomina il sangue, e infine i biliosi, in cui pre-
domina la bile gialla.
In netta opposizione con Melisso, che asserisce che la no-
zione di malattia presuppone l’esistenza di una moltepli-
cità di elementi in relazione tra loro, cosicché l’alternati-
va è o negare l’esistenza delle malattie (e, con esse, della
medicina) o riconoscere che l’uomo è costituito da una
molteplicità di elementi. Muovendo da questa prospettiva,
l’autore dell’opera costruisce una teoria generale dell’uo-
mo come insieme costituito dai quattro umori. Dal rappor-
to equilibrato di essi scaturisce la salute, mentre la ma-
lattia non è altro che la rottura del loro equilibrio. Questa
dottrina conoscerà un’ampia diffusione nella tradizione
medica antica e sarà trasmessa fino all’epoca moderna.
LAMEDICINAANTICA
Un posto a parte, nel Corpus Hippocraticum, occupa lo
scritto intitolato “La medicina antica”, anch’esso per-
corso da una vena fortemente polemica: il bersaglio di
tale polemica è costituito dalle dottrine generali sul co-
smo e sulla natura dell’uomo, come quelle elaborate da
Empedocle. Al contrario, il documento di Ippocrate pone
al centro la variabilità dei casi individuali, portando alle
estreme conseguenze quella consapevolezza della molte-
plicità e diversità delle situazioni naturali e culturali che
aveva attraversato l’intera cultura del V secolo a.C.
Il medico deve saper riconoscere la varietà dei casi indi-
viduali nel formulare le sue diagnosi e fare le sue terapie,
senza cedere all’illusione filosofica che esista un’unica te-
rapia ugualmente valida per tutti gli infiniti casi possibili.
Del resto la scoperta stessa della medicina sta a dimostrare,
secondo l’autore dello scritto, come solo procedendo per di-
stinzioni sempre più articolate il sapere medico possa per-
venire ad una maggiore precisione ed efficacia.
La medicina è quindi, in primo luogo, una terapia median-
te alimenti, bevande ed esercizi, ossia poggia il suo nucleo
portante nella dietetica. Ma quest’ultima, che provvede a
fornire a ciascun paziente l’alimento adeguato a curarlo,
altro non è se non la conseguenza della scoperta che gli
uomini, per sopravvivere, non possono nutrirsi degli stes-
si cibi di cui si nutrono gli animali, così come i malati non
possono ricevere la stessa alimentazione dei sani.
La medicina è allora un sapere autonomo capace di cresce-
re in direzione di un sempre maggiore perfezionamento
dei suoi strumenti metodici e terapeutici: “la medicina da
gran tempo ormai dispone di tutti gli elementi, e il prin-
cipio e la via sono stati scoperti, grazie ai quali in lungo
corso di tempo sono state fatte molte ed egregie scoperte,
e il resto nel futuro sarà scoperto”.
Il messaggio centrale che voglio trasmettere è che la medi-
cina stava assumendo uno statuto ontologico autonomo e di
scienza. Lo scritto si schiera contro ogni medicina “filosofi-
ca”, che pretende cioè di insegnare il mestiere ai medici a
19
partire da teorie generali sull’uomo e sul mondo: ciò implica
un eccesso di generalità che le rende inutilizzabili, giacchè
i filosofi non spiegano il rapporto dell’universale col parti-
colare. Il medico, a differenza del filosofo, può rivendicare
di dare il bene reale agli uomini: molto marcato è il senso
della scoperta della medicina e della sua autonomia indi-
scutibile, la sua capacità di fare scoperte cosicchè anche “il
resto nel futuro sarà scoperto”; non ci si deve, pertanto, ac-
contentare delle scoperte fatte, ma bisogna adoperarsi per
farne di nuove e questo è possibile solo se le generazioni
future faranno tesoro del sapere accumulato dai loro pre-
decessori. Coi profani si deve solamente discutere dei mali
che affliggono l’uomo e loro stessi: in quest’ottica, è impor-
tantissima l’anamnesi, ovvero la ricostruzione mediante il
colloquio col paziente del male passato per ‘individuare’ il
male presente e l’evoluzione che la malattia avrà nel futuro.
Questa metodologia non è propria solo dei medici: anche
gli storici, in una certa misura, partono dalla convinzione
che per prevedere il futuro si debba conoscere bene il pas-
sato, perché ciò consente di formulare delle costanti.
MA COME È NATA LA MEDICINA?
È un sapere naturalissimo, concepito dall’interrogativo di
uomini illuminati che si chiedono se chi soffriva dovesse
seguire lo stesso regime alimentare di chi era sano. È nata,
in fin dei conti, per la naturale esigenza di sopperire alle
malattie dell’uomo, necessità ineliminabile.
Il passaggio dallo stato ferino alla civiltà sta a mio avviso,
nella scoperta del fuoco e nella cottura dei cibi. Proprio così
si scoprirono quali cibi erano utili e quali no. Non c’è da
meravigliarsi se i primi a scoprire l’arte medica furono visti
quasi alla stregua di autentiche divinità anche se, in real-
tà, erano uomini che esercitavano una tecnica tipicamente
umana. Ma ci accorgiamo che anche solo per sapere cosa è
la natura è necessario partire da studi di medicina: il medi-
co sa cosa è l’uomo e lo deduce da ciò che l’uomo mangia e
beve, studiandone la salute e la condotta di vita.
In un brano tratto da un saggio del Corpo ippocratico Sulla
tecnica è tratteggiata una sorprendente teoria della scoper-
ta scientifica: “Scopo e compito della scienza è lo scoprire
qualcosa che prima non era scoperto e il cui esser scoperto
sia preferibile al restare ignoto”. Assai interessante è anche
il componimento dal titolo Arie, acque, luoghi: il messaggio
basilare dell’opera è che il medico deve prestare particola-
re attenzione ai luoghi, all’aria e all’acqua che caratterizza-
no l’ambiente, poiché egli deve scientemente tenerne conto
nella prescrizione delle diete e nella diagnosi delle malattie
(che trovano nell’aria uno dei principali veicoli di trasmissio-
ne). L’ulteriore messaggio che emerge dalla lettura di questo
elaborato è che l’aria, le acque e i luoghi condizionano in
maniera imprescindibile la costituzione umana, sia nel bene
che nel male, cosicché il buon medico dovrà conoscere in
maniera adeguata l’ambiente in cui il paziente vive per poter
così meglio svolgere la sua attività terapeutica. Ci troviamo
dunque dinanzi ad un determinismo ambientale assai vicino
a quello delineato da Diogene di Apollonia: l’ambiente de-
termina in maniera imprescindibile chi in esso si trova. In
questa prospettiva, ci si lancia in un’autentica fisiognomica
ambientale, facendo corrispondere a determinati individui
altrettanti territori (ad esempio, chi è nato in zone boscose
presenterà specifiche caratteristiche, e così via).
Ricorda:
la“mente”mente,
il“corpo”no!
21
Capitolo 2
LAMORFOLOGIADELCORPOUMANO
La morfologia del corpo umano è il principio biotipolo-
gico secondo il quale non esistono tipi puri, ma soltanto
delle prevalenze più o meno accentuate. Il corpo umano
è come un libro aperto, le forme fisiche, l’aspetto, gli at-
teggiamenti, il modo di muoversi, raccontano la storia
di ogni individuo. Il carattere, le predisposizioni orga-
niche, i disturbi fisici/psichici possono essere letti pren-
dendo in considerazione il flusso degli ormoni corporei.
UN MODELLO ATTUALE DI FISIOGNOMICA
Nell’incontro con le persone siamo sempre di fronte a due
livelli di intuizione e percezione dell’altro, distinguibili se-
condo criteri temporali.
a) Livello diacronico (fisiognomica): è composto da ciò
che ricorre nella persona ed è dunque frutto dell’osserva-
zione, dell’analisi e della valutazione dell’altro, in differen-
ti momenti, anche percepibile mediante processi empatici
profondi. Queste stesse ricorrenze percepibili ed osserva-
bili segnano la struttura corporea nel corso del tempo e
connotano l’esteriorità rendendone più accessibili le valen-
ze interiori. Rughe, solchi della pelle, struttura muscolare,
postura e andatura non sono necessariamente frutto di un
“programma” genetico ma possono anche segnare la stra-
da percorsa (in questo senso anche cicatrici e altri segni
apparentemente contingenziali hanno significati rilevanti
soprattutto se analizzati in una prospettiva diacronica).
b) Livello sincronico (patognomica): ciò che al momento
stesso dell’incontro si intuisce o si percepisce rispetto allo
stato d’animo dell’altro in relazione alla coincidenza/con-
tingenza dell’incontro. Ovviamente questo livello ci serve
diagnosticamente nelle situazioni di consulenza (soprattut-
to nel counseling d’emergenza) ed è alla base degli studi
che dimostrano l’unitarietà dell’espressività umana al di là
delle popolazioni di provenienza.
Sono meno rilevanti però per la comprensione complessiva
di una persona che richiede invece indicatori più ampi e
solidi o tempistiche maggiori.
Ancora oggi questa scienza chiamata morfologia è di gran-
de attualità ed interesse e la sua applicazione può essere
utile in diversi settori: selezione del personale nelle azien-
de, marketing, tecniche di vendita e comunicazione, gestio-
ne dei conflitti in ambito familiare, cura con metodi natura-
li dei classici disturbi correlati a ciascun tipo e rappresenta
un valido supporto per la psicologia tradizionale e la psico-
somatica.
La morfologia è la scienza che studia le forme fisiche e le
classifica in quattro temperamenti fondamentali sulla base
di quattro supposti umori:
SANGUIGNO, LINFATICO, NERVOSO, BILIOSO.
SANGUIGNO
LINFATICO
NERVOSO
BILIOSO
23
LA TEORIA UMORALE
La teoria umorale, rappresenta il più antico tentativo,
nel mondo occidentale, di ipotizzare una spiegazione
eziologica all’insorgenza delle malattie, superando la
concezione superstiziosa, magica o religiosa. Ippocrate
ci tramanda la seguente tavola, che avrebbe resistito al
trascorrere dei secoli:
UMORE STAGIONE QUALITÀ ETÀ SEDE DEFLUSSO
sangue primavera caldo e umido infanzia cuore naso
bile gialla estate caldo e secco giovinezza orecchie
bile nera autunno freddo e secco maturità fegato occhi
flegma inverno
freddo e
umido
vecchiaia bocca
Nel VI secolo a.C. Anassimene di Mileto aveva introdotto
nel pensiero greco la teoria dei quattro elementi fonda-
mentali (aria, acqua, fuoco e terra) che costituiscono
la realtà.
Un secolo più tardi Empedocle diede corpo a questa teo-
ria, sostenendo che la realtà che ci circonda, caratterizza-
ta dalla mutevolezza, è composta da elementi immutabili,
da lui nominati radici. Ogni radice possiede una coppia
di attributi: il fuoco è caldo e secco; l’acqua fredda e
umida; la terra fredda e secca; l’aria calda e umida.
Ippocrate tentò di applicare tale teoria alla natura uma-
na, definendo l’esistenza di quattro umori base, ovve-
ro: bile nera, bile gialla, flegma ed infine il sangue
(umore rosso). La terra corrisponderebbe alla bile nera
(cioè alla milza), l’acqua corrisponderebbe alla bile gialla
(detta anche collera) che ha sede nel fegato, l’aria alla
flemma (o flegma) che ha sede nella testa, il fuoco al san-
gue la cui sede è il cuore.
A questi corrispondono quattro temperamenti (fleg-
matico, melanconico, collerico e sanguigno), quat-
tro qualità elementari (freddo, caldo, secco, umido),
quattro stagioni (primavera, estate, autunno ed in-
verno) e quattro stagioni della vita (infanzia, giovi-
nezza, maturità e vecchiaia).
Il buon funzionamento dell’organismo dipenderebbe dall’e-
quilibrio degli elementi, definito eucrasia; al contrario, il
prevalere dell’uno o dell’altro elemento causerebbe la ma-
lattia (discrasia).
Oltre ad essere una teoria eziologica della malattia, la
teoria umorale è anche una teoria della personalità, la
predisposizione all’eccesso di uno dei quattro umori de-
finirebbe un carattere, un temperamento e insieme una
costituzione fisica detta complessione.
25
•	il malinconico, con eccesso di bile nera,
	 è magro, debole, pallido, avaro, triste;
•	il collerico, con eccesso di bile gialla, è magro, 		
asciutto, di bel colore, irascibile, permaloso, 			
furbo, generoso e superbo;
•	il flemmatico, con eccesso di flegma, è beato, 			
lento, pigro, sereno e talentuoso;
•	il sanguigno, con eccesso di sangue,
	 è rubicondo, gioviale, allegro, goloso e dedito 			
ad una sessualità giocosa.
La morfologia è più di un’interessante conversazione da
tavola.
È la forma più potente di comunicazione tra gli uomini.
Saper decifrare il corpo permette per così dire di “legge-
re” la mente degli altri.
L’uomo è in continua trasformazione ed evoluzione, attra-
verso scelte consapevoli. Nulla è irreversibile, ogni cosa
può essere presa e trasformata di nuovo; la conoscenza
di quel che ci circonda, dei comportamenti e dei segni
corporei ci permetterà di correggere i nostri errori e di
sentirci sempre meglio prevenendo ogni malessere.
Si tratta di imparare a leggere tutto ciò che appare all’e-
sterno del corpo, come ad esempio il modo di cammina-
re, il portamento, e l’assetto della colonna vertebrale. Ma
anche le proporzioni, il tono e le tensioni, la sudorazione,
i foruncoli, i pruriti, la forfora, le macchie, le protuberan-
ze, le ferite, le deformazioni dei vasi sanguigni, il colore
della pelle, la forma, il colore e i segni delle unghie, i
problemi ai denti, le macchie sul viso, gli odori, i pro-
fumi emanati ecc., in modo da trarre utili informazioni
per una più corretta diagnosi immediata dei disordini del
soggetto.
27
Capitolo 3
LEQUATTROMORFOLOGIECORPOREE
La morfologia del corpo quindi permette di “leggere” il
corpo umano come se fosse un libro o una mappa, ma
soprattutto essa ha la facoltà di fornire, all’osservatore
capace, informazioni sul comportamento e sullo stato fi-
siologico dell’osservato. Ogni piccola alterazione neuro-
muscolare della faccia, delle braccia, della schiena, del
petto, delle mani, dell’addome, delle gambe, dei piedi,
della postura, permette a chi sa interpretarle, di conosce-
re le attitudini caratteriali della persona senza che essa
se ne avveda.
Milton Erickson diceva sempre: “Voi siete molto di più
di quello che pensate di essere e sapete molto di più di
quello che pensate di sapere. Tutte queste informazioni
che voi avete ma che non sapete di avere, sono nascoste
ed immagazzinate nel vostro inconscio.”
Una cosa è certa: le regole esposte qui non pretendono di
avere una validità universale, perché senza un’adeguata
preparazione professionale, una sensibilità istintiva e la
giusta intuizione si può anche sbagliare.
Il mio consiglio è di appassionarti ai dettagli perché è
impossibile non comunicare e la comunicazione non è
quello che diciamo, bensì quello che arriva agli altri.
MA COME SI FA’ AD OSSERVARE PIU’ ATTENTAMENTE E CHE COSA È IMPOR-
TANTE NOTARE?
Come primo passo devi impegnarti a guardare sempre
con maggiore attenzione. Questo non significa che d’o-
ra in poi devi fissare in maniera plateale il tuo interlo-
cutore, ma vuol dire che devi sviluppare “antenne più
sensibili”.
Normalmente non prestiamo particolare attenzione a
quanto ci circonda nella nostra vita quotidiana, ma ba-
sterebbe volerlo fare!
Ti sarà capitato di dover cambiare automobile: una vol-
ta scelto il modello, stranamente ti sembra di vederlo
ovunque tu sia; sembra quasi che l’Universo si sia im-
pegnato a mettere davanti ai tuoi occhi ciò che in quel
momento il tuo pensiero ha semplicemente sviluppato
con più energia.
Pensa a quanto è forte la legge d’attrazione, prova su
ogni cosa che fai quotidianamente e vedrai i risultati...
Qui sotto troverai un sistema pratico per comprendere
rapidamente le morfologie. Tale sistema è studiato per
chi vuole intraprendere questa strada, imparando ad os-
servare il soggetto seguendo questo modulo, inserendo
una crocetta in corrispondenza della caratteristica che
si riscontra nel soggetto. Alla fine si sommano i risultati
e si verifica quale forma morfologica prevale.
SISTEMA PRATICO PER CAPIRE RAPIDAMENTE LE MORFOLOGIE
ANALISI MORFOLOGICA
CARATTERISTICHE 1 - Sanguigno 2 - Linfatico 3 - Bilioso 4 - Nervoso
FORME CORPOREE Robuste Corpulente, rotonde Aspetto armonico Longilinee, magre
COLORE Roseo, rosso Bianco, opalino Giallo olivastro Giallo pallido
CONTATTO PELLE Caldo umido Freddo umido
Caldo secco e/o
untuoso
Freddo secco
FORMA VISO Ovale esagonale Rotondo
Quadrato
rettangolare
Triangolare
LABBRA Spesse,
rosee,taglio largo
Spesse, molli,
cadenti, taglio largo
Fini, strette, taglio
largo
Fini, strette, taglio
stretto
SPALLE
Larghe,
leggermente
cadenti
Strette, cadenti Larghe rettilinee Strette, minute
TORACE Voluminoso, vita
larga
Largo, corto, vita
molto larga
Ben rappresentato,
vita stretta
Stretto, lungo,
vita normale
BACINO Largo e grosso Voluminoso, gonfio
Stretto, ben
modellato
Stretto, magro,
scarno
CAPELLI
Colore castano
chiaro, radi, fini,
fragili
Colore chiaro, radi,
fini, fragili
Colore scuro,
abbondanti,
robusti, ondulati,
morbidi
Colore castano,
radi, spessi, aridi
CUOIO CAPPELLUTO Umido, sudato
Poco consistente,
gonfio, umido,
sudato
Untuoso con
forfora sulle tempie
Secco, arido,
rugoso
ZONE CADUTA Regione occipitale
Diradazione
uniforme
Regione frontale,
parietale, occipatale
Regione superiore
delle tempie
PUNTEGGIO
29
Come avrai notato nello schema del “sistema pratico” ri-
portato qui sopra, sono descritte 4 forme morfologiche e le
loro caratteristiche. Questo ti può aiutare perché se memo-
rizzi bene queste caratteristiche, puoi arrivare veramente a
capire chi ti sta davanti: cosa pensa, cosa mangia, come
dorme e che tipo di carattere ha.
A QUALE MORFOLOGIA, SECONDO TE, PUOI APPARTENERE?
Tieni presente che non esistono caratteri puri ma misti, per
cui risulterai possedere i tratti di due o più morfologie.
Occorre individuare il carattere prevalente.
Per aiutarti ho escogitato una strategia:
Leggi la tabella una riga alla volta.
Per ogni caratteristica ci sono quattro possibili tipologie qualitative,
corrispondenti alle quattro morfologie.
Scegli e barra quella che ti descrive meglio.
Alla fine, somma le caratteristiche selezionate per ciascuna colonna.
Scrivi il punteggio che ritrovi sotto ogni colonna e otterrai una cifra di quattro
numeri e attribuendo ogni numero ad ognuna delle tipologie della diagnosi
otterrai questo schema.
Ne consegue che se otterrai la cifra 2246, avrai una prevalenza di carattere
nervoso con una forte componente flemmatica ed una debole percentuale di
collerico e sanguigno.
Realizzata la cifra caratteriologica personale scrivila su un foglio.
Ti servirà come confronto e rileggendo ogni forma morfologica a seconda
dell’indagine riuscirai a capire se il soggetto rispecchia le caratteristiche di
carattere, struttura fisica, alimentazione delle due forme in prevalenza.
SANGUIGNO
2.
BILIOSO
2.
LINFATICO
4.
NERVOSO
6.
31
Capitolo 4
1-MORFOLOGIASANGUIGNA
La prima è la FORMA SANGUIGNA, facilmente riconosci-
bile dal colore molto chiaro e roseo della pelle, forme del
corpo robuste, labbra molto spesse e fondoschiena molto
arrotondato.
Caratteristica fondamentale: VIV
ACITÀ
Immagine fotografica: “VIVE NEL PRESENTE”
Qualità principali:
•	 SUPERFICIALE
•	 IRRESPONSABILE
•	 SPENSIERATO
•	 LOQUACE
Ha grande ricchezza di circolazione, molta elasticità di
metabolismo, un sangue ricco e ben ossigenato.
La pelle è rossa e colorita, morbida e umida al contatto.
I sanguigni presentano un’espressione sorridente e be-
ata, accompagnata da lineamenti ascendenti e arroton-
dati, da gesti ampi e curvi. Ha soprattutto un imperioso
bisogno di movimento e di attività; vuole camminare,
detesta lo starsene rinchiuso, ha bisogno dello spazio
aperto e dell’aria libera; detesta l’attesa, che è azione
compressa.
In questo soggetto la bellezza “c’è e non c’è” ma decisa-
mente è il soggetto più simpatico, gioviale, chiacchie-
rone, vanitoso, impulsivo ed emotivo. Dotato di discreta
robustezza fisica. Tutto ciò è determinato dalla circola-
zione sanguigna che crea irrorazione nei tessuti nutren-
doli e conferendo loro forza e robustezza.
Naturalmente il sangue è incanalato in vasi arteriosi
che, con il passare degli anni tendono alla sclerosi.
Il circolo venoso e linfatico, spesso mostra segni di in-
gorgo in quanto la velocità del flusso risulta rallentata e
tendente spesso al ristagno. Questo stato di congestione
circolatoria, corrisponde molto spesso ad un rallenta-
mento della funzionalità renale.
Il rene, inteso come organo filtro delle scorie circolanti, in
questo soggetto gioca un ruolo piuttosto importante. Si for-
mano edemi (rigonfiamenti), soprattutto nelle regioni più
declivi degli organi inferiori, che determinano alterazioni
di forma e di struttura dei tessuti, che preludono dapprima
alle prime alterazioni estetiche, successivamente a quelle
cliniche (varici-ulcere varicose). Questo fenomeno, cono-
sciuto più comunemente come “ritenzione idrica”, provo-
ca alcune reazioni riflessive quali la sudorazione profusa
(iperidrosi) - di odore particolamente acre - e alterazioni di
forma e di struttura degli strati cutanei.
La funzione respiratoria influenza sia la morfologia che
la vita attiva di questo soggetto. infatti, una insufficiente
ossigenazione determina rallentamento del metabolismo
tissutale, con accumulo di scorie e perdita dello stato di
Ilsoggetto
sanguigno
Amalavita
allegraeifaciligodimenti.
33
MORFOLOGIASANGUIGNA
•	 FORME COPOREE.........Robuste
•	 MUSCOLATURA............Consistente, soda, tondeggiante
•	 COLORE CAPELLI........Castano chiaro
•	 CAPIGLIATURA.............Liscia, tendente all’ondulato
•	 DIRADAZIONE..............Regione occipitale superiore
•	 CUOIO CAPELLUTO....Umido, sudato, arrossato, sensibile con prurito
•	 FORMAVISO..................Ovale, esagonale
•	 COLORE OCCHI............Azzurri
•	 LABBRA...........................Spesse, rosee, taglio largo
•	 COLORE...........................Roseo, rosso
•	 CONTATTO PELLE........Caldo, umido
•	 SPALLE.............................Larghe, leggermente cadenti
•	 TORACE...........................Voluminoso, vita larga
•	 SENO.................................Rotondo, ben sviluppato
•	 BACINO............................Largo, grosso
•	 GAMBE.............................Ben sviluppate, coscia voluminosa
freschezza e di tono, non disgiunta da uno scadimento
delle forze fisiche attive generali.
L’apparato digerente, particolamente impegnato da una ac-
centuata voracità ansiosa, mostra segni di intossicazione
precoce che presto si manifesta riempiendo le “forme mor-
fologiche” e contribuisce ad appesantire e rendere robuste
le fattezze corporee.
35
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CUOIO CAPELLUTO
•	poco protetto e delicato, perchè la sudorazione eccessiva fa au-
mentare la quantità e scadere la qualità idrica nella composizio-
ne del film idrolipidico, alterando così il pH cutaneo rendendolo
maggiormente alcalino
•	ricco di residui proteici che agiscono come fattore inquinante e
irritante (possono provocare prurito)
•	risulta molto caldo e arrossato al vetrtice
•	predisposto alla caduta precoce al vertice (alopecia androge-
netica)
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CAPELLO
•	medio-fine: si rompe con facilità perchè i legami chimici interni
(ponti cistinici) hanno perso la loro integrità
•	soggetto frequentemente a modificare il pigmento naturale o
variare la tonalità del pigmento chimico di sintesi (viraggio di
colorazione) perchè non permette una perfetta ossidazione della
colorazione stabilita.
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL VISO
•	cute delicata in superficie, facilmente calda ed arrossata (coupe-
rose) spesso gonfia con difficoltà di drenaggio, talvolta untuosa
soprattutto nella zona centrale del viso
•	l’eccessiva sudorazione può causare perdita di sali fisiologici (de-
mineralizzazione)
•	le difficoltà di scambio circolatorio provocano stasi di liquidi so-
prattutto nelle guance dove si può riscontrare presenza di scorie
(intossicazione) e acne
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL TRONCO
•	il torace ben sviluppato è sede di depositi di tessuto adiposo (cellu-
lite) soprattutto in regione sottoascellare, addome, fianche e dorso.
•	in alcuni soggetti l’addome è molto prominente.
•	si possono briscontrare smagliature sulla regione addominale, fian-
chi, regione lombare e seni.
•	il soggetto morfologicamente sanguigno tra benefici da un mas-
saggio di base circolatorio ad effetto drenante e dinamizzante la
stasi venosa.
Sereno nello sguardo, vivace nell’immaginazione, ottimi-
sta ma superficiale, simpatico, gioviale, chiacchierone ed
impulsivo. La forma morfologica appena analizzata soffre
particolarmente di mal di schiena e a volte ha dolori ad una
gamba, principalmente perché la sua alimentazione è ba-
sata sul consumo di latticini, tra cui mozzarelle, formaggi
molli, latte, yogurt e verdura cotta…
Questi alimenti provocano nel corpo della sanguigna gon-
fiore allo stomaco (alcuni giorni si sente gonfia, in altri si
sente “piatta”) mal di schiena (perché i reni sono appesanti-
ti dalle tossine), gambe molto dure, piedi gonfi alla sera per
via della ritenzione idrica e soffre di ansia nervosa…
Quella Sanguigna è una morfologia con un carattere molto
schietto, quindi se ti deve dire qualcosa non te lo manda
a dire anzi, a volte usa anche metodi fin troppo diretti e
poco garbati, ma sicuramente è la forma più sincera per
eccellenza. È come la noce, dura fuori e morbida dentro o
addirittura molto fragile, per via del suo carattere partico-
larmente sensibile. È molto pensierosa al punto che mentre
sta facendo una cosa la sua testa sta già pensando ad al-
tro, e costruisce dentro di sé viaggi incredibili, e proprio
questa caratteristica denota la sua insicurezza di base. Ha
bisogno di essere sempre coinvolta altrimenti si annoia e
necessita di parlare in continuazione per sfogare l’ansia
che la rende irrequieta…
La forma sanguigna dorme in posizione fetale e tendenzial-
mente alza una gamba (solitamente quella che gli fa male)
o in alcuni casi tutte e due, verso il petto; a volte si gira a
pancia in giù e mette le mani sotto il cuscino tirandolo a sé.
Questo gesto è compiuto a livello inconscio per ripararsi o
proteggersi dall’ ansia nervosa.
Per la Sanguigna il risveglio condiziona la giornata: se è
la “mattina giusta” si alza e in 5 minuti ha fatto tutto quello
che deve fare, altrimenti comincia a dire: “ma chi me l’ha
fatto fare di alzarmi”, “non ho voglia di fare niente”… e
via dicendo.
37
Tutto questo dipende dalla circolazione. Non appena al
mattino apre gli occhi, in pochi secondi è in piedi, pronta
ad affrontare la giornata! Alzarsi di colpo, dopo che si è
stati sdraiati tutta la notte, fa si che il sangue scorra veloce-
mente dalla testa ai piedi; ciò può causare capogiri e un ab-
bassamento di pressione istantanea, tanto che per rialzarla
e stabilizzarla bisognerebbe sdraiarsi nuovamente e alzare
le gambe per almeno 10 minuti.
COSACOMPROMETTONOIMOVIMENTIISTINTIVIEIMPULSIVI?
L’umore. Infatti frequenti sono gli sbalzi d’umore di questa
forma morfologica.
Per ridurli è sufficiente che quando ti svegli, da sdraiata,
alzi le gambe e, come se fossi su una bicicletta, fai 15 pe-
dalate. Poi abbassa le gambe e siediti sul fianco del letto
lasciando le gambe a terra. Dopo 30 secondi, rialzati. At-
tuando questi accorgimenti gli sbalzi d’umore vengono di-
minuiti notevolmente, a volte anche annullati...
La forma sanguigna presenta a volte dolori di emicrania
provocati dall’irrigidimento dei muscoli cervicali, causato
dall’ ansia nervosa. Tali muscoli contraendosi comprimono
le carotidi e il flusso sanguigno alla testa viene ridotto. Inol-
tre, soffre di prurito nella zona occipitale del cranio (nuca)
che è anche la sua parte. Questo perché è il punto riflesso-
geno dei reni, una parte attiva di circolazione crea molto
spesso l’abitudine di passarsi la mano nei capelli nella parte
posteriore.
Nella parte frontale ha capelli molto sottili, a volte desqua-
mazione, soprattutto nei periodi di forte tensione nervosa.
Il consiglio quindi è quello di utilizzare uno shampoo de-
licatissimo, come è la sua pelle, tanto che se qualcuno le
da un pizzicotto si formerà un livido persistente per una
settimana.
Queste persone non riescono a stare in ambienti dove l’aria
è viziata e dove c’è troppo caldo. Diventano rossi in viso e
sul collo perché si attiva la circolazione e la temperatura in-
terna si alza. Percepiscono mancanza di ossigeno e quindi
tendono ad uscire per pendere una boccata d’aria.
Per concludere hanno sempre mani e piedi freddi. Alcuni
soggetti soffrono durante l’inverno di mani secche e scre-
polate; tendenzialmente si coprono i palmi delle mani con
le maniche del maglione.
39
Capitolo 5
2-MORFOLOGIALINFATICA
La seconda forma morfologica, quella meno diffusa, è la
forma linfatica.
Caratteristica fondamentale: METODICITA’
Immagine fotografica: “SCHIA
VO DELLE ABITUDINI”
Qualità principali:
PENSIEROSO
PASSIVO
APATICO
AFFABILE
FEDELE
ONESTO
Il linfatico (o flemmatico) è diametralmente opposto al
bilioso. La sua vitalità è centrata sull’istinto di nutrizione
e di riserva. La lentezza è l’elemento dominante, come il
movimento è l’elemento dominante del bilioso. È una len-
tezza che si manifesta nelle reazioni fisiologiche, nei gesti,
nel passo, nella parola, nel concetto, nella decisione. Il suo
organismo sembra essere rimasto ad uno stadio primitivo,
vegetativo, di sviluppo. La pelle è rosea, i tessuti sono freddi
e molli, i muscoli sono distesi, infiltrati di grasso, scoloriti.
La circolazione è debole, le funzioni sono pigre, le reazioni
nervose sono tardive, il sonno è pesante e profondo. Se-
condo la definizione che ne dà la psicologia, “linfatismo” è
MORFOLOGIA LINFATICA
•	 PELLE....................Bianca, opalina
•	 FORME...................Rotonde, piene
•	 CAPELLI................Chiari, biondi
•	 OCCHI....................Azzurri, chiari
•	 VISO.......................Tondeggiante
•	 COLLO...................Corto, tozzo
•	 SPALLE..................Strette, cadenti
•	 TORACE.................Largo, tondeggiante
•	 GAMBE..................Corte, larghe
Organi interessati
•	 CUORE...................Affaticato, soffocato dalla linfa, non pompa a sufficienza
•	 POLMONI..............Insufficienti, affaticati per la mole opulenta
•	 RENI.......................intasati, sovraccarichi
•	 CIRC. LINFATICA.ghiandole linfatiche ed ormonali alterate che
....................................	squilibrano il metabolismo
ilsoggetto
linfatico
hacomeelementodominante
lalentezza.
sinonimo di indolenza, noncuranza, indifferenza, docilità,
apatia, placidità.
41
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL VISO
•	colore bianco opalino
•	epidermide sottile
•	derma e ipoderma infiltreati da liquidi e tossine stagnanti che ren-
dono la pelle spessa, fredda, distesa e senza rughe ma estrema-
mente delicata
•	facilmente soggetta ad ogni sorta di alterazioni esterne ed interne;
manca di protezione, nutrizione, drenaggio
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL TRONCO
•	naturalmente prevalgono le fattezze grosse, gonfie e flaccide qu-
ibdi, in senso generale, mancherà il tono muscolare di sostegno
•	dorso a gobba di bisonte
•	fianchi larghi e pieni
•	addome gonfio e globoso quasi a formare un “salvagente”
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL SENO
•	non molto sviluppato come ghiandola, ma piuttosto gonfio e privo di
tono: cadente, con un’attacatura al torace spesso ricca di smagliature
ALTERAZIONI ESTETICHE DELLE GAMBE
•	i nglutei pieni, rotondi, ma flaccidi arrotondano pienam,ente le
forme di questo soggetto.
•	la coscia grossa ma non liscia, irregolare e priva di tono, si ap-
poggia pesantemente bsull’articolazione del ginocchio che appa-
re talvolta notevolmente riempito.
•	la gamba priva di forma, quasi a “colonna”, appesantisce le fat-
tezze di questa morfologia privandola di slancio e di modella-
mento.
•	Il soggetto morfologicamente linfatico trae benefici da un mas-
saggio di base circolatorio, ad effetto linfodrenante e dinamiciz-
zante la stasi linfatica e venosa.
•	Si consiglia tuttavia di procedere gradualmente nell’intensità
dell’intervento in quanto manovre troppo energiche non sareb-
bero tollerate.
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CORPO LINFATICO
In questo tipo di morfologia prevalgono le fattezze gros-
se, gonfie e flaccide con generale mancanza di tono mu-
scolare.
L’addome appare gonfio e globoso, quasi simile ad un salva-
gente, e spesso sul dorso si denota quella che viene definita
“gobba di bisonte”.
La coscia priva di tono, spinge con il suo peso sull’articola-
zione del ginocchio che in certi casi appare gonfio. Il risul-
tato è una gamba  che ha perso la sua linea consueta per
assumerne una quasi a colonna che appesantisce ulterior-
mente le fattezze di questa morfologia.
La ghiandola mammaria non è molto sviluppata, ma il seno
si presenta gonfio, privo di tono e quindi cadente.
L’attaccatura al torace spesso è ricca di smagliature.
La difficoltà di drenaggio, si comincia a manifestare già
in età giovanile con edema nel distretto corporeo inferiore.
Nel soggetto a morfologia linfatica non mancano segni  di
un’accentuata sofferenza circolatoria delle gambe, che si
manifesta con i classici inestetismi e disturbi: varici, dilata-
zione dei capillari, gonfiori e senso di pesantezza.
La cellulite è, ovviamente, di tipo edematosa, localizzata su
quasi tutto il corpo, con consistenza pastosa e molto dolen-
te. All’interno di braccia e cosce è presente una cellulite
molle, di consistenza granulosa, che rende le zone in cui si
trova piuttosto flaccide.
Si riscontrano con una certa frequenza anche smagliature,
distribuite su molte zone del corpo.
TRATTAMENTIESTETICIPERILSOGGETTOLINFATICO
•	 Massaggio circolatorio della durata di non più di
mezz’ora. L’intensità dell’intervento deve essere gra-
duale perché le manovre troppo energiche non sono
tollerate.
•	 Massaggio composto
43
•	 Trattamento rassodante seno
•	 Trattamento per pesantezza arti inferiori
•	 Trattamento cellulite specifico
•	 Termosauna sinergizzato con oli drenanti e disintossicanti.
Si procede gradualmente, concentrandosi inizialmen-
te sul drenaggio dei liquidi, per poi passare all’appli-
cazione di fanghi.
•	 Fangoterapia con alghe marine
•	 Idroterapia
•	 Pressoterapia
Il soggetto che presenta questa morfologia si distingue
per le sue forme rotondeggianti, determinate da una in-
sufficiente circolazione linfatica. Infatti il sistema linfati-
co, naturale canale di drenaggio delle scorie organiche,
risulta stagnante e di conseguenza nel tessuto connetti-
vo  sono presenti infiltrazioni di liquidi e tossine.
Il ricambio di nutrimento e ossigeno diventa estrema-
mente lento  per cui i tessuti sofferenti appaiono devita-
lizzati e privi di tono.
Questo quadro negativo viene influenzato anche da una
funzionalità respiratoria insufficiente che rallenta le fun-
zioni vitali del soggetto.
La necessità di ottenere rapidamente energia induce il
soggetto a morfologia linfatica a mangiare molti cibi ric-
chi di zuccheri, i quali però portano ad un’alterazione
nella produzione degli enzimi digestivi.
L’attività sessuale sarà, ovviamente, rallentata.
ASPETTI MORFOLOGICI
Forme corporee: corpulente, rotonde
Muscolatura: nascosta da ispessimenti di adipe e liquidi
Colore capelli: biondo chiaro
Capigliatura: liscia, sottile, delicata
Forma del viso: rotondo
Colore degli occhi: grigio spento, sporgenti
Labbra: spesse, molli, cadenti, taglio largo
Colore dell’incarnato: bianco, opalino
Pelle: fredda e umida al contatto
Spalle: strette, cadenti, come appesantite
Torace: largo, corto, vita molto alta
Seno: sviluppato, ma rilassato
Bacino: voluminoso, gonfio
Glutei: voluminosi, cadenti, piatti
Gambe: voluminose, gonfie, con edemi diffusi
Peli: fragili, delicati, pochi
45
NOTE CARATTERIALI
Il rallentamento generale che caratterizza il soggetto a
morfologia linfatica si ripercuote anche a livello psichico,
inducendolo a ricercare continuamente sicurezza e con-
trollo della timidezza.
Il carattere è calmo, spesso pigro, apatico, sonnolente e/o
flemmatico; tuttavia egli può essere una piacevole com-
pagnia grazie ai suoi tratti ironici e gioviali.
Rappresentato nel mondo dal 2% della popolazione, ed è
proprio per questo che non c’è molto da dire…
Questa forma soffre di problemi di ritenzione idrica, pro-
vocati da un fattore genetico o da cure ormonali sbaglia-
te, subite da bambino.
È una persona puntuale, punta l’obbiettivo meglio di un
mastino ma il suo comportamento ha un andamento
flemmatico, quindi molto lento nei movimenti e pacato.
Riservato e delicato nell’approccio con le persone.
Il suo tono vocale è molto basso e ha quasi paura di espri-
mersi.
È una persona molto precisa e prende esattamente alla
lettera ciò che gli viene detto; per questo meglio misura-
re attentamente le parole quando gli si promette qualco-
sa, altrimenti te lo puoi trovare sotto casa, perché lui non
dimentica nulla.
Vive in uno stato di inferiorità nei confronti delle per-
sone.
È molto goloso perché gli zuccheri sono, per il suo fisico,
energia pronta all’uso. La sua salivazione chiede conti-
nuamente assunzione di dolci.
47
Capitolo 6
3-MORFOLOGIABILIOSA
Caratteristica fondamentale: REATTIVITA’
Immagine fotografica: “NON SOPPORTA
STARE SEDUTO”
Qualità principali:
•	 IMPULSIVO
•	 RUMOROSO
•	 TENDE AL COMANDO
•	 NON AMMETTE DI A
VERE TORTO
I biliosi sono dominati dall’istinto motore che è un istinto
di conquista. Ne risulta una “sovra-attività” motrice che
provoca rapidi scambi vitali e un certo numero di effetti
a cascata: grande resistenza alla fatica, forza fisica in
contrasto con apparente magrezza, appetito esagerato e
una certa ipertermia.
Il colorito è giallo: nell’emozione, anziché arrossire
impallidiscono. Il fegato funziona bene, ma la loro bile è
molto ricca di colesterina, forse per un eccesso di ferro
e tutti i cibi ricchi di ferro (come gli spinaci) sono per
loro nocivi; mancando dunque di fluidità, la bile è mal
eliminata e parzialmente riassorbita nel sangue.
Fisicamente sono caratterizzati soprattutto dal bisogno
infaticabile di attività psichica o intellettuale, ora pos-
sente, ora inquieta. Sono organizzatori, fondatori, esplo-
ratori, conquistatori e uomini d’azione; unificano, sinte-
tizzano e lavorano talora sino alla frenesia.
MORFOLOGIABILIOSA
•	 FORME...................................Aspetto armonico
•	 MUSCOLATURA..................Apparente, evidente, ben disegnata
•	 CAPELLI................................Bruno, nero
•	 DIRADAZIONE....................Regione frontale occipitale superiore
•	 CUOIO CAPELLUTO...........Tendente al grasso, untuoso, forfora alle tempie
•	 VISO.......................................Quadrato rettangolare
•	 OCCHI....................................Scuri
•	 LABBRA................................Fini, strette, taglio largo
•	 COLORE................................Giallo, olivastro
•	 PELLE....................................Calda, secca e/o untuosa
•	 SPALLE..................................Larghe, rettilinee
•	 TORACE................................Ben rappresentato, vita strtetta
•	 SENO......................................Ben modellato, a pera
•	 BACINO.................................Stretto, ben modellato
•	 GAMBE..................................Slanciate, modellate
Ilsoggetto
Bilioso
Èdominato
daunforte
Istintod’azione
49
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CUOIO CAPELLUTO
•	buona secrezione sebacea; molto lubrificato ma intossinato da
scorie lipidiche, per insufficiente metabolismo dei grassi.
•	colorazione olivastra con possibilità di cisti e scaglie seborroiche
•	predisposto ad una diradazione dei capelli nelle zone temporali e
nella zona centrale (alopecia seborroica).
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CAPELLO
•	Non presenta grosse alterazioni estetiche, se non la perdita di
cheratina superficiale in presenza di seborrea fluente in essere da
molto tempo.
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL VISO
•	la pelle può presentarsi secca (alipidica) per eccesso di sali o un-
tuosa.
•	molto spesso si riscontrano macchie gialle per accumulo di grassi,
tossine o pigmenti.
•	si tratta di una pelle robusta e resistente.
•	presenza di acne cistinica o comedonica.
In questa morfologia appare una costituzione tenacemen-
te organizzante.
L’apparato digestivo dimostra un’attività epatica molto in-
tensa, caratterizzata da una eccessiva produzione di succhi
biliari che infiltrano i tessuti fino a caratterizzare il tipi-
co colore cutaneo giallo-olivastro di questa morfologia. Il
metabolismo epatico dei grassi risulta insufficiente tanto è
vero che l’organismo tende ad espellere anche attraverso la
cute che risulta morbida vellutata ma untuosa. Talvolta in-
vece la pelle appare morbida, elastica ma secca dipendente,
in questo caso, da eccessiva presenza di sali biliari sempre
prodotti dal fegato. Il sistema nervoso si rivela componente
dominante in questo soggetto caratterizzato da una perso-
nalità forte, volitiva, dominatrice, consapevolmente fiera di
questa qualità al punto di divenire tirannica e autoritaria.
Questo stato di tensione nervosa spesso ha riflessi psico-
somatici sull’apparato digestivo causando disfunzioni alte-
ranti il buon equilibrio metabolico.
Gli altri apparati sono un corollario atto a garantire l’attivi-
tà vitale di questo soggetto, senza peraltro divenire degni
di rilievo morfologico.
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL TRONCO
•	pressochè inesistenti nella parte superiore a meno che non ci si
trovi in presenza di eccessiva untuosità, acne cistinica o comedo-
ni che riscontriamo soprattutto sulle spalle o, anteriormente, sul
torace.
•	molto più evidente invece il rigonfiamento addominale, per coliti
infiammatorie, che altera la perfetta silhouette di questo soggetto
•	presenza di smagliature.
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL SENO
•	in genere ben modellato, “a pera” talvolta ipotonico, ipotrofico,
modestamente rilassato.
ALTERAZIONI ESTETICHE DELLE GAMBE
•	modesta presenza di cellulite.
•	smagliature soprattutto in soggetti con pelle secca.
•	La morfologia biliosa trae vantaggi da un messaggio di base cir-
colatorio accompagnato da un buon massaggio intestinale e com-
pletato da un massaggio di decontrazione nervosa.
51
Capitolo 7
4-MORFOLOGIANERVOSA
Siamo arrivati all’ultima puntata di questo nostro viaggio
nelle morfologie umane. Dopo aver presentato le caratteri-
stiche, rispettivamente, della Sanguigna, della Linfatica e
della Biliosa, adesso presentiamo la morfologia Nervosa.
È sempre doveroso ricordare come questa mia semplifica-
zione vada letta come tale, senza dunque volersi in alcun
modo sostituire alla lettura - ben più precisa e appropriata -
che un esperto del settore estetico potrebbe dare della vostra
morfologia e dei trattamenti più adeguati per risolvere ogni
esigenza.
Caratteristica fondamentale: DISSOCIAZIONE
Immagine fotografica: “SEMBRA APPARTENERE AD
UN ALTRO MONDO”
Qualità principali:
•	 INTROVERSO
•	 PESSIMISTA
•	 RISERV
ATO
•	 TRISTE
•	 EGOCENTRICO
Dominato da tensioni nervose che pervadono tutto il cor-
po, questo soggetto mostra il prevalere di attività intel-
lettuale su un corpo esteticamente poco piacevole: uno
scheletro minuto e una muscolatura insufficiente lo ca-
ratterizza, la mancanza di irrorazione sanguigna infatti,
limita la vasocostruzioni soprattutto a livello cutaneo.
MORFOLOGIANERVOSA
•	 FORME...................................Longilinee, magre
•	 MUSCOLATURA..................Filante, poco sviluppata
•	 CAPELLI................................Castani
•	 CAPIGLIATURA...................Tendente all’arricciamento
•	 DIRADAZIONE....................Regione superiore delle tempie
•	 CUOIO CAPELLUTO...........Contratto, secco, desquamato, con prurito
•	 FORMAVISO........................Triangolare
•	 OCCHI....................................Verdi
•	 LABBRA................................Fini, strette, taglio stretto
•	 COLORE................................Giallo, pallido
•	 PELLE....................................Freddo, secco
•	 SPALLE..................................Strette, minute
•	 TORACE................................Stretto, lungo, vita normale
•	 SENO......................................Piccolo, poco sviluppato
•	 BACINO.................................Stretto, magro, scarno
•	 GAMBE..................................Lunghe, magre, scarne
Nelsoggetto
nervoso
prevalel’attività
ditipo
intellettuale
53
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CUOIO CAPELLUTO
•	secco, asciutto con desquamazioni (forfora conglobata) e prurito
•	contratto, con colorazione giallastra e grigiastra
•	frequentemente colpito da alopecia areata (alopecia da stress)
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CAPELLO
•	diametro medio
•	molto secco e opaco, difficile da pigmentare
•	predisposto alle doppie punte
•	frequentemente colpito da calvizie precoce
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL VISO
•	pelle molto secca e mancante di nutrizione (sali, grassi e vitamine)
•	rughe di espressione e atonia
•	acne
•	presenza di nevi o macchie melaniche
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL SENO
•	poco sviluppato (micromastia)
ALTERAZIONI ESTETICHE DELLE GAMBE
•	glutei ipotonici (cadenti)
•	coscia magra, lunga, scama, ipotonoica
•	presenza di capillari
•	Il soggetto morfologicamnete nervoso trae vantaggi da un mas-
saggio di base circolatorio e da micromassaggi ad effetto de-
contraente le tensioni, praticati sul capo e lungo il decorso della
colonna vertebrale.
TIPO IPOSTENICO E TIPO IPERSTENICO
Il soggetto ipostenico presenta un temperamento “a ri-
sparmio”, cioè a riflessi lenti, a gesti ristretti, il cui appa-
rente riserbo copre brucianti ardori e invisibili tempeste.
Quello iperstenico invece, ha un temperamento “di spe-
sa”, iperteso, brusco, fremente, instabile e in preda a tutti
i disordini dello spirito e della sensibilità. Si agita senza
intraprendere e brucia senza eseguire.
Ma i tipi superiori hanno menti intuitive e sono sottili pen-
satori, credenti o artisti.
La pelle è poco nutrita, opaca, inerte, quasi squamosa,
avvizzita. Il colorito talvolta cereo esprime lo stato di sof-
ferenza psicofisica in cui molto spesso vive. La sua pel-
le riflette tutte le difficoltà di funzione del suo apparato
digerente turbato da spasmi, dolori, inappetenza, stipsi
alternata ad eccessive evacuazioni che impoveriscono
l’organismo di sostanze nutrituve e di forza vitale. È un
soggetto che ha una vita intima inquieta, piena di ango-
sce, di passioni, di contraddizioni, con mancanza di cal-
ma, di serenità, di controllo del proprio io e del piacere
di vivere insieme agli altri. Queste tensioni inducono un
accentuato consumo dei suoi tessuti, dei suoi organi, di
sè stesso, mostrando precocemente i segni di una sene-
scenza delle forme, del carattere, di una bellezza che non
potrà mai evidenziarsi.
Il nervoso è così radicalmente opposto al sanguigno, che
nei temperamenti complessi non si vedono mai associati
questi due quadri. È fisicamente sottomesso al predominio
delle sue reazioni nervose.
Le forme sono assottigliate, affinate: il colorito è bianco
e delicato. Il piano cranico predomina su un corpo min-
gherlino. I gesti sono rapidi e irregolari. È predisposto
alle affezioni mentali. Nell’eccitazione appare iper-im-
pressionabile ed iper-emotivo.
55
CARATTERISTICHE DELLA MORFOLOGIA NERVOSA
Questo tipo di morfologia si definisce “nervosa” per la
predominanza dell’attività intellettuale del soggetto. Mol-
te sono le tensioni nervose che dominano questa morfo-
logia.
In genere il sistema scheletrico è minuto, la muscolatura
insufficiente, la pelle appare poco nutrita, opaca, con un
colorito a volte cereo, l’irrorazione sanguigna limitata,
a causa di una importante vasocostrizione che provoca
conseguenze evidenti soprattutto  livello cutaneo.
La pelle, infatti, appare poco nutrita, opaca, squamosa,
avvizzita e con un colorito talvolta cereo che esprime lo
stato di sofferenza psicofisica in cui vive di frequente
questo soggetto. Infatti in genere una persona nervosa è,
per definizione, in sofferenza psicofisica.
La cute è lo specchio fedele di questa morfologia e di un
apparato digerente malfunzionante. Spasmi, stipsi, ga-
strite, dolori vari, esofagite, inappetenza, nonché eccessi-
ve evacuazioni deprivano la nervosa di sostanze nutritive
e quindi di energia.
A livello emotivo la morfologia nervosa tende a sovrac-
caricarsi di angosce e tensioni, è una persona inquieta,
passionale, che non riesce a vivere serenamente come
vorrebbe. Ha poco controllo di sé e sottopone il suo orga-
nismo a un continuo logorio.
Le sue forme sono magre, i capelli in genere castani, il
viso triangolare, le labbra fini, le spalle strette e minute,
i glutei ipertonici e le gambe lunghe e scarne.
TRATTAMENTI ADATTI ALLA MORFOLOGIA NERVOSA:
La carenza di ossigeno e nutrizione (sali minerali e vi-
tamine) dei tessuti è causa principale dell’eccessiva  sec-
chezza cutanea.
Per il viso l’ideale è come sempre una pulizia profonda,
quindi dei trattamenti idratanti e ossigenanti, schiarenti,
alta frequenza e gli ultrasuoni.
Per il corpo l’esigenza primaria è la tonificazione dei tes-
suti, ottimo allora un massaggio circolatorio e connettiva-
le, un trattamento contro la pesantezza degli arti inferiori
e il bagno turco.
LA MORFOLOGIA NERVOSA È UNA FORMA MOLTO PARTICOLARE
perché al primo posto tra le priorità della sua vita mette
il rispetto. Vive in modo molto metodico e concentrata per
il 90% su se stessa.
Il soggetto che presenta questa morfologia è frequente-
mente dominato da tensioni nervose e in lui/lei prevale
un’attività di tipo intellettuale.
Il soggetto con morfologia nervosa spesso ha una vita
piena di angosce e inquietudini, passioni e contraddizio-
ni, che lo privano della necessaria serenità per vivere
insieme agli altri in maniera adeguata.
Questa condizione emotiva determina uno scarso control-
lo del proprio io, mentre a livello fisico la conseguenza è
rappresentata da un accentuato consumo dei suoi tessuti
e quindi anche dei suoi organi. Il continuo logorio a cui
è sottoposto il suo organismo, determina una precoce se-
nescenza generale.
L’attività sessuale è frequente in gioventù, ma poco rap-
presentata successivamente.
ASPETTI MORFOLOGICI
Forme corporee: longilinee e magre
Muscolatura: poco sviluppata, tonica in gioventù
Colore capelli: castano
Capigliatura: tendente all’arricciato, secca opaca
Forma viso: triangolare
Colore occhi: verde
Labbra: fini, strette, taglio stretto
Colore dell’incarnato: giallo, pallido
Contatto pelle: freddo, secco
Spalle: strette,  minute
Torace: stretto, lungo, vita normale
Seno: piccolo, poco sviluppato
Bacino: stretto, magro, scarno
Glutei: ipertonici
Gambe: lunghe, magre, scarne
Peli: aridi, molto grossi, quantità media
NOTE CARATTERIALI
I soggetti con morfologia nervosa sono ansiosi e il loro umo-
re è instabile. Sono introversi, diffidenti e ostentano la loro
intellettualità. L’appetito in genere è scarso, ma sovente.
57
ALTERAZIONI ESTETICHE DEL VISO
La carenza di ossigeno e nutrizione (sali minerali e vitami-
ne) dei tessuti è causa principale dell’eccessiva  secchezza
cutanea che caratterizza questo soggetto, oltre che della
precoce comparsa di rughe di espressione, ipotonia tessu-
tale e muscolare.
Non di rado si può osservare la presenza di acne e ispes-
simento dello strato corneo (strato superficiale dell’epi-
dermide).
TRATTAMENTI ESTETICI VISO PER IL SOGGETTO DALLA MORFOLOGIA NERVOSA
•	 Pulizia del viso con peeling enzimatici e profondi
•	 Elettropeeling
•	 Trattamenti idratanti ad azione superficiale e profonda
•	 Trattamenti nutrienti
•	 Trattamenti acne e post acne per ridurre eventuali ci-
catrici
•	 Trattamenti antirughe
•	 Trattamenti ossigenanti
•	 Trattamenti tonificanti ad azione  tessutale e muscolare
•	 Trattamenti schiarenti
•	 Massaggio fisiorulage (azione ossigenante)
•	 Massaggio drenante
•	 Massaggio connettivale
•	 Ultrasuoni ad effetto rivitalizzante e tonificante
•	 Trattamenti laser
•	 Alta frequenza
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ALTERAZIONI ESTETICHE CORPO
•	 Glutei ipotonici
•	 Coscia magra, scarna, ipotonica
•	 Presenza di capillari
•	 Seno poco sviluppato
•	 Pelle secca
TRATTAMENTIESTETICICORPOPERILSOGGETTODALLAMORFOLOGIANERVOSA
•	 Peeling ad intervalli di 15 giorni
•	 Massaggio circolatorio, accompagnato da massaggio
di decontrazione nervosa
•	 Massaggio connettivale con modellamento glutei
•	 Massaggio fisioterapico
•	 Massaggio stretching
•	 Massaggio shiatsu
•	 Trattamento contro pesantezza degli arti inferiori
•	 Termoterapia con oliì essenziali disintossicanti e
decontratturanti
•	 Fangoterapie tonificanti, decontratturanti,
disintossicanti e nutrienti
•	 Pressoterapia
•	 Elettrostimolazione, applicata in un primo momento per
tonificare la muscolatura e in seguito per potenziarla
•	 Bagno turco
•	 Slimming, trattamento per mobilitare i liquidi e
tonificare i tessuti.
61
Capitolo 8
LAPSICOSOMATICA
PERCHÈINUNLIBRODIMORFOLOGIAÈIMPORTANTETRATTAREANCHEDELLA
PSICOSOMATICA?
La psicosomatica è un ampio campo della patologia che
si colloca a metà strada tra la medicina e la psicologia, in
quanto indaga la relazione tra mente e corpo, ovvero tra il
mondo emozionale ed affettivo e il soma (corpo). Nello speci-
fico, ha lo scopo di rilevare e comprendere gli effetti negativi
che la psiche, la mente, produce sul corpo. È fondamentale,
nell’analisi di una forma morfologica, capire se le manife-
stazioni patologiche che essa sviluppa siano davvero legate
alla morfologia o siano solo dei disturbi psicosomatici, che
derivano dal fatto che la persona riproduce mentalmente la
patologia, al punto da manifestarla anche nel corpo.
I disturbi psicosomatici si possono considerare malattie
vere e proprie che comportano danni a livello organico e
che sono causate o aggravate da fattori emozionali.
I sintomi psicosomatici coinvolgono il sistema nervoso
autonomo e forniscono una risposta vegetativa a situazioni
di disagio psichico o di stress. Le emozioni negative, come
il risentimento, il rimpianto e la preoccupazione possono
mantenere il sistema nervoso autonomo (sistema sim-
patico) in uno stato di eccitazione e il corpo in una con-
dizione di emergenza continua, a volte per un tempo più
lungo di quello che l’organismo è in grado di sopportare.
I pensieri troppo angosciosi, quindi, possono mantenere il
sistema nervoso autonomo in uno stato di attivazione per-
sistente il quale può provocare dei danni agli organi più
deboli. Disturbi di tipo psicosomatico possono manifestarsi
nell’apparato gastrointestinale (gastrite, colite ulcerosa,
ulcera peptica), nell’apparato cardiocircolatorio (tachi-
cardia, aritmie, cardiopatia ischemica, ipertensione essen-
ziale), nell’apparato respiratorio (asma bronchiale, sin-
drome iperventilatoria), nell’apparato urogenitale (dolori
mestruali, impotenza, eiaculazione precoce o anorgasmia,
enuresi), nel sistema cutaneo (la psoriasi, l’acne, la der-
matite atopica, il prurito, l’orticaria, la secchezza della cute
e delle mucose, la sudorazione profusa), nel sistema mu-
scoloscheletrico (la cefalea tensiva, i crampi muscolari, il
torcicollo, la mialgia, l’artrite, dolori al rachide, la cefalea
nucale) e nell’alimentazione. Sintomi psicosomatici sono
comuni nelle varie forme di depressione e in quasi tutti i di-
sturbi d’ansia, ma esistono dei disturbi psicosomatici veri e
propri in assenza di altri sintomi di natura psicologica, che
rendono più difficile, per il soggetto, imputare il malessere
fisico ad un problema psicologico piuttosto che ad un mal-
funzionamento organico.
63
Capitolo 9
IVOLTI
Il viso di una persona normale è il riflesso totale di tutti movi-
menti fisici ed emotivi che avvengono nel suo interno. Eviden-
temente tra un uomo interno e quello esterno c’è un legame
racchiuso entro i confini della pelle, il mezzo tramite cui splen-
de la nostra luce. La bocca rappresenta il carattere e viene
condizionata dal cibo che ingeriamo e dalle parole che fuorie-
scono, imprimendole in un’espressione positiva o negativa.La
natura ti da la faccia che hai a vent’anni; è compito tuo meri-
tarti quella che avrai a cinquant’anni.Il nostro volto è dunque
il risultato delle caratteristiche ereditarie, delle influenze ester-
ne, del nostro stile di vita caratteriale e alimentare. In questo
capitolo vi accompagnerò in un breve viaggio alla scoperta
del linguaggio dei volti. Ci addentreremo nell’ analisi della fi-
siognomica facciale in un modo semplice, che ci permetterà di
riconoscere subito i singoli tratti e di riconoscere immediata-
mente che tipo di persona sia il nostro interlocutore.
LA TESTA
La testa è per eccellenza la zona in cui si concentrano tutte
le potenzialità dell’ essere umano. Oggi nei saloni di par-
rucchiere abbiamo tantissima richiesta di ragazze in stage,
ragazze che escono dalla scuola e vogliono iniziare subito
ad entrare nel mondo del lavoro in modo molto rapido sal-
tando così, secondo me, alcuni passaggi importanti. Una
cosa che cerco di ricordare sempre nei miei corsi di forma-
zione è che questi ragazzi nella maggior parte dei casi sono
intestino crasso
polmoni
stomaco
reni
circolazione
cistifellea
fegato
reni
cistifellea
vescica
cuore-miocardio
intestino tenue
stomaco
milza-pancreas
polmoni
intestino crasso
intestino tenue
fegato
vescica
milza-pancreas
circolazione
circolazione
circolazione
impiegati all’interno dei saloni nel servizio back wash house;
per loro sembra una penitenza partire da un servizio cosi sem-
plice ma essendo il primo contatto che ha il cliente con il salone
non è da sottovalutare, poiché è da li che deriva la sua primis-
sima e fondamentale impressione di come sara’ tutto il servizio.
65
LA FORMA DEI VOLTI
I 4 elementi
Ogni persona può avere vari elementi presenti nel viso, al-
cuni dei quali prevalgono sugli altri. La terra è un ingre-
diente centrale che alimenta gli altri 4. Il viso di una per-
sona con elemento “terra” (Forma morfologica nervosa) ha
una tonalità sul marrone – verde dovuta agli organi colpiti
in questa forma: bile/nera e milza. Il viso di una persona
elemento “acqua” può avere una colorazione blu nella zona
delle occhiaie definita orbita oculare inferiore e tonalità sul
giallo olivastro dovuta agli organi colpiti: bile gialla e fega-
to (Forma morfologica biliosa). Una persona con elemento
“fuoco” assume una colorazione rosso derivato dalla circo-
lazione venosa arteriosa in superficie della pelle dovuta
agli organi colpiti: sangue e cuore (Forma morfologica san-
guigna). La forma del viso “aria” rappresenta colui che ha
talento, grandi pensatori, dispersivi nei loro obiettivi e rap-
presentano il flegma/cervello (forma morfologica linfatica).
•	Il viso “terra” può essere definito il soggetto filosofo o
intellettuale.
•	Il viso “acqua” è il soggetto che può essere definito l’ im-
prenditore, il business man, il pratico e il concreto.
•	Il viso “fuoco” è definito come il soggetto animatore e
intrattenitore.
•	Il viso “aria” identifica un soggetto saggio e con un sen-
so di adattabilità altissimo, ma evitate di promettere qual-
cosa se poi non riuscite a mantenerlo.
Qui sotto riporto le varianti del viso legate ad ogni forma
per facilitare l’abbinamento del viso al corpo durante la lettura.
Per molti la fisiognomica è una scienza. Riuscire ad indivi-
duare il carattere di una persona attraverso i tratti del viso
è senz’altro una cosa molto affascinante e con la giusta at-
tenzione e capacità, posso dire che funziona proprio.
	 NERVOSO	 BILIOSO	 SANGUIGNO	 LINFATICO
67
Cerchiamo ora di elencare varie peculiarità per il viso e
il carattere che sembra si nasconda dietro ognuno di esse.
Per esattezza si tratta di morfopsicologia, cioè l’arte di
comprendere il carattere di una persona al primo
sguardo proprio in base ai lineamenti e che va molto al
di là della fisiognomica, spesso criticata per avere una
visione troppo ristretta e superficiale delle molteplici im-
plicazioni caratteriali.
Ecco alcune caratteristiche legate alla forma del volto
Il volto tondo denota spesso una persona cordiale, socie-
vole, ben disposta nei confronti degli altri, molto spon-
tanea, che a volte però rasenta l’ingenuità e dunque po-
trebbe essere potenzialmente indifesa. In generale è una
persona diplomatica che tende ad andare d’accordo con
tutti. Il viso e il carattere di chi ha dei lineamenti scavati
tendono ad appartenere ad una persona che subisce spes-
so le influenze degli altri anche se ciò che li salva dall’es-
sere continuamente condizionati è la capacità di analisi
dei fatti e una tendenza al raziocinio.
In base alla fronte si può trovare qualche legame tra il
viso e il carattere
Anche secondo la saggezza popolare, la fronte alta sareb-
be sinonimo di intelligenza; ciò che la morfopsicologia ci
dice è che tra il viso e il carattere di chi ha questa pecu-
liarità, emerge senz’altro un legame che propende per un
soggetto molto razionale, che odia il disordine e predilige
la chiarezza in ogni ambito, appoggiandosi su solide basi
e schemi ben consolidati.
La fronte stretta, invece, appartiene alle persone più vi-
vaci ma anche impulsive, che amano l’azione più della
riflessione.
Il naso può fornire altre informazioni
Se è un naso importante indicherebbe una personalità de-
cisa ed indipendente, molto interessata alle nuove tecno-
logie e al mondo che cambia, in generale sembra dotata
di una certa vivacità culturale e il viso e il carattere domi-
nanti sono quelli di chi ama la libertà, i viaggi e anche il
movimento.
Il naso piccolo sembra sinonimo di dolcezza e sensibilità,
spesso anche troppa, che può sfociare anche in ipocondria.
Le caratteristiche degli occhi sembrano avere questi si-
gnificati
Se gli occhi sono piccoli indicano una persona molto in-
troversa e riservata con un’intelligenza molto raffinata
anche se a volte sono persone portate ad essere meno sin-
cere.
Gli occhi grandi sembrano caratterizzare persone molto
curiose e sensibili ma eternamente distratte.
Le labbra trasmetterebbero ulteriori caratteristiche
Le  labbra carnose  sarebbero presenti in individui che
sono molto sensuali, amanti delle novità e del divertimen-
to. Invece le labbra sottili appartengono a chi ha un gusto
raffinato ed elegante. Insomma il viso e il carattere sono
un insieme di molteplici tratti che si possono combinare
in modo sostanzialmente infinito, ma può essere curioso
69
individuarne dei tratti principali e comuni! La faccia, non
c’è dubbio, è il nostro primo biglietto da visita, e in italia-
no ci sono parecchi modi di dire che riguardano la fac-
cia: faccia da schiaffi, faccia di bronzo o faccia tosta, per-
dere la faccia, salvare la faccia, avere una brutta faccia...
La fisiognomica (la scienza che si occupa del rapporto
tra caratteristiche fisiche e comportamento) va molto
di moda anche al giorno d’oggi.
La fisiognomica o fisiognomonica è una disciplina
Pseudoscentifica che attraverso la fisiognomia o fi-
siognomonia pretende di dedurre i caratteri psicolo-
gici e morali di una persona dal suo aspetto fisico, so-
prattutto dai lineamenti e dalle espressioni del volto.
Il termine deriva dalle parole greche physis (natura) e
gnosis (conoscenza). Fin dal XVI secolo questa discipli-
na godette di una certa considerazione tanto da essere
insegnata nelle università. La parola fisiognomica o fi-
siognomia venne usata fra gli studiosi per distinguerla
dal termine fisionomia (o fisonomia) che ha un signifi-
cato simile ma più generico.
Cesare Lombroso (psichiatra e criminologo vissuto tra il 1835 e il 1909) soste-
neva che esiste una precisa relazione fra alcune caratteristiche fisiche e il
comportamento criminale.
L’idea di Lombroso non è del tutto nuova e basta guardare le antiche statue
greche per capirlo, la relazione fra “bello” e “buono” è piuttosto evidente.
Tutto il sapere umano si basa infatti sulla fisio-gnomica
derivata dalla fisio-nomia estetica della realtà. Ovverosia
dal dedurre, attraverso i sensi e l’osservazione morfo-ge-
netica della natura, la sua intrinseca legge del divenire
in atto. È la così detta “fisio-gnosia”, in cui rientrava pure
l’uomo quale cosciente parte della legge naturale. Molti
studi analizzano le morfologie del viso in funzione della
forma di ogni parte del corpo. Questa disciplina si chiama
Morfopsicologia applicata alla morfologia comportamen-
tale in funzione dell’ambiente in cui si vive.
Risultati, ai quali sono giunti i suddetti studi:
Il naso 
regolare, significherebbe buon carattere;
piccolo, significherebbe invece effeminatezza;
dritto, manifesterebbe curiosità; 
largo, sulla punta persona gelosa e volgare; 
appuntito, tradirebbe egoismo;
un naso all’insù, significherebbe amore per il piacere;
se invece la punta è all’ingiù, indica freddezza e intro-
versione.
Gli occhi
se sono grandi indicherebbero coraggio;
se sono piccoli e infossati indicano un carattere sospettoso;
gli occhi un po’ a mandorla sarebbero indice di curiosità.
Occhi azzurri tradirebbero gelosia,
così come occhi verdi indicherebbero coraggio
e occhi neri astuzia.
71
La forma del viso
il viso quadrato sarebbe quello delle persone pazienti
ed energiche, poco disposte a cambiare idea e molto le-
gate a famiglia e tradizioni;
il viso triangolare rivelerebbe un carattere testardo, ri-
belle, originale e qualche volta bizzarro;
il viso rotondo apparterrebbe alle perone aperte, socie-
voli, generose e un po’ infantili.
Il viso ovale infine indicherebbe un tipo impulsivo e intu-
itivo, ma spesso instabile e impressionabile.
Ognuno di noi sa, sente, ricorda che in diversi momenti del-
la vita si è affacciato in lui qualcosa di strano, di imprevedi-
bile, di misterioso; che di primo acchito gli è apparso come
un impulso anomalo, estraneo, ma che in seguito ha sentito
appartenere alla propria natura. E per comprendere me-
glio cosa accadeva si è guardato allo specchio, ha osservato
i tratti del proprio volto per individuare lì, nell’immagine
riflessa, cosa c’era di nuovo, di diverso, se in quei tratti e in
quelle espressioni continuava a riconoscersi. Il volto riflette
la nostra natura, il nostro carattere, è la cartina al torna-
sole dei nostri cambiamenti. Ma per comprenderne il lin-
Alexis Carrel scriveva, nel 1935, in L’uomo questo sconosciuto: “A nostra in-
saputa, il nostro aspetto si modella a poco a poco sullo stato di coscienza, e col
trascorrere degli anni diventa l’immagine sempre più estratta dei sedimenti,
dei desideri, delle aspirazioni di tutto l’essere”.
guaggio, più che uno studio analitico dei tratti, serve una
percezione “allargata”: bisogna chiedersi cosa c’è in quei
lineamenti o in quell’espressione che ci colpisce, qual è la
sensazione che ci rimanda.
APPARIRE ED ESSERE
Possiamo chiederci, cosa appare in primo piano nel volto
nostro o altrui?
È la fronte particolarmente sviluppata o sono gli occhi, con
quello sguardo così intenso, a occupare la scena?
È il naso a spingersi in avanti ad annusare la vita, che dà
alla parte centrale del viso quella supremazia che lo rende
inconfondibile?
In altri casi è la bocca, stretta come una fessura o carnosa e
sensuale e che magari si accompagna a una mandibola mar-
cata, forte, prominente che sposta l’attenzione sulla parte bas-
sa dell’ovale. Insomma il volto è come un palco di teatro su cui
recitano gli attori: rappresentano le forze che ci animano, gli
istinti e le emozioni che prorompono e che possiamo ricono-
scere proprio grazie alla forma, ai tratti, al colorito dell’incar-
nato, alle espressioni, alle rughe. Lo hanno sempre sostenuto
in molti, tra cui Giovanni Paolo Lomazzo che, rifacendosi ad
alcune intuizioni leonardesche relative allo studio dei volti per
le arti pittoriche, sul finire del ‘500 scriveva:
“L’invidia, crudelissimo dolore di animo per il bene altrui, fa ritirar tutte le
membra, ed offuscar le ciglia, stringere i denti, ritirar le labbra, torcersi con
certa passione di sguardo… E la vergogna fa i gesti come di chi teme d’errare,
ovvero di aver fatto errore…”.
73
Da sempre quindi, chi ha voluto osservare a fondo si è reso
conto che le espressioni del volto rimandano a qualcosa di
profondo che si muove nell’animo. Si tratta poi di valutare
se ne nascano caratteristiche fisiognomiche stabili o pas-
seggere: un modo di affrontare il mondo può “scolpirsi” sul
viso, o apparire e scomparire seguendo le tensioni e le emo-
zioni del momento. In questo modo, a fianco delle tradizio-
nali “tipologie” di nasi, bocche, occhi, si possono collocare
molte significative sfumature.
alle funzioni di controllo e di conseguenza la sua mimica è
più gestibile e pilotabile. Serve allora un po’ più di attenzio-
ne da parte di chi osserva, dei riferimenti più articolati e un
po’ più di esercizio.
I SIMBOLI DEL VOLTO DIVISO NELLE SUE 3 PARTI
La regola di fondo tramandataci da molte Tradizioni del
passato afferma che il volto riassume le caratteristiche
di tutto il corpo, è una sorta di ‘unità nell’unità’. E a sua
volta, come il corpo, è divisibile in una parte alta, una
mediana e una bassa; tutte assimilabili ad un significato
simbolico preciso.
Parte alta: da fronte e occhi, esame e giudizio
Il mondo “del pensiero e della coscienza” trova il suo
corrispettivo simbolico nella fronte e nella parte alta del
volto.
La fronte è il luogo della riflessione, delle preoccupa-
zioni e dei dubbi: chi la pone in primo piano fa del ra-
gionamento il proprio stile di approccio al mondo. In
particolare gli occhi sono il territorio dello sguardo,
dell’osservazione, rimandano a un modo di rapportarsi
alla vita dove l’analisi della realtà circostante è un “sine
qua non”, l’esame e il giudizio passano di lì.
Parte mediana: guance e naso sede di emozioni
Ci troviamo nel mondo delle guance e del naso e si trat-
ta della parte che, secondo la medicina cinese, meglio di
ogni altra esprime la nostra capacità emotiva e affettiva:
amore, disperazione, rabbia. Sono tre esempi di emo-
Il corpo e il volto – scriveva alla fine del ‘700 Georg Christoph Lichtemberg –
esibiscono una complessa trama di segni storico-naturali prodotta dalle sfer-
zate del destino, dalle avversità della vita, dall’indole, dalle abitudini…”.
SEGNALI SOMMESSI
Qui parliamo del volto e del suo linguaggio segreto in quan-
to è - forse - la parte del corpo meno semplice da decifrare.
Difficilmente ci rendiamo subito conto di come accaval-
liamo le gambe o incrociamo le braccia, se ci sediamo in
punta di sgabello o se ci mettiamo comodi in poltrona, se
teniamo le mani in tasca o le agitiamo parlando: semplice-
mente non ci facciamo tanto caso, mentre chi osserva può
notarlo facilmente. Nel corpo i movimenti involontari (pe-
raltro assai indicativi di come siamo e di cosa proviamo in
quel frangente) scattano prima che la mente li riconosca e
li possa, se vuole, bloccare. Per il volto il discorso è diverso:
è situato vicino al piano mentale e quindi alla coscienza e
75
zioni che si manifestano bene in quello spazio. E poi siamo
in presenza del naso e quindi dell’olfatto, da cui dipende
la nostra capacità di “annusare l’aria che tira” attorno a
noi e di orientarci. Più che col ragionamento però, lo si fa
col fiuto e le sensazioni e le emozioni che in quei frangen-
ti ci animano.
Parte bassa: bocca e mento testimoni di piacere
Nella parte bassa del viso, la bocca e il mento si legano ad
impulsi arcaici, si tratta di una parte legata a una dimensio-
ne profonda, agli istinti orali e della sessualità. Attraverso la
bocca noi “sminuzziamo e mangiamo” il mondo e dunque
con i denti raccontiamo tutta la nostra capacità di aggredire
ciò che ci circonda mentre le labbra, la zona più erogena del
corpo, parlano il linguaggio dell’eros e della suzione, il lato
maturo del piacere e quello bambino.
Per capire come valorizzarsi al meglio bisogna conoscere
quali punti mettere in evidenza e quali, invece, lascia-
re in secondo piano.
È sicuramente capitato anche a voi di dire: “questo trucco non
mi sta bene” oppure “con questo taglio starei malissimo” e
come avrete ben pensato è tutta una questione di... geometria!
Nello specifico, per conoscere bene qual è la propria mor-
fologia, bisogna osservare alcuni elementi, che sono:
•	la lunghezza del viso
•	la larghezza del viso
•	l’ampiezza della fronte e l’attaccatura dei capelli
•	l’asse zigomale (comprendendo le gote e il naso)
•	l’asse mascellare o mandibolare (inclusi il mento e le labbra)
•	la lunghezza del collo
Che ombretto metto?
Metto l’eyeliner?
Rossetto o gloss?
Blush pesca?
Che taglio di capelli posso fare?
Basandoci su questi fattori possiamo contraddistinguere di-
verse tipologie di viso:
•	ovale
•	tondo
•	ovale lungo o rettangolare
•	quadrato marcato spigoloso
•	triangolare
•	diamante
•	triangolo rovesciato
•	a cuore
Chevisohai?
Visoovale,visotondo...
Scoprilamorfologia
deltuoviso...
77
OVALE TONDO OVALE LUNGO
RETTANGOLARE
QUADRATO,MARCATO,
SPIGOLOSO
TRIANGOLARE DIAMANTE TRIANGOLO
ROVESCIATO
A CUORE
Ogni caratteristica del nostro aspetto ci rende unici e
il saperci valorizzare al meglio, con un taglio di capelli
adeguato oppure un trucco personalizzato, ci fa vivere la
vita con una marcia in più: la sicurezza in noi stesse.
OVALE
Il viso ovale ha una forma regolare e armonica quasi per-
fetta. È considerato il viso armonico per eccellenza in quan-
to non possiede tratti dominanti e, generalmente, gli angoli
sono del tutto smussati. La lunghezza e la larghezza si ar-
monizzano ai tratti somatici di fronte, naso, zigomi, mento
e tratto mascellare. Gli zigomi e il mento non sono pronun-
ciati e il viso non presenta alcuna irregolarità.
I Capelli
Il viso ovale si presta ad ogni tipologia di taglio o accon-
ciatura, ma per evitare di far apparire il viso largo sono
sconsigliati i tagli corti a “spazzola” e le forme pesanti che
vanno a nascondere i lineamenti delicati del viso. Sono
consigliate invece onde morbide e ricci ad incorniciare il
viso e tagli scalati e voluminosi.
OVALE LUNGO O RETTANGOLARE
Questa tipologia di viso è molto simile al viso ovale. Si dif-
ferenziano per la lunghezza che in questo viso risulta mag-
giore della sua larghezza. Le sue forme sono, invece, armo-
niche e i tratti somatici sono visivamente poco marcati.
I Capelli
Sono assolutamente sconsigliati i tagli lunghi portati li-
sci e piatti che aumentano visivamente la lunghezza del
volto. Consigliatissimi invece i lunghi mossi e i tagli cor-
ti, sempre ricci e movimentati. L’importante è evitare la
staticità che evidenzierebbe la lunghezza che caratterizza
questo viso e ne appiattirebbe la tridimensionalità.
TONDO
Il viso tondo presenta una forma tondeggiante, piena, e la
sua larghezza equivale alla sua lunghezza. Ritroviamo il
mento arrotondato, le gote sono in evidenza e i tratti di
79
zigomi e mascelle sono nascosti. È un viso che ispira molta
dolcezza in chi lo guarda.
I Capelli
Il viso rotondo ha bisogno di essere visivamente allunga-
to, pertanto vanno evitati tagli e acconciature che portano
i capelli lontano dal viso e le masse di ricci troppo pesanti.
Sono consigliati tagli scalati e sfilati sul viso in modo da
sfinare il viso e le ondulature leggere.
TRIANGOLO ROVESCIATO E A CUORE
Questa tipologia di viso presenta un mento tendenzialmen-
te sfinato, le mascelle poco esposte e rientranti rispetto ai
tratti zigomatici la cui larghezza corrisponde a quella della
fronte. Quando l’attaccatura dei capelli ha una forma a V si
può parlare di viso a forma di cuore.
I Capelli
Per quelle donne che corrispondono al viso triangolare
sono consigliatissime le acconciature mosse o ondulate con
una frangia sfilata e voluminosa. L’ideale lunghezza dei
capelli è fino alle spalle o oltre per creare un effetto riempi-
mento nella zona mandibolare con i boccoli e le onde. Sono
sconsigliati i tagli corti soprattutto se molto voluminosi.
MARCATO, QUADRATO E SPIGOLOSO
Questa morfologia è molto simile al viso ovale, ma vi si ri-
trova una linea mandibolare netta e marcata, tendente ad
essere squadrata. Il mento è tondeggiante e si ricrea una li-
nea verticale dalle tempie alle mascelle, con zigomi general-
mente pronunciati. Il viso spigoloso è altrettanto marcato e
la sua nettezza è caratteristica dei visi molto magri o minuti.
I Capelli
Per spezzare la geometria severa di questo viso bisogna
puntare a forme morbide, spettinate e vaporose. Assoluta-
mente bocciata la riga centrale che indurisce moltissimo
il volto. Promossi meches, colpi di sole, ondulature e tutto
ciò che dona dinamicità al capello.
TRIANGOLARE
Il viso a triangolo presenta la linea mandibolare più lar-
ga rispetto alla fronte che appare visivamente più stretta.
È l’esatto opposto del viso a cuore, detto anche “a trian-
golo rovesciato”.
I Capelli
Sono particolarmente adeguati i tagli corti o medi, spet-
tinati o mossi soprattutto nella parte alta perché tendo-
no ad armonizzare la parte superiore del viso con quella
inferiore, di per sè già molto pronunciata, bilanciandola
con il volume.
DIAMANTE
Il viso a diamante è caratterizzato da zigomi e guance mol-
to pronunciati rispetto a un mento tendenzialmente sfinato
e una fronte poco ampia.
I Capelli
Per questa tipologia di viso non c’è un particolare ac-
corgimento da tenere presente: evitate tagli troppo netti
che mettano in primo piano gli zigomi, quindi puntate su
tagli sfilati o mossi.
81
Siamo arrivati al termine di questo trattato sulla morfologia
moderna e spero che la lettura sia stata di tuo interesse.
Abbiamo affrontato tanti principi e metodi e siamo andati
a descrivere gli “attrezzi” più nascosti in questo settore.
Non si trovano in commercio tanti libri sulla morfologia;
magari questo argomento viene trattato in poche decine di
pagine, in volumi e manuali che spiegano sommariamente
cosa sia questa disciplina.
Ma descrivere la morfologia, anche se comunque
importante, sicuramente non è sufficiente per “toccare”
una persona a distanza. Quindi hai bisogno di metodi e
questo testo può servirti allo scopo.
Il presente libro mostra tecniche e metodi per
realizzare le analisi; la presentazione della morfologia
resta comunque qualcosa di personale e quindi, pur
avendo trovato tante indicazioni, alla fine devi scoprire tu
la strada adatta a te, per presentarti come morfologo in
maniera coerente con la tua persona.
Questo è ciò che deve accadere.
Il segreto di tutto sta nella parola “passione”.
Capirai che stai studiando qualcosa che ti piace solo se ti
brilleranno gli occhi mentre lo fai. Se leggendo un corpo
che non avevi mai osservato in modo così dettagliato, ti
sentirai rapito dall’astuzia del metodo, allora sei un vero
appassionato. Quando vedrai questa luce negli occhi di
una persona che assiste affascinata ad una tua analisi
morfologica, potrai dire di padroneggiare bene la tecnica e
con molta probabilità anche lei ti chiederà informazioni su
questa disciplina...
Ricorda,ilverosegreto stanellapassioneconcuirealizziamo
ciò che vogliamo ottenere, solo così possiamo trasmetterla
agli altri. Voglio infine ricordarti che conoscendo queste
tecniche hai delle responsabilità.
Se fatte bene, le analisi morfologiche possono non solo
generare meraviglia, ma in persone particolarmente
suggestionabili trasmettere l’idea che ciò che realizzi possa
essere la soluzione per tutti i loro problemi e tu abbia poteri
paranormali.
Devi essere sempre chiaro nello specificare che non
hai nessun potere, ma che conosci le basi della teoria
umorale di Ippocrate.
Occorre quindi fare attenzione a non alimentare speranze
non reali aggravando quindi una situazione di dolore già
presente.
Sono sicuro che userai queste conoscenze con etica e buon
senso e ricordati...
“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende
visibile ciò che non lo è” (Paul Klee)
A presto!
ALBERTO CALABRIA
Trainer Tutor
staff@albertocalabria.it
www.albertocalabria.it
www.beautyshared.it
Magari la tua comunicazione si
trascina nella routine mentre
tu desideri vivere i continui
cambiamenti di questi
tempi…
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stimolanti, questo corso sotto
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  • 3. 5 PREFAZIONE Tutto cominciò il 12 aprile del 2008. Da allora niente è più stato come prima. Un consulente tricologico, consigliato da un grande amico rappresentante di cosmetici per capelli, entrò nel mio negozio. Si presentò con il nome di Prof. Giovanni Scaffini e mi disse di essere un ‘morfologo’ (de- finizione che prima di allora non avevo mai sentito, ma che racchiude un mondo dentro di sé). Solo guardandomi il fisico fece un’analisi di come ero, cosa mangiavo e come dormivo, dicendomi cose che nessuno po- teva sapere perché molto intime e personali. Mi spiegò che questa disciplina chiamata morfologia è molto antica, ma poco diffusa in Italia. Mi chiesi dove fossi rimasto fino ad allora per non aver mai sentito parlare di quest’arte. Rima- si stupito e veramente senza parole, perché sembrava un qualcosa di magico, di esoterico e mi pareva che quell’uomo riuscisse a leggere i miei pensieri più reconditi. Ovviamen- te io corsi un po’ troppo e cominciai a pensare alle cose che avrei potuto fare approfondendo questa disciplina… A distanza di quattro anni, sto portando avanti questo progetto con il Prof. Giovanni Scaffini e mi sento di chiedergli in continuazione: “Ma come fai veramente a capire le persone? Quali sono i segni che ti portano a comprendere a cosa stanno pensando o addirittura come sia il loro carattere?” Mi è stato chiesto talmente tante volte cosa sia la morfolo- gia, che ho deciso di scrivere questo libro per mettere a di- sposizione di tutti alcune tecniche importanti del suo patri- monio professionale, visto che il Prof. Giovanni in 47 anni di attività non ha avuto il tempo materiale per scriverlo. Quindi in questo libro mi farò semplicemente portavoce dei racconti del Professore e a mia volta cercherò di coinvol- gerti in tutto ciò che descriverò. Vorrei informarti che per imparare a leggere le persone non serve avere capacità paranormali, ma soltanto un’atti- tudine nell’osservazione del linguaggio del corpo, che dice di noi più di tante belle parole. Dopo che avrai acquisito i principi fondamentali e aumentato la tua capacità di os- servazione, molto probabilmente saprai capire te stesso e di conseguenza riuscirai a leggere le persone in modo del tutto disinvolto. Ciò che mi preme dirti è questo: il mio destino in fin dei conti era già segnato quel 12 aprile 2008. La mia vita sa- rebbe stata sicuramente diversa se il Prof. Giovanni Scaf- fini non fosse entrato nel mio salone quel giorno e non mi avesse “analizzato”. Per questo dedico il mio libro a lui, persona elegante, cari- smatica e a me molto cara. Non esiste una seconda possibilità… …per recuperare la prima impressione! Tutti i Diritti sono Riservati. Vietata qualsiasi forma di duplicazione di questo ebook pagina.
  • 4. 7 INDICE Introduzione pg 9 1. Cos’è la morfologia pg 11 Un pò di storia La biotipologia di Ippocrate e Strutture fisiologiche 2. La morfologia del corpo umano pg 21 3. Le quattro morfologie corporee pg 27 4. La morfologia sanguigna pg 31 5. La morfologia linfatica pg 39 6. La morfologia biliosa pg 47 7. La morfologia nervosa pg 51 8. La psicosomatica pg 61 9. I volti pg 63
  • 5. 9 INTRODUZIONE Benvenuto/a nel mio primo libro “First impression - Imparare a leggere le persone attraverso i caratteri morfologici”. L’obiettivo di questo manuale è introdurre il con- cetto e l’importanza di “leggere il corpo” per la buona riuscita delle relazioni interpersonali. Innanzitutto, un grazie a te per averlo acquistato! Questo libro si prefigge l’obiettivo di far incon- trare le esigenze di persone interessate - sia per cultura generale sia per necessità di settore - ad approfondire argomenti che vanno oltre la psico- logia, imparando a riconoscere le persone attra- verso i loro caratteri morfologici. Voglio dirti una cosa: i documenti caricati in que- sto libro sotto forma digitale sono tutti originali, recuperati dal 1940 fino ad oggi. Quindi mi scuso se alcune scansioni non dovessero essere molto allineate o ben visibili, ma questi documenti sono in circolazione da ben 73 anni, e questo ne attesta la loro originalità. Con questo libro cercherò di attingere a quelle risorse straordinarie immagazzinate in ognuno di voi; lo farò utilizzando la psicologia “della let- tura”, ovvero la capacità della mente di creare e costruire immagini. Non mi piacciono lunghe introduzioni teori- che, quindi... cominciamo! “La vita è così breve, l’arte così lunga da apprendere.” (Ippocrate 460 a.C.)
  • 6. 11 Capitolo 1 COS’ÈLAMORFOLOGIA MA COS’È LA MORFOLOGIA E QUANDO NASCE? La “Morfologia del corpo” è la tecnica che si occupa delle relazioni fra i segni che appaiono sulla superficie e le forme del corpo, con i vari disequilibri e disordini in- terni. In altri termini possiamo dire che questa tecnica di indagine corporea è di fatto la lettura del libro della vita, cioè il saper individuare e comprendere la lingua della natura ed il suo parlare (i segni che essa fornisce) a colui che sa leggerla. Il complesso dei segni morfologici ed epidermici ci per- mette di determinare le caratteristiche di un soggetto e di prevenire anche gli attacchi di malattie difficili da trattare. La conoscenza del proprio corpo, serve inoltre per regolare la vita in modo più consono alle leggi che governano gli organismi viventi; inoltre l’osservazione degli altri e di sè stessi, aiuta a comprendere meglio i propri comportamenti e quelli altrui. UN PO’ DI STORIA… Agli albori dell’umanità, prima di ogni cre- denza, prima di ogni sistema, la medicina nella sua interezza risiedeva in un rappor- to immediato tra la sofferenza e ciò che l’alleviava. Fin dalle antiche origini cosmologiche si riteneva che l’universo fosse composto dai quattro elementi: il fuoco, l’acqua, l’aria e la terra. A questi elementi del cosmo corrisponde- vano sostanze visibili e tangibili del corpo: gli umori. Essi avevano il potere di controllare l’esi- stenza e i comportamenti dell’umanità de- terminando il carattere degli uomini a se- conda di come si combinavano. Ippocrate nasce sull’isola di Kos in una data imprecisata, verosimilmente compre- sa tra il 450 e il 460 a.C., ed è destinato a di- ventare nei secoli il simbolo stesso dell’ar- te medica. A quest’aura di leggenda, che sempre circondò la sua figura, si devono le innumerevoli e fantasiose tradizioni fiorite intorno alla sua esistenza e il confluire sot- to il suo nome di uno stuolo di opere appar- tenenti ad altri autori, note nel loro com- plesso col titolo di Corpus Hippocraticum.
  • 7. 13 Le uniche notizie piuttosto attendibili sulla vita di Ippocrate sono quelle che lo vogliono figlio del medico Eraclide e dedito a frequenti viaggi: molto probabilmente egli soggiornò infatti ad Atene e pure ad Abdera, dove fu in contatto con Democri- to, concludendo infine la propria esistenza in Tessaglia. L’esistenza di un sistema ippocratico, che trascende le semplici osservazioni empiriche sulle varie affezioni, pare confermata da un passo del Fedro (270 a.C.) di Pla- tone, in cui il metodo del medico di Kos si dice finalizzato alla conoscenza del corpo in connessione con la natura, secondo quella corrispondenza fra macrocosmo e mi- crocosmo già intuita da Alcmeone. Anche per lui infat- ti come per Ippocrate, la salute consisteva nell’equilibrio degli opposti, identificati nei quattro umori circolanti nel corpo (sangue, flegma, bile gialla e bile nera). Riporto qui un breve passo tratto dal Fedro platonico: “Per ciò che riguarda la natura, esamina che cosa mai dicono Ippocrate e il ragionamento veritiero. Non occorre forse ragionare così riguardo alla natura di qualsiasi cosa? Innan- zitutto, bisogna vedere se l’oggetto di cui vorremo essere esperti noi stessi e capaci di ren- dere tale un altro è semplice o multiforme. In secondo luogo, qualora sia semplice, occorre esaminare quale potenza abbia per natura, a che cosa si rivolga quando è attivo o da che cosa dipenda quando è passivo. Qualora invece abbia molte forme, dopo averle enumerate, bisogna esaminare ciascuna di esse come si è fatto per la forma unica, per vedere con quale forma ciascuna agisca naturalmente e che cosa faccia, o con quale forma subisca, che cosa subisca e per effetto di che cosa”. Quasi certamente più antico di Ippocrate è il celebre Giu- ramento, che praticamente ancora ai giorni nostri è alla base dell’etica professionale medica e che qui riportiamo in forma integrale: “Affermo con giuramento per Apollo medico e per Esculapio, per Igea e per Panacea – e ne siano testimoni tutti gli Dei e le Dee – che per quanto me lo consentiranno le mie forze e il mio pensiero, adempirò questo mio giuramento che prometto qui per iscritto. Considererò come pa- dre colui che mi iniziò e mi fu maestro in quest’arte, e con gratitudine lo assisterò e gli fornirò quanto possa occorrergli per il nutrimento e per le necessità della vita; considererò come miei fratelli i suoi figli, e se essi vorranno apprendere quest’arte, insegnerò loro senza compenso e senza obbligazioni scritte, e farò partecipi delle mie lezioni e spiegazioni di tutta intera questa disciplina tanto i miei figli quanto quelli del mio maestro, e così i discepoli che abbiano giurato di volersi dedicare a questa professione, e nessun altro all’infuori di essi. Prescriverò agli infermi la dieta opportuna che loro convenga per quanto mi sarà permesso dalle mie cognizioni, e li di- fenderò da ogni cosa ingiusta e dannosa. Giammai, mosso dalle premurose insistenze di alcuno, propinerò medicamenti letali né commetterò mai cose di questo genere. Per lo stesso motivo mai ad alcuna donna suggerirò prescrizioni che possano farla abortire, ma serberò casta e pura da ogni delitto sia la vita sia la mia arte. Non opererò i malati di calcoli, lasciando tal compito agli esperti di quell’arte. In qualsiasi casa entrato, baderò soltanto alla salute degli infermi, rifug- gendo ogni sospetto di ingiustizia e di corruzione, e soprattutto dal desiderio di illecite relazioni con donne o con uomini sia liberi che schiavi. Tutto quello che durante la cura ed anche all’in- fuori di essa avrò visto e avrò ascoltato sulla vita comune delle persone e che non dovrà essere divulgato, tacerò come cosa sacra. Che io possa, se avrò con ogni scrupolo osservato questo mio giuramento senza mai trasgredirlo, vivere a lungo e felicemente nella piena stima di tutti, e raccogliere copiosi frutti della mia arte. Che se invece lo violerò e sarò quindi spergiuro, possa capitarmi tutto il contrario”.
  • 8. 15 Questi scritti - non di rado contrastanti tra loro - hanno in parte come destinatari altri medici, cui vengono insegnate terapie adeguate di tipo dietetico, farmacologico o chirurgi- co, per la cura delle varie malattie. A volte essi forniscono quadri clinici di singoli pazienti, con indicazioni dei sintomi e dei decorsi delle malattie: è questo il caso dello scritto sulle Epidemie. Sulla base della sequenza temporale delle malattie, il medi- co poteva formulare una previsione del loro decorso futuro fino alla conclusione (positiva o negativa che fosse). In vi- sta di tale fine era importantissima una valutazione accu- rata dei dati sintomatici osservabili, cosa a cui provvede il Prognostico. Questo tipo di elaborati mette a disposizione di altri medici il sapere acquisito personalmente o ricevuto a propria volta da altri: si presuppone, pertanto, che il sapere medico possa essere accumulato e accresciuto gradualmen- te. Questo aspetto è evidente anche nel celebre Giuramento ippocratico, che ingiunge esplicitamente di trasmettere gli insegnamenti scritti e orali ai propri figli, ai figli del proprio maestro ed agli allievi che hanno prestato il giuramento. In quest’ottica, il sapere medico appare come patrimonio di un gruppo chiuso di specialisti, non di rado legati tra loro da rapporti familiari. Un altro gruppo degli scritti costituenti il Corpus Hippocraticum si rivolge invece ad un pubblico colto, non di soli specialisti, interessato a discussioni concer- nenti la natura dell’uomo, le malattie e i modi per affrontarle e debellarle. Il medico antico appare come un personaggio girovago, che giunge di città in città a offrire i suoi servizi e a mettere a disposizione il proprio sapere: egli si trova dun- que in forte competizione con i suoi rivali e deve dimostrare la propria superiorità su di essi non solo nei fatti, ma anche con i propri discorsi. Inoltre, i frequenti insuccessi terapeu- tici dei medici antichi (per esempio durante la terribile peste che sconvolse Atene nel 429 a.C., mirabilmente descritta da Tucidide) li espongono ad attacchi non solo da parte di altri medici, ma anche da parte di pratiche magiche alternative alla medicina. La qual cosa costringe i medici a riflettere profondamente sui caratteri metodici della loro disciplina, sulle sue possibilità e sui suoi limiti. Un primo obiettivo po- lemico proviene da forme di medicina magico/religiose. La medicina, per difendersi, deve dimostrare il carattere natu- rale di tutte le malattie, dovute a cause naturali e non divi- ne; malattie che siano curabili con gli strumenti propri della medicina e non con il ricorso a pratiche magiche. Un ulteriore obiettivo polemico è dato da impostazioni medi- che fondate su presupposti filosofici che negano la possibilità di esistenza di una medicina come terapia dei mali del cor- po. Tale è l’eleatismo nella formulazione datane da Melisso, giacchè con la sua rigida concezione dell’unità dell’essere esso esclude dal dominio dell’essere la possibilità di provare dolore e, più in generale, di compiere e subire un’azione. LA TEORIA DEI QUATTRO UMORI Contro le tesi di Melisso e di quei medici che sostengono che uno ed uno soltanto è il costituente fondamentale del corpo umano, si propone lo scritto intitolato La natura dell’uomo, considerato da Galeno l’espressione migliore dell’autentico pensiero di Ippocrate (sebbene Aristotele L’uomoècostituito daunamolteplicità dielementi
  • 9. 17 sostenga che questo scritto debba essere attribuito non già a Ippocrate, bensì a suo genero, Polibo). Il nucleo di questo documento è la teoria dei quattro umori, ai qua- li corrispondono i quattro temperamenti fondamentali dell’uomo: i melanconici, in cui predomina la bile nera; i flegmatici, in cui predomina il flegma; i sanguigni, in cui predomina il sangue, e infine i biliosi, in cui pre- domina la bile gialla. In netta opposizione con Melisso, che asserisce che la no- zione di malattia presuppone l’esistenza di una moltepli- cità di elementi in relazione tra loro, cosicché l’alternati- va è o negare l’esistenza delle malattie (e, con esse, della medicina) o riconoscere che l’uomo è costituito da una molteplicità di elementi. Muovendo da questa prospettiva, l’autore dell’opera costruisce una teoria generale dell’uo- mo come insieme costituito dai quattro umori. Dal rappor- to equilibrato di essi scaturisce la salute, mentre la ma- lattia non è altro che la rottura del loro equilibrio. Questa dottrina conoscerà un’ampia diffusione nella tradizione medica antica e sarà trasmessa fino all’epoca moderna. LAMEDICINAANTICA Un posto a parte, nel Corpus Hippocraticum, occupa lo scritto intitolato “La medicina antica”, anch’esso per- corso da una vena fortemente polemica: il bersaglio di tale polemica è costituito dalle dottrine generali sul co- smo e sulla natura dell’uomo, come quelle elaborate da Empedocle. Al contrario, il documento di Ippocrate pone al centro la variabilità dei casi individuali, portando alle estreme conseguenze quella consapevolezza della molte- plicità e diversità delle situazioni naturali e culturali che aveva attraversato l’intera cultura del V secolo a.C. Il medico deve saper riconoscere la varietà dei casi indi- viduali nel formulare le sue diagnosi e fare le sue terapie, senza cedere all’illusione filosofica che esista un’unica te- rapia ugualmente valida per tutti gli infiniti casi possibili. Del resto la scoperta stessa della medicina sta a dimostrare, secondo l’autore dello scritto, come solo procedendo per di- stinzioni sempre più articolate il sapere medico possa per- venire ad una maggiore precisione ed efficacia. La medicina è quindi, in primo luogo, una terapia median- te alimenti, bevande ed esercizi, ossia poggia il suo nucleo portante nella dietetica. Ma quest’ultima, che provvede a fornire a ciascun paziente l’alimento adeguato a curarlo, altro non è se non la conseguenza della scoperta che gli uomini, per sopravvivere, non possono nutrirsi degli stes- si cibi di cui si nutrono gli animali, così come i malati non possono ricevere la stessa alimentazione dei sani. La medicina è allora un sapere autonomo capace di cresce- re in direzione di un sempre maggiore perfezionamento dei suoi strumenti metodici e terapeutici: “la medicina da gran tempo ormai dispone di tutti gli elementi, e il prin- cipio e la via sono stati scoperti, grazie ai quali in lungo corso di tempo sono state fatte molte ed egregie scoperte, e il resto nel futuro sarà scoperto”. Il messaggio centrale che voglio trasmettere è che la medi- cina stava assumendo uno statuto ontologico autonomo e di scienza. Lo scritto si schiera contro ogni medicina “filosofi- ca”, che pretende cioè di insegnare il mestiere ai medici a
  • 10. 19 partire da teorie generali sull’uomo e sul mondo: ciò implica un eccesso di generalità che le rende inutilizzabili, giacchè i filosofi non spiegano il rapporto dell’universale col parti- colare. Il medico, a differenza del filosofo, può rivendicare di dare il bene reale agli uomini: molto marcato è il senso della scoperta della medicina e della sua autonomia indi- scutibile, la sua capacità di fare scoperte cosicchè anche “il resto nel futuro sarà scoperto”; non ci si deve, pertanto, ac- contentare delle scoperte fatte, ma bisogna adoperarsi per farne di nuove e questo è possibile solo se le generazioni future faranno tesoro del sapere accumulato dai loro pre- decessori. Coi profani si deve solamente discutere dei mali che affliggono l’uomo e loro stessi: in quest’ottica, è impor- tantissima l’anamnesi, ovvero la ricostruzione mediante il colloquio col paziente del male passato per ‘individuare’ il male presente e l’evoluzione che la malattia avrà nel futuro. Questa metodologia non è propria solo dei medici: anche gli storici, in una certa misura, partono dalla convinzione che per prevedere il futuro si debba conoscere bene il pas- sato, perché ciò consente di formulare delle costanti. MA COME È NATA LA MEDICINA? È un sapere naturalissimo, concepito dall’interrogativo di uomini illuminati che si chiedono se chi soffriva dovesse seguire lo stesso regime alimentare di chi era sano. È nata, in fin dei conti, per la naturale esigenza di sopperire alle malattie dell’uomo, necessità ineliminabile. Il passaggio dallo stato ferino alla civiltà sta a mio avviso, nella scoperta del fuoco e nella cottura dei cibi. Proprio così si scoprirono quali cibi erano utili e quali no. Non c’è da meravigliarsi se i primi a scoprire l’arte medica furono visti quasi alla stregua di autentiche divinità anche se, in real- tà, erano uomini che esercitavano una tecnica tipicamente umana. Ma ci accorgiamo che anche solo per sapere cosa è la natura è necessario partire da studi di medicina: il medi- co sa cosa è l’uomo e lo deduce da ciò che l’uomo mangia e beve, studiandone la salute e la condotta di vita. In un brano tratto da un saggio del Corpo ippocratico Sulla tecnica è tratteggiata una sorprendente teoria della scoper- ta scientifica: “Scopo e compito della scienza è lo scoprire qualcosa che prima non era scoperto e il cui esser scoperto sia preferibile al restare ignoto”. Assai interessante è anche il componimento dal titolo Arie, acque, luoghi: il messaggio basilare dell’opera è che il medico deve prestare particola- re attenzione ai luoghi, all’aria e all’acqua che caratterizza- no l’ambiente, poiché egli deve scientemente tenerne conto nella prescrizione delle diete e nella diagnosi delle malattie (che trovano nell’aria uno dei principali veicoli di trasmissio- ne). L’ulteriore messaggio che emerge dalla lettura di questo elaborato è che l’aria, le acque e i luoghi condizionano in maniera imprescindibile la costituzione umana, sia nel bene che nel male, cosicché il buon medico dovrà conoscere in maniera adeguata l’ambiente in cui il paziente vive per poter così meglio svolgere la sua attività terapeutica. Ci troviamo dunque dinanzi ad un determinismo ambientale assai vicino a quello delineato da Diogene di Apollonia: l’ambiente de- termina in maniera imprescindibile chi in esso si trova. In questa prospettiva, ci si lancia in un’autentica fisiognomica ambientale, facendo corrispondere a determinati individui altrettanti territori (ad esempio, chi è nato in zone boscose presenterà specifiche caratteristiche, e così via). Ricorda: la“mente”mente, il“corpo”no!
  • 11. 21 Capitolo 2 LAMORFOLOGIADELCORPOUMANO La morfologia del corpo umano è il principio biotipolo- gico secondo il quale non esistono tipi puri, ma soltanto delle prevalenze più o meno accentuate. Il corpo umano è come un libro aperto, le forme fisiche, l’aspetto, gli at- teggiamenti, il modo di muoversi, raccontano la storia di ogni individuo. Il carattere, le predisposizioni orga- niche, i disturbi fisici/psichici possono essere letti pren- dendo in considerazione il flusso degli ormoni corporei. UN MODELLO ATTUALE DI FISIOGNOMICA Nell’incontro con le persone siamo sempre di fronte a due livelli di intuizione e percezione dell’altro, distinguibili se- condo criteri temporali. a) Livello diacronico (fisiognomica): è composto da ciò che ricorre nella persona ed è dunque frutto dell’osserva- zione, dell’analisi e della valutazione dell’altro, in differen- ti momenti, anche percepibile mediante processi empatici profondi. Queste stesse ricorrenze percepibili ed osserva- bili segnano la struttura corporea nel corso del tempo e connotano l’esteriorità rendendone più accessibili le valen- ze interiori. Rughe, solchi della pelle, struttura muscolare, postura e andatura non sono necessariamente frutto di un “programma” genetico ma possono anche segnare la stra- da percorsa (in questo senso anche cicatrici e altri segni apparentemente contingenziali hanno significati rilevanti soprattutto se analizzati in una prospettiva diacronica). b) Livello sincronico (patognomica): ciò che al momento stesso dell’incontro si intuisce o si percepisce rispetto allo stato d’animo dell’altro in relazione alla coincidenza/con- tingenza dell’incontro. Ovviamente questo livello ci serve diagnosticamente nelle situazioni di consulenza (soprattut- to nel counseling d’emergenza) ed è alla base degli studi che dimostrano l’unitarietà dell’espressività umana al di là delle popolazioni di provenienza. Sono meno rilevanti però per la comprensione complessiva di una persona che richiede invece indicatori più ampi e solidi o tempistiche maggiori. Ancora oggi questa scienza chiamata morfologia è di gran- de attualità ed interesse e la sua applicazione può essere utile in diversi settori: selezione del personale nelle azien- de, marketing, tecniche di vendita e comunicazione, gestio- ne dei conflitti in ambito familiare, cura con metodi natura- li dei classici disturbi correlati a ciascun tipo e rappresenta un valido supporto per la psicologia tradizionale e la psico- somatica. La morfologia è la scienza che studia le forme fisiche e le classifica in quattro temperamenti fondamentali sulla base di quattro supposti umori: SANGUIGNO, LINFATICO, NERVOSO, BILIOSO. SANGUIGNO LINFATICO NERVOSO BILIOSO
  • 12. 23 LA TEORIA UMORALE La teoria umorale, rappresenta il più antico tentativo, nel mondo occidentale, di ipotizzare una spiegazione eziologica all’insorgenza delle malattie, superando la concezione superstiziosa, magica o religiosa. Ippocrate ci tramanda la seguente tavola, che avrebbe resistito al trascorrere dei secoli: UMORE STAGIONE QUALITÀ ETÀ SEDE DEFLUSSO sangue primavera caldo e umido infanzia cuore naso bile gialla estate caldo e secco giovinezza orecchie bile nera autunno freddo e secco maturità fegato occhi flegma inverno freddo e umido vecchiaia bocca Nel VI secolo a.C. Anassimene di Mileto aveva introdotto nel pensiero greco la teoria dei quattro elementi fonda- mentali (aria, acqua, fuoco e terra) che costituiscono la realtà. Un secolo più tardi Empedocle diede corpo a questa teo- ria, sostenendo che la realtà che ci circonda, caratterizza- ta dalla mutevolezza, è composta da elementi immutabili, da lui nominati radici. Ogni radice possiede una coppia di attributi: il fuoco è caldo e secco; l’acqua fredda e umida; la terra fredda e secca; l’aria calda e umida. Ippocrate tentò di applicare tale teoria alla natura uma- na, definendo l’esistenza di quattro umori base, ovve- ro: bile nera, bile gialla, flegma ed infine il sangue (umore rosso). La terra corrisponderebbe alla bile nera (cioè alla milza), l’acqua corrisponderebbe alla bile gialla (detta anche collera) che ha sede nel fegato, l’aria alla flemma (o flegma) che ha sede nella testa, il fuoco al san- gue la cui sede è il cuore. A questi corrispondono quattro temperamenti (fleg- matico, melanconico, collerico e sanguigno), quat- tro qualità elementari (freddo, caldo, secco, umido), quattro stagioni (primavera, estate, autunno ed in- verno) e quattro stagioni della vita (infanzia, giovi- nezza, maturità e vecchiaia). Il buon funzionamento dell’organismo dipenderebbe dall’e- quilibrio degli elementi, definito eucrasia; al contrario, il prevalere dell’uno o dell’altro elemento causerebbe la ma- lattia (discrasia). Oltre ad essere una teoria eziologica della malattia, la teoria umorale è anche una teoria della personalità, la predisposizione all’eccesso di uno dei quattro umori de- finirebbe un carattere, un temperamento e insieme una costituzione fisica detta complessione.
  • 13. 25 • il malinconico, con eccesso di bile nera, è magro, debole, pallido, avaro, triste; • il collerico, con eccesso di bile gialla, è magro, asciutto, di bel colore, irascibile, permaloso, furbo, generoso e superbo; • il flemmatico, con eccesso di flegma, è beato, lento, pigro, sereno e talentuoso; • il sanguigno, con eccesso di sangue, è rubicondo, gioviale, allegro, goloso e dedito ad una sessualità giocosa. La morfologia è più di un’interessante conversazione da tavola. È la forma più potente di comunicazione tra gli uomini. Saper decifrare il corpo permette per così dire di “legge- re” la mente degli altri. L’uomo è in continua trasformazione ed evoluzione, attra- verso scelte consapevoli. Nulla è irreversibile, ogni cosa può essere presa e trasformata di nuovo; la conoscenza di quel che ci circonda, dei comportamenti e dei segni corporei ci permetterà di correggere i nostri errori e di sentirci sempre meglio prevenendo ogni malessere. Si tratta di imparare a leggere tutto ciò che appare all’e- sterno del corpo, come ad esempio il modo di cammina- re, il portamento, e l’assetto della colonna vertebrale. Ma anche le proporzioni, il tono e le tensioni, la sudorazione, i foruncoli, i pruriti, la forfora, le macchie, le protuberan- ze, le ferite, le deformazioni dei vasi sanguigni, il colore della pelle, la forma, il colore e i segni delle unghie, i problemi ai denti, le macchie sul viso, gli odori, i pro- fumi emanati ecc., in modo da trarre utili informazioni per una più corretta diagnosi immediata dei disordini del soggetto.
  • 14. 27 Capitolo 3 LEQUATTROMORFOLOGIECORPOREE La morfologia del corpo quindi permette di “leggere” il corpo umano come se fosse un libro o una mappa, ma soprattutto essa ha la facoltà di fornire, all’osservatore capace, informazioni sul comportamento e sullo stato fi- siologico dell’osservato. Ogni piccola alterazione neuro- muscolare della faccia, delle braccia, della schiena, del petto, delle mani, dell’addome, delle gambe, dei piedi, della postura, permette a chi sa interpretarle, di conosce- re le attitudini caratteriali della persona senza che essa se ne avveda. Milton Erickson diceva sempre: “Voi siete molto di più di quello che pensate di essere e sapete molto di più di quello che pensate di sapere. Tutte queste informazioni che voi avete ma che non sapete di avere, sono nascoste ed immagazzinate nel vostro inconscio.” Una cosa è certa: le regole esposte qui non pretendono di avere una validità universale, perché senza un’adeguata preparazione professionale, una sensibilità istintiva e la giusta intuizione si può anche sbagliare. Il mio consiglio è di appassionarti ai dettagli perché è impossibile non comunicare e la comunicazione non è quello che diciamo, bensì quello che arriva agli altri. MA COME SI FA’ AD OSSERVARE PIU’ ATTENTAMENTE E CHE COSA È IMPOR- TANTE NOTARE? Come primo passo devi impegnarti a guardare sempre con maggiore attenzione. Questo non significa che d’o- ra in poi devi fissare in maniera plateale il tuo interlo- cutore, ma vuol dire che devi sviluppare “antenne più sensibili”. Normalmente non prestiamo particolare attenzione a quanto ci circonda nella nostra vita quotidiana, ma ba- sterebbe volerlo fare! Ti sarà capitato di dover cambiare automobile: una vol- ta scelto il modello, stranamente ti sembra di vederlo ovunque tu sia; sembra quasi che l’Universo si sia im- pegnato a mettere davanti ai tuoi occhi ciò che in quel momento il tuo pensiero ha semplicemente sviluppato con più energia. Pensa a quanto è forte la legge d’attrazione, prova su ogni cosa che fai quotidianamente e vedrai i risultati... Qui sotto troverai un sistema pratico per comprendere rapidamente le morfologie. Tale sistema è studiato per chi vuole intraprendere questa strada, imparando ad os- servare il soggetto seguendo questo modulo, inserendo una crocetta in corrispondenza della caratteristica che si riscontra nel soggetto. Alla fine si sommano i risultati e si verifica quale forma morfologica prevale.
  • 15. SISTEMA PRATICO PER CAPIRE RAPIDAMENTE LE MORFOLOGIE ANALISI MORFOLOGICA CARATTERISTICHE 1 - Sanguigno 2 - Linfatico 3 - Bilioso 4 - Nervoso FORME CORPOREE Robuste Corpulente, rotonde Aspetto armonico Longilinee, magre COLORE Roseo, rosso Bianco, opalino Giallo olivastro Giallo pallido CONTATTO PELLE Caldo umido Freddo umido Caldo secco e/o untuoso Freddo secco FORMA VISO Ovale esagonale Rotondo Quadrato rettangolare Triangolare LABBRA Spesse, rosee,taglio largo Spesse, molli, cadenti, taglio largo Fini, strette, taglio largo Fini, strette, taglio stretto SPALLE Larghe, leggermente cadenti Strette, cadenti Larghe rettilinee Strette, minute TORACE Voluminoso, vita larga Largo, corto, vita molto larga Ben rappresentato, vita stretta Stretto, lungo, vita normale BACINO Largo e grosso Voluminoso, gonfio Stretto, ben modellato Stretto, magro, scarno CAPELLI Colore castano chiaro, radi, fini, fragili Colore chiaro, radi, fini, fragili Colore scuro, abbondanti, robusti, ondulati, morbidi Colore castano, radi, spessi, aridi CUOIO CAPPELLUTO Umido, sudato Poco consistente, gonfio, umido, sudato Untuoso con forfora sulle tempie Secco, arido, rugoso ZONE CADUTA Regione occipitale Diradazione uniforme Regione frontale, parietale, occipatale Regione superiore delle tempie PUNTEGGIO 29 Come avrai notato nello schema del “sistema pratico” ri- portato qui sopra, sono descritte 4 forme morfologiche e le loro caratteristiche. Questo ti può aiutare perché se memo- rizzi bene queste caratteristiche, puoi arrivare veramente a capire chi ti sta davanti: cosa pensa, cosa mangia, come dorme e che tipo di carattere ha. A QUALE MORFOLOGIA, SECONDO TE, PUOI APPARTENERE? Tieni presente che non esistono caratteri puri ma misti, per cui risulterai possedere i tratti di due o più morfologie. Occorre individuare il carattere prevalente. Per aiutarti ho escogitato una strategia: Leggi la tabella una riga alla volta. Per ogni caratteristica ci sono quattro possibili tipologie qualitative, corrispondenti alle quattro morfologie. Scegli e barra quella che ti descrive meglio. Alla fine, somma le caratteristiche selezionate per ciascuna colonna. Scrivi il punteggio che ritrovi sotto ogni colonna e otterrai una cifra di quattro numeri e attribuendo ogni numero ad ognuna delle tipologie della diagnosi otterrai questo schema. Ne consegue che se otterrai la cifra 2246, avrai una prevalenza di carattere nervoso con una forte componente flemmatica ed una debole percentuale di collerico e sanguigno. Realizzata la cifra caratteriologica personale scrivila su un foglio. Ti servirà come confronto e rileggendo ogni forma morfologica a seconda dell’indagine riuscirai a capire se il soggetto rispecchia le caratteristiche di carattere, struttura fisica, alimentazione delle due forme in prevalenza. SANGUIGNO 2. BILIOSO 2. LINFATICO 4. NERVOSO 6.
  • 16. 31 Capitolo 4 1-MORFOLOGIASANGUIGNA La prima è la FORMA SANGUIGNA, facilmente riconosci- bile dal colore molto chiaro e roseo della pelle, forme del corpo robuste, labbra molto spesse e fondoschiena molto arrotondato. Caratteristica fondamentale: VIV ACITÀ Immagine fotografica: “VIVE NEL PRESENTE” Qualità principali: • SUPERFICIALE • IRRESPONSABILE • SPENSIERATO • LOQUACE Ha grande ricchezza di circolazione, molta elasticità di metabolismo, un sangue ricco e ben ossigenato. La pelle è rossa e colorita, morbida e umida al contatto. I sanguigni presentano un’espressione sorridente e be- ata, accompagnata da lineamenti ascendenti e arroton- dati, da gesti ampi e curvi. Ha soprattutto un imperioso bisogno di movimento e di attività; vuole camminare, detesta lo starsene rinchiuso, ha bisogno dello spazio aperto e dell’aria libera; detesta l’attesa, che è azione compressa. In questo soggetto la bellezza “c’è e non c’è” ma decisa- mente è il soggetto più simpatico, gioviale, chiacchie- rone, vanitoso, impulsivo ed emotivo. Dotato di discreta robustezza fisica. Tutto ciò è determinato dalla circola- zione sanguigna che crea irrorazione nei tessuti nutren- doli e conferendo loro forza e robustezza. Naturalmente il sangue è incanalato in vasi arteriosi che, con il passare degli anni tendono alla sclerosi. Il circolo venoso e linfatico, spesso mostra segni di in- gorgo in quanto la velocità del flusso risulta rallentata e tendente spesso al ristagno. Questo stato di congestione circolatoria, corrisponde molto spesso ad un rallenta- mento della funzionalità renale. Il rene, inteso come organo filtro delle scorie circolanti, in questo soggetto gioca un ruolo piuttosto importante. Si for- mano edemi (rigonfiamenti), soprattutto nelle regioni più declivi degli organi inferiori, che determinano alterazioni di forma e di struttura dei tessuti, che preludono dapprima alle prime alterazioni estetiche, successivamente a quelle cliniche (varici-ulcere varicose). Questo fenomeno, cono- sciuto più comunemente come “ritenzione idrica”, provo- ca alcune reazioni riflessive quali la sudorazione profusa (iperidrosi) - di odore particolamente acre - e alterazioni di forma e di struttura degli strati cutanei. La funzione respiratoria influenza sia la morfologia che la vita attiva di questo soggetto. infatti, una insufficiente ossigenazione determina rallentamento del metabolismo tissutale, con accumulo di scorie e perdita dello stato di Ilsoggetto sanguigno Amalavita allegraeifaciligodimenti.
  • 17. 33 MORFOLOGIASANGUIGNA • FORME COPOREE.........Robuste • MUSCOLATURA............Consistente, soda, tondeggiante • COLORE CAPELLI........Castano chiaro • CAPIGLIATURA.............Liscia, tendente all’ondulato • DIRADAZIONE..............Regione occipitale superiore • CUOIO CAPELLUTO....Umido, sudato, arrossato, sensibile con prurito • FORMAVISO..................Ovale, esagonale • COLORE OCCHI............Azzurri • LABBRA...........................Spesse, rosee, taglio largo • COLORE...........................Roseo, rosso • CONTATTO PELLE........Caldo, umido • SPALLE.............................Larghe, leggermente cadenti • TORACE...........................Voluminoso, vita larga • SENO.................................Rotondo, ben sviluppato • BACINO............................Largo, grosso • GAMBE.............................Ben sviluppate, coscia voluminosa freschezza e di tono, non disgiunta da uno scadimento delle forze fisiche attive generali. L’apparato digerente, particolamente impegnato da una ac- centuata voracità ansiosa, mostra segni di intossicazione precoce che presto si manifesta riempiendo le “forme mor- fologiche” e contribuisce ad appesantire e rendere robuste le fattezze corporee.
  • 18. 35 ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CUOIO CAPELLUTO • poco protetto e delicato, perchè la sudorazione eccessiva fa au- mentare la quantità e scadere la qualità idrica nella composizio- ne del film idrolipidico, alterando così il pH cutaneo rendendolo maggiormente alcalino • ricco di residui proteici che agiscono come fattore inquinante e irritante (possono provocare prurito) • risulta molto caldo e arrossato al vetrtice • predisposto alla caduta precoce al vertice (alopecia androge- netica) ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CAPELLO • medio-fine: si rompe con facilità perchè i legami chimici interni (ponti cistinici) hanno perso la loro integrità • soggetto frequentemente a modificare il pigmento naturale o variare la tonalità del pigmento chimico di sintesi (viraggio di colorazione) perchè non permette una perfetta ossidazione della colorazione stabilita. ALTERAZIONI ESTETICHE DEL VISO • cute delicata in superficie, facilmente calda ed arrossata (coupe- rose) spesso gonfia con difficoltà di drenaggio, talvolta untuosa soprattutto nella zona centrale del viso • l’eccessiva sudorazione può causare perdita di sali fisiologici (de- mineralizzazione) • le difficoltà di scambio circolatorio provocano stasi di liquidi so- prattutto nelle guance dove si può riscontrare presenza di scorie (intossicazione) e acne ALTERAZIONI ESTETICHE DEL TRONCO • il torace ben sviluppato è sede di depositi di tessuto adiposo (cellu- lite) soprattutto in regione sottoascellare, addome, fianche e dorso. • in alcuni soggetti l’addome è molto prominente. • si possono briscontrare smagliature sulla regione addominale, fian- chi, regione lombare e seni. • il soggetto morfologicamente sanguigno tra benefici da un mas- saggio di base circolatorio ad effetto drenante e dinamizzante la stasi venosa. Sereno nello sguardo, vivace nell’immaginazione, ottimi- sta ma superficiale, simpatico, gioviale, chiacchierone ed impulsivo. La forma morfologica appena analizzata soffre particolarmente di mal di schiena e a volte ha dolori ad una gamba, principalmente perché la sua alimentazione è ba- sata sul consumo di latticini, tra cui mozzarelle, formaggi molli, latte, yogurt e verdura cotta… Questi alimenti provocano nel corpo della sanguigna gon- fiore allo stomaco (alcuni giorni si sente gonfia, in altri si sente “piatta”) mal di schiena (perché i reni sono appesanti- ti dalle tossine), gambe molto dure, piedi gonfi alla sera per via della ritenzione idrica e soffre di ansia nervosa… Quella Sanguigna è una morfologia con un carattere molto schietto, quindi se ti deve dire qualcosa non te lo manda a dire anzi, a volte usa anche metodi fin troppo diretti e poco garbati, ma sicuramente è la forma più sincera per eccellenza. È come la noce, dura fuori e morbida dentro o addirittura molto fragile, per via del suo carattere partico- larmente sensibile. È molto pensierosa al punto che mentre sta facendo una cosa la sua testa sta già pensando ad al- tro, e costruisce dentro di sé viaggi incredibili, e proprio questa caratteristica denota la sua insicurezza di base. Ha bisogno di essere sempre coinvolta altrimenti si annoia e necessita di parlare in continuazione per sfogare l’ansia che la rende irrequieta… La forma sanguigna dorme in posizione fetale e tendenzial- mente alza una gamba (solitamente quella che gli fa male) o in alcuni casi tutte e due, verso il petto; a volte si gira a pancia in giù e mette le mani sotto il cuscino tirandolo a sé. Questo gesto è compiuto a livello inconscio per ripararsi o proteggersi dall’ ansia nervosa. Per la Sanguigna il risveglio condiziona la giornata: se è la “mattina giusta” si alza e in 5 minuti ha fatto tutto quello che deve fare, altrimenti comincia a dire: “ma chi me l’ha fatto fare di alzarmi”, “non ho voglia di fare niente”… e via dicendo.
  • 19. 37 Tutto questo dipende dalla circolazione. Non appena al mattino apre gli occhi, in pochi secondi è in piedi, pronta ad affrontare la giornata! Alzarsi di colpo, dopo che si è stati sdraiati tutta la notte, fa si che il sangue scorra veloce- mente dalla testa ai piedi; ciò può causare capogiri e un ab- bassamento di pressione istantanea, tanto che per rialzarla e stabilizzarla bisognerebbe sdraiarsi nuovamente e alzare le gambe per almeno 10 minuti. COSACOMPROMETTONOIMOVIMENTIISTINTIVIEIMPULSIVI? L’umore. Infatti frequenti sono gli sbalzi d’umore di questa forma morfologica. Per ridurli è sufficiente che quando ti svegli, da sdraiata, alzi le gambe e, come se fossi su una bicicletta, fai 15 pe- dalate. Poi abbassa le gambe e siediti sul fianco del letto lasciando le gambe a terra. Dopo 30 secondi, rialzati. At- tuando questi accorgimenti gli sbalzi d’umore vengono di- minuiti notevolmente, a volte anche annullati... La forma sanguigna presenta a volte dolori di emicrania provocati dall’irrigidimento dei muscoli cervicali, causato dall’ ansia nervosa. Tali muscoli contraendosi comprimono le carotidi e il flusso sanguigno alla testa viene ridotto. Inol- tre, soffre di prurito nella zona occipitale del cranio (nuca) che è anche la sua parte. Questo perché è il punto riflesso- geno dei reni, una parte attiva di circolazione crea molto spesso l’abitudine di passarsi la mano nei capelli nella parte posteriore. Nella parte frontale ha capelli molto sottili, a volte desqua- mazione, soprattutto nei periodi di forte tensione nervosa. Il consiglio quindi è quello di utilizzare uno shampoo de- licatissimo, come è la sua pelle, tanto che se qualcuno le da un pizzicotto si formerà un livido persistente per una settimana. Queste persone non riescono a stare in ambienti dove l’aria è viziata e dove c’è troppo caldo. Diventano rossi in viso e sul collo perché si attiva la circolazione e la temperatura in- terna si alza. Percepiscono mancanza di ossigeno e quindi tendono ad uscire per pendere una boccata d’aria. Per concludere hanno sempre mani e piedi freddi. Alcuni soggetti soffrono durante l’inverno di mani secche e scre- polate; tendenzialmente si coprono i palmi delle mani con le maniche del maglione.
  • 20. 39 Capitolo 5 2-MORFOLOGIALINFATICA La seconda forma morfologica, quella meno diffusa, è la forma linfatica. Caratteristica fondamentale: METODICITA’ Immagine fotografica: “SCHIA VO DELLE ABITUDINI” Qualità principali: PENSIEROSO PASSIVO APATICO AFFABILE FEDELE ONESTO Il linfatico (o flemmatico) è diametralmente opposto al bilioso. La sua vitalità è centrata sull’istinto di nutrizione e di riserva. La lentezza è l’elemento dominante, come il movimento è l’elemento dominante del bilioso. È una len- tezza che si manifesta nelle reazioni fisiologiche, nei gesti, nel passo, nella parola, nel concetto, nella decisione. Il suo organismo sembra essere rimasto ad uno stadio primitivo, vegetativo, di sviluppo. La pelle è rosea, i tessuti sono freddi e molli, i muscoli sono distesi, infiltrati di grasso, scoloriti. La circolazione è debole, le funzioni sono pigre, le reazioni nervose sono tardive, il sonno è pesante e profondo. Se- condo la definizione che ne dà la psicologia, “linfatismo” è MORFOLOGIA LINFATICA • PELLE....................Bianca, opalina • FORME...................Rotonde, piene • CAPELLI................Chiari, biondi • OCCHI....................Azzurri, chiari • VISO.......................Tondeggiante • COLLO...................Corto, tozzo • SPALLE..................Strette, cadenti • TORACE.................Largo, tondeggiante • GAMBE..................Corte, larghe Organi interessati • CUORE...................Affaticato, soffocato dalla linfa, non pompa a sufficienza • POLMONI..............Insufficienti, affaticati per la mole opulenta • RENI.......................intasati, sovraccarichi • CIRC. LINFATICA.ghiandole linfatiche ed ormonali alterate che .................................... squilibrano il metabolismo ilsoggetto linfatico hacomeelementodominante lalentezza. sinonimo di indolenza, noncuranza, indifferenza, docilità, apatia, placidità.
  • 21. 41 ALTERAZIONI ESTETICHE DEL VISO • colore bianco opalino • epidermide sottile • derma e ipoderma infiltreati da liquidi e tossine stagnanti che ren- dono la pelle spessa, fredda, distesa e senza rughe ma estrema- mente delicata • facilmente soggetta ad ogni sorta di alterazioni esterne ed interne; manca di protezione, nutrizione, drenaggio ALTERAZIONI ESTETICHE DEL TRONCO • naturalmente prevalgono le fattezze grosse, gonfie e flaccide qu- ibdi, in senso generale, mancherà il tono muscolare di sostegno • dorso a gobba di bisonte • fianchi larghi e pieni • addome gonfio e globoso quasi a formare un “salvagente” ALTERAZIONI ESTETICHE DEL SENO • non molto sviluppato come ghiandola, ma piuttosto gonfio e privo di tono: cadente, con un’attacatura al torace spesso ricca di smagliature ALTERAZIONI ESTETICHE DELLE GAMBE • i nglutei pieni, rotondi, ma flaccidi arrotondano pienam,ente le forme di questo soggetto. • la coscia grossa ma non liscia, irregolare e priva di tono, si ap- poggia pesantemente bsull’articolazione del ginocchio che appa- re talvolta notevolmente riempito. • la gamba priva di forma, quasi a “colonna”, appesantisce le fat- tezze di questa morfologia privandola di slancio e di modella- mento. • Il soggetto morfologicamente linfatico trae benefici da un mas- saggio di base circolatorio, ad effetto linfodrenante e dinamiciz- zante la stasi linfatica e venosa. • Si consiglia tuttavia di procedere gradualmente nell’intensità dell’intervento in quanto manovre troppo energiche non sareb- bero tollerate. ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CORPO LINFATICO In questo tipo di morfologia prevalgono le fattezze gros- se, gonfie e flaccide con generale mancanza di tono mu- scolare. L’addome appare gonfio e globoso, quasi simile ad un salva- gente, e spesso sul dorso si denota quella che viene definita “gobba di bisonte”. La coscia priva di tono, spinge con il suo peso sull’articola- zione del ginocchio che in certi casi appare gonfio. Il risul- tato è una gamba  che ha perso la sua linea consueta per assumerne una quasi a colonna che appesantisce ulterior- mente le fattezze di questa morfologia. La ghiandola mammaria non è molto sviluppata, ma il seno si presenta gonfio, privo di tono e quindi cadente. L’attaccatura al torace spesso è ricca di smagliature. La difficoltà di drenaggio, si comincia a manifestare già in età giovanile con edema nel distretto corporeo inferiore. Nel soggetto a morfologia linfatica non mancano segni  di un’accentuata sofferenza circolatoria delle gambe, che si manifesta con i classici inestetismi e disturbi: varici, dilata- zione dei capillari, gonfiori e senso di pesantezza. La cellulite è, ovviamente, di tipo edematosa, localizzata su quasi tutto il corpo, con consistenza pastosa e molto dolen- te. All’interno di braccia e cosce è presente una cellulite molle, di consistenza granulosa, che rende le zone in cui si trova piuttosto flaccide. Si riscontrano con una certa frequenza anche smagliature, distribuite su molte zone del corpo. TRATTAMENTIESTETICIPERILSOGGETTOLINFATICO • Massaggio circolatorio della durata di non più di mezz’ora. L’intensità dell’intervento deve essere gra- duale perché le manovre troppo energiche non sono tollerate. • Massaggio composto
  • 22. 43 • Trattamento rassodante seno • Trattamento per pesantezza arti inferiori • Trattamento cellulite specifico • Termosauna sinergizzato con oli drenanti e disintossicanti. Si procede gradualmente, concentrandosi inizialmen- te sul drenaggio dei liquidi, per poi passare all’appli- cazione di fanghi. • Fangoterapia con alghe marine • Idroterapia • Pressoterapia Il soggetto che presenta questa morfologia si distingue per le sue forme rotondeggianti, determinate da una in- sufficiente circolazione linfatica. Infatti il sistema linfati- co, naturale canale di drenaggio delle scorie organiche, risulta stagnante e di conseguenza nel tessuto connetti- vo  sono presenti infiltrazioni di liquidi e tossine. Il ricambio di nutrimento e ossigeno diventa estrema- mente lento  per cui i tessuti sofferenti appaiono devita- lizzati e privi di tono. Questo quadro negativo viene influenzato anche da una funzionalità respiratoria insufficiente che rallenta le fun- zioni vitali del soggetto. La necessità di ottenere rapidamente energia induce il soggetto a morfologia linfatica a mangiare molti cibi ric- chi di zuccheri, i quali però portano ad un’alterazione nella produzione degli enzimi digestivi. L’attività sessuale sarà, ovviamente, rallentata. ASPETTI MORFOLOGICI Forme corporee: corpulente, rotonde Muscolatura: nascosta da ispessimenti di adipe e liquidi Colore capelli: biondo chiaro Capigliatura: liscia, sottile, delicata Forma del viso: rotondo Colore degli occhi: grigio spento, sporgenti Labbra: spesse, molli, cadenti, taglio largo Colore dell’incarnato: bianco, opalino Pelle: fredda e umida al contatto Spalle: strette, cadenti, come appesantite Torace: largo, corto, vita molto alta Seno: sviluppato, ma rilassato Bacino: voluminoso, gonfio Glutei: voluminosi, cadenti, piatti Gambe: voluminose, gonfie, con edemi diffusi Peli: fragili, delicati, pochi
  • 23. 45 NOTE CARATTERIALI Il rallentamento generale che caratterizza il soggetto a morfologia linfatica si ripercuote anche a livello psichico, inducendolo a ricercare continuamente sicurezza e con- trollo della timidezza. Il carattere è calmo, spesso pigro, apatico, sonnolente e/o flemmatico; tuttavia egli può essere una piacevole com- pagnia grazie ai suoi tratti ironici e gioviali. Rappresentato nel mondo dal 2% della popolazione, ed è proprio per questo che non c’è molto da dire… Questa forma soffre di problemi di ritenzione idrica, pro- vocati da un fattore genetico o da cure ormonali sbaglia- te, subite da bambino. È una persona puntuale, punta l’obbiettivo meglio di un mastino ma il suo comportamento ha un andamento flemmatico, quindi molto lento nei movimenti e pacato. Riservato e delicato nell’approccio con le persone. Il suo tono vocale è molto basso e ha quasi paura di espri- mersi. È una persona molto precisa e prende esattamente alla lettera ciò che gli viene detto; per questo meglio misura- re attentamente le parole quando gli si promette qualco- sa, altrimenti te lo puoi trovare sotto casa, perché lui non dimentica nulla. Vive in uno stato di inferiorità nei confronti delle per- sone. È molto goloso perché gli zuccheri sono, per il suo fisico, energia pronta all’uso. La sua salivazione chiede conti- nuamente assunzione di dolci.
  • 24. 47 Capitolo 6 3-MORFOLOGIABILIOSA Caratteristica fondamentale: REATTIVITA’ Immagine fotografica: “NON SOPPORTA STARE SEDUTO” Qualità principali: • IMPULSIVO • RUMOROSO • TENDE AL COMANDO • NON AMMETTE DI A VERE TORTO I biliosi sono dominati dall’istinto motore che è un istinto di conquista. Ne risulta una “sovra-attività” motrice che provoca rapidi scambi vitali e un certo numero di effetti a cascata: grande resistenza alla fatica, forza fisica in contrasto con apparente magrezza, appetito esagerato e una certa ipertermia. Il colorito è giallo: nell’emozione, anziché arrossire impallidiscono. Il fegato funziona bene, ma la loro bile è molto ricca di colesterina, forse per un eccesso di ferro e tutti i cibi ricchi di ferro (come gli spinaci) sono per loro nocivi; mancando dunque di fluidità, la bile è mal eliminata e parzialmente riassorbita nel sangue. Fisicamente sono caratterizzati soprattutto dal bisogno infaticabile di attività psichica o intellettuale, ora pos- sente, ora inquieta. Sono organizzatori, fondatori, esplo- ratori, conquistatori e uomini d’azione; unificano, sinte- tizzano e lavorano talora sino alla frenesia. MORFOLOGIABILIOSA • FORME...................................Aspetto armonico • MUSCOLATURA..................Apparente, evidente, ben disegnata • CAPELLI................................Bruno, nero • DIRADAZIONE....................Regione frontale occipitale superiore • CUOIO CAPELLUTO...........Tendente al grasso, untuoso, forfora alle tempie • VISO.......................................Quadrato rettangolare • OCCHI....................................Scuri • LABBRA................................Fini, strette, taglio largo • COLORE................................Giallo, olivastro • PELLE....................................Calda, secca e/o untuosa • SPALLE..................................Larghe, rettilinee • TORACE................................Ben rappresentato, vita strtetta • SENO......................................Ben modellato, a pera • BACINO.................................Stretto, ben modellato • GAMBE..................................Slanciate, modellate Ilsoggetto Bilioso Èdominato daunforte Istintod’azione
  • 25. 49 ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CUOIO CAPELLUTO • buona secrezione sebacea; molto lubrificato ma intossinato da scorie lipidiche, per insufficiente metabolismo dei grassi. • colorazione olivastra con possibilità di cisti e scaglie seborroiche • predisposto ad una diradazione dei capelli nelle zone temporali e nella zona centrale (alopecia seborroica). ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CAPELLO • Non presenta grosse alterazioni estetiche, se non la perdita di cheratina superficiale in presenza di seborrea fluente in essere da molto tempo. ALTERAZIONI ESTETICHE DEL VISO • la pelle può presentarsi secca (alipidica) per eccesso di sali o un- tuosa. • molto spesso si riscontrano macchie gialle per accumulo di grassi, tossine o pigmenti. • si tratta di una pelle robusta e resistente. • presenza di acne cistinica o comedonica. In questa morfologia appare una costituzione tenacemen- te organizzante. L’apparato digestivo dimostra un’attività epatica molto in- tensa, caratterizzata da una eccessiva produzione di succhi biliari che infiltrano i tessuti fino a caratterizzare il tipi- co colore cutaneo giallo-olivastro di questa morfologia. Il metabolismo epatico dei grassi risulta insufficiente tanto è vero che l’organismo tende ad espellere anche attraverso la cute che risulta morbida vellutata ma untuosa. Talvolta in- vece la pelle appare morbida, elastica ma secca dipendente, in questo caso, da eccessiva presenza di sali biliari sempre prodotti dal fegato. Il sistema nervoso si rivela componente dominante in questo soggetto caratterizzato da una perso- nalità forte, volitiva, dominatrice, consapevolmente fiera di questa qualità al punto di divenire tirannica e autoritaria. Questo stato di tensione nervosa spesso ha riflessi psico- somatici sull’apparato digestivo causando disfunzioni alte- ranti il buon equilibrio metabolico. Gli altri apparati sono un corollario atto a garantire l’attivi- tà vitale di questo soggetto, senza peraltro divenire degni di rilievo morfologico. ALTERAZIONI ESTETICHE DEL TRONCO • pressochè inesistenti nella parte superiore a meno che non ci si trovi in presenza di eccessiva untuosità, acne cistinica o comedo- ni che riscontriamo soprattutto sulle spalle o, anteriormente, sul torace. • molto più evidente invece il rigonfiamento addominale, per coliti infiammatorie, che altera la perfetta silhouette di questo soggetto • presenza di smagliature. ALTERAZIONI ESTETICHE DEL SENO • in genere ben modellato, “a pera” talvolta ipotonico, ipotrofico, modestamente rilassato. ALTERAZIONI ESTETICHE DELLE GAMBE • modesta presenza di cellulite. • smagliature soprattutto in soggetti con pelle secca. • La morfologia biliosa trae vantaggi da un messaggio di base cir- colatorio accompagnato da un buon massaggio intestinale e com- pletato da un massaggio di decontrazione nervosa.
  • 26. 51 Capitolo 7 4-MORFOLOGIANERVOSA Siamo arrivati all’ultima puntata di questo nostro viaggio nelle morfologie umane. Dopo aver presentato le caratteri- stiche, rispettivamente, della Sanguigna, della Linfatica e della Biliosa, adesso presentiamo la morfologia Nervosa. È sempre doveroso ricordare come questa mia semplifica- zione vada letta come tale, senza dunque volersi in alcun modo sostituire alla lettura - ben più precisa e appropriata - che un esperto del settore estetico potrebbe dare della vostra morfologia e dei trattamenti più adeguati per risolvere ogni esigenza. Caratteristica fondamentale: DISSOCIAZIONE Immagine fotografica: “SEMBRA APPARTENERE AD UN ALTRO MONDO” Qualità principali: • INTROVERSO • PESSIMISTA • RISERV ATO • TRISTE • EGOCENTRICO Dominato da tensioni nervose che pervadono tutto il cor- po, questo soggetto mostra il prevalere di attività intel- lettuale su un corpo esteticamente poco piacevole: uno scheletro minuto e una muscolatura insufficiente lo ca- ratterizza, la mancanza di irrorazione sanguigna infatti, limita la vasocostruzioni soprattutto a livello cutaneo. MORFOLOGIANERVOSA • FORME...................................Longilinee, magre • MUSCOLATURA..................Filante, poco sviluppata • CAPELLI................................Castani • CAPIGLIATURA...................Tendente all’arricciamento • DIRADAZIONE....................Regione superiore delle tempie • CUOIO CAPELLUTO...........Contratto, secco, desquamato, con prurito • FORMAVISO........................Triangolare • OCCHI....................................Verdi • LABBRA................................Fini, strette, taglio stretto • COLORE................................Giallo, pallido • PELLE....................................Freddo, secco • SPALLE..................................Strette, minute • TORACE................................Stretto, lungo, vita normale • SENO......................................Piccolo, poco sviluppato • BACINO.................................Stretto, magro, scarno • GAMBE..................................Lunghe, magre, scarne Nelsoggetto nervoso prevalel’attività ditipo intellettuale
  • 27. 53 ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CUOIO CAPELLUTO • secco, asciutto con desquamazioni (forfora conglobata) e prurito • contratto, con colorazione giallastra e grigiastra • frequentemente colpito da alopecia areata (alopecia da stress) ALTERAZIONI ESTETICHE DEL CAPELLO • diametro medio • molto secco e opaco, difficile da pigmentare • predisposto alle doppie punte • frequentemente colpito da calvizie precoce ALTERAZIONI ESTETICHE DEL VISO • pelle molto secca e mancante di nutrizione (sali, grassi e vitamine) • rughe di espressione e atonia • acne • presenza di nevi o macchie melaniche ALTERAZIONI ESTETICHE DEL SENO • poco sviluppato (micromastia) ALTERAZIONI ESTETICHE DELLE GAMBE • glutei ipotonici (cadenti) • coscia magra, lunga, scama, ipotonoica • presenza di capillari • Il soggetto morfologicamnete nervoso trae vantaggi da un mas- saggio di base circolatorio e da micromassaggi ad effetto de- contraente le tensioni, praticati sul capo e lungo il decorso della colonna vertebrale. TIPO IPOSTENICO E TIPO IPERSTENICO Il soggetto ipostenico presenta un temperamento “a ri- sparmio”, cioè a riflessi lenti, a gesti ristretti, il cui appa- rente riserbo copre brucianti ardori e invisibili tempeste. Quello iperstenico invece, ha un temperamento “di spe- sa”, iperteso, brusco, fremente, instabile e in preda a tutti i disordini dello spirito e della sensibilità. Si agita senza intraprendere e brucia senza eseguire. Ma i tipi superiori hanno menti intuitive e sono sottili pen- satori, credenti o artisti. La pelle è poco nutrita, opaca, inerte, quasi squamosa, avvizzita. Il colorito talvolta cereo esprime lo stato di sof- ferenza psicofisica in cui molto spesso vive. La sua pel- le riflette tutte le difficoltà di funzione del suo apparato digerente turbato da spasmi, dolori, inappetenza, stipsi alternata ad eccessive evacuazioni che impoveriscono l’organismo di sostanze nutrituve e di forza vitale. È un soggetto che ha una vita intima inquieta, piena di ango- sce, di passioni, di contraddizioni, con mancanza di cal- ma, di serenità, di controllo del proprio io e del piacere di vivere insieme agli altri. Queste tensioni inducono un accentuato consumo dei suoi tessuti, dei suoi organi, di sè stesso, mostrando precocemente i segni di una sene- scenza delle forme, del carattere, di una bellezza che non potrà mai evidenziarsi. Il nervoso è così radicalmente opposto al sanguigno, che nei temperamenti complessi non si vedono mai associati questi due quadri. È fisicamente sottomesso al predominio delle sue reazioni nervose. Le forme sono assottigliate, affinate: il colorito è bianco e delicato. Il piano cranico predomina su un corpo min- gherlino. I gesti sono rapidi e irregolari. È predisposto alle affezioni mentali. Nell’eccitazione appare iper-im- pressionabile ed iper-emotivo.
  • 28. 55 CARATTERISTICHE DELLA MORFOLOGIA NERVOSA Questo tipo di morfologia si definisce “nervosa” per la predominanza dell’attività intellettuale del soggetto. Mol- te sono le tensioni nervose che dominano questa morfo- logia. In genere il sistema scheletrico è minuto, la muscolatura insufficiente, la pelle appare poco nutrita, opaca, con un colorito a volte cereo, l’irrorazione sanguigna limitata, a causa di una importante vasocostrizione che provoca conseguenze evidenti soprattutto  livello cutaneo. La pelle, infatti, appare poco nutrita, opaca, squamosa, avvizzita e con un colorito talvolta cereo che esprime lo stato di sofferenza psicofisica in cui vive di frequente questo soggetto. Infatti in genere una persona nervosa è, per definizione, in sofferenza psicofisica. La cute è lo specchio fedele di questa morfologia e di un apparato digerente malfunzionante. Spasmi, stipsi, ga- strite, dolori vari, esofagite, inappetenza, nonché eccessi- ve evacuazioni deprivano la nervosa di sostanze nutritive e quindi di energia. A livello emotivo la morfologia nervosa tende a sovrac- caricarsi di angosce e tensioni, è una persona inquieta, passionale, che non riesce a vivere serenamente come vorrebbe. Ha poco controllo di sé e sottopone il suo orga- nismo a un continuo logorio. Le sue forme sono magre, i capelli in genere castani, il viso triangolare, le labbra fini, le spalle strette e minute, i glutei ipertonici e le gambe lunghe e scarne. TRATTAMENTI ADATTI ALLA MORFOLOGIA NERVOSA: La carenza di ossigeno e nutrizione (sali minerali e vi- tamine) dei tessuti è causa principale dell’eccessiva  sec- chezza cutanea. Per il viso l’ideale è come sempre una pulizia profonda, quindi dei trattamenti idratanti e ossigenanti, schiarenti, alta frequenza e gli ultrasuoni. Per il corpo l’esigenza primaria è la tonificazione dei tes- suti, ottimo allora un massaggio circolatorio e connettiva- le, un trattamento contro la pesantezza degli arti inferiori e il bagno turco. LA MORFOLOGIA NERVOSA È UNA FORMA MOLTO PARTICOLARE perché al primo posto tra le priorità della sua vita mette il rispetto. Vive in modo molto metodico e concentrata per il 90% su se stessa. Il soggetto che presenta questa morfologia è frequente- mente dominato da tensioni nervose e in lui/lei prevale un’attività di tipo intellettuale. Il soggetto con morfologia nervosa spesso ha una vita piena di angosce e inquietudini, passioni e contraddizio- ni, che lo privano della necessaria serenità per vivere insieme agli altri in maniera adeguata. Questa condizione emotiva determina uno scarso control- lo del proprio io, mentre a livello fisico la conseguenza è rappresentata da un accentuato consumo dei suoi tessuti e quindi anche dei suoi organi. Il continuo logorio a cui è sottoposto il suo organismo, determina una precoce se-
  • 29. nescenza generale. L’attività sessuale è frequente in gioventù, ma poco rap- presentata successivamente. ASPETTI MORFOLOGICI Forme corporee: longilinee e magre Muscolatura: poco sviluppata, tonica in gioventù Colore capelli: castano Capigliatura: tendente all’arricciato, secca opaca Forma viso: triangolare Colore occhi: verde Labbra: fini, strette, taglio stretto Colore dell’incarnato: giallo, pallido Contatto pelle: freddo, secco Spalle: strette,  minute Torace: stretto, lungo, vita normale Seno: piccolo, poco sviluppato Bacino: stretto, magro, scarno Glutei: ipertonici Gambe: lunghe, magre, scarne Peli: aridi, molto grossi, quantità media NOTE CARATTERIALI I soggetti con morfologia nervosa sono ansiosi e il loro umo- re è instabile. Sono introversi, diffidenti e ostentano la loro intellettualità. L’appetito in genere è scarso, ma sovente. 57 ALTERAZIONI ESTETICHE DEL VISO La carenza di ossigeno e nutrizione (sali minerali e vitami- ne) dei tessuti è causa principale dell’eccessiva  secchezza cutanea che caratterizza questo soggetto, oltre che della precoce comparsa di rughe di espressione, ipotonia tessu- tale e muscolare. Non di rado si può osservare la presenza di acne e ispes- simento dello strato corneo (strato superficiale dell’epi- dermide). TRATTAMENTI ESTETICI VISO PER IL SOGGETTO DALLA MORFOLOGIA NERVOSA • Pulizia del viso con peeling enzimatici e profondi • Elettropeeling • Trattamenti idratanti ad azione superficiale e profonda • Trattamenti nutrienti • Trattamenti acne e post acne per ridurre eventuali ci- catrici • Trattamenti antirughe • Trattamenti ossigenanti • Trattamenti tonificanti ad azione  tessutale e muscolare • Trattamenti schiarenti • Massaggio fisiorulage (azione ossigenante) • Massaggio drenante • Massaggio connettivale • Ultrasuoni ad effetto rivitalizzante e tonificante • Trattamenti laser • Alta frequenza
  • 30. 59 ALTERAZIONI ESTETICHE CORPO • Glutei ipotonici • Coscia magra, scarna, ipotonica • Presenza di capillari • Seno poco sviluppato • Pelle secca TRATTAMENTIESTETICICORPOPERILSOGGETTODALLAMORFOLOGIANERVOSA • Peeling ad intervalli di 15 giorni • Massaggio circolatorio, accompagnato da massaggio di decontrazione nervosa • Massaggio connettivale con modellamento glutei • Massaggio fisioterapico • Massaggio stretching • Massaggio shiatsu • Trattamento contro pesantezza degli arti inferiori • Termoterapia con oliì essenziali disintossicanti e decontratturanti • Fangoterapie tonificanti, decontratturanti, disintossicanti e nutrienti • Pressoterapia • Elettrostimolazione, applicata in un primo momento per tonificare la muscolatura e in seguito per potenziarla • Bagno turco • Slimming, trattamento per mobilitare i liquidi e tonificare i tessuti.
  • 31. 61 Capitolo 8 LAPSICOSOMATICA PERCHÈINUNLIBRODIMORFOLOGIAÈIMPORTANTETRATTAREANCHEDELLA PSICOSOMATICA? La psicosomatica è un ampio campo della patologia che si colloca a metà strada tra la medicina e la psicologia, in quanto indaga la relazione tra mente e corpo, ovvero tra il mondo emozionale ed affettivo e il soma (corpo). Nello speci- fico, ha lo scopo di rilevare e comprendere gli effetti negativi che la psiche, la mente, produce sul corpo. È fondamentale, nell’analisi di una forma morfologica, capire se le manife- stazioni patologiche che essa sviluppa siano davvero legate alla morfologia o siano solo dei disturbi psicosomatici, che derivano dal fatto che la persona riproduce mentalmente la patologia, al punto da manifestarla anche nel corpo. I disturbi psicosomatici si possono considerare malattie vere e proprie che comportano danni a livello organico e che sono causate o aggravate da fattori emozionali. I sintomi psicosomatici coinvolgono il sistema nervoso autonomo e forniscono una risposta vegetativa a situazioni di disagio psichico o di stress. Le emozioni negative, come il risentimento, il rimpianto e la preoccupazione possono mantenere il sistema nervoso autonomo (sistema sim- patico) in uno stato di eccitazione e il corpo in una con- dizione di emergenza continua, a volte per un tempo più lungo di quello che l’organismo è in grado di sopportare. I pensieri troppo angosciosi, quindi, possono mantenere il sistema nervoso autonomo in uno stato di attivazione per- sistente il quale può provocare dei danni agli organi più deboli. Disturbi di tipo psicosomatico possono manifestarsi nell’apparato gastrointestinale (gastrite, colite ulcerosa, ulcera peptica), nell’apparato cardiocircolatorio (tachi- cardia, aritmie, cardiopatia ischemica, ipertensione essen- ziale), nell’apparato respiratorio (asma bronchiale, sin- drome iperventilatoria), nell’apparato urogenitale (dolori mestruali, impotenza, eiaculazione precoce o anorgasmia, enuresi), nel sistema cutaneo (la psoriasi, l’acne, la der- matite atopica, il prurito, l’orticaria, la secchezza della cute e delle mucose, la sudorazione profusa), nel sistema mu- scoloscheletrico (la cefalea tensiva, i crampi muscolari, il torcicollo, la mialgia, l’artrite, dolori al rachide, la cefalea nucale) e nell’alimentazione. Sintomi psicosomatici sono comuni nelle varie forme di depressione e in quasi tutti i di- sturbi d’ansia, ma esistono dei disturbi psicosomatici veri e propri in assenza di altri sintomi di natura psicologica, che rendono più difficile, per il soggetto, imputare il malessere fisico ad un problema psicologico piuttosto che ad un mal- funzionamento organico.
  • 32. 63 Capitolo 9 IVOLTI Il viso di una persona normale è il riflesso totale di tutti movi- menti fisici ed emotivi che avvengono nel suo interno. Eviden- temente tra un uomo interno e quello esterno c’è un legame racchiuso entro i confini della pelle, il mezzo tramite cui splen- de la nostra luce. La bocca rappresenta il carattere e viene condizionata dal cibo che ingeriamo e dalle parole che fuorie- scono, imprimendole in un’espressione positiva o negativa.La natura ti da la faccia che hai a vent’anni; è compito tuo meri- tarti quella che avrai a cinquant’anni.Il nostro volto è dunque il risultato delle caratteristiche ereditarie, delle influenze ester- ne, del nostro stile di vita caratteriale e alimentare. In questo capitolo vi accompagnerò in un breve viaggio alla scoperta del linguaggio dei volti. Ci addentreremo nell’ analisi della fi- siognomica facciale in un modo semplice, che ci permetterà di riconoscere subito i singoli tratti e di riconoscere immediata- mente che tipo di persona sia il nostro interlocutore. LA TESTA La testa è per eccellenza la zona in cui si concentrano tutte le potenzialità dell’ essere umano. Oggi nei saloni di par- rucchiere abbiamo tantissima richiesta di ragazze in stage, ragazze che escono dalla scuola e vogliono iniziare subito ad entrare nel mondo del lavoro in modo molto rapido sal- tando così, secondo me, alcuni passaggi importanti. Una cosa che cerco di ricordare sempre nei miei corsi di forma- zione è che questi ragazzi nella maggior parte dei casi sono intestino crasso polmoni stomaco reni circolazione cistifellea fegato reni cistifellea vescica cuore-miocardio intestino tenue stomaco milza-pancreas polmoni intestino crasso intestino tenue fegato vescica milza-pancreas circolazione circolazione circolazione impiegati all’interno dei saloni nel servizio back wash house; per loro sembra una penitenza partire da un servizio cosi sem- plice ma essendo il primo contatto che ha il cliente con il salone non è da sottovalutare, poiché è da li che deriva la sua primis- sima e fondamentale impressione di come sara’ tutto il servizio.
  • 33. 65 LA FORMA DEI VOLTI I 4 elementi Ogni persona può avere vari elementi presenti nel viso, al- cuni dei quali prevalgono sugli altri. La terra è un ingre- diente centrale che alimenta gli altri 4. Il viso di una per- sona con elemento “terra” (Forma morfologica nervosa) ha una tonalità sul marrone – verde dovuta agli organi colpiti in questa forma: bile/nera e milza. Il viso di una persona elemento “acqua” può avere una colorazione blu nella zona delle occhiaie definita orbita oculare inferiore e tonalità sul giallo olivastro dovuta agli organi colpiti: bile gialla e fega- to (Forma morfologica biliosa). Una persona con elemento “fuoco” assume una colorazione rosso derivato dalla circo- lazione venosa arteriosa in superficie della pelle dovuta agli organi colpiti: sangue e cuore (Forma morfologica san- guigna). La forma del viso “aria” rappresenta colui che ha talento, grandi pensatori, dispersivi nei loro obiettivi e rap- presentano il flegma/cervello (forma morfologica linfatica). • Il viso “terra” può essere definito il soggetto filosofo o intellettuale. • Il viso “acqua” è il soggetto che può essere definito l’ im- prenditore, il business man, il pratico e il concreto. • Il viso “fuoco” è definito come il soggetto animatore e intrattenitore. • Il viso “aria” identifica un soggetto saggio e con un sen- so di adattabilità altissimo, ma evitate di promettere qual- cosa se poi non riuscite a mantenerlo. Qui sotto riporto le varianti del viso legate ad ogni forma per facilitare l’abbinamento del viso al corpo durante la lettura. Per molti la fisiognomica è una scienza. Riuscire ad indivi- duare il carattere di una persona attraverso i tratti del viso è senz’altro una cosa molto affascinante e con la giusta at- tenzione e capacità, posso dire che funziona proprio. NERVOSO BILIOSO SANGUIGNO LINFATICO
  • 34. 67 Cerchiamo ora di elencare varie peculiarità per il viso e il carattere che sembra si nasconda dietro ognuno di esse. Per esattezza si tratta di morfopsicologia, cioè l’arte di comprendere il carattere di una persona al primo sguardo proprio in base ai lineamenti e che va molto al di là della fisiognomica, spesso criticata per avere una visione troppo ristretta e superficiale delle molteplici im- plicazioni caratteriali. Ecco alcune caratteristiche legate alla forma del volto Il volto tondo denota spesso una persona cordiale, socie- vole, ben disposta nei confronti degli altri, molto spon- tanea, che a volte però rasenta l’ingenuità e dunque po- trebbe essere potenzialmente indifesa. In generale è una persona diplomatica che tende ad andare d’accordo con tutti. Il viso e il carattere di chi ha dei lineamenti scavati tendono ad appartenere ad una persona che subisce spes- so le influenze degli altri anche se ciò che li salva dall’es- sere continuamente condizionati è la capacità di analisi dei fatti e una tendenza al raziocinio. In base alla fronte si può trovare qualche legame tra il viso e il carattere Anche secondo la saggezza popolare, la fronte alta sareb- be sinonimo di intelligenza; ciò che la morfopsicologia ci dice è che tra il viso e il carattere di chi ha questa pecu- liarità, emerge senz’altro un legame che propende per un soggetto molto razionale, che odia il disordine e predilige la chiarezza in ogni ambito, appoggiandosi su solide basi e schemi ben consolidati. La fronte stretta, invece, appartiene alle persone più vi- vaci ma anche impulsive, che amano l’azione più della riflessione. Il naso può fornire altre informazioni Se è un naso importante indicherebbe una personalità de- cisa ed indipendente, molto interessata alle nuove tecno- logie e al mondo che cambia, in generale sembra dotata di una certa vivacità culturale e il viso e il carattere domi- nanti sono quelli di chi ama la libertà, i viaggi e anche il movimento. Il naso piccolo sembra sinonimo di dolcezza e sensibilità, spesso anche troppa, che può sfociare anche in ipocondria. Le caratteristiche degli occhi sembrano avere questi si- gnificati Se gli occhi sono piccoli indicano una persona molto in- troversa e riservata con un’intelligenza molto raffinata anche se a volte sono persone portate ad essere meno sin- cere. Gli occhi grandi sembrano caratterizzare persone molto curiose e sensibili ma eternamente distratte. Le labbra trasmetterebbero ulteriori caratteristiche Le  labbra carnose  sarebbero presenti in individui che sono molto sensuali, amanti delle novità e del divertimen- to. Invece le labbra sottili appartengono a chi ha un gusto raffinato ed elegante. Insomma il viso e il carattere sono un insieme di molteplici tratti che si possono combinare in modo sostanzialmente infinito, ma può essere curioso
  • 35. 69 individuarne dei tratti principali e comuni! La faccia, non c’è dubbio, è il nostro primo biglietto da visita, e in italia- no ci sono parecchi modi di dire che riguardano la fac- cia: faccia da schiaffi, faccia di bronzo o faccia tosta, per- dere la faccia, salvare la faccia, avere una brutta faccia... La fisiognomica (la scienza che si occupa del rapporto tra caratteristiche fisiche e comportamento) va molto di moda anche al giorno d’oggi. La fisiognomica o fisiognomonica è una disciplina Pseudoscentifica che attraverso la fisiognomia o fi- siognomonia pretende di dedurre i caratteri psicolo- gici e morali di una persona dal suo aspetto fisico, so- prattutto dai lineamenti e dalle espressioni del volto. Il termine deriva dalle parole greche physis (natura) e gnosis (conoscenza). Fin dal XVI secolo questa discipli- na godette di una certa considerazione tanto da essere insegnata nelle università. La parola fisiognomica o fi- siognomia venne usata fra gli studiosi per distinguerla dal termine fisionomia (o fisonomia) che ha un signifi- cato simile ma più generico. Cesare Lombroso (psichiatra e criminologo vissuto tra il 1835 e il 1909) soste- neva che esiste una precisa relazione fra alcune caratteristiche fisiche e il comportamento criminale. L’idea di Lombroso non è del tutto nuova e basta guardare le antiche statue greche per capirlo, la relazione fra “bello” e “buono” è piuttosto evidente. Tutto il sapere umano si basa infatti sulla fisio-gnomica derivata dalla fisio-nomia estetica della realtà. Ovverosia dal dedurre, attraverso i sensi e l’osservazione morfo-ge- netica della natura, la sua intrinseca legge del divenire in atto. È la così detta “fisio-gnosia”, in cui rientrava pure l’uomo quale cosciente parte della legge naturale. Molti studi analizzano le morfologie del viso in funzione della forma di ogni parte del corpo. Questa disciplina si chiama Morfopsicologia applicata alla morfologia comportamen- tale in funzione dell’ambiente in cui si vive. Risultati, ai quali sono giunti i suddetti studi: Il naso  regolare, significherebbe buon carattere; piccolo, significherebbe invece effeminatezza; dritto, manifesterebbe curiosità;  largo, sulla punta persona gelosa e volgare;  appuntito, tradirebbe egoismo; un naso all’insù, significherebbe amore per il piacere; se invece la punta è all’ingiù, indica freddezza e intro- versione. Gli occhi se sono grandi indicherebbero coraggio; se sono piccoli e infossati indicano un carattere sospettoso; gli occhi un po’ a mandorla sarebbero indice di curiosità. Occhi azzurri tradirebbero gelosia, così come occhi verdi indicherebbero coraggio e occhi neri astuzia.
  • 36. 71 La forma del viso il viso quadrato sarebbe quello delle persone pazienti ed energiche, poco disposte a cambiare idea e molto le- gate a famiglia e tradizioni; il viso triangolare rivelerebbe un carattere testardo, ri- belle, originale e qualche volta bizzarro; il viso rotondo apparterrebbe alle perone aperte, socie- voli, generose e un po’ infantili. Il viso ovale infine indicherebbe un tipo impulsivo e intu- itivo, ma spesso instabile e impressionabile. Ognuno di noi sa, sente, ricorda che in diversi momenti del- la vita si è affacciato in lui qualcosa di strano, di imprevedi- bile, di misterioso; che di primo acchito gli è apparso come un impulso anomalo, estraneo, ma che in seguito ha sentito appartenere alla propria natura. E per comprendere me- glio cosa accadeva si è guardato allo specchio, ha osservato i tratti del proprio volto per individuare lì, nell’immagine riflessa, cosa c’era di nuovo, di diverso, se in quei tratti e in quelle espressioni continuava a riconoscersi. Il volto riflette la nostra natura, il nostro carattere, è la cartina al torna- sole dei nostri cambiamenti. Ma per comprenderne il lin- Alexis Carrel scriveva, nel 1935, in L’uomo questo sconosciuto: “A nostra in- saputa, il nostro aspetto si modella a poco a poco sullo stato di coscienza, e col trascorrere degli anni diventa l’immagine sempre più estratta dei sedimenti, dei desideri, delle aspirazioni di tutto l’essere”. guaggio, più che uno studio analitico dei tratti, serve una percezione “allargata”: bisogna chiedersi cosa c’è in quei lineamenti o in quell’espressione che ci colpisce, qual è la sensazione che ci rimanda. APPARIRE ED ESSERE Possiamo chiederci, cosa appare in primo piano nel volto nostro o altrui? È la fronte particolarmente sviluppata o sono gli occhi, con quello sguardo così intenso, a occupare la scena? È il naso a spingersi in avanti ad annusare la vita, che dà alla parte centrale del viso quella supremazia che lo rende inconfondibile? In altri casi è la bocca, stretta come una fessura o carnosa e sensuale e che magari si accompagna a una mandibola mar- cata, forte, prominente che sposta l’attenzione sulla parte bas- sa dell’ovale. Insomma il volto è come un palco di teatro su cui recitano gli attori: rappresentano le forze che ci animano, gli istinti e le emozioni che prorompono e che possiamo ricono- scere proprio grazie alla forma, ai tratti, al colorito dell’incar- nato, alle espressioni, alle rughe. Lo hanno sempre sostenuto in molti, tra cui Giovanni Paolo Lomazzo che, rifacendosi ad alcune intuizioni leonardesche relative allo studio dei volti per le arti pittoriche, sul finire del ‘500 scriveva: “L’invidia, crudelissimo dolore di animo per il bene altrui, fa ritirar tutte le membra, ed offuscar le ciglia, stringere i denti, ritirar le labbra, torcersi con certa passione di sguardo… E la vergogna fa i gesti come di chi teme d’errare, ovvero di aver fatto errore…”.
  • 37. 73 Da sempre quindi, chi ha voluto osservare a fondo si è reso conto che le espressioni del volto rimandano a qualcosa di profondo che si muove nell’animo. Si tratta poi di valutare se ne nascano caratteristiche fisiognomiche stabili o pas- seggere: un modo di affrontare il mondo può “scolpirsi” sul viso, o apparire e scomparire seguendo le tensioni e le emo- zioni del momento. In questo modo, a fianco delle tradizio- nali “tipologie” di nasi, bocche, occhi, si possono collocare molte significative sfumature. alle funzioni di controllo e di conseguenza la sua mimica è più gestibile e pilotabile. Serve allora un po’ più di attenzio- ne da parte di chi osserva, dei riferimenti più articolati e un po’ più di esercizio. I SIMBOLI DEL VOLTO DIVISO NELLE SUE 3 PARTI La regola di fondo tramandataci da molte Tradizioni del passato afferma che il volto riassume le caratteristiche di tutto il corpo, è una sorta di ‘unità nell’unità’. E a sua volta, come il corpo, è divisibile in una parte alta, una mediana e una bassa; tutte assimilabili ad un significato simbolico preciso. Parte alta: da fronte e occhi, esame e giudizio Il mondo “del pensiero e della coscienza” trova il suo corrispettivo simbolico nella fronte e nella parte alta del volto. La fronte è il luogo della riflessione, delle preoccupa- zioni e dei dubbi: chi la pone in primo piano fa del ra- gionamento il proprio stile di approccio al mondo. In particolare gli occhi sono il territorio dello sguardo, dell’osservazione, rimandano a un modo di rapportarsi alla vita dove l’analisi della realtà circostante è un “sine qua non”, l’esame e il giudizio passano di lì. Parte mediana: guance e naso sede di emozioni Ci troviamo nel mondo delle guance e del naso e si trat- ta della parte che, secondo la medicina cinese, meglio di ogni altra esprime la nostra capacità emotiva e affettiva: amore, disperazione, rabbia. Sono tre esempi di emo- Il corpo e il volto – scriveva alla fine del ‘700 Georg Christoph Lichtemberg – esibiscono una complessa trama di segni storico-naturali prodotta dalle sfer- zate del destino, dalle avversità della vita, dall’indole, dalle abitudini…”. SEGNALI SOMMESSI Qui parliamo del volto e del suo linguaggio segreto in quan- to è - forse - la parte del corpo meno semplice da decifrare. Difficilmente ci rendiamo subito conto di come accaval- liamo le gambe o incrociamo le braccia, se ci sediamo in punta di sgabello o se ci mettiamo comodi in poltrona, se teniamo le mani in tasca o le agitiamo parlando: semplice- mente non ci facciamo tanto caso, mentre chi osserva può notarlo facilmente. Nel corpo i movimenti involontari (pe- raltro assai indicativi di come siamo e di cosa proviamo in quel frangente) scattano prima che la mente li riconosca e li possa, se vuole, bloccare. Per il volto il discorso è diverso: è situato vicino al piano mentale e quindi alla coscienza e
  • 38. 75 zioni che si manifestano bene in quello spazio. E poi siamo in presenza del naso e quindi dell’olfatto, da cui dipende la nostra capacità di “annusare l’aria che tira” attorno a noi e di orientarci. Più che col ragionamento però, lo si fa col fiuto e le sensazioni e le emozioni che in quei frangen- ti ci animano. Parte bassa: bocca e mento testimoni di piacere Nella parte bassa del viso, la bocca e il mento si legano ad impulsi arcaici, si tratta di una parte legata a una dimensio- ne profonda, agli istinti orali e della sessualità. Attraverso la bocca noi “sminuzziamo e mangiamo” il mondo e dunque con i denti raccontiamo tutta la nostra capacità di aggredire ciò che ci circonda mentre le labbra, la zona più erogena del corpo, parlano il linguaggio dell’eros e della suzione, il lato maturo del piacere e quello bambino. Per capire come valorizzarsi al meglio bisogna conoscere quali punti mettere in evidenza e quali, invece, lascia- re in secondo piano. È sicuramente capitato anche a voi di dire: “questo trucco non mi sta bene” oppure “con questo taglio starei malissimo” e come avrete ben pensato è tutta una questione di... geometria! Nello specifico, per conoscere bene qual è la propria mor- fologia, bisogna osservare alcuni elementi, che sono: • la lunghezza del viso • la larghezza del viso • l’ampiezza della fronte e l’attaccatura dei capelli • l’asse zigomale (comprendendo le gote e il naso) • l’asse mascellare o mandibolare (inclusi il mento e le labbra) • la lunghezza del collo Che ombretto metto? Metto l’eyeliner? Rossetto o gloss? Blush pesca? Che taglio di capelli posso fare? Basandoci su questi fattori possiamo contraddistinguere di- verse tipologie di viso: • ovale • tondo • ovale lungo o rettangolare • quadrato marcato spigoloso • triangolare • diamante • triangolo rovesciato • a cuore Chevisohai? Visoovale,visotondo... Scoprilamorfologia deltuoviso...
  • 39. 77 OVALE TONDO OVALE LUNGO RETTANGOLARE QUADRATO,MARCATO, SPIGOLOSO TRIANGOLARE DIAMANTE TRIANGOLO ROVESCIATO A CUORE Ogni caratteristica del nostro aspetto ci rende unici e il saperci valorizzare al meglio, con un taglio di capelli adeguato oppure un trucco personalizzato, ci fa vivere la vita con una marcia in più: la sicurezza in noi stesse. OVALE Il viso ovale ha una forma regolare e armonica quasi per- fetta. È considerato il viso armonico per eccellenza in quan- to non possiede tratti dominanti e, generalmente, gli angoli sono del tutto smussati. La lunghezza e la larghezza si ar- monizzano ai tratti somatici di fronte, naso, zigomi, mento e tratto mascellare. Gli zigomi e il mento non sono pronun- ciati e il viso non presenta alcuna irregolarità. I Capelli Il viso ovale si presta ad ogni tipologia di taglio o accon- ciatura, ma per evitare di far apparire il viso largo sono sconsigliati i tagli corti a “spazzola” e le forme pesanti che vanno a nascondere i lineamenti delicati del viso. Sono consigliate invece onde morbide e ricci ad incorniciare il viso e tagli scalati e voluminosi. OVALE LUNGO O RETTANGOLARE Questa tipologia di viso è molto simile al viso ovale. Si dif- ferenziano per la lunghezza che in questo viso risulta mag- giore della sua larghezza. Le sue forme sono, invece, armo- niche e i tratti somatici sono visivamente poco marcati. I Capelli Sono assolutamente sconsigliati i tagli lunghi portati li- sci e piatti che aumentano visivamente la lunghezza del volto. Consigliatissimi invece i lunghi mossi e i tagli cor- ti, sempre ricci e movimentati. L’importante è evitare la staticità che evidenzierebbe la lunghezza che caratterizza questo viso e ne appiattirebbe la tridimensionalità. TONDO Il viso tondo presenta una forma tondeggiante, piena, e la sua larghezza equivale alla sua lunghezza. Ritroviamo il mento arrotondato, le gote sono in evidenza e i tratti di
  • 40. 79 zigomi e mascelle sono nascosti. È un viso che ispira molta dolcezza in chi lo guarda. I Capelli Il viso rotondo ha bisogno di essere visivamente allunga- to, pertanto vanno evitati tagli e acconciature che portano i capelli lontano dal viso e le masse di ricci troppo pesanti. Sono consigliati tagli scalati e sfilati sul viso in modo da sfinare il viso e le ondulature leggere. TRIANGOLO ROVESCIATO E A CUORE Questa tipologia di viso presenta un mento tendenzialmen- te sfinato, le mascelle poco esposte e rientranti rispetto ai tratti zigomatici la cui larghezza corrisponde a quella della fronte. Quando l’attaccatura dei capelli ha una forma a V si può parlare di viso a forma di cuore. I Capelli Per quelle donne che corrispondono al viso triangolare sono consigliatissime le acconciature mosse o ondulate con una frangia sfilata e voluminosa. L’ideale lunghezza dei capelli è fino alle spalle o oltre per creare un effetto riempi- mento nella zona mandibolare con i boccoli e le onde. Sono sconsigliati i tagli corti soprattutto se molto voluminosi. MARCATO, QUADRATO E SPIGOLOSO Questa morfologia è molto simile al viso ovale, ma vi si ri- trova una linea mandibolare netta e marcata, tendente ad essere squadrata. Il mento è tondeggiante e si ricrea una li- nea verticale dalle tempie alle mascelle, con zigomi general- mente pronunciati. Il viso spigoloso è altrettanto marcato e la sua nettezza è caratteristica dei visi molto magri o minuti. I Capelli Per spezzare la geometria severa di questo viso bisogna puntare a forme morbide, spettinate e vaporose. Assoluta- mente bocciata la riga centrale che indurisce moltissimo il volto. Promossi meches, colpi di sole, ondulature e tutto ciò che dona dinamicità al capello. TRIANGOLARE Il viso a triangolo presenta la linea mandibolare più lar- ga rispetto alla fronte che appare visivamente più stretta. È l’esatto opposto del viso a cuore, detto anche “a trian- golo rovesciato”. I Capelli Sono particolarmente adeguati i tagli corti o medi, spet- tinati o mossi soprattutto nella parte alta perché tendo- no ad armonizzare la parte superiore del viso con quella inferiore, di per sè già molto pronunciata, bilanciandola con il volume. DIAMANTE Il viso a diamante è caratterizzato da zigomi e guance mol- to pronunciati rispetto a un mento tendenzialmente sfinato e una fronte poco ampia. I Capelli Per questa tipologia di viso non c’è un particolare ac- corgimento da tenere presente: evitate tagli troppo netti che mettano in primo piano gli zigomi, quindi puntate su tagli sfilati o mossi.
  • 41. 81 Siamo arrivati al termine di questo trattato sulla morfologia moderna e spero che la lettura sia stata di tuo interesse. Abbiamo affrontato tanti principi e metodi e siamo andati a descrivere gli “attrezzi” più nascosti in questo settore. Non si trovano in commercio tanti libri sulla morfologia; magari questo argomento viene trattato in poche decine di pagine, in volumi e manuali che spiegano sommariamente cosa sia questa disciplina. Ma descrivere la morfologia, anche se comunque importante, sicuramente non è sufficiente per “toccare” una persona a distanza. Quindi hai bisogno di metodi e questo testo può servirti allo scopo. Il presente libro mostra tecniche e metodi per realizzare le analisi; la presentazione della morfologia resta comunque qualcosa di personale e quindi, pur avendo trovato tante indicazioni, alla fine devi scoprire tu la strada adatta a te, per presentarti come morfologo in maniera coerente con la tua persona. Questo è ciò che deve accadere. Il segreto di tutto sta nella parola “passione”. Capirai che stai studiando qualcosa che ti piace solo se ti brilleranno gli occhi mentre lo fai. Se leggendo un corpo che non avevi mai osservato in modo così dettagliato, ti sentirai rapito dall’astuzia del metodo, allora sei un vero appassionato. Quando vedrai questa luce negli occhi di una persona che assiste affascinata ad una tua analisi morfologica, potrai dire di padroneggiare bene la tecnica e con molta probabilità anche lei ti chiederà informazioni su questa disciplina... Ricorda,ilverosegreto stanellapassioneconcuirealizziamo ciò che vogliamo ottenere, solo così possiamo trasmetterla agli altri. Voglio infine ricordarti che conoscendo queste tecniche hai delle responsabilità. Se fatte bene, le analisi morfologiche possono non solo generare meraviglia, ma in persone particolarmente suggestionabili trasmettere l’idea che ciò che realizzi possa essere la soluzione per tutti i loro problemi e tu abbia poteri paranormali. Devi essere sempre chiaro nello specificare che non hai nessun potere, ma che conosci le basi della teoria umorale di Ippocrate. Occorre quindi fare attenzione a non alimentare speranze non reali aggravando quindi una situazione di dolore già presente. Sono sicuro che userai queste conoscenze con etica e buon senso e ricordati... “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non lo è” (Paul Klee) A presto! ALBERTO CALABRIA Trainer Tutor
  • 42. staff@albertocalabria.it www.albertocalabria.it www.beautyshared.it Magari la tua comunicazione si trascina nella routine mentre tu desideri vivere i continui cambiamenti di questi tempi… Oppure ti stai lanciando in una nuova filosofia e vuoi che inizi nel modo più stuzzicante possibile. Qualsiasi cosa desideri, adesso tutto è possibile! Ricco di spunti pratici e idee stimolanti, questo corso sotto forma di libro è la chiave che ti aprirà le porte per vivere in maniera appagante la tua vita privata e lavorativa. Apprenderai gli strumenti per capire meglio te stesso e, quindi di conseguenza comprendere meglio gli altri al fine di saper trattare con svariate tipologie di persone. Le nuove strategie di comunicazione e la rappresentazione degli schemi simbolici delle forme morfologiche ti guideranno e aiuteranno a praticare e a scoprire velocemente che, la realtà delle cose a volte supera l’immaginazione… Lasciati guidare in questo eccitante viaggio verso la conoscenza di una tecnica innovativa e ancora poco conosciuta… Ecco alcuni dei benefici che la MORFOLOGIA porterà nella tua vita: • La tua comunicazione sarà enormemente potenziata e raggiungerà magnifiche vette. • Nuovi stimoli ti renderanno più abile e competitivo che mai. • La sintonia con il tuo partner sarà totale e quello che potrete realizzare insieme va oltre ogni immaginazione. • I problemi saranno soltanto un ricordo cancellato dall’esuberanza delle tue nuove tecniche. Saichelamorfologiapuòtrasformarelatuavita? Ti capita mai di non sentirti appagato pensando ai tuoi momenti della giornata? Di non riuscire a capire il tuo partner o di non essere soddisfatto di te stesso?