1. Europee, il 'partito degli impresentabili' supera lo
sbarramento
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Non ha vinto solo Matteo Renzi. C'è anche un altro 'partito' che è andato molto bene il 25 maggio, una
'lista' che non muore mai e non teme alcuna soglia di sbarramento: quella degli inquisiti. Un
vero peccato che non siano tutti assieme, avrebbero ottenuto più di un seggio a Bruxelles.
Come ogni voto che si 'rispetti', anche le Europee hanno visto molti impresentabili ai blocchi di
partenza: indagati, imputati, perfino condannati in primo grado o pregiudicati. Se uniamo le
preferenze ottenute da tutti, superiamo il milione e duecentomila. Più del Nuovo Centrodestra
(che ha molto contribuito alla loro rappresentanza) e della lista Tsipras, ampiamente sopra il 4%
della soglia di sbarramento.
Il numero uno è Raffaele Fitto (candidato nella circoscrizione Sud con Forza Italia) con 284mila
preferenze. L'ex governatore della Puglia ed ex ministro del governo Berlusconi, che tra gli slogan
poteva annoverare un convincente "oltre la legalità", ha una condanna in primo grado per corruzione e
finanziamento illecito. Per il Tribunale ha intascato una mazzetta da mezzo milione di euro da
Angelucci, il re delle cliniche che voleva aggiudicarsi una decina di appalti in Puglia.
La medaglia d'argento è del PD Renato Soru, ex govenatore sardo, imputato per evasione fiscale,
molto apprezzato nella Circoscrizione Isole, dove ha ottenuto la bellezza di 182mila preferenze,
contribuendo per un significativo 10% al successo della 'lista impresentabili'. Terzo posto per Aldo
Patricello (Forza Italia, 111mila voti, circoscrizone Sud), condannato con sentenza definitiva per aver
intascato una mazzetta circa vent'anni e 'riabilitato' lo scorso anno
Giù dal podio posto Nicola Caputo (PD), indagato per truffa e peculato, sbarca a Bruxelles forte di
85mila preferenze. Quinto posto ma niente seggio europeo per Gioisi Ferrandino (PD), imputato per
falso indeologico: 82mila preferenze. 71mila preferenze per Anna Petrone (PD), indagata per
peculato
Solo settimo posto e niente conferma in Europa, per il sempreverde Clemente Mastella (60mila
preferenze, Forza Italia), già rinviato a giudizio per associazione a delinquere. Potrebbe rinunciare al
seggio europeo conquistato con NCD-UDC un'altra vecchia conoscenza come Lorenzo Cesa, ottavo
della lista impresentabili con 56mila preferenze, indagato per finanziamento illecito e con una
condanna in primo grado (poi annullata in Appello per vizio di forma) durante Tangentopoli. Nono posto
per il poco conosciuto Armando Cusani (Forza Italia), 55mila voti, presidente della Provincia di Latina
sospeso per la condanna in primo grado per abuso d'ufficio.
Molto 'bassi' in classifica due impresentabili illustri. Gianni Alemanno paga anche il mancato
superamento del 4% di Fratelli d'Italia. Indagato per finanziamento illecito (assieme a Renata
Polverini), l'ex sindaco di Roma chiude la 'top ten', fermandosi a 44mila preferenze.
Grossa delusione anche per Giuseppe Scopelliti. Solo 42mila preferenze per l'ex governatore della
Calabria, condannato a sei anni in primo grado per aver sottoscritto falsi bilanci alla guida del Comune
di Reggio Calabria, poi sciolto per mafia, e puntualmente candidato alle Europee nel partito del
ministro Alfano. Ma Scopelliti spera ancora: se Cesa lascia il seggio, potrebbe subentrargli.
Merita una citazione a parte Paolo Romano, presidente del consiglio regionale campano, candidato
nel NCD e arrestato una settimana fa con l'accusa di tentata concussione. Romano aveva ritirato la
propria candidatura, pur rimanendo nella lista ormai ufficiale: ha ottenuto comunque 11mila preferenze
di 'stima'.