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Intuitive knowledge of linguistic
co-reference
Cdl in Teoria e Tecnologia della Comunicazione
anno 2012/2013
Gruppo Caim, Carradori, Colombo, Raineri
Page  2
ABSTRACT
L'esperimento di seguito presentato vuole investigare la
variazione della forza della coreferenza in frasi in cui il
pronome referente è esplicitato o meno, e in frasi in cui lo
stesso viene o non viene c-comandato.
L' assunzione alla base di questo studio è stata verificata
nell'esperimento condotto da P. Gordon & R. Hendrick.
L'ipotesi è che la coreferenza nella sequenza nome-
pronome sia accettabile, moderatamente accettabile nella
sequenza nome-nome e non accettabile nella sequenza
pronome-nome.
Page  3
INTRODUZIONE ALLA BINDING-THEORY
Lo scopo dell' esperimento è verificare che parlanti
naive si comportino come previsto dai principi della
Binding-Theory.
La BT cerca di caratterizzare aspetti universali della
struttura sintattica in termini di principi formalmente
espressi, e di spiegare le variazioni del linguaggio in base
al posizionamento di parametri in un modo regolato da
principi.
Page  4
INTRODUZIONE ALLA BINDING-THEORY
Principio A: un pronome riflessivo deve essere legato al suo
dominio locale.
Principio B: un pronome non rilessivo deve essere libero nel suo
dominio locale.
Principio C: un' espressione referenziale deve essere libera
ovunque.
Page  5
INTRODUZIONE ALLA BINDING-THEORY
Principio C: un' espressione referenziale deve essere libera
ovunque.
Un' espressione referenziale (R-expression) non può essere
c-comandata dal suo antecedente.
Page  6
L'ESPERIMENTO
L'esperimento si basa su quello precedentemente condotto da
Gordon & Hendrick (1997), e vuole verificare
che i risultati da loro raggiunti siano riproducibili anche con
parlanti madrelingua italiani.
Page  7
IL METODO
Sono stati selezionati per l' esperimento 30 soggetti, tutti
madrelingua italiani, con un titolo di studio minimo di licenza
media superiore, di età compresa tra i 22 e i 64 anni.
Abbiamo somministrato 32 frasi ad ogni soggetto, e per
evitare effetti di priorità, abbiamo proposto ai soggetti 4 tipi di
randomizzazioni utilizzando due scale di valutazione: metà dei
soggetti ha effettuato le valutazioni su una scala crescente da
0 a 10, l'altra metà su una scala decrescente da 10 a 0.
Page  8
GLI STIMOLI
Gli stimoli presentati nelle 32 frasi possono essere suddivisi
in 8 differenti categorie.
In tutte le frasi era presente un quantificatore che poteva
essere o l'antecedente o il referente dell'espressione
anaforica.
lI referente poteva essere C-comandato o meno.
L' anafora poteva risiedere in un pronome lessicale o in un
pronome nullo.
Page  9
STIMOLI
C-comando
Pronome
+
Quantificatore
C-Comando
Quantificatore
+
Pronome
C-Comando
Pronome nullo
+
Quantificatore
C-comando
Quantificatore
+
Pronome nullo
C-comando no
Pronome
+
Quantificatore
C-comando no
Quantificatore
+
Pronome
C-comando no
Pronome nullo
+
Quantificatore
C-comando no
Quantificatore
+
Pronome nullo
Page  10
GLI STIMOLI
Page  11
PROCEDURA
I soggetti sono stati testati con un questionario presentato in
forma scritta, preceduto da un foglio separato contenente le
istruzioni per lo svolgimento del compito e alcuni esempi di
frasi in cui la forza dell'espressione anaforica era alta, media o
bassa.
La somministrazione del questionario è stata individuale e si
è svolta in un ambiente silenzioso.
Tutti i soggetti erano volontari e non hanno ricevuto nessun
compenso per la loro prestazione.
Page  12
I RISULTATI
Page  13
I RISULTATI
Abbiamo riportato tutti i risultati ottenuti nelle singole frasi da
ogni soggetto in una tabella, e per ogni frase abbiamo
calcolato la media e la deviazione standard.
I risultati ci hanno lasciato molto sorpresi in quanto le medie
si attestavano quasi unicamente nei valori appena sottostanti il
5 mentre le deviazioni standard erano sempre valori compresi
tra 3 e 4.
Page  14
I RISULTATI
Analisi delle medie:
Cosa comporta che le medie fossero principalmente
nell'intorno di 5?
Dato che i valori delle possibili risposte erano in una scala da
0 a 10 e che i valori medi ottenuti, per ogni tipo di condizione
proposta, si sono attestati vicino al 5 si può supporre che i
soggetti abbiano risposto in maniera abbastanza casuale.
Page  15
I RISULTATI
Analisi delle deviazioni standard:
Cosa comporta che le deviazioni standard fossero
principalmente comprese tra 3 e 4?
Dato che i valori delle possibili risposte erano in una scala da 0
a 10 e che i valori di deviazione standard ottenuti, per ogni tipo
di condizione proposta, si sono attestati tra 3 e 4, si può
evincere che le valutazioni dei soggetti si discostassero molto
dai valori attesi.
Page  16
I RISULTATI
Dato che i risultati dell'esperimento erano globalmente
inconsistenti abbiamo confrontato i dati solo di determinate
frasi, le piùsignificative, e nonostante la comunque alta
deviazione standard, siamo riusciti a portare alla luce alcune
evidenze.
Page  17
I RISULTATI
Abbiamo confrontato tramite analisi statistica due gruppi di
frasi.
Il primo gruppo era formato da frasi di tipo Q/PØ
(1,3,9,11)
Il secondo gruppo era formato da frasi di tipo PØ/Q
(5,7,13,15)
Le frasi potevano essere (3,7,11,15) o non essere (1,9,5,13)
C-comandate
Page  18
I RISULTATI
Tutte le frasi hanno valori di media e deviazione standard
simile, tranne la frase 11 che ha entrambi i valori molto piùalti
Page  19
I RISULTATI
Abbiamo analizzato le frasi in base alla legalita` della coreferenza.
Il grafico evidenzia che le frasi dove la corefenza non e` legale ottengono sempre valori bassi
indipendentemente dall'ordine di Q e P, mentre nelle frasi con coreferenza legale si verifica un
aumento notevole per quanto riguarda le frasi nell'ordine Q/PØ.
R 1 * F R A S E ; M e d i e M Q
E f f . c o r r e n t e : F ( 1 , 2 9 ) = 4 , 4 4 7 3 , p = , 0 4 3 7 1
D e c o m p o s i z i o n e i p o t e s i e f f e t t i v e
L e b a r r e v e r t i a l i i n d i c a n o i n t e r v a l l i d i c o n f i d e n z a a l 0 , 9 5
c o r e f e r e n z a s i
c o r e f e r e n z a n o
1 2
F R A S E
0
2
4
6
8
1 0
1 2
1 4
1 6
1 8VD_1
Page  20
I RISULTATI
Mentre nell'analisi precedente non avevamo tenuto in considerazione il c-comando in questo
caso abbiamo analizzato solo quel fattore e abbiamo notato come ci sia maggior coreferenza
quando le frasi sono c-comandate.
C O M A N D O ; M e d ie M Q
E f f . c o r r e n te : F ( 1 , 2 9 ) = 6 ,1 8 0 9 , p = ,0 1 8 9 2
D e c o m p o s iz io n e ip o te s i e f f e ttiv e
L e b a r r e v e r tia li in d ic a n o in te r v a lli d i c o n f id e n z a a l 0 ,9 5
n o s ì
C O M A N D O
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1 0
VD_1
Page  21
I RISULTATI
Frase 5:
Quando iniziò a cantare ogni ragazzo si alzò .
Frase 7:
Si alzò quando ogni ragazzo iniziò a cantare.
Frase 13:
Se fa bene il compito, ogni studente passerà l'esame.
Frase 15:
Passerà l'esame se ogni studente fa bene il compito.
Page  22
I RISULTATI
Le frasi in cui il quantificatore e` ogni studente (13,15) elicitano piùcoreferenza di quelle (5,7)
in cui il quantificatore e` ogni ragazzo. Questa puo` essere considerata un'evidenza
dell'effetto del contesto, ci aspettiamo infatti che uno studente studi per un esame piuttosto
che un ragazzo inizi a cantare.
F R A S E ; M e d ie M Q
E f f . c o r r e n te : F ( 1 , 2 9 ) = 4 ,4 6 6 3 , p = ,0 4 3 2 9
D e c o m p o s iz io n e ip o te s i e f f e ttiv e
L e b a r r e v e r tia li in d ic a n o in te r v a lli d i c o n f id e n z a a l 0 ,9 5
1 2
F R A S E
1 ,5
2 ,0
2 ,5
3 ,0
3 ,5
4 ,0
4 ,5
5 ,0
5 ,5
6 ,0
6 ,5
7 ,0
7 ,5
VD_1
Page  23
I RISULTATI - euristiche
Abbiamo provato a non considerare le valutazioni di alcuni soggetti che più si discostavano
da una prestazione coerente, cioè quei soggetti che usavano delle euristiche di risposta
fornendo solamente valori intermedi o con valori estremi.
Page  24
I RISULTATI
Qui di seguito riportiamo il confronto di medie e deviazioni standard tenendo conto di tutti i
soggetti e medie e deviazioni standard eliminando le valutazioni dei soggetti che si
discostavano dalla prestazione coerente.
Si può notare come alcuni valori in effetti cambino significativamente.
Page  25
DISCUSSIONI GENERALI
Dato i che i risultati non hanno portato a conclusioni
apprezzabili abbiamo pensato che il problema potesse
risiedere nella poca forza del disegno sperimentale.
I possibili problemi da noi riscontrati sono:
- la tipologia e l' ampiezza della scala di valutazioni scelta;
- le istruzioni fornite ai soggetti;
- la presenza costante del quantificatore.
Page  26
DISCUSSIONI GENERALI
- Tipologia e ampiezza della scala di valutazione
Probabilmente una scala di valori cosi ampia (da 0 a 10) non
ha permesso una corretta analisi dei risultati in quanto i
soggetti non utilizzavano tutti i valori della scala ma
principalmente i valori estremi e il valore centrale (5).
Inoltre il fatto che la scala fosse unicamente numerica poteva
portare a una incomprensione del significato dei valori.
Cosa cambia da 7 a 9?
Page  27
DISCUSSIONI GENERALI
- Istruzioni fornite ai soggetti
Ad un' attenta analisi delle istruzioni abbiamo notato che
queste potrebbero indirizzare i soggetti a scegliere solo i
valori estremi e quello centrale.
Le istruzioni suggeriscono infatti di assegnare ''un punteggio
vicino o uguale a 10'' per frasi ad alto valore di coreferenza
auspicato, e un valore ''vicino o uguale a 0'' quando la
coreferenza è illegale.
Page  28
DISCUSSIONI GENERALI
- Presenza costante del quantificatore
Abbiamo osservato che la presenza del quantificatore in tutti i
tipi di frase ha portato ad un abbassamento generale delle
prestazioni dei soggetti anche quando ci aspettavamo, dato
l'alto livello di coreferenza, dei punteggi elevati.
Probabilmente sarebbe stato opportuno inserire anche delle
frasi senza quantificatore, con un livello di coreferenza simile,
da utilizzare come gruppo di controllo.

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Intuitive knowledge of linguistic co-reference (Experiment)

  • 1. Intuitive knowledge of linguistic co-reference Cdl in Teoria e Tecnologia della Comunicazione anno 2012/2013 Gruppo Caim, Carradori, Colombo, Raineri
  • 2. Page  2 ABSTRACT L'esperimento di seguito presentato vuole investigare la variazione della forza della coreferenza in frasi in cui il pronome referente è esplicitato o meno, e in frasi in cui lo stesso viene o non viene c-comandato. L' assunzione alla base di questo studio è stata verificata nell'esperimento condotto da P. Gordon & R. Hendrick. L'ipotesi è che la coreferenza nella sequenza nome- pronome sia accettabile, moderatamente accettabile nella sequenza nome-nome e non accettabile nella sequenza pronome-nome.
  • 3. Page  3 INTRODUZIONE ALLA BINDING-THEORY Lo scopo dell' esperimento è verificare che parlanti naive si comportino come previsto dai principi della Binding-Theory. La BT cerca di caratterizzare aspetti universali della struttura sintattica in termini di principi formalmente espressi, e di spiegare le variazioni del linguaggio in base al posizionamento di parametri in un modo regolato da principi.
  • 4. Page  4 INTRODUZIONE ALLA BINDING-THEORY Principio A: un pronome riflessivo deve essere legato al suo dominio locale. Principio B: un pronome non rilessivo deve essere libero nel suo dominio locale. Principio C: un' espressione referenziale deve essere libera ovunque.
  • 5. Page  5 INTRODUZIONE ALLA BINDING-THEORY Principio C: un' espressione referenziale deve essere libera ovunque. Un' espressione referenziale (R-expression) non può essere c-comandata dal suo antecedente.
  • 6. Page  6 L'ESPERIMENTO L'esperimento si basa su quello precedentemente condotto da Gordon & Hendrick (1997), e vuole verificare che i risultati da loro raggiunti siano riproducibili anche con parlanti madrelingua italiani.
  • 7. Page  7 IL METODO Sono stati selezionati per l' esperimento 30 soggetti, tutti madrelingua italiani, con un titolo di studio minimo di licenza media superiore, di età compresa tra i 22 e i 64 anni. Abbiamo somministrato 32 frasi ad ogni soggetto, e per evitare effetti di priorità, abbiamo proposto ai soggetti 4 tipi di randomizzazioni utilizzando due scale di valutazione: metà dei soggetti ha effettuato le valutazioni su una scala crescente da 0 a 10, l'altra metà su una scala decrescente da 10 a 0.
  • 8. Page  8 GLI STIMOLI Gli stimoli presentati nelle 32 frasi possono essere suddivisi in 8 differenti categorie. In tutte le frasi era presente un quantificatore che poteva essere o l'antecedente o il referente dell'espressione anaforica. lI referente poteva essere C-comandato o meno. L' anafora poteva risiedere in un pronome lessicale o in un pronome nullo.
  • 9. Page  9 STIMOLI C-comando Pronome + Quantificatore C-Comando Quantificatore + Pronome C-Comando Pronome nullo + Quantificatore C-comando Quantificatore + Pronome nullo C-comando no Pronome + Quantificatore C-comando no Quantificatore + Pronome C-comando no Pronome nullo + Quantificatore C-comando no Quantificatore + Pronome nullo
  • 10. Page  10 GLI STIMOLI
  • 11. Page  11 PROCEDURA I soggetti sono stati testati con un questionario presentato in forma scritta, preceduto da un foglio separato contenente le istruzioni per lo svolgimento del compito e alcuni esempi di frasi in cui la forza dell'espressione anaforica era alta, media o bassa. La somministrazione del questionario è stata individuale e si è svolta in un ambiente silenzioso. Tutti i soggetti erano volontari e non hanno ricevuto nessun compenso per la loro prestazione.
  • 12. Page  12 I RISULTATI
  • 13. Page  13 I RISULTATI Abbiamo riportato tutti i risultati ottenuti nelle singole frasi da ogni soggetto in una tabella, e per ogni frase abbiamo calcolato la media e la deviazione standard. I risultati ci hanno lasciato molto sorpresi in quanto le medie si attestavano quasi unicamente nei valori appena sottostanti il 5 mentre le deviazioni standard erano sempre valori compresi tra 3 e 4.
  • 14. Page  14 I RISULTATI Analisi delle medie: Cosa comporta che le medie fossero principalmente nell'intorno di 5? Dato che i valori delle possibili risposte erano in una scala da 0 a 10 e che i valori medi ottenuti, per ogni tipo di condizione proposta, si sono attestati vicino al 5 si può supporre che i soggetti abbiano risposto in maniera abbastanza casuale.
  • 15. Page  15 I RISULTATI Analisi delle deviazioni standard: Cosa comporta che le deviazioni standard fossero principalmente comprese tra 3 e 4? Dato che i valori delle possibili risposte erano in una scala da 0 a 10 e che i valori di deviazione standard ottenuti, per ogni tipo di condizione proposta, si sono attestati tra 3 e 4, si può evincere che le valutazioni dei soggetti si discostassero molto dai valori attesi.
  • 16. Page  16 I RISULTATI Dato che i risultati dell'esperimento erano globalmente inconsistenti abbiamo confrontato i dati solo di determinate frasi, le piùsignificative, e nonostante la comunque alta deviazione standard, siamo riusciti a portare alla luce alcune evidenze.
  • 17. Page  17 I RISULTATI Abbiamo confrontato tramite analisi statistica due gruppi di frasi. Il primo gruppo era formato da frasi di tipo Q/PØ (1,3,9,11) Il secondo gruppo era formato da frasi di tipo PØ/Q (5,7,13,15) Le frasi potevano essere (3,7,11,15) o non essere (1,9,5,13) C-comandate
  • 18. Page  18 I RISULTATI Tutte le frasi hanno valori di media e deviazione standard simile, tranne la frase 11 che ha entrambi i valori molto piùalti
  • 19. Page  19 I RISULTATI Abbiamo analizzato le frasi in base alla legalita` della coreferenza. Il grafico evidenzia che le frasi dove la corefenza non e` legale ottengono sempre valori bassi indipendentemente dall'ordine di Q e P, mentre nelle frasi con coreferenza legale si verifica un aumento notevole per quanto riguarda le frasi nell'ordine Q/PØ. R 1 * F R A S E ; M e d i e M Q E f f . c o r r e n t e : F ( 1 , 2 9 ) = 4 , 4 4 7 3 , p = , 0 4 3 7 1 D e c o m p o s i z i o n e i p o t e s i e f f e t t i v e L e b a r r e v e r t i a l i i n d i c a n o i n t e r v a l l i d i c o n f i d e n z a a l 0 , 9 5 c o r e f e r e n z a s i c o r e f e r e n z a n o 1 2 F R A S E 0 2 4 6 8 1 0 1 2 1 4 1 6 1 8VD_1
  • 20. Page  20 I RISULTATI Mentre nell'analisi precedente non avevamo tenuto in considerazione il c-comando in questo caso abbiamo analizzato solo quel fattore e abbiamo notato come ci sia maggior coreferenza quando le frasi sono c-comandate. C O M A N D O ; M e d ie M Q E f f . c o r r e n te : F ( 1 , 2 9 ) = 6 ,1 8 0 9 , p = ,0 1 8 9 2 D e c o m p o s iz io n e ip o te s i e f f e ttiv e L e b a r r e v e r tia li in d ic a n o in te r v a lli d i c o n f id e n z a a l 0 ,9 5 n o s ì C O M A N D O 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1 0 VD_1
  • 21. Page  21 I RISULTATI Frase 5: Quando iniziò a cantare ogni ragazzo si alzò . Frase 7: Si alzò quando ogni ragazzo iniziò a cantare. Frase 13: Se fa bene il compito, ogni studente passerà l'esame. Frase 15: Passerà l'esame se ogni studente fa bene il compito.
  • 22. Page  22 I RISULTATI Le frasi in cui il quantificatore e` ogni studente (13,15) elicitano piùcoreferenza di quelle (5,7) in cui il quantificatore e` ogni ragazzo. Questa puo` essere considerata un'evidenza dell'effetto del contesto, ci aspettiamo infatti che uno studente studi per un esame piuttosto che un ragazzo inizi a cantare. F R A S E ; M e d ie M Q E f f . c o r r e n te : F ( 1 , 2 9 ) = 4 ,4 6 6 3 , p = ,0 4 3 2 9 D e c o m p o s iz io n e ip o te s i e f f e ttiv e L e b a r r e v e r tia li in d ic a n o in te r v a lli d i c o n f id e n z a a l 0 ,9 5 1 2 F R A S E 1 ,5 2 ,0 2 ,5 3 ,0 3 ,5 4 ,0 4 ,5 5 ,0 5 ,5 6 ,0 6 ,5 7 ,0 7 ,5 VD_1
  • 23. Page  23 I RISULTATI - euristiche Abbiamo provato a non considerare le valutazioni di alcuni soggetti che più si discostavano da una prestazione coerente, cioè quei soggetti che usavano delle euristiche di risposta fornendo solamente valori intermedi o con valori estremi.
  • 24. Page  24 I RISULTATI Qui di seguito riportiamo il confronto di medie e deviazioni standard tenendo conto di tutti i soggetti e medie e deviazioni standard eliminando le valutazioni dei soggetti che si discostavano dalla prestazione coerente. Si può notare come alcuni valori in effetti cambino significativamente.
  • 25. Page  25 DISCUSSIONI GENERALI Dato i che i risultati non hanno portato a conclusioni apprezzabili abbiamo pensato che il problema potesse risiedere nella poca forza del disegno sperimentale. I possibili problemi da noi riscontrati sono: - la tipologia e l' ampiezza della scala di valutazioni scelta; - le istruzioni fornite ai soggetti; - la presenza costante del quantificatore.
  • 26. Page  26 DISCUSSIONI GENERALI - Tipologia e ampiezza della scala di valutazione Probabilmente una scala di valori cosi ampia (da 0 a 10) non ha permesso una corretta analisi dei risultati in quanto i soggetti non utilizzavano tutti i valori della scala ma principalmente i valori estremi e il valore centrale (5). Inoltre il fatto che la scala fosse unicamente numerica poteva portare a una incomprensione del significato dei valori. Cosa cambia da 7 a 9?
  • 27. Page  27 DISCUSSIONI GENERALI - Istruzioni fornite ai soggetti Ad un' attenta analisi delle istruzioni abbiamo notato che queste potrebbero indirizzare i soggetti a scegliere solo i valori estremi e quello centrale. Le istruzioni suggeriscono infatti di assegnare ''un punteggio vicino o uguale a 10'' per frasi ad alto valore di coreferenza auspicato, e un valore ''vicino o uguale a 0'' quando la coreferenza è illegale.
  • 28. Page  28 DISCUSSIONI GENERALI - Presenza costante del quantificatore Abbiamo osservato che la presenza del quantificatore in tutti i tipi di frase ha portato ad un abbassamento generale delle prestazioni dei soggetti anche quando ci aspettavamo, dato l'alto livello di coreferenza, dei punteggi elevati. Probabilmente sarebbe stato opportuno inserire anche delle frasi senza quantificatore, con un livello di coreferenza simile, da utilizzare come gruppo di controllo.