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Direttore responsabile
Fabio Papalia
Direttore editoriale
Giovanni Alampi
Vice Direttore editoriale
Antonino Provazza
Responsabile Editoriale
Fabio Maragucci
Comitato Editoriale
Giuseppe Fraschini
Il 4 Dicembre, in occasione dei festeggiamenti per Santa Barbara v.m., patrona
dei Vigili del Fuoco e della Marina Militare, l’Arcivescovo della diocesi di Reg-
gio Calabria - Bova, S.E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, ha celebrato la San-
ta Messa, presso la Basilica Cattedrale di Reggio Calabria, alla presenza delle
massime Autorità civili e militari.
La festività di Santa Barbara è, ogni anno, momento di raccoglimento e rifles-
sione per i Vigili del Fuoco. In qualche modo si fa la conta dell’anno trascorso
ma, nello stesso tempo, già si pensa a come organizzarsi per affrontare al me-
glio le sfide future. Siamo stati presenti in tutte le calamità nazionali ed il per-
sonale di Reggio Calabria ha dato sempre il massimo a dimostrazione di eccelsa
professionalità e grande senso umano. La torrida estate appena trascorsa ha
visto i Vigili del Fuoco impegnati, come non mai, per il contrasto agli incendi e,
nonostante i turni di lavoro massacranti, hanno profuso impegno al limite delle
capacità umane, non tirandosi mai indietro; Solo ciò ha consentito di limitare i
danni e non avere vittime.
Il Comando Provinciale ha profuso il suo impegno anche sulla prevenzione e
sulla formazione; 11000 sono stati gli interventi di soccorso tecnico urgente, 272
i servizi di vigilanza antincendio, 25 i corsi di formazione sulla sicurezza sui
luoghi di lavoro (Dlgs 81/2008) e, grazie alla collaborazione dell’Associazione
Nazionale dei Vigili del Fuoco, si è portato avanti il progetto scuole sicure rag-
giungendo oltre 6000 tra studenti e docenti. I Vigili del Fuoco, oltre ad essere
punto di riferimento e di protezione, rimangono sempre e comunque al fianco
dei cittadini.Hanno collaborato a questo
numero:
Luigi De Luca
Giovanni Tebala
Raffaele Laganà
Questione di cuore 2
Il ruolo delle compe-
tenze non tecniche... 3
Questione di Priorità.
Storie d’oltremanica 4
La comunicazione
interpersonale 6
Tecnologia 7
Notizie dal Territorio 7
Sommario:
Editoriale
a cura di Giovanni Alampi segretario Provinciale UILPA Vigili del Fuoco di Reggio Calabria
I Vigili del Fuoco celebrano la loro
patrona Santa Barbara
InFocus
Supplemento periodico di informazione sui Vigili del Fuoco
Numero: 3 - Anno I
Lo schieramento in piazza Duomo
Supplemento della testata giornalistica online Newz.it
Reg. 01/09 Trib. RC - Tutti i diritti riservati - Vietata la riproduzione anche parziale di testo - Stampato in proprio
15 Dicembre 2017
Scannerizza il QR code
per raggiungere la versione online
I tavoli messi a loro posto con
le tovaglie colorare pronte, anche
l’ultima spazzata a terra è stata
ultimata; tutto pronto e tutto come
stabilito. La sera prima della festa
dei vigili del fuoco, ha sempre un
fascino particolare ed i pensieri
sono sempre uguali: avremmo po-
tuto fare di più? Speriamo che non
piova, speriamo che tutto vada co-
me previsto e speriamo che i bimbi
si divertano. Riflessioni sentite e
risentite perché la sera della festa
non è una sera qualunque, ma è la
festa del 4 dicembre, la festa di
Santa Barbara. Per i vigili del fuo-
co d’Italia, le cose cambiano, il cari-
co emotivo ed il coinvolgimento
personale sono enorme. Quando
festeggiano la festa della loro pa-
trona, Santa Barbara, i “pompieri”
danno il meglio.
Quello che facciamo non è routine,
non è un rito annuale, la nostra è
una “questione di cuore”.
Per rendere un poco l’idea della
devozione, basta chiedere a qual-
che vigile del fuoco, quale nome
abbia scelto per la propria figlia,
per molti la risposta è identica…
Barbara.
Ognuno di noi, durante il suo servi-
zio, incrociando lo sguardo con una
statuina o un quadro che raffigura
la santa, vuoi per fede o per sem-
plice riflessione sulla sua storia di
martire, dedica un pensiero e si
affida a lei, affinché, per interces-
sione presso Dio, il nostro piede
non inciampi e la nostra mano sia
ferma, durante il nostro lavoro.
È questione di cuore anche que-
st’anno, nel piazzale del Comando
di Reggio Calabria si respira aria
di festa, ci si scambia gli auguri,
ovvero ci auguriamo l’un l’altro che
la sua forza, il suo esempio, possa
sostenerci sempre.
Proprio per la particolarità dell’e-
vento, la festa non è mai stata fine
a se stessa o ridotta ad una mera
celebrazione di rito.
Siamo certi che, condividendo la
gioia, essa si moltiplichi, con questi
Ben due gonfiabili presi in prestito
da qualche amico dei pompieri sono
stati d’aiuto all’intrattenimento dei
più piccini, mentre una mostra di
quadri realizzati da un collega e arti-
sta incantava i presenti. Insomma
un mix perfetto per la riuscita della
serata ed il divertimento di tutti, in
barba alla pioggia che, fortunata-
mente, dopo un’ora è cessata, dando
finalmente spazio alle attività ester-
ne. Due risalite con le imbracature
sul castello di manovra, la sezione
incendio, il percorso della pompiero-
poli, i cani pompieri del nucleo cinofi-
li con i loro conduttori, hanno dato
dimostrazione della loro professio-
nalità con una simulazione di ricerca
e soccorso.
La festa si è conclusa in tarda serata
finché l’ultimo bimbo, stremato, ha
smesso di giocare gustando le ultime
crespelle alla nutella.
Tutti sfiniti ed esausti ma pieni di
gioia, anche quest’anno il “miracolo”
di Santa Barbara, si è manifestato
negli occhi dei bambini, quell’emozio-
ne fortissima che ci da la carica per
un anno intero. A giochi fatti, a festa
terminata, quando l’ultimo tavolo è
stato messo al suo posto, quando tut-
ti i sacchetti raccolti sono stati smal-
titi e l’ultima spazzata è stata ulti-
mata, ritorniamo sereni e felici alle
nostre autopompe.
Raffale Laganà
Vigile Esperto
Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco
di Reggio Calabria
Santa Barbara una “questione di cuore”
sentimenti, in questo giorno più che
in altri, i cancelli del cortile si spa-
lancano alla cittadinanza, ai bam-
bini, ai governati della città, affin-
ché la nostra gioia sia piena.
Tutto è pronto. Nella mattinata ad
aspettare e salutare il nostro Diri-
gente, schierato nel piazzale, un
picchetto, formato dai vigili operati-
vi, dai sommozzatori, dai cinofili,
dai portuali e gli immancabili e
insostituibili colleghi dell’Associa-
zione Nazionale dei VVF con il loro
Labaro, tutti schierati accanto allo
stendardo del Comando di Reggio
Calabria, dal quale pendono sonan-
ti, le medaglie delle varie campa-
gne e missioni.
Una voce impartisce gli ordini allo
schieramento e il Dirigente in alta
uniforme saluta e rende gli omaggi
alla bandiera, con una preghiera ed
un pensiero rivolti ai colleghi, fra-
telli e sorelle caduti in servizio.
Insieme ai funzionari, ai graduati,
ai vigili, agli amici ed ai parenti, si
procede verso il Duomo di Reggio
per celebrare la santa messa, assie-
me alla Marina Militare, anch’essa
protetta dalla stessa patrona.
Una splendida mattinata con sole e
cielo terso, tutto si è svolto al me-
glio senza intoppi. Nel pomeriggio
un abbondante aperitivo, accurata-
mente preparato dai colleghi addet-
ti alla cucina da campo, ha fatto da
cornice all’intrattenimento di adulti
e bambini. Sui tavoli tantissime
prelibatezze, degne dei migliori
chef. I bambini si sono sbizzarriti
con giochi appositamente organiz-
zati per loro. Con la bellissima
Pompieropoli, si sono cimentati
nella sfida per superare alcuni
ostacoli, una sezione dedicata al
fuoco, indossando i dispositivi di
protezione ed utilizzando le attrez-
zature per spegnere un vero incen-
dio. Tutti speravano in un errore
delle previsioni meteo ma, puntual-
mente, un’altra sfida contro la pio-
gia attendeva gli avventori. Tutti a
rifugiarsi all’interno delle autori-
messe tirate a lucido per l’occasio-
ne.
Pagina 2 InFocus
Le cosiddette competenze “non-
tecniche” (“non-technical skills”) of-
frono strumenti operativi di natura tra-
sversale, integrabili e spendibili nella
gran parte delle professioni e, soprat-
tutto, in tutte quelle dove la dimensione
relazionale è centrale ed assume una
valenza strategica, in termini di proces-
so e di risultato.
Le competenze “non-tecniche” diven-
tano strumento di efficienza ed effica-
cia nell’azione (operativa e relazionale)
del soccorritore e, al tempo stesso, fat-
tore di protezione nella sua esposizione
a stress emotivi reiterati e acuti, sia
nella dimensione individuale che in
quella di gruppo.
Le competenze “non-tecniche” assu-
mono, dunque, un ruolo fondamentale
nel processo di empowerment del soc-
corritore, anche nel suo gruppo di rife-
rimento e, soprattutto, nello sviluppo,
nel consolidamento e nel mantenimen-
to delle sue capacità resilienti. Le com-
petenze “non-tecniche”,in quanto ele-
menti di base nei processi di self-
empowerment, possono diventare per-
tanto, strumento di efficienza ed effica-
cia nell’azione (operativa e relazionale)
del soccorritore e, al tempo stesso, fat-
tore di protezione nella sua esposizione
a stress emotivi reiterati e acuti. Costi-
tuiscono, dunque, elemento di compe-
tenza di base nello sviluppo, nel conso-
lidamento e nel mantenimento delle
sue capacità resilienti, sia nella dimen-
sione individuale che, ancor più, in
quella di gruppo e di comunità (ovvero
organizzativa, nel caso dei sistemi di
risposta alle emergenze).
La consapevolezza della necessità di
una formazione integrata e multidisci-
plinare, consente di intervenire in mo-
do efficace nella fase di formazione del
soccorritore e, successivamente, di
mantenimento professionale, oltre che
per l’accrescimento delle sue compe-
tenze tecnico-operative, anche per il
miglioramento ed il potenziamento
delle sue competenze umane (emotive)
e relazionali (sociali), ovvero delle sue
“competenze non tecniche”. L’integra-
zione delle competenze emotive
(intelligenza emotiva) e delle compe-
tenze sociali (intelligenza sociale) con
le competenze di natura tecnico-
operativa rappresentano, dunque, il
Il ruolo delle competenze “NON-TECNICHE”
nella costruzione delle capacità resilienti del soccorritore
punto di arrivo della formazione inte-
grata e multidisciplinare di un soccorri-
tore.
La messa a sistema di queste compe-
tenze (umane e relazionali) nell’“uomo
soccorritore”, costituisce il raggiungi-
mento di quella “maturità psicosociale”
che rappresenta la base sicura su cui
poter sviluppare processi di crescita
personale e professionale
(empowerment) sui quali poter poten-
ziare e mantenere le proprie capacità
resilienti.
La resilienza non è semplicemente una
connotazione umana antropologica-
mente definita, è una competenza ap-
presa che si comincia a strutturare dal
nostro originario stile di attaccamento
affettivo e, passando attraverso la defi-
nizione dei propri meccanismi di difesa
nella maturità, giunge a renderci dispo-
nibili fino alle più complesse capacità
di gestione delle situazioni critiche ad
alto contenuto emotivo, riscontrabili
nei soccorritori professionisti.
La resilienza è, dunque, strettamente
correlata con il nostro modo di “essere
nel mondo”, è un processo di consape-
volezza, è un percorso di crescita che si
traduce in uno “stato della mente”.
Per svolgere il lavoro del soccorritore,
la resilienza va curata, potenziata e
coltivata, giorno dopo giorno.
Numero: 3 - Anno I Pagina 3
Oggi, la formazione sulle “competenze
relazionali e di ruolo”, nei sistemi di
risposta all’emergenza (in particolare,
nel Corpo Nazionale dei Vigili del
fuoco), è il risultato di un percorso di
studi, ricerche e sperimentazioni con-
solidato in alcuni decenni di esperien-
za.
Le cosiddette “competenze non tecni-
che” (come ad es. problem solving,
decision making, situation awareness,
competenze di membership e di lea-
dership, competenze di comunicazione
in tempo di quiete ed in situazioni di
crisi e in emergenza) sono tutte quelle
abilità che esulano dall’expertise squi-
sitamente tecnico di una professione e
che risultano altrettanto importanti e,
talvolta, determinanti per la sicurezza
degli interventi di soccorso e per il
raggiungimento dei più elevati stan-
dard di efficacia ed efficienza.
Questo tipo di competenze sono state
studiate e codificate, inizialmente nel
settore aeronautico, sotto forma di
sistemi di indicatori comportamentali
(behavioral markers system), dunque,
osservabili e valutabili. Tali indicatori
costituiscono sia un sistema tassono-
mico di riferimento nell’ambito dei
processi formativi, sia un possibile
sistema di valutazione da utilizzare
nelle fasi di selezione, formazione e
monitoraggio del personale.
In quest’ambito si è constatato che, nel
Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, i
processi formativi sulle competenze di
relazione e di ruolo (con modalità op-
portunamente differenziate e specializ-
zate per funzione, ruolo e qualifica
ricoperta all’interno dell’organizzazio-
ne), assumono una valenza strategica
in quanto si propongono di integrare e
mettere a sistema le necessarie compe-
tenze tecnico-operative con le
“competenze non-tecniche” (e, quando
necessario, di “management”), propo-
nendosi di imboccare la via dell’eccel-
lenza, in un’ottica di miglioramento
dell’azione organizzativa e, in ultima
analisi, della qualità del servizio reso
ai cittadini-utenti.
Dott. Luigi De Luca
(CNVVF)
Alcune settimane fa mi trovavo, come ogni
venerdì sera, al solito pub sul molo, a sorseg-
giare una HoodedRam e giocare a biliardo e
freccette con gli amici medici di base (qui li
chiamano GP), quando dalla porta entrò una
ventata di aria gelida – sai, quella che viene
dal mare e consiglia di star dentro, meglio se
al caldo e in buona compagnia. Dalla porta si
affacciò un uomo, faccia conosciuta, ma stavol-
ta c’era qualcosa di strano, di stanco, in lui…
si vedeva che aveva proprio bisogno di qualco-
sa di forte! Indossava un giaccone lungo, tutto
zuppo e macchiato (mi chiesi subito di cosa…).
Guy, cosi si chiama, volontario della protezio-
ne civile locale e ausiliario dei pompieri, alzò
la mano per salutarci e, forse anche, per ri-
chiamare l’attenzione nostra e, soprattutto,
del barman, che si affrettò a versargli uno
“shot” di Talisker, senza ghiaccio ne’ acqua (in
un posto piccolo come questo i gestori dei pub
conoscono i loro clienti uno per uno). Lasciam-
mo la partita a metà – per la cronaca, Keith ci
stava stracciando a freccette… - e andammo a
sentire le novità. Guy iniziò a sorseggiare il
suo whisky e il colore tornò subito sulle sue
guance (miracoli del “single malt” torbato…).
Ai nostri sguardi interrogativi rispose inizian-
do a raccontare. Ve lo riporto cosi come l’ho
sentito con le mie orecchie…
“Qualche ora fa ero a casa, beatamente spro-
fondato nel divano a vedere l’ultima puntata
della saga di Eastenders, quando il telefono
poggiato sulla mia scrivania ha iniziato a
trillare insistentemente. Non aspettavo alcu-
na telefonata importante, mia moglie era con i
bambini a casa di amici e non ero di turno per
la protezione civile. Insomma, chi veniva a
turbare quel mio pomeriggio domestico? Ho
preso il telefono a malincuore e la voce che ne
è venuta fuori non dava spazio a repliche o
risposte negative. Era il mio caposquadra dei
pompieri. “Vieni subito, c‘è bisogno di te”. Non
ho fatto neanche in tempo a chiedere perché
che lui aveva già riattaccato. Doveva essere
successo qualcosa di terribile se Rud si com-
portava il quel modo. Mi sono alzato dal diva-
no, ho messo su la casacca d’ordinanza e sono
uscito di casa senza neanche chiudere la porta
e senza lasciare un messaggio per mia moglie.
Sono arrivato alla stazione che mi stavano già
aspettando – non penso di averci messo più di
5 minuti ma le due autopompe erano già par-
tite e la macchina era in moto con la sirena
accesa. Brian è partito a razzo… ho il sospetto
che abbia scelto di fare l’autista nei pompieri
perché in formula 1 non l’hanno voluto….
L’ambiente in macchina era teso, Rud era
come al solito seduto davanti, col volto preoc-
cupato. Sul sedile di dietro, assieme a me
c’erano Julie e Mikos. Alla prima curva – con
tanto di sgommata che fa molto film america-
no – Julie mi ha spiegato che pochi minuti
prima c’era stato un incidente sulla strada per
l’aeroporto. Un bus con diverse persone a
bordo era sbandato andando a finire dritto
contro le pompe di un distributore di benzina.
Ne era partito un incendio che aveva coinvolto
il bus e tre auto che facevano rifornimento. La
proprietaria del distributore, che era alla
cassa, è svenuta per lo spavento e non e’ riu-
scita a chiudere la valvola dei carburanti.
Questione di priorità Storie d’Oltremanica
Null’altro. Nella mia mente – e sono sicuro
anche in quella degli altri soccorritori – scor-
reva la checklist. S- survey - S – sicurezza, T
– triage, A – vie aeree, B – respirazione, C –
circolazione.
Siamo arrivati a Ballasalla in un lampo
(Brian contento come una Pasqua…). I colle-
ghi delle autopompe stavano estendendo le
manichette e in pochi istanti hanno iniziato
anche a mandare acqua nebulizzata sull’enor-
me rogo. Fortunatamente qualcuno era riusci-
to a tirarsi fuori dal fuoco e c’erano diverse
persone riverse per terra, alcune vicine alle
taniche di olio usato, altre accanto all’aria
compressa, altre ancora sul ciglio della stra-
da. Qualcuno, probabilmente venuto dalle
case vicine, stava prestando i primi soccorsi.
Intanto le auto continuavano a sfrecciare su
Castletown Road dirette all’aeroporto e al
Sud, qualcuna tornava verso la città.
Con la sua solita efficienza, appena sceso
dalla macchina (direi… volato giù dalla mac-
china, perché le ruote non erano ancora fer-
me), Rud ha gridato a Julie di andare a fer-
mare il traffico e di farsi aiutare da qualcuno
dei presenti (per esempio, la signora che sta-
va passeggiando con il cane quando è successo
l’incidente). In men che non si dica tutto il
traffico della “rush hour” (erano le 5 dopotut-
to) era stato fermato e due colonne di auto
(con annessi autisti piuttosto “disappointed”)
si andavano formando ai due lati della zona
dell’incidente. Julie aveva preso in pugno la
situazione della strada e nessuno protestava.
La signora del cane (che era stato debitamen-
te legato ad un palo li vicino, che abbaiasse
pure a tutto quel trambusto!) era stata fornita
di paletta rossa e aveva realizzato il sogno
della vita: fermare il traffico con una mano!
Brian era poi andato a parcheggiare la mac-
china proprio di traverso sulla strada princi-
pale in modo che a nessuno venisse l’idea di
forzare il blocco (non sarebbe mai avvenuto, lo
sappiamo bene… in caso di incidente in que-
sta parte sperduta del mondo la gente in
genere sa come comportarsi).
Intanto, senza aspettare alcun comando da
Rud (che probabilmente mi avrà anche grida-
to qualcosa ma tanto non lo sentivo) sono
andato di corsa verso la valvola dei carburan-
ti e l’ho chiusa, in modo da provare a fermare
l’incendio. Le fiamme si sono ridotte sensibil-
mente ma non si sono estinte del tutto perché
tanta benzina era già stata sparsa e la tap-
pezzeria interna del bus e delle auto bruciava
benissimo!
Mikos si era fiondato a controllare la situazio-
ne e in pochi istanti aveva capito tutto…
Aiutato da Brian e da me (ma anche Rud si è
presto unito al gruppo) ha iniziato a spostare
le persone verso posti un po’ più sicuri.
Siamo riusciti, in meno di 5 minuti, a ricollo-
care tutti i feriti “accessibili” (9 persone in
tutto, compresa la proprietaria del distributo-
re che aveva avuto un malore) in una zona
sicura, il giardino di una casa li vicino (forse
quello della signora del cane…) che non pote-
va essere raggiunto dalle fiamme, e abbiamo
iniziato a capire da dove cominciare per dare
assistenza alle vittime del fuoco. Il luogo che
avevamo scelto era anche idoneo per i soccor
Pagina 4 InFocus
ritori della St. John’s Ambulance, le cui sirene
già si sentivano, con un grande spiazzo per i
mezzi e lo spazio per muoversi in comodità.
Nelle emergenze extraospedaliere (ma anche
all’interno dell’ospedale, ovviamente) il tempo è
un fattore determinante. Si parla dei “10 minuti
d’oro”, che è il massimo consentito perché’ il
team di soccorso raggiunga la scena, metta in
sicurezza l’ambiente e inizi il trattamento dei
feriti. La sicurezza consiste nell’accertarsi che
(1) i soccorritori non corrano rischi, (2) non vi
siano eventi secondari sulla scena (tipo crolli o
nuovi focolai o incidenti stradali dovuti al traffi-
co dei mezzi di soccorso) o che, in caso, questi
non aggravino la situazione, (3) le vittime ven-
gano trattate in un posto sicuro, possibilmente
lontano dalla scena e libero da rischi, e trasferi-
te prontamente. In quest’ordine.
Qualcuno deve anche compiere una veloce ispe-
zione della scena (pochi secondi) per avere il
controllo completo e per comunicare al soccorso
avanzato (ambulanza, elicottero…) quante più
informazioni possibili.
E’ importante la presenza di un team leader,
che coordini i soccorsi sulla scena, e il team deve
essere affiatato e abituato a lavorare insieme, in
modo da ridurre al massimo i comandi e quindi
le perdite di tempo.
Insomma, nel primo approccio al soccorso, l’or-
ganizzazione è forse più importante delle capa-
cità mediche!
“I ragazzi delle autopompe intanto riversavano
ettolitri di acqua nebulizzata sulle fiamme e
stavano ottenendo buoni risultati. Non era
ancora chiaro se e quante altre persone erano
rimaste intrappolate nei veicoli… Le fiamme si
spegnevano gradualmente e, con il crepitio del
fuoco, si udivano solo le sirene e gli strilli di
alcune vittime.
Un giovane ben vestito, ma con i pantaloni
bruciacchiati e macchiati, urlava che voleva
essere soccorso e che avrebbe chiamato il suo
avvocato se nel giro di pochi istanti non si fosse
visto un medico che si prendesse cura di lui.
Diceva che non riusciva camminare e che stava
per morire… Intanto parlava al cellulare e im-
precava… chiedeva che un carro attrezzi venis-
se subito a recuperare la sua macchina
(immagino fosse quel SUV forse un po’ annerito
dal fumo, ma ancora assolutamente intatto).
Una donna piuttosto anziana giaceva a terra
apparentemente priva di sensi, pallida e con la
gamba sinistra che faceva un angolo strano…
Un uomo di mezza età – direi sulla cinquantina
– era seduto a terra, respirava a fatica, le so-
pracciglia, i peli del naso e la barba erano bru-
ciati, aveva ustioni sulle labbra, i capelli erano
neri, la camicia con lo stemma della azienda di
trasporti locale era completamente bruciata
davanti e si intravedeva il petto che aveva un
colore nerastro. Era agitatissimo ma non riusci-
va a parlare.
Un’altra donna, piuttosto giovane, teneva in
mano un bimbo con la divisa di una scuola pri-
maria. Il bimbo era spaventato e piangeva ma la
signora aveva entrambe le gambe completamen-
te ustionate.
Un uomo era a terra sul fianco, non parlava,
non si muoveva, i vestiti erano tutti neri e fu-
manti. Gli altri avevano, a quanto pare, ferite
minori o ustioni limitate. Erano tutti seduti su
un paio di panchine e qualcuno stava portando
loro dell’acqua.
La scena era stata messa in sicurezza, il fuoco si
stava estinguendo pian piano e due pompieri
stavano entrando nel bus in fiamme cercando
eventuali vittime. Fortunatamente, la loro ricer-
ca è stata infruttuosa. Evidentemente tutti
erano riusciti ad abbandonare il bus in tempo.
Sulle auto coinvolte non c’era nessuno, ma il
distributore ancora bruciava e si cercava di
tenere le fiamme lontane dal serbatoio e dai
vapori di benzina.
Rud mi chiese di andare a occuparmi dei feriti
in attesa che Martin e la sua squadra della St
John’s Ambulance arrivassero.
Il primo problema fu: chi trattare per primo?” In
caso di vittime multiple e risorse limitate, come
accade spesso, è indispensabile decidere una
priorità nel trattamento dei feriti. Di solito è il
team leader a guidare la scelta, o comunque la
persona più esperta presente sulla scena, in
attesa che arrivi il soccorso medico avanzato. Il
principio è lo stesso in qualunque parte del
mondo: tratta per primo quello che rischia di
morire per primo. Un’ostruzione delle vie aeree
(A – bocca, trachea, bronchi) porta a morte pri-
ma – ad esempio – di un grave trauma del tora-
ce (B), ma questo in genere porta al decesso
prima di una emorragia (C), e ancora prima di
un trauma cranico… I traumi periferici degli
arti di solito non sono una minaccia immediata
alla vita, quindi non meritano immediata atten-
zione. “Il tipo che strillava e minacciava è stato
immediatamente zittito con un’occhiataccia (e
due paroline dette sottovoce) da Julie: se poteva
urlare e parlare al telefono evidentemente non
stava tanto male. Lo sapete meglio di me, se
parli correttamente è verosimile che le tue vie
aeree siano pervie, i polmoni funzionino bene e
il tuo cervello sia adeguatamente ossigenato da
permetterti di ragionare. La maleducazione
personale è un altro problema, e purtroppo
siamo circondati da gente maleducata ed egoi-
sta. Ci siamo divisi a trattare i due che ci sem-
bravano più gravi, i due uomini… uno aveva
chiaramente ustioni sul torace e in faccia e sono
sicuro che abbia anche inalato fumo. Era chiara-
mente in distress respiratorio e ipossico e il suo
respiro era molto rumoroso. Si vedeva che fati-
cava molto. Sono andato di corsa in macchina a
prendere la bombola dell’ossigeno e entro pochi
istanti avevamo applicato una maschera e ini-
ziato l’ossigeno. Intanto Brian attaccava un
cartello con il numero 1 al collo di quest’uomo,
per facilitare il triage dei soccorritori. L’altro
uomo, evidentemente privo di sensi e con i vesti-
ti bruciacchiati ma non evidenti ustioni al volto,
respirava bene e non aveva importanti emorra-
gie esterne, a parte un taglio in testa, che san-
guinava un po’… non meritava attenzione im-
mediata, quindi ho chiesto ad uno dei ragazzi
della vicina officina, che erano accorsi a darci
una mano, di stare vicino a lui, lasciarlo disteso
sul fianco e comprimere la ferita con una fazzo-
letto. Tra i feriti c’era anche una donna priva di
sensi. In effetti, ha risposto subito quando mi
sono avvicinato a scuoterla, ma era pallida. Il
polso era velocissimo… non penso sia per la
paura… Si lamentava di dolore alla gamba
sinistra, ed effettivamente sembrava più corta
dell’altra e il piede era completamente girato sul
lato. La coscia sinistra era almeno due volte lo
spessore dell’altra… c’era evidentemente una
emorragia interna cospicua. Purtroppo non
avevamo nulla per mettere in trazione la gam-
ba, quindi le abbiamo iniziato l’ossigeno e abbia-
mo attaccato un bel cartello 2 al collo. La priori-
tà 3 e’ andata all’uomo privo di sensi che aveva
battuto la testa… La signora con il bimbo aveva
evidentemente un’ustione alle gambe, ma proba-
bilmente non aveva lesioni di organi vitali. Si è
meritata un bel 4 e una bottiglia d’acqua, che
bevesse abbondantemente (tanto, i soccorritori
della St John’s avrebbero iniziato presto una
massiva terapia infusionale). Il bimbo stava
bene, la mamma era riuscita a tirarlo via dal
bus prima che il fuoco lo raggiungesse, l’ha
preso in braccio quindi gli ha risparmiato ustio-
ni alle gambe, ma lei invece attraverso il fuoco
c’è passata… Fortuna che proprio in quel mo-
mento le due ambulanze parcheggiavano nel
giardinetto temporaneamente trasformato in
ospedale da campo! Martin e gli altri hanno
preso subito il controllo della situazione. L’uomo
con priorità 1 è stato intubato e sedato sul posto
e immediatamente trasferito in ospedale. Le
condizioni erano piuttosto gravi e avrebbe neces-
sitato di un ricovero in terapia intensiva e pro-
babilmente anche di essere trasferito al più
presto al centro ustioni. La signora con la proba-
bile emorragia interna è stata stabilizzata sul
posto prima di essere trasferita, le hanno messo
due grosse cannule al braccio e hanno subito
iniziato la infusione di liquidi, ma le condizioni
erano cosi gravi che le hanno anche dato sangue
di gruppo O negativo e un bel po’ di morfina.
Intanto qualcuno le ha messo in trazione la
gamba… Anche all’uomo con il trauma cranico è
stata messa la mascherina con l’ossigeno, ma le
sue condizioni non sembravano cosi gravi, per-
ché dopo qualche istante ha iniziato a parlare
con i soccorritori. Certo, un trauma cranico
l’aveva avuto e aveva perso coscienza, quindi è
stato trasferito in ospedale. Alla signora con le
ustioni alle gambe, oltre all’ossigeno, hanno
messo due grosse cannule e hanno iniziato l’in-
fusione di liquidi. Anche lei s’è meritata una
buona dose di morfina prima del trasferimento
in ospedale. Ma ha avuto tutto il tempo di chia-
mare il compagno, che venisse a recuperare il
figlio. Il tipo aggressivo e urlante aveva solo una
distorsione alla caviglia. Non un graffio. A quan-
to pare era alla cassa a pagare e mentre si preci-
pitava fuori a vedere che succedeva ha messo un
piede in fallo. E’ stato visitato rapidamente
dall’infermiere dell’ambulanza che gli ha
“gentilmente” consigliato di andare a…casa e
farsi vedere dal GP nei prossimi giorni… ma
mentre andava zoppicando verso la macchina di
un amico che era venuto a prenderlo ancora
imprecava che voleva una risonanza magnetica
urgente e che è un uomo molto impegnato e che
avrebbe perso tanti soldi e che avrebbe denun-
ciato tutti e che… ma nessuno gli dava più ret-
ta!” Il passaggio successivo, che spetta al soccor-
so avanzato, è specificato dalla sigla T&T…
“treat and transfer”. Alcune vittime possono
essere trattate sul posto e mandate a casa diret-
tamente, mentre solo i più gravi devono essere
trasferiti in ospedale dopo essere stabilizzati sul
posto. Mentre in alcuni Paesi la tecnica preferi-
ta del soccorso medico è quella dello “scoop and
go”, che consiste nel prendere la vittima, metter-
la in ambulanza e portarla all’ospedale più
vicino prima possibile, senza alcun trattamento
sul posto, qui nel Regno Unito i soccorritori, che
pur non essendo spesso medici hanno competen-
ze mediche avanzate per l’emergenza, preferi-
scono stabilizzare i pazienti sul posto e poi, in
caso, trasferire i più gravi. Sulla strada vengono
eseguite manovre avanzate, come l’intubazione
tracheale, il drenaggio toracico e anche – se
necessario – l’apertura del torace per riparare
ferite del cuore o dei polmoni rapidamente leta-
li. Questa strategia ha un grande impatto positi-
vo sulla sopravvivenza delle vittime di incidenti,
ma richiede una perfetta organizzazione e una
significativa esperienza e abilità dei soccorritori.
Il trasferimento deve essere preparato accurata-
mente e in teoria nessun paziente lascia la sce-
na dell’incidente se non è stato prima stabilizza-
to (talvolta questo non è possibile e il paziente
viene messo in ambulanza mentre le manovre
rianimatorie proseguono).
“Abbiamo potuto lasciare quel luogo di devastaz
ne solo dopo che tutte le vittime erano andate
via, inclusa la proprietaria del distributore che
poi aveva regolarmente ripreso coscienza. Il
traffico sulla Castletown Road ha avuto enormi
ritardi e lunghe file si sono formate – cosa piut-
tosto insolita in questa piccola isola… Ma non
potevo tornare a casa subito, avevo bisogno di
rischiarami la mente e la gola!!!”
Il primo giro di Talisker è stato offerto dal bar-
man (non sia mai detto che uno che ha passato
ore a salvare le vittime di un incidente debba
pagarsi il suo whisky!) e per buona misura an-
che noi – presi dal racconto di Guy – abbiamo
approfittato. Molti di noi sarebbero poi stati
coinvolti nel trattamento di quei feriti, ciascuno
nel proprio ambulatorio o reparto in ospedale.
Poi, dopo aver subissato Guy di domande e
riflessioni su come, quando, perché e cosa, con-
dite di “mi ricordo” e “anch’io”, che invariabil-
mente riportavano a esperienze personali di
diverso tipo, inclusi racconti di guerra e azioni
militari (quelli non mancano mai!), …poi, dice-
vo, quando si era fatta già notte e i più brilli
avevano già chiamato il taxi per andare via, ma
il pub era ancora pieno di gente che chiacchiera-
va, beveva o commentava la partita di calcio
mandata dal grande schermo TV sopra al banco-
ne (spesso tutt’e tre le cose contemporaneamen-
te), …solo allora riuscimmo a finire la partita di
freccette.
Come al solito, Keith vinse e l’ultimo giro di
HoodedRam toccò a me.
Mi risvegliai la mattina dopo nel mio letto con
un gran mal di testa… fortuna che era sabato e
in ospedale era di turno qualcun altro.
Dr. Giovanni Tebala
Consultant in Chirurgia Gastrointestinale
al Noble’s Hospital dell’Isola di Man
Numero: 3 - Anno I Pagina 5
Il modo forse più semplice per
avvicinarsi al tema della comuni-
cazione interpersonale, è quello di
studiarla, inquadrandola, in gene-
rale, quale processo di trasmissio-
ne di informazioni. Sotto tale pro-
spettiva, la comunicazione si può
intendere come il trasferimento di
un messaggio da una fonte emit-
tente ad un soggetto ricevente,
attraverso un canale di trasmis-
sione come la voce, la scrittura o
un comune apparecchio telefonico.
Tale trasmissione può essere uni-
direzionale o bidirezionale, a se-
conda se il soggetto ricevente re-
stituisce o meno una risposta all’e-
mittente.
La comunicazione a due vie o bidi-
rezionale, permette di invertire i
ruoli dei due soggetti comunicativi
che, alternativamente, assumono
il ruolo di emittente e ricevente,
con l’invio di un segnale di ritorno
o risposta comunemente detto
feedback, che informa sull’esito
del messaggio e permette un’even-
tuale correzione o modifica del
processo informativo.
Approfondendo maggiormente il
processo di comunicazione inter-
personale, bisogna mettere in con-
to ulteriori fattori che si interpon-
gono tra la sorgente emittente e
ricevente che, come detto, in un
processo bidirezionale, assumono e
ripetono le funzioni in modo spe-
culare ed alternato.
Nel processo di comunicazione
interpersonale, quindi, entrano in
gioco i fattori che si interpongono
tra il soggetto emittente e quello
ricevente e che qualificano ed alte-
rano il messaggio in base alla loro
influenza psicologica o affettiva.
Tali interposizioni possono essere
di carattere semantico come la
codifica del pensiero e la sua ela-
borazione, di carattere affettivo
come i filtri psicologici che attuano
La comunicazione interpersonale
Il processo di comunicazione efficace
rivelazioni. Il Canale di comuni-
cazione, invece, è composto da
mezzi di trasmissione quali voce,
corpo, mezzi audio/visivi, libri, ap-
parecchiature elettroniche in for-
ma di espressione verbale, orale,
scritta, visiva, etc.
Affinché il messaggio sia trasmis-
sibile e fruibile dai soggetti inter-
loquenti, occorre codificarlo, cioè
trasformarlo in una successione di
simboli e suoni che abbiano signi-
ficato comprensibile e condivisibile
tra i comunicanti ed organizzato
secondo precise regole sintattiche,
come una sorta di stenografia del
nostro pensiero; In pratica il codi-
ficatore deve essere capace di scri-
vere la stenografia, mentre il deco-
dificatore di leggerla.
L’operazione di decodifica, è quin-
di la traduzione del messaggio da
parte del ricevente secondo il suo
“dizionario” lessicale, sintattico,
semantico, percettivo, valoriale e
pragmatico ed è inevitabile che la
ricostruzione avvenga secondo le
modalità del ricevente e che tali
“rumori” possano fortemente in-
quinare il processo di decodifica.
Visto che la comunicazione inter-
personale è molto soggetta ad in-
terferenze sia interne che esterne,
si rende estremamente necessario
valutare i problemi più significati-
vi che intervengono su di essa, in
modo da mettere in atto i dovuti
correttivi per ottenere una comu-
nicazione di successo o, come si
suol dire “EFFICACE”.
Fabio Maragucci
Responsabile Editoriale
niti Rumore, inteso come un’a-
zione di disturbo volontaria o in-
volontaria sulla comunicazione
che, poco o molto, interferisce con
essa rendendola inefficace.
L’efficienza di un sistema di co-
municazione si basa, quindi, sugli
elementi che lo compongono e la
sua efficacia non può essere mi-
gliore dell’elemento più debole del
sistema stesso. In definitiva, ba-
sta che uno degli elementi del si-
stema non sia adeguato o sia di-
storto, per mettere a repentaglio
l’efficienza potenziale dell’intero
sistema, anche se tutto il resto
funziona correttamente. Si può
affermare, quindi, che la massima
capacità di trasmissione dipende
dalla massima capacità dell’ele-
mento più debole della catena.
Analizzando meglio un sistema di
comunicazione, si possono defini-
re, con maggior dettaglio, tutti gli
elementi che lo compongono. Par-
tendo dal Messaggio, lo stesso si
può definire come il contenuto
della comunicazione sempre du-
plice, in quanto contiene una
struttura logico/semantica ed una
psicologica/emotiva/affettiva ed è
composto da un pacchetto di infor-
mazioni e simboli, di segnali ana-
logici, affettivi, sensazioni, senti-
menti, impressioni, intuizioni o
Pagina 6 InFocus
L’efficienza di un sistema
di comunicazione si basa
sull’efficacia degli
elementi che lo
compongono
una sorta di trasformazione del
pensiero ed infine di tipo fisico,
dipendente dal canale utilizzato
per la comunicazione, all’interno
del quale si possono creare inter-
ferenze che rendono poco chiaro
ed efficiente il processo. Tutti
questi fattori possono essere defi-
Il ministro per lo Sviluppo economico Carlo
Calenda torna sul tema delle bollette a 28
giorni rispondendo alla camera sul question
time e chiarendo le scelte del Governo sul
ruolo di Agcom e gli adempimenti che do-
vranno rispettare gli operatori, con la nor-
ma inserita nel decreto fiscale, sottolinean-
do, in particolare, l’illegittimità della modi-
fica dei contratti in corso, se non per il mero
adeguamento della fatturazione mensile.
“In merito alla tutela dei consumatori che, a
fronte della sottoscrizione di offerte favore-
voli, potrebbero vedersi revocare in toto i
contratti sottoscritti – spiega Calenda – il
contenuto testuale della norma approvata
impone agli operatori esclusivamente l’ade-
guamento dei contratti limitatamente alla
periodicità della fatturazione, senza incide-
re su altre condizioni sottoscritte tra le par-
ti. Questo implica che ulteriori o diversi
interventi sui contratti in corso, compresi
quelli ipotizzati con riferimento al mutato
quadro ordinamentale, non risultano am-
missibili e tantomeno legittimi”.
Ulteriore forma di tutela nei confronti dei
consumatori, spiega il ministro, c’è anche
“l’applicabilità della disciplina vigente se-
condo cui un’eventuale modifica unilate-
rale dei contratti deve sempre essere
adeguatamente e preventivamente comu-
nicata al contraente affinché, a quest’ulti-
mo, sia consentito di decidere consapevol-
mente se continuare o meno il rapporto
contrattuale”.
Tecnologia
La fatturazione a 28 giorni degli operatori di telefonia - Le precisazioni del ministro Calenda
operatori dovranno rendere agli utenti
affinché questi ultimi possano compiere
scelte informate”.
Quanto ai procedimenti sanzionato-
ri, Calenda ha annunciato che l’autorità ha
avviato i procedimenti sanzionatori nei
confronti degli operatori di telefonia che
non hanno rispettato le disposizioni previ-
ste, che sono in via di definizione.
“In caso di violazione, oltre alla cessazione
della condotta – conclude il ministro –
l’Autorità potrà ordinare il rimborso delle
eventuali somme indebitamente percepite o
comunque ingiustificatamente addebitate,
prevedendo un indennizzo forfetario pari a
50 Euro, per ciascun utente vittima dell’il-
legittima fatturazione, maggiorato di 1
Euro per ogni giorno successivo alla sca-
denza del termine assegnato dall’Autorità,
secondo quanto previsto dalla norma”.
Fabio Maragucci
Responsabile Editoriale
Numero: 3 - Anno I Pagina 7
Notizie dal Territorio
Presentazione del nuovo calendario istituzionale 2018 dei Vigili del Fuoco
Il 14 dicembre 2017, presso la Casa
del Cinema di Villa Borghese a Ro-
ma, alla presenza del Capo Diparti-
mento prefetto Bruno Frattasi e del
Capo del Corpo ing. Gioacchino Gio-
mi, si è svolta la cerimonia di presen-
tazione del Calendario Storico 2018
del Corpo Nazionale dei Vigili del
Fuoco, dal titolo “Che Spettacolo”. Il
lavoro, ispirato e diretto dal Capo
Dipartimento Frattasi - profondo e
appassionato cultore del mondo del
cinema - è stato realizzato da Alessio
Carbonari.
Il calendario è un viaggio nel mondo
della decima arte, che racconta i Vi-
gili del Fuoco attraverso le produzio-
ni cinematografiche e televisive dagli
anni ’40 del secolo scorso fino ai no-
stri giorni: tra storie che lasciano
spazio al pianto e al riso, tra vicende
drammatiche e gioiose, si illustrano i
mutamenti sociali, economici e politi-
ci che hanno accompagnato il paese e
il Corpo Nazionale. L’edizione si fre-
David di Donatello per il film “Il de-
serto dei Tartari”, che svolse il servi-
zio di leva nel Corpo Nazionale dei
Vigili del Fuoco e al cui mondo restò
sempre intimamente legato. Durante
la serata, è stata proiettata una clip
del docufilm “Giuliano Gemma. An
italian in the World”, lo speciale de-
dicato da Vera Gemma, secondogeni-
gia dell’amichevole e affettuosa pre-
sentazione del giornalista televisivo
Vincenzo Mollica, purtroppo assente
per un male di stagione ma ricordato
e ringraziato per l’aiuto e i consigli
offerti nella realizzazione del calen-
dario.
Un sentito omaggio, infine, è stato
riservato a Giuliano Gemma, l’attore
dalla “faccia d’angelo” vincitore del
ta dell’attore scomparso, a suo pa-
dre. Presenti anche l’altra figlia
Giuliana e la seconda moglie
dell’attore, la giornalista Baba Ri-
cherme, che hanno ricordato alcuni
aneddoti, divertenti e commoventi,
del Giuliano Gemma “Vigile del
Fuoco”.
Durante la serata, condotta dal
giornalista Roberto Olla, sono stati
proiettati due video messaggi invia-
ti dagli attori Banfi e Boldi, prota-
gonisti di due file sui “Pompieri”,
mentre alcuni trailer estratti dai
film scelti per il calendario si sono
alternati a frammenti musicali
delle varie colonne sonore eseguiti
dalla Banda dei Vigili del Fuoco
diretta dal Maestro Di Martile.
Al termine della cerimonia, agli
ospiti e ai partecipanti della mani-
festazione è stata donata una copia
del nuovo calendario.
A cura della redazione Nazionale VVF
Per gli utenti rimborso delle
somme ingiustamente adde-
bitate e riconoscimento di un
indennizzo pari a 50 Euro
Nel suo intervento il ministro ha anche
ribadito il fatto che Agcom ha già avviato
l’approfondimento delle questioni relative
all’implementazione della disciplina previ-
sta impegnandosi, in particolare, nell’esa-
me delle modalità di adeguamento alla
disciplina stessa da parte degli operatori
coinvolti, delle condotte poste in essere nel
periodo compreso fino al termine previsto
dalla normativa, delle informazioni circa i
servizi offerti e le tariffe generali che gli
Via Sbarre Sup. 115 - 89132 Reggio Calabria
InFocus: 0965.632370
Responsabile Editoriale: 335.6644555
PEO: uilpa.vvfrc@gmail.com
Stampato in proprio
Lettura, Divulgazione ed Informazione:elementi fondamentali della conoscenzadella cultura e della libertà degli uomini.
Memento Audere Semper...
A cura della Segretaria
Provinciale UILPA VVF
di Reggio Calabria
Supplemento mensile della testata online
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Reg. 01/09 Trib. RC - Tutti i diritti riservati - Vietata la riproduzione anche parziale di testo - Stampato in proprio
Cari lettori,
questo supplemento periodico,
ideato e realizzato dalla segrete-
ria Provinciale della UILPA dei
Vigili del Fuoco di Reggio Cala-
bria, nasce quale supplemento
della testata giornalistica online
Newz.it, con l’intento di divulgare
e far conoscere non solo i vari
aspetti dell’attività istituzionale
dei vigili del fuoco, ma anche tut-
to ciò che circonda l’ambiente
pompieristico in generale. Saran-
no trattati anche argomenti di
tecnologia ed attualità, proprio
per non rendere monotono e mo-
notematico il supplemento che,
oltre alla tiratura cartacea, avrà
uno spazio on line proprio sul sito
internet di Newz.it e sui vari so-
cial network. L’intento, quindi,
della segreteria UILPA VVF reg-
gina, è quello di parlare alla gente
C.da Saracinello 155/A - 89131 Reggio Calabria
Tel. 0965.640957 - 338.7561361
dei POMPIERI, del loro lavoro, di
cosa fanno e, perché no, anche delle
loro emozioni, di quelle vissute du-
rante e dopo gli interventi di soc-
corso, quelle emozioni che ti porti
dietro tutta la vita, perché il pom-
piere è pompiere sempre, con o sen-
za divisa. Un doveroso grazie al
Direttore responsabile Fabio Papa-
lia che, da sempre appassionato dei
“Pompieri”, ha voluto sposare la
nostra mission.
Giovanni Alampi
Direttore Editoriale

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  • 1. Direttore responsabile Fabio Papalia Direttore editoriale Giovanni Alampi Vice Direttore editoriale Antonino Provazza Responsabile Editoriale Fabio Maragucci Comitato Editoriale Giuseppe Fraschini Il 4 Dicembre, in occasione dei festeggiamenti per Santa Barbara v.m., patrona dei Vigili del Fuoco e della Marina Militare, l’Arcivescovo della diocesi di Reg- gio Calabria - Bova, S.E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, ha celebrato la San- ta Messa, presso la Basilica Cattedrale di Reggio Calabria, alla presenza delle massime Autorità civili e militari. La festività di Santa Barbara è, ogni anno, momento di raccoglimento e rifles- sione per i Vigili del Fuoco. In qualche modo si fa la conta dell’anno trascorso ma, nello stesso tempo, già si pensa a come organizzarsi per affrontare al me- glio le sfide future. Siamo stati presenti in tutte le calamità nazionali ed il per- sonale di Reggio Calabria ha dato sempre il massimo a dimostrazione di eccelsa professionalità e grande senso umano. La torrida estate appena trascorsa ha visto i Vigili del Fuoco impegnati, come non mai, per il contrasto agli incendi e, nonostante i turni di lavoro massacranti, hanno profuso impegno al limite delle capacità umane, non tirandosi mai indietro; Solo ciò ha consentito di limitare i danni e non avere vittime. Il Comando Provinciale ha profuso il suo impegno anche sulla prevenzione e sulla formazione; 11000 sono stati gli interventi di soccorso tecnico urgente, 272 i servizi di vigilanza antincendio, 25 i corsi di formazione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro (Dlgs 81/2008) e, grazie alla collaborazione dell’Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco, si è portato avanti il progetto scuole sicure rag- giungendo oltre 6000 tra studenti e docenti. I Vigili del Fuoco, oltre ad essere punto di riferimento e di protezione, rimangono sempre e comunque al fianco dei cittadini.Hanno collaborato a questo numero: Luigi De Luca Giovanni Tebala Raffaele Laganà Questione di cuore 2 Il ruolo delle compe- tenze non tecniche... 3 Questione di Priorità. Storie d’oltremanica 4 La comunicazione interpersonale 6 Tecnologia 7 Notizie dal Territorio 7 Sommario: Editoriale a cura di Giovanni Alampi segretario Provinciale UILPA Vigili del Fuoco di Reggio Calabria I Vigili del Fuoco celebrano la loro patrona Santa Barbara InFocus Supplemento periodico di informazione sui Vigili del Fuoco Numero: 3 - Anno I Lo schieramento in piazza Duomo Supplemento della testata giornalistica online Newz.it Reg. 01/09 Trib. RC - Tutti i diritti riservati - Vietata la riproduzione anche parziale di testo - Stampato in proprio 15 Dicembre 2017 Scannerizza il QR code per raggiungere la versione online
  • 2. I tavoli messi a loro posto con le tovaglie colorare pronte, anche l’ultima spazzata a terra è stata ultimata; tutto pronto e tutto come stabilito. La sera prima della festa dei vigili del fuoco, ha sempre un fascino particolare ed i pensieri sono sempre uguali: avremmo po- tuto fare di più? Speriamo che non piova, speriamo che tutto vada co- me previsto e speriamo che i bimbi si divertano. Riflessioni sentite e risentite perché la sera della festa non è una sera qualunque, ma è la festa del 4 dicembre, la festa di Santa Barbara. Per i vigili del fuo- co d’Italia, le cose cambiano, il cari- co emotivo ed il coinvolgimento personale sono enorme. Quando festeggiano la festa della loro pa- trona, Santa Barbara, i “pompieri” danno il meglio. Quello che facciamo non è routine, non è un rito annuale, la nostra è una “questione di cuore”. Per rendere un poco l’idea della devozione, basta chiedere a qual- che vigile del fuoco, quale nome abbia scelto per la propria figlia, per molti la risposta è identica… Barbara. Ognuno di noi, durante il suo servi- zio, incrociando lo sguardo con una statuina o un quadro che raffigura la santa, vuoi per fede o per sem- plice riflessione sulla sua storia di martire, dedica un pensiero e si affida a lei, affinché, per interces- sione presso Dio, il nostro piede non inciampi e la nostra mano sia ferma, durante il nostro lavoro. È questione di cuore anche que- st’anno, nel piazzale del Comando di Reggio Calabria si respira aria di festa, ci si scambia gli auguri, ovvero ci auguriamo l’un l’altro che la sua forza, il suo esempio, possa sostenerci sempre. Proprio per la particolarità dell’e- vento, la festa non è mai stata fine a se stessa o ridotta ad una mera celebrazione di rito. Siamo certi che, condividendo la gioia, essa si moltiplichi, con questi Ben due gonfiabili presi in prestito da qualche amico dei pompieri sono stati d’aiuto all’intrattenimento dei più piccini, mentre una mostra di quadri realizzati da un collega e arti- sta incantava i presenti. Insomma un mix perfetto per la riuscita della serata ed il divertimento di tutti, in barba alla pioggia che, fortunata- mente, dopo un’ora è cessata, dando finalmente spazio alle attività ester- ne. Due risalite con le imbracature sul castello di manovra, la sezione incendio, il percorso della pompiero- poli, i cani pompieri del nucleo cinofi- li con i loro conduttori, hanno dato dimostrazione della loro professio- nalità con una simulazione di ricerca e soccorso. La festa si è conclusa in tarda serata finché l’ultimo bimbo, stremato, ha smesso di giocare gustando le ultime crespelle alla nutella. Tutti sfiniti ed esausti ma pieni di gioia, anche quest’anno il “miracolo” di Santa Barbara, si è manifestato negli occhi dei bambini, quell’emozio- ne fortissima che ci da la carica per un anno intero. A giochi fatti, a festa terminata, quando l’ultimo tavolo è stato messo al suo posto, quando tut- ti i sacchetti raccolti sono stati smal- titi e l’ultima spazzata è stata ulti- mata, ritorniamo sereni e felici alle nostre autopompe. Raffale Laganà Vigile Esperto Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria Santa Barbara una “questione di cuore” sentimenti, in questo giorno più che in altri, i cancelli del cortile si spa- lancano alla cittadinanza, ai bam- bini, ai governati della città, affin- ché la nostra gioia sia piena. Tutto è pronto. Nella mattinata ad aspettare e salutare il nostro Diri- gente, schierato nel piazzale, un picchetto, formato dai vigili operati- vi, dai sommozzatori, dai cinofili, dai portuali e gli immancabili e insostituibili colleghi dell’Associa- zione Nazionale dei VVF con il loro Labaro, tutti schierati accanto allo stendardo del Comando di Reggio Calabria, dal quale pendono sonan- ti, le medaglie delle varie campa- gne e missioni. Una voce impartisce gli ordini allo schieramento e il Dirigente in alta uniforme saluta e rende gli omaggi alla bandiera, con una preghiera ed un pensiero rivolti ai colleghi, fra- telli e sorelle caduti in servizio. Insieme ai funzionari, ai graduati, ai vigili, agli amici ed ai parenti, si procede verso il Duomo di Reggio per celebrare la santa messa, assie- me alla Marina Militare, anch’essa protetta dalla stessa patrona. Una splendida mattinata con sole e cielo terso, tutto si è svolto al me- glio senza intoppi. Nel pomeriggio un abbondante aperitivo, accurata- mente preparato dai colleghi addet- ti alla cucina da campo, ha fatto da cornice all’intrattenimento di adulti e bambini. Sui tavoli tantissime prelibatezze, degne dei migliori chef. I bambini si sono sbizzarriti con giochi appositamente organiz- zati per loro. Con la bellissima Pompieropoli, si sono cimentati nella sfida per superare alcuni ostacoli, una sezione dedicata al fuoco, indossando i dispositivi di protezione ed utilizzando le attrez- zature per spegnere un vero incen- dio. Tutti speravano in un errore delle previsioni meteo ma, puntual- mente, un’altra sfida contro la pio- gia attendeva gli avventori. Tutti a rifugiarsi all’interno delle autori- messe tirate a lucido per l’occasio- ne. Pagina 2 InFocus
  • 3. Le cosiddette competenze “non- tecniche” (“non-technical skills”) of- frono strumenti operativi di natura tra- sversale, integrabili e spendibili nella gran parte delle professioni e, soprat- tutto, in tutte quelle dove la dimensione relazionale è centrale ed assume una valenza strategica, in termini di proces- so e di risultato. Le competenze “non-tecniche” diven- tano strumento di efficienza ed effica- cia nell’azione (operativa e relazionale) del soccorritore e, al tempo stesso, fat- tore di protezione nella sua esposizione a stress emotivi reiterati e acuti, sia nella dimensione individuale che in quella di gruppo. Le competenze “non-tecniche” assu- mono, dunque, un ruolo fondamentale nel processo di empowerment del soc- corritore, anche nel suo gruppo di rife- rimento e, soprattutto, nello sviluppo, nel consolidamento e nel mantenimen- to delle sue capacità resilienti. Le com- petenze “non-tecniche”,in quanto ele- menti di base nei processi di self- empowerment, possono diventare per- tanto, strumento di efficienza ed effica- cia nell’azione (operativa e relazionale) del soccorritore e, al tempo stesso, fat- tore di protezione nella sua esposizione a stress emotivi reiterati e acuti. Costi- tuiscono, dunque, elemento di compe- tenza di base nello sviluppo, nel conso- lidamento e nel mantenimento delle sue capacità resilienti, sia nella dimen- sione individuale che, ancor più, in quella di gruppo e di comunità (ovvero organizzativa, nel caso dei sistemi di risposta alle emergenze). La consapevolezza della necessità di una formazione integrata e multidisci- plinare, consente di intervenire in mo- do efficace nella fase di formazione del soccorritore e, successivamente, di mantenimento professionale, oltre che per l’accrescimento delle sue compe- tenze tecnico-operative, anche per il miglioramento ed il potenziamento delle sue competenze umane (emotive) e relazionali (sociali), ovvero delle sue “competenze non tecniche”. L’integra- zione delle competenze emotive (intelligenza emotiva) e delle compe- tenze sociali (intelligenza sociale) con le competenze di natura tecnico- operativa rappresentano, dunque, il Il ruolo delle competenze “NON-TECNICHE” nella costruzione delle capacità resilienti del soccorritore punto di arrivo della formazione inte- grata e multidisciplinare di un soccorri- tore. La messa a sistema di queste compe- tenze (umane e relazionali) nell’“uomo soccorritore”, costituisce il raggiungi- mento di quella “maturità psicosociale” che rappresenta la base sicura su cui poter sviluppare processi di crescita personale e professionale (empowerment) sui quali poter poten- ziare e mantenere le proprie capacità resilienti. La resilienza non è semplicemente una connotazione umana antropologica- mente definita, è una competenza ap- presa che si comincia a strutturare dal nostro originario stile di attaccamento affettivo e, passando attraverso la defi- nizione dei propri meccanismi di difesa nella maturità, giunge a renderci dispo- nibili fino alle più complesse capacità di gestione delle situazioni critiche ad alto contenuto emotivo, riscontrabili nei soccorritori professionisti. La resilienza è, dunque, strettamente correlata con il nostro modo di “essere nel mondo”, è un processo di consape- volezza, è un percorso di crescita che si traduce in uno “stato della mente”. Per svolgere il lavoro del soccorritore, la resilienza va curata, potenziata e coltivata, giorno dopo giorno. Numero: 3 - Anno I Pagina 3 Oggi, la formazione sulle “competenze relazionali e di ruolo”, nei sistemi di risposta all’emergenza (in particolare, nel Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco), è il risultato di un percorso di studi, ricerche e sperimentazioni con- solidato in alcuni decenni di esperien- za. Le cosiddette “competenze non tecni- che” (come ad es. problem solving, decision making, situation awareness, competenze di membership e di lea- dership, competenze di comunicazione in tempo di quiete ed in situazioni di crisi e in emergenza) sono tutte quelle abilità che esulano dall’expertise squi- sitamente tecnico di una professione e che risultano altrettanto importanti e, talvolta, determinanti per la sicurezza degli interventi di soccorso e per il raggiungimento dei più elevati stan- dard di efficacia ed efficienza. Questo tipo di competenze sono state studiate e codificate, inizialmente nel settore aeronautico, sotto forma di sistemi di indicatori comportamentali (behavioral markers system), dunque, osservabili e valutabili. Tali indicatori costituiscono sia un sistema tassono- mico di riferimento nell’ambito dei processi formativi, sia un possibile sistema di valutazione da utilizzare nelle fasi di selezione, formazione e monitoraggio del personale. In quest’ambito si è constatato che, nel Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, i processi formativi sulle competenze di relazione e di ruolo (con modalità op- portunamente differenziate e specializ- zate per funzione, ruolo e qualifica ricoperta all’interno dell’organizzazio- ne), assumono una valenza strategica in quanto si propongono di integrare e mettere a sistema le necessarie compe- tenze tecnico-operative con le “competenze non-tecniche” (e, quando necessario, di “management”), propo- nendosi di imboccare la via dell’eccel- lenza, in un’ottica di miglioramento dell’azione organizzativa e, in ultima analisi, della qualità del servizio reso ai cittadini-utenti. Dott. Luigi De Luca (CNVVF)
  • 4. Alcune settimane fa mi trovavo, come ogni venerdì sera, al solito pub sul molo, a sorseg- giare una HoodedRam e giocare a biliardo e freccette con gli amici medici di base (qui li chiamano GP), quando dalla porta entrò una ventata di aria gelida – sai, quella che viene dal mare e consiglia di star dentro, meglio se al caldo e in buona compagnia. Dalla porta si affacciò un uomo, faccia conosciuta, ma stavol- ta c’era qualcosa di strano, di stanco, in lui… si vedeva che aveva proprio bisogno di qualco- sa di forte! Indossava un giaccone lungo, tutto zuppo e macchiato (mi chiesi subito di cosa…). Guy, cosi si chiama, volontario della protezio- ne civile locale e ausiliario dei pompieri, alzò la mano per salutarci e, forse anche, per ri- chiamare l’attenzione nostra e, soprattutto, del barman, che si affrettò a versargli uno “shot” di Talisker, senza ghiaccio ne’ acqua (in un posto piccolo come questo i gestori dei pub conoscono i loro clienti uno per uno). Lasciam- mo la partita a metà – per la cronaca, Keith ci stava stracciando a freccette… - e andammo a sentire le novità. Guy iniziò a sorseggiare il suo whisky e il colore tornò subito sulle sue guance (miracoli del “single malt” torbato…). Ai nostri sguardi interrogativi rispose inizian- do a raccontare. Ve lo riporto cosi come l’ho sentito con le mie orecchie… “Qualche ora fa ero a casa, beatamente spro- fondato nel divano a vedere l’ultima puntata della saga di Eastenders, quando il telefono poggiato sulla mia scrivania ha iniziato a trillare insistentemente. Non aspettavo alcu- na telefonata importante, mia moglie era con i bambini a casa di amici e non ero di turno per la protezione civile. Insomma, chi veniva a turbare quel mio pomeriggio domestico? Ho preso il telefono a malincuore e la voce che ne è venuta fuori non dava spazio a repliche o risposte negative. Era il mio caposquadra dei pompieri. “Vieni subito, c‘è bisogno di te”. Non ho fatto neanche in tempo a chiedere perché che lui aveva già riattaccato. Doveva essere successo qualcosa di terribile se Rud si com- portava il quel modo. Mi sono alzato dal diva- no, ho messo su la casacca d’ordinanza e sono uscito di casa senza neanche chiudere la porta e senza lasciare un messaggio per mia moglie. Sono arrivato alla stazione che mi stavano già aspettando – non penso di averci messo più di 5 minuti ma le due autopompe erano già par- tite e la macchina era in moto con la sirena accesa. Brian è partito a razzo… ho il sospetto che abbia scelto di fare l’autista nei pompieri perché in formula 1 non l’hanno voluto…. L’ambiente in macchina era teso, Rud era come al solito seduto davanti, col volto preoc- cupato. Sul sedile di dietro, assieme a me c’erano Julie e Mikos. Alla prima curva – con tanto di sgommata che fa molto film america- no – Julie mi ha spiegato che pochi minuti prima c’era stato un incidente sulla strada per l’aeroporto. Un bus con diverse persone a bordo era sbandato andando a finire dritto contro le pompe di un distributore di benzina. Ne era partito un incendio che aveva coinvolto il bus e tre auto che facevano rifornimento. La proprietaria del distributore, che era alla cassa, è svenuta per lo spavento e non e’ riu- scita a chiudere la valvola dei carburanti. Questione di priorità Storie d’Oltremanica Null’altro. Nella mia mente – e sono sicuro anche in quella degli altri soccorritori – scor- reva la checklist. S- survey - S – sicurezza, T – triage, A – vie aeree, B – respirazione, C – circolazione. Siamo arrivati a Ballasalla in un lampo (Brian contento come una Pasqua…). I colle- ghi delle autopompe stavano estendendo le manichette e in pochi istanti hanno iniziato anche a mandare acqua nebulizzata sull’enor- me rogo. Fortunatamente qualcuno era riusci- to a tirarsi fuori dal fuoco e c’erano diverse persone riverse per terra, alcune vicine alle taniche di olio usato, altre accanto all’aria compressa, altre ancora sul ciglio della stra- da. Qualcuno, probabilmente venuto dalle case vicine, stava prestando i primi soccorsi. Intanto le auto continuavano a sfrecciare su Castletown Road dirette all’aeroporto e al Sud, qualcuna tornava verso la città. Con la sua solita efficienza, appena sceso dalla macchina (direi… volato giù dalla mac- china, perché le ruote non erano ancora fer- me), Rud ha gridato a Julie di andare a fer- mare il traffico e di farsi aiutare da qualcuno dei presenti (per esempio, la signora che sta- va passeggiando con il cane quando è successo l’incidente). In men che non si dica tutto il traffico della “rush hour” (erano le 5 dopotut- to) era stato fermato e due colonne di auto (con annessi autisti piuttosto “disappointed”) si andavano formando ai due lati della zona dell’incidente. Julie aveva preso in pugno la situazione della strada e nessuno protestava. La signora del cane (che era stato debitamen- te legato ad un palo li vicino, che abbaiasse pure a tutto quel trambusto!) era stata fornita di paletta rossa e aveva realizzato il sogno della vita: fermare il traffico con una mano! Brian era poi andato a parcheggiare la mac- china proprio di traverso sulla strada princi- pale in modo che a nessuno venisse l’idea di forzare il blocco (non sarebbe mai avvenuto, lo sappiamo bene… in caso di incidente in que- sta parte sperduta del mondo la gente in genere sa come comportarsi). Intanto, senza aspettare alcun comando da Rud (che probabilmente mi avrà anche grida- to qualcosa ma tanto non lo sentivo) sono andato di corsa verso la valvola dei carburan- ti e l’ho chiusa, in modo da provare a fermare l’incendio. Le fiamme si sono ridotte sensibil- mente ma non si sono estinte del tutto perché tanta benzina era già stata sparsa e la tap- pezzeria interna del bus e delle auto bruciava benissimo! Mikos si era fiondato a controllare la situazio- ne e in pochi istanti aveva capito tutto… Aiutato da Brian e da me (ma anche Rud si è presto unito al gruppo) ha iniziato a spostare le persone verso posti un po’ più sicuri. Siamo riusciti, in meno di 5 minuti, a ricollo- care tutti i feriti “accessibili” (9 persone in tutto, compresa la proprietaria del distributo- re che aveva avuto un malore) in una zona sicura, il giardino di una casa li vicino (forse quello della signora del cane…) che non pote- va essere raggiunto dalle fiamme, e abbiamo iniziato a capire da dove cominciare per dare assistenza alle vittime del fuoco. Il luogo che avevamo scelto era anche idoneo per i soccor Pagina 4 InFocus ritori della St. John’s Ambulance, le cui sirene già si sentivano, con un grande spiazzo per i mezzi e lo spazio per muoversi in comodità. Nelle emergenze extraospedaliere (ma anche all’interno dell’ospedale, ovviamente) il tempo è un fattore determinante. Si parla dei “10 minuti d’oro”, che è il massimo consentito perché’ il team di soccorso raggiunga la scena, metta in sicurezza l’ambiente e inizi il trattamento dei feriti. La sicurezza consiste nell’accertarsi che (1) i soccorritori non corrano rischi, (2) non vi siano eventi secondari sulla scena (tipo crolli o nuovi focolai o incidenti stradali dovuti al traffi- co dei mezzi di soccorso) o che, in caso, questi non aggravino la situazione, (3) le vittime ven- gano trattate in un posto sicuro, possibilmente lontano dalla scena e libero da rischi, e trasferi- te prontamente. In quest’ordine. Qualcuno deve anche compiere una veloce ispe- zione della scena (pochi secondi) per avere il controllo completo e per comunicare al soccorso avanzato (ambulanza, elicottero…) quante più informazioni possibili. E’ importante la presenza di un team leader, che coordini i soccorsi sulla scena, e il team deve essere affiatato e abituato a lavorare insieme, in modo da ridurre al massimo i comandi e quindi le perdite di tempo. Insomma, nel primo approccio al soccorso, l’or- ganizzazione è forse più importante delle capa- cità mediche! “I ragazzi delle autopompe intanto riversavano ettolitri di acqua nebulizzata sulle fiamme e stavano ottenendo buoni risultati. Non era ancora chiaro se e quante altre persone erano rimaste intrappolate nei veicoli… Le fiamme si spegnevano gradualmente e, con il crepitio del fuoco, si udivano solo le sirene e gli strilli di alcune vittime. Un giovane ben vestito, ma con i pantaloni bruciacchiati e macchiati, urlava che voleva essere soccorso e che avrebbe chiamato il suo avvocato se nel giro di pochi istanti non si fosse visto un medico che si prendesse cura di lui. Diceva che non riusciva camminare e che stava per morire… Intanto parlava al cellulare e im- precava… chiedeva che un carro attrezzi venis- se subito a recuperare la sua macchina (immagino fosse quel SUV forse un po’ annerito dal fumo, ma ancora assolutamente intatto). Una donna piuttosto anziana giaceva a terra apparentemente priva di sensi, pallida e con la gamba sinistra che faceva un angolo strano… Un uomo di mezza età – direi sulla cinquantina – era seduto a terra, respirava a fatica, le so- pracciglia, i peli del naso e la barba erano bru- ciati, aveva ustioni sulle labbra, i capelli erano neri, la camicia con lo stemma della azienda di trasporti locale era completamente bruciata davanti e si intravedeva il petto che aveva un colore nerastro. Era agitatissimo ma non riusci- va a parlare. Un’altra donna, piuttosto giovane, teneva in mano un bimbo con la divisa di una scuola pri- maria. Il bimbo era spaventato e piangeva ma la signora aveva entrambe le gambe completamen- te ustionate. Un uomo era a terra sul fianco, non parlava, non si muoveva, i vestiti erano tutti neri e fu- manti. Gli altri avevano, a quanto pare, ferite minori o ustioni limitate. Erano tutti seduti su
  • 5. un paio di panchine e qualcuno stava portando loro dell’acqua. La scena era stata messa in sicurezza, il fuoco si stava estinguendo pian piano e due pompieri stavano entrando nel bus in fiamme cercando eventuali vittime. Fortunatamente, la loro ricer- ca è stata infruttuosa. Evidentemente tutti erano riusciti ad abbandonare il bus in tempo. Sulle auto coinvolte non c’era nessuno, ma il distributore ancora bruciava e si cercava di tenere le fiamme lontane dal serbatoio e dai vapori di benzina. Rud mi chiese di andare a occuparmi dei feriti in attesa che Martin e la sua squadra della St John’s Ambulance arrivassero. Il primo problema fu: chi trattare per primo?” In caso di vittime multiple e risorse limitate, come accade spesso, è indispensabile decidere una priorità nel trattamento dei feriti. Di solito è il team leader a guidare la scelta, o comunque la persona più esperta presente sulla scena, in attesa che arrivi il soccorso medico avanzato. Il principio è lo stesso in qualunque parte del mondo: tratta per primo quello che rischia di morire per primo. Un’ostruzione delle vie aeree (A – bocca, trachea, bronchi) porta a morte pri- ma – ad esempio – di un grave trauma del tora- ce (B), ma questo in genere porta al decesso prima di una emorragia (C), e ancora prima di un trauma cranico… I traumi periferici degli arti di solito non sono una minaccia immediata alla vita, quindi non meritano immediata atten- zione. “Il tipo che strillava e minacciava è stato immediatamente zittito con un’occhiataccia (e due paroline dette sottovoce) da Julie: se poteva urlare e parlare al telefono evidentemente non stava tanto male. Lo sapete meglio di me, se parli correttamente è verosimile che le tue vie aeree siano pervie, i polmoni funzionino bene e il tuo cervello sia adeguatamente ossigenato da permetterti di ragionare. La maleducazione personale è un altro problema, e purtroppo siamo circondati da gente maleducata ed egoi- sta. Ci siamo divisi a trattare i due che ci sem- bravano più gravi, i due uomini… uno aveva chiaramente ustioni sul torace e in faccia e sono sicuro che abbia anche inalato fumo. Era chiara- mente in distress respiratorio e ipossico e il suo respiro era molto rumoroso. Si vedeva che fati- cava molto. Sono andato di corsa in macchina a prendere la bombola dell’ossigeno e entro pochi istanti avevamo applicato una maschera e ini- ziato l’ossigeno. Intanto Brian attaccava un cartello con il numero 1 al collo di quest’uomo, per facilitare il triage dei soccorritori. L’altro uomo, evidentemente privo di sensi e con i vesti- ti bruciacchiati ma non evidenti ustioni al volto, respirava bene e non aveva importanti emorra- gie esterne, a parte un taglio in testa, che san- guinava un po’… non meritava attenzione im- mediata, quindi ho chiesto ad uno dei ragazzi della vicina officina, che erano accorsi a darci una mano, di stare vicino a lui, lasciarlo disteso sul fianco e comprimere la ferita con una fazzo- letto. Tra i feriti c’era anche una donna priva di sensi. In effetti, ha risposto subito quando mi sono avvicinato a scuoterla, ma era pallida. Il polso era velocissimo… non penso sia per la paura… Si lamentava di dolore alla gamba sinistra, ed effettivamente sembrava più corta dell’altra e il piede era completamente girato sul lato. La coscia sinistra era almeno due volte lo spessore dell’altra… c’era evidentemente una emorragia interna cospicua. Purtroppo non avevamo nulla per mettere in trazione la gam- ba, quindi le abbiamo iniziato l’ossigeno e abbia- mo attaccato un bel cartello 2 al collo. La priori- tà 3 e’ andata all’uomo privo di sensi che aveva battuto la testa… La signora con il bimbo aveva evidentemente un’ustione alle gambe, ma proba- bilmente non aveva lesioni di organi vitali. Si è meritata un bel 4 e una bottiglia d’acqua, che bevesse abbondantemente (tanto, i soccorritori della St John’s avrebbero iniziato presto una massiva terapia infusionale). Il bimbo stava bene, la mamma era riuscita a tirarlo via dal bus prima che il fuoco lo raggiungesse, l’ha preso in braccio quindi gli ha risparmiato ustio- ni alle gambe, ma lei invece attraverso il fuoco c’è passata… Fortuna che proprio in quel mo- mento le due ambulanze parcheggiavano nel giardinetto temporaneamente trasformato in ospedale da campo! Martin e gli altri hanno preso subito il controllo della situazione. L’uomo con priorità 1 è stato intubato e sedato sul posto e immediatamente trasferito in ospedale. Le condizioni erano piuttosto gravi e avrebbe neces- sitato di un ricovero in terapia intensiva e pro- babilmente anche di essere trasferito al più presto al centro ustioni. La signora con la proba- bile emorragia interna è stata stabilizzata sul posto prima di essere trasferita, le hanno messo due grosse cannule al braccio e hanno subito iniziato la infusione di liquidi, ma le condizioni erano cosi gravi che le hanno anche dato sangue di gruppo O negativo e un bel po’ di morfina. Intanto qualcuno le ha messo in trazione la gamba… Anche all’uomo con il trauma cranico è stata messa la mascherina con l’ossigeno, ma le sue condizioni non sembravano cosi gravi, per- ché dopo qualche istante ha iniziato a parlare con i soccorritori. Certo, un trauma cranico l’aveva avuto e aveva perso coscienza, quindi è stato trasferito in ospedale. Alla signora con le ustioni alle gambe, oltre all’ossigeno, hanno messo due grosse cannule e hanno iniziato l’in- fusione di liquidi. Anche lei s’è meritata una buona dose di morfina prima del trasferimento in ospedale. Ma ha avuto tutto il tempo di chia- mare il compagno, che venisse a recuperare il figlio. Il tipo aggressivo e urlante aveva solo una distorsione alla caviglia. Non un graffio. A quan- to pare era alla cassa a pagare e mentre si preci- pitava fuori a vedere che succedeva ha messo un piede in fallo. E’ stato visitato rapidamente dall’infermiere dell’ambulanza che gli ha “gentilmente” consigliato di andare a…casa e farsi vedere dal GP nei prossimi giorni… ma mentre andava zoppicando verso la macchina di un amico che era venuto a prenderlo ancora imprecava che voleva una risonanza magnetica urgente e che è un uomo molto impegnato e che avrebbe perso tanti soldi e che avrebbe denun- ciato tutti e che… ma nessuno gli dava più ret- ta!” Il passaggio successivo, che spetta al soccor- so avanzato, è specificato dalla sigla T&T… “treat and transfer”. Alcune vittime possono essere trattate sul posto e mandate a casa diret- tamente, mentre solo i più gravi devono essere trasferiti in ospedale dopo essere stabilizzati sul posto. Mentre in alcuni Paesi la tecnica preferi- ta del soccorso medico è quella dello “scoop and go”, che consiste nel prendere la vittima, metter- la in ambulanza e portarla all’ospedale più vicino prima possibile, senza alcun trattamento sul posto, qui nel Regno Unito i soccorritori, che pur non essendo spesso medici hanno competen- ze mediche avanzate per l’emergenza, preferi- scono stabilizzare i pazienti sul posto e poi, in caso, trasferire i più gravi. Sulla strada vengono eseguite manovre avanzate, come l’intubazione tracheale, il drenaggio toracico e anche – se necessario – l’apertura del torace per riparare ferite del cuore o dei polmoni rapidamente leta- li. Questa strategia ha un grande impatto positi- vo sulla sopravvivenza delle vittime di incidenti, ma richiede una perfetta organizzazione e una significativa esperienza e abilità dei soccorritori. Il trasferimento deve essere preparato accurata- mente e in teoria nessun paziente lascia la sce- na dell’incidente se non è stato prima stabilizza- to (talvolta questo non è possibile e il paziente viene messo in ambulanza mentre le manovre rianimatorie proseguono). “Abbiamo potuto lasciare quel luogo di devastaz ne solo dopo che tutte le vittime erano andate via, inclusa la proprietaria del distributore che poi aveva regolarmente ripreso coscienza. Il traffico sulla Castletown Road ha avuto enormi ritardi e lunghe file si sono formate – cosa piut- tosto insolita in questa piccola isola… Ma non potevo tornare a casa subito, avevo bisogno di rischiarami la mente e la gola!!!” Il primo giro di Talisker è stato offerto dal bar- man (non sia mai detto che uno che ha passato ore a salvare le vittime di un incidente debba pagarsi il suo whisky!) e per buona misura an- che noi – presi dal racconto di Guy – abbiamo approfittato. Molti di noi sarebbero poi stati coinvolti nel trattamento di quei feriti, ciascuno nel proprio ambulatorio o reparto in ospedale. Poi, dopo aver subissato Guy di domande e riflessioni su come, quando, perché e cosa, con- dite di “mi ricordo” e “anch’io”, che invariabil- mente riportavano a esperienze personali di diverso tipo, inclusi racconti di guerra e azioni militari (quelli non mancano mai!), …poi, dice- vo, quando si era fatta già notte e i più brilli avevano già chiamato il taxi per andare via, ma il pub era ancora pieno di gente che chiacchiera- va, beveva o commentava la partita di calcio mandata dal grande schermo TV sopra al banco- ne (spesso tutt’e tre le cose contemporaneamen- te), …solo allora riuscimmo a finire la partita di freccette. Come al solito, Keith vinse e l’ultimo giro di HoodedRam toccò a me. Mi risvegliai la mattina dopo nel mio letto con un gran mal di testa… fortuna che era sabato e in ospedale era di turno qualcun altro. Dr. Giovanni Tebala Consultant in Chirurgia Gastrointestinale al Noble’s Hospital dell’Isola di Man Numero: 3 - Anno I Pagina 5
  • 6. Il modo forse più semplice per avvicinarsi al tema della comuni- cazione interpersonale, è quello di studiarla, inquadrandola, in gene- rale, quale processo di trasmissio- ne di informazioni. Sotto tale pro- spettiva, la comunicazione si può intendere come il trasferimento di un messaggio da una fonte emit- tente ad un soggetto ricevente, attraverso un canale di trasmis- sione come la voce, la scrittura o un comune apparecchio telefonico. Tale trasmissione può essere uni- direzionale o bidirezionale, a se- conda se il soggetto ricevente re- stituisce o meno una risposta all’e- mittente. La comunicazione a due vie o bidi- rezionale, permette di invertire i ruoli dei due soggetti comunicativi che, alternativamente, assumono il ruolo di emittente e ricevente, con l’invio di un segnale di ritorno o risposta comunemente detto feedback, che informa sull’esito del messaggio e permette un’even- tuale correzione o modifica del processo informativo. Approfondendo maggiormente il processo di comunicazione inter- personale, bisogna mettere in con- to ulteriori fattori che si interpon- gono tra la sorgente emittente e ricevente che, come detto, in un processo bidirezionale, assumono e ripetono le funzioni in modo spe- culare ed alternato. Nel processo di comunicazione interpersonale, quindi, entrano in gioco i fattori che si interpongono tra il soggetto emittente e quello ricevente e che qualificano ed alte- rano il messaggio in base alla loro influenza psicologica o affettiva. Tali interposizioni possono essere di carattere semantico come la codifica del pensiero e la sua ela- borazione, di carattere affettivo come i filtri psicologici che attuano La comunicazione interpersonale Il processo di comunicazione efficace rivelazioni. Il Canale di comuni- cazione, invece, è composto da mezzi di trasmissione quali voce, corpo, mezzi audio/visivi, libri, ap- parecchiature elettroniche in for- ma di espressione verbale, orale, scritta, visiva, etc. Affinché il messaggio sia trasmis- sibile e fruibile dai soggetti inter- loquenti, occorre codificarlo, cioè trasformarlo in una successione di simboli e suoni che abbiano signi- ficato comprensibile e condivisibile tra i comunicanti ed organizzato secondo precise regole sintattiche, come una sorta di stenografia del nostro pensiero; In pratica il codi- ficatore deve essere capace di scri- vere la stenografia, mentre il deco- dificatore di leggerla. L’operazione di decodifica, è quin- di la traduzione del messaggio da parte del ricevente secondo il suo “dizionario” lessicale, sintattico, semantico, percettivo, valoriale e pragmatico ed è inevitabile che la ricostruzione avvenga secondo le modalità del ricevente e che tali “rumori” possano fortemente in- quinare il processo di decodifica. Visto che la comunicazione inter- personale è molto soggetta ad in- terferenze sia interne che esterne, si rende estremamente necessario valutare i problemi più significati- vi che intervengono su di essa, in modo da mettere in atto i dovuti correttivi per ottenere una comu- nicazione di successo o, come si suol dire “EFFICACE”. Fabio Maragucci Responsabile Editoriale niti Rumore, inteso come un’a- zione di disturbo volontaria o in- volontaria sulla comunicazione che, poco o molto, interferisce con essa rendendola inefficace. L’efficienza di un sistema di co- municazione si basa, quindi, sugli elementi che lo compongono e la sua efficacia non può essere mi- gliore dell’elemento più debole del sistema stesso. In definitiva, ba- sta che uno degli elementi del si- stema non sia adeguato o sia di- storto, per mettere a repentaglio l’efficienza potenziale dell’intero sistema, anche se tutto il resto funziona correttamente. Si può affermare, quindi, che la massima capacità di trasmissione dipende dalla massima capacità dell’ele- mento più debole della catena. Analizzando meglio un sistema di comunicazione, si possono defini- re, con maggior dettaglio, tutti gli elementi che lo compongono. Par- tendo dal Messaggio, lo stesso si può definire come il contenuto della comunicazione sempre du- plice, in quanto contiene una struttura logico/semantica ed una psicologica/emotiva/affettiva ed è composto da un pacchetto di infor- mazioni e simboli, di segnali ana- logici, affettivi, sensazioni, senti- menti, impressioni, intuizioni o Pagina 6 InFocus L’efficienza di un sistema di comunicazione si basa sull’efficacia degli elementi che lo compongono una sorta di trasformazione del pensiero ed infine di tipo fisico, dipendente dal canale utilizzato per la comunicazione, all’interno del quale si possono creare inter- ferenze che rendono poco chiaro ed efficiente il processo. Tutti questi fattori possono essere defi-
  • 7. Il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda torna sul tema delle bollette a 28 giorni rispondendo alla camera sul question time e chiarendo le scelte del Governo sul ruolo di Agcom e gli adempimenti che do- vranno rispettare gli operatori, con la nor- ma inserita nel decreto fiscale, sottolinean- do, in particolare, l’illegittimità della modi- fica dei contratti in corso, se non per il mero adeguamento della fatturazione mensile. “In merito alla tutela dei consumatori che, a fronte della sottoscrizione di offerte favore- voli, potrebbero vedersi revocare in toto i contratti sottoscritti – spiega Calenda – il contenuto testuale della norma approvata impone agli operatori esclusivamente l’ade- guamento dei contratti limitatamente alla periodicità della fatturazione, senza incide- re su altre condizioni sottoscritte tra le par- ti. Questo implica che ulteriori o diversi interventi sui contratti in corso, compresi quelli ipotizzati con riferimento al mutato quadro ordinamentale, non risultano am- missibili e tantomeno legittimi”. Ulteriore forma di tutela nei confronti dei consumatori, spiega il ministro, c’è anche “l’applicabilità della disciplina vigente se- condo cui un’eventuale modifica unilate- rale dei contratti deve sempre essere adeguatamente e preventivamente comu- nicata al contraente affinché, a quest’ulti- mo, sia consentito di decidere consapevol- mente se continuare o meno il rapporto contrattuale”. Tecnologia La fatturazione a 28 giorni degli operatori di telefonia - Le precisazioni del ministro Calenda operatori dovranno rendere agli utenti affinché questi ultimi possano compiere scelte informate”. Quanto ai procedimenti sanzionato- ri, Calenda ha annunciato che l’autorità ha avviato i procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori di telefonia che non hanno rispettato le disposizioni previ- ste, che sono in via di definizione. “In caso di violazione, oltre alla cessazione della condotta – conclude il ministro – l’Autorità potrà ordinare il rimborso delle eventuali somme indebitamente percepite o comunque ingiustificatamente addebitate, prevedendo un indennizzo forfetario pari a 50 Euro, per ciascun utente vittima dell’il- legittima fatturazione, maggiorato di 1 Euro per ogni giorno successivo alla sca- denza del termine assegnato dall’Autorità, secondo quanto previsto dalla norma”. Fabio Maragucci Responsabile Editoriale Numero: 3 - Anno I Pagina 7 Notizie dal Territorio Presentazione del nuovo calendario istituzionale 2018 dei Vigili del Fuoco Il 14 dicembre 2017, presso la Casa del Cinema di Villa Borghese a Ro- ma, alla presenza del Capo Diparti- mento prefetto Bruno Frattasi e del Capo del Corpo ing. Gioacchino Gio- mi, si è svolta la cerimonia di presen- tazione del Calendario Storico 2018 del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, dal titolo “Che Spettacolo”. Il lavoro, ispirato e diretto dal Capo Dipartimento Frattasi - profondo e appassionato cultore del mondo del cinema - è stato realizzato da Alessio Carbonari. Il calendario è un viaggio nel mondo della decima arte, che racconta i Vi- gili del Fuoco attraverso le produzio- ni cinematografiche e televisive dagli anni ’40 del secolo scorso fino ai no- stri giorni: tra storie che lasciano spazio al pianto e al riso, tra vicende drammatiche e gioiose, si illustrano i mutamenti sociali, economici e politi- ci che hanno accompagnato il paese e il Corpo Nazionale. L’edizione si fre- David di Donatello per il film “Il de- serto dei Tartari”, che svolse il servi- zio di leva nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e al cui mondo restò sempre intimamente legato. Durante la serata, è stata proiettata una clip del docufilm “Giuliano Gemma. An italian in the World”, lo speciale de- dicato da Vera Gemma, secondogeni- gia dell’amichevole e affettuosa pre- sentazione del giornalista televisivo Vincenzo Mollica, purtroppo assente per un male di stagione ma ricordato e ringraziato per l’aiuto e i consigli offerti nella realizzazione del calen- dario. Un sentito omaggio, infine, è stato riservato a Giuliano Gemma, l’attore dalla “faccia d’angelo” vincitore del ta dell’attore scomparso, a suo pa- dre. Presenti anche l’altra figlia Giuliana e la seconda moglie dell’attore, la giornalista Baba Ri- cherme, che hanno ricordato alcuni aneddoti, divertenti e commoventi, del Giuliano Gemma “Vigile del Fuoco”. Durante la serata, condotta dal giornalista Roberto Olla, sono stati proiettati due video messaggi invia- ti dagli attori Banfi e Boldi, prota- gonisti di due file sui “Pompieri”, mentre alcuni trailer estratti dai film scelti per il calendario si sono alternati a frammenti musicali delle varie colonne sonore eseguiti dalla Banda dei Vigili del Fuoco diretta dal Maestro Di Martile. Al termine della cerimonia, agli ospiti e ai partecipanti della mani- festazione è stata donata una copia del nuovo calendario. A cura della redazione Nazionale VVF Per gli utenti rimborso delle somme ingiustamente adde- bitate e riconoscimento di un indennizzo pari a 50 Euro Nel suo intervento il ministro ha anche ribadito il fatto che Agcom ha già avviato l’approfondimento delle questioni relative all’implementazione della disciplina previ- sta impegnandosi, in particolare, nell’esa- me delle modalità di adeguamento alla disciplina stessa da parte degli operatori coinvolti, delle condotte poste in essere nel periodo compreso fino al termine previsto dalla normativa, delle informazioni circa i servizi offerti e le tariffe generali che gli
  • 8. Via Sbarre Sup. 115 - 89132 Reggio Calabria InFocus: 0965.632370 Responsabile Editoriale: 335.6644555 PEO: uilpa.vvfrc@gmail.com Stampato in proprio Lettura, Divulgazione ed Informazione:elementi fondamentali della conoscenzadella cultura e della libertà degli uomini. Memento Audere Semper... A cura della Segretaria Provinciale UILPA VVF di Reggio Calabria Supplemento mensile della testata online Newz.it Partnerperisolifinidistampa Supplemento della testata giornalistica online Newz.it Reg. 01/09 Trib. RC - Tutti i diritti riservati - Vietata la riproduzione anche parziale di testo - Stampato in proprio Cari lettori, questo supplemento periodico, ideato e realizzato dalla segrete- ria Provinciale della UILPA dei Vigili del Fuoco di Reggio Cala- bria, nasce quale supplemento della testata giornalistica online Newz.it, con l’intento di divulgare e far conoscere non solo i vari aspetti dell’attività istituzionale dei vigili del fuoco, ma anche tut- to ciò che circonda l’ambiente pompieristico in generale. Saran- no trattati anche argomenti di tecnologia ed attualità, proprio per non rendere monotono e mo- notematico il supplemento che, oltre alla tiratura cartacea, avrà uno spazio on line proprio sul sito internet di Newz.it e sui vari so- cial network. L’intento, quindi, della segreteria UILPA VVF reg- gina, è quello di parlare alla gente C.da Saracinello 155/A - 89131 Reggio Calabria Tel. 0965.640957 - 338.7561361 dei POMPIERI, del loro lavoro, di cosa fanno e, perché no, anche delle loro emozioni, di quelle vissute du- rante e dopo gli interventi di soc- corso, quelle emozioni che ti porti dietro tutta la vita, perché il pom- piere è pompiere sempre, con o sen- za divisa. Un doveroso grazie al Direttore responsabile Fabio Papa- lia che, da sempre appassionato dei “Pompieri”, ha voluto sposare la nostra mission. Giovanni Alampi Direttore Editoriale