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Il peso di
una valigia
Il Venezuela è il paese dell’America Latina con più detenuti italiani, quasi tutti reclusi per lo
stesso reato: narcotraffico. Oltre
alla pena, subiscono violazioni
dei diritti umani ed episodi di
criminalità radicati nel sistema
carcerario
«La vita in carcere è una lotta per non
soccombere» dice Enza, 33 anni, di
Napoli, detenuta dal 2006 a Los Teques
vicino Caracas, per aver fatto la “mula”,
ovvero la corriera della droga. «Questo è
un carcere di lusso rispetto a quello degli
uomini – racconta Daniela, compagna
di cella di Enza, arrestata tre anni fa
all’aeroporto con una valigia contenente
1,5 Kg di cocaina –, ma droga e armi
bianche sono costantemente sotto i
Foto e testo di Barbara Meo Evoli
altarisoluzione

53 | marzo 2011 | narcomafie

nostri occhi». Molte organizzazioni
non governative hanno denunciato
l’inumanità delle condizioni di vita nei
penitenziari del Venezuela, fra cui l’Osservatorio venezuelano delle prigioni
(Ovp). «Nell’80% delle carceri – spiega
il direttore dell’Ovp, Umberto Prado –
un piccolo gruppo armato comanda
su tutti i reclusi e organizza estorsioni,
omicidi, anche all’esterno. Gran parte dei
detenuti possiede pistole, granate, fucili
o mitragliatrici e consuma marijuana,
crack o cocaina con l’acquiescenza del
personale penitenziario».
Secondo i dati dell’Ovp, nel 1999 (anno
di insediamento del presidente Hugo
Chavez) i decessi nelle prigioni erano 390
(l’1,7% della popolazione carceraria), nel
2009sonostati366:unalievediminuzione
si è dunque registrata, ma le violazioni dei
diritti umani continuano ad essere troppe.
A fronte di una capienza di 15mila persone, le carceri ospitano 32.600 detenuti
di cui ben il 60% è in attesa di giudizio.
Secondo le normative di sicurezza, infine,
vi dovrebbe essere un poliziotto penitenziarioognidiecidetenuti,mainVenezuela
ce n’è uno ogni cento.
altarisoluzione

54 | marzo 2011 | narcomafie

Secondo l’ultimo rapporto consolare, il
Venezuela è il paese con più detenuti
italiani in America latina: 68 persone.
Il reato commesso è quasi sempre lo
stesso: traffico di stupefacenti. L’alto
numero di arresti lascia presupporre
che il flusso di droga, in particolare di
cocaina, dal Venezuela verso l’Italia sia
molto rilevante, al punto che cinque
anni fa è stato assegnato all’Ambasciata
un esperto antidroga, Carlo Mazza.
«Il Venezuela – spiega il funzionario
della polizia – paga i suoi 2.219 km
di frontiera con la Colombia, dove
la coca viene coltivata e raffinata». Il
Consolato generale svolge attività di assistenza per i reclusi italiani attraverso
l’associazione Icaro, diretta da padre
Leonardo, portando nelle carceri il
sussidio economico erogato dalla rappresentanza diplomatica e fornendo appoggio psicologico-logistico dall’arresto
fino all’estradizione in Italia, quando
richiesta. Nei casi più fortunati, aiuta i
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Narcomafie - Il peso di una valigia: le condizioni di detenzione in Venezuela

  • 1. altarisoluzione Il peso di una valigia Il Venezuela è il paese dell’America Latina con più detenuti italiani, quasi tutti reclusi per lo stesso reato: narcotraffico. Oltre alla pena, subiscono violazioni dei diritti umani ed episodi di criminalità radicati nel sistema carcerario «La vita in carcere è una lotta per non soccombere» dice Enza, 33 anni, di Napoli, detenuta dal 2006 a Los Teques vicino Caracas, per aver fatto la “mula”, ovvero la corriera della droga. «Questo è un carcere di lusso rispetto a quello degli uomini – racconta Daniela, compagna di cella di Enza, arrestata tre anni fa all’aeroporto con una valigia contenente 1,5 Kg di cocaina –, ma droga e armi bianche sono costantemente sotto i Foto e testo di Barbara Meo Evoli
  • 2. altarisoluzione 53 | marzo 2011 | narcomafie nostri occhi». Molte organizzazioni non governative hanno denunciato l’inumanità delle condizioni di vita nei penitenziari del Venezuela, fra cui l’Osservatorio venezuelano delle prigioni (Ovp). «Nell’80% delle carceri – spiega il direttore dell’Ovp, Umberto Prado – un piccolo gruppo armato comanda su tutti i reclusi e organizza estorsioni, omicidi, anche all’esterno. Gran parte dei detenuti possiede pistole, granate, fucili o mitragliatrici e consuma marijuana, crack o cocaina con l’acquiescenza del personale penitenziario». Secondo i dati dell’Ovp, nel 1999 (anno di insediamento del presidente Hugo Chavez) i decessi nelle prigioni erano 390 (l’1,7% della popolazione carceraria), nel 2009sonostati366:unalievediminuzione si è dunque registrata, ma le violazioni dei diritti umani continuano ad essere troppe. A fronte di una capienza di 15mila persone, le carceri ospitano 32.600 detenuti di cui ben il 60% è in attesa di giudizio. Secondo le normative di sicurezza, infine, vi dovrebbe essere un poliziotto penitenziarioognidiecidetenuti,mainVenezuela ce n’è uno ogni cento.
  • 3. altarisoluzione 54 | marzo 2011 | narcomafie Secondo l’ultimo rapporto consolare, il Venezuela è il paese con più detenuti italiani in America latina: 68 persone. Il reato commesso è quasi sempre lo stesso: traffico di stupefacenti. L’alto numero di arresti lascia presupporre che il flusso di droga, in particolare di cocaina, dal Venezuela verso l’Italia sia molto rilevante, al punto che cinque anni fa è stato assegnato all’Ambasciata un esperto antidroga, Carlo Mazza. «Il Venezuela – spiega il funzionario della polizia – paga i suoi 2.219 km di frontiera con la Colombia, dove la coca viene coltivata e raffinata». Il Consolato generale svolge attività di assistenza per i reclusi italiani attraverso l’associazione Icaro, diretta da padre Leonardo, portando nelle carceri il sussidio economico erogato dalla rappresentanza diplomatica e fornendo appoggio psicologico-logistico dall’arresto fino all’estradizione in Italia, quando richiesta. Nei casi più fortunati, aiuta i detenuti nel reinserimento nella società e nel mondo del lavoro.
  • 4. 55 | marzo 2011 | narcomafie