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“Ognuno di noi è un genio.
Ma se si giudica un pesce dalla sua
abilità di arrampicarsi sugli alberi,
lui passerà tutta la vita a credersi
uno stupido.”
Albert Einstein
(a.s. 2017/2018)
Istituto Comprensivo “A.Moro” di Seriate
Plesso Ospedale
presso A.O.”Pesenti-Fenaroli” di Alzano Lombardo
Insegnante Miriam D’Amico
Io sono unica perché so
fare tante cose: sono
brava negli sport, in
particolare so nuotare
molto bene a stile rana,
pattino con sicurezza,
corro veloce in bici.
Inoltre sono una brava
cantante e ballo a
tempo.
Angelica, 9 anni
Io sono unico perché
riesco a nuotare bene,
mi piace anche giocare
a tennis, sono bravo in
matematica e ho dei
buoni amici.
Matteo, 9 anni
Io sono unica perché guardo i
miei figli con occhi speciali e li
cresco donandogli tutto l’amore
che solo io ho per loro.
Al lavoro sono unica perché so
scrivere in un “corretto italiano”,
come mi viene detto spesso.
Sono unica perché adoro creare
con vari materiali come legno,
feltro, panno lenci e coinvolgo i
miei bambini nelle nostre
speciali creazioni.
Mamma Francesca
Io sono unica perché sono brava a
cucinare e aiuto le persone che
hanno bisogno come gli anziani.
Devi Rekha, 17 anni
Io sono unica perché so dare affetto ai più piccoli e tendo a proteggerli.
Sono unica perché sono sempre solare, penso sempre agli aspetti positivi
e non parlo mai male degli altri.
A casa sono unica perché sono una tutto fare: aiuto a lavare i piatti,
aiuto le mie sorelline. So anche cucire: con uno straccio bianco ho
realizzato un abito da sposa per la Barbie.
Isabella, 12 anni
Io sono unico perché
sono sempre positivo,
molto affettuoso,
sensibile e sincero.
Moustapha, 10 anni
Io sono unico perché sono testardo e
nessuno può farmi cambiare idea sulle
decisioni che prendo.
Ho una mia mentalità e un mio
ragionamento che solo io capisco ed è
questo che mi fa sentire unico e speciale.
Jacopo, 12 anni.
Io sono unica perché cerco sempre di essere quella che sono
senza nascondermi dietro a delle maschere. Solo in questo modo
possiamo veramente capire quelle che sono le nostre qualità e i
nostri difetti.
Nei momenti di difficoltà cerco sempre di sostenere e aiutare le
persone a cui tengo veramente.
Ognuno di noi è unico, ciascuno vale per qualcosa di diverso.
La diversità è un punto di forza, non deve essere vista in modo
negativo. W la diversità!
Francesca, 17 anni
Io sono unico perché anche nei
momenti tristi so diffondere felicità e
far divertire le persone.
Sono unico perché riesco ad
instaurare un rapporto d’amicizia con
tutti: neri, bianchi, gialli, marroncini
non importa!
Justin, 13 anni
Io sono unica perché tendo ad essere
me stessa e ad essere sincera.
Ritengo che la verità sia un elemento
fondamentale per costruire rapporti
solidi e stabili.
Un’altra cosa che mi caratterizza è il
disordine: mia mamma mi dice
sempre di sistemare, ma io le ripeto
che nel mio disordine trovo sempre
tutto.
Queste sono solo alcune delle cose
che mi rendono unica.
Ogni persona che è se stessa è unica.
Mariam, 17 anni
Ciao a tutti!
Sono Omar e ho 12 anni.
Questa è la storia di Lisa Ferrari che mi ha letto la maestra Miriam.
C’era una volta una mucca senza vitellino.
C’era una volta un uccellino caduto dal nido.
Quando s’incontrarono, la mucca trova un figlio,
l’uccellino trova una mamma.
Non importa se sono di due razze diverse.
Però l’uccellino non sa di essere un uccellino,
Crede di essere una mucca ma non vuole volare.
La mucca, invece, sa che suo figlio è un uccellino e non una mucca.
E vuole insegnargli a volare.
Ci riuscirà?
Ciao a tutti!
Mi chiamo Matteo e ho 10 anni.
La maestra Miriam mi ha letto la storia de “La mucca e l’uccellino” di Lisa Ferrari e
questo è il finale che ho inventato io.
“La mamma mucca pensò che l’uccellino doveva cominciare a volare, quindi cercò
un modo per insegnarglielo.
Provò a dirgli a parole come doveva volare, ma lui, senza un esempio, non ci riuscì.
Allora mamma mucca si ricordò che aveva degli amici uccelli che potevano aiutarla
nel suo compito, quindi, andò da loro che la aiutarono facendo vedere al piccolo
come muovere le ali.
Dopo qualche prova l’uccellino riuscì a volare.
Mamma mucca e l’uccellino finalmente erano felici.”
MATTEO, 10 anni.
Mi chiamo Sofia, ho 10 anni e vivo a Castione della Presolana.
Sono all’ospedale di Alzano da due giorni: mentre ascoltavo la musica a casa delle
mie cugine, mi è venuto improvvisamente un dolore al petto e quindi mi hanno
portato subito qui per fare dei controlli. Per fortuna, oggi mi dimettono perché mi
sento molto meglio.
Questa mattina ho conosciuto la maestra Miriam e ho lavorato con lei nella scuola in
ospedale.
Ho realizzato dei lavoretti per i miei nonni, nonna Rita e nonno Pietro, perché oggi è
la loro festa.
Non vedo l’ora di uscire da qui per portarglieli.
Sofia, 10 anni
Ammiro mia mamma e le mie zie che hanno o trovano la voglia di sistemare e pulire.
Ammiro anche le persone che mettono molto impegno nel portare a termine i propri
obbiettivi.
Invece l’invidia ,si sa non è una cosa sana, ma sarei ipocrita a non dire di invidiare
coloro che hanno la possibilità di viaggiare spesso e così imparare nuove cose.
Forse spesso è un po’ difficile, se non un’utopia, ma quando sarò più grande spero di
fare molti viaggi!
Mariam, 17 anni
Ciao sono Valentina, ho 17 anni e frequento il liceo scientifico.
Questa mattina, a colazione, ho conosciuto Elisa, Elena e Sabrina che hanno circa la
mia età.
In attesa che mi dimettano, ho deciso di andare nella scuola in ospedale per fare un
laboratorio artistico sulla festività di Halloween che sta per arrivare.
Abbiamo dipinto, disegnato e ritagliato: è stato divertente!
Per abbellire l’aula abbiamo realizzato dei pipistrelli e delle zucche da appendere con
il cartoncino nero ed arancione, poi ognuna di noi si è lasciata travolgere dalla
fantasia dipingendo con le tempere degli sfondi di varie sfumature per poi incollarci
sopra delle sagome ritagliate da cartoncino nero.
Nelle immagini sottostanti potete vedere i nostri capolavori!
Ci siamo divertite molto ed abbiamo avuto modo di conoscerci meglio.
Valentina, 17 anni
Nessuno è perfetto, ma certamente tutti hanno un dono, e come dice una citazione di
Einstein per essere o sentirsi genio bisogna trovare il proprio ambiente, il luogo, le
persone che accentuano le proprie potenzialità e attitudini.
Io, però, mi sento perfetta nella mia imperfezione: so di avere tanti difetti ed un
caratteraccio, e , forse, uso troppo la testa, faccio scelte giudicabili nella vita e lotto
ogni giorno per fare la cosiddetta “cosa giusta”: a volte ci riesco e altre volte no, ma
ci provo, ci ragiono e già questo per me è importante.
Nei giorni nostri, soprattutto, ci sono tantissime persone, la maggior parte
adolescenti, molto insicure, che non si conoscono e non sanno come gestire le loro
emozioni. Io, invece, sono molto sicura di me, perché so quanto valgo, perché non do
mai nulla per scontato. Sono una persona che dà, solamente per ricevere, nel senso
che se inizio, per esempio, un mese prima a studiare per una verifica, in maniera
continuativa, ci dedico del tempo e sono consapevole, ad un certo punto, di aver
acquisito le conoscenze necessarie, dopo non voglio, ma pretendo un certo voto.
Odio, non sopporto il mediocre: non mi accontento di nulla, pretendo quello che
ritengo di meritare, ed io di certo per l’impegno che ci metto nelle cose che faccio,
esigo di ottenere il massimo per cui possa dire che ne è valsa la pena.
Sono molto severa con me stessa, ad esempio, se a scuola dopo una verifica prendo
un voto più basso di ciò che mi aspettavo, di solito c’è chi pensa a cosa dirà la
mamma oppure “Oh no! Sabato sera non posso andare in discoteca! “, io, invece, ci
rimango male per me stessa e cerco di capire dove ho sbagliato e mi punisco in
qualche modo, quasi mi sgrido da sola.
È questo che intendo con controllo di me stessa e di tutto ciò che mi capita in
generale. Sono una maniaca del controllo: le mie giornate sono organizzate ora per
ora, secondo per secondo, qualsiasi imprevisto mi manda in crisi.
Sono una persona energica: non sto mai ferma, detesto annoiarmi, mi piace il
movimento, mi piace rendermi utile, mi piace arrivare alla sera dopo una lunga
giornata tra scuola, allenamento e studio in cui sono fiera di quello che ho dato,
stanca morta, ma orgogliosa di me.
Quando ho iniziato a stare meno bene del solito, ero consapevole che ci fosse
qualcosa che non andava, ma cercavo di andare avanti dicendomi:“Fa niente!Tanto ce
la faccio a fare tutto, sempre e comunque!”.
Ad Atletica ho avuto più difficoltà: cercavo di non far notare agli altri la mia
stanchezza, mi fermavo solo per poco tempo cercando di recuperare il fiato, ma
quando ripartivo, mi sentivo più debole di prima.
Ed ora essere rinchiusa in un ospedale 24 ore su 24 obbligata a stare ferma, a non
organizzare le mie giornate, a non fare in sostanza nulla, mi irrita e anche tanto!
Penso si sia capito che sono complicata, che ho un intero mondo interiore da scoprire
e questo mi rende unica e una continua sorpresa, persino per le persone che pensano
di conoscermi bene.
Sembro “tosta”, forte ,terribilmente razionale, ma in fondo poche persone conoscono
la sensibilità che si nasconde dietro a tutte le cose che faccio, che dico e vivo.
Posso dire con certezza che nessuno mi conosce bene: tanti pensano di conoscermi,
ma io sono consapevole che mi conosco più di tutti, anche se non del tutto.
Credo che negli anni una persona cresca e non solo di altezza!
Si impara a conoscersi meglio, a correggere i propri difetti, a migliorarsi.
Potrei andare avanti per ore a spiegare perché sono unica e perfetta nella mia
imperfezione, ma non vorrei svelare troppo di me: sono un mistero per voi e ancora
per me!
Infine, vi scrivo in poche parole il mio motto che mi aiuta ad andare avanti:
“Mi piace vivere, non sopravvivere!”
Codou, 17 anni
Ciao a tutti!
Sono Elisa e ho 6 anni.
Oggi insieme alla maestra dell’ospedale
abbiamo letto la storia dei tre giorni della merla
e abbiamo fatto anche un lavoretto.
Vi piace il mio clown? Evviva il Carnevale!
Ciao a tutti,
mi chiamo Enrico e ho 5 anni.
Sono in ospedale da una settimana e finalmente oggi torno a casa! Sono felicissimo!
In questi giorni con la maestra della scuola in ospedale ho fatto tanti lavoretti: il
pagliaccio è quello che mi è piaciuto di più.
Enrico, 5 anni.
Ciao a tutti,
sono Tommaso e ho 6 anni.
Sono in ospedale da una settimana perché ho la polmonite.
In questi giorni sono andato a scuola in ospedale, dove ho fatto i compiti e tanti altri
lavori con la maestra Miriam.
Mi sono divertito tanto a colorare gli ovetti pasquali da attaccare sui vetri delle
finestre per decorare l’aula.
Oggi la maestra ci ha letto la storia di Pinocchio: io la conoscevo già, ma l’ho
ascoltata con piacere.
Questo è il mio Pinocchio.
Ciao! Sono Gabriele e ho 6 anni.
Da ieri sera sono in ospedale perché avevo la febbre alta.
Questa mattina sono nella scuola in ospedale: ho composto il puzzle dei Pokémon, ho
letto la storia di “Pimpa e la talpa Camilla” e ho fatto il disegno della scena che mi è
piaciuta di più.
GABRIELE, 6 anni
Bella ragazzi! Io sono Cesare e ho 12 anni.
Da due giorni sono ricoverato nel reparto di Pediatria dell’Ospedale di Alzano
Lombardo.
Qui mi trovo molto bene, voi vi chiederete il perché, qui ho conosciuto tanti nuovi
amici: Aleandro, un bambino di cinque anni, Giulia e Mohamed, di 17 anni e Gloria
di 15 anni.
Sono tutti molto simpatici e divertenti, sto molto bene in loro compagnia.
Ho scoperto anche che in questo ospedale c’è una scuola, ma non è una scuola come
tutte le altre: oltre a studiare e a fare i compiti, si può giocare, disegnare, fare
cartelloni, ricerche, scrivere col computer un testo per il giornalino.
In questi giorni con i miei compagni di scuola stiamo lavorando in serenità e allegria.
Non vi ho ancora parlato delle infermiere che si prendono cura di noi: sono quasi
tutte molto simpatiche. Anche il cibo è buono.
Questa è stata la mia prima volta in questo ospedale.
Cesare, 12 anni
Ciao, mi chiamo Gloria e ho 15 anni.
Abito a Nembro con mia mamma, le mie due sorelle e il mio fratellino.
Vorrei parlarvi di me e del mio FUTURO.
Con il passare del tempo ho scoperto di essere portata ad aiutare le persone che sono
in difficoltà: infatti, dopo le scuole medie ho deciso di iscrivermi all’Istituto
“Mamoli” con indirizzo socio-sanitario.
Mi sono innamorata subito di questa scuola perché rispecchia molto la prospettiva
che volevo, gli studi che faccio sono molti interessanti ed è molto bello aiutare le
persone che si sentono a disagio e cercare di farle sentire meglio senza aver paura di
esprimere le loro sensazioni .
Mi piacerebbe molto fare la psicologa: vorrei che la gente, quando parla con me dei
suoi problemi, sia a proprio agio e non si senta giudicato.
Ultimamente sto aiutando una ragazzina con dei disturbi psico-fisici: osservandola mi
sono accorta che ha molte capacità, nonostante abbia difficoltà a fare alcune cose,
non si arrende finché non ottiene quello che vuole. Questo suo comportamento mi ha
stupito: ci sono molte persone che se non riescono a fare determinate cose si
abbattono subito e rinunciano anche a provare di farle.
Questa ragazza mi ha insegnato una cosa molto importante: mai arrendersi alle
proprie difficoltà, ma cercare sempre di superarle o migliorarle.
Spero di realizzare il mio sogno.
Gloria, 15 anni
Albert Einstein nacque il 14 Marzo del 1879 a Ulm in Germania da genitori ebrei non
praticanti.
Un anno dopo la famiglia si trasferì a Monaco di Baviera, dove suo padre aprì una
piccola officina elettrotecnica.
Qui Einstein frequentò una scuola elementare cattolica e cominciò a
studiare matematica insieme a Max Talmud, un amico di famiglia che gli procurò
testi scientifici come gli “Elementi” di Euclide e anche filosofici come “La Critica
della ragion pura” di Kant.
La madre lo avviò allo studio del violino.
All'età di dieci anni iniziò a frequentare il “Luitpold Gymnasium”, ma si rivelò ben
presto insofferente al rigido ambiente scolastico, seppur riportando comunque buoni
voti in matematica e in latino.
Nel 1894 la famiglia si trasferì in Italia vicino a Milano.
Albert rimase solo a Monaco per terminare l'anno scolastico al ginnasio.
Quando raggiunse la famiglia, il padre lo spinse ad iscriversi all’ Istituto Federale di
Tecnologia, noto come Politecnico di Zurigo.
Non riuscì però a superare l’esame d’ammissione per insufficienza nelle materie
letterarie perciò, esortato dal direttore del Politecnico che rimase impressionato dalle
brillanti capacità dimostrate nelle materie scientifiche, proseguì gli studi superiori,
conseguendo il diploma nel 1896 ad Aarau. Nello stesso anno ritentò l'esame di
ammissione al Politecnico, superandolo.
Nel corso dei suoi studi a Zurigo decise di dedicarsi alla fisica piuttosto che
alla matematica.
Albert Einstein si laureò nel 1900.
Dopo aver preso la cittadinanza svizzera fu assunto all'Ufficio Brevetti di Berna;
continuò a dedicare gran parte del suo tempo allo studio della fisica.
Nel 1905 pubblicò tre studi teorici.
Il primo e più importante studio contiene la prima esposizione completa della teoria
della relatività ristretta.
Il secondo studio contiene un'ipotesi rivoluzionaria sulla natura della luce.
Il terzo e più importante studio è quello dell’"Elettrodinamica dei corpi in
movimento" che parla delle modalità dell'interazione fra radiazione e materia.
Con "I fondamenti della teoria della Relatività generale" Albert Einstein riuscì a
conseguire il premio Nobel per la Fisica nel 1921.
Nel 1927 gli fu chiesto di partecipare al congresso internazionale dei fisici, ma
dovette rifiutare.
Durante la Prima Guerra Mondiale Einstein fu tra i pochi accademici tedeschi a
criticare pubblicamente il coinvolgimento della Germania nella guerra.
Questa sua posizione lo rese vittima di numerosi attacchi, ma soprattutto venne presa
di mira la teoria della relatività.
Quando Hitler salì al potere Einstein fu costretto ad emigrare negli Stati Uniti.
Dopo essere stato minacciato dal regime nazista, rinunciò alla sua posizione pacifista
e nel 1939 scrisse insieme ad altri fisici una lettera al presidente Roosevelt, al quale
venne chiesto di realizzare una bomba atomica.
Questo fu l’inizio dei piani per la costruzione dell’arma nucleare.
Dopo aver concluso i terribili anni di conflitti si impegnò contro la guerra e contro le
persecuzioni razziste compilando una dichiarazione pacifista contro le armi nucleari.
Il 18 Aprile 1955 Einstein morì negli Stati Uniti a causa di un’aneurisma dell’aorta.
Il corpo venne cremato e le ceneri vennero disperse in un luogo segreto, mentre il
cervello venne conservato a casa del patologo Thomas Stoltz Harvey per circa 30
anni e più avanti venne sezionato in 240 parti e consegnato ad altri ricercatori.
La grandezza di Einstein consiste nell'avere cambiato in maniera radicale le
metodologie di interpretazione del mondo della fisica colpendo l'immaginario
collettivo in modo affascinante e stupefacente.
Il contributo di Einstein al mondo della scienza ha prodotto una rivoluzione che nella
storia trova paragone solo in quella prodotta dal lavoro di Isaac Newton.
Il successo e la popolarità non si arrestarono nemmeno durante gli ultimi anni di vita,
tanto che divennero sinonimo di genio e di grande intelligenza.
Sono rimaste celebri molte frasi di Einstein, come ad esempio "Solo due cose sono
infinite, l'universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima".
Giulia, 17 anni
Jessica, 17 anni
Desiree, 15 anni
Albert Einstein era un grande scienziato
Da tutti il più amato.
Eh già, era amato da tutta la gente
Perché aveva una grande mente!
Matematica e Fisica studiava
Mentre a Berna lavorava.
La sua teoria sulla relatività fu una vera rivoluzione!
E il premio Nobel gli fu dato con grande onore.
Einstein era contro la guerra,
Desiderava la pace su tutta la Terra.
Ma in America dovette scappare
Se la sua vita voleva salvare!
Einstein “grazie” ti diciamo:
per capire meglio il nostro mondo
le tue scoperte ora noi studiamo.
Jacopo, 12 anni
CIAO A TUTTI!
MI CHIAMO MOHAMED E HO 17 ANNI.
DA ALCUNI ANNI GIOCO A TAMBURELLO E MI PIACE MOLTO.
È UN GIOCO SIMILE AL TENNIS CON LA DIFFERENZA CHE SI GIOCA IN SQUADRE
DI 5 GIOCATORI CON 4 RISERVE, IL CAMPO DA GIOCO È LUNGO 8 m E LARGO 2 cm E
AL POSTO DI UNA RACCHETTA SI USA UN TAMBURELLO, LA PALLINA ÈBIANCA E
ROSSA, MOLTO DURA.
IL GIOCO CONSISTE NEL FARE PUNTO NEL CAMPO AVVERSARIO: LA PRIMA
SQUADRA CHE RAGGIUNGE I 13 PUNTI VINCE LA PARTITA.
DI SOLITO LE PARTITE DURANO UN MINIMO DI 7 ORE.
CI SONO VARIE CLASSI DI GIOCO:
 LA SERIE A, DOVE GIOCANO I GIOCATORI PIU ESPERTI;
 LA SERIE B;
 LA SERIE C;
 LA SERIE D, DOVE I RAGAZZI DAI 17 ANNI FINO AI 58 ANNI POSSONO
DIVERTIRSI O PUNTARE AL TITOLO DI SERIE D PER PASSARE ALLA SERIE C.
 I JUNIORES, PER RAGAZZI DAI 16 AI 19 ANNI;
 I GIOVANISSIMI, PER RAGAZZI DAI 10 AI 16 ANNI;
 I PULCINI, PER I BAMBINI DAI 4 AGLI 8 ANNI.
CI SONO MOLTE REGOLE DA RISPETTARE, MA LE PIÙ IMPORTANTI SONO QUELLA
DI NON INVADERE IL CAMPO AVVERSARIO E DI NON FAR RIMBALZARE LA
PALLINA PIÙ DI UNA VOLTA CON IL TAMBURELLO, ALTRIMENTI IL PUNTO VIENE
ASSEGNATO ALLA SQUADRA AVVERSARIA.
QUESTO GIOCO È MOLTO COMPLICATO: CI SONO VOLUTI QUASI 2 MESI PER
IMPARARE A GIOCARE BENE.
IL GIOCO DEL TAMBURELLO VE LO CONSIGLIO PERCHE’ E UN GIOCO MOLTO
DIVERTENTE.
MOHAMED, 17ANNI

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Giornalino si o 2017 18

  • 1. “Ognuno di noi è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la vita a credersi uno stupido.” Albert Einstein (a.s. 2017/2018) Istituto Comprensivo “A.Moro” di Seriate Plesso Ospedale presso A.O.”Pesenti-Fenaroli” di Alzano Lombardo Insegnante Miriam D’Amico
  • 2. Io sono unica perché so fare tante cose: sono brava negli sport, in particolare so nuotare molto bene a stile rana, pattino con sicurezza, corro veloce in bici. Inoltre sono una brava cantante e ballo a tempo. Angelica, 9 anni Io sono unico perché riesco a nuotare bene, mi piace anche giocare a tennis, sono bravo in matematica e ho dei buoni amici. Matteo, 9 anni Io sono unica perché guardo i miei figli con occhi speciali e li cresco donandogli tutto l’amore che solo io ho per loro. Al lavoro sono unica perché so scrivere in un “corretto italiano”, come mi viene detto spesso. Sono unica perché adoro creare con vari materiali come legno, feltro, panno lenci e coinvolgo i miei bambini nelle nostre speciali creazioni. Mamma Francesca Io sono unica perché sono brava a cucinare e aiuto le persone che hanno bisogno come gli anziani. Devi Rekha, 17 anni
  • 3. Io sono unica perché so dare affetto ai più piccoli e tendo a proteggerli. Sono unica perché sono sempre solare, penso sempre agli aspetti positivi e non parlo mai male degli altri. A casa sono unica perché sono una tutto fare: aiuto a lavare i piatti, aiuto le mie sorelline. So anche cucire: con uno straccio bianco ho realizzato un abito da sposa per la Barbie. Isabella, 12 anni Io sono unico perché sono sempre positivo, molto affettuoso, sensibile e sincero. Moustapha, 10 anni Io sono unico perché sono testardo e nessuno può farmi cambiare idea sulle decisioni che prendo. Ho una mia mentalità e un mio ragionamento che solo io capisco ed è questo che mi fa sentire unico e speciale. Jacopo, 12 anni. Io sono unica perché cerco sempre di essere quella che sono senza nascondermi dietro a delle maschere. Solo in questo modo possiamo veramente capire quelle che sono le nostre qualità e i nostri difetti. Nei momenti di difficoltà cerco sempre di sostenere e aiutare le persone a cui tengo veramente. Ognuno di noi è unico, ciascuno vale per qualcosa di diverso. La diversità è un punto di forza, non deve essere vista in modo negativo. W la diversità! Francesca, 17 anni
  • 4. Io sono unico perché anche nei momenti tristi so diffondere felicità e far divertire le persone. Sono unico perché riesco ad instaurare un rapporto d’amicizia con tutti: neri, bianchi, gialli, marroncini non importa! Justin, 13 anni Io sono unica perché tendo ad essere me stessa e ad essere sincera. Ritengo che la verità sia un elemento fondamentale per costruire rapporti solidi e stabili. Un’altra cosa che mi caratterizza è il disordine: mia mamma mi dice sempre di sistemare, ma io le ripeto che nel mio disordine trovo sempre tutto. Queste sono solo alcune delle cose che mi rendono unica. Ogni persona che è se stessa è unica. Mariam, 17 anni
  • 5. Ciao a tutti! Sono Omar e ho 12 anni. Questa è la storia di Lisa Ferrari che mi ha letto la maestra Miriam. C’era una volta una mucca senza vitellino. C’era una volta un uccellino caduto dal nido. Quando s’incontrarono, la mucca trova un figlio, l’uccellino trova una mamma. Non importa se sono di due razze diverse. Però l’uccellino non sa di essere un uccellino, Crede di essere una mucca ma non vuole volare. La mucca, invece, sa che suo figlio è un uccellino e non una mucca. E vuole insegnargli a volare. Ci riuscirà?
  • 6. Ciao a tutti! Mi chiamo Matteo e ho 10 anni. La maestra Miriam mi ha letto la storia de “La mucca e l’uccellino” di Lisa Ferrari e questo è il finale che ho inventato io. “La mamma mucca pensò che l’uccellino doveva cominciare a volare, quindi cercò un modo per insegnarglielo. Provò a dirgli a parole come doveva volare, ma lui, senza un esempio, non ci riuscì. Allora mamma mucca si ricordò che aveva degli amici uccelli che potevano aiutarla nel suo compito, quindi, andò da loro che la aiutarono facendo vedere al piccolo come muovere le ali. Dopo qualche prova l’uccellino riuscì a volare. Mamma mucca e l’uccellino finalmente erano felici.” MATTEO, 10 anni.
  • 7. Mi chiamo Sofia, ho 10 anni e vivo a Castione della Presolana. Sono all’ospedale di Alzano da due giorni: mentre ascoltavo la musica a casa delle mie cugine, mi è venuto improvvisamente un dolore al petto e quindi mi hanno portato subito qui per fare dei controlli. Per fortuna, oggi mi dimettono perché mi sento molto meglio. Questa mattina ho conosciuto la maestra Miriam e ho lavorato con lei nella scuola in ospedale. Ho realizzato dei lavoretti per i miei nonni, nonna Rita e nonno Pietro, perché oggi è la loro festa. Non vedo l’ora di uscire da qui per portarglieli. Sofia, 10 anni
  • 8. Ammiro mia mamma e le mie zie che hanno o trovano la voglia di sistemare e pulire. Ammiro anche le persone che mettono molto impegno nel portare a termine i propri obbiettivi. Invece l’invidia ,si sa non è una cosa sana, ma sarei ipocrita a non dire di invidiare coloro che hanno la possibilità di viaggiare spesso e così imparare nuove cose. Forse spesso è un po’ difficile, se non un’utopia, ma quando sarò più grande spero di fare molti viaggi! Mariam, 17 anni
  • 9. Ciao sono Valentina, ho 17 anni e frequento il liceo scientifico. Questa mattina, a colazione, ho conosciuto Elisa, Elena e Sabrina che hanno circa la mia età. In attesa che mi dimettano, ho deciso di andare nella scuola in ospedale per fare un laboratorio artistico sulla festività di Halloween che sta per arrivare. Abbiamo dipinto, disegnato e ritagliato: è stato divertente! Per abbellire l’aula abbiamo realizzato dei pipistrelli e delle zucche da appendere con il cartoncino nero ed arancione, poi ognuna di noi si è lasciata travolgere dalla fantasia dipingendo con le tempere degli sfondi di varie sfumature per poi incollarci sopra delle sagome ritagliate da cartoncino nero. Nelle immagini sottostanti potete vedere i nostri capolavori! Ci siamo divertite molto ed abbiamo avuto modo di conoscerci meglio. Valentina, 17 anni
  • 10. Nessuno è perfetto, ma certamente tutti hanno un dono, e come dice una citazione di Einstein per essere o sentirsi genio bisogna trovare il proprio ambiente, il luogo, le persone che accentuano le proprie potenzialità e attitudini. Io, però, mi sento perfetta nella mia imperfezione: so di avere tanti difetti ed un caratteraccio, e , forse, uso troppo la testa, faccio scelte giudicabili nella vita e lotto ogni giorno per fare la cosiddetta “cosa giusta”: a volte ci riesco e altre volte no, ma ci provo, ci ragiono e già questo per me è importante. Nei giorni nostri, soprattutto, ci sono tantissime persone, la maggior parte adolescenti, molto insicure, che non si conoscono e non sanno come gestire le loro emozioni. Io, invece, sono molto sicura di me, perché so quanto valgo, perché non do mai nulla per scontato. Sono una persona che dà, solamente per ricevere, nel senso che se inizio, per esempio, un mese prima a studiare per una verifica, in maniera continuativa, ci dedico del tempo e sono consapevole, ad un certo punto, di aver acquisito le conoscenze necessarie, dopo non voglio, ma pretendo un certo voto. Odio, non sopporto il mediocre: non mi accontento di nulla, pretendo quello che ritengo di meritare, ed io di certo per l’impegno che ci metto nelle cose che faccio, esigo di ottenere il massimo per cui possa dire che ne è valsa la pena. Sono molto severa con me stessa, ad esempio, se a scuola dopo una verifica prendo un voto più basso di ciò che mi aspettavo, di solito c’è chi pensa a cosa dirà la mamma oppure “Oh no! Sabato sera non posso andare in discoteca! “, io, invece, ci rimango male per me stessa e cerco di capire dove ho sbagliato e mi punisco in qualche modo, quasi mi sgrido da sola. È questo che intendo con controllo di me stessa e di tutto ciò che mi capita in generale. Sono una maniaca del controllo: le mie giornate sono organizzate ora per ora, secondo per secondo, qualsiasi imprevisto mi manda in crisi. Sono una persona energica: non sto mai ferma, detesto annoiarmi, mi piace il movimento, mi piace rendermi utile, mi piace arrivare alla sera dopo una lunga giornata tra scuola, allenamento e studio in cui sono fiera di quello che ho dato, stanca morta, ma orgogliosa di me. Quando ho iniziato a stare meno bene del solito, ero consapevole che ci fosse qualcosa che non andava, ma cercavo di andare avanti dicendomi:“Fa niente!Tanto ce la faccio a fare tutto, sempre e comunque!”.
  • 11. Ad Atletica ho avuto più difficoltà: cercavo di non far notare agli altri la mia stanchezza, mi fermavo solo per poco tempo cercando di recuperare il fiato, ma quando ripartivo, mi sentivo più debole di prima. Ed ora essere rinchiusa in un ospedale 24 ore su 24 obbligata a stare ferma, a non organizzare le mie giornate, a non fare in sostanza nulla, mi irrita e anche tanto! Penso si sia capito che sono complicata, che ho un intero mondo interiore da scoprire e questo mi rende unica e una continua sorpresa, persino per le persone che pensano di conoscermi bene. Sembro “tosta”, forte ,terribilmente razionale, ma in fondo poche persone conoscono la sensibilità che si nasconde dietro a tutte le cose che faccio, che dico e vivo. Posso dire con certezza che nessuno mi conosce bene: tanti pensano di conoscermi, ma io sono consapevole che mi conosco più di tutti, anche se non del tutto. Credo che negli anni una persona cresca e non solo di altezza! Si impara a conoscersi meglio, a correggere i propri difetti, a migliorarsi. Potrei andare avanti per ore a spiegare perché sono unica e perfetta nella mia imperfezione, ma non vorrei svelare troppo di me: sono un mistero per voi e ancora per me! Infine, vi scrivo in poche parole il mio motto che mi aiuta ad andare avanti: “Mi piace vivere, non sopravvivere!” Codou, 17 anni
  • 12. Ciao a tutti! Sono Elisa e ho 6 anni. Oggi insieme alla maestra dell’ospedale abbiamo letto la storia dei tre giorni della merla e abbiamo fatto anche un lavoretto. Vi piace il mio clown? Evviva il Carnevale!
  • 13. Ciao a tutti, mi chiamo Enrico e ho 5 anni. Sono in ospedale da una settimana e finalmente oggi torno a casa! Sono felicissimo! In questi giorni con la maestra della scuola in ospedale ho fatto tanti lavoretti: il pagliaccio è quello che mi è piaciuto di più. Enrico, 5 anni.
  • 14. Ciao a tutti, sono Tommaso e ho 6 anni. Sono in ospedale da una settimana perché ho la polmonite. In questi giorni sono andato a scuola in ospedale, dove ho fatto i compiti e tanti altri lavori con la maestra Miriam. Mi sono divertito tanto a colorare gli ovetti pasquali da attaccare sui vetri delle finestre per decorare l’aula. Oggi la maestra ci ha letto la storia di Pinocchio: io la conoscevo già, ma l’ho ascoltata con piacere. Questo è il mio Pinocchio.
  • 15. Ciao! Sono Gabriele e ho 6 anni. Da ieri sera sono in ospedale perché avevo la febbre alta. Questa mattina sono nella scuola in ospedale: ho composto il puzzle dei Pokémon, ho letto la storia di “Pimpa e la talpa Camilla” e ho fatto il disegno della scena che mi è piaciuta di più. GABRIELE, 6 anni
  • 16. Bella ragazzi! Io sono Cesare e ho 12 anni. Da due giorni sono ricoverato nel reparto di Pediatria dell’Ospedale di Alzano Lombardo. Qui mi trovo molto bene, voi vi chiederete il perché, qui ho conosciuto tanti nuovi amici: Aleandro, un bambino di cinque anni, Giulia e Mohamed, di 17 anni e Gloria di 15 anni. Sono tutti molto simpatici e divertenti, sto molto bene in loro compagnia. Ho scoperto anche che in questo ospedale c’è una scuola, ma non è una scuola come tutte le altre: oltre a studiare e a fare i compiti, si può giocare, disegnare, fare cartelloni, ricerche, scrivere col computer un testo per il giornalino. In questi giorni con i miei compagni di scuola stiamo lavorando in serenità e allegria. Non vi ho ancora parlato delle infermiere che si prendono cura di noi: sono quasi tutte molto simpatiche. Anche il cibo è buono. Questa è stata la mia prima volta in questo ospedale. Cesare, 12 anni
  • 17. Ciao, mi chiamo Gloria e ho 15 anni. Abito a Nembro con mia mamma, le mie due sorelle e il mio fratellino. Vorrei parlarvi di me e del mio FUTURO. Con il passare del tempo ho scoperto di essere portata ad aiutare le persone che sono in difficoltà: infatti, dopo le scuole medie ho deciso di iscrivermi all’Istituto “Mamoli” con indirizzo socio-sanitario. Mi sono innamorata subito di questa scuola perché rispecchia molto la prospettiva che volevo, gli studi che faccio sono molti interessanti ed è molto bello aiutare le persone che si sentono a disagio e cercare di farle sentire meglio senza aver paura di esprimere le loro sensazioni . Mi piacerebbe molto fare la psicologa: vorrei che la gente, quando parla con me dei suoi problemi, sia a proprio agio e non si senta giudicato. Ultimamente sto aiutando una ragazzina con dei disturbi psico-fisici: osservandola mi sono accorta che ha molte capacità, nonostante abbia difficoltà a fare alcune cose, non si arrende finché non ottiene quello che vuole. Questo suo comportamento mi ha stupito: ci sono molte persone che se non riescono a fare determinate cose si abbattono subito e rinunciano anche a provare di farle. Questa ragazza mi ha insegnato una cosa molto importante: mai arrendersi alle proprie difficoltà, ma cercare sempre di superarle o migliorarle. Spero di realizzare il mio sogno. Gloria, 15 anni
  • 18. Albert Einstein nacque il 14 Marzo del 1879 a Ulm in Germania da genitori ebrei non praticanti. Un anno dopo la famiglia si trasferì a Monaco di Baviera, dove suo padre aprì una piccola officina elettrotecnica. Qui Einstein frequentò una scuola elementare cattolica e cominciò a studiare matematica insieme a Max Talmud, un amico di famiglia che gli procurò testi scientifici come gli “Elementi” di Euclide e anche filosofici come “La Critica della ragion pura” di Kant. La madre lo avviò allo studio del violino. All'età di dieci anni iniziò a frequentare il “Luitpold Gymnasium”, ma si rivelò ben presto insofferente al rigido ambiente scolastico, seppur riportando comunque buoni voti in matematica e in latino. Nel 1894 la famiglia si trasferì in Italia vicino a Milano. Albert rimase solo a Monaco per terminare l'anno scolastico al ginnasio. Quando raggiunse la famiglia, il padre lo spinse ad iscriversi all’ Istituto Federale di Tecnologia, noto come Politecnico di Zurigo. Non riuscì però a superare l’esame d’ammissione per insufficienza nelle materie letterarie perciò, esortato dal direttore del Politecnico che rimase impressionato dalle brillanti capacità dimostrate nelle materie scientifiche, proseguì gli studi superiori, conseguendo il diploma nel 1896 ad Aarau. Nello stesso anno ritentò l'esame di ammissione al Politecnico, superandolo. Nel corso dei suoi studi a Zurigo decise di dedicarsi alla fisica piuttosto che alla matematica. Albert Einstein si laureò nel 1900. Dopo aver preso la cittadinanza svizzera fu assunto all'Ufficio Brevetti di Berna; continuò a dedicare gran parte del suo tempo allo studio della fisica. Nel 1905 pubblicò tre studi teorici. Il primo e più importante studio contiene la prima esposizione completa della teoria della relatività ristretta. Il secondo studio contiene un'ipotesi rivoluzionaria sulla natura della luce.
  • 19. Il terzo e più importante studio è quello dell’"Elettrodinamica dei corpi in movimento" che parla delle modalità dell'interazione fra radiazione e materia. Con "I fondamenti della teoria della Relatività generale" Albert Einstein riuscì a conseguire il premio Nobel per la Fisica nel 1921. Nel 1927 gli fu chiesto di partecipare al congresso internazionale dei fisici, ma dovette rifiutare. Durante la Prima Guerra Mondiale Einstein fu tra i pochi accademici tedeschi a criticare pubblicamente il coinvolgimento della Germania nella guerra. Questa sua posizione lo rese vittima di numerosi attacchi, ma soprattutto venne presa di mira la teoria della relatività. Quando Hitler salì al potere Einstein fu costretto ad emigrare negli Stati Uniti. Dopo essere stato minacciato dal regime nazista, rinunciò alla sua posizione pacifista e nel 1939 scrisse insieme ad altri fisici una lettera al presidente Roosevelt, al quale venne chiesto di realizzare una bomba atomica. Questo fu l’inizio dei piani per la costruzione dell’arma nucleare. Dopo aver concluso i terribili anni di conflitti si impegnò contro la guerra e contro le persecuzioni razziste compilando una dichiarazione pacifista contro le armi nucleari. Il 18 Aprile 1955 Einstein morì negli Stati Uniti a causa di un’aneurisma dell’aorta. Il corpo venne cremato e le ceneri vennero disperse in un luogo segreto, mentre il cervello venne conservato a casa del patologo Thomas Stoltz Harvey per circa 30 anni e più avanti venne sezionato in 240 parti e consegnato ad altri ricercatori. La grandezza di Einstein consiste nell'avere cambiato in maniera radicale le metodologie di interpretazione del mondo della fisica colpendo l'immaginario collettivo in modo affascinante e stupefacente. Il contributo di Einstein al mondo della scienza ha prodotto una rivoluzione che nella storia trova paragone solo in quella prodotta dal lavoro di Isaac Newton. Il successo e la popolarità non si arrestarono nemmeno durante gli ultimi anni di vita, tanto che divennero sinonimo di genio e di grande intelligenza. Sono rimaste celebri molte frasi di Einstein, come ad esempio "Solo due cose sono infinite, l'universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima". Giulia, 17 anni Jessica, 17 anni Desiree, 15 anni
  • 20. Albert Einstein era un grande scienziato Da tutti il più amato. Eh già, era amato da tutta la gente Perché aveva una grande mente! Matematica e Fisica studiava Mentre a Berna lavorava. La sua teoria sulla relatività fu una vera rivoluzione! E il premio Nobel gli fu dato con grande onore. Einstein era contro la guerra, Desiderava la pace su tutta la Terra. Ma in America dovette scappare Se la sua vita voleva salvare! Einstein “grazie” ti diciamo: per capire meglio il nostro mondo le tue scoperte ora noi studiamo. Jacopo, 12 anni
  • 21. CIAO A TUTTI! MI CHIAMO MOHAMED E HO 17 ANNI. DA ALCUNI ANNI GIOCO A TAMBURELLO E MI PIACE MOLTO. È UN GIOCO SIMILE AL TENNIS CON LA DIFFERENZA CHE SI GIOCA IN SQUADRE DI 5 GIOCATORI CON 4 RISERVE, IL CAMPO DA GIOCO È LUNGO 8 m E LARGO 2 cm E AL POSTO DI UNA RACCHETTA SI USA UN TAMBURELLO, LA PALLINA ÈBIANCA E ROSSA, MOLTO DURA. IL GIOCO CONSISTE NEL FARE PUNTO NEL CAMPO AVVERSARIO: LA PRIMA SQUADRA CHE RAGGIUNGE I 13 PUNTI VINCE LA PARTITA. DI SOLITO LE PARTITE DURANO UN MINIMO DI 7 ORE. CI SONO VARIE CLASSI DI GIOCO:  LA SERIE A, DOVE GIOCANO I GIOCATORI PIU ESPERTI;  LA SERIE B;  LA SERIE C;  LA SERIE D, DOVE I RAGAZZI DAI 17 ANNI FINO AI 58 ANNI POSSONO DIVERTIRSI O PUNTARE AL TITOLO DI SERIE D PER PASSARE ALLA SERIE C.  I JUNIORES, PER RAGAZZI DAI 16 AI 19 ANNI;  I GIOVANISSIMI, PER RAGAZZI DAI 10 AI 16 ANNI;  I PULCINI, PER I BAMBINI DAI 4 AGLI 8 ANNI. CI SONO MOLTE REGOLE DA RISPETTARE, MA LE PIÙ IMPORTANTI SONO QUELLA DI NON INVADERE IL CAMPO AVVERSARIO E DI NON FAR RIMBALZARE LA PALLINA PIÙ DI UNA VOLTA CON IL TAMBURELLO, ALTRIMENTI IL PUNTO VIENE ASSEGNATO ALLA SQUADRA AVVERSARIA. QUESTO GIOCO È MOLTO COMPLICATO: CI SONO VOLUTI QUASI 2 MESI PER IMPARARE A GIOCARE BENE. IL GIOCO DEL TAMBURELLO VE LO CONSIGLIO PERCHE’ E UN GIOCO MOLTO DIVERTENTE. MOHAMED, 17ANNI