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ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI NAPOLI
SCUOLA DI DESIGN DELLA COMUNICAZIONE
DIPLOMA ACCADEMICO DI SECONDO LIVELLO
I N G R A P H I C D E S I G N P E R L A
C O M U N I C A Z I O N E P U B B L I C A
A N N O A C C A D E M I C O 2 0 1 6 / 2 0 1 7
E D I T O R I A D E L D E S I G N :
H O W , H O W T O M A K E , W H O , W H Y .
RE LATORE: P r o f . M a s s i m o C o l o m b o
C ANDIDATO: A n g e l a L e t i z i a
EDITORIA DEL DESIGN
H O W , H O W T O M A K E , W H O , W H Y
I N D I C E
8 H O W : C O N C E P T
1 6 H O W T O M A K E :
P A N O R A M I C A
2 2 W H O / W H Y :
L A R S M U L L E R
P U B L I S H E R S ,
L A Z Y D O G P R E S S ,
T A S C H E N
C O N C L U S I O N I
6 7
EDITORIADELDESIGN
8 9
EDITORIADELDESIGN
H O W :
C O N C E P T
Ci illudiamo di non scegliere un libro semplicemente
dalla copertina, o di non amare il profumo di una
carta particolare, di non perderci tra le sensazioni
di sfogliare bellezza, di essere inconsciamente
affascinati dall’ordine, dall’equilibrio, dalla
semplicità di una lettera al posto giusto, dalla
giustezza, dalla misura.
Non può esistere funzione senza forma, sarebbe
difficile captare il contenuto intrinseco di un libro,
se non ci aiutasero il lettering, ora graziato, ora
bastoni, che racconta in anticipo ciò che troverai:
una sorta di promessa che ti si attacca addosso,
che passa dagli occhi e per il cervello, che ti offre il
mood giusto, quello che ti spinge a scegliere.
Entrare in una libreria e sollevare gli occhi per
scorgere l’indirizzo che ti interessa: design.
Distinguere tra migliaia di libri anonimi, scelti per
lo studio e per il contenuto, quelli di design, che
inconfondibili giocano con i formati, indagano
sugli spazi, si soffermano a studiare l’andamento
degli occhi, si preoccupano che l’esperienza
diventi viaggio.
Viaggio che si perde, si interessa dell’impressione
che ha la luce su di una pagina patinata, sull’indice,
che deve colpire, affascinare, che deve invitare a
non chiudere il libro ed a riporlo nuovamente sullo
scaffale, ma a scoprirlo, pagina per pagina con la
curiosità di scorgere tra le righe e fuori, quello che
il designer ha pensato in quel preciso istante.
Comprarlo per dargli una nuova casa e portarlo
tra le mani per continuare a scoprirlo durante il
tragitto, per accompagnare e raccontare storie
che vanno aldilà delle parole; storie visuali che
ispirano, che lasciano spazio all’immaginazione.
Sotto:
Take your pleasure seriously
di Luca Barcellona/
Lazy Dog Press.
10 11
EDITORIADELDESIGN
Editoria del design, in cui l’immagine non è
semplice supporto del testo, ma è un tutt’insieme,
è gerarchia mista che coadiuva l’estro.
Così, possiamo trovare pagine abbellite da testo,
giusto, allineato, orientato e pagine riempite da
sole immagini, piene di colori o in bianco e in nero.
Il libro di design è ordine ed arcobaleno.
Non è semplicemente estro, ma neanche
semplicemente studio: è incontro tra essi, perchè
la pure creatività senza ordine è solo caos, che
raramente si traduce in bellezza.
“Il contenuto determina il contenitore”; così
insegnava massimo Vignelli quando gli si chiedeva
quali fossero i principi della grafica editoriale.
Significa essere sensibili, capire e dare identità alle
parole: nulla di più affascinante.
Serve ordine, serve mettere ogni componente in
un cassetto, cassetto che sul monitor o sul foglio
del progettista si traduce in griglia.
Come afferma Khoi Vinh nel suo libro “Ordering
Disorder: Grid Principles for Web Design”, le griglie
conferiscono ordine, continuità ed armonia alla
presentazione delle informazioni; creano empatia
con il lettore, che finisce con l’innamorarsi di
quell’ordine ed offrono al progettista la regola e le
istruzioni per capovolgerla.
Gioco di contrari, dialettica degli opposti, che
finiscono con l’innamorarsi gli uni degli altri sotto i
nostri occhi, sulla pagina, nel libro.
Motivi, testi, dimensioni, colori, che assumono
significato, che sono, perchè in relazione agli altri,
al tutto.
L’editoria del design finge di perdersi nei particolari,
ma in realtà li sfrutta con abilità.
Gli stessi bianchi, presenti nelle pagine, smettono
di essere semplicemente spazi bianchi, spazi
negativi e diventano aria, orientano e distraggono,
ma in modo intelli gente.
Oltre ai bianchi, anche gli altri colori hanno
dignità ed importanza, evidenziano ed oscurano,
comunicano.
Ogni elemento, seppur diverso, ha la stessa
funzione, lo stesso obbiettivo, lo stesso credo: la
bellezza.
Proprio per questo, diviene fondamentale, ancor
prima di prendere la matita o accendere il computer
avere ben chiari i messaggi, le informazioni e le
sensazioni da comunicare, così da chiedere ad
ogni strumento di esprimersi al massimo.
Sopra:
Grapefruit/
Yoko Hono.
12 13
EDITORIADELDESIGN
È come gettare le fondamenta di una costruzione,
in modo che tutto dopo possa funzionare.
Una casa ben arredata, ma con fondamenta
fallaci, non funzionerebbe, così come un libro
dal contenuto stratosferico presentato in una
mediocre veste grafica.
La griglia ti ricorda “prima il dovere e poi il piacere”.
È il giusto equilibrio che rende un libro, un libro di
design, bello e funzionale.
È esperienza sensoriale ed estetica, riempie gli
occhi ed educa al bello.
L’editoria del design sa bene a chi si rivolge e dove
puntare.
Chi ama le lettere, i colori e ne capisce il linguaggio,
non potrà far altro che apprezzare le storie, che
aldilà della scrittura stessa, raccontano il layout,
la natura della carta scelta, la particolarità o la
semplicità di una copertina.
Rimarrà affascinato dalla rilegatura diversa,
studiata o estremamente semplice, ma sicuramente
non scelta a caso.
Qualsiasi elemento, ha una fondamentale
importanza, perchè può divenire potenzialmente,
qualcosa in grado di arricchire una composizione.
Gli stessi numeri di pagina, se valorizzati si
traducono in pura forma, in modo da arricchire e
colorare l’argomento trattato e gli occhi.
In questo senso, è interessante la scelta di
“DesignSense” che per la brochure stagionale di
“123 Comedy Club”, ha sfruttato i numeri di pagina
ingigantiti e sovrapposti al testo, in modo da
aiutare la navigazione del fruitore.
Ogni numero, ha inoltre un proprio carattere: il
font, infatti, varia a seconda dell’artista presentato
sulla pagina.
Il design, ed in questo caso il libro, si preoccupa di
cio che è e di ciò che si vedrà, è sogno lucido e film
scritto: altro non è se non racconto.
Un racconto visto dagli occhi di chi il mondo lo
osserva nei minimi particolari e riesce a coglierne
negli aspetti più semplici, la straordinarietà.
L’editoria del design è scrivere sulle righe, ma al di
fuori di esse.
E se è vero che la bellezza è negli occhi di chi guarda,
allora il mondo deve essere veramente bello, tanto
da ispirare forme, immagini ed espressioni sempre
nuove ed affascinanti, sulle quali l’editoria del
design apre una finestra ed affacciatasi sorride
soddisfatta.
A destra:
Libro bullonato/
Depero.
Sotto:
LIbro appartenente alla
corrente costruttivista russa/
Rodchenko.
Pagine succesive:
Rivista De Stijl/
Theo Van Doesburg.
16 17
EDITORIADELDESIGN
H O W T O M A K E :
P A N O R A M I C A
Un prodotto editoriale ha neccessariamente
bisogno di un grafico editoriale, una personalità
con specifiche competenze acquisite tramite
studio ed esperienza visiva, competenze di
carattere grafico e tipografico, innato gusto
ed empatia con i contenuti, sensibilità artistica
e fotografica, fondamentale nella scelta delle
immagini che renderanno il prodotto qualcosa di
unico e prezioso.
Il grafico editoriale ed il graphic designer in
generale, è attento ad ogni particolare e studia
approfonditamente tutti gli aspetti, perchè sarà
l’insieme dei particolari a rendere la composizione
qualitativamente valida.
La scela dei font è uno degli aspetti fondamentali
del processo, perchè accompagnerà il lettore per
l’intero libro e determinerà il piacere con il quale
leggerà ogni singola pagina.
È importante distinguere titoli, sottotitoli, citazioni,
didascalie, ed il font, in tutte le sue declinazioni
relative alla propria famiglia di caratteri aiuta
il progettista, diviene malleabile compagno di
scrittura.
Ancor prima di definire il font utilizzato, serve
definire il target, perchè capire a chi bisogna parlare
e comunicare, è sapere come agire e comporre.
Cucire un vestito per permettere a chi vorrà di
poterlo provare e sentirsi a suo agio.
La copertina, il formato della carta, le segnature,
diverranno imbastitura del vestito, o meglio, della
veste grafica, la cui cucitura sarà la rilegatura, che
terrà insieme così le parti, i fogli, gli elementi.
La composizione editoriale non è mera esecuzione,
ma è insieme di qualità ed attitudini, è equilibrio e
sensibilità.
A fianco:
Priere de toucher/
Marcel Duchamp.
18 19
EDITORIADELDESIGN
È lavoro di responsabilità, perchè si fa carico della
consapevolezza di creare un oggetto, che diverrà
parte del mondo e della realtà, compagno di studio
o semplicemente aria per gli occhi.
Oggetto palpabile ed assimilabile, fruibile e
presente.
Non nasce di certo dal nulla, ma attraversa
molteplici processi e mani prima di arrivare a chi
se ne innamorerà.
La prima mano è quella dell’autore, il padre
dell’opera, colui che l’ha pensata, l’agente letterario
le trova invece un posto nel mondo.
Una volta trovato un posto nel mondo, si sa, il libro
sarà sottoposto a giudizi, recensioni, amori ed
antipatie.
Per questo esiste il curatore editoriale, che si
preoccupa e discute sull’aspetto che dovrà avere
il libro, step by step, man mano che il progettista
crea, costruisce e distrugge.
Il correttore di bozze, che con occhio attento
viaggia tra le parole e ne elimina le sbavature.
Il direttore di produzione ne seguirà il processo
produttivo, che include qualità e tempi di
produzione, coadiuvato dalla praticità dei tecnici
che gestiranno l’intero processo produttivo,
occupandosi di materie prime e fornitori.
Uno degli elementi cruciali sarà il tipografo, che
renderà finalmente stampate e veramente concrete
idee ed immagini.
Il libro finalmente finito, verrà affidato al
distributore, al promotore ed al pubblicitario
per essere poi, tra sensazioni di timidezza e
speranza recensito dai critici letterari,
che ne determineranno, seppur non del tutto, la
sconfitta o il successo.
L’ultima parola spetterà sempre e comunque a chi,
quel libro lo amerà, lo odierà e lo osserverà.
A chi, ne odorerà e ne apprezzerà la carta e si
stupirà osservandone la particolarità o la semplicità
di un’impaginazione.
Il lavoro del designer avrà allora veramente
senso, quando riuscirà ad essere notato seppur
apparentemente invisibile, quando sarà insieme
significante e significato, quando la belelzza
impalpabile delle pagine attraverserà gli occhi del
fruitore strappando un sorriso, derivato dal gusto
di vedere qualcosa di bello senza neanche saper
definire il perchè, ma sentendolo.
A destra:
Copertina del libro dedicato
a Shigeru Ban/
Taschen.
21
LA BELLEZZA DI UN
LIBRO DI DESIGN,
GIUSTIFICA PERCHÈ
NEL 2017, ESISTANO
ANCORA E PER
F O R T U N A ,
L I B R I D I C A R T A .
P E R C H È I L
P I A C E R E V I S I V O
È QUALCOSA CHE
C O I N V O L G E O G N I
S E N S O , A N C H E
Q U E L L I N O N
I M M E D I ATA M E N T E
FISICI, QUELLI CHE
PROBABILMENTE NON
P E R C E P I A M O .
22 23
EDITORIADELDESIGN
W H O / W H Y :
L A R S M U L L E R P U B L I S H E R S
Nasce nel 1983 dalla passione per il libro di Lars
Muller.
La casa editriceè nota per la sua cura nelle
pubblicazioni, sull’architettura, il design, l
afotografia, il contemporaneo e la società.
È espressione delle poliedriche passioni di Lars
Muller, sempre attento e curioso esploiratore.
Tutto è incentrato sulla libertà d’ espressione,
senza mai dimenticare però la qualità, che spazia
dalla carta, al layout, al font.
Dall’inizio alla fine, ogni lib ro è teatro ed esperienza,
finalizzato al puro piacere visivo ed intellettuale,
intellettuale, però mai pesante, stemperato
dall’ironia di un colore o di una lettera, massi al
posto giusto.
Si presenta infatti come “scuola del vedere”,
flusso incessante di creatività, di cui ogni designer
ed artista edito è protagonista e si presta con
entusiasmo a fornire la propria personale visione
del mondo.
La Lars Muller Publishers è membro della SWIPS
(Swiss Indipendent Publishers), del MOTOVUM
(Groupo of International Publishers) ed è inoltre
supportata dall’Ufficio Federale della Cultura.
Il fondatore, Lars Muller, per l’appunto, nasce ad
Oslo nel 1955 e studia da Graphic Designer a Zurigo,
lavorando tra Olanda e Svizzera, dove si stabilirà e
fonderà uno studio nel 1982.
Pubblica il suo primo libro nel 1983, ed ha stabilito,
trovato unposto nell mondo dell’editoria, che dopo
34 anni è se3mpre in divenire, per questo sempre
interessante.
Il suo essere Graphic Designer è evidentee si
traduce in scelte audaci, fruibili in ogni soluzione
grafica ed impaginazione, wspecchio delle sue
attitudini e passioni.
A fianco:
Helvetica forever/
Lars Muller Publisher.
24 25
EDITORIADELDESIGN
Molto attento ai giovani designers emergenti, che
invita in modo del tutto informale e rassicurante
ad inviare CV e portfolio online, per offrire stage
formativi ed opportunità lavorative.
Produce libri di carte, dando molto valore al libro
in sè, che per fortuna è sempre oggetto, in grado
di abbellire, che deve necessariamente uscire dallo
schermo del tablet o del laptop per farsi più vicino,
Nonèanacronismo,èvolontàdiconservarequalcosa
e di farlo nel migliore dei modi, con consapevolezza
dell’epoca storica che ci accompagna, tanto da
rimanere sempre e comunque in contatto con
qualsiasi media, in special modo con i giornalisti
ed i critici, fondamentali per interpretare pensieri
ed opinioni.
Libro che, viaggiatore itinerante, si traduce in
evento e dhappening, come l’ultimo, che prende
il nome di #nomadicbookstore, il cui hashtag è
invito alla condicìvisione social.
#Nomadicbookstore è un’iniziativa che vede la
Lars Muller Publishers invadere piazze e luoghi
con stand provvisori, attraverso i quali è possibile
incontrare lib ri, autori e personaggi, fuori dalle
librerie di nicchia o semplice,ente fuori dalle
llibrerie, fuori, semplicemente fuori.
Questa casa editrice è davvero #peoplefriendly,
tantoi da avere additirrura una sezione, la Lars
Muller Favorites, attraverso la quale Lars Muller
condivide le sue ispirazioni, i suoi libri ed i suoi
luoghi preferiti.
tratti, sembra che il libro e la sua diffusione,
diventino pretesto per la ccondivisione, che va
aldilà di una bella pagina o di una bella copertina.
Per non invecchiare, il libro di design, cade
continuamente dallo scaffale verso il mondo.
Lo stesso sito della Lars Muller, è continuamente
in evoluzione e coraggiosamente cambia, a partire
dal font.
Infatti, dopo aver usato per anni e con immenso
amore Helvetica, ha deciso di optare per un nuovo
font rigorosamente bastoni, che si presta benissimo
sia per la stampa, si aper il web: si chiama Neubau,
realizzato con lo studio Neubau Berlin e si ispira a
vari ridisegnidi Helvetica, in modo da adattarsi a
nuove sfide e prove tecnologiche ed analogiche.
Numerosi sono i titoli trattati e le categorie, dalle
specialità e rarità, che propongono pubblicazioni
ricercate, fuori stampa o tirature limitate ai libri
sulla fotografia, nei quali è possibile apprezzare
l’approccio sperimentale, meticoloso e rispettoso
ad ogni immagine, che si fa focus delle pagine, ai
libri ovviamente di design, stampando autorevoli
designer con spunti e riflessioni su argomenti
complessi, nuovi e sperimentali.
La sezione dedicata all’arte cintemporanea,
interessata soprattutto all’interazione tra
diversi media e discipline ed i volumi dedicati
all’architettura, al paesaggio urbano ed all’aspetto
ambientale, trattando planimetrie, immagini e
progettii come cardini dell’impaginazione che,
con creatività acquisiscono forza e dignità sempre
nuove.
La Lars Muller Publishers, non poteva che
avere il nome del suo proprietario, perchè è
realmente specchio della sua persona, del suo
essere incredibilmente graphic designer, tanto
da raccontare: “As a designer, I always have my
eye on the form taken by a book, an its material
presence and i despise well designed book with
weak content”.
Diviene così fondamentale il rapporto tra autore ed
editore , fatto di rispetto reciproco ed entusiasmo
nel dare vita e concretezza ad una nuova idea, ad
una nuova storia, insieme narrativa e visuale, che
può anche piacevolmente confondersi.
La Lars Muller Publishers ha sempre avuto lo scopo
di portare la Svizzera nel mondo ed il mondo nella
Svizzera.
Ne è testimonianza la vicinanza ad artisti nazionali
ed internazionali, architettetti, designer e fotografi,
ne è testimonianza la figura del padre dell’azienda,
curioso e carismatico, conservatore ed inventore
al tempo stesso, innamorato di Helvetica, ma
che lascia spazio al Neubau, che rende ogni
pubblicazione qualcosa di sperimentale, partendo
dal formato, spesso fuori formato, dalle copertine,
dall’accostamento di immagini diverse anche
cromaticamente, dal gusto particoare e minimal,
spezza la monotonia, tra bianchi, virgole e parole.
Controcorrente, anche dal punto di vista del
mercato, non svende mai i libri, ma li pensa come se
fossero persone, tanto che in occasionee del black
friday sul sito compare un’immagine che recita: NO
BLACK FRIDAY AT LARS MULLER POUBLISHERS,
BUT GREAT BOOKS AT FAIR PRICES EVERYDAY!
La Lars Muller Publishers insegna che quando
si decide di stampare un libro, bisogna avere la
capacità di andare aldilà di esso, trasmettendo la
sensazione di qualcosa che abbia un valore reale,
duraturo.
Nelle pagine successive:
100 Years of Swiss Design;
Neubau Forst Catalogue/
Lars Muller Publisher.
27
E S P E R I E N Z A
D E L L I B R O ,
I N T E S O
C O M E
P R E S E N Z A
F I S I C A ,
Q U A L C O S A DI
V E R A M E N T E
S P E C I A L E ,
Q U A L C O S A
D ’ A L T R O .
30 31
EDITORIADELDESIGN
W H O / W H Y :
L A Z Y D O G P R E S S
Comincia dal nome e racconta passione, passione
per qualcosa di antico, che odora d’inchiostro,
esercitazione di ogni tipografo, di ogni designer,
che nel testare un font scrive: “The quick brown
fox jumps over the lazy dog”.
In questo caso, “the lazy dog” non viene soppiantato
dalla “quick brown fox”, ma diviene protagonista,
pigro estimatore di un bel libro, un libro di qualità,
emblema di questa casa editrice indipendente
nata a Milano da un’idea di Massimo Pitis, Riccardo
Bello,Luca Barcellona e Debbie Bibo.
Tutto nasce in seguito ad un’intervista a Luca
Barcellona, noto calligrafo e designer, che alla
domanda posta da un giornalista della rivista
“Codex” in cui gli si chiedeva perchè non avesse
mai pubblicato un libro, risponde:- Perchè non me
l’hanno mai chiesto!
Riccardo Bello, con un passato nella riproduzione
del colore e nella tipografia,percaso legge l’articolo
e decide allora di offrirsi come editore, dando
così vita non solo al libro di Luca Barcellona, ma
manche alla Lazy Dog Press.
Lacasaeditriceguardaalleproduzionianglosassoni,
tedesche e svizzere, tra le quali spicca ovviamente
la Lars Muller Publisher, alla quale la Lazy Dog, si
ispira soprattutto per quanto riguarda la qualità.
I prezzi non sono sicuramente commerciali, ma
giusti, in quanto comecasa editrice indipendente,
i canoni seguiti sono: tirature minime, cura nel
dettaglio ed altissima qualità.
Il fatto che uno dei fondatori si a Luca Barcellona, è
un grandissimo valore aggiunto, lui che ha sempre
amato i libri di calligrafia del ‘900e si ispira ad
artisti come Hermann Zapf.
Il primo libro pubblicato dalla Lazy Dog, ovvero
“Take your pleasure seriously” appunto di
Barcellona, è espressione di queste ispirazioni.
A fianco:
Take your pleasure seriously/
Lazy Dog Press/
Luca Barcellona.
32 33
EDITORIADELDESIGN
Libro che si presenta quasi come una sorta di
manifesto della casa editrice: stampe a pantone,
in quadricromia, carte di diversa grammatura,
prestigioe formato, offrendo al volume, ogni
ovlta unasoluzione dinamica e la particolarità
della copertina, che in questo caso, presenta una
sovraccoperta che con pochi gesti diviene poster.
La tiratura si aggira intorno alle 250 copie, di
cui 50 sono un’edizione limitata, corredate da
un curatissimo cofanetto ed un’opera originale
dell’artista.
Il titolo stesso “Take your pleasure seriously”,
tradisce quello che è lo spirito di chi isi avvicina ad
un bel libro di design, prendere il proprio piacere
seriamente, come se fosse una stanza speciale,
nella quale a tenerti compagnia ci sono carta,
inchiostro, immagini, pagine.
Di nicchia, certo, ma con la speranza, che la
particolarità e la settorializzazione di questo
mercato altro, trovino sempre nuovi occhi attentie
curiosi, nasi che annusano e mani che accarezzino
la carta ed il design come se fosse un’esperienza
nuova, ogbi volta, ogni pagina.
Per questo, anche gli artisti editi sono dotati di
particolari caratteristiche: passione per le arti
visualied il bisogni di una possibilità, in quanto una
delle caratteristiche della Lazy Dog è la volontà
di far conoscere al pubblico giovani emergenti,
senza però precludersi, in futuro, di approcciarsi
ad autori noti.
Nel raccontarsi,la casa editrice dà particolare
valore alla qualità ed all’esperienza che deriva
dall’approcciarsi ad un libro di particolare valore
e nel descrivere la qualità, paragona il prodotto al
sugo per gli spaghetti: se gli ingredientoi principali
non sono selezionati, il sugo sarà mediocre.
Ma, se invece si useranno dolci pomodori maturi
ed olio extra vergine d’oliva, si avrà la possibilità
che il sugo sia delizioso.
È un approccio semplice, che presuppone scelte
ben ponderate ed uno studio accurato, che
richiede magari qualche ora in più al pc, ma che
assicura una gran soddisfazione nello sfogliare poi
il prodotto finito.
Interessantissima è la collaborazione tra la Lazy
Dog e la Cast, acronimo che sta per Cooperativa
Anonima Servizi Tipografici, che per la sua
prima pubblicazione annuale, ha scelto questa
casa editrice, in quanto accomunate dalla stessa
passioneper la tipografia ed il prodotto di qualità.
Così nasce Cast it#1, che promuove la storia e la
cultura del carattere tipografico e l’attività della
fonderia.
Il risultato è un libro curatissimo, più che mai di
carattere, nel quale anche una virgola ha più valore.
Le pagine bianche, sono accompagnate ed
impreziosite dalle lettere e dal testo, che seppur di
font diversi, coesistono armoniosamente sul foglio
bianco.
Un pò composizione tipografica ed un pò poesia.
Tanti piccoli blocchi che si incastrano a perfezione,
rispetto della regola ed antidoto ad essa.
Spesso la soluzione più creativa è anche la più
semplice, come insegna Van der Rohe, “less is
more”.
Così, basta scegliere dei cartoncini di “un certo
spessore” ed ecco che con la giusta rilegatura,
minimal, maveramente gradevole, nasce “Alberi”, di
Franz Kafka, ridisegnatpo da Luca Barcellona, i cui
colori, bianco, nero e cartone sono i protagonisti di
un’opera unica, solo quaranta copie, tutte firmate
e numerate da Barcellona stesso.
Vedere sul retro scritto, ad esempio, 19/40, ad
indicare appunto, che possiedi la diciannovesima
copia, regala la sensazione di aver vinto qualcosa,
di stringere tra le mani un piccolo tesoro tutto da
sfogliare.
È credere che la qualità possa ancora essere una
scelta, che l’impegno possa essere capito, che sia
possibile scegliere, a prescindere dal prezzo di
mercato, una cosa bella.
È il credo della casa editrice, che ama scrivere a
caratteri cubitali, bianco su rosso: IN BOOK WE
TRUST!
In queste pagine:
Lettering by
Luca Barcellona
(particolari).
36 37
EDITORIADELDESIGN
W H O / W H Y :
T A S C H E N
Taschen è un colosso dell’editoria, ha una storia
che l’ha vista evolversi nel corso degli anni, che l’ha
vista fondarsi contempotaneamente su principi
saldi e costanti nel tempo,
Uno di questi è quello di sentirsi orgogliosi del
sacrificio e del tempo impiegati nella realizzazione
di ogni libro per assicurarsi che ognuno rappresenti
fonte di piacere ed apprendimento.
I libri Taschen son o camaleontici, dalle molteplici
variabili, dai molteplici formati, possono
concedersi il lusso di essere seri, trasgressivi,
di spessore, parlano di sesso, design, moda,
religione, culture e tradizioni, storie di uomini e
donne o storie di cose, ciò che rimane costante
è la cura, la premura, la costanza nel perseguire
la qualità, la riconoscibilità di un brand, che non
è semplicemente rappresentato da una scritta che
dice TASCHEN, ma che è identità, è scegliere una
strada e perseguirla.
Chissà se il giovane Benedikt Taschen, che nel
1980, appena diciottenne apriva per la prima volta
una fumetteria a Colonia, avrebbe mai pensato che
Taschen, sarebbe diventata ciò che rappresenta
oggi.
Perchè infin dei conti, Taschen è un sogno, sogno
che parte dalla pubblicazione di un fumetto, Sally
Forth, primo di una lunga serie di pubblicazioni,
frutto dell’intelligenza di chi sceglie di spaziare
da untema all’altro con la curiosità di scoprire, ma
anche di arricchire, sè stesso ed il pubblico.
Arte, Design, Fotografia e Moda, ma
nachemonoigrafie preziose, come quella dedicata
a Zaha Hadid, la cui copertina nera, è una
vera e propria scultura acrilica, le cui fattezze
reinterpretano un credo architettonico, ispoirato
alla sinuosità ed alla flessuosità della natura,
sensuale ed al contempo semplice.
Sotto:
Esther Scroll/
Taschen.
38 39
EDITORIADELDESIGN
Impossibil esimersi dal toccarla, impossibile non
apprezzarne la cura, la scelta stilistica, il gusto.
Alcuni libri danno l’impressione di voler essere
dei veri e propri quadri, elementi d’arredo che fa
piacere mostrare, sai che sono sullo scaffale e ti
tengono compagnia, si traducono inpresenza,
piacere estetico che migliora l’umore, che regala
ispirazione.
Ciò che veramente colpisce è la raffinatezza e la
semplicità dell’impaginato, sempre pertinentre,
sempre di stile, che si aun libro monografico su
Ciccilina, un libro di ricette comuniste osuper
rigoroso sulla Bauhaus.
La vera forza di Taschen sta nella mente aperta,
è come se fosse un amico a cui senti di poter
dire qualsiasi cosa, consapevole che lui saprà poi
interpretare.
Ogni minimo particolare è attentamente studiato
e spiegato con cura al cliente, tanto che il sito è
arricchito da una sezione “GLOSSARY”, in cui
viene data una definizione ad ogni componente
di un libro Taschen, a partire dal formato, diviso
in: SUMO (il nome ne tradisce la stazza), che
misura 50x70cm, BABY SUMO di 47x50cm, XXL,
simpaticamente denominati cugini dei sumo e gli
XL.
Quasi commovente è l’inserto dedicato alla cura
e alla conservazionedei volumi, il cui inizio è un
appello: “Please treatyour book kindly”!
Un appello di chi crea qualcosa che ama e, quasi
come un figlio, una piccola creatura, lo affida al
mondo, sperando che qualcuno lo apprezzi, lo
capisca.
A Taschen, piace stare in equilibrio su quel filo
invisibile, a cavallo tra chic e kitsch, tra design
fuzionale e bellezza insensata, gli piace una fetta
di mondo ed anche l’altra.
È un ibrido e si diverte ad esserlo.
È storia editoriale ed evoluzione del pensiero,
riflette lucidamente il mondo ed i suoi abitanti,
le cui passioni e stramberie fanno sorridere e
sorprendere.
A destra:
Christo-Wrapped book/
Taschen 2017.
Nelle pagine seguenti:
SUMO edition/
David Hockney e
copertina del libro
dedicato ad Ai Wewey
(particolare).
40 41
EDITORIADELDESIGN
SONO SICURISSIMO CHE PUOI FARE UN
O T T I M O L A V O R O F I N A L E .
Un giorno di qualche anno fa, un signore mi disse: -Lei
non capisce niente di Graphic Design, come pretende
di fare questo mestiere?
Quel giorno, non capì le sue parole ed ho passato gran
parte del mio percorso accademico a pensare che gli
avrei fatto cambiare idea prima o poi, ma purtroppo,
per cause di forza maggiore non ci sono riuscita e non
ci riuscirò mai.
Ho capito però, che quel giorno aveva proprio ragione,
perchè quella ragazzina diciannovenne non sapeva
proprio niente del Graphic Design.
L’ho capito in questi due anni, quando ho compreso
quanto fosse importante anche il più piccolo
particolare, quanto anche solo allineare un box di
testo ad un’immagine possa cambiare l’aspetto di una
pagina.
Quello del graphic designer è un lavoro che richiede
velocità, perennemente inseguiti dalla deadline, ma
anche pazienza, che prima non possedevo per niente
e che adesso ho imparato.
Ho capito anche che non sono solo l’ispirazione e l’idea
a distinguerti, ma anche il rigore, lo studio, l’ordine.
Ringrazio allora quel signore, che quel giorno mi ha
fatto uscire dall’Accademia a pezzi e con un muso
lunghissimo, perchè senza saperlo e sicuramente
senza neanche volerlo, mi è spesso tornato in mente
e mi è servito da sprono ad imparare il più possibile.
Ringrazio la mia famiglia, soprattutto la mia mamma
che è veramente Wonder Woman (oltre a vincere il
compasso d’oro, vorrei tanto diventare come lei), Amy
che mi ha ascoltata e sostenuta, la mia migliore amica
e sorella di una vita Lidia, che c’è stata quando più ne
avevo bisogno (la cosa più bella è che ci sarà sempre),
ringrazio Alessandro che da quando mi ha abbracciata
ha rimesso tutto a posto e che riesce con un sorriso a
spegnere tutto il resto, è un regalo speciale e ringrazio
Dio per avermelo fatto.
Spesso stare al mondo è difficile, ma ci sono cose,
persone e passioni, che rendono tutto ciò meraviglioso.
Oltre a ricordarmi di digitare sempre Ctrl+S, voglio
sempre e dico sempre ricordare di essere riconoscente.
C O N C L U S I O N I
Editoria del design
Editoria del design

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Editoria del design

  • 1. ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI NAPOLI SCUOLA DI DESIGN DELLA COMUNICAZIONE DIPLOMA ACCADEMICO DI SECONDO LIVELLO I N G R A P H I C D E S I G N P E R L A C O M U N I C A Z I O N E P U B B L I C A A N N O A C C A D E M I C O 2 0 1 6 / 2 0 1 7 E D I T O R I A D E L D E S I G N : H O W , H O W T O M A K E , W H O , W H Y . RE LATORE: P r o f . M a s s i m o C o l o m b o C ANDIDATO: A n g e l a L e t i z i a
  • 2. EDITORIA DEL DESIGN H O W , H O W T O M A K E , W H O , W H Y
  • 3. I N D I C E 8 H O W : C O N C E P T 1 6 H O W T O M A K E : P A N O R A M I C A 2 2 W H O / W H Y : L A R S M U L L E R P U B L I S H E R S , L A Z Y D O G P R E S S , T A S C H E N C O N C L U S I O N I
  • 5. 8 9 EDITORIADELDESIGN H O W : C O N C E P T Ci illudiamo di non scegliere un libro semplicemente dalla copertina, o di non amare il profumo di una carta particolare, di non perderci tra le sensazioni di sfogliare bellezza, di essere inconsciamente affascinati dall’ordine, dall’equilibrio, dalla semplicità di una lettera al posto giusto, dalla giustezza, dalla misura. Non può esistere funzione senza forma, sarebbe difficile captare il contenuto intrinseco di un libro, se non ci aiutasero il lettering, ora graziato, ora bastoni, che racconta in anticipo ciò che troverai: una sorta di promessa che ti si attacca addosso, che passa dagli occhi e per il cervello, che ti offre il mood giusto, quello che ti spinge a scegliere. Entrare in una libreria e sollevare gli occhi per scorgere l’indirizzo che ti interessa: design. Distinguere tra migliaia di libri anonimi, scelti per lo studio e per il contenuto, quelli di design, che inconfondibili giocano con i formati, indagano sugli spazi, si soffermano a studiare l’andamento degli occhi, si preoccupano che l’esperienza diventi viaggio. Viaggio che si perde, si interessa dell’impressione che ha la luce su di una pagina patinata, sull’indice, che deve colpire, affascinare, che deve invitare a non chiudere il libro ed a riporlo nuovamente sullo scaffale, ma a scoprirlo, pagina per pagina con la curiosità di scorgere tra le righe e fuori, quello che il designer ha pensato in quel preciso istante. Comprarlo per dargli una nuova casa e portarlo tra le mani per continuare a scoprirlo durante il tragitto, per accompagnare e raccontare storie che vanno aldilà delle parole; storie visuali che ispirano, che lasciano spazio all’immaginazione. Sotto: Take your pleasure seriously di Luca Barcellona/ Lazy Dog Press.
  • 6. 10 11 EDITORIADELDESIGN Editoria del design, in cui l’immagine non è semplice supporto del testo, ma è un tutt’insieme, è gerarchia mista che coadiuva l’estro. Così, possiamo trovare pagine abbellite da testo, giusto, allineato, orientato e pagine riempite da sole immagini, piene di colori o in bianco e in nero. Il libro di design è ordine ed arcobaleno. Non è semplicemente estro, ma neanche semplicemente studio: è incontro tra essi, perchè la pure creatività senza ordine è solo caos, che raramente si traduce in bellezza. “Il contenuto determina il contenitore”; così insegnava massimo Vignelli quando gli si chiedeva quali fossero i principi della grafica editoriale. Significa essere sensibili, capire e dare identità alle parole: nulla di più affascinante. Serve ordine, serve mettere ogni componente in un cassetto, cassetto che sul monitor o sul foglio del progettista si traduce in griglia. Come afferma Khoi Vinh nel suo libro “Ordering Disorder: Grid Principles for Web Design”, le griglie conferiscono ordine, continuità ed armonia alla presentazione delle informazioni; creano empatia con il lettore, che finisce con l’innamorarsi di quell’ordine ed offrono al progettista la regola e le istruzioni per capovolgerla. Gioco di contrari, dialettica degli opposti, che finiscono con l’innamorarsi gli uni degli altri sotto i nostri occhi, sulla pagina, nel libro. Motivi, testi, dimensioni, colori, che assumono significato, che sono, perchè in relazione agli altri, al tutto. L’editoria del design finge di perdersi nei particolari, ma in realtà li sfrutta con abilità. Gli stessi bianchi, presenti nelle pagine, smettono di essere semplicemente spazi bianchi, spazi negativi e diventano aria, orientano e distraggono, ma in modo intelli gente. Oltre ai bianchi, anche gli altri colori hanno dignità ed importanza, evidenziano ed oscurano, comunicano. Ogni elemento, seppur diverso, ha la stessa funzione, lo stesso obbiettivo, lo stesso credo: la bellezza. Proprio per questo, diviene fondamentale, ancor prima di prendere la matita o accendere il computer avere ben chiari i messaggi, le informazioni e le sensazioni da comunicare, così da chiedere ad ogni strumento di esprimersi al massimo. Sopra: Grapefruit/ Yoko Hono.
  • 7. 12 13 EDITORIADELDESIGN È come gettare le fondamenta di una costruzione, in modo che tutto dopo possa funzionare. Una casa ben arredata, ma con fondamenta fallaci, non funzionerebbe, così come un libro dal contenuto stratosferico presentato in una mediocre veste grafica. La griglia ti ricorda “prima il dovere e poi il piacere”. È il giusto equilibrio che rende un libro, un libro di design, bello e funzionale. È esperienza sensoriale ed estetica, riempie gli occhi ed educa al bello. L’editoria del design sa bene a chi si rivolge e dove puntare. Chi ama le lettere, i colori e ne capisce il linguaggio, non potrà far altro che apprezzare le storie, che aldilà della scrittura stessa, raccontano il layout, la natura della carta scelta, la particolarità o la semplicità di una copertina. Rimarrà affascinato dalla rilegatura diversa, studiata o estremamente semplice, ma sicuramente non scelta a caso. Qualsiasi elemento, ha una fondamentale importanza, perchè può divenire potenzialmente, qualcosa in grado di arricchire una composizione. Gli stessi numeri di pagina, se valorizzati si traducono in pura forma, in modo da arricchire e colorare l’argomento trattato e gli occhi. In questo senso, è interessante la scelta di “DesignSense” che per la brochure stagionale di “123 Comedy Club”, ha sfruttato i numeri di pagina ingigantiti e sovrapposti al testo, in modo da aiutare la navigazione del fruitore. Ogni numero, ha inoltre un proprio carattere: il font, infatti, varia a seconda dell’artista presentato sulla pagina. Il design, ed in questo caso il libro, si preoccupa di cio che è e di ciò che si vedrà, è sogno lucido e film scritto: altro non è se non racconto. Un racconto visto dagli occhi di chi il mondo lo osserva nei minimi particolari e riesce a coglierne negli aspetti più semplici, la straordinarietà. L’editoria del design è scrivere sulle righe, ma al di fuori di esse. E se è vero che la bellezza è negli occhi di chi guarda, allora il mondo deve essere veramente bello, tanto da ispirare forme, immagini ed espressioni sempre nuove ed affascinanti, sulle quali l’editoria del design apre una finestra ed affacciatasi sorride soddisfatta. A destra: Libro bullonato/ Depero. Sotto: LIbro appartenente alla corrente costruttivista russa/ Rodchenko. Pagine succesive: Rivista De Stijl/ Theo Van Doesburg.
  • 8.
  • 9. 16 17 EDITORIADELDESIGN H O W T O M A K E : P A N O R A M I C A Un prodotto editoriale ha neccessariamente bisogno di un grafico editoriale, una personalità con specifiche competenze acquisite tramite studio ed esperienza visiva, competenze di carattere grafico e tipografico, innato gusto ed empatia con i contenuti, sensibilità artistica e fotografica, fondamentale nella scelta delle immagini che renderanno il prodotto qualcosa di unico e prezioso. Il grafico editoriale ed il graphic designer in generale, è attento ad ogni particolare e studia approfonditamente tutti gli aspetti, perchè sarà l’insieme dei particolari a rendere la composizione qualitativamente valida. La scela dei font è uno degli aspetti fondamentali del processo, perchè accompagnerà il lettore per l’intero libro e determinerà il piacere con il quale leggerà ogni singola pagina. È importante distinguere titoli, sottotitoli, citazioni, didascalie, ed il font, in tutte le sue declinazioni relative alla propria famiglia di caratteri aiuta il progettista, diviene malleabile compagno di scrittura. Ancor prima di definire il font utilizzato, serve definire il target, perchè capire a chi bisogna parlare e comunicare, è sapere come agire e comporre. Cucire un vestito per permettere a chi vorrà di poterlo provare e sentirsi a suo agio. La copertina, il formato della carta, le segnature, diverranno imbastitura del vestito, o meglio, della veste grafica, la cui cucitura sarà la rilegatura, che terrà insieme così le parti, i fogli, gli elementi. La composizione editoriale non è mera esecuzione, ma è insieme di qualità ed attitudini, è equilibrio e sensibilità. A fianco: Priere de toucher/ Marcel Duchamp.
  • 10. 18 19 EDITORIADELDESIGN È lavoro di responsabilità, perchè si fa carico della consapevolezza di creare un oggetto, che diverrà parte del mondo e della realtà, compagno di studio o semplicemente aria per gli occhi. Oggetto palpabile ed assimilabile, fruibile e presente. Non nasce di certo dal nulla, ma attraversa molteplici processi e mani prima di arrivare a chi se ne innamorerà. La prima mano è quella dell’autore, il padre dell’opera, colui che l’ha pensata, l’agente letterario le trova invece un posto nel mondo. Una volta trovato un posto nel mondo, si sa, il libro sarà sottoposto a giudizi, recensioni, amori ed antipatie. Per questo esiste il curatore editoriale, che si preoccupa e discute sull’aspetto che dovrà avere il libro, step by step, man mano che il progettista crea, costruisce e distrugge. Il correttore di bozze, che con occhio attento viaggia tra le parole e ne elimina le sbavature. Il direttore di produzione ne seguirà il processo produttivo, che include qualità e tempi di produzione, coadiuvato dalla praticità dei tecnici che gestiranno l’intero processo produttivo, occupandosi di materie prime e fornitori. Uno degli elementi cruciali sarà il tipografo, che renderà finalmente stampate e veramente concrete idee ed immagini. Il libro finalmente finito, verrà affidato al distributore, al promotore ed al pubblicitario per essere poi, tra sensazioni di timidezza e speranza recensito dai critici letterari, che ne determineranno, seppur non del tutto, la sconfitta o il successo. L’ultima parola spetterà sempre e comunque a chi, quel libro lo amerà, lo odierà e lo osserverà. A chi, ne odorerà e ne apprezzerà la carta e si stupirà osservandone la particolarità o la semplicità di un’impaginazione. Il lavoro del designer avrà allora veramente senso, quando riuscirà ad essere notato seppur apparentemente invisibile, quando sarà insieme significante e significato, quando la belelzza impalpabile delle pagine attraverserà gli occhi del fruitore strappando un sorriso, derivato dal gusto di vedere qualcosa di bello senza neanche saper definire il perchè, ma sentendolo. A destra: Copertina del libro dedicato a Shigeru Ban/ Taschen.
  • 11. 21 LA BELLEZZA DI UN LIBRO DI DESIGN, GIUSTIFICA PERCHÈ NEL 2017, ESISTANO ANCORA E PER F O R T U N A , L I B R I D I C A R T A . P E R C H È I L P I A C E R E V I S I V O È QUALCOSA CHE C O I N V O L G E O G N I S E N S O , A N C H E Q U E L L I N O N I M M E D I ATA M E N T E FISICI, QUELLI CHE PROBABILMENTE NON P E R C E P I A M O .
  • 12. 22 23 EDITORIADELDESIGN W H O / W H Y : L A R S M U L L E R P U B L I S H E R S Nasce nel 1983 dalla passione per il libro di Lars Muller. La casa editriceè nota per la sua cura nelle pubblicazioni, sull’architettura, il design, l afotografia, il contemporaneo e la società. È espressione delle poliedriche passioni di Lars Muller, sempre attento e curioso esploiratore. Tutto è incentrato sulla libertà d’ espressione, senza mai dimenticare però la qualità, che spazia dalla carta, al layout, al font. Dall’inizio alla fine, ogni lib ro è teatro ed esperienza, finalizzato al puro piacere visivo ed intellettuale, intellettuale, però mai pesante, stemperato dall’ironia di un colore o di una lettera, massi al posto giusto. Si presenta infatti come “scuola del vedere”, flusso incessante di creatività, di cui ogni designer ed artista edito è protagonista e si presta con entusiasmo a fornire la propria personale visione del mondo. La Lars Muller Publishers è membro della SWIPS (Swiss Indipendent Publishers), del MOTOVUM (Groupo of International Publishers) ed è inoltre supportata dall’Ufficio Federale della Cultura. Il fondatore, Lars Muller, per l’appunto, nasce ad Oslo nel 1955 e studia da Graphic Designer a Zurigo, lavorando tra Olanda e Svizzera, dove si stabilirà e fonderà uno studio nel 1982. Pubblica il suo primo libro nel 1983, ed ha stabilito, trovato unposto nell mondo dell’editoria, che dopo 34 anni è se3mpre in divenire, per questo sempre interessante. Il suo essere Graphic Designer è evidentee si traduce in scelte audaci, fruibili in ogni soluzione grafica ed impaginazione, wspecchio delle sue attitudini e passioni. A fianco: Helvetica forever/ Lars Muller Publisher.
  • 13. 24 25 EDITORIADELDESIGN Molto attento ai giovani designers emergenti, che invita in modo del tutto informale e rassicurante ad inviare CV e portfolio online, per offrire stage formativi ed opportunità lavorative. Produce libri di carte, dando molto valore al libro in sè, che per fortuna è sempre oggetto, in grado di abbellire, che deve necessariamente uscire dallo schermo del tablet o del laptop per farsi più vicino, Nonèanacronismo,èvolontàdiconservarequalcosa e di farlo nel migliore dei modi, con consapevolezza dell’epoca storica che ci accompagna, tanto da rimanere sempre e comunque in contatto con qualsiasi media, in special modo con i giornalisti ed i critici, fondamentali per interpretare pensieri ed opinioni. Libro che, viaggiatore itinerante, si traduce in evento e dhappening, come l’ultimo, che prende il nome di #nomadicbookstore, il cui hashtag è invito alla condicìvisione social. #Nomadicbookstore è un’iniziativa che vede la Lars Muller Publishers invadere piazze e luoghi con stand provvisori, attraverso i quali è possibile incontrare lib ri, autori e personaggi, fuori dalle librerie di nicchia o semplice,ente fuori dalle llibrerie, fuori, semplicemente fuori. Questa casa editrice è davvero #peoplefriendly, tantoi da avere additirrura una sezione, la Lars Muller Favorites, attraverso la quale Lars Muller condivide le sue ispirazioni, i suoi libri ed i suoi luoghi preferiti. tratti, sembra che il libro e la sua diffusione, diventino pretesto per la ccondivisione, che va aldilà di una bella pagina o di una bella copertina. Per non invecchiare, il libro di design, cade continuamente dallo scaffale verso il mondo. Lo stesso sito della Lars Muller, è continuamente in evoluzione e coraggiosamente cambia, a partire dal font. Infatti, dopo aver usato per anni e con immenso amore Helvetica, ha deciso di optare per un nuovo font rigorosamente bastoni, che si presta benissimo sia per la stampa, si aper il web: si chiama Neubau, realizzato con lo studio Neubau Berlin e si ispira a vari ridisegnidi Helvetica, in modo da adattarsi a nuove sfide e prove tecnologiche ed analogiche. Numerosi sono i titoli trattati e le categorie, dalle specialità e rarità, che propongono pubblicazioni ricercate, fuori stampa o tirature limitate ai libri sulla fotografia, nei quali è possibile apprezzare l’approccio sperimentale, meticoloso e rispettoso ad ogni immagine, che si fa focus delle pagine, ai libri ovviamente di design, stampando autorevoli designer con spunti e riflessioni su argomenti complessi, nuovi e sperimentali. La sezione dedicata all’arte cintemporanea, interessata soprattutto all’interazione tra diversi media e discipline ed i volumi dedicati all’architettura, al paesaggio urbano ed all’aspetto ambientale, trattando planimetrie, immagini e progettii come cardini dell’impaginazione che, con creatività acquisiscono forza e dignità sempre nuove. La Lars Muller Publishers, non poteva che avere il nome del suo proprietario, perchè è realmente specchio della sua persona, del suo essere incredibilmente graphic designer, tanto da raccontare: “As a designer, I always have my eye on the form taken by a book, an its material presence and i despise well designed book with weak content”. Diviene così fondamentale il rapporto tra autore ed editore , fatto di rispetto reciproco ed entusiasmo nel dare vita e concretezza ad una nuova idea, ad una nuova storia, insieme narrativa e visuale, che può anche piacevolmente confondersi. La Lars Muller Publishers ha sempre avuto lo scopo di portare la Svizzera nel mondo ed il mondo nella Svizzera. Ne è testimonianza la vicinanza ad artisti nazionali ed internazionali, architettetti, designer e fotografi, ne è testimonianza la figura del padre dell’azienda, curioso e carismatico, conservatore ed inventore al tempo stesso, innamorato di Helvetica, ma che lascia spazio al Neubau, che rende ogni pubblicazione qualcosa di sperimentale, partendo dal formato, spesso fuori formato, dalle copertine, dall’accostamento di immagini diverse anche cromaticamente, dal gusto particoare e minimal, spezza la monotonia, tra bianchi, virgole e parole. Controcorrente, anche dal punto di vista del mercato, non svende mai i libri, ma li pensa come se fossero persone, tanto che in occasionee del black friday sul sito compare un’immagine che recita: NO BLACK FRIDAY AT LARS MULLER POUBLISHERS, BUT GREAT BOOKS AT FAIR PRICES EVERYDAY! La Lars Muller Publishers insegna che quando si decide di stampare un libro, bisogna avere la capacità di andare aldilà di esso, trasmettendo la sensazione di qualcosa che abbia un valore reale, duraturo. Nelle pagine successive: 100 Years of Swiss Design; Neubau Forst Catalogue/ Lars Muller Publisher.
  • 14. 27 E S P E R I E N Z A D E L L I B R O , I N T E S O C O M E P R E S E N Z A F I S I C A , Q U A L C O S A DI V E R A M E N T E S P E C I A L E , Q U A L C O S A D ’ A L T R O .
  • 15.
  • 16. 30 31 EDITORIADELDESIGN W H O / W H Y : L A Z Y D O G P R E S S Comincia dal nome e racconta passione, passione per qualcosa di antico, che odora d’inchiostro, esercitazione di ogni tipografo, di ogni designer, che nel testare un font scrive: “The quick brown fox jumps over the lazy dog”. In questo caso, “the lazy dog” non viene soppiantato dalla “quick brown fox”, ma diviene protagonista, pigro estimatore di un bel libro, un libro di qualità, emblema di questa casa editrice indipendente nata a Milano da un’idea di Massimo Pitis, Riccardo Bello,Luca Barcellona e Debbie Bibo. Tutto nasce in seguito ad un’intervista a Luca Barcellona, noto calligrafo e designer, che alla domanda posta da un giornalista della rivista “Codex” in cui gli si chiedeva perchè non avesse mai pubblicato un libro, risponde:- Perchè non me l’hanno mai chiesto! Riccardo Bello, con un passato nella riproduzione del colore e nella tipografia,percaso legge l’articolo e decide allora di offrirsi come editore, dando così vita non solo al libro di Luca Barcellona, ma manche alla Lazy Dog Press. Lacasaeditriceguardaalleproduzionianglosassoni, tedesche e svizzere, tra le quali spicca ovviamente la Lars Muller Publisher, alla quale la Lazy Dog, si ispira soprattutto per quanto riguarda la qualità. I prezzi non sono sicuramente commerciali, ma giusti, in quanto comecasa editrice indipendente, i canoni seguiti sono: tirature minime, cura nel dettaglio ed altissima qualità. Il fatto che uno dei fondatori si a Luca Barcellona, è un grandissimo valore aggiunto, lui che ha sempre amato i libri di calligrafia del ‘900e si ispira ad artisti come Hermann Zapf. Il primo libro pubblicato dalla Lazy Dog, ovvero “Take your pleasure seriously” appunto di Barcellona, è espressione di queste ispirazioni. A fianco: Take your pleasure seriously/ Lazy Dog Press/ Luca Barcellona.
  • 17. 32 33 EDITORIADELDESIGN Libro che si presenta quasi come una sorta di manifesto della casa editrice: stampe a pantone, in quadricromia, carte di diversa grammatura, prestigioe formato, offrendo al volume, ogni ovlta unasoluzione dinamica e la particolarità della copertina, che in questo caso, presenta una sovraccoperta che con pochi gesti diviene poster. La tiratura si aggira intorno alle 250 copie, di cui 50 sono un’edizione limitata, corredate da un curatissimo cofanetto ed un’opera originale dell’artista. Il titolo stesso “Take your pleasure seriously”, tradisce quello che è lo spirito di chi isi avvicina ad un bel libro di design, prendere il proprio piacere seriamente, come se fosse una stanza speciale, nella quale a tenerti compagnia ci sono carta, inchiostro, immagini, pagine. Di nicchia, certo, ma con la speranza, che la particolarità e la settorializzazione di questo mercato altro, trovino sempre nuovi occhi attentie curiosi, nasi che annusano e mani che accarezzino la carta ed il design come se fosse un’esperienza nuova, ogbi volta, ogni pagina. Per questo, anche gli artisti editi sono dotati di particolari caratteristiche: passione per le arti visualied il bisogni di una possibilità, in quanto una delle caratteristiche della Lazy Dog è la volontà di far conoscere al pubblico giovani emergenti, senza però precludersi, in futuro, di approcciarsi ad autori noti. Nel raccontarsi,la casa editrice dà particolare valore alla qualità ed all’esperienza che deriva dall’approcciarsi ad un libro di particolare valore e nel descrivere la qualità, paragona il prodotto al sugo per gli spaghetti: se gli ingredientoi principali non sono selezionati, il sugo sarà mediocre. Ma, se invece si useranno dolci pomodori maturi ed olio extra vergine d’oliva, si avrà la possibilità che il sugo sia delizioso. È un approccio semplice, che presuppone scelte ben ponderate ed uno studio accurato, che richiede magari qualche ora in più al pc, ma che assicura una gran soddisfazione nello sfogliare poi il prodotto finito. Interessantissima è la collaborazione tra la Lazy Dog e la Cast, acronimo che sta per Cooperativa Anonima Servizi Tipografici, che per la sua prima pubblicazione annuale, ha scelto questa casa editrice, in quanto accomunate dalla stessa passioneper la tipografia ed il prodotto di qualità. Così nasce Cast it#1, che promuove la storia e la cultura del carattere tipografico e l’attività della fonderia. Il risultato è un libro curatissimo, più che mai di carattere, nel quale anche una virgola ha più valore. Le pagine bianche, sono accompagnate ed impreziosite dalle lettere e dal testo, che seppur di font diversi, coesistono armoniosamente sul foglio bianco. Un pò composizione tipografica ed un pò poesia. Tanti piccoli blocchi che si incastrano a perfezione, rispetto della regola ed antidoto ad essa. Spesso la soluzione più creativa è anche la più semplice, come insegna Van der Rohe, “less is more”. Così, basta scegliere dei cartoncini di “un certo spessore” ed ecco che con la giusta rilegatura, minimal, maveramente gradevole, nasce “Alberi”, di Franz Kafka, ridisegnatpo da Luca Barcellona, i cui colori, bianco, nero e cartone sono i protagonisti di un’opera unica, solo quaranta copie, tutte firmate e numerate da Barcellona stesso. Vedere sul retro scritto, ad esempio, 19/40, ad indicare appunto, che possiedi la diciannovesima copia, regala la sensazione di aver vinto qualcosa, di stringere tra le mani un piccolo tesoro tutto da sfogliare. È credere che la qualità possa ancora essere una scelta, che l’impegno possa essere capito, che sia possibile scegliere, a prescindere dal prezzo di mercato, una cosa bella. È il credo della casa editrice, che ama scrivere a caratteri cubitali, bianco su rosso: IN BOOK WE TRUST! In queste pagine: Lettering by Luca Barcellona (particolari).
  • 18.
  • 19. 36 37 EDITORIADELDESIGN W H O / W H Y : T A S C H E N Taschen è un colosso dell’editoria, ha una storia che l’ha vista evolversi nel corso degli anni, che l’ha vista fondarsi contempotaneamente su principi saldi e costanti nel tempo, Uno di questi è quello di sentirsi orgogliosi del sacrificio e del tempo impiegati nella realizzazione di ogni libro per assicurarsi che ognuno rappresenti fonte di piacere ed apprendimento. I libri Taschen son o camaleontici, dalle molteplici variabili, dai molteplici formati, possono concedersi il lusso di essere seri, trasgressivi, di spessore, parlano di sesso, design, moda, religione, culture e tradizioni, storie di uomini e donne o storie di cose, ciò che rimane costante è la cura, la premura, la costanza nel perseguire la qualità, la riconoscibilità di un brand, che non è semplicemente rappresentato da una scritta che dice TASCHEN, ma che è identità, è scegliere una strada e perseguirla. Chissà se il giovane Benedikt Taschen, che nel 1980, appena diciottenne apriva per la prima volta una fumetteria a Colonia, avrebbe mai pensato che Taschen, sarebbe diventata ciò che rappresenta oggi. Perchè infin dei conti, Taschen è un sogno, sogno che parte dalla pubblicazione di un fumetto, Sally Forth, primo di una lunga serie di pubblicazioni, frutto dell’intelligenza di chi sceglie di spaziare da untema all’altro con la curiosità di scoprire, ma anche di arricchire, sè stesso ed il pubblico. Arte, Design, Fotografia e Moda, ma nachemonoigrafie preziose, come quella dedicata a Zaha Hadid, la cui copertina nera, è una vera e propria scultura acrilica, le cui fattezze reinterpretano un credo architettonico, ispoirato alla sinuosità ed alla flessuosità della natura, sensuale ed al contempo semplice. Sotto: Esther Scroll/ Taschen.
  • 20. 38 39 EDITORIADELDESIGN Impossibil esimersi dal toccarla, impossibile non apprezzarne la cura, la scelta stilistica, il gusto. Alcuni libri danno l’impressione di voler essere dei veri e propri quadri, elementi d’arredo che fa piacere mostrare, sai che sono sullo scaffale e ti tengono compagnia, si traducono inpresenza, piacere estetico che migliora l’umore, che regala ispirazione. Ciò che veramente colpisce è la raffinatezza e la semplicità dell’impaginato, sempre pertinentre, sempre di stile, che si aun libro monografico su Ciccilina, un libro di ricette comuniste osuper rigoroso sulla Bauhaus. La vera forza di Taschen sta nella mente aperta, è come se fosse un amico a cui senti di poter dire qualsiasi cosa, consapevole che lui saprà poi interpretare. Ogni minimo particolare è attentamente studiato e spiegato con cura al cliente, tanto che il sito è arricchito da una sezione “GLOSSARY”, in cui viene data una definizione ad ogni componente di un libro Taschen, a partire dal formato, diviso in: SUMO (il nome ne tradisce la stazza), che misura 50x70cm, BABY SUMO di 47x50cm, XXL, simpaticamente denominati cugini dei sumo e gli XL. Quasi commovente è l’inserto dedicato alla cura e alla conservazionedei volumi, il cui inizio è un appello: “Please treatyour book kindly”! Un appello di chi crea qualcosa che ama e, quasi come un figlio, una piccola creatura, lo affida al mondo, sperando che qualcuno lo apprezzi, lo capisca. A Taschen, piace stare in equilibrio su quel filo invisibile, a cavallo tra chic e kitsch, tra design fuzionale e bellezza insensata, gli piace una fetta di mondo ed anche l’altra. È un ibrido e si diverte ad esserlo. È storia editoriale ed evoluzione del pensiero, riflette lucidamente il mondo ed i suoi abitanti, le cui passioni e stramberie fanno sorridere e sorprendere. A destra: Christo-Wrapped book/ Taschen 2017. Nelle pagine seguenti: SUMO edition/ David Hockney e copertina del libro dedicato ad Ai Wewey (particolare).
  • 22. SONO SICURISSIMO CHE PUOI FARE UN O T T I M O L A V O R O F I N A L E .
  • 23. Un giorno di qualche anno fa, un signore mi disse: -Lei non capisce niente di Graphic Design, come pretende di fare questo mestiere? Quel giorno, non capì le sue parole ed ho passato gran parte del mio percorso accademico a pensare che gli avrei fatto cambiare idea prima o poi, ma purtroppo, per cause di forza maggiore non ci sono riuscita e non ci riuscirò mai. Ho capito però, che quel giorno aveva proprio ragione, perchè quella ragazzina diciannovenne non sapeva proprio niente del Graphic Design. L’ho capito in questi due anni, quando ho compreso quanto fosse importante anche il più piccolo particolare, quanto anche solo allineare un box di testo ad un’immagine possa cambiare l’aspetto di una pagina. Quello del graphic designer è un lavoro che richiede velocità, perennemente inseguiti dalla deadline, ma anche pazienza, che prima non possedevo per niente e che adesso ho imparato. Ho capito anche che non sono solo l’ispirazione e l’idea a distinguerti, ma anche il rigore, lo studio, l’ordine. Ringrazio allora quel signore, che quel giorno mi ha fatto uscire dall’Accademia a pezzi e con un muso lunghissimo, perchè senza saperlo e sicuramente senza neanche volerlo, mi è spesso tornato in mente e mi è servito da sprono ad imparare il più possibile. Ringrazio la mia famiglia, soprattutto la mia mamma che è veramente Wonder Woman (oltre a vincere il compasso d’oro, vorrei tanto diventare come lei), Amy che mi ha ascoltata e sostenuta, la mia migliore amica e sorella di una vita Lidia, che c’è stata quando più ne avevo bisogno (la cosa più bella è che ci sarà sempre), ringrazio Alessandro che da quando mi ha abbracciata ha rimesso tutto a posto e che riesce con un sorriso a spegnere tutto il resto, è un regalo speciale e ringrazio Dio per avermelo fatto. Spesso stare al mondo è difficile, ma ci sono cose, persone e passioni, che rendono tutto ciò meraviglioso. Oltre a ricordarmi di digitare sempre Ctrl+S, voglio sempre e dico sempre ricordare di essere riconoscente. C O N C L U S I O N I