The document discusses the experiences of a teacher named Liana who learned several key lessons from visiting schools in Malaysia. These lessons included that curriculum plans need to support teachers who are continuously learning, co-curricular programs provide real-world learning experiences for students, maintaining curriculum fidelity leads to equal education for all students, global connections between schools can be mutually beneficial, and observing other teachers can be profoundly inspiring. Liana was inspired to take on a new role as co-curricular coordinator at her own school based on what she learned about Malaysian leadership structures.
Il mio contributo nasce dall’osservazione di quanto accade in Italia con metodo scientifico.
Ringrazio Istituto Piepoli-Common Grounds- Iassp per aver messo a disposizione materiale di ricerca utile a tal fine
Dall’ultimo rapporto Svimez il Sud è a rischio desertificazione umana e industriale, dove si continua a emigrare (116mila abitanti nel solo 2013), non fare figli (continuano nel 2013 a esserci più morti che nati), impoverirsi (+40% di famiglie povere nell’ultimo anno) perché manca il lavoro (al Sud perso l’80% dei posti di lavoro nazionali tra il primo trimestre del 2013 e del 2014)
Le 4 emergenze fondamentali su cui intervenire con 4 categorie di azioni concrete e immediatamente cantierabili sono:
1. Un programma di lotta e prevenzione alla povertà nel Mezzogiorno, che tra il 2013 e 2012 nel Mezzogiorno è passata dal 9,8 al 12,6%.
2. Un programma chiaro e periodicamente monitorabile di azioni di contrasto del lavoro nero e lavoro irregolare soprattutto femminile (Lo Svimez ha parlato di segregazione femminile in posti poco qualificati), che nel Mezzogiorno continua a essere altissimo e rende il Sud l’area meno reattiva agli interventi di contrasto dell’irregolarità. La Calabria a tal proposito guida il gruppo delle regioni con i livelli di irregolarità più alti, con una diffusione che ha superato il 27%
3. Investimenti di rigenerazione urbana e housing sociale con strumenti di finanza agevolata per rispondere all’emergenza casa in Italia: dal 2008 al 2012, sono aumentate del 7% le famiglie in stato di “deprivazione materiale severa”, cioè che non riescono, ad esempio, a pagare l’affitto o il mutuo. La quota di famiglie investite da una condizione di disagio abitativo per problemi economici o di sovraffolamento nel 2004 è stata stimata al 15,5% delle famiglie, corrispondenti, in termini assoluti, a 3,3 milioni. Nel mezzogiorno aumenta l’incidenza del disagio.
4. Programmi di informazione, formazione e sensibilizzazione per rispondere all’emergenza violenza, problema ancora più controverso nel Sud dove nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate.
Tiziana Vive.
1 anno fa il femminicidio di Tiziana,
una giovane donna e mamma di 36 anni.
Oggi “Tiziana Vive” è una rete internazionale
che supporta le donne e i bambini per uscire dalla violenza.
Centri antiviolenza e percorsi di uscita dalla violenzaOdgToscana
Slides di Giovanna Zitiello per il corso “Comunicare la violenza di genere. Fonti, linguaggi e dati per un racconto giornalistico corretto” che si è tenuto a Pisa il 24 ottobre 2017, organizzato da Casa della donna e Ordine dei Giornalisti della Toscana
The document discusses the experiences of a teacher named Liana who learned several key lessons from visiting schools in Malaysia. These lessons included that curriculum plans need to support teachers who are continuously learning, co-curricular programs provide real-world learning experiences for students, maintaining curriculum fidelity leads to equal education for all students, global connections between schools can be mutually beneficial, and observing other teachers can be profoundly inspiring. Liana was inspired to take on a new role as co-curricular coordinator at her own school based on what she learned about Malaysian leadership structures.
Il mio contributo nasce dall’osservazione di quanto accade in Italia con metodo scientifico.
Ringrazio Istituto Piepoli-Common Grounds- Iassp per aver messo a disposizione materiale di ricerca utile a tal fine
Dall’ultimo rapporto Svimez il Sud è a rischio desertificazione umana e industriale, dove si continua a emigrare (116mila abitanti nel solo 2013), non fare figli (continuano nel 2013 a esserci più morti che nati), impoverirsi (+40% di famiglie povere nell’ultimo anno) perché manca il lavoro (al Sud perso l’80% dei posti di lavoro nazionali tra il primo trimestre del 2013 e del 2014)
Le 4 emergenze fondamentali su cui intervenire con 4 categorie di azioni concrete e immediatamente cantierabili sono:
1. Un programma di lotta e prevenzione alla povertà nel Mezzogiorno, che tra il 2013 e 2012 nel Mezzogiorno è passata dal 9,8 al 12,6%.
2. Un programma chiaro e periodicamente monitorabile di azioni di contrasto del lavoro nero e lavoro irregolare soprattutto femminile (Lo Svimez ha parlato di segregazione femminile in posti poco qualificati), che nel Mezzogiorno continua a essere altissimo e rende il Sud l’area meno reattiva agli interventi di contrasto dell’irregolarità. La Calabria a tal proposito guida il gruppo delle regioni con i livelli di irregolarità più alti, con una diffusione che ha superato il 27%
3. Investimenti di rigenerazione urbana e housing sociale con strumenti di finanza agevolata per rispondere all’emergenza casa in Italia: dal 2008 al 2012, sono aumentate del 7% le famiglie in stato di “deprivazione materiale severa”, cioè che non riescono, ad esempio, a pagare l’affitto o il mutuo. La quota di famiglie investite da una condizione di disagio abitativo per problemi economici o di sovraffolamento nel 2004 è stata stimata al 15,5% delle famiglie, corrispondenti, in termini assoluti, a 3,3 milioni. Nel mezzogiorno aumenta l’incidenza del disagio.
4. Programmi di informazione, formazione e sensibilizzazione per rispondere all’emergenza violenza, problema ancora più controverso nel Sud dove nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate.
Tiziana Vive.
1 anno fa il femminicidio di Tiziana,
una giovane donna e mamma di 36 anni.
Oggi “Tiziana Vive” è una rete internazionale
che supporta le donne e i bambini per uscire dalla violenza.
Centri antiviolenza e percorsi di uscita dalla violenzaOdgToscana
Slides di Giovanna Zitiello per il corso “Comunicare la violenza di genere. Fonti, linguaggi e dati per un racconto giornalistico corretto” che si è tenuto a Pisa il 24 ottobre 2017, organizzato da Casa della donna e Ordine dei Giornalisti della Toscana
Intervista pubblicata sul numero attualmente in edicola di SCOMPARSI ("intervista del mese") all'avvocato Patrizia Trapella, presidentessa dell'associazione di volontariato Vite Sospese. 24 giugno 2014
This booklet is for people living with HIV and is about stigma and discrimination.
The booklet explains what stigma and discrimination are, makes some suggestions
for how to deal with these problems and gives information about your legal rights.
Throughout the booklet are short quotes from real people living with HIV about
their experiences of stigma and discrimination and the way that they’ve responded.
You may find them useful, but people respond to situations in different ways, so
don’t think that you have to react in the way suggested by these examples.
Some of the quotes were collected from feedback to NAM, others by the People
Living with HIV Stigma Index (www.stigmaindex.org) during their research in the UK.
NAM is grateful to Stigma Index for permission to reproduce these quotes
Il punto di vista di anziani e dei loro nuclei di riferimento: storie quotidiane italiane di vecchiaia fragile. Presentazione di Maria Giulia Marini. Milano 26 ottobre 2012
This document is a press review from 2009 that discusses various news stories from Italian newspapers. It covers topics such as the economy, politics, and culture from the past year. The review provides high-level overviews of major stories in 3 sentences or less to give the reader a concise sense of the most important news from 2009.
Promozione di percorsi di uscita dalla violenza : scambio di buone prassi e l...aoriani
Descrizione del lavoro di rete che effettua un centro contro la violenza alle donne; lo scambio di buone pratiche e le relazioni con i soggetti pubblici e privati è una strategia efficace per il percorso di una donna in uscita dalla violenza
1. (ER) DONNE. LA REGIONE VUOLE CREARE CENTRO PER UOMINI VIOLENTI NEL 2009 SALGONO
RICHIESTE DI AIUTO A CENTRI ANTIVIOLENZA: 2.371
(DIRE) Bologna, 25 nov. - Non solo processi, sanzioni e carcere, la Regione vuole
anche mandare a "scuola" gli uomini che compiono atti di violenza tra le mura
domestiche o sulle donne. Come? E'
ancora in fase di progettazione, ma lo 'strumento' e' un centro sperimentale per
gli uomini violenti nell'intimita', per il quale l'assessorato regionale alle
Politiche sociali ha gia' stanziato circa 55.000 euro e che e' stato presentato
oggi in Regione in una conferenza stampa in occasione della Giornata mondiale
contro la violenza sulle donne. I dati riferiti a quest'anno (da gennaio a ottobre)
dei 10 centri contro la violenza della regione contano gia' 2.371 donne che hanno
chiesto aiuto o consulenze e 110 circa quelle che sono state accolte con
un'ottantina di bambini. Il fenomeno registra comunque una crescita: si tratta del
27% in piu' degli ultimi due anni. Nel 2007 si erano contate 1.858 donne in cerca
di un aiuto, nel 2008 2.057, ma per Antonella Oriani, presidente del Coordinamento
dei Centri antiviolenza (l'unico e il primo in Italia), si tratta di un fenomeno di
emersione e non di aumento.
Del totale delle donne che si sono rivolte ai centri nel 2009, 1.437 sono
italiane e 934 straniere. Ma, anche se le violenze sulle donne immigrate
rappresentano quasi il 50%, per Oriani "non e' nemmeno vero che le violenza ha
connotazione straniera". A livello italiano, l'associazione nazionale 'Dire'
(Donne in rete contro la violenza) nel 2008 ha contato nei suoi
52 centri associati 11.805 richieste, un dato molto alto che porta con se anche un
nuovo allarme, quello della crescita del femminicidio. Contro tutto questo la
Regione ha attivato, oltre la Rete regionale delle Case e dei centri antiviolenza,
corsi di formazione nell'area sanitaria e psicosociale, il monitoraggio
dell'attivita' di accoglienza sui territori ogni cinque anni (con 27.000 euro).
(SEGUE)
(Asa/ Dire)