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                                   incrociati
                             llfilasafaramena Cioron
                                             Emil     scopri untenpoledolcezze
                                                            sd
                             della Francio delle ruote.
                                          e    due      Sopravvissuto
                                                                   al burrone,
                             il corridore
                                        bosco
                                            Pedro Horrillo
                                                         guordoalmondo filosofio.
                                                                       con

                                   i tempi di Coppi e Bartalì, quando i ragazzì
                                   imparavano ad andare in bicicletta facendo
                                   i garzoni di qualche bottegeio, molti ciclisti
                                   erano conosciuti con il nome dei mestiere con
                                   cui avevano guadagnato i primÍ soldi. In Tosca-
                                   na avevano cominciato così "1o scopino" Ezio
                                   Cecchi di Monsummano e "il lattaio" Aldo
  Bini di Montemurlo. Oggi quasi tutti i professionisti sono diplomati; molti
  Iaureati e in gruppo sono soprannominati "l'ingegnere", "ii professore", "il
  dottore". Non si era mai saputo che qualcuno fosse stato etichettato come
  "ii filosofo". Lo si è scoperro al Giro d'Italia del zoo9, quando il corridore
  basco Pedro Horrillo è stato vittima di un pauroso incidente; precipitato per
  ottenta metri giìr in un burrone, ha riportato fratture al torace, alla rotuia
  e al femore sinistro: in totale 35 ossa rotte! Saivo per miracolo. Horrillo ha
  studiato filosofia all'università di San Sebastian; e ora che si è ritirato e fa il
                                                                                                      Pedro Horrillo,
                                                                                                                   corridore
 giornalista, prenderà sicuramente la laurea.                                                         basco,studente filosofia
                                                                                                                     di
 Ma quando la filosofia ha cominciato a pedalare? Si può fissare un anno in cui un filosofo           e,sotto,
                                                                                                             EmilCioran, in
 ha deciso di smettere di andare a piedi come aveveno sempre fatto i seguaci di Socrate, e ha         unacaricaturadell'artista
 inforcato una bici? Difficilmente questo poteva awenire nell'Italia del primo Novecento,             peruvianoWalter Toscano.
 dove Mino Maccari scriveva che lo sport era "funica cosa ì.ntelligente" che potevano fare
 "gf imbecilli". E Benedetto Croce attribuiva allo sport la responsabilità di aver favorito gli
 "studi scientifici e pratici" a scapito di quetli "spécuhtivi e umanistici", che ai suoi occhi
 erano I'espressione piit alta riella cultura. Le cose andavano meglio a Parigi, dove nel 1937
 era arrivato un giovane intellettuale romeno) Emil Cioran il quale aveva deciso di rompere
 con il rito della passeggiatafilosofica e si era messo a girare il mondo su due ruote. È stato lui
 il primo filosofo ciclista della storia. Parigi, Costa Azzurra, Provenz4 poi Spagna e Svizzera:
 anche cento chilometri al giornol Anni dopo avrebbe ricordato con nostalgia quel periodo,
 quando se ne andava "in giro in bicicletta per mesi" e il suo divertimento era fermarsi "nei
cimiteri di campagna", sdraiarsi "fra Ie tombe" e "fumare per ore".
 Da allora, bisogna dirlo subito, sono stati pochi i filosofi che hanno seguito fesempio di
Cioran. Il suo discutibile uso della bici non appare cefto congeniale ai gusti dei ciclisti di
oggi piit portati ad apprezzare una visione salutistica deila vita e ben dispost! semma! a
una stoica esaltazione della fatica. Ma le cose stanno cambiando rapidamente. In parec-
chie università insegnano filosofi che, oltre a coltivare una vera passione per 1edue ruote,
esaltano "la natura filosofica del ciclismo". Alcuni, come Giovanni Gurisatt! professore di
estetica a Padova e autore delllbro Pedalo dunquesonoesaltano la funzione terapeutica del
ciclismo, con il rìsultato che, se a mulinare sui pedali è un filosofo, t'hobby domenicale di
centinaia di migliaia di cicloamatori si trasforma in "arte di esserefelici in sella a una bici".
Devo ammettere che anch io provo le stessesensazioni quando faccio lunghe corse su e giìr
per i pendii del Montalbano, al crocevia tra le province di Prato, Firenze e Pistoia dove è
nato Leonardo da Vinci; mi inerpico per Ia valle del Bisenzio, decido di affrontare i tornanti
dell'Abetone che ne1Giro de1r94o consacrarono I'astro nascente di Fausto coppi, e al mare
af fronto le dure rampe delle Apuane. Sempre con grande beneficio del corpo e della mente,
perche mi segue a ruota Socrate e parliamo insieme di tante cose. Cioran lui, che non è mai
riuscito a smettere con Ìe sigarette, non ce la f4 arranca a distanza e alla fine si stacca!

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  • 1. Destini incrociati llfilasafaramena Cioron Emil scopri untenpoledolcezze sd della Francio delle ruote. e due Sopravvissuto al burrone, il corridore bosco Pedro Horrillo guordoalmondo filosofio. con i tempi di Coppi e Bartalì, quando i ragazzì imparavano ad andare in bicicletta facendo i garzoni di qualche bottegeio, molti ciclisti erano conosciuti con il nome dei mestiere con cui avevano guadagnato i primÍ soldi. In Tosca- na avevano cominciato così "1o scopino" Ezio Cecchi di Monsummano e "il lattaio" Aldo Bini di Montemurlo. Oggi quasi tutti i professionisti sono diplomati; molti Iaureati e in gruppo sono soprannominati "l'ingegnere", "ii professore", "il dottore". Non si era mai saputo che qualcuno fosse stato etichettato come "ii filosofo". Lo si è scoperro al Giro d'Italia del zoo9, quando il corridore basco Pedro Horrillo è stato vittima di un pauroso incidente; precipitato per ottenta metri giìr in un burrone, ha riportato fratture al torace, alla rotuia e al femore sinistro: in totale 35 ossa rotte! Saivo per miracolo. Horrillo ha studiato filosofia all'università di San Sebastian; e ora che si è ritirato e fa il Pedro Horrillo, corridore giornalista, prenderà sicuramente la laurea. basco,studente filosofia di Ma quando la filosofia ha cominciato a pedalare? Si può fissare un anno in cui un filosofo e,sotto, EmilCioran, in ha deciso di smettere di andare a piedi come aveveno sempre fatto i seguaci di Socrate, e ha unacaricaturadell'artista inforcato una bici? Difficilmente questo poteva awenire nell'Italia del primo Novecento, peruvianoWalter Toscano. dove Mino Maccari scriveva che lo sport era "funica cosa ì.ntelligente" che potevano fare "gf imbecilli". E Benedetto Croce attribuiva allo sport la responsabilità di aver favorito gli "studi scientifici e pratici" a scapito di quetli "spécuhtivi e umanistici", che ai suoi occhi erano I'espressione piit alta riella cultura. Le cose andavano meglio a Parigi, dove nel 1937 era arrivato un giovane intellettuale romeno) Emil Cioran il quale aveva deciso di rompere con il rito della passeggiatafilosofica e si era messo a girare il mondo su due ruote. È stato lui il primo filosofo ciclista della storia. Parigi, Costa Azzurra, Provenz4 poi Spagna e Svizzera: anche cento chilometri al giornol Anni dopo avrebbe ricordato con nostalgia quel periodo, quando se ne andava "in giro in bicicletta per mesi" e il suo divertimento era fermarsi "nei cimiteri di campagna", sdraiarsi "fra Ie tombe" e "fumare per ore". Da allora, bisogna dirlo subito, sono stati pochi i filosofi che hanno seguito fesempio di Cioran. Il suo discutibile uso della bici non appare cefto congeniale ai gusti dei ciclisti di oggi piit portati ad apprezzare una visione salutistica deila vita e ben dispost! semma! a una stoica esaltazione della fatica. Ma le cose stanno cambiando rapidamente. In parec- chie università insegnano filosofi che, oltre a coltivare una vera passione per 1edue ruote, esaltano "la natura filosofica del ciclismo". Alcuni, come Giovanni Gurisatt! professore di estetica a Padova e autore delllbro Pedalo dunquesonoesaltano la funzione terapeutica del ciclismo, con il rìsultato che, se a mulinare sui pedali è un filosofo, t'hobby domenicale di centinaia di migliaia di cicloamatori si trasforma in "arte di esserefelici in sella a una bici". Devo ammettere che anch io provo le stessesensazioni quando faccio lunghe corse su e giìr per i pendii del Montalbano, al crocevia tra le province di Prato, Firenze e Pistoia dove è nato Leonardo da Vinci; mi inerpico per Ia valle del Bisenzio, decido di affrontare i tornanti dell'Abetone che ne1Giro de1r94o consacrarono I'astro nascente di Fausto coppi, e al mare af fronto le dure rampe delle Apuane. Sempre con grande beneficio del corpo e della mente, perche mi segue a ruota Socrate e parliamo insieme di tante cose. Cioran lui, che non è mai riuscito a smettere con Ìe sigarette, non ce la f4 arranca a distanza e alla fine si stacca!