Rappers in music videos typically wear extravagant jewelry and designer clothing to flaunt their wealth, in contrast to pop rock artists who dress casually. Location and setting also help identify genres - rap videos commonly feature scenes in houses with girls dancing or rappers in dark clubs drinking alcohol, while pop rock bands typically perform on stages either inside or outside. Choosing accurate locations is important for representing a genre appropriately to audiences familiar with those conventions.
Rappers in music videos typically wear extravagant jewelry and designer clothing to flaunt their wealth, in contrast to pop rock artists who dress casually. Location and setting also help identify genres - rap videos commonly feature scenes in houses with girls dancing or rappers in dark clubs drinking alcohol, while pop rock bands typically perform on stages either inside or outside. Choosing accurate locations is important for representing a genre appropriately to audiences familiar with those conventions.
Anno pastorale 2011-12
Parrocchia Sant' Antonino Martire di Castelbuono (PA)
Parroco Don Mimmo Sideli
Ciclo di conferenze "I mendicanti dell'Assoluto" tenuto da P. Filippo S. Cucinotta, OFM; docente di Teologia orientale della Pontificia Facoltà Teologica "San Giovanni Evangelista" di Palermo
Incontro su Carlo Maria Martini
Il decalogo nella catechesi: perché puntare sui dieci comandamenti?Raffaele Nappi
Qual è il primo comandamento? Quello dell’idolatria! Siamo idolatri perché cerchiamo la vita (quindi divinizziamo) esagerando l’importanza di cose e persone che non ci possono dare quello che chiediamo. Questo è fonte di infelicità per noi e di violenza e incomunicabilità nelle relazioni con gli altri. Per tutti gli altri comandamenti si procede con lo stesso tono: si scavalca l’interpretazione semplificata (pur vera) del comandamento di Dio e ne si annuncia il significato profondo, spesso sorprendente. Il secondo comandamento non è solo la proibizione di bestemmiare, è un invito a invocare il nome di Dio con verità, ad entrare in rapporto totalizzante con Lui. Il terzo comandamento non è solo l’imperativo di andare a messa la domenica, ma l’annuncio che esiste il vero riposo che non dipende dalle circostanze favorevoli ma dall’amare e conoscere la volontà di Dio. Il quarto comandamento non impone di credere che i genitori hanno sempre ragione ma l’annuncio che esiste una Paternità divina che dà senso e dignità ad ogni paternità terrena.
Il quinto comandamento è la descrizione dell’essenza di una nuova vita, descrive quali sono gli atti tipici di questa nuova natura: gli atti dell’amore. Non uccidere quindi non si riferisce solo al togliere la vita fisica ma, secondo l’esegesi di Gesù, a quel santo debito di amore che tutti abbiamo nei confronti di tutti, compresi i nostri nemici. Poi il decalogo insegna come questo amore si concretizza: si tratta di amare con il corpo (sesto comandamento) e di amare con beni (settimo comandamento). L’ottavo comandamento invita, in questa prospettiva, a considerare in modo più completo ed esistenziale il problema della verità: non si tratta solo di dire la verità ma di essere veri, dare testimonianza con tutto ciò che siamo e facciamo a favore della bontà e dell’amore di Dio Padre. Gli ultimi due comandamenti, che a molti sembrano una specie di appendice trascurabile, diventano la chiave di volta di tutto il percorso, unificandosi nel comandamento non desiderare. Esso ci inchioda tutti ad un problema insormontabile: anche qualora riuscissimo a controllare i nostri comportamenti per conformarci alla legge, il nostro cuore smetterebbe di desiderare il male? Ma apre gli ascoltatori all’opera santificatrice dello Spirito, al desiderio nuovo di una vita santa.
Analisi e considerazione sulle differenze dottrinali tra cattolici e protestanti. Dimostrazione che la Chiesa cattolica ha ragione, studi biblici e approfondimenti sulla Parola di Dio.
Anno pastorale 2011-12
Parrocchia Sant' Antonino Martire di Castelbuono (PA)
Parroco Don Mimmo Sideli
Ciclo di conferenze "I mendicanti dell'Assoluto" tenuto da P. Filippo S. Cucinotta, OFM; docente di Teologia orientale della Pontificia Facoltà Teologica "San Giovanni Evangelista" di Palermo
Incontro su Carlo Maria Martini
Il decalogo nella catechesi: perché puntare sui dieci comandamenti?Raffaele Nappi
Qual è il primo comandamento? Quello dell’idolatria! Siamo idolatri perché cerchiamo la vita (quindi divinizziamo) esagerando l’importanza di cose e persone che non ci possono dare quello che chiediamo. Questo è fonte di infelicità per noi e di violenza e incomunicabilità nelle relazioni con gli altri. Per tutti gli altri comandamenti si procede con lo stesso tono: si scavalca l’interpretazione semplificata (pur vera) del comandamento di Dio e ne si annuncia il significato profondo, spesso sorprendente. Il secondo comandamento non è solo la proibizione di bestemmiare, è un invito a invocare il nome di Dio con verità, ad entrare in rapporto totalizzante con Lui. Il terzo comandamento non è solo l’imperativo di andare a messa la domenica, ma l’annuncio che esiste il vero riposo che non dipende dalle circostanze favorevoli ma dall’amare e conoscere la volontà di Dio. Il quarto comandamento non impone di credere che i genitori hanno sempre ragione ma l’annuncio che esiste una Paternità divina che dà senso e dignità ad ogni paternità terrena.
Il quinto comandamento è la descrizione dell’essenza di una nuova vita, descrive quali sono gli atti tipici di questa nuova natura: gli atti dell’amore. Non uccidere quindi non si riferisce solo al togliere la vita fisica ma, secondo l’esegesi di Gesù, a quel santo debito di amore che tutti abbiamo nei confronti di tutti, compresi i nostri nemici. Poi il decalogo insegna come questo amore si concretizza: si tratta di amare con il corpo (sesto comandamento) e di amare con beni (settimo comandamento). L’ottavo comandamento invita, in questa prospettiva, a considerare in modo più completo ed esistenziale il problema della verità: non si tratta solo di dire la verità ma di essere veri, dare testimonianza con tutto ciò che siamo e facciamo a favore della bontà e dell’amore di Dio Padre. Gli ultimi due comandamenti, che a molti sembrano una specie di appendice trascurabile, diventano la chiave di volta di tutto il percorso, unificandosi nel comandamento non desiderare. Esso ci inchioda tutti ad un problema insormontabile: anche qualora riuscissimo a controllare i nostri comportamenti per conformarci alla legge, il nostro cuore smetterebbe di desiderare il male? Ma apre gli ascoltatori all’opera santificatrice dello Spirito, al desiderio nuovo di una vita santa.
Analisi e considerazione sulle differenze dottrinali tra cattolici e protestanti. Dimostrazione che la Chiesa cattolica ha ragione, studi biblici e approfondimenti sulla Parola di Dio.
2. Questo libro intende proporre alcune riflessioni nell'ambito della pastorale ordinaria per offrire ai pastori e agli operatori un orientamento pratico che aiuti ad accompagnare le persone omosessuali con uno sguardo rispettoso e amico. Per molte persone omosessuali, come per ogni credente, l'esperienza di fede costituisce un'occasione non marginale per la realizzazione del proprio progetto di vita. L'adesione al Vangelo di Gesù Cristo e il desiderio di ricercare attraverso i valori fondamentali del Cristianesimo risposte concrete ai dubbi e alle difficoltà incontrate, possono ispirare in molte persone omosessuali un percorso di liberazione, che può avvenire
3. attraverso un accompagnamento sapiente che aiuti la persona omosessuale credente a comprendere meglio se stessa, a cambiare quel che è necessario cambiare per crescere nell'incontro personale ed ecclesiale con il Signore Gesù, lasciando così emergere in sé quelle tensioni profonde e quelle potenzialità della propria interiorità che potranno aiutarla a vivere un'esistenza personale piena di senso e capace di aiuto e collaborazione con gli altri alla luce della misericordia del Padre. Danna Valter, Fede e omosessualità. Assistenza pastorale e accompagnamento spirituale, 80 p., Effatà 2009. € 8,00