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Luce e colore L’ apparato visivo umano  risponde, tra tutte le varie radiazioni elettromagnetiche, solo a quelle di lunghezza d’onda compresa tra  400 e 700 nm  circa. L’occhio umano (medio) non percepisce le radiazioni la cui lunghezza d'onda è inferiore a ca.  380 nm  ( ultravioletto ), né quelle la cui lunghezza d'onda è superiore a ca.  780 nm  ( infrarosso ).  La luce visibile è una miscela di radiazioni monocromatiche di diversa lunghezza d’onda, ma l’occhio non ne distingue individualmente i colori e ne ha  una sensazione complessiva di “bianco”.
Il prisma ottico è capace di separare la luce bianca policromatica nelle sue componenti grazie al  differente indice di rifrazione della sostanza   di cui è costituito il prisma al variare della lunghezza d’onda. Ad ogni lunghezza d’onda corrisponde una determinata sensazione di colore. Un colore dello spettro è dunque in  corrispondenza biunivoca  con una radiazione monocromatica.
La luce la vediamo quindi come  luce bianca , a meno che prima di raggiungere il nostro occhio, interagisca con qualche oggetto. L’oggetto  assorbe   una parte delle singole radiazioni  che compongono la luce. A questo punto la luce  eventualmente modificata dall'oggetto  raggiunge il nostro  occhio  e viene assorbita dalla  retina  dove interagisce con i  fotorecettori  ( coni  e  bastoncelli ). La retina analizza le intensità delle radiazioni componenti e trasforma il segnale luminoso (elettromagnetico) in tre impulsi nervosi (elettrici) che, lungo il nervo ottico, vengono trasmessi al  cervello . In breve:  lo stimolo luminoso è pervenuto agli organi della visione che hanno prodotto una risposta. In sintesi, l'apparato visivo umano misura la luce e trasmette i dati misurati al cervello che li interpreta. Da questa interpretazione ha origine  la percezione del colore . La luce  (eventualmente modificata da un oggetto) dunque  non è colorata  ( e nemmeno gli oggetti sono colorati ), ma è in grado di generare la percezione del colore quando stimola l'occhio e il sistema nervoso.  In natura, senza l'occhio dell'osservatore, non esiste il colore, c'è solo la luce.
Le molecole naturali del colore Carotenoidi Clorofilla Antocianine
La  carota , ad esempio, deve il suo colore arancione al   -carotene , il  primo carotenoide isolato allo stato puro, che ha dato il nome alla grande famiglia dei  carotenoidi .  Carotenoidi La struttura del  β -carotene presenta una catena formata da  una serie di legami doppi alternati : questo è il  cromoforo , cioè la parte della molecola responsabile del  colore C 40 H 56 I-carotenoidi sono costituiti da molecole costituite da  carbonio ,  idrogeno  e talvolta  ossigeno . La loro presenza nei tessuti vegetali è responsabile del colore dei  fiori , della  frutta  e di  alcune radici . Questa sostanza è presente insieme alla clorofilla nelle foglie, da cui è in genere mascherata. In autunno la molecola di clorofilla si decompone, mentre la molecola di carotene più resistente può esibire il suo colore e le foglie appaiono gialle (i colori arancioni e rossi brillanti sono dovuti alle molecole di  antocianine ). E’  solubile nei grassi , ma non nell’acqua e ciò spiega la sua presenza in natura.
Le lunghezze d’onda assorbite dal  β -carotene  sono nella regione  blu  dello spettro del visibile. Di fatto il  β -carotene  non è di colore  blu , ma  arancio , ed il suo colore è dovuto al resto delle lunghezze d’onda della luce visibile, meno quelle del blu (in quanto assorbite dal composto).   PER CUI IL COLORE DELLA LUCE  ASSORBITA  DALLA MOLECOLA NON È IL COLORE CHE VEDIAMO, MA È QUELLO CHE NON VEDIAMO! 430-400 nm   Violetto   Giallo   490-430 nm   Blu   Arancio   560-490 nm   Blu-verde   Rosso   580-560 nm   Giallo   Violetto   620-580 nm   Arancio-rosso   Blu-verde   620-800 nm   Rosso   Verde   Lunghezza d’onda approssimata della luce assorbita   Colore della luce assorbita dalla sostanza   Colore osservato  della sostanza  
Clorofilla Il  VERDE  delle foglie è dovuto alla  CLOROFILLA.  Tale colore si manifesta perché la molecola è in grado di assorbire le radiazioni rosse e quelle blu-violette (complementari rispetto al colore verde). La luce assorbita fornisce poi l’energia per la  FOTOSINTESI. La  clorofilla  a   è il pigmento direttamente interessato alla trasformazione dell'energia luminosa in energia chimica. Molte cellule fotosintetiche contengono anche la  clorofilla  b  (nelle piante e nelle alghe verdi) . La  clorofilla  ha una capacità di assorbimento molto forte e pertanto il suo colore  maschera  altri colori, come quelli dei  carotenoidi  di colore arancione e giallo.
Antocianine
Coloranti vegetali come indicatori acido-base   pigmenti dei fiori Molti fiori contengono pigmenti che appartengono al gruppo di composti delle  antocianine . Questi indicatori naturali si possono estrarre con  alcool  o  acqua  e si presentano di  colore rosso in soluzione fortemente acida ,  violetto in soluzione debolmente acida ,  blu-verde in soluzione debolmente basica  e  giallo in soluzione fortemente basica . La natura ionica delle  antocianine  fa si che l'intensità e la  tonalità del loro colore sia variabile in funzione del pH . Queste variazioni di colore sono da attribuirsi a delle variazioni nella struttura dell'antocianina, conseguenti alle variazioni di pH. In questa esperienza le  antocianine  presenti nei petali di alcuni fiori vengono estratte e utilizzate per stabilire una serie di colori standard che possono poi essere impiegati per valutare approssimativamente il  pH  di alcune sostanze di uso quotidiano. ESPERIMENTI
Procedimento ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],OBIETTIVO DELL’ESPERIMENTO In questa esperienza l’  antocianina  presente nelle foglie del cavolo rosso viene estratta e utilizzata per stabilire una serie di colori standard che possono poi essere impiegati per valutare approssimativamente il  pH  di alcune sostanze di uso quotidiano. 2) Preparazione di soluzioni a diverso pH per la serie di colori standard      Etichettare provette come indicato in tabella     Aggiungere ad ogni provetta 10 mL di una delle soluzioni riportate in tabella     Aggiungere ad ogni provetta 30 gocce della soluzione di indicatore e agitare per miscelare bene     Annotare il colore
Varechina o candeggina 7 Ammoniaca: NH 3 8 Bicarbonato di sodio, preparata sciogliendo 1 g di bicarbonato di sodio in 100 mL di acqua 6 Acqua fisiologica 5 Acqua 4 Acqua filtrata 3 Aceto bianco: soluzione di acido acetico 2 Succo di limone: soluzione di acido ascorbico 1 Soluzione pH Provetta
3) Determinazione approssimativa del pH di alcune sostanze di uso comune      Preparare alcuni campione di diversi materiali; se i campioni sono solidi, scioglierne circa 0,1 g in 10 mL di acqua     Aggiungere in ogni provetta contenente i diversi campioni scelti, 30 mL di indicatore; agitare e confrontare il colore con quello delle soluzioni standard.     Registrare i dati e le osservazioni. Confrontare il colore di ogni soluzione contenente il campione a pH incognito con quello delle soluzioni standard preparate al punto 2 e valutarne l’acidità o la basicità. Confrontare i propri risultati con quelli della classe.

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Colore

  • 1. Luce e colore L’ apparato visivo umano risponde, tra tutte le varie radiazioni elettromagnetiche, solo a quelle di lunghezza d’onda compresa tra 400 e 700 nm circa. L’occhio umano (medio) non percepisce le radiazioni la cui lunghezza d'onda è inferiore a ca. 380 nm ( ultravioletto ), né quelle la cui lunghezza d'onda è superiore a ca. 780 nm ( infrarosso ). La luce visibile è una miscela di radiazioni monocromatiche di diversa lunghezza d’onda, ma l’occhio non ne distingue individualmente i colori e ne ha una sensazione complessiva di “bianco”.
  • 2. Il prisma ottico è capace di separare la luce bianca policromatica nelle sue componenti grazie al differente indice di rifrazione della sostanza di cui è costituito il prisma al variare della lunghezza d’onda. Ad ogni lunghezza d’onda corrisponde una determinata sensazione di colore. Un colore dello spettro è dunque in corrispondenza biunivoca con una radiazione monocromatica.
  • 3. La luce la vediamo quindi come luce bianca , a meno che prima di raggiungere il nostro occhio, interagisca con qualche oggetto. L’oggetto assorbe una parte delle singole radiazioni che compongono la luce. A questo punto la luce eventualmente modificata dall'oggetto raggiunge il nostro occhio e viene assorbita dalla retina dove interagisce con i fotorecettori ( coni e bastoncelli ). La retina analizza le intensità delle radiazioni componenti e trasforma il segnale luminoso (elettromagnetico) in tre impulsi nervosi (elettrici) che, lungo il nervo ottico, vengono trasmessi al cervello . In breve: lo stimolo luminoso è pervenuto agli organi della visione che hanno prodotto una risposta. In sintesi, l'apparato visivo umano misura la luce e trasmette i dati misurati al cervello che li interpreta. Da questa interpretazione ha origine la percezione del colore . La luce (eventualmente modificata da un oggetto) dunque non è colorata ( e nemmeno gli oggetti sono colorati ), ma è in grado di generare la percezione del colore quando stimola l'occhio e il sistema nervoso. In natura, senza l'occhio dell'osservatore, non esiste il colore, c'è solo la luce.
  • 4. Le molecole naturali del colore Carotenoidi Clorofilla Antocianine
  • 5. La carota , ad esempio, deve il suo colore arancione al  -carotene , il primo carotenoide isolato allo stato puro, che ha dato il nome alla grande famiglia dei carotenoidi . Carotenoidi La struttura del β -carotene presenta una catena formata da una serie di legami doppi alternati : questo è il cromoforo , cioè la parte della molecola responsabile del colore C 40 H 56 I-carotenoidi sono costituiti da molecole costituite da carbonio , idrogeno e talvolta ossigeno . La loro presenza nei tessuti vegetali è responsabile del colore dei fiori , della frutta e di alcune radici . Questa sostanza è presente insieme alla clorofilla nelle foglie, da cui è in genere mascherata. In autunno la molecola di clorofilla si decompone, mentre la molecola di carotene più resistente può esibire il suo colore e le foglie appaiono gialle (i colori arancioni e rossi brillanti sono dovuti alle molecole di antocianine ). E’ solubile nei grassi , ma non nell’acqua e ciò spiega la sua presenza in natura.
  • 6. Le lunghezze d’onda assorbite dal β -carotene sono nella regione blu dello spettro del visibile. Di fatto il β -carotene non è di colore blu , ma arancio , ed il suo colore è dovuto al resto delle lunghezze d’onda della luce visibile, meno quelle del blu (in quanto assorbite dal composto). PER CUI IL COLORE DELLA LUCE ASSORBITA DALLA MOLECOLA NON È IL COLORE CHE VEDIAMO, MA È QUELLO CHE NON VEDIAMO! 430-400 nm   Violetto   Giallo   490-430 nm   Blu   Arancio   560-490 nm   Blu-verde   Rosso   580-560 nm   Giallo   Violetto   620-580 nm   Arancio-rosso   Blu-verde   620-800 nm   Rosso   Verde   Lunghezza d’onda approssimata della luce assorbita   Colore della luce assorbita dalla sostanza   Colore osservato della sostanza  
  • 7. Clorofilla Il VERDE delle foglie è dovuto alla CLOROFILLA. Tale colore si manifesta perché la molecola è in grado di assorbire le radiazioni rosse e quelle blu-violette (complementari rispetto al colore verde). La luce assorbita fornisce poi l’energia per la FOTOSINTESI. La clorofilla a è il pigmento direttamente interessato alla trasformazione dell'energia luminosa in energia chimica. Molte cellule fotosintetiche contengono anche la clorofilla b (nelle piante e nelle alghe verdi) . La clorofilla ha una capacità di assorbimento molto forte e pertanto il suo colore maschera altri colori, come quelli dei carotenoidi di colore arancione e giallo.
  • 9. Coloranti vegetali come indicatori acido-base pigmenti dei fiori Molti fiori contengono pigmenti che appartengono al gruppo di composti delle antocianine . Questi indicatori naturali si possono estrarre con alcool o acqua e si presentano di colore rosso in soluzione fortemente acida , violetto in soluzione debolmente acida , blu-verde in soluzione debolmente basica e giallo in soluzione fortemente basica . La natura ionica delle antocianine fa si che l'intensità e la tonalità del loro colore sia variabile in funzione del pH . Queste variazioni di colore sono da attribuirsi a delle variazioni nella struttura dell'antocianina, conseguenti alle variazioni di pH. In questa esperienza le antocianine presenti nei petali di alcuni fiori vengono estratte e utilizzate per stabilire una serie di colori standard che possono poi essere impiegati per valutare approssimativamente il pH di alcune sostanze di uso quotidiano. ESPERIMENTI
  • 10.
  • 11. Varechina o candeggina 7 Ammoniaca: NH 3 8 Bicarbonato di sodio, preparata sciogliendo 1 g di bicarbonato di sodio in 100 mL di acqua 6 Acqua fisiologica 5 Acqua 4 Acqua filtrata 3 Aceto bianco: soluzione di acido acetico 2 Succo di limone: soluzione di acido ascorbico 1 Soluzione pH Provetta
  • 12. 3) Determinazione approssimativa del pH di alcune sostanze di uso comune  Preparare alcuni campione di diversi materiali; se i campioni sono solidi, scioglierne circa 0,1 g in 10 mL di acqua  Aggiungere in ogni provetta contenente i diversi campioni scelti, 30 mL di indicatore; agitare e confrontare il colore con quello delle soluzioni standard.  Registrare i dati e le osservazioni. Confrontare il colore di ogni soluzione contenente il campione a pH incognito con quello delle soluzioni standard preparate al punto 2 e valutarne l’acidità o la basicità. Confrontare i propri risultati con quelli della classe.