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RIOTS.THE DAY AFTER THE ELECTION                                                                                                                                          111
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DIARY


Internet cafè. C’è Tara, su Facebook. Silenzio, intorno.    CI ficchiamo nel cortile di una casa in una via laterale.   un principio di reazione e un istinto di sopravvivenza,
Sole, fuori. Afa. Niente di speciale. Arash ha parlato di   Il rumore delle motociclette si avvicina. Silenzio. Una     attivati come elastici dalle circostanze.
squadriglie in giro per la città, già dalla sera prima.     ragazza ingoia lacrime e singhiozzi tra gli schizzi         Seguo un gruppo che entra dentro una casa in
                                                            di sangue che le cadono dalla bocca. Passano.               costruzione. Un tipo basso coi baffi e la carnagione
Raggiungiamo Emad vicino a Vali-asr street, dove ci         Usciamo lentamente. Attraverso la strada principale.        scura chiude con una catena enorme il cancello alle
sono manifestazioni in corso.    La città è impazzita.      Senza volerlo mi ritrovo dal lato delle forze dell’ordine   nostre spalle. L’inferno, ora, è solo rumore, clacson
Motociclisti in tenuta antisommossa svicolano tra le        in marcia verso un gruppo di manifestanti che ha            grida esplosioni motori di motociclette. Dentro è una
auto spaccando specchietti e parabrezza, e saltano          bloccato la strada con barricate d’immondizia.              voragine vuota. Macerie ovunque, alcuni fili, tra le
sui marciapiedi inseguendo folle di passanti che            Raffiche irregolari di pietre mi cadono attorno.            colonne portanti, per stendere la biancheria.
urlano morte al dittatore. Ci schiacciamo lungo le          Guardo I Basij, di fianco. Mi guardano. Penso alla mia      MI avvicino lentamente a un gruppo di ragazzi.
serrande abbassate dei negozi, in cerca dell’angolo         barba. E’ come la loro. Cammino attaccato al muro           Dietro a un cumulo di rottami vedo Emad e i suoi
più al riparo. Guardo Peter. Mi accorgo che è troppo        tra passanti in giacca e cravatta e mi ficco in un bivio,   coinqulini. Stanno bene, anche se feriti, esausti.
biondo.                                                     in salita. Donne in chador siedono sopra un muretto.        Ci rilassiamo per qualche istante nella pace irreale
                                                                                                                        del rifugio. Uno dei lavoratori afgani controlla i panni,
– It’s better to split.                                     Un gruppo di ragazzi lancia pietre sulla via principale,    un’altro ci porta un secchio d’acqua. I rumori della
– Right.                                                    e fugge alzando un polverone di ghiaia. Mi avvicino,        strada ci riportano alla realtà ogni volta che proviamo
– You should go home Peter. You’re too visible.             per osservare dall’alto. I dimostranti ribaltano un         a dimenticarcene. Salgo al piano superiore attraverso
– Yes but give me the camera.                               autobus incendiato. L’esercito sembra bloccato              uno scivolo di cemento. Un ragazzo è appostato tra i
– No. I wanna keep it. Don’t worry. I’ll not do anything.   dall’incessante flusso di pietre. Tiro fuori la camera,     tendoni da lavoro e filma fuori. Mi guardo intorno.
  But just in case.                                         dietro ad una delle piante secche sopravvissute             Non so se fidarmi o meno. Tiro fuori la camera.
                                                            all’asfalto, le foglie sporche di sangue.                   Decido di tenerla in mano per abituarli.
Ho incominciato a indossare le scarpe, dalla prima                                                                      Comincio a filmare l’ambiente, evitando di inquadrare
settimana, nel caso ci fosse da correre. Gruppi             Filmo qualche secondo, senza pensare.                       le persone. Tavole di legno rialzate da blocchi di
spontanei di pedoni si infognano nelle vie laterali, in     Di fianco a me la sassaiola sui Basij lungo                 cemento, su cui gli afgani dormono.
fuga dai manganelli dei Basij, con le braccia in aria e     Vali-asr continua. Una ragazza ne lancia due                Scarpe abbandonate di fianco ad alcune magliette da
la bocca intasata di grida. Alcuni guardano increduli,      contemporaneamente. Mi volto per controllare alle           lavoro. Cavi elettrici, ovunque, per portare luce negli
solo per pochi secondi prima di farsi trascinare dalla      mie spalle. A pochi metri di distanza un giovane            anfratti in cui dormono. Scendo. Faccio in modo che i
carica esplosiva di un rancore che viene da lontano.        scaglia un blocco di cemento sulla testa di un militare,    ragazzi si abituino alla mia presenza e a quella della
Qualcuno brucia i cassonetti per limitare l’effetto         che gli passa di fianco, e scappa.                          camera. Comincio a filmare.
dei fumogeni sugli occhi. Ci si guarda attorno come         Quello cade tramortito. Muovo la camera a caso, in
animali spaventati pronti ad essere attaccati. I sensi      cerca di qualche immagine. La copro con l’interno del       Parti anonime di corpi. Il racconto comincia a scorrere,
sono all’apice, acuiti da rabbia e adrenalina. I più        braccio. Poi la ficco nello zaino. Decido di attraversare   dalle loro bocche, in tempo reale, su quanto sta
giovani cominciano a staccare pietre dalla strada e         la strada. Un ragazzo bendato, dentro una                   accadendo fuori, e perchè. Mi sembra che Emad
a lanciarle contro l’esercito che marcia oltre la coltre    camionetta, perde sangue dalla fronte, testa bassa.         si accorga che quello che mi sta dicendo potrebbe
di fumo.                                                    Si corre senza ragione, per la tensione dei nervi, per      essere una testimonianza rara. Lo guardo e gli chiedo




                                                                                                                                                         FROM 11:03
DIARY                                                                                                                     MAIL AND ATTACHED


se posso alzare la camera sul suo viso. Mi dice si, con la   Raggiungiamo casa di Emad senza problemi.
sicurezza di chi non pensa al dopo.                          Mi chiedo cosa sarebbe successo se mi avessero                  NEW MAIL
                                                             fermato con le cassette appena registrate. Dopo un
– Many people gather in Vanak street. The cops and           paio d’ore arriva anche Peter. Sono le 2:25 AM. Gli altri       FROM: emanuele.andreoli@libero.it
  the Basij broke our chain, beated people, threw            dormono.                                                        TO: giacomo.butte@gmail.com
  gas. They broke the chain they broke the people.                                                                           OBJECT: Re:Marmellata
  Everybody was running around. You know, they               – Can we go on Ema? Actually, to be honest, a lot of            RECEIVED: 13/6/2009
  calculated all the votes. And it was 68% victory by          things inside me are saying shit you're getting all
  Mousavi. It was allright. But after two o'clock, they        the emotional shit. I should leave. Trying to get out         quaoggieilprimogiornodiprotesteperilrisultatoelettoralerubatou
  faked the result. And Ahmadinejad got elected. Now           with the footage of the Election, you know. Usually I         nmortodomanisicontinuaachesenoncemoltasperanzacestato
                                                               can take the chance but this chance, on my behalf,            dallertalacittaedeimilitariimpressionantepichianochiunquebam
  they cut the sms connection. They cut telephones.                                                                          binilamiliziainborgheseecentinaiadimotosuimarciapiediinsegu
  They shot down the all system. We don't have any             on the behalf of others. This chance is too big. If this      endogentechenoncentrauncazzomanganellandotifacciosape
  network today! Neither internet! There is cheating!          was a videogame, where you can press the bottom               remapuoitogliereilinkdaltuoblogalmioperfavoreemelocancelliq
                                                               and you're out, well, I would press the bottom right          uaintenretnonfunzionapiuadessoeunmiracolotelefonibloccatit
  Everybody votes for Moussavi! And now they have                                                                            uttotimandounlinkhttp://iranelectionproject.wordpress.com/
  guns they have gas, and we don't have anything.              no.                                                           wp-admin/options-general.php?page=deleteblog&h=1178a8tu
  We've only stones. They're too strong, we can't do         – We were rolling the Western-Iranians but right now            entriemettiivonpamoaepas>asanisimasaperfavorefallodavvero
  anything.                                                    the Election is rolling us again                              senonfunzalapassaggiungi4835eoppur4835eeallacitazioneidi
                                                             – The shit we’re doing I mean we should go away                 fellinigh

La situazione si sblocca. Muovo la camera tra i visi dei       now! I don't want to go on. Getting more involved,
presenti, con delicatezza, mai per troppo a lungo, mai         deep into the shit. We should just take our hands
fissando l’inquadratura nello schermo ma sempre                off of it, now that we've already got this fucking
guardando al di fuori di essa gli occhi di chi parla,          shit footage. And I don't know this game com'on. I
come incurante dell’immagine in corso, che invece              don't know this game. All this people around us are
cerco di controllare con la coda dell’occhio. A volte          saying this game is a dangerous game to play and
ritorno sull’ambiente circostante, per non far sentire         nobody is taking the chance we are taking. And
il peso della camera, e mi accontento dell’audio.              we know nothing. They know. And what we have
Cerco di sfurttare la limitazione come se fosse un             right now in our bags, if that is falling into the wrong
vantaggio, concentrandomi sui dettagli dei corpi, sui          hands, these guys, they        could be, we could ruin
micromovimenti. E’ quasi sera quando usciamo.                  their lives. And this I cannot risk. But now we have
La città freme, e si prepara per la notte. Seguo da            no chance, we have to try to bring abroad the data
lontano Emad e i suoi coinquilini per diminuire il rischio     about the Election.
di essere fermati insieme. Sento la cassetta che ho
appena girato muoversi nelle mutande. Saliamo sul            Mi ricordo del blog, che non abbiamo ancora
minibus e mangiamo dei pezzi di pane avanzati nello          cancellato.
zaino, senza parlarci.
HOME(LESS) SWEET HOME                                                                                                                                                         117
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DIARY


                                                          maggioranza sono Basij, lo si vede dalla barba e dai             Faccio un’immagine, da lontano.
Ci svegliamo. La casa è vuota. Chiamo Emad. Ci dice       modi di fare, dagli occhiali da vista quadrati e dal gilet       Decido di avvicinarmi.
che ci sarà un grosso concentramento per celebrare la     besh chiaro, che per qualche ragione è diventato                 Smetto di pensare.
vittoria di Ahmadinejad. Ci voglio andare. Poter cerca    una moda. Mi schiacciano. Lo speaker incita la folla             Voglio queste immagini.
di fermarmi. Rec.                                         alla preghiera e infiamma l’attesa. Molti impugnano              Ancora una.
                                                          i cellulari in direzione del palco e della piazza, per           Quella degli studenti.
– Com’on Ema we should just capture the tapes today!      filmarla. Resco a malapena a togliermi lo zaino e a              Sono dalla parte sbagliata.
                                                          prendere la fotocamera al suo interno. Sorrido a chi             Se arrivo dall’altro lato riesco a filmare anche loro.
Le cassette stavano ricominciando ad accumularsi,         mi guarda e mi sposto. Comincio a registrare qualche             Tengo la camera bassa e lo zaino al contrario, per
dopo averne consegnate alcune all’Ambasciata.             breve video. Arriva Ahmadinejad. Qualcuno sta male.              essere pronto a nasconderla.
                                                          Qualcuno piange. Allah u Ekber, come un tuono dal                Passo di fianco alle fiamme.
– I should go Peter. I mean, why we’re here               centro della terra. Vedo un giornalista Americano                Rec, senza guardare e cammino.
  oterwhise?                                              amico di Tara dall’altra parte delle transenne, con il           Mi afferrano da dietro.
– Ema, fuck, now we should finish the capturing and       quale avevamo visto il dibattito Ahmadijead-Mousavi              Prendono la camera.
  get ready to go.                                        alla televisione, poco prima delle elezioni. Penso che           Mi caricano sulla moto, tra due di loro.
– Just few hours Peter, and tonight we’ll finish it for   da là non può davvero capire un cazzo di quello                  Poi sull’auto.
  sure.                                                   che sta succedendo qua. Tiro fuori la videocamera.               C’è un ragazzo con la schiena bucata.
– Fuck Ema it’s dangerous you know.                       Filmo.                                                           La testa appoggiata sul finestrino gli casca sul
– Yesterday was much more. Today I’m going there          Dopo quasi due ore riesco ad uscire dalla calca. Mangio          petto, di tanto in tanto.
  just to see.                                            un ghiacciolo. MI guardo intorno. Belle ragazze con              Di fianco un poliziotto gliela butta sul sedile,
– My visa is expiring. Few days from now.                 hjiab colorate campeggiano con le proprie famiglie               all’indietro.
– I know.                                                 vicino agli altoparlanti. Giovani sorridenti si fanno foto        Ci sono già passato.
– We should finish it.                                    a vicenda con i propri telefonini. Mi chiedo dove fosse
                                                          questa gente durante la campagna elettorale, quando              Ho filmato propaganda. Sono appena tornato dalle
Esco. Prendo una motorbike.                               per le strade si vedevano solo i sostenitori di Mousavi.         montagne. Ho visto per caso una folla di gente e mi
L’eccitazione si mangia come i kebap sfornati agli        La folla si muove in direzione di Engelop Street. Vecchie        ci sono ficcato in mezzo. Filmavano e ho filmato
angoli delle strade. La gioia e l’attesa del Presidente   videocamere filmano la fiumana. Ne approffitto. Faccio           anch’io. Voglio un ricordo del vostro Presidente. MI sto
si fanno largo, sgomitando nervosamente, per              qualche immagine anch’io. Seguo la televisione e mi              convertendo all’Islam.
raggiungere la posizione migliore. Di tanto in tanto      ficco dietro i grappoli di giovani incuriositi, per filmare le
scatta una rissa. Raccolgo una fascetta, per terra,       interviste ad alcuni passanti. MI dico che può bastare,          MI accusano d’attività di spionaggio. Devo lasciare
dai colori della bandiera iraniana, simbolo della         per oggi. Poi alzo gli occhi. Ujn fuoco enorme blocca la         il paese, dicono. L’autista dell’Ambasciata, un’altro
campagna di Ahma, e me la lego al braccio. Mi ficco       strada, di fronte alla Tehran University. Alcuni studenti        rispetto a quello del precedente arresto (che si è
in mezzo alla gente come fosse un concerto. Cordoni       scagliano pietre contro i sostenitori di Ahmadinejad,            rifiutato di accompagnarmi all’interrogatorio per il
di uomini separano le donne dal resto della folla. Se     che cominciano a correre in cerca dei responsabili,              timore di ritrovarsi coinvolto) mi difende, per partito
qualcuno mi parla proseguo dritto. La stragrande          affiancati da motociclette di Basij.                             preso. Nella migliore delle tradizioni napoletane,




                                                                                                               THE WEEK AFTER THE ELECTION
DIARY


apprese durante la sua decennale permanenza                  Per quattro giorni, appena sveglio, vado all’angolo            Cerco dentro. Nè hard-disks nè cassette.
nella capitale della pizza, come la chiama, ridendo.         a comprare nun caldi, mentre i negozianti alzano le          Chiedo a Tara se sa qualcosa.
Approffitta della sua apparente amicizia con uno dei         serrande dei propri negozi e le strade si popolano           L’ultima volta che ho parlato con Peter mi ha detto che
funzionari, rimescolando e drammatizzando una serie          rapidamente di carretti carichi di merce, mentre noi,        stava per partire, senza specificare come.
d’informazioni sulla mia vita che gli avevo raccontato       tra un morso e l’altro, pieghiamo i cartoni su se stessi.
nel viaggio verso l’interrogatorio, su territorio Italiano   Chiamo Peter una volta al giorno, prima della sua            Le mail che mi ha mandato sul nuovo indirizzo non
semovente targato Cherookee.                                 partenza.                                                    dicono nulla, a riguardo.
Nella discussione sembra abbia avuto notevole                Parliamo in codice, senza capirci.                           La colla è quasi finita, sul comodino.
importanza il fatto che sia figlio unico, e maschio,         Continuo a ricordarmi dell’arresto e della notte in          Penso che abbia impacchettato gli hard-disks come
come anche la battuta riguardo alla mia parentela con        gabbia, delle macchie di sangue ancora calde, sui            se non fossero mai stati usati.
Marco Polo. Firmo e controfirmo con le impronte digitali     muri scrostati, colare sul pavimento, dopo che l’anfibio     Può anche darsi che le cassette le abbia distrutte.
i verbali dell’interrogatorio, con la deposizione che        del militare colpisce la bocca dello studente mentre mi      Mi convinco che il materiale sia fuori, o almeno in
avrei lasciato il paese nei due giorni successivi.           rivolge parola, dicendomi: stai tranquillo e racconta        viaggio.
Mi minacciano dicendo che se sarò visto per le strade        quello che vedi.                                             Dopo qualche giorno ricevo la mail di conferma del suo
di Tehran ancora una volta non ci sarà neanche il                                                                         arrivo a Istanbul. Tiro un sospiro di sollievo. E’ fatta.
processo. Si tengono la cassetta. All’uscita l’autista       Sono tutti bendati, tranne me.
dice: questo governo fa schifo.                              Siamo più o meno quaranta, in una ventina di metri           Mi chiedo davvero cosa rimanga da fare, per me,
Senza guardarmi, con accento napoletano. Mi ricorda          quadri.                                                      ora. I giorni passano, uno sull’altro, senza che me ne
per un attimo Giancarlo Giannini, ma con la voce di          Tutti, me compreso, legati gli uni agli altri da fascette    accorga.
Massimo Troisi. Sono passati cinque giorni dal momento       di plastica autobloccanti, di quelle da lavoro, strette in   Non esco di casa, per la paura di essere bloccato.
dell’arresto. In Ambasciata si dà per scontato che sia       modo da tagliare ad ogni singolo assestamento della          La rete funziona a singhiozzo.
sotto controllo. Cosa che spiegherebbe il rilascio quasi     catena umana.                                                Scrivo di quello che sucede nelle strade, smettendo
immediato, dopo appena una notte di detenzione, e il                                                                      di andarci, come Roger Choen, che pubblica articoli
trattenimento dei documenti per così a lungo.                I militari si presentano di tanto in tanto gridando nomi     sulla guerriglia in corso firmandosi a Tehran quando
Torno tra i barboni dei portici, che mi accolgono, senza     e cognomi, calpestandoci e tirando calci o schiaffi o        a Tehran sappiamo tutti che se n’è già andato da un
fare domande, di fianco alle bettole da due soldi che        frustate con pezzi di cannelle dell’acqua, di plastica       pezzo.
nuovamente si rifiutano di alloggiarmi.                      rigida. MI interrogano due volte, mi ripetono le stesse      Anche il giornalismo costruisce la realtà, piuttosto
Quando si vive per strada si prendono ritmi ibridi           domande in un Inglese scarno.                                di riprodurla. Me ne rendo conto in prima persona
biometropolitani: ci si addormenta tardi, di notte,          Dalle stanze di fianco rumori metallici rimbombano           quando nella scrittura delle circostanze vissute la
quando chiude la drogheria, per comprare l’ultima            nelle grida anonime di bocche sfondate dal dolore.           mente s’arricchisce di altre già trascorse, simili ma non
Bahman e fumarla sulla banchina dell’autobus, e ci           Raggiungo casa di Tara e Arash.                              necessariamente sincrone ai fatti descritti, e tuttavia
si sveglia all’alba, col sole. Nuove routine, necessarie     Di me e Peter non c’è traccia.                               necessarie al ritmo del racconto e al senso che si
alla sopravvivenza fisica e a quella psicologica del         Entro in camera.                                             vorrebbe trasmettere con esso.
darsi dei ritmi, nell’assenza totale di un obiettivo da      Apro l’armadio.
raggiungere.                                                 C’è il mio zaino, chiuso. Pronto per partire.                Butto giù qualche riga, col culo sulla poltrona di pelle.
SUM UP. TEN DAYS AFTER THE ELECTION                                                                                                                                             121
                                                                                                                                                                   /// 8. OFFLINE
DIARY


La lotta nelle strade emerge oggi negli sguardi delle         e arrestato dalle forze dell'ordine qualche giorno             masse, tanto imprevedibile quanto ingestibile e
forze dell'ordine che assediano la città come un rischio      prima mentre cercava di fare una foto col cellulare.           irrazionale. Probabilmente lo scontro si giocherà
perennemente in agguato. La tensione si respira,              Le uniche camere visibili sono ora in mano ai Basij            ancora, aspramente, nelle strade: mentre Mousavi
viva, nell'aria, come l'odore del muschio dopo un             schierati sui tetti di case e moschee per registrare i         cerca      nuove strategie pacifiche per occupare
terribile temporale. Il verde Mousavi sembra già una          visi dei partecipanti, mentre la televisione di stato          gli spazi pubblci e ampliare l'accenno di frattura che
moda: nel Nord di Tehran avvenenti donne escono               comunica un indirizzo mail dove inviare foto e video dei       qualcuno avverte all'interno delle forze in potere, i verdi
dai saloni di bellezza con brillanti smalti verdi sulle       dimostranti.                                                   organizzano per domani un concentramento di fronte
unghie e borsette della stessa tinta, mentre nel sobrio                                                                      al Parlamento, e il rischio di scontri è praticamente
Sud della città donne in chador non rinunciano alle           Da qualche giorno posti di blocco lungo                        scontato.
semplici e consuete strisce di stoffa ai polsi, appena        le vie principali di Tehran perquisiscono automobili
visibili. Il traffico appare irrealmente moderato, forse      e passeggeri in cerca di immagini compromettenti.
smorzato dal vociare di uno sciopero condannato ieri          Alcuni attivisti coinvolti nella diffusione d’informazioni
dalla televisione di stato, che comunica ai potenziali        vengono prelevati dalle proprie case. Le conversazioni
partecipanti il rischio di essere immediatamente              telefoniche, quando accessibili, sono interrotte
licenziati. Per ora la repressione, visibile nel numero       non appena si cerca di scambiare le frequenze
dei Pasdaran schierati nelle strade - di cui si dice          necessarie per accedere ad alcuni canali satellitari
che un terzo almeno sia stato arruolato dall’amica            censurati. Tuttavia, la controbattaglia virtuale non si
Libia per rinforzare la stretta - sembra avere funzione       arresta: numerosi blogs, accessibili attraverso proxies
deterrente.                                                   aggiornati circa ogni ora per rimpiazzare quelli
                                                              subitamente banditi, mostrano foto di Basij schedati
In    rete si accenna ad un concentramento di                 con tanto di nome, cognome, indirizzo, e numero di
manifestanti presso Amirabad, vicino al dormitorio            telefono.
assaltato qualche giorno fa da milizie di Basij. Alcuni
ospedali non accettano i feriti dei giorni precedenti, e      Nei discorsi di oggi alcuni giovani sperano che
quando lo fanno li registrano per passare i dati alle forze   la frattura prodottasi tra le forze sociali e le istituzioni
dell’ordine. Nel pomeriggio, su Facebook, le immagini         si espanda anche all'interno della struttura militare
di un uomo intento a bruciare la divisa di un Basij sono      e paramilitare. Un comandante dei Basij sembra sia
le piu’ cliccate. Lungo le autostrade virtuali, tuttavia,     stato arrestato per aver detto ai suoi di non far uso di
le operazioni di pulizia informatica s’intensificano: la      violenza; altri raccontano di Pasdaran che per strada
battaglia sembra oggi spostarsi dal mondo reale a             aiutano i dimostranti a proteggersi dagli attacchi dei
quello virtuale. Gia' negli scontri di ieri, presso Haft-     propri colleghi. Nelle pause tra una fuga e l’altra, un
e-Tir, il numero di cellulari e strumenti in grado di         amico mi ricorda le parole di Badiou e Agamben in
registrare gli avvenimenti in corso si contavano sulle        merito al potere delle forze dell'ordine inteso come
dita di una mano. Un ragazzo con bende alla testa             potenziale che perde d'intensità una volta attualizzato
racconta di essere stato picchiato violentemente              e mostra i propri limiti, al contrario della forza delle




                                                                                                                  THE WEEK AFTER THE ELECTION

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Capitolo8

  • 1. 8. OFFLINE 01:33: 18:41
  • 2. RIOTS.THE DAY AFTER THE ELECTION 111 /// 8. OFFLINE DIARY Internet cafè. C’è Tara, su Facebook. Silenzio, intorno. CI ficchiamo nel cortile di una casa in una via laterale. un principio di reazione e un istinto di sopravvivenza, Sole, fuori. Afa. Niente di speciale. Arash ha parlato di Il rumore delle motociclette si avvicina. Silenzio. Una attivati come elastici dalle circostanze. squadriglie in giro per la città, già dalla sera prima. ragazza ingoia lacrime e singhiozzi tra gli schizzi Seguo un gruppo che entra dentro una casa in di sangue che le cadono dalla bocca. Passano. costruzione. Un tipo basso coi baffi e la carnagione Raggiungiamo Emad vicino a Vali-asr street, dove ci Usciamo lentamente. Attraverso la strada principale. scura chiude con una catena enorme il cancello alle sono manifestazioni in corso. La città è impazzita. Senza volerlo mi ritrovo dal lato delle forze dell’ordine nostre spalle. L’inferno, ora, è solo rumore, clacson Motociclisti in tenuta antisommossa svicolano tra le in marcia verso un gruppo di manifestanti che ha grida esplosioni motori di motociclette. Dentro è una auto spaccando specchietti e parabrezza, e saltano bloccato la strada con barricate d’immondizia. voragine vuota. Macerie ovunque, alcuni fili, tra le sui marciapiedi inseguendo folle di passanti che Raffiche irregolari di pietre mi cadono attorno. colonne portanti, per stendere la biancheria. urlano morte al dittatore. Ci schiacciamo lungo le Guardo I Basij, di fianco. Mi guardano. Penso alla mia MI avvicino lentamente a un gruppo di ragazzi. serrande abbassate dei negozi, in cerca dell’angolo barba. E’ come la loro. Cammino attaccato al muro Dietro a un cumulo di rottami vedo Emad e i suoi più al riparo. Guardo Peter. Mi accorgo che è troppo tra passanti in giacca e cravatta e mi ficco in un bivio, coinqulini. Stanno bene, anche se feriti, esausti. biondo. in salita. Donne in chador siedono sopra un muretto. Ci rilassiamo per qualche istante nella pace irreale del rifugio. Uno dei lavoratori afgani controlla i panni, – It’s better to split. Un gruppo di ragazzi lancia pietre sulla via principale, un’altro ci porta un secchio d’acqua. I rumori della – Right. e fugge alzando un polverone di ghiaia. Mi avvicino, strada ci riportano alla realtà ogni volta che proviamo – You should go home Peter. You’re too visible. per osservare dall’alto. I dimostranti ribaltano un a dimenticarcene. Salgo al piano superiore attraverso – Yes but give me the camera. autobus incendiato. L’esercito sembra bloccato uno scivolo di cemento. Un ragazzo è appostato tra i – No. I wanna keep it. Don’t worry. I’ll not do anything. dall’incessante flusso di pietre. Tiro fuori la camera, tendoni da lavoro e filma fuori. Mi guardo intorno. But just in case. dietro ad una delle piante secche sopravvissute Non so se fidarmi o meno. Tiro fuori la camera. all’asfalto, le foglie sporche di sangue. Decido di tenerla in mano per abituarli. Ho incominciato a indossare le scarpe, dalla prima Comincio a filmare l’ambiente, evitando di inquadrare settimana, nel caso ci fosse da correre. Gruppi Filmo qualche secondo, senza pensare. le persone. Tavole di legno rialzate da blocchi di spontanei di pedoni si infognano nelle vie laterali, in Di fianco a me la sassaiola sui Basij lungo cemento, su cui gli afgani dormono. fuga dai manganelli dei Basij, con le braccia in aria e Vali-asr continua. Una ragazza ne lancia due Scarpe abbandonate di fianco ad alcune magliette da la bocca intasata di grida. Alcuni guardano increduli, contemporaneamente. Mi volto per controllare alle lavoro. Cavi elettrici, ovunque, per portare luce negli solo per pochi secondi prima di farsi trascinare dalla mie spalle. A pochi metri di distanza un giovane anfratti in cui dormono. Scendo. Faccio in modo che i carica esplosiva di un rancore che viene da lontano. scaglia un blocco di cemento sulla testa di un militare, ragazzi si abituino alla mia presenza e a quella della Qualcuno brucia i cassonetti per limitare l’effetto che gli passa di fianco, e scappa. camera. Comincio a filmare. dei fumogeni sugli occhi. Ci si guarda attorno come Quello cade tramortito. Muovo la camera a caso, in animali spaventati pronti ad essere attaccati. I sensi cerca di qualche immagine. La copro con l’interno del Parti anonime di corpi. Il racconto comincia a scorrere, sono all’apice, acuiti da rabbia e adrenalina. I più braccio. Poi la ficco nello zaino. Decido di attraversare dalle loro bocche, in tempo reale, su quanto sta giovani cominciano a staccare pietre dalla strada e la strada. Un ragazzo bendato, dentro una accadendo fuori, e perchè. Mi sembra che Emad a lanciarle contro l’esercito che marcia oltre la coltre camionetta, perde sangue dalla fronte, testa bassa. si accorga che quello che mi sta dicendo potrebbe di fumo. Si corre senza ragione, per la tensione dei nervi, per essere una testimonianza rara. Lo guardo e gli chiedo FROM 11:03
  • 3. DIARY MAIL AND ATTACHED se posso alzare la camera sul suo viso. Mi dice si, con la Raggiungiamo casa di Emad senza problemi. sicurezza di chi non pensa al dopo. Mi chiedo cosa sarebbe successo se mi avessero NEW MAIL fermato con le cassette appena registrate. Dopo un – Many people gather in Vanak street. The cops and paio d’ore arriva anche Peter. Sono le 2:25 AM. Gli altri FROM: emanuele.andreoli@libero.it the Basij broke our chain, beated people, threw dormono. TO: giacomo.butte@gmail.com gas. They broke the chain they broke the people. OBJECT: Re:Marmellata Everybody was running around. You know, they – Can we go on Ema? Actually, to be honest, a lot of RECEIVED: 13/6/2009 calculated all the votes. And it was 68% victory by things inside me are saying shit you're getting all Mousavi. It was allright. But after two o'clock, they the emotional shit. I should leave. Trying to get out quaoggieilprimogiornodiprotesteperilrisultatoelettoralerubatou faked the result. And Ahmadinejad got elected. Now with the footage of the Election, you know. Usually I nmortodomanisicontinuaachesenoncemoltasperanzacestato can take the chance but this chance, on my behalf, dallertalacittaedeimilitariimpressionantepichianochiunquebam they cut the sms connection. They cut telephones. binilamiliziainborgheseecentinaiadimotosuimarciapiediinsegu They shot down the all system. We don't have any on the behalf of others. This chance is too big. If this endogentechenoncentrauncazzomanganellandotifacciosape network today! Neither internet! There is cheating! was a videogame, where you can press the bottom remapuoitogliereilinkdaltuoblogalmioperfavoreemelocancelliq and you're out, well, I would press the bottom right uaintenretnonfunzionapiuadessoeunmiracolotelefonibloccatit Everybody votes for Moussavi! And now they have uttotimandounlinkhttp://iranelectionproject.wordpress.com/ guns they have gas, and we don't have anything. no. wp-admin/options-general.php?page=deleteblog&h=1178a8tu We've only stones. They're too strong, we can't do – We were rolling the Western-Iranians but right now entriemettiivonpamoaepas>asanisimasaperfavorefallodavvero anything. the Election is rolling us again senonfunzalapassaggiungi4835eoppur4835eeallacitazioneidi – The shit we’re doing I mean we should go away fellinigh La situazione si sblocca. Muovo la camera tra i visi dei now! I don't want to go on. Getting more involved, presenti, con delicatezza, mai per troppo a lungo, mai deep into the shit. We should just take our hands fissando l’inquadratura nello schermo ma sempre off of it, now that we've already got this fucking guardando al di fuori di essa gli occhi di chi parla, shit footage. And I don't know this game com'on. I come incurante dell’immagine in corso, che invece don't know this game. All this people around us are cerco di controllare con la coda dell’occhio. A volte saying this game is a dangerous game to play and ritorno sull’ambiente circostante, per non far sentire nobody is taking the chance we are taking. And il peso della camera, e mi accontento dell’audio. we know nothing. They know. And what we have Cerco di sfurttare la limitazione come se fosse un right now in our bags, if that is falling into the wrong vantaggio, concentrandomi sui dettagli dei corpi, sui hands, these guys, they could be, we could ruin micromovimenti. E’ quasi sera quando usciamo. their lives. And this I cannot risk. But now we have La città freme, e si prepara per la notte. Seguo da no chance, we have to try to bring abroad the data lontano Emad e i suoi coinquilini per diminuire il rischio about the Election. di essere fermati insieme. Sento la cassetta che ho appena girato muoversi nelle mutande. Saliamo sul Mi ricordo del blog, che non abbiamo ancora minibus e mangiamo dei pezzi di pane avanzati nello cancellato. zaino, senza parlarci.
  • 4. HOME(LESS) SWEET HOME 117 /// 8. OFFLINE DIARY maggioranza sono Basij, lo si vede dalla barba e dai Faccio un’immagine, da lontano. Ci svegliamo. La casa è vuota. Chiamo Emad. Ci dice modi di fare, dagli occhiali da vista quadrati e dal gilet Decido di avvicinarmi. che ci sarà un grosso concentramento per celebrare la besh chiaro, che per qualche ragione è diventato Smetto di pensare. vittoria di Ahmadinejad. Ci voglio andare. Poter cerca una moda. Mi schiacciano. Lo speaker incita la folla Voglio queste immagini. di fermarmi. Rec. alla preghiera e infiamma l’attesa. Molti impugnano Ancora una. i cellulari in direzione del palco e della piazza, per Quella degli studenti. – Com’on Ema we should just capture the tapes today! filmarla. Resco a malapena a togliermi lo zaino e a Sono dalla parte sbagliata. prendere la fotocamera al suo interno. Sorrido a chi Se arrivo dall’altro lato riesco a filmare anche loro. Le cassette stavano ricominciando ad accumularsi, mi guarda e mi sposto. Comincio a registrare qualche Tengo la camera bassa e lo zaino al contrario, per dopo averne consegnate alcune all’Ambasciata. breve video. Arriva Ahmadinejad. Qualcuno sta male. essere pronto a nasconderla. Qualcuno piange. Allah u Ekber, come un tuono dal Passo di fianco alle fiamme. – I should go Peter. I mean, why we’re here centro della terra. Vedo un giornalista Americano Rec, senza guardare e cammino. oterwhise? amico di Tara dall’altra parte delle transenne, con il Mi afferrano da dietro. – Ema, fuck, now we should finish the capturing and quale avevamo visto il dibattito Ahmadijead-Mousavi Prendono la camera. get ready to go. alla televisione, poco prima delle elezioni. Penso che Mi caricano sulla moto, tra due di loro. – Just few hours Peter, and tonight we’ll finish it for da là non può davvero capire un cazzo di quello Poi sull’auto. sure. che sta succedendo qua. Tiro fuori la videocamera. C’è un ragazzo con la schiena bucata. – Fuck Ema it’s dangerous you know. Filmo. La testa appoggiata sul finestrino gli casca sul – Yesterday was much more. Today I’m going there Dopo quasi due ore riesco ad uscire dalla calca. Mangio petto, di tanto in tanto. just to see. un ghiacciolo. MI guardo intorno. Belle ragazze con Di fianco un poliziotto gliela butta sul sedile, – My visa is expiring. Few days from now. hjiab colorate campeggiano con le proprie famiglie all’indietro. – I know. vicino agli altoparlanti. Giovani sorridenti si fanno foto Ci sono già passato. – We should finish it. a vicenda con i propri telefonini. Mi chiedo dove fosse questa gente durante la campagna elettorale, quando Ho filmato propaganda. Sono appena tornato dalle Esco. Prendo una motorbike. per le strade si vedevano solo i sostenitori di Mousavi. montagne. Ho visto per caso una folla di gente e mi L’eccitazione si mangia come i kebap sfornati agli La folla si muove in direzione di Engelop Street. Vecchie ci sono ficcato in mezzo. Filmavano e ho filmato angoli delle strade. La gioia e l’attesa del Presidente videocamere filmano la fiumana. Ne approffitto. Faccio anch’io. Voglio un ricordo del vostro Presidente. MI sto si fanno largo, sgomitando nervosamente, per qualche immagine anch’io. Seguo la televisione e mi convertendo all’Islam. raggiungere la posizione migliore. Di tanto in tanto ficco dietro i grappoli di giovani incuriositi, per filmare le scatta una rissa. Raccolgo una fascetta, per terra, interviste ad alcuni passanti. MI dico che può bastare, MI accusano d’attività di spionaggio. Devo lasciare dai colori della bandiera iraniana, simbolo della per oggi. Poi alzo gli occhi. Ujn fuoco enorme blocca la il paese, dicono. L’autista dell’Ambasciata, un’altro campagna di Ahma, e me la lego al braccio. Mi ficco strada, di fronte alla Tehran University. Alcuni studenti rispetto a quello del precedente arresto (che si è in mezzo alla gente come fosse un concerto. Cordoni scagliano pietre contro i sostenitori di Ahmadinejad, rifiutato di accompagnarmi all’interrogatorio per il di uomini separano le donne dal resto della folla. Se che cominciano a correre in cerca dei responsabili, timore di ritrovarsi coinvolto) mi difende, per partito qualcuno mi parla proseguo dritto. La stragrande affiancati da motociclette di Basij. preso. Nella migliore delle tradizioni napoletane, THE WEEK AFTER THE ELECTION
  • 5. DIARY apprese durante la sua decennale permanenza Per quattro giorni, appena sveglio, vado all’angolo Cerco dentro. Nè hard-disks nè cassette. nella capitale della pizza, come la chiama, ridendo. a comprare nun caldi, mentre i negozianti alzano le Chiedo a Tara se sa qualcosa. Approffitta della sua apparente amicizia con uno dei serrande dei propri negozi e le strade si popolano L’ultima volta che ho parlato con Peter mi ha detto che funzionari, rimescolando e drammatizzando una serie rapidamente di carretti carichi di merce, mentre noi, stava per partire, senza specificare come. d’informazioni sulla mia vita che gli avevo raccontato tra un morso e l’altro, pieghiamo i cartoni su se stessi. nel viaggio verso l’interrogatorio, su territorio Italiano Chiamo Peter una volta al giorno, prima della sua Le mail che mi ha mandato sul nuovo indirizzo non semovente targato Cherookee. partenza. dicono nulla, a riguardo. Nella discussione sembra abbia avuto notevole Parliamo in codice, senza capirci. La colla è quasi finita, sul comodino. importanza il fatto che sia figlio unico, e maschio, Continuo a ricordarmi dell’arresto e della notte in Penso che abbia impacchettato gli hard-disks come come anche la battuta riguardo alla mia parentela con gabbia, delle macchie di sangue ancora calde, sui se non fossero mai stati usati. Marco Polo. Firmo e controfirmo con le impronte digitali muri scrostati, colare sul pavimento, dopo che l’anfibio Può anche darsi che le cassette le abbia distrutte. i verbali dell’interrogatorio, con la deposizione che del militare colpisce la bocca dello studente mentre mi Mi convinco che il materiale sia fuori, o almeno in avrei lasciato il paese nei due giorni successivi. rivolge parola, dicendomi: stai tranquillo e racconta viaggio. Mi minacciano dicendo che se sarò visto per le strade quello che vedi. Dopo qualche giorno ricevo la mail di conferma del suo di Tehran ancora una volta non ci sarà neanche il arrivo a Istanbul. Tiro un sospiro di sollievo. E’ fatta. processo. Si tengono la cassetta. All’uscita l’autista Sono tutti bendati, tranne me. dice: questo governo fa schifo. Siamo più o meno quaranta, in una ventina di metri Mi chiedo davvero cosa rimanga da fare, per me, Senza guardarmi, con accento napoletano. Mi ricorda quadri. ora. I giorni passano, uno sull’altro, senza che me ne per un attimo Giancarlo Giannini, ma con la voce di Tutti, me compreso, legati gli uni agli altri da fascette accorga. Massimo Troisi. Sono passati cinque giorni dal momento di plastica autobloccanti, di quelle da lavoro, strette in Non esco di casa, per la paura di essere bloccato. dell’arresto. In Ambasciata si dà per scontato che sia modo da tagliare ad ogni singolo assestamento della La rete funziona a singhiozzo. sotto controllo. Cosa che spiegherebbe il rilascio quasi catena umana. Scrivo di quello che sucede nelle strade, smettendo immediato, dopo appena una notte di detenzione, e il di andarci, come Roger Choen, che pubblica articoli trattenimento dei documenti per così a lungo. I militari si presentano di tanto in tanto gridando nomi sulla guerriglia in corso firmandosi a Tehran quando Torno tra i barboni dei portici, che mi accolgono, senza e cognomi, calpestandoci e tirando calci o schiaffi o a Tehran sappiamo tutti che se n’è già andato da un fare domande, di fianco alle bettole da due soldi che frustate con pezzi di cannelle dell’acqua, di plastica pezzo. nuovamente si rifiutano di alloggiarmi. rigida. MI interrogano due volte, mi ripetono le stesse Anche il giornalismo costruisce la realtà, piuttosto Quando si vive per strada si prendono ritmi ibridi domande in un Inglese scarno. di riprodurla. Me ne rendo conto in prima persona biometropolitani: ci si addormenta tardi, di notte, Dalle stanze di fianco rumori metallici rimbombano quando nella scrittura delle circostanze vissute la quando chiude la drogheria, per comprare l’ultima nelle grida anonime di bocche sfondate dal dolore. mente s’arricchisce di altre già trascorse, simili ma non Bahman e fumarla sulla banchina dell’autobus, e ci Raggiungo casa di Tara e Arash. necessariamente sincrone ai fatti descritti, e tuttavia si sveglia all’alba, col sole. Nuove routine, necessarie Di me e Peter non c’è traccia. necessarie al ritmo del racconto e al senso che si alla sopravvivenza fisica e a quella psicologica del Entro in camera. vorrebbe trasmettere con esso. darsi dei ritmi, nell’assenza totale di un obiettivo da Apro l’armadio. raggiungere. C’è il mio zaino, chiuso. Pronto per partire. Butto giù qualche riga, col culo sulla poltrona di pelle.
  • 6. SUM UP. TEN DAYS AFTER THE ELECTION 121 /// 8. OFFLINE DIARY La lotta nelle strade emerge oggi negli sguardi delle e arrestato dalle forze dell'ordine qualche giorno masse, tanto imprevedibile quanto ingestibile e forze dell'ordine che assediano la città come un rischio prima mentre cercava di fare una foto col cellulare. irrazionale. Probabilmente lo scontro si giocherà perennemente in agguato. La tensione si respira, Le uniche camere visibili sono ora in mano ai Basij ancora, aspramente, nelle strade: mentre Mousavi viva, nell'aria, come l'odore del muschio dopo un schierati sui tetti di case e moschee per registrare i cerca nuove strategie pacifiche per occupare terribile temporale. Il verde Mousavi sembra già una visi dei partecipanti, mentre la televisione di stato gli spazi pubblci e ampliare l'accenno di frattura che moda: nel Nord di Tehran avvenenti donne escono comunica un indirizzo mail dove inviare foto e video dei qualcuno avverte all'interno delle forze in potere, i verdi dai saloni di bellezza con brillanti smalti verdi sulle dimostranti. organizzano per domani un concentramento di fronte unghie e borsette della stessa tinta, mentre nel sobrio al Parlamento, e il rischio di scontri è praticamente Sud della città donne in chador non rinunciano alle Da qualche giorno posti di blocco lungo scontato. semplici e consuete strisce di stoffa ai polsi, appena le vie principali di Tehran perquisiscono automobili visibili. Il traffico appare irrealmente moderato, forse e passeggeri in cerca di immagini compromettenti. smorzato dal vociare di uno sciopero condannato ieri Alcuni attivisti coinvolti nella diffusione d’informazioni dalla televisione di stato, che comunica ai potenziali vengono prelevati dalle proprie case. Le conversazioni partecipanti il rischio di essere immediatamente telefoniche, quando accessibili, sono interrotte licenziati. Per ora la repressione, visibile nel numero non appena si cerca di scambiare le frequenze dei Pasdaran schierati nelle strade - di cui si dice necessarie per accedere ad alcuni canali satellitari che un terzo almeno sia stato arruolato dall’amica censurati. Tuttavia, la controbattaglia virtuale non si Libia per rinforzare la stretta - sembra avere funzione arresta: numerosi blogs, accessibili attraverso proxies deterrente. aggiornati circa ogni ora per rimpiazzare quelli subitamente banditi, mostrano foto di Basij schedati In rete si accenna ad un concentramento di con tanto di nome, cognome, indirizzo, e numero di manifestanti presso Amirabad, vicino al dormitorio telefono. assaltato qualche giorno fa da milizie di Basij. Alcuni ospedali non accettano i feriti dei giorni precedenti, e Nei discorsi di oggi alcuni giovani sperano che quando lo fanno li registrano per passare i dati alle forze la frattura prodottasi tra le forze sociali e le istituzioni dell’ordine. Nel pomeriggio, su Facebook, le immagini si espanda anche all'interno della struttura militare di un uomo intento a bruciare la divisa di un Basij sono e paramilitare. Un comandante dei Basij sembra sia le piu’ cliccate. Lungo le autostrade virtuali, tuttavia, stato arrestato per aver detto ai suoi di non far uso di le operazioni di pulizia informatica s’intensificano: la violenza; altri raccontano di Pasdaran che per strada battaglia sembra oggi spostarsi dal mondo reale a aiutano i dimostranti a proteggersi dagli attacchi dei quello virtuale. Gia' negli scontri di ieri, presso Haft- propri colleghi. Nelle pause tra una fuga e l’altra, un e-Tir, il numero di cellulari e strumenti in grado di amico mi ricorda le parole di Badiou e Agamben in registrare gli avvenimenti in corso si contavano sulle merito al potere delle forze dell'ordine inteso come dita di una mano. Un ragazzo con bende alla testa potenziale che perde d'intensità una volta attualizzato racconta di essere stato picchiato violentemente e mostra i propri limiti, al contrario della forza delle THE WEEK AFTER THE ELECTION