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n. 10308/11 RG NR
n. 7485/11 RG GIP
TRIBUNALE DI PALERMO
UFFICIO GIP
Ordinanza ex art. 292 c.p.p.
Il giudice Vittorio Anania, esaminata la richiesta del P.M. depositata in data 04.03.2014 e
riassegnata a questo giudice con provvedimento del Presidente della Sezione GIP del 26.05.2014
per l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di:
1. CANNOVA Gianfranco, nato a Palermo il 27.07.1958, ivi residente in Via Ausonia n. 83;
2. PROTO Domenico, nato a Misterbianco (CT) il 09.03.1966;
3. SODANO Calogero, nato ad Agrigento il 28.03.1960;
4. SODANO Nicolò detto “Giovanni”, nato ad Agrigento il 28.08.1961;
5. ANTONIOLI Giuseppe, nato a Borgomanero (NO) il 04.08.1961, residente in Armeno (NO) Via
Mattarone n. 8 (elettivamente domiciliato presso il difensore di fiducia avv. Ferdinando Brocca
con studio in Verbania Corso Europa n. 12);
soggetti indagati in ordine alle seguenti imputazioni:
A)
CANNOVA Gianfranco, PROTO Domenico
per il reato di cui agli artt. 81 cpv., 319 e 321 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso, anche in tempi diversi, CANNOVA Gianfranco, in qualità di funzionario
dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, quindi pubblico ufficiale, riceveva ed accettava la
promessa di denaro ed altre utilità da PROTO Domenico, Presidente della OIKOS Spa – società, con
sede a Catania, che gestisce lo smaltimento di rifiuti -, a titolo di controprestazione per la commissione
di atti contrari ai doveri del proprio ufficio di fedeltà, imparzialità e onestà, anche omettendo atti
doverosi del proprio ufficio, quali il garantire una corsia preferenziale nel rilascio o nel rinnovo dei
necessari provvedimenti autorizzativi, il fornire consulenza tecnica nella risoluzione di problematiche
amministrative, il comunicare preventivamente l’imminenza di eventuali controlli e fornire
continuamente tutte le informazioni, anche riservate, di cui era a conoscenza in forza del ruolo ricoperto
all’interno della P.A., il garantire all’imprenditore la continuità dell’esercizio dell’attività, e quindi la
percezione degli introiti fatturati, anche nel caso in cui, per problemi tecnici, l’azienda avrebbe, invece,
dovuto interromperlo, e comunque metteva a disposizione la propria funzione a tale titolo.
In particolare, riceveva continue somme di denaro in contanti, pari a diverse decine di migliaia di euro, il
pagamento di viaggi e soggiorni presso strutture ricettive alberghiere per sé e per la propria famiglia, il
pagamento dell’uso di un’autovettura a nolo, l’offerta di prestazioni sessuali a pagamento, un impianto
stereo del valore di € 10.000.
In Palermo, dall’agosto 2011 al maggio 2012
B)
Cannova Gianfranco – Sodano Nicolò – Sodano Calogero.
1
per il reato di cui agli artt. 81 cpv., 319 e 321 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso, anche in tempi diversi, CANNOVA Gianfranco, in qualità di funzionario
dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, quindi pubblico ufficiale, riceveva ed accettava la
promessa di denaro ed altre utilità da Sodano Nicolò e Sodano Calogero, legali rappresentanti,
rispettivamente, della SICEDIL Srl - con sede in Villaseta in c.da Zunica, Agrigento, attiva nel settore
dello smaltimento dei rifiuti - e della SOAMBIENTE Srl - con sede in Villaseta in c.da Zunica, Agrigento,
attiva nel settore del trattamento, trasporto e smaltimento di rifiuti - a titolo di controprestazione per la
commissione di atti contrari ai doveri del proprio ufficio di fedeltà, imparzialità e onestà, quali il
garantire una corsia preferenziale nel rilascio dei necessari provvedimenti autorizzativi per le discariche
di Noto e Pachino gestite dalle predette società, anche omettendo atti doverosi del proprio ufficio, il
fornire consulenza tecnica nella risoluzione di problematiche amministrative, il comunicare
preventivamente e continuamente tutte le informazioni, anche riservate, di cui era a conoscenza in forza
del ruolo ricoperto all’interno della P.A. e comunque nel mettere a disposizione la propria funzione a
tale titolo.
In particolare, riceveva somme di denaro in contanti, pari ad almeno centomila euro, una cesta piena di
prodotti alimentari, l’offerta di una villetta, in fase di realizzazione, sita ad Agrigento, località “Scala dei
Turchi”.
In Palermo, dal maggio 2011 al maggio 2012.
C)
Cannova Gianfranco– Antonioli Giuseppe.
per il reato di cui agli artt. 81 cpv., 319 e 321 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso, anche in tempi diversi, CANNOVA Gianfranco, in qualità di funzionario
dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, quindi pubblico ufficiale, riceveva ed accettava la
promessa di somme di denaro in contanti, pari a diverse decine di migliaia di euro, da Antonioli
Giuseppe, amministratore delegato della società OSMON Spa – con sede a Novara - a titolo di
controprestazione per la commissione di atti contrari ai doveri del proprio ufficio di fedeltà, imparzialità
e onestà, quali il garantire una corsia preferenziale nel rilascio dei necessari provvedimenti autorizzativi
relativi alla realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
(biogas) e conseguente elettrodotto da effettuarsi all’interno della discarica sita nel Comune di Mazzarà
S. Andrea (ME), gestita dalla TIRRENO AMBIENTE Spa, il fornire consulenza tecnica nella risoluzione
di problematiche amministrative, il comunicare preventivamente e continuamente tutte le informazioni,
anche riservate, di cui era a conoscenza in forza del ruolo ricoperto all’interno della P.A. e comunque
metteva a disposizione la propria funzione a tale titolo.
In Palermo, dal novembre 2011 al febbraio 2012
Esaminati gli atti, pronuncia la seguente
ORDINANZA
I fatti risultano in termini chiari così da fornire “gravi indizi di colpevolezza” a norma dell’art.
273 co. 1 c.p.p. in riferimento alle predette ipotesi di reato.
Invero gli elementi in atti disponibili risultano particolarmente pregnanti dal momento che in
riferimento a ciascuno dei contestati episodi delittuosi si dispone di dati probatori dotati di
solidissima valenza tanto più che tali dati provengono in massima parte dalle intercettazioni che
hanno interessato nel tempo i protagonisti di queste vicende delittuose che presentano come
comune denominatore la figura del funzionario dell’Assessorato Regionale Territorio ed
2
Ambiente arch. Gianfranco Cannova ed il suo rapporto di corruttela intrecciato, di volta in volta,
con gli altri coindagati.
In merito alla valenza delle intercettazioni come mezzi di ricerca della prova è superfluo
spendere particolari riflessioni dal momento che è noto che le intercettazioni consentono di
carpire in tempo reale (“in diretta”) i discorsi e le considerazioni di chi, proprio perché ignora di
essere captato, manifesta senza alcun freno inibitorio il suo pensiero sicché, salvo il caso limite
(assolutamente da escludere nella presente fattispecie) in cui i soggetti siano a conoscenza
dell’attività di intercettazione che li riguarda, risulta evidente l’attendibilità e l’utilità di tali
strumenti che rappresentano una fonte diretta di prova della colpevolezza.
Nel caso di specie, peraltro, rileva il fatto che la stragrande maggioranza dei dialoghi, certamente
quelli di maggior interesse processuale, coinvolgono direttamente gli indagati di volta in volta
intenti in dialoghi, in conversazioni telefoniche ovvero nello scambio di SMS; delle captazioni
che riguardano, peraltro, alcuni passaggi topici dei rapporti delittuosi sicché è da escludere la
possibilità di interpretazioni falsate perché provenienti da terzi che riferiscono sul conto altrui.
Come si avrà modo di vedere gli elementi probatori si basano in modo davvero preponderante
sulle dichiarazioni degli stessi indagati i quali, interagendo tra loro, sostanzialmente finiscono
per “confessare”, nell’inconsapevolezza di essere intercettati, il reticolo dei loro legami delittuosi
e le modalità operative delle azioni di corruttela.
Peraltro anche alcune dazioni di denaro e/o la messa a disposizione di altre utilità, tutte facenti
parte degli accordi delittuosi stabiliti con il pubblico ufficiale Cannova, emergono “in diretta”
(per questo in termini davvero inquietanti) dalle captazioni intercettate ritualmente autorizzate.
In merito ai decreti di intercettazione che riguardano la presente misura gli stessi vanno
individuati secondo il seguente prospetto, lo stesso riportato dal PM nella sua richiesta:
Decreti di intercettazione telefoniche e Ambientale relativi al Procedimento Penale nr. 10308/2011.
U t e n z a
– e / o
l u o g o
I n t e s t a t
a r i o -
u s u a r i o
D e c r e t o
i n t e r c e t
t a z i o n e
I n i z i o
i n t e r c
e t t a z i o
n e
F i n e
I n t e r c
e t t a z i
o n e
1
3 2 0 -
4 3 8 3 5 1
0
C A N N O
V A
G i a n f r a
n c o
1342 – 2011
VOL. IV
02/08/2011 13/07/2012
2
. 0 9 1 -
7 0 7 7 0 6
3
C A N N O
V A
G i a n f r a
n c o
f a x
u f f .
A R T A
1873 – 2011
VOL. IV
17/10/2011 13/07/2012
3
3
3 4 8 -
2 2 5 8 6 7
2
P R O T O
D o m e n i c
o
1873 – 2012
VOL. IV
17/10/2011 13/07/2012
4
3 3 9 -
4 3 7 4 6 3
2
M A R T E
L L O
R o c c o
1873 – 2012
VOL. IV
17/10/2011 30/03/2012
5
3 3 6 -
9 2 0 0 9 2
L E O N A
R D I
A n t o n i n
o
1873 – 2012
VOL. IV
17/10/2011 28/02/2012
6
E m a i l
G C A N
N O V A
@ E M A
I L . I T
C A N N O
V A
G i a n f r a
n c o
1874 – 2011
VOL. IV
17/10/2011 13/07/2012
7
3 3 5 -
7 4 5 8 1 4
8
A M A R A
G i u s e p p
e
333 – 2012
VOL. V
17/02/2012 16/07/2012
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3 3 5 -
8 3 5 2 5 0
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M A R T E
L L O
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333 – 2012
VOL. V
17/02/2012 02/04/2012
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A u t o v e
t t u r a
A u d i 4
t a r g a t a
D S 3 3 0
X K
C A N N O
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G i a n f r a
n c o
256 – 2012
VOL. V
08/02/2012 07/07/2012
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A m b i e
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U f f i c i o
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C A N N O
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G i a n f r a
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1813 – 2011
VOL. V
02/11/2012 13/07/2012
11
A m b i e
n t a l e
p r e s s o
i l
R i s t o r
a n t e
P a p o f f
C A N N O
V A
G i a n f r a
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M i c h e l o
n
D o m e n i c
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503 – 2012
VOL. V
06/03/2012 06/03/2012
Occorre precisare che talune intercettazioni - cfr. vicenda Sodano - sono state autorizzate e
disposte nel procedimento, oggettivamente e soggettivamente connesso, del quale il presente
procedimento costituisce stralcio per motivi di competenza funzionale (venendo in rilievo reati
c.d. ordinari e non di competenza distrettuale); invero lo spunto investigativo che ha dato origine
alla presente misura è rappresentato da una conversazione telefonica intercettata nel corso di quel
procedimento, dalla quale emergevano episodi corruttivi a carico del Cannova.
Prendeva così avvio un’attività tecnica di intercettazione ambientale e telefonica, separata e
autonoma da quella del procedimento agrigentino, avente ad oggetto più specificamente le
utenze, i luoghi e le pertinenze riconducibili al predetto Cannova.
Parallelamente restava in piedi il procedimento di competenza della DDA sul territorio di
Agrigento che seguiva autonomamente il suo corso e nel quale si era venuti a conoscenza di
episodi corruttivi intercorsi tra i Sodano e Cannova stesso: in questi termini emerge quella
4
“stretta connessione sotto il profilo oggettivo, probatorio o finalistico” che, secondo la
giurisprudenza ormai pacifica, esclude l'operatività del divieto di utilizzazione previsto dall'art.
270 c.p.p.
Al riguardo il PM nella sua richiesta ha aggiunto in termini condivisibili:
“Non esime da censura l’utilizzazione dei risultati delle intercettazioni al fine della prova di reati che non rientrano
nei limiti di ammissibilità originaria di cui all’art. 266 c.p.p., in quanto per giurisprudenza consolidata “i risultati
delle intercettazioni telefoniche disposte per un reato rientrante tra quelli indicati nell'art. 266 cod. proc. pen. sono
utilizzabili anche relativamente ai restanti reati” (Cass., sez. III, sent. 39761/10).
In buona sostanza, quando l’intercettazione è già ritualmente autorizzata nell’ambito di un procedimento, i suoi esiti
possono essere utilizzati anche per i reati diversi, ma soggettivamente ed oggettivamente connessi o collegati, che
siano emersi dalla medesima attività di intercettazione, anche quando il loro titolo o il loro trattamento sanzionatorio
non avrebbe consentito un autonomo provvedimento autorizzativo (cfr. anche Cass., sez. VI, sent. 1040/11).
Si veda anche Cass., sez. VI, sent. 49745/2012: “In tema di intercettazioni, qualora il mezzo di ricerca della prova
sia legittimamente autorizzato all'interno di un determinato procedimento concernente uno dei reati di cui all'art.
266 cod. proc. pen., i suoi esiti sono utilizzabili anche per tutti gli altri reati relativi al medesimo procedimento,
mentre nel caso in cui si tratti di reati oggetto di un procedimento diverso "ab origine", l'utilizzazione è subordinata
alla sussistenza dei parametri indicati espressamente dall'art. 270 cod. proc. pen., e, cioè, l'indispensabilità e
l'obbligatorietà dell'arresto in flagranza”; e ancora, Cass., sez. 6, sent. N. 46244/2012: “In tema di intercettazioni di
conversazioni, la nozione di identico procedimento, che esclude l'operatività del divieto di utilizzazione previsto
dall'art. 270 cod. proc. pen., prescinde da elementi formali come il numero di iscrizione nel registro delle notizie di
reato ed impone una valutazione sostanziale, con la conseguenza che il procedimento è considerato identico
quando tra il contenuto dell'originaria notizia di reato, alla base dell'autorizzazione, e quello dei reati per cui si
procede vi sia una stretta connessione sotto il profilo oggettivo, probatorio o finalistico. (In applicazione di questo
principio, la Corte ha annullato con rinvio la sentenza impugnata la quale, senza motivare in proposito, aveva
utilizzato intercettazioni che, disposte con riguardo ad una denuncia per concussione relativa a determinati
soggetti, avevano rivelato la possibile sussistenza di altri reati, solo in relazione ai quali era stato fissato il
giudizio”).
Ciò non toglie comunque che, per quanto detto in precedenza (“i risultati delle intercettazioni telefoniche disposte
per un reato rientrante tra quelli indicati nell'art. 266 cod. proc. pen. sono utilizzabili anche relativamente ai
restanti reati”), quelle intercettazioni siano pienamente utilizzabili, essendo stata la fattispecie corruttiva contestata
ai SODANO ed al CANNOVA, prima oggetto di iscrizione nel procedimento penale di competenza distrettuale e
poi, per i motivi sopra indicati, stralciata e riunita a questo procedimento.”.
Sempre in merito ai decreti di intercettazione, evidentemente quelli adesso di diretto interesse,
giova sottolineare che si tratta di atti tutti ritualmente emessi e/o convalidati, peraltro dotati di
motivazioni sufficientemente esaustive e contenenti valutazioni critiche, sebbene per lo più
redatte con il noto metodo del rinvio per relationem.
Se riguardo alla ricostruzione dei singoli fatti delittuosi si farà appresso riferimento alla puntuale
ricostruzione operata dal magistrato requirente nella sua analitica richiesta di misura cautelare
5
(una richiesta alla cui parte descrittiva per completezza si rinvia), è invece necessario fin da
subito enucleare i più pregnanti elementi su cui si fonda la presente ordinanza.
Occorre anzitutto precisare quale era all’epoca dei fatti il ruolo istituzionale del precitato
Gianfranco Cannova così da rendere chiaro il suo intervento infedele e prezzolato in favore degli
altri coindagati, tutti imprenditori privati impegnati nel lucroso settore dello smaltimento dei
rifiuti e della gestione delle discariche che segna, in definitiva, il perimetro entro cui sono state
consumate le contestate corruzioni.
L’architetto Cannova viene infatti in rilievo nella sua qualità di funzionario in servizio presso
l’ufficio Servizio II – VIA – VAS dell’Assessorato al Territorio ed Ambiente (ARTA), con sede
a Palermo, impegnato in particolare nell’istruttoria delle pratiche per il rilascio ed il rinnovo delle
autorizzazioni c.d. AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) nonché degli altri atti
amministrativi necessari per l’avvio, l’ampliamento ed il mantenimento degli impianti di
smaltimento dei rifiuti operanti nella Regione siciliana.
Delle pratiche con evidenti risvolti in materia ambientale che presentano degli iter burocratici
complessi legati anche alla stratificazione normativa di settore nonché alle diverse competenze di
più organi addetti al controllo del territorio e della salute pubblica.
Se per la normativa di riferimento, per le competenze dei diversi enti così come per le altre
questioni di carattere strettamente tecnico è bastevole fare riferimento all’articolata richiesta del
PM, che affronta in modo condivisibile anche questo aspetto della vicenda, deve invece da subito
precisarsi che questo ruolo istituzionale permetteva al Cannova degli ampli margini di manovra
così da consentirgli di approfittare del tecnicismo della materia trattata (una materia
evidentemente ben nota al predetto indagato) nonché delle problematiche burocratiche al fine di
indirizzare i suoi servigi a pagamento di volta in volta in favore degli imprenditori coindagati
che, a vario titolo ma in termini similari, hanno avuto tutti la necessità di rivolgersi all’ufficio
pubblico in cui operava il Cannova per avviare, proseguire o ampliare le loro rispettive attività in
tema di smaltimento dei rifiuti.
Un’attività delittuosa realizzata dal predetto Cannova sfruttando le sue doti di abile tessitore di
rapporti professionali, di amicizie e di contatti gestendo il proprio incarico di servizio come un
fatto privato; peraltro è emerso che gli interventi facenti parte dei patti criminosi hanno
riguardato anche atti non di stretta competenza dell’ufficio dove operava direttamente il
funzionario Cannova ma comunque venuti a conoscenza di quest’ultimo in ragione del suo ruolo
istituzionale o sfruttando le sue conoscenze/amicizie con soggetti operanti in altri uffici pubblici,
anch’essi impegnati nel settore delle discariche e dello smaltimento dei rifiuti.
6
Vengono a tal fine in rilevo, ad esempio, quei casi in cui il Cannova fungeva da “mediatore” nei
rapporti con altri funzionari o soggetti dell’apparato amministrativo preposti istituzionalmente al
monitoraggio e controllo in materia ambientale, in alcuni casi persino preannunciando in anticipo
le attività di “ispezione a sorpresa” ovvero anticipando la sorte delle pratiche curate da altri uffici
pubblici.
Notizie riservate se non propriamente segrete anche queste prontamente portate a conoscenza
dall’arch. Cannova ai suoi referenti delittuosi al fine di agevolarli ingiustamente nelle procedure
di loro interesse creando, anche attraverso questi interventi, delle indebite “corsie preferenziali”.
Sempre in tema di considerazioni di carattere generale va segnalato che in riferimento a ciascuno
dei tre episodi delittuosi in contestazione - capi A), B) C) - sono individuabili dei rapporti
informali e spesso particolarmente confidenziali intessuti dal predetto funzionario pubblico
infedele con gli imprenditori di volta in volta coinvolti nelle pratiche amministrative di interesse
processuale, dei rapporti che trascendono in vere e proprie azioni delittuose sia per il riferimento
alle condotte contrarie ai doveri di ufficio poste in essere dal Cannova, sia per il riferimento,
altrettanto esplicito, alle numerose e svariate utilità e “controprestazioni” da questi ricevute o
avute in promessa.
D'altra parte spicca il fatto che la corruzione non riguarda un singolo isolato atto amministrativo
ma un rapporto consolidato nel tempo in cui il Cannova ha praticamente messo completamente
“a disposizione” degli imprenditori con i quali si rapportava i suoi servigi distorcendo la
funzione pubblica con evidente sacrificio di doveri di imparzialità, fedeltà, onestà e probità in
cambio di regalie, di elargizioni di somme di denaro, usufruendo di viaggi e di servigi per sé ed i
suoi familiari nonché di molte altre controprestazioni ed illecite promesse.
Una situazione che risulterà evidente dalla critica lettura dei singoli episodi e che ha
oculatamente portato il magistrato requirente ad affermare che questa “messa a disposizione” da
parte del funzionario infedele descrive un quadro di corruttela “caratterizzato da estremi di
devastante gravità, raramente riscontrata in indagini giudiziarie volte alla repressione di questo
genere di illeciti”, un metodo di corruzione che in sintesi si sostanzia:
- nel rilascio o nel rinnovo dei necessari provvedimenti autorizzativi,o comunque nel
garantire una corsia preferenziale al relativo procedimento;
- nell’attività di consulenza tecnica sugli aspetti amministrativi che interessano i rapporti
pubblico-privato;
- nell’attività di “intelligence”, concretizzatasi nell’avvertire l’imprenditore in caso di
controlli “a sorpresa”, ovvero nell’anticipare il contenuto di riunioni e comunicarne
7
successivamente gli esiti (in un caso addirittura registrando segretamente con il proprio
telefono il contenuto della riunione di interesse);
- nel garantire comunque all’imprenditore la continuità dell’esercizio dell’attività, e quindi
la percezione degli introiti fatturati, anche nel caso in cui, per problemi tecnici, l’azienda
avrebbe, invece, dovuto interrompere.
Come anticipato si farà appresso riferimento alla richiesta di misura cautelare non fosse altro che
per fornire una più analitica riproduzione delle conversazioni intercettate dalla cui lettura è
possibile trarre, unitamente agli altri atti di indagine, la fitta trama dei rapporti delittuosi intessuti
nel tempo dal Cannova con gli altri coindagati per i quali si procede, ciascuno dei quali coinvolto
nei singoli episodi criminosi che li riguardano.
Capo A)
Seguendo lo stesso schema della citata richiesta viene per primo in rilievo l’episodio delittuoso
di cui al capo A) che interessa il consolidato, stratificato ed articolato rapporto criminoso
instaurato dal funzionario pubblico Cannova con l’imprenditore catanese Domenico Proto, detto
“Mimmo”.
A prescindere dall’eccessiva familiarità e disinvoltura emersa fin dalle primissime fasi
dell’ascolto delle conversazioni intercorse sull’utenza in uso al predetto funzionario regionale
con il Proto (“Mimmo”), rileva lo smaccato interessamento da parte del Cannova alle plurime
vicende amministrative di questo imprenditore catanese presidente della OIKOS s.p.a., società
che all’epoca dei fatti gestiva lo smaltimento di rifiuti non pericolosi a mezzo di una discarica
sita in Motta Sant’Anastasia (CT), C.da Tiritì, come da Autorizzazione A.I.A. n. D.R.S. n. 562
del 27.06.07.
L’oggetto principale di tanto interessamento è da individuare nel fatto che la società del Proto
aveva presentato presso gli uffici dell’Assessorato in cui il Cannova prestava servizio richiesta di
autorizzazione all’ampliamento della citata discarica nella limitrofa C.da Valanghe d’Inverno,
anch’essa ricadente nel Comune di Motta Sant’Anastasia.
Una pratica avente una notevole rilevanza con altrettante cospicue ricadute economiche ed
ambientali dal momento che il sito privato di smaltimento rifiuti gestito dalla società OIKOS era
tra i più grandi di tutta la Sicilia, con volumi d’affari stimati in circa 30 milioni di euro di
fatturato nel 2011.
Peraltro tale operazione di ampliamento della discarica veniva avversata dalle iniziative
promosse da alcuni comitati “No discarica” i quali, preoccupati delle possibili conseguenze sul
piano della salubrità dei luoghi, rivendicavano il fatto che si trattava di un impianto nuovo e non
8
di un ampliamento della capacità potenziale di tre milioni di metri cubi, che avrebbe fatto
diventare la discarica gestita dalla società OIKOS il sito emergenziale più grande dell’isola.
Rinviando a quanto più avanti sarà riportato è il caso di sottolineare come il Cannova abbia
operato “in simbiosi” e praticamente alle “dipendenze” del Proto attivandosi concretamente ed a
“tutto campo” per il soddisfacimento di ogni interesse privato in cambio di una sorta di
“retribuzione salariale”, anche questa esplicitata nelle comunicazioni intercettate.
Un rapporto che emerge in termini chiari anche perché questi interlocutori non ricorrevano ad un
vero e proprio linguaggio criptato confidando, almeno nelle prime intercettazioni disponibili, di
non essere indagati.
Tra i primi elementi che confermano il rapporto delittuoso emblematiche sono quelle locuzioni
in cui il Cannova, sollecitato dal Proto (SMS: “Sai se domani e (è) stato organizzato una visita in discarica
da Palermo”), confidava a quest’ultimo la notizia riservata dell’imminente ispezione programmata
presso il suo impianto anche da parte del personale del Dipartimento Regionale dell’Acqua e
Rifiuti servizio “rifiuti e bonifiche” diretto da Michelon Domenico (Progressivo n°: 2265 Data :
12/09/2011 Ora : 12:04:55 Durata : 0:00:00 SMS: “In questo istante mi perviene una notizia stesso mezzo che
Mimmo domani l'ing Michelon domani alle ore 09:00 vengono a fare un controllo con ing Polizzi e un consulente
dell'Assessore per le problematiche del comitato no discarica”).
In merito a questo controllo, che doveva essere “a sorpresa”, il Cannova ha posto in essere
un’attività di intelligence volta per un verso ad influenzare uno dei partecipanti (tale “Alberto”
identificabile in Pulizzi Alberto dipendente del predetto Dipartimento) a questa programmata
ispezione (C : Perché praticamente tutto quello che è stato lamentato dalla... dalla cosa, dalla... non c'è niente di
vero. … C : Siccome tutto quello che scrivono sono tutte minchiate e allora non abbiamo ritenuto...) e, per altro
verso, a rassicurare il Proto concordando con lui la condotta da seguire in riferimento a questo
adempimento burocratico promosso dall’assessore regionale (C. No lascia stare tu.. non le fare mai
queste cose ! Allora! Senti! Per quanto riguarda domani, domani c'è questa riunione e tra l'altro Michelon e
Pulizzi .. che non gliene fotte niente di questa cosa. la stanno facendo soltanto perché gli lo ha ordinato l'assessore.
(...) … C. Dipende da quello che succede domani !.. ti ripeto… ti ripeto gli interlocutori non gliene fotte niente !
non sono interlocutori che vengono per fare casino o per fare danno anche perché io gli l' ho detto a Michelon
acquisisci i verbali dell' ARPA... prendendoti i verbali dell' ARPA non hai bisogno di fare niente ...perché sta
facendo queste cose ! Perché l'assessore praticamente ha letto i giornali e sulla scorta dei giornali che hanno
scritto che non sono state risposte...non sono state date risposte all'interrogazione di Burtone.).
Sempre dalla lettura dei dialoghi scambiati in data 12 settembre 2011 emerge come il Cannova
manifestasse, conversando con il Proto, un evidente interesse personale rispetto all’esito di
questa visita/ispezione che, benché a suo avviso non affidata a soggetti dotati di particolari
competenze tecniche (C. Non è tecnico Mimmo, non è un sopraluogo tecnico perché i personaggi non sono
9
tecnici...capisci ?), veniva comunque vista come un’attività potenzialmente “dannosa” per gli
interessi del Proto e, di riflesso, dello stesso Cannova (C. Certo vengono a fare danno.).
Una preoccupazione tale da spingere il Cannova a contattare telefonicamente, esattamente in data
15.09.2011, il prof. Federico Vagliasindi (allora consulente dell’Assessore Regionale all’Energia
Giosuè Marino) il quale era anche lui (al pari del citato Pulizzi) designato per tale ispezione al
fine di stabilire con questi una “linea comune” (C: Le ripeto la questione non è urgentissima… volevo
concordarla con lei per studiare una linea comune tutto qua… per vedere se lei concordava con il mio pensiero.
(ndr. Cade la linea).
Un contatto, quello con il prof. Vagliasindi, che, peraltro, il Cannova aveva preannunziato al
Proto già il 12 settembre 2011 (cioè allorché era emersa la notizia dell’ispezione) con l’SMS del
seguente tenore: Ho parlato con michelon e su richesta dell assessore since e organizzata quest visita domani
per rispondwere all interrogazione Di burtone .partecipanosolo quelli dell assessorAto. io ho detto Di acquisire i
verbali arpa per le verifiche Di quanto lamentato. partecipa anche vagliasindi col quale ho app.giovedi pom .day
confermare solo se tu vuoi.-
Dunque un’attività pianificata nei dettagli ed in riferimento alla quale il pubblico funzionario si
mostrava del tutto disponibile ai desiderata dell’imprenditore Proto, dal quale attendeva notizie
sul da farsi (“… confermare solo se tu vuoi).
Un interessamento richiesto dal Proto ben conscio del notevole impegno economico affrontato
dalla sua società per l’ampliamento della discarica che rischiava di subire delle battute di arresto
anche in relazione all’attività di contrasto promossa dai comitati cittadini interessati alla chiusura
del nuovo allargamento della discarica di C.da Tiritì e contraria all’ampliamento di quella di
C.da Valanghe D’Inverno (vedi a tale fine gli articoli giornalistici riportati nella richiesta di
misura, pubblicati il 13.01.2011, in cui si prospetta che la società aveva già speso 28 dei 31
milioni di euro necessari per portare a termine l’intervento).
Proprio in considerazione della rilevanza degli “interessi in gioco” anche le ulteriori
intercettazioni confermano la stabilità dei contatti criminosi tra i due indagati, come emerge già
dall’SMS del 10.10.2011 in cui il Cannova comunicava al Proto l’ennesima notizia riservata, in
questo caso relativa al fatto che la pratica di interesse del suo interlocutore era all’attenzione del
funzionario Michelon Domenico al quale il Cannova si riprometteva di chiedere delucidazioni
(“Il fascicolo e in mano a mimmo e stasera mi dice se va bene.”).
Seguivano altri contatti tra il Cannova ed il Proto, fino all’ulteriore SMS delle ore 20:36:01,
sempre del 10.10.2011, in cui il Cannova così rassicurava l’imprenditore catanese: “I documenti
vanno bene. Domani mi faccio spedire da veronica la firma digitale e presento il tutto.”.
Dunque il Cannova, con una solerzia esorbitante rispetto ai suoi compiti istituzionali, si è
interessato di seguire, passo passo, tale pratica amministrativa addirittura concordando con il
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Proto le fasi successive di cui lo stesso Cannova si faceva carico, come emerge dall’accenno alla
firma digitale che doveva essere inviata da “Veronica”, ossia da Veronica Puglisi collaboratrice
del Proto, per consentire al Cannova di “presentare il tutto” al posto del Proto.
Tralasciando in questa sede l’ulteriore dialogo del 25.10.2011 - riportato nella richiesta di misura
per documentare la familiarità dei rapporti tra i due indagati nell’organizzare una cena con
l’allora Ministro per le Politiche Agricole, Senatore Romano Saverio, e nel commentare le
vicissitudini giudiziarie, per un abuso edilizio, contestato all’ing. Zuccarello Natale, dirigente
coordinatore del servizio 1 VIA/VAS (quello stesso funzionario che in un precedente dialogo
con il Proto il Cannova aveva appellato con il nomignolo di “zucca”) - vengono più direttamente
in rilevo quelle ulteriori conversazioni del novembre 2011 nelle quali emerge che il Cannova ha
usufruito, interamente a spese del Proto, di un viaggio e di un soggiorno a Rimini ove la società
AIKOS partecipava all’annuale fiera “ECOMONDO” di interesse per le aziende impegnate nel
riciclo di rifiuti.
Se da un lato emerge direttamente dalla voce del Proto il suo interessamento per la partenza e la
prenotazione del viaggio “dell’amico” Cannova (P: Ti ho messo partenza da Catania, vedi... perché se no
dovevi... P: Fai una cosa, parla con Veronica, eh.... dagli... dagli l'input qual'è la disponibilità e ti faccio cambiare
tutte cose.), sotto altro profilo e sempre dalla stessa comunicazione telefonica (ore 16:01:57 del
07.11.2011) emerge il costante coinvolgimento del Cannova per gli interessi del Proto: C: Senti,
vedi che è arrivato l'altro documento che praticamente parla di nuovo di e.... annullamento del decreto AIA nei
confronti di OIKOS... ora faccio i fax e glieli faccio arrivare a Veronica, quindi questa cosa continua, è quella del
direttore, pensavo fosse finita e invece continua. Hai capito?... Pronto?... Pronto?...”.
Ancora una volta una notizia sensibile e riservata anticipata dall’arch. Cannova e, peraltro, di
estremo interesse per il Proto visto che si palesava la possibilità di una revoca dell’autorizzazione
AIA per la sua società; proprio per questo veniva tra i due concordata la spedizione via FAX con
l’invito del Cannova al suo interlocutore di andare a recuperare prontamente tale importante
documentazione, non prima di aver fornito anche le sue personali delucidazioni sulla
provenienza di tale iniziativa: “P: Mmh... Da parte di chi arriva questo documento? C: Da parte del
direttore, che, praticamente, gli ha scritto l'ufficio di gabinetto dell'assessore, perchè ha avuto la richiesta da parte
della Prefettura. Ufficio di presidenza, segreteria tecnica, da parte del presidente..ehm... della.. della regione. P:
Ma è il direttore che scrive? C: Si! P: Cioè, ZUCCARELLO Scrive? C: No! ZUCCARELLO non è direttore, non
cominciamo. P: Allora chi è, scusa? C: Scrive ARNONE! Perchè vuole risposta la MONTEROSSO, Patrizia
MONTEROSSO, ch'è il capo di gabinetto di LOMBARDO. P: Ho capito! Va' beh, questo... questo...C: Te lo faccio
arrivare tramite fax.. ehm... stasera vattelo a prendere in ufficio.”.
La conferma che l’arch. Cannova sia effettivamente partito per Rimini interamente a spese del
suo abituale interlocutore Proto emerge dai successivi dialoghi presi in rassegna dai quali emerge
che il Cannova ha avuto la disponibilità anche dell’uso di un’autovettura a noleggio (presso la
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società AVIS prenotazione 2527-4057-IT-4) peraltro concordando direttamente con Giuseppe
Arcidiacono, segretario del Proto, le modalità operative di tale viaggio e le relative prenotazioni
(con partenza da Palermo il 9 novembre 2011 con arrivo a Bologna e rientro il successivo 11
novembre con volo Bologna/Palermo Alitalia).
Senza dubbio di maggior interesse probatorio è la circostanza che nella conversazione
dell’08.11.2011, ore 00.53.150, il Proto, oltre a concordare con il Cannova gli ultimi aspetti
logistici di tale viaggio (P: Ho dato disposizione... Ho dato disposizione, vedi, al mio segretario di trasferire.. o
qualcuno che ti accompagna, o prendendo un auto e lasciandola a Rimini, come aeroporto. Però lui, ti
comunicherà, se Già non l'ha fatto...) insisteva affinché il Cannova portasse con sé quel prezioso
documento di cui i due avevano in precedenza parlato e che non era stato inviato via FAX a
quanto pare per dei problemi tecnici esternati dallo stesso Cannova (C: No, perché nel frattempo il fax
si è... è finito l'inchiostro, e siccome ogni volta lo devo comprare io, l'inchiostro, sono...); proprio il Cannova
rassicurava il suo interlocutore circa il fatto che in occasione della trasferta a Rimini avrebbe
portato addirittura l’originale del documento che interessava al Proto: C: Te lo porto in originale!
Di questo viaggio vi sono molte conferme anche di tipo documentale; di immediata evidenza è,
ad esempio, il dialogo del 09.11.2011, ore 16:05:38, in cui il Cannova conversando
telefonicamente con sua moglie Valeria Paduano le confidava che aveva la disponibilità di
un’autovettura “Della ditta”, una locuzione riferita alla “ditta” del Proto esternata in modo così
confidenziale da ingenerare qualche confusione persino nella stessa moglie dell’indagato benché
fosse anche lei a conoscenza della “familiarità” dei rapporti del marito con l’imprenditore
catanese: V: E poi a Rimini come ci vai? G: C'è una macchina che mi aspetta. V: Di chi? G: Della Ditta. V:
Quale Ditta? G: Di tua sorella... minchia.. ! V: Quale Ditta è? G: Sei scema? V: Che Ditta è non lo so. G: Quella
di Mimmo.!”.
Peraltro in questo stesso dialogo emerge per la prima volta l’intenzione del Cannova di sfruttare
la sua “compromettente” amicizia con il Proto anche per “sistemare”, almeno in un prossimo
futuro, il figlio Paolo: G: Infatti è probabile, probabile che poi Paolo lo mettiamo a lavorare lì. V: Si tu sei
convinto, lo devi mettere a lavorare lì...vediamo le cose come vanno... ancora non si sa niente... la crisi tu già pensi
a Paolo dove lo devi mettere a lavorare. G: Sarebbe una buona oppurtunità.. V: Per ora fagli prende sto
diploma...che è ancora all'inizio, ho paura che.. G: Poi a casa, anche quando va a Catania, è a due ore di strada..
Come anticipato della trasferta a Rimini vi è ampio riscontro come emerge dalla ricevuta
dell’albergo (a 5 stelle lusso) GRAND HOTEL RIMINI allegata in atti, che attesta che la società
OIKOS s.p.a. ha sborsato per il soggiorno del Cannova la somma complessiva di euro 717,00
pagata con la carta di credito Master Card n. 5529 7500 7810 4933 intestata a Domenico Proto.
In una medesima ottica delittuosa vanno inquadrati anche gli ulteriori contatti intessuti dal
Cannova con il Proto muovendo da quella telefonata del 02.12.2011, ora 07:55:30, nella quale il
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Cannova preannunciava un’importante imminente svolta (C: Mimmo "agghiurnò" finalmente? P:
"agghiurnò agghiurnò"! C: "agghiurnò" meno male!) sia pure stabilendo con il complice una nuova
“linea di intervento” per raggiungere gli obbiettivi di evidente interesse della società OIKOS e, di
conseguenza, anche dello stesso funzionario pubblico infedele: C: ..dobbiamo muoverci diversamente
con ..con il direttore. Perchè ieri che eravamo assieme, mi fece una battuta. Mi fa, si mette accanto a me e mi fa
dice: "Ma quello di ieri che mi ha salutato chi era? Io non lo conosco!" .
In pratica il Cannova confidava al Proto che il direttore Michelon non aveva gradito il metodo di
approccio diretto ed eccessivamente confidenziale seguito dallo stesso Proto in una precedente
occasione consigliando a quest’ultimo di muoversi diversamente (C: Si, se li scorda le cose. Una
telefonata preventiva cosi la prossima volta....) sia pure non demordendo dall’assiduità di queste
sollecitazioni, finalizzate sempre agli intessi aziendali della OIKOS C: ...il risultato dovrebbe essere
che lui si piglia la tariffa e l'a.i.a. rimane quà..
Un imminente risultato favorevole, cui i due indagati ambivano, legato anche al fatto che,
almeno a dire del Cannova, la pratica doveva essere trasferita alla “giunta di governo” una notizia
che destava l’ampia condivisione del Proto (...ho capito. (…) P: ottimo, ottimo, ottimo...) il quale
vantava amicizie anche al riguardo.
Nella conversazione del 13.12.2011, ora 13:42:27, riaffiora in termini evidenti il rapporto di
sudditanza del Cannova rispetto agli interessi economici dell’imprenditore catanese, in questo
caso in riferimento alla convocazione della Conferenza dei servizi che rientrava tra le mansioni
del predetto indagato quale funzionario istruttore; una convocazione così testualmente e
confidenzialmente caldeggiata dal Proto: “Certo. Sei tu che chiami RACITI, chiami Tizio, chiami Caio e li
convochi!” dopo che i due interlocutori avevano concordato di incontrarsi assieme per il pranzo.
Rinviando all’integrale lettura del dialogo spicca il fatto che il Cannova usi locuzioni quali: “C:
Ma infatti, infatti. Minchia, uh... appena facciamo una cosa del genere, nell'arco di cinque minuti lo saprebbe tutta
Catania!” che da sole testimoniano l’interscambio di interessi illeciti, tanto più che il Proto si
riprometteva di portare “un po' di documenti” che, neanche a dirlo, dovevano essere analizzati a
fondo dal Cannova.
Una conversazione il cui significato si coglie appieno se solo si ricorda che il Cannova (cfr. sit di
Zuccarello, vedi VOL. III aff. 6) era colui che rappresenta l’Amministrazione Regionale nelle
conferenze dei servizi, per l’appunto “convocate”, e che il predetto “Raciti” si identifica in
Salvatore Raciti, dirigente dell’Assessorato Provinciale all’Ambiente di Catania.
Ma la spregiudicatezza delle condotte del Cannova emerge anche dalle telefonate del 28.12.2011
e 04.01.2012 dalle quali risulta che il predetto funzionario pubblico ha usufruito, per sé e per i
suoi familiari (moglie e due figli) di un soggiorno dal 3 al 7 gennaio 2012 presso la prestigiosa
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struttura alberghiera denominata Hotel Baja Verde di Acicastello (CT), anche in questo caso
completamente a spese della società OIKOS.
A tal fine va segnalato come il Cannova stabilisca un rapporto addirittura diretto con il segretario
della precitata società, Giuseppe Arcidiacono, per prenotare tale soggiorno (“Senta Giuseppe, una
cortesia mi deve prenotare... domani, dal tre al sette con partenza l'otto. (…) Va bene, grazie e... Giuseppe per una
matrimoniale e una doppia.”) quasi che si trattasse di un’incombenza normale e, per certi versi,
dovuta.
Analogamente risulta che la società OIKOS seguiva una contabilità separata ed occulta per
pagare simili compromettenti servizi al pubblico funzionario corrotto, come emerge dalla
telefonata del 04.01.2012 in cui l’impiegata Grazia Marletta (detta Grace) si era avveduta di un
possibile errore di contabilizzazione delle spese di “prenotazione dell’amico nostro” chiamando per
tempo il Proto per porre riparo al problema.
Ma il dato forse più inquietante è rappresento dal fatto che il citato soggiorno al Baja Verde di
Acicastello non rappresentava affatto un evento isolato, come emerge dalla telefonata del
20.04.2012 ora 19:20:39 nella quale i due indagati, dopo i soliti confidenziali convenevoli (C:
Mimmuzzo! P: Amore mio, a che punto sei? C: Sto... alle otto sono da te.) discutevano di una nuova
prenotazione, così il Proto: Alle otto. Senti ascoltami sto chia... sto chiamando qua la Baia Verde, Gianfranco.
Analogamente rileva l’intercettazione del 28.04.2012, ora 13:06:15, nel corso della quale
l’impiegata Marletta (Grace) informava che stava predisponendo il “full credit nostro” sempre al
Baja Verde ricevendo conferma dal Proto che la prenotazione interessava, oltre che Gianfranco,
“sua moglie e i suoi figli”.
Ma con riferimento ai soggiorni passati da Cannova e la sua famiglia presso il citato Hotel di
Acicastello rilevano gli accertamenti di PG dai quali risulta che presso tale struttura alberghiera
(VOL. II aff. 736 ss) tra il 2008 ed il 2012 il predetto indagato vi ha soggiornato una ventina di
volte, in periodi differenti dell’anno anche con il suo nucleo familiare al completo (moglie ed i
due figli).
In particolare (per come evidenzia il requirente nella sua richiesta di misura) dalla consultazione
del registro dell’albergo, si rilevava:
- che in quasi tutte le circostanze la prenotazione era stata effettuata sempre da personale
della società Oikos: dalla Marletta Grace o da Arcidiacono Giuseppe;
- che le relative fatture erano tutte intestate alla ditta OIKOS, fatta eccezione per un solo
pernottamento in cui era stata emessa ricevuta fiscale intestata a CANNOVA
Gianfranco;
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- che quasi tutti i pagamenti erano stati eseguiti a mezzo di bonifico bancario effettuato da
parte della società OIKOS sul conto corrente dell’Hotel Baja Verde, fatta eccezione per
il soggiorno del 6/7 febbraio 2009, saldato a mezzo di carta di credito personale del
Presidente della OIKOS Spa, Proto Domenico, Master Card n.5529750078104933 con
validità 05/2013;
- che due pagamenti, relativi ai soggiorni del 20/21 aprile 2012 e del 28 aprile 2012- 01
Maggio 2012, erano stati effettuati a mezzo bonifico bancario da parte dell’avv. Sudano
Salvatore (come da informazioni in possesso della P.G. legale del Proto): precisamente i
pernottamenti su citati venivano saldati entrambi in data 21/06/2012 con la seguente
causale “Bonifico CRO 00237545807 Sudano Salvatore saldo fattura 933-137-1471
causa erroneo bonifico da OIKOS spa”. Intervistato informalmente sul punto il vice
direttore dell’albergo, Valenziano Aldo Santagelo, gli veniva richiesto il perché la
fattura fosse stata saldata dal Sudano e per di più dopo tutto questo lasso di tempo. Lo
stesso riferiva che è prassi della OIKOS s.p.a. saldare le sue fatture, unificando più
pagamenti già lasciati in sospeso, e che l’albergo non aveva interesse alcuno nel
verificare di chi si faccia carico della spese sostenute dal cliente.
In buona sostanza risulta che società OIKOS s.p.a., di cui il Proto è presidente, ha versato alla
struttura alberghiera, in soli quattro anni, cioè dal 2008 al 2012, una somma complessiva pari ad
euro 31.152,30 per i costi sostenuti dal Cannova Gianfranco e dalla sua famiglia.
Un impegno di spesa davvero non spiegabile se non quale corrispettivo degli illeciti servigi posti
in essere dal Cannova come funzionario pubblico corrotto.
Del resto i rapporti del Cannova con il Proto ma anche con il citato avv. Salvatore “Chicco”
Sudano, legale di fiducia di Proto (il quale come visto ha saldato almeno due fatture al Baja
Verde a causa erroneo bonifico da OIKOS s.p.a.), emergono dall’intercettazione del 04.02.2012,
ora 17:00:12, nella quale i due predetti indagati progettavano un incontro anche con l’avv.
Sudano finalizzato all’emissione di un provvedimento amministrativo di competenza dell’ufficio
del Cannova.
Il dato inquietante è ancora una volta rappresentato dal fatto che il Cannova ed il Proto, in
spregio a qualsiasi regola legale ed amministrativa, concordavano al telefono ed in termini
confidenziali il contenuto del provvedimento.
Addirittura era il Cannova a suggerire al Proto di chiedere l’aumento della tariffa per il
conferimento dei rifiuti in discarica ai Comuni interessati assumendo un ruolo di “consulenza”
del tutto alieno alle sue funzioni pubbliche.
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Sul punto è il caso di precisare che i Comuni pagavano alla società OIKOS euro 9,25 per
tonnellata di rifiuto trattato presso l’impianto di pretrattamento/selezione di rifiuti non pericolosi
(VOL. II aff. 196 ss notifica decreto di tariffa di smaltimento del 15.04.2011 a firma di
Gianfranco Cannova) ed altri euro 72.57 per ogni tonnellata di rifiuto che veniva poi conferito in
discarica.
Nel corso di questa conversazione, che ha davvero del paradossale per la disinvoltura del
funzionario corrotto nel cercare di agevolare il suo “privato finanziatore”, si apprende che la
società del Proto non aveva richiesto l’aggiornamento della tariffa negli ultimi cinque anni, una
tariffa che, come sostenuto sempre dal ben informato Cannova, poteva essere ritoccata ogni sei
mesi per legge.
In questo senso il Cannova, illegalmente zelante rispetto agli interessi economici del Proto,
suggeriva a quest’ultimo di chiedere immediatamente l’aggiornamento posto che l’autorità
competente per l’approvazione del tariffario in quel momento era rappresentata dal Cannova
medesimo: C: E' giusto? Quindi, se tu vuoi, la revisione della tariffa, non della TIA (Tariffa Igiene Ambientale
ndr), della tariffa la puoi chiedere a me direttamente..
Un’attività nella quale il Cannova esternava anche l’escamotage per giustificare una simile
istanza da parte del Proto legata all’aumento del costo del gasolio per movimentare i mezzi della
sua azienda: C: ...Mimmo...Mimmo...una cosa una cosa sola. La tariffa di 5 anni fa. ma tu lo sai il gasolio a
quanto era 5 anni fà?.
Una spregiudicata “consulenza” che destava l’immediato interesse del Proto il quale ventilava il
profitto derivante da tale operazione vista la piena disponibilità del funzionario corrotto con il
quale direttamente si rapportava: P: Ma perchè ti dico che io materialmente...di fatti...eh...se se entro questo
mese non si presenta nessuno, io veramente la imbuco. mi fermo! Nel senso, stacco i ragazzi, gli faccio fare
praticamente 15 giorni 20 giorni di lavoro, ti presentiamo la.. ti chiediamo l'aggiornamento tariffa, veramente
e...via!
Un interventismo persino eccessivo che induceva il Cannova a sollecitare maggiore cautela nei
passaggi burocratici che avrebbero potuto destare sospetti (“Se tu invece chiedi l'aggiornamento della
tariffa, passi per stronzo”) sia pure garantendo, per suo conto, un completo interessamento personale:
C: Aspè Mimmo! Aspè! Ti dò un'altra chiave di lettura, un'altra soluzione. E...io sto mettendo avanti
l'aggiornamento...ora a Febbraio programmo la prima conferenza,..in occassione dell'approvazione dell'AIA
dell'aggiornamento... (…)Lo so..lo so..lo so!...e tutto questo incide, incide tantissimo. Ecco perchè non si può tenere
quella tariffa. Infatti la questione va rivista, però la camuffiamo, come AIA. Capisci?.
Dunque mediante l’espediente, suggerito ancora una volta dal Cannova, di “camuffare” la
richiesta di aggiornamento delle tariffe nell’ambito del rinnovo dell’autorizzazione AIA il
risultato sarebbe stato sicuro e praticamente indenne da possibili censure anche formali: C: ..tu
presenti l'aggiornamento della tariffa, non c'è bisogno che tu la fai esclusiva...la fai conseguenziale
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all'aggiornamento dell'AIA.... (…) C: Capisci? Quindi abbiamo la possibilità con questa scusa di andare a rivedere
tutte cose......
Un accordo che consentiva a questi due soggetti, che agivano all’unisono (“abbiamo la
possibilità”), di avere davvero la possibilità “con questa scusa di andare a rivedere tutte cose” con
evidente interesse illecito per la società del Proto e pari detrimento economico per le pubbliche
risorse.
Un’operazione il cui esito positivo era praticamente scontato visto che il Cannova contava di
interferire direttamente sulla procedura in oggetto convocando personalmente il “dipartimento”
in commissione che si doveva interessare: E' chiaro, è chiaro. No ma guarda che il dipartimento, il
dipartimento, dal momento in cui vado a discutermi la tariffa, lo convoco io in commissione. Ad Emanuele così
glielo faccio vedere io come si lavora, a questo gra....emerito cretino!
Questo caustico riferimento ad “Emanuele” è da individuare in Vincenzo Emanuele, Dirigente
Generale del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti.
L’elevato grado di compromissione esistente tra i due indagati emerge anche dal fatto che,
sempre nel corso di questa conversazione, il Cannova finiva per concordare direttamente con il
Proto la scansione dell’attività dell’ufficio pubblico in cui operava: C: Senti e invece un'altra cosa!
Appena siamo assieme, blocchiamo una data Mimmo che devo cominciare con le prime conferenze. P: Ah! Certo,
certo! C: Vediamo che che data può essere buona. Io la vorrei fare la prima per fine febbraio..... P: Si! C:
Vedi,verifica con Veronica come è la situazione, se va bene per voi se si può fare.
Ancora una volta, dunque, il Cannova agiva e si prodigava nell’interesse del Proto asservendo la
sua funzione pubblica.
La questione dell’aggiornamento delle tariffe veniva ripresa nella telefonata intercettata
l’11.02.2012, ora 14:10:31 nel corso della quale sempre i due indagati concordavano l’intervento,
a mo’ di intermediazione, che il Cannova si impegnava a svolgere per l’indomani mattina
recandosi presso la sede degli uffici del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti a
contattare il dirigente generale Vincenzo Emanuele anche per la questione dell’aggiornamento
della tariffa: GIANFRANCO = Così andiamo a giustificare anche la tariffa. DOMENICO = No giustificare
cioè a...ad aggiornare la tariffa. GIANFRANCO = Andiamo ad aggiornare la tariffa certo.
In pratica il Cannova si offriva quale “apripista” verificando se vi erano le condizioni per un
incontro diretto tra il Proto ed il dirigente Emanuele: E..e allora facciamo una cosa Mimmo, se tu sei
d'accordo,dammi l'ok, io alle dieci telefono in via Catania e chiedo la disponibilità, appena mi danno la
disponibilità, io ti telefono, però tu a mezzogiorno devi essere qua.
Peraltro risulta che nell’incontro con il dirigente Emanuele il Proto avrebbe dovuto perorare
anche un'altra questione, sempre di suo diretto interesse economico, legata a dei finanziamenti
che erano in sospeso: DOMENICO = Io faccio veramente richiesta...diretta per i fini finanziamento...punto
paghi non paghi e...e come è messa questa situazione.
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Dunque l’ennesimo impegno personale di Cannova con un afflato davvero inusuale, almeno se
slegato alle illecite controprestazioni ricevute dal Proto.
Dalla successiva telefonata del 13.02.2012, ora 09:21:39, si ottiene conferma del fatto che il
Cannova, come concordato con il Proto, si sia effettivamente e prontamente prodigato per
ottenere l’appuntamento con Emanuele a mezzo del dirigente coordinatore di ARPA Domenico
Michelon.
Ma l’elemento probatorio che davvero comprova lo spessore del rapporto illecito intessuto dagli
indagati si ricava dal contenuto dell’intercettazione del 14.02.2012, tra Cannova e suo figlio
Paolo, captata all’interno dell’auto dell’indagato
Un dialogo che come sagacemente osservato dal PM “si commenta da sola” dal momento che il
Cannova finisce per confidare al proprio figlio, in questo momento di “intimità familiare”, il suo
rapporto di “collaborazione” (rectius di corruttela) al soldo del Proto, peraltro enfatizzato per le
sue disponibilità economiche: G: Cioè, quello che io guadagno in un anno, lui lo guadagna in un mese. P: E
perché non ti da un po di soldi a tia (n.d.r. te)? G: Se io lavoro mi da… mi da soldi pe… non regala nessuno niente,
Paolo.Se tu li meriti perché sei bravo e lavori, te li danno. P: Ma tu con Mimmo ci collabori? G: Certo! P: E quindi
te li da i soldi? G: Certo! Non lo vedi che abbiamo lav… abbiamo parlato di lavoro? P: Quanti soldi ti ha dato? G:
Dipende quello che faccio, se guadagno 10.000 mi da 10.000, se guadagno 5.000 mi da 5.000.
Un dialogo che davvero non merita commenti aggiuntivi tanto più che è lo stesso Cannova a
confessare al figlio che i suoi servigi prezzolati venivano pagati in base al loro intrinseco valore
(Dipende quello che faccio, se guadagno 10.000 mi da 10.000, se guadagno 5.000 mi da 5.000).
Questo rapporto di corruttela, già chiaro nei suoi elementi essenziali, viene ulteriormente definito
dai dati probatori che seguono muovendo dalla conversazione telefonica del 25.02.2012, ora
12:54:45, nella quale il Cannova, più che da impiegato regionale, sembra agire come burocrate di
Domenico Proto.
Più esattamente il Cannova telefonava al funzionario ARPA Domenico Michelon fissando con
questi un colloquio per il Proto (Si... che faccio ti fisso un appuntamento per martedì, fermo restando che tu
stai bene, oppure preferisci prima?) sapendo che il Michelon aveva in precedenza cercato, recandosi a
Catania, lo stesso Proto.
Subito dopo (12:56:03) il Cannova chiamava il Proto comunicandogli l’appuntamento e
facendogli capire la serietà della convocazione da parte del Michelon: Senti ...martedì lascia tutte
cose e scendi a Palermo! (…) C: Non prendere impegni, non devi mancare assolutamente. Non te lo faccio prima
l'appuntamento perchè ha la febbre.E' malato e ha la febbre. (…) però dice che c'è una certa urgenza.
Uno scambio di battute nel corso delle quali il Proto non aveva alcuna remora a confidare al
“sodale” Cannova che lui, per suo conto, si stava muovendo sempre al fine di influenzare le
procedure amministrative di interesse: P: Io, io ....ripeto non ho potuto parlare con i miei, ma lunedì
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mattina, non li disturbo oggi perché... lunedì mattina veramente mi aggiorno, perché non ho... non c'ho potuto
parlare, diciamo cosa è avvenuto, cosa non è avvenuto, so che di fatto, ho sent, ho saputo veramente che c'è stato
un articoletto diciamo su Catania..ora... io presumo che a quella riunione si riferisce questo messaggio che io ho
ricevuto. hai capito? (...) P: … io, io, io farò in modo allora visto che stasera veramente, farò in modo oggi, con la
giornata di domani di incontrare quello "alto alto" cerco di anticipare dai..”.
Ma un altro settore nel quale il Cannova ha esperito i suoi uffici a pagamento nell’interesse del
Proto è rappresentato dalla vicenda che riguardava le iniziative intraprese dal Comune di Motta
Sant’Anastasia per avviare le procedure per porre un vincolo paesaggistico, previo parere della
Sovrintendenza ai Beni Culturali, che avrebbe potuto nuocere alle iniziative imprenditoriali del
Proto.
Quest’ultimo, come anticipato, all’epoca dei fatti gestiva due discariche, entrambe ai confini tra
i comuni di Motta e di Misterbianco, sempre in provincia di Catania:
- la prima discarica, sita in C.da Tiritì, era già operativa ed aveva provocato le lamentele
della cittadinanza di Misterbianco per i cattivi odori e miasmi dalla stessa provenienti;
- la seconda discarica, sita nell’adiacente C.da Valanghe d’Inverno, era stata già
autorizzata dalle autorità competenti, ma non era ancora operativa in quanto in attesa del
collaudo dell’ampliamento richiesto dal Proto.
Il Comune di Motta Sant’Anastasia voleva ampliare il vincolo paesaggistico intorno al parco del
castello di circa 200 metri un’iniziativa che, di fatto, sarebbe andata contro l’ampliamento della
discarica sita in C.da Valanghe d’Inverno.
Un’eventualità che destava i malumori del Proto come si evince dalla conversazione 28.02.2012,
ora 10:01:35, nel corso della quale il Cannova, ancora una volta, si poneva completamente “a
disposizione” in specie prospettando di intervenie sull’Assessorato al Territorio: “a questo punto
devo entrare in gioco io.”.
Emerge la strategia pianificata dal Proto e dal Cannova con il solito trasporto di quest’ultimo
chiaramente indotto dagli indebiti corrispettivi ricevuti nel tempo secondo quella massima
esternata dallo stesso Cannova al proprio figlio: “non regala nessuno niente”.
Rinviando alla lettura anche di questa interessante conversazione, si riportano solo alcune delle
frasi più salienti pronunciate dall’arch. Cannova: No ma siamo noi che sciogliamo il vincolo, come
territorio (…) Ah...ah ho capito, ma Mimmo ti ripeto ci sono sempre degli aspetti....allora a questo punto può essere
che deve entrare in gioco io con....con Mimmo perchè...gli devo spiegare come stanno le cose. (…)
Allora....consiglio comunale, il consiglio comunale sa di quello, la nuova proposta che fa, la sovrintendenza, come
se la fa la sovrintendenza, ma in realtà è studiata no! ? e praticamente di arrivare al confine, con tutta l'area di
discarica. (…).
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Riguardo alle dazioni di denaro emblematica è l’intercettazione ambientale registrata alle ore
18.00 del 28.02.2012, nel corso della quale il Proto, salito nell’auto del Cannova, consegnava
una “mazzetta” di euro 5.000: Gianfranco, dico ci sono 5000 euro qua, te li sto ammucciando qua dentro.
Una consegna avvenuta al termine di un incontro tenutosi a Palermo presso il ristorante “Papoff”
di Via I. La Lumia n. 28, tra lo stesso Proto, Cannova e Domenico Michelon (VOL. II aff. 643 ss,
annotazione di indagine); una dazione che conferma il contenuto di quella discussione, più sopra
commentata, tra il Cannova e suo figlio circa i pagamenti ricevuti dal Proto parametrati a
seconda dei rispettivi interventi.
Come congruamente argomentato dal PM tale modalità di consegna delle “mazzette” si ripeterà
anche altre volte dal momento che l’imprenditore Proto, quando era a bordo dell’autovettura del
Cannova, era solito riporre il denaro nel vano portaoggetti dell’autovettura.
Il solido rapporto delittuoso tra i due indagati è ricavabile anche dalla conversazione telefonica
del 03.03.2012, ora 09:55:43, nella quale il Proto non aveva remore a confidare al Cannova del
suo incontro avuto con l’allora Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, il quale
era anche Commissario Straordinario all’Emergenza Rifiuti; un dialogo nel quale il Cannova
tranquillizzava il Proto circa eventuali esiti negativi legati alla vicenda “no discarica”
precisando che comunque “le carte” - ovvero tutta la burocrazia della discarica – dovevano
passare per il suo ufficio (PROTO: ... ma, mi dicono che c'è un decreto pronto, che devo dire..di sospensione...
CANNOVA: ... ma ma... ti ripeto a me non risulta, a meno che non lo fà quello stronzo per i fatti suoi senza farmi
sapere niente, ma tutte le carte ce li ho io, comunque Mimmo.. ).
La “disinvolta confidenza” tra i due indagati è avvalorata dagli altri elementi in atti a partire dai
contatti intrattenuti dal Cannova anche con l’avv. Sudano Salvatore (“Chicco”), come detto
legale del Proto, il quale ha anche inviato una sua memoria intercettata con e-mail (VOL. II aff.
404 ss).
Un documento di notevole rilevanza dal momento che contiene, in pratica, la risposta che il
Cannova a nome dell’ufficio che rappresentava quale funzionario dell’Assessorato al Territorio,
avrebbe dovuto fornire alla richiesta della Provincia Regionale di Catania di parere sulla chiusura
della discarica di C.da Valanghe d’Inverno (come detto sita nel Comune di Motta
Sant’Anastasia) e sull’annullamento del decreto AIA già emesso.
In merito a tale vicenda è bastevole evidenziare come il Cannova, conversando telefonicamente
con l’avv. Sudano (05.03.2012 ora 12:49:01) indichi la necessità di tale atto (CANNOVA: Senti
Chicco hai parlato con Mimmo? SUDANO: Ehhh si si si... CANNOVA: Eh mi serve questo documento
Chicco....) peraltro chiedendo di inviare questo compromettente allegato via e-mail e non via
FAX come suggeriva di fare il Sudano, ritenendo che in quel momento la posta elettronica al
proprio indirizzo personale (gcannova@email.it) fosse un metodo di trasmissione più “riservato”:
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SUDANO Posso mandarlo un fax... riprovo a mandarlo con , con.. CANNOVA: No per email Chicco,
riproviamo per email ….che è più riservato
Dalla lettura di tale allegato, avente ad oggetto “DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI - C.DA
VALANGHE D’INVERNO - MOTTA SANT’ANASTASIA (CT) – RICHIESTA DI ANNULLAMENTO DECRETO A.I.A. N. 221
DEL 19/03/2009” e riportato per esteso nella richiesta di misura, si evince come il Proto, a mezzo
del suo legale, abbia stilato una minuta del documento che lo stesso Cannova avrebbe dovuto
redigere evitando di incorrere, per così dire, in locuzioni non gradite al proprio complice e
finanziatore privato.
L’ennesima conferma (laddove ve ne fosse ancora la necessità) dell’asservimento del Cannova ai
desiderata dell’imprenditore catanese tanto più che l’allegato in questione (che così esordisce:
“Facendo riferimento all’Impianto di Discarica per rifiuti non pericolosi di cui in oggetto si rende noto che lo
scrivente ha autorizzato con Decreto A.I.A. n° 562 del 27.06.2007 l’Impianto di Discarica per rifiuti non
pericolosi attualmente esistente …”) contiene una serie di indicazioni tutte evidentemente e
smaccatamente a favore dell’impianto del Proto.
Altro aspetto della corruttela emerge da quel passo della conversazione telefonica del 05.03.2012
ora 16:59:14 nel quale tra l’altro il Cannova, pur di favorire il suo interlocutore Proto, gli
confidava di aver preparato un “provvedimento negativo” in relazione all’autorizzazione AIA ad
un altro sito di discarica gestito nel comprensorio del Comune di Ramacca.
Un’attività concorrente il cui avvio, ad avviso degli indagati, avrebbe compromesso la possibilità
di ampliamento della discarica sita in C.da Valanghe D’Inverno ubicata nelle vicinanze del
comune di Motta S. Anastasia; proprio la connessione di queste due pratiche spiega il significato
della locuzione del Cannova: Mimmo, io su Ramacca sto facendo il provvedimento negativo....e lo metto
subito alla firma.
Peraltro da questo stesso dialogo emerge (ancora una volta) la sinergica azione per cercare di
influenzare, in ogni modo, le pratiche di interesse del Proto; in specie i due commentavano un
pranzo fissato per l’indomani a cui avrebbe partecipato anche il funzionario del Dipartimento
Acque e Rifiuti, Domenico Michelon, sub-commissario all’emergenza rifiuti, un evento tra
l’altro così commentato: Cannova: [...] ma..scusami. se mi dici questo...se mi dici questo allora a quello che ci
siamo portati insieme a mangiare, fa il doppio gioco? [..] e...allora scusami! Prendiamo provvedimenti, Mimmo....è
inutile che andiamo a fare questa cosa... Proto: Alt..alt....alt.....domani noi andiamo a pranzo, e noi domani invece
io ti dico, io un minuto prima ti dico che cosa attivo. Perchè devo mandarlo veramente...... Cannova: ...ma tu sei
sicuro che...tu sei sicuro che non ci piglia per il culo? Proto: Scusami! Io ti sto dicendo...Cannova: ..a questo
punto...a questo punto c'è il dubbio che c'è il forte..il forte sospetto che ci sta prendendo per il culo.
Del resto il Cannova riguardo alla questione della discarica di Ramacca così si è espresso
conversando sempre con il Proto: C:Senti secondo te allora alla luce di tutto questo,giorno otto nel momento
in cui vado a fare il provvedimento di chiusura di Ramacca, tutto questo casino dovrebbe finire? P: Ma, secondo
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me, sì! O se non finisce.. C: ..io ti posso dire una cosa... P: ...scusa...se non finisce... C: ..eh.. P: .....sol perchè non
si può assolutamente far finirlo si capirebbe chiunque, io l'ho denunziato, tu immagina che io lo denuncio, giusto?
Anzi ti dico una cosa. In un provvedimento che ricevo per la prima volta, leggo quello che mi ero veramente già
confidato con una persona, ..dicendo: scusami, fino a....stanno chiedendo...fino ad oggi avevano chiesto, solo ed
esclusivamente il ritiro del decreto. La battaglia, tu ti puoi guardare tutte le carte. Riflettici. Oggi trovo un
documento dove dice :ritirare il decreto e prendere provvedimenti per la polvere e per il cattivo odore. per la prima
volta. C: Minchia! Ancora per la polvere ci rompono i cazzi...
Un dialogo (alla cui lettura si rinvia) i cui termini e i cui contenuti davvero non meritano altri
commenti dal momento che il Cannova si esprimeva come se fosse stato lui l’imprenditore
interessato alla pratica amministrava e non il funzionario pubblico dell’ufficio regionale.
Questo incontro a pranzo preannunciato dai due indagati (Allora domani Allora pranzo una e mezza ...e
poi lasciamo l'amico e ce ne andiamo a passeggiare...) aveva effettivamente luogo l’indomani (giorno
06.03.2012) presso il già citato ristorante “Papoff” di Via I. La Lumia, come accertato dalla
Polizia di Stato (VOL. II aff. 644 ss), che ha segnalato l’incontro ed il pranzo tra Domenico
Proto, Gianfranco Cannova, Domenico Michelon e Roberto Li Causi, questi ultimi funzionari del
Dipartimento Acque Rifiuti.
Oltre a dover sottolineare - come ha già fatto il PM nella sua richiesta di misura - “l’atipicità” di
un simile consesso in ambienti non istituzionali tra i funzionari pubblici ed un soggetto privato
interessato in un procedimento amministrativo gestito da quegli stessi funzionari (Michelon
svolgeva il ruolo di sub-commissario delegato all’emergenza rifiuti ed il Dipartimento Acque e
Rifiuti era soggetto istituzionale coinvolto nelle Conferenze dei Servizi), va rimarcato che il
Cannova, prima dell’arrivo del Proto, ha incontrato brevemente nella sua autovettura Michelon e
Li Causi “preparandoli”, per così dire, sulle tematiche di interesse di “Mimmo” (cioè del Proto)
in specie mostrandosi contrariato per la procedura di annullamento in autotutela del precedente
decreto di autorizzazione a favore della società OIKOS, che l’ingegnere Natale Zuccarello,
avrebbe messo alla firma del Dirigente Arnone Giovanni, all’insaputa del Cannova stesso: C: Si!
Ce l’ho qua la nota, ora te la faccio vedere. Aspetta, l’ho fotocopiata? Mi pare di si… noi… ora ti faccio vedere un
po’ di carte che…
Oltre ad emergere l’acredine del Cannova verso il suo superiore ing. Zuccarello, proprio in
quest’occasione il Cannova suggeriva a questi suoi interlocutori prudenza nei dialoghi telefonici
(evidentemente non immaginando che la sua autovettura era intercettata): C: Non ne abbiamo ancora
parlato perché non ci siamo… no, non ce n’è cinta Mì. Ho abolito la cinta. Non ho ancora notizie, c’è andato
domenica comunque, per evitare che ogni volta ci sentiamo sempre per telefono, minchia sempre a parlare per
telefono mi secca.
Ma la ragione di questo incontro presso il ristorante “Papoff” viene resa esplicita dalla telefonata
tra Proto, che era in viaggio per Palermo, e la sua collaboratrice Veronica Puglisi; in specie
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quest’ultima illustrava il contenuto dei documenti da lei confezionati e consegnati appositamente
allo stesso Proto da portare in questa riunione conviviale.
Si trattava della documentazione inerente le procedure di AIA e di VIA afferenti la società
OIKOS, documenti taluni indirizzati anche allo stesso ing. Michelon, ovvero uno dei
commensali.
A fine pranzo il Proto saliva a bordo dell’autovettura del Cannova, ove si consumava un ulteriore
pagamento di tangente così documentato nell’intercettazione ambientale: Proto: Io qua mi trovo circa
2000 euro, se tu sei a terra terra… Cannova: No, me l’hai dati l’altra volta… Proto: … e te li lascio no…
Peraltro in questo colloquio in auto pare che il Proto manifestasse al Cannova l’intenzione di
voler pagare anche il dirigente Michelon, un’ipotesi che veniva avversata dal Cannova che
alludeva a precedenti possibili infruttuosi pagamenti: P: Scusa, scusa, ci faccio firmare sta cosa, la
relazione, che vi do, dice, venti trentamila euro pure per incomprensibile C: Ma che sei folle? P: Non ce ne ho dato,
come glieli do… C: No, tu non gli devi dare niente… P: Mimmo? C: Ma se tu mi racconti che lui è così e ti danno la
conferma, ancora ancora legna ci devi mettere nel fuoco?
La conversazione in auto verteva poi su altre criticità che interessavano Proto e di cui questi
chiedeva consiglio al Cannova.
In particolare Domenico Proto si lamentava del fatto che il CRU - Consiglio Regionale
all’Urbanistica - organo dell’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente (ARTA), tra i cui
compiti rientrava quello di esaminare ed emettere pareri in merito ai Piani Regolatori Generali ed
agli altri strumenti di pianificazione urbanistica, presieduto dall’Assessore Regionale al
Territorio, fosse in procinto di effettuare delle non meglio precisate verifiche su qualcosa che
interessava Proto.
Anche rispetto a queste problematiche il Cannova (anche in virtù del pagamento sottobanco dei
due mila euro da poco ricevuti) non mancava di dare il proprio interessato consiglio sul da farsi
ripromettendosi di “intercettare” chi di dovere: Si Mimmo, ma appena arriva al CRU la cosa si può
risolvere tranquillamente perché intercettiamo tutti i componenti del CRU, che fa scherzi? Ce ne sono tre di
Palermo di cui due li conosco io.
Il giorno seguente, 07.03.2012 ora 19:03:28, veniva intercettata l’ulteriore conversazione
telefonica tra i due indagati nella quale, tra l’altro, il Cannova preannunciava l’invio di un fax
con un decreto di interesse per il suo interlocutore nonché riferiva che aveva già iniziato la sua
attività per influenzare, muovendo i suoi “canali ed amicizie”, l’esito della riunione programmata
per il 13 marzo 2012 tra i vari soggetti istituzionali al fine di affrontare le problematiche della
discarica sollevate dalla collettività.
Un dialogo nel quale riemerge il timore dei due indagati rispetto all’ing. Natale Zuccarello,
diretto superiore del Cannova, il quale veniva additato come favorevole alla revoca
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dell’autorizzazione AIA per la discarica di C.da Valanghe d’Inverno (… perché se tu lasci le cose in
mano a Zuccarello quello fa di tutto e di più e lo utilizza per il suo fine , e gli ho spiegato tutte le cose come stanno
il problema di Ramacca il problema Bios il problema... Oikos che cosa stanno tentando...perché insistono sulla
revoca della nuova vasca e non della vasca dove potrebbero nascere i problemi degli odori .....a loro degli odori
non gliene fotte niente loro voglio puntare sull'eliminazione della vasca perché è quella che dà fastidio per andare
a realizzare i loro giochi.).
Nella parte conclusiva del dialogo i due indagati alludevano all’imminente loro viaggio a Roma,
programmato per il 19 marzo 2012, ed al “festino” con delle prostitute organizzato dal Proto
rientrante anche questo tra le “utilità” facenti parte del patto corruttivo. D: due ore di giorno e due ore
scure di sera, bionde e scure diventano quattro ore ! G: certo, certo mi pare giusto.
Il 13 marzo 2012, giorno della riunione preannunciata dagli indagati, si captavano ulteriori
conversazioni di interesse tra cui il dialogo in cui il Cannova preannuncia al Proto l’intenzione
di voler registrare con il suo telefono cellulare questa riunione istituzionale: te la registro tutta la
questione. (…) C: Mimmo, ma tu lo conosci il samsung? (…) C: basta che lo posi sul tavolo, lui fa tutte cose da
solo, tu non è che devi fare niente.
Un’idea che all’inizio sembra ardita persino allo stesso Proto il quale tuttavia alla fine
acconsentiva viste le ampie rassicurazioni del Cannova: P: Eh... va bene. C: Quindi non devo fare niente,
non devo mettere niente addosso. P: incomprensibile C: Metto il telefonino sul tavolo e lo metto... faccio finta che
lo metto in silenzioso. P: Ok.
Puntualmente a fine giornata il Cannova metteva al corrente il Proto sull’esito della riunione, in
una lunga conversazione telefonica anche questa in atti registrata.
Rinviando alla lettura della trascrizione dell’intercettazione, nella quale il Cannova relazionava
nei dettagli il suo interlocutore, è bastevole considerare che tramite queste rivelazioni
l’imprenditore catanese veniva prontamente ed indebitamente messo a conoscenza di particolari
riservati riguardanti anche la sua pratica amministrativa relativa alla discarica di contrada Tiritì a
Motta San’Anastasia.
Una riunione alla quale hanno partecipato vari esponenti amministrativi ed istituzionali tra cui i
rappresentanti dei Comuni interessati nonché i funzionari della Regione Sicilia come il Dirigente
Generale del Dipartimento Acque e Rifiuti, Vincenzo Emanuele.
Un resoconto infarcito dai soliti commenti del Cannova circa la sua disponibilità nel perorare in
ogni modo gli interessi della società del Proto descrivendo, al contempo, il comportamento degli
altri partecipanti alla riunione (C: Comunque, in tutto questo MICHELON non ha aperto bocca,
completamente.) ed additando chi, al contrario, cercava (come Zuccarello) di frapporre ostacoli: C:
Non lo puoi capire, guarda, se non senti questa registrazione...
Notizie segrete e riservate che riguardavano anche le diverse amministrazioni locali rappresentate
dai sindaci partecipanti a tale riunione il cui contenuto il Cannova era compiaciuto di aver potuto
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registrare con il suo cellulare: C: Minchia infatti io avevo il registratore proprio davanti la sua bocca,
bellissimo guarda, minchia venne uno spettacolo questa cosa.
Di questa registrazione, così segretamente operata dal Cannova, gli indagati tornavano a
discutere nel loro dialogo intercettato il 24.03.2012, ora 09:17:53, nel corso del quale
concordavano le modalità per consentire al Proto di scaricare nel suo Samsung il file audio (Io ho
queste cose nel telefono, che devo assolutamente scaricare, prima che le perda. Quindi è preferibile... (…)Tanto tu
il cavetto Samsung ce l'hai.)
Ma soprattutto nella conversazione in questione il Cannova tornava a pianificare la strategia di
intervento per favorire indebitamente il suo interlocutore che veniva rassicurato nei seguenti
termini: C:… allora, per quanto riguarda la questione, non ci sono state più novità, ZUCCARELLO mi ha
consegnato nuovamente tutto l'incartamento OIKOS, e le carte ce le ho tutte io, quindi, questo significa che poi non
c'è stato un seguito. (…) C: Quindi è probabile che ci sia la seconda fase. La seconda fase consiste nel fatto che si
sono dedicati alle elezioni e non rompono più i coglioni. Perchè hanno interessi sulle elezioni, questi..
Ancora una volta questo funzionario infedele garantiva un’incondizionata presa di posizione pur
di agevolare l’imprenditore (“ci mettiamo in mezzo”) così dando nuova linfa all’accordo criminoso:
C: No, ci mettiamo in mezzo, perchè, praticamente, andiamo a vedere tutti i limiti ed i vincoli che ci sono, appena si
vede che si vanno a toccare gli interessi di attività produttive, allora si levano subito. Anche perchè un parco
significa bloccare, qualunque,iniziativa.
Per porre in essere questo obbiettivo, che peraltro ricalca quello costantemente seguito dal
Cannova, costui si prestava addirittura a chiamare personalmente la segreteria del Dirigente
Generale Vincenzo Emanuele fingendo di essere Domenico Proto e chiedendo, a suo nome, un
incontro, come risulta dalla telefonata del 26.03.2012 ora 12.32.45 tra il Cannova ed il segretario
del dirigente Emanuele: S: Intanto lei è il signor? C: Proto, Domenico Proto. S: Il nome scusi? C: Domenico
Proto. S: Domenico. Ha detto Oikos, ho sentito bene? C:Si.
Così fissato questo appuntamento, altrettanto “diligentemente” il Cannova si premurava di
avvisare il Proto: Sms: "l appunt e per martedi o giovedi. tieniti pronto".
Riguardo alle ulteriori utilità ricevute dal Cannova viene in rilievo l’episodio di quel
televisore/impianto stereo, del prezzo di ben 16 mila euro (A: … parliamo TV, piedistallo motorizzato, le
due casse frontali quelle elettrostatiche, le due casse posteriori e il subwoofer col telecomando. C: Parliamo sedici
con fattura?), che il Proto ha messo a disposizione del Cannova quale ulteriore corrispettivo della
corruzione, pagando almeno 10 mila euro della somma totale.
Anche questo fatto è analiticamente ricostruito nella richiesta di misura, alla quale continua a
farsi rinvio, sicché è bastevole in questa sede osservare che la ricezione di questo
televisore/stereo veniva direttamente sollecitata dal Cannova parlando telefonicamente con un
impiegato dell’esercizio commerciale “PICK-UP HI-FIDELITY S.R.L.”, sito in via Catania 16;
peraltro era lo stesso Proto che, conversando con il Cannova, si interessava anche di questa
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vicenda del TV (“… nel frattempo andiamo per quel tv, tu sei rimasto all'impiedi...(sic). Cioè ci sono cose, che
sono un po' ferme. E, farei il salto lo stesso, per le due e mezza mangiamo assieme?) e chiedeva al Cannova
conferma della ricezione di questo costoso apparato elettronico: P: Senti ma il televisore quell’amico te
l’ha portato o no? G: L’ho… minchia ora si sono stoccati le gambe, eh l’altro ieri mi hanno chiamato, dice sa
abbiamo finalmente la fattura ci… ci rissi va bè… quindi qual è la situazione, dice.. no.. abbiamo fatto il prezzo per
lei.. come il dottor… inconpr..senza iva.. P: Quanto ci viene? G: 2800… ci rissi guardi.. c’è possibilità di ridurre…
dice no perché questa è.. va bè… P: Allora te li faccio mettere in acconto... (…)P: Eravamo rimasti “a chisti
ciamma a fare avire autri 10000 euro” in più tu gli devi pagare la tua tv. ho detto: guarda a Gianfranco, ora sta
facendo brutta figura ….
Peraltro nel corso di quest’ultima conversazione ambientale, registrata il 29.03.2012 nell’auto del
Cannova, veniva captata l’ennesima consegna di denaro contante: P: Aspetta che ti lascio quelle cose.
G: Che mi devo lasciare? Che devi fare? P: Mettiti più avanti. G: Io non ti voglio far camminare con la borsa.
Mimmo mi metto là vicino..? A questo punto si sente il rumore dell’apertura del cassetto porta oggetti
dell’autovettura, un fruscio di banconote e la chiusura dello stesso P: Scusa t’abbastano i piccioli per Cappeddano?
G: Ancora te ne devo dare soldi!
La definitiva conferma dell’intervento del Proto nell’acquisto dell’impianto TV/stereo si ricava
da un passo del colloquio in auto avvenuto qualche giorno dopo, esattamente il 30.03.2012, tra
Cannova e la moglie Paduano Valeria la quale, come detto a conoscenza della corruttela del
marito, esclamava: P: Senti, ma Mimmo almeno qualcosa te la esce per questa cosa che hai fatto?....Quanto?
..Te li ha dati? ..DIECI? … Meno male che c’è lui!!perche’ con questo……Quanto ti costano questi, omissis.”,
ricevendo dal marito la seguente emblematica riposta di assenso: “G: Se ne fotte lui dei soldi.”.
Un altro importante settore nel quale il Cannova è intervenuto per agevolare il suo privato
corruttore è costituito dalla vicenda dei due guasti verificatisi nell’aprile del 2012 presso
l’impianto gestito dalla società AIKOS.
In particolare risultano emblematiche quelle conversazioni tra Proto o la sua collaboratrice
Puglisi Veronica (responsabile del piano sorveglianza e controllo della discarica della OIKOS) e
Cannova concernenti le iniziative per occultare tale vicenda e comunque per “limitare i danni”
conseguenti ai guasti tecnici con l’intervento del solito Cannova che si è prodigato illegalmente
per risolvere i problemi burocratici creando una sorta di “cortina di protezione”.
Rinviando alla richiesta di misura cautelare per la compiuta descrizione anche di questa vicenda
e dei passaggi burocratici che la caratterizzano è qui bastevole considerare che la OIKOS s.p.a.
all’epoca dei fatti gestiva gli impianti, complementari tra loro:
- di pretrattamento/selezione, denominato (IPPC);
- di discarica per rifiuti non pericolosi;
entrambi siti in contrada Tiritì del Comune di Motta S.Anastasia.
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Per lo smaltimento di tutti i rifiuti ricevuti, la citata società applicava, nei confronti dei
conferitori (A.T.O. e società di privati) e a seconda della destinazione dei rifiuti (verso l’impianto
di trattamento o direttamente in discarica), due distinte tariffe: quella relativa al trattamento
preventivo, pari a euro 72,57 a tonnellata, e quella relativa allo smaltimento definitivo in
discarica, pari a euro 9,25 a tonnellata.
Dalle indagini svolte risultano una serie di anomalie meglio dettagliate nel sopralluogo del 24
maggio 2012 (VOL. III aff. 592 ss), in specie veniva accertata, in una porzione d’area della
discarica, la presenza di rifiuti la cui tipologia non era consentito conferire ai sensi dell’art. 7
d.lgs. 36/03 o meglio:
- alcuni rifiuti che necessitavano in forza della loro tipologia, di essere sottoposti a
pretrattamento, che non avevano, invece, sostenuto;
- altri rifiuti (per esempio traversine in cemento armato, materiale in legno, plastica e
ferro, vedi foto da 21 a 25, VOL. III aff. 600-601) non potevano invece proprio essere
smaltiti in quella discarica, perché per tale tipologia è necessario uno specifico
pretrattamento con un impianto particolare, di cui la società OIKOS non dispone, per il
successivo conferimento in discarica per i rifiuti inerti.
A corredo di questa attività veniva acquisita la documentazione ambientale ed in particolare i
registri di carico e scarico e le “bindelle di pesa” dei rifiuti.
Come anticipato il guadagno della società era connesso alla quantità di rifiuto trattato, per cui la
stessa emetteva una prima fattura di trattamento, pari a € 72,57, e poi una seconda relativa allo
smaltimento definitivo in discarica € 9,25 a tonnellata, i cui importi sono ovviamente parametrati
alle quantità di rifiuto trattate e smaltite, dimostrabili dalle attività di pesa e tenuta dei registri.
Il fermo impianto verificatosi nell’ultima settimana di aprile 2012 non ha consentito di operare il
pretrattamento nei termini dovuti, peraltro in questi casi il gestore della discarica doveva
prontamente avvertire tutti gli enti preposti al controllo – Regione, ARPA e Provincia – affinché
potessero mettere in atto le misure necessarie per garantire il corretto smaltimento dei rifiuti
salvaguardando la salute pubblica.
A tal proposito il Dirigente del Servizio ing. Zuccarello Natale, ha riferito: in caso di
interruzione dell’impianto e qualora la vasca di raccolta cd. “tramoggia” sia colma, il gestore
avrebbe l’obbligo di interrompere il conferimento dei rifiuti qualora non via sia un’area di
stoccaggio temporanea già predisposta e preventivamente autorizzata. In questo caso, fatti salvi
gli eventuali danni ambientali la cui valutazione è di competenza del servizio, il gestore deve
darne comunicazione immediata agli Enti preposti alla pianificazione e verifica della corretta
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gestione integrata dei rifiuti, e cioè assessorato Energia, nonché agli Enti preposti alla
vigilanza, A.R.P.A. e Provincia, ed infine anche alla Prefettura. (VOL. III aff. 9).
Nel caso di specie, invece, nonostante il guasto dell’impianto la società OIKOS ha continuato a
ricevere e contabilizzare i rifiuti.
Un’attività irregolare posta in essere anche grazie all’intervento del Cannova il quale si è
attivamente adoperato affinché la predetta società evitasse qualsiasi tipo di controllo e sanzione
peraltro continuando a riscuotere indebitamente ingenti somme di denaro, quale corrispettivo per
il pagamento delle tariffe per l’effettuazione dell’operazione di trattamento preliminare del
rifiuto e per l’operazione di smaltimento definitivo in discarica.
Come specificato nella richiesta del PM : “in caso di “fermo impianto” si deve sospendere il
flusso dei rifiuti in ingresso già dal secondo giorno di interruzione dell’esercizio, e ciò in
quanto, la capacità della vasca di contenimento dei rifiuti integrata all’impianto di
selezione/trattamento è di 835,38 tonn., mentre la quantità media giornaliera di rifiuti conferiti
è di 700 tonn. (pag. 18/39, relazione tecnica alllegata all’aia VOL. III aff. 481).
Ciò significa che, in caso di guasto per qualsiasi motivo dell’impianto di pretrattamento, la
relativa vasca di raccolta, che abbiamo visto ha una capacità massima di 835,38 tonnellate, non
può logicamente ricevere un quantitativo di rifiuti superiore. …”
Oltre a questa attività, che ha consentito un indebito notevole maggior introito nelle casse della
società OIKOS, ciò che qui direttamente rileva è, evidentemente, la condotta del Cannova il
quale ha concordato le modalità per evitare di informare gli organi di controllo così consentendo
alla OIKOS di non interrompere le prestazioni con i soggetti conferitori.
Più esattamente dalle intercettazioni in atti risulta che il Cannova ha concordato con la Puglisi di
inoltrare, alcuni giorni dopo il fermo dell’impianto e solo al proprio Ufficio, presso l’Assessorato
Regionale al Territorio ed Ambiente, la dovuta comunicazione della ditta; tale comunicazione del
5 aprile 2012, riferita al primo periodo di fermo dell’impianto, che di fatto è iniziato il 2 aprile, è
stata redatta e trasmessa da Puglisi Veronica, per conto del Proto, all’Ufficio del Cannova solo a
seguito del sopralluogo dell’A.R.P.A. di Catania, ivi giunta per attività di ispezione.
Nella seconda circostanza la comunicazione di fermo veniva anch’essa trasmessa giorni dopo,
contestualmente alla ripresa dell’attività, e sempre esclusivamente al “fidato” Cannova che,
d'altra parte, protocollava la comunicazione in questione un mese dopo senza darne
comunicazione a nessuno con ulteriore violazione di ogni regola giuridica e deontologica.
Rinviando agli altri riferimenti contenuti nella richiesta di misura è bastevole osservare quanto
segue.
Fermo impianto 1-5 aprile 2012:
28
Dall’analisi del registro di carico e scarico dell’impianto di selezione, il “fermo impianto” inizia
il primo aprile 2012, poiché non vi sono annotazioni di carico relative alla produzione del rifiuto
selezionato.
La comunicazione di “fermo impianto” avente protocollo n° Com/097APR/1433U/2012, datata
05.04.2012, a firma del Presidente dell’OIKOS, Proto Domenico, che riporta come causa il
guasto “..di un nastro trasporto indispensabile per il funzionamento dell’impianto stesso..” è stata trasmessa al
Servizio 1 VIA – VAS di Palermo , in particolare al numero di fax di CANNOVA Gianfranco lo
stesso giorno (VOL. III aff. 607 ss), quindi quattro giorni dopo il fermo impianto.
Tale comunicazione è stata redatta esclusivamente in seguito al sopralluogo effettuato
dall’ARPA di Catania il 5 aprile 2012.
A decorrere dal 06.04.2012 è stata comunicata la riattivazione dell’impianto con nota n°
Com/160APR/1496U/2012 datata 10/04/2012 (VOL. III aff. 611 ss).
Dalla lettura del verbale di sopralluogo dell’A.R.P.A. di Catania del 5 aprile 2012 (VOL. III aff.
614 ss), emerge che il personale intervenuto ha rilevato che “l’impianto risultava non in
esercizio” deducendo semplicemente che i rifiuti urbani indifferenziati venivano smaltiti
direttamente in discarica senza l’opportuno pretrattamento.
A prescindere dai poco ortodossi ed eccessivamente confidenziali rapporti intessuti dal Proto
anche con Francesco D’Urso, che era uno degli ispettori ARPA, cioè l’ente pubblico preposto al
controllo ed alla ispezione ambientale presso la discarica gestita dalla OIKOS (D: Pronto? P: Eh,
Francesco? D: Buongiorno. P: Ti viene comodo da Ernesto? Ci mangiamo qualcosa veloce veloce sopra? D: Si, và
benissimo. intercettazione telefonica 26.03.2012 ora 13:54:03) emerge la preoccupazione del Proto nel
corso del sopralluogo.
Più esattamente nell’intercettazione del 05.04.2012 ora 08:44:26 risulta che il Proto ordinava al
suo collaboratore Spadafora Alfio (“Alfredo”), responsabile dell’impianto di selezione, di
mandare gli autocompattatori pieni di rifiuti urbani indifferenziati a scaricare in vasca (Tutti i
camion, mandali in vasca), poiché evidentemente il conferimento dei rifiuti – essendo l’impianto di
trattamento guasto – avveniva direttamente in discarica; peraltro il predetto indagato, in maniera
categorica, rappresentava sempre allo Spatafora di riferire il falso al personale dell’ARPA,
ovvero che l’impianto era fermo da quella stessa mattina (E' da stamattina ch'è successa questa cosa...
Va' bene!?)
Nel corso di questa visita ispettiva dell’ARPA di Catania si registra una frenetica e segreta
attività volta a concordare con Cannova la strategia affinché fosse esclusivamente l’Ufficio dello
stesso Cannova a ricevere la comunicazione del fermo impianto e non l’ARPA o altro organo
competente.
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Un’inquietante situazione che emerge già dalle conversazioni intercettate il giorno 5 aprile 2012
tra la Puglisi ed il Proto in cui questi due interlocutori, oltre a concordare che il fermo impianto
dovesse falsamente figurare come avvenuto quello stesso giorno (V: ...Senta una cosa, io la disturbo al
volo, poi parliamo con calma, le volevo dire che loro vogliono una comunicazione ufficiale, del fermo impianto.
Posso trasmetterla? P: Si. E tu gli dici, fermo impianto data odierna...), decidevano di interpellare
preventivamente il Cannova per concordare con lui a chi inviare la comunicazione fermo
impianto (V: Ok. Eee, loro mi hanno chiesto di mandarla a tutti gli enti interessati. Quindi io posso mandarla
all'assessorato, ad ARPA e, poi mi dica, la mando anche alla provincia? P: La fai una cosa, invece? V: Dica. P:
Eehm... Lo chiami a Gianfranco? V: Si! Prima di mandarla, lo chiamo, si. P: No, chiamalo, vedi che cosa ne pensa
lui.).
Una soluzione che destava qualche iniziale perplessità nella Puglisi (Però ARPA mi ha chiesto di
mandarla a tutti. Non l'ha messo per iscritto, per carità, però me l'ha chiesto verbalmente) delle perplessità ben
presto superate dalle insistenze del Proto (“No no no, secondo me, la devi mandare a lui. A lui e basta, gli
altri ….”).
La ragione di tale scelta è ben comprensibile alla luce di quanto emerge dagli atti processuali
circa gli stretti rapporti delittuosi tra il Proto ed il Cannova.
Peraltro nella telefonata sempre del 05.04.2012, ora 15.13.00, era lo stesso Cannova a
confermare la linea suggerita dal Proto invitando la Puglisi ad inviare senz’altro la
comunicazione fermo impianto solo e soltanto al suo numero di FAX e non tramite altri
strumenti di comunicazione: P: Senta io la chiamo per una questione, eeee, abbiamo avuto un problema
all'impianto questa mattina, eeee, per cui siamo stati costretti a fermare l'impianto.(…) Eh... in tutto questo oggi è
venuta ARPA e... (…)E' venuta l'ARPA a fare un sopralluogo e si è accorta, ovviamente, di questa problematica e...
ora il punto è noi chiaramente gli abbiamo detto che stavamo per fare una comunicazione di questo fermo impianto
ed abbiamo chiaramente dichiarato che, per garantire la continuità del servizio, non abbiamo sospeso l'attività
perché chiaramente avendo la vasca vuota abbiamo deciso di procedere in questa maniera. Ora il fatto è che ARPA
ci ha detto di fare... mandare una comunicazione anche a loro. Io ho parlato anche con il signor Proto che mi
diceva di confrontarmi un pò con lei per capire perché, secondo noi, basterebbe mandare la comunicazione a voi.
Cioè... (…) Mi dovrebbe dire lei come procedere. C: Si, si, si, no fatela solo a me... per fax sopratutto.
Il contenuto della successiva conversazione tra Proto Domenico e Cannova Gianfranco, sempre
del 05.04.2012 ore 20.35.30, è persino scontato dal momento che il Proto si mostrava infastidito
delle quotidiane “visite” dell’ARPA di Catania nonché preoccupato per i provvedimenti che la
stessa avrebbe potuto assumere; delle preoccupazioni smorzate dal Cannova il quale si vantava
(in questo caso eccedendo in sicurezza) che qualsiasi iniziativa l’ARPA avesse intrapreso
sarebbe dovuta comunque transitare per il suo ufficio: PROTO Domenico: No no ma invece poco fa mi
diceva anche che domani vogliono sentirla perchè vogliono prendere provvedimenti che cazzo ne saccio..
CANNOVA Gianfranco: E va bè faccilli pigghiare..tanto sempre 'nne mia hanna bbenire.. (ndr E va bene faglieli
prendere tanto sempre da me devono venire.) (…) CANNOVA Gianfranco: Si ma il provvedimento che loro
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prendono, Mimmo, non è che loro possono prendere di loro iniziativa... (…) CANNOVA Gianfranco:Se domani,
domani questi cretini decidono di prendere iniziative, comunica, che loro non sono niente e che devono trasmettere
qualunque iniziativa all'Autorità competente... loro non sono autorizzati a prendere provvedimenti. Loro possono
solo comunicare quello che hanno verificato.
In riferimento a questa vicenda i CC del NOE hanno acquisito presso la società OIKOS,
relativamente al periodo 1 – 7 aprile 2012, i vari registri di carico e scarico nonché le relative
bindelle di pesa (che attestano l’effettivo trattamento dei rifiuto per il successivo avviamento in
discarica) (VOL. III aff. 782-795) evidenziando le molteplici irregolarità di questo impianto nei
termini dettagliatamente riportati nella richiesta di misura ciò a conferma, laddove ve ne fosse
ancora la necessità, che le condotte compiacenti e prezzolate del Cannova sono valse ad
assicurare un indebito rilevante profitto illecito per la società del Proto.
Fermo impianto dal 23 al 26 aprile 2012
Anche in questo caso la comunicazione “fermo impianto” avente protocollo n°
Com/307APR/1642U/2012 datata 23/04/2012, a firma del Presidente del C.d.A. dell’OIKOS,
Proto Domenico, è stata inviata soltanto al numero FAX del Cannova e si riferisce al guasto “...
dell’avvolgicavo del carroponte che regola il movimento delle funi..” verificatosi il giorno 23 aprile 2012
(VOL. III aff. 661 ss); il successivo 27 aprile 2012 veniva comunicata la ripresa d’esercizio
dell’impianto di selezione con nota n° Com/385APR/1420U/2012 (VOL. III aff. 665 ss)
In termini egualmente chiari risulta che nel periodo di fermo impianto i rifiuti non trattati sono
stati accumulati: “in un’area di discarica appositamente individuata e delimitata in attesa di essere selezionato
dall’impianto non appena sarà possibile riavviarlo; il cumulo di rifiuto accumulato sarà giornalmente ricoperto
con un telo al fine di contenere qualsiasi tipo di dispersione e/o emissione di odori…”.
Come documentato dalla Squadra Mobile, nell’annotazione che viene riportata nella richiesta di
misura, il Cannova non protocollava il documento del 23 aprile per poi creare un falso alla
richiesta di consegna rivolta dalla P.G. nel corso della verifica incrociata che è stata espletata
(VOL. II aff. 879 ss); un’iniziativa delittuosa ancora una volta indirizzata a tutelare gli interessi
della società OIKOS nella consapevolezza che il deposito temporaneo, cui si accennava, avrebbe
comportato problemi con gli organi di controllo in quanto la società non possedeva la necessaria
preventiva autorizzazione.
I termini della falsa protocollazione emergono confrontando i documenti acquisiti nel corso
dell’accesso di PG presso la società OIKOS di Catania, in data 24.05.2012, e quelli acquisiti, in
copia conforme all’originale, nel corso della verifica presso l’ARTA di Palermo, in data
29.05.2012; più esattamente:
“Da un primo riscontro del protocollo in Entrata A.R.T.A., si evince che la comunicazione di fermo impianto della
ditta OIKOS del 23/04/2012 non è mai stata protocollata presso detto Dipartimento, mentre risulta protocollata la
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comunicazione di ripristino comunicato dalla ditta OIKOS del 27/04/2012, con protocollo nr. 25615 in data
3/05/2012.
Diversamente invece dalla nota consegnata a quest’ufficio a firma del Cannova, si evince che le due comunicazioni
riportano rispettivamente il protocollo n.25615 e n.25616; quest’ultimo numero risultava però non inserito
correttamente al registro del protocollo, in quanto come da riscontri effettuati presso il Protocollo Ufficiale
dell’ARTA, al n.25616 risulta protocollata documentazione di altro Ente. (…).
Tali considerazioni, che portano a ritenere che il Cannova abbia protocollato con un solo numero
sia la comunicazione di fermo impianto che quella di ripristino (facendo sì che la notizia del
fermo rimanesse arbitrariamente nella sua esclusiva disponibilità almeno sino alla data di
ripristino dell’impianto), risultano riscontrate da alcune conversazioni intercettate, il cui
contenuto è stato anche in questo caso organicamente riportato nella richiesta di misura.
Nella conversazione del 23.04.2012, ora 09:35:56, il Proto impartiva direttiva alla Puglisi
affinché, anche in questo caso, la comunicazione fermo impianto venisse inoltrata soltanto al
Cannova: V: Procedo, questa comunicazione la mando all'assessorato soltanto, no? P: Io direi... V: O vuole che
la mandiamo anche ad ARPA? P: No no, all'assessorato mandiamolo, perché l'ARPA cos'ha detto quel giorno?
Volevano essere im... informati tu fai quello solo... solo a Palermo. V: Solo a Palermo, va bene, ok. E allora intanto
sto mandando la comunicazione.
Puntualmente intercorreva la telefonata (23.04.2012 ora 09:40:24) tra la Puglisi ed il Cannova
nel corso della quale quest’ultimo inizialmente addirittura ventilava la possibilità che la
comunicazione a mezzo FAX venisse ritardata per il giorno seguente (C: E se lo mandiamo domani?),
un suggerimento che appariva troppo “spregiudicato” come dimostrato dalla risposta della
Puglisi: E... no è meglio oggi, con la situazione diciamo recente è meglio farlo in tempo reale, perché...”.
L’accordo sull’invio del messaggio FAX (C: Si si si manda il fax V: ... posso mandare il fax al suo numero,
no? C: Cert, certo, certo.) veniva raggiunto dopo che il Cannova era stato informato di quella pratica
di stoccaggio rifiuti fino al tempo strettamente necessario per la riparazione dell’impianto.
Seguiva la telefonata (24.04.2012 ora 19:14:25) tra il Proto ed il Cannova nella quale
quest’ultimo anticipava la sua preoccupazione riferita al fatto che la procedura seguita per lo
stoccaggio temporaneo era palesemente irregolare così da giustificare l’occultamento della
situazione burocratica, così il Cannova: io il fax l'ho messo sotto intanto, perché se esce sto coso un po di
casino lo fa.
Una preoccupazione che si faceva ancora più concreta nella successiva conversazione telefonica
(25.04.012 ora 10:52:56) nella quale il Cannova conversando con il Proto, pur rivendicando il
suo “esclusivo dominio” sulla pratica (“E quando dovesse capitare una altra cosa del genere, dì a Veronica
che non comunichi a nessuno, tranne che a me!”) leggendo il FAX a lui indirizzato si era reso conto che
la OIKOS rischiava avendo fatto riferimento a un’area di stoccaggio illecita poiché realizzata in
assenza dell’autorizzazione dall’ARTA di un progetto apposito: Eh, perché, quello che ha scritto
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Cannova ordinanza di custodia cautelare cannova architetto gianfranco 7485 11-10308 11 ordinanza cannova proto f lli sodano

  • 1. n. 10308/11 RG NR n. 7485/11 RG GIP TRIBUNALE DI PALERMO UFFICIO GIP Ordinanza ex art. 292 c.p.p. Il giudice Vittorio Anania, esaminata la richiesta del P.M. depositata in data 04.03.2014 e riassegnata a questo giudice con provvedimento del Presidente della Sezione GIP del 26.05.2014 per l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di: 1. CANNOVA Gianfranco, nato a Palermo il 27.07.1958, ivi residente in Via Ausonia n. 83; 2. PROTO Domenico, nato a Misterbianco (CT) il 09.03.1966; 3. SODANO Calogero, nato ad Agrigento il 28.03.1960; 4. SODANO Nicolò detto “Giovanni”, nato ad Agrigento il 28.08.1961; 5. ANTONIOLI Giuseppe, nato a Borgomanero (NO) il 04.08.1961, residente in Armeno (NO) Via Mattarone n. 8 (elettivamente domiciliato presso il difensore di fiducia avv. Ferdinando Brocca con studio in Verbania Corso Europa n. 12); soggetti indagati in ordine alle seguenti imputazioni: A) CANNOVA Gianfranco, PROTO Domenico per il reato di cui agli artt. 81 cpv., 319 e 321 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, anche in tempi diversi, CANNOVA Gianfranco, in qualità di funzionario dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, quindi pubblico ufficiale, riceveva ed accettava la promessa di denaro ed altre utilità da PROTO Domenico, Presidente della OIKOS Spa – società, con sede a Catania, che gestisce lo smaltimento di rifiuti -, a titolo di controprestazione per la commissione di atti contrari ai doveri del proprio ufficio di fedeltà, imparzialità e onestà, anche omettendo atti doverosi del proprio ufficio, quali il garantire una corsia preferenziale nel rilascio o nel rinnovo dei necessari provvedimenti autorizzativi, il fornire consulenza tecnica nella risoluzione di problematiche amministrative, il comunicare preventivamente l’imminenza di eventuali controlli e fornire continuamente tutte le informazioni, anche riservate, di cui era a conoscenza in forza del ruolo ricoperto all’interno della P.A., il garantire all’imprenditore la continuità dell’esercizio dell’attività, e quindi la percezione degli introiti fatturati, anche nel caso in cui, per problemi tecnici, l’azienda avrebbe, invece, dovuto interromperlo, e comunque metteva a disposizione la propria funzione a tale titolo. In particolare, riceveva continue somme di denaro in contanti, pari a diverse decine di migliaia di euro, il pagamento di viaggi e soggiorni presso strutture ricettive alberghiere per sé e per la propria famiglia, il pagamento dell’uso di un’autovettura a nolo, l’offerta di prestazioni sessuali a pagamento, un impianto stereo del valore di € 10.000. In Palermo, dall’agosto 2011 al maggio 2012 B) Cannova Gianfranco – Sodano Nicolò – Sodano Calogero. 1
  • 2. per il reato di cui agli artt. 81 cpv., 319 e 321 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, anche in tempi diversi, CANNOVA Gianfranco, in qualità di funzionario dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, quindi pubblico ufficiale, riceveva ed accettava la promessa di denaro ed altre utilità da Sodano Nicolò e Sodano Calogero, legali rappresentanti, rispettivamente, della SICEDIL Srl - con sede in Villaseta in c.da Zunica, Agrigento, attiva nel settore dello smaltimento dei rifiuti - e della SOAMBIENTE Srl - con sede in Villaseta in c.da Zunica, Agrigento, attiva nel settore del trattamento, trasporto e smaltimento di rifiuti - a titolo di controprestazione per la commissione di atti contrari ai doveri del proprio ufficio di fedeltà, imparzialità e onestà, quali il garantire una corsia preferenziale nel rilascio dei necessari provvedimenti autorizzativi per le discariche di Noto e Pachino gestite dalle predette società, anche omettendo atti doverosi del proprio ufficio, il fornire consulenza tecnica nella risoluzione di problematiche amministrative, il comunicare preventivamente e continuamente tutte le informazioni, anche riservate, di cui era a conoscenza in forza del ruolo ricoperto all’interno della P.A. e comunque nel mettere a disposizione la propria funzione a tale titolo. In particolare, riceveva somme di denaro in contanti, pari ad almeno centomila euro, una cesta piena di prodotti alimentari, l’offerta di una villetta, in fase di realizzazione, sita ad Agrigento, località “Scala dei Turchi”. In Palermo, dal maggio 2011 al maggio 2012. C) Cannova Gianfranco– Antonioli Giuseppe. per il reato di cui agli artt. 81 cpv., 319 e 321 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, anche in tempi diversi, CANNOVA Gianfranco, in qualità di funzionario dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, quindi pubblico ufficiale, riceveva ed accettava la promessa di somme di denaro in contanti, pari a diverse decine di migliaia di euro, da Antonioli Giuseppe, amministratore delegato della società OSMON Spa – con sede a Novara - a titolo di controprestazione per la commissione di atti contrari ai doveri del proprio ufficio di fedeltà, imparzialità e onestà, quali il garantire una corsia preferenziale nel rilascio dei necessari provvedimenti autorizzativi relativi alla realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (biogas) e conseguente elettrodotto da effettuarsi all’interno della discarica sita nel Comune di Mazzarà S. Andrea (ME), gestita dalla TIRRENO AMBIENTE Spa, il fornire consulenza tecnica nella risoluzione di problematiche amministrative, il comunicare preventivamente e continuamente tutte le informazioni, anche riservate, di cui era a conoscenza in forza del ruolo ricoperto all’interno della P.A. e comunque metteva a disposizione la propria funzione a tale titolo. In Palermo, dal novembre 2011 al febbraio 2012 Esaminati gli atti, pronuncia la seguente ORDINANZA I fatti risultano in termini chiari così da fornire “gravi indizi di colpevolezza” a norma dell’art. 273 co. 1 c.p.p. in riferimento alle predette ipotesi di reato. Invero gli elementi in atti disponibili risultano particolarmente pregnanti dal momento che in riferimento a ciascuno dei contestati episodi delittuosi si dispone di dati probatori dotati di solidissima valenza tanto più che tali dati provengono in massima parte dalle intercettazioni che hanno interessato nel tempo i protagonisti di queste vicende delittuose che presentano come comune denominatore la figura del funzionario dell’Assessorato Regionale Territorio ed 2
  • 3. Ambiente arch. Gianfranco Cannova ed il suo rapporto di corruttela intrecciato, di volta in volta, con gli altri coindagati. In merito alla valenza delle intercettazioni come mezzi di ricerca della prova è superfluo spendere particolari riflessioni dal momento che è noto che le intercettazioni consentono di carpire in tempo reale (“in diretta”) i discorsi e le considerazioni di chi, proprio perché ignora di essere captato, manifesta senza alcun freno inibitorio il suo pensiero sicché, salvo il caso limite (assolutamente da escludere nella presente fattispecie) in cui i soggetti siano a conoscenza dell’attività di intercettazione che li riguarda, risulta evidente l’attendibilità e l’utilità di tali strumenti che rappresentano una fonte diretta di prova della colpevolezza. Nel caso di specie, peraltro, rileva il fatto che la stragrande maggioranza dei dialoghi, certamente quelli di maggior interesse processuale, coinvolgono direttamente gli indagati di volta in volta intenti in dialoghi, in conversazioni telefoniche ovvero nello scambio di SMS; delle captazioni che riguardano, peraltro, alcuni passaggi topici dei rapporti delittuosi sicché è da escludere la possibilità di interpretazioni falsate perché provenienti da terzi che riferiscono sul conto altrui. Come si avrà modo di vedere gli elementi probatori si basano in modo davvero preponderante sulle dichiarazioni degli stessi indagati i quali, interagendo tra loro, sostanzialmente finiscono per “confessare”, nell’inconsapevolezza di essere intercettati, il reticolo dei loro legami delittuosi e le modalità operative delle azioni di corruttela. Peraltro anche alcune dazioni di denaro e/o la messa a disposizione di altre utilità, tutte facenti parte degli accordi delittuosi stabiliti con il pubblico ufficiale Cannova, emergono “in diretta” (per questo in termini davvero inquietanti) dalle captazioni intercettate ritualmente autorizzate. In merito ai decreti di intercettazione che riguardano la presente misura gli stessi vanno individuati secondo il seguente prospetto, lo stesso riportato dal PM nella sua richiesta: Decreti di intercettazione telefoniche e Ambientale relativi al Procedimento Penale nr. 10308/2011. U t e n z a – e / o l u o g o I n t e s t a t a r i o - u s u a r i o D e c r e t o i n t e r c e t t a z i o n e I n i z i o i n t e r c e t t a z i o n e F i n e I n t e r c e t t a z i o n e 1 3 2 0 - 4 3 8 3 5 1 0 C A N N O V A G i a n f r a n c o 1342 – 2011 VOL. IV 02/08/2011 13/07/2012 2 . 0 9 1 - 7 0 7 7 0 6 3 C A N N O V A G i a n f r a n c o f a x u f f . A R T A 1873 – 2011 VOL. IV 17/10/2011 13/07/2012 3
  • 4. 3 3 4 8 - 2 2 5 8 6 7 2 P R O T O D o m e n i c o 1873 – 2012 VOL. IV 17/10/2011 13/07/2012 4 3 3 9 - 4 3 7 4 6 3 2 M A R T E L L O R o c c o 1873 – 2012 VOL. IV 17/10/2011 30/03/2012 5 3 3 6 - 9 2 0 0 9 2 L E O N A R D I A n t o n i n o 1873 – 2012 VOL. IV 17/10/2011 28/02/2012 6 E m a i l G C A N N O V A @ E M A I L . I T C A N N O V A G i a n f r a n c o 1874 – 2011 VOL. IV 17/10/2011 13/07/2012 7 3 3 5 - 7 4 5 8 1 4 8 A M A R A G i u s e p p e 333 – 2012 VOL. V 17/02/2012 16/07/2012 8 3 3 5 - 8 3 5 2 5 0 1 M A R T E L L O R o c c o 333 – 2012 VOL. V 17/02/2012 02/04/2012 9 A u t o v e t t u r a A u d i 4 t a r g a t a D S 3 3 0 X K C A N N O V A G i a n f r a n c o 256 – 2012 VOL. V 08/02/2012 07/07/2012 10 A m b i e n t a l e U f f i c i o A R T A C A N N O V A G i a n f r a n c o 1813 – 2011 VOL. V 02/11/2012 13/07/2012 11 A m b i e n t a l e p r e s s o i l R i s t o r a n t e P a p o f f C A N N O V A G i a n f r a n c o - M i c h e l o n D o m e n i c o 503 – 2012 VOL. V 06/03/2012 06/03/2012 Occorre precisare che talune intercettazioni - cfr. vicenda Sodano - sono state autorizzate e disposte nel procedimento, oggettivamente e soggettivamente connesso, del quale il presente procedimento costituisce stralcio per motivi di competenza funzionale (venendo in rilievo reati c.d. ordinari e non di competenza distrettuale); invero lo spunto investigativo che ha dato origine alla presente misura è rappresentato da una conversazione telefonica intercettata nel corso di quel procedimento, dalla quale emergevano episodi corruttivi a carico del Cannova. Prendeva così avvio un’attività tecnica di intercettazione ambientale e telefonica, separata e autonoma da quella del procedimento agrigentino, avente ad oggetto più specificamente le utenze, i luoghi e le pertinenze riconducibili al predetto Cannova. Parallelamente restava in piedi il procedimento di competenza della DDA sul territorio di Agrigento che seguiva autonomamente il suo corso e nel quale si era venuti a conoscenza di episodi corruttivi intercorsi tra i Sodano e Cannova stesso: in questi termini emerge quella 4
  • 5. “stretta connessione sotto il profilo oggettivo, probatorio o finalistico” che, secondo la giurisprudenza ormai pacifica, esclude l'operatività del divieto di utilizzazione previsto dall'art. 270 c.p.p. Al riguardo il PM nella sua richiesta ha aggiunto in termini condivisibili: “Non esime da censura l’utilizzazione dei risultati delle intercettazioni al fine della prova di reati che non rientrano nei limiti di ammissibilità originaria di cui all’art. 266 c.p.p., in quanto per giurisprudenza consolidata “i risultati delle intercettazioni telefoniche disposte per un reato rientrante tra quelli indicati nell'art. 266 cod. proc. pen. sono utilizzabili anche relativamente ai restanti reati” (Cass., sez. III, sent. 39761/10). In buona sostanza, quando l’intercettazione è già ritualmente autorizzata nell’ambito di un procedimento, i suoi esiti possono essere utilizzati anche per i reati diversi, ma soggettivamente ed oggettivamente connessi o collegati, che siano emersi dalla medesima attività di intercettazione, anche quando il loro titolo o il loro trattamento sanzionatorio non avrebbe consentito un autonomo provvedimento autorizzativo (cfr. anche Cass., sez. VI, sent. 1040/11). Si veda anche Cass., sez. VI, sent. 49745/2012: “In tema di intercettazioni, qualora il mezzo di ricerca della prova sia legittimamente autorizzato all'interno di un determinato procedimento concernente uno dei reati di cui all'art. 266 cod. proc. pen., i suoi esiti sono utilizzabili anche per tutti gli altri reati relativi al medesimo procedimento, mentre nel caso in cui si tratti di reati oggetto di un procedimento diverso "ab origine", l'utilizzazione è subordinata alla sussistenza dei parametri indicati espressamente dall'art. 270 cod. proc. pen., e, cioè, l'indispensabilità e l'obbligatorietà dell'arresto in flagranza”; e ancora, Cass., sez. 6, sent. N. 46244/2012: “In tema di intercettazioni di conversazioni, la nozione di identico procedimento, che esclude l'operatività del divieto di utilizzazione previsto dall'art. 270 cod. proc. pen., prescinde da elementi formali come il numero di iscrizione nel registro delle notizie di reato ed impone una valutazione sostanziale, con la conseguenza che il procedimento è considerato identico quando tra il contenuto dell'originaria notizia di reato, alla base dell'autorizzazione, e quello dei reati per cui si procede vi sia una stretta connessione sotto il profilo oggettivo, probatorio o finalistico. (In applicazione di questo principio, la Corte ha annullato con rinvio la sentenza impugnata la quale, senza motivare in proposito, aveva utilizzato intercettazioni che, disposte con riguardo ad una denuncia per concussione relativa a determinati soggetti, avevano rivelato la possibile sussistenza di altri reati, solo in relazione ai quali era stato fissato il giudizio”). Ciò non toglie comunque che, per quanto detto in precedenza (“i risultati delle intercettazioni telefoniche disposte per un reato rientrante tra quelli indicati nell'art. 266 cod. proc. pen. sono utilizzabili anche relativamente ai restanti reati”), quelle intercettazioni siano pienamente utilizzabili, essendo stata la fattispecie corruttiva contestata ai SODANO ed al CANNOVA, prima oggetto di iscrizione nel procedimento penale di competenza distrettuale e poi, per i motivi sopra indicati, stralciata e riunita a questo procedimento.”. Sempre in merito ai decreti di intercettazione, evidentemente quelli adesso di diretto interesse, giova sottolineare che si tratta di atti tutti ritualmente emessi e/o convalidati, peraltro dotati di motivazioni sufficientemente esaustive e contenenti valutazioni critiche, sebbene per lo più redatte con il noto metodo del rinvio per relationem. Se riguardo alla ricostruzione dei singoli fatti delittuosi si farà appresso riferimento alla puntuale ricostruzione operata dal magistrato requirente nella sua analitica richiesta di misura cautelare 5
  • 6. (una richiesta alla cui parte descrittiva per completezza si rinvia), è invece necessario fin da subito enucleare i più pregnanti elementi su cui si fonda la presente ordinanza. Occorre anzitutto precisare quale era all’epoca dei fatti il ruolo istituzionale del precitato Gianfranco Cannova così da rendere chiaro il suo intervento infedele e prezzolato in favore degli altri coindagati, tutti imprenditori privati impegnati nel lucroso settore dello smaltimento dei rifiuti e della gestione delle discariche che segna, in definitiva, il perimetro entro cui sono state consumate le contestate corruzioni. L’architetto Cannova viene infatti in rilievo nella sua qualità di funzionario in servizio presso l’ufficio Servizio II – VIA – VAS dell’Assessorato al Territorio ed Ambiente (ARTA), con sede a Palermo, impegnato in particolare nell’istruttoria delle pratiche per il rilascio ed il rinnovo delle autorizzazioni c.d. AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) nonché degli altri atti amministrativi necessari per l’avvio, l’ampliamento ed il mantenimento degli impianti di smaltimento dei rifiuti operanti nella Regione siciliana. Delle pratiche con evidenti risvolti in materia ambientale che presentano degli iter burocratici complessi legati anche alla stratificazione normativa di settore nonché alle diverse competenze di più organi addetti al controllo del territorio e della salute pubblica. Se per la normativa di riferimento, per le competenze dei diversi enti così come per le altre questioni di carattere strettamente tecnico è bastevole fare riferimento all’articolata richiesta del PM, che affronta in modo condivisibile anche questo aspetto della vicenda, deve invece da subito precisarsi che questo ruolo istituzionale permetteva al Cannova degli ampli margini di manovra così da consentirgli di approfittare del tecnicismo della materia trattata (una materia evidentemente ben nota al predetto indagato) nonché delle problematiche burocratiche al fine di indirizzare i suoi servigi a pagamento di volta in volta in favore degli imprenditori coindagati che, a vario titolo ma in termini similari, hanno avuto tutti la necessità di rivolgersi all’ufficio pubblico in cui operava il Cannova per avviare, proseguire o ampliare le loro rispettive attività in tema di smaltimento dei rifiuti. Un’attività delittuosa realizzata dal predetto Cannova sfruttando le sue doti di abile tessitore di rapporti professionali, di amicizie e di contatti gestendo il proprio incarico di servizio come un fatto privato; peraltro è emerso che gli interventi facenti parte dei patti criminosi hanno riguardato anche atti non di stretta competenza dell’ufficio dove operava direttamente il funzionario Cannova ma comunque venuti a conoscenza di quest’ultimo in ragione del suo ruolo istituzionale o sfruttando le sue conoscenze/amicizie con soggetti operanti in altri uffici pubblici, anch’essi impegnati nel settore delle discariche e dello smaltimento dei rifiuti. 6
  • 7. Vengono a tal fine in rilevo, ad esempio, quei casi in cui il Cannova fungeva da “mediatore” nei rapporti con altri funzionari o soggetti dell’apparato amministrativo preposti istituzionalmente al monitoraggio e controllo in materia ambientale, in alcuni casi persino preannunciando in anticipo le attività di “ispezione a sorpresa” ovvero anticipando la sorte delle pratiche curate da altri uffici pubblici. Notizie riservate se non propriamente segrete anche queste prontamente portate a conoscenza dall’arch. Cannova ai suoi referenti delittuosi al fine di agevolarli ingiustamente nelle procedure di loro interesse creando, anche attraverso questi interventi, delle indebite “corsie preferenziali”. Sempre in tema di considerazioni di carattere generale va segnalato che in riferimento a ciascuno dei tre episodi delittuosi in contestazione - capi A), B) C) - sono individuabili dei rapporti informali e spesso particolarmente confidenziali intessuti dal predetto funzionario pubblico infedele con gli imprenditori di volta in volta coinvolti nelle pratiche amministrative di interesse processuale, dei rapporti che trascendono in vere e proprie azioni delittuose sia per il riferimento alle condotte contrarie ai doveri di ufficio poste in essere dal Cannova, sia per il riferimento, altrettanto esplicito, alle numerose e svariate utilità e “controprestazioni” da questi ricevute o avute in promessa. D'altra parte spicca il fatto che la corruzione non riguarda un singolo isolato atto amministrativo ma un rapporto consolidato nel tempo in cui il Cannova ha praticamente messo completamente “a disposizione” degli imprenditori con i quali si rapportava i suoi servigi distorcendo la funzione pubblica con evidente sacrificio di doveri di imparzialità, fedeltà, onestà e probità in cambio di regalie, di elargizioni di somme di denaro, usufruendo di viaggi e di servigi per sé ed i suoi familiari nonché di molte altre controprestazioni ed illecite promesse. Una situazione che risulterà evidente dalla critica lettura dei singoli episodi e che ha oculatamente portato il magistrato requirente ad affermare che questa “messa a disposizione” da parte del funzionario infedele descrive un quadro di corruttela “caratterizzato da estremi di devastante gravità, raramente riscontrata in indagini giudiziarie volte alla repressione di questo genere di illeciti”, un metodo di corruzione che in sintesi si sostanzia: - nel rilascio o nel rinnovo dei necessari provvedimenti autorizzativi,o comunque nel garantire una corsia preferenziale al relativo procedimento; - nell’attività di consulenza tecnica sugli aspetti amministrativi che interessano i rapporti pubblico-privato; - nell’attività di “intelligence”, concretizzatasi nell’avvertire l’imprenditore in caso di controlli “a sorpresa”, ovvero nell’anticipare il contenuto di riunioni e comunicarne 7
  • 8. successivamente gli esiti (in un caso addirittura registrando segretamente con il proprio telefono il contenuto della riunione di interesse); - nel garantire comunque all’imprenditore la continuità dell’esercizio dell’attività, e quindi la percezione degli introiti fatturati, anche nel caso in cui, per problemi tecnici, l’azienda avrebbe, invece, dovuto interrompere. Come anticipato si farà appresso riferimento alla richiesta di misura cautelare non fosse altro che per fornire una più analitica riproduzione delle conversazioni intercettate dalla cui lettura è possibile trarre, unitamente agli altri atti di indagine, la fitta trama dei rapporti delittuosi intessuti nel tempo dal Cannova con gli altri coindagati per i quali si procede, ciascuno dei quali coinvolto nei singoli episodi criminosi che li riguardano. Capo A) Seguendo lo stesso schema della citata richiesta viene per primo in rilievo l’episodio delittuoso di cui al capo A) che interessa il consolidato, stratificato ed articolato rapporto criminoso instaurato dal funzionario pubblico Cannova con l’imprenditore catanese Domenico Proto, detto “Mimmo”. A prescindere dall’eccessiva familiarità e disinvoltura emersa fin dalle primissime fasi dell’ascolto delle conversazioni intercorse sull’utenza in uso al predetto funzionario regionale con il Proto (“Mimmo”), rileva lo smaccato interessamento da parte del Cannova alle plurime vicende amministrative di questo imprenditore catanese presidente della OIKOS s.p.a., società che all’epoca dei fatti gestiva lo smaltimento di rifiuti non pericolosi a mezzo di una discarica sita in Motta Sant’Anastasia (CT), C.da Tiritì, come da Autorizzazione A.I.A. n. D.R.S. n. 562 del 27.06.07. L’oggetto principale di tanto interessamento è da individuare nel fatto che la società del Proto aveva presentato presso gli uffici dell’Assessorato in cui il Cannova prestava servizio richiesta di autorizzazione all’ampliamento della citata discarica nella limitrofa C.da Valanghe d’Inverno, anch’essa ricadente nel Comune di Motta Sant’Anastasia. Una pratica avente una notevole rilevanza con altrettante cospicue ricadute economiche ed ambientali dal momento che il sito privato di smaltimento rifiuti gestito dalla società OIKOS era tra i più grandi di tutta la Sicilia, con volumi d’affari stimati in circa 30 milioni di euro di fatturato nel 2011. Peraltro tale operazione di ampliamento della discarica veniva avversata dalle iniziative promosse da alcuni comitati “No discarica” i quali, preoccupati delle possibili conseguenze sul piano della salubrità dei luoghi, rivendicavano il fatto che si trattava di un impianto nuovo e non 8
  • 9. di un ampliamento della capacità potenziale di tre milioni di metri cubi, che avrebbe fatto diventare la discarica gestita dalla società OIKOS il sito emergenziale più grande dell’isola. Rinviando a quanto più avanti sarà riportato è il caso di sottolineare come il Cannova abbia operato “in simbiosi” e praticamente alle “dipendenze” del Proto attivandosi concretamente ed a “tutto campo” per il soddisfacimento di ogni interesse privato in cambio di una sorta di “retribuzione salariale”, anche questa esplicitata nelle comunicazioni intercettate. Un rapporto che emerge in termini chiari anche perché questi interlocutori non ricorrevano ad un vero e proprio linguaggio criptato confidando, almeno nelle prime intercettazioni disponibili, di non essere indagati. Tra i primi elementi che confermano il rapporto delittuoso emblematiche sono quelle locuzioni in cui il Cannova, sollecitato dal Proto (SMS: “Sai se domani e (è) stato organizzato una visita in discarica da Palermo”), confidava a quest’ultimo la notizia riservata dell’imminente ispezione programmata presso il suo impianto anche da parte del personale del Dipartimento Regionale dell’Acqua e Rifiuti servizio “rifiuti e bonifiche” diretto da Michelon Domenico (Progressivo n°: 2265 Data : 12/09/2011 Ora : 12:04:55 Durata : 0:00:00 SMS: “In questo istante mi perviene una notizia stesso mezzo che Mimmo domani l'ing Michelon domani alle ore 09:00 vengono a fare un controllo con ing Polizzi e un consulente dell'Assessore per le problematiche del comitato no discarica”). In merito a questo controllo, che doveva essere “a sorpresa”, il Cannova ha posto in essere un’attività di intelligence volta per un verso ad influenzare uno dei partecipanti (tale “Alberto” identificabile in Pulizzi Alberto dipendente del predetto Dipartimento) a questa programmata ispezione (C : Perché praticamente tutto quello che è stato lamentato dalla... dalla cosa, dalla... non c'è niente di vero. … C : Siccome tutto quello che scrivono sono tutte minchiate e allora non abbiamo ritenuto...) e, per altro verso, a rassicurare il Proto concordando con lui la condotta da seguire in riferimento a questo adempimento burocratico promosso dall’assessore regionale (C. No lascia stare tu.. non le fare mai queste cose ! Allora! Senti! Per quanto riguarda domani, domani c'è questa riunione e tra l'altro Michelon e Pulizzi .. che non gliene fotte niente di questa cosa. la stanno facendo soltanto perché gli lo ha ordinato l'assessore. (...) … C. Dipende da quello che succede domani !.. ti ripeto… ti ripeto gli interlocutori non gliene fotte niente ! non sono interlocutori che vengono per fare casino o per fare danno anche perché io gli l' ho detto a Michelon acquisisci i verbali dell' ARPA... prendendoti i verbali dell' ARPA non hai bisogno di fare niente ...perché sta facendo queste cose ! Perché l'assessore praticamente ha letto i giornali e sulla scorta dei giornali che hanno scritto che non sono state risposte...non sono state date risposte all'interrogazione di Burtone.). Sempre dalla lettura dei dialoghi scambiati in data 12 settembre 2011 emerge come il Cannova manifestasse, conversando con il Proto, un evidente interesse personale rispetto all’esito di questa visita/ispezione che, benché a suo avviso non affidata a soggetti dotati di particolari competenze tecniche (C. Non è tecnico Mimmo, non è un sopraluogo tecnico perché i personaggi non sono 9
  • 10. tecnici...capisci ?), veniva comunque vista come un’attività potenzialmente “dannosa” per gli interessi del Proto e, di riflesso, dello stesso Cannova (C. Certo vengono a fare danno.). Una preoccupazione tale da spingere il Cannova a contattare telefonicamente, esattamente in data 15.09.2011, il prof. Federico Vagliasindi (allora consulente dell’Assessore Regionale all’Energia Giosuè Marino) il quale era anche lui (al pari del citato Pulizzi) designato per tale ispezione al fine di stabilire con questi una “linea comune” (C: Le ripeto la questione non è urgentissima… volevo concordarla con lei per studiare una linea comune tutto qua… per vedere se lei concordava con il mio pensiero. (ndr. Cade la linea). Un contatto, quello con il prof. Vagliasindi, che, peraltro, il Cannova aveva preannunziato al Proto già il 12 settembre 2011 (cioè allorché era emersa la notizia dell’ispezione) con l’SMS del seguente tenore: Ho parlato con michelon e su richesta dell assessore since e organizzata quest visita domani per rispondwere all interrogazione Di burtone .partecipanosolo quelli dell assessorAto. io ho detto Di acquisire i verbali arpa per le verifiche Di quanto lamentato. partecipa anche vagliasindi col quale ho app.giovedi pom .day confermare solo se tu vuoi.- Dunque un’attività pianificata nei dettagli ed in riferimento alla quale il pubblico funzionario si mostrava del tutto disponibile ai desiderata dell’imprenditore Proto, dal quale attendeva notizie sul da farsi (“… confermare solo se tu vuoi). Un interessamento richiesto dal Proto ben conscio del notevole impegno economico affrontato dalla sua società per l’ampliamento della discarica che rischiava di subire delle battute di arresto anche in relazione all’attività di contrasto promossa dai comitati cittadini interessati alla chiusura del nuovo allargamento della discarica di C.da Tiritì e contraria all’ampliamento di quella di C.da Valanghe D’Inverno (vedi a tale fine gli articoli giornalistici riportati nella richiesta di misura, pubblicati il 13.01.2011, in cui si prospetta che la società aveva già speso 28 dei 31 milioni di euro necessari per portare a termine l’intervento). Proprio in considerazione della rilevanza degli “interessi in gioco” anche le ulteriori intercettazioni confermano la stabilità dei contatti criminosi tra i due indagati, come emerge già dall’SMS del 10.10.2011 in cui il Cannova comunicava al Proto l’ennesima notizia riservata, in questo caso relativa al fatto che la pratica di interesse del suo interlocutore era all’attenzione del funzionario Michelon Domenico al quale il Cannova si riprometteva di chiedere delucidazioni (“Il fascicolo e in mano a mimmo e stasera mi dice se va bene.”). Seguivano altri contatti tra il Cannova ed il Proto, fino all’ulteriore SMS delle ore 20:36:01, sempre del 10.10.2011, in cui il Cannova così rassicurava l’imprenditore catanese: “I documenti vanno bene. Domani mi faccio spedire da veronica la firma digitale e presento il tutto.”. Dunque il Cannova, con una solerzia esorbitante rispetto ai suoi compiti istituzionali, si è interessato di seguire, passo passo, tale pratica amministrativa addirittura concordando con il 10
  • 11. Proto le fasi successive di cui lo stesso Cannova si faceva carico, come emerge dall’accenno alla firma digitale che doveva essere inviata da “Veronica”, ossia da Veronica Puglisi collaboratrice del Proto, per consentire al Cannova di “presentare il tutto” al posto del Proto. Tralasciando in questa sede l’ulteriore dialogo del 25.10.2011 - riportato nella richiesta di misura per documentare la familiarità dei rapporti tra i due indagati nell’organizzare una cena con l’allora Ministro per le Politiche Agricole, Senatore Romano Saverio, e nel commentare le vicissitudini giudiziarie, per un abuso edilizio, contestato all’ing. Zuccarello Natale, dirigente coordinatore del servizio 1 VIA/VAS (quello stesso funzionario che in un precedente dialogo con il Proto il Cannova aveva appellato con il nomignolo di “zucca”) - vengono più direttamente in rilevo quelle ulteriori conversazioni del novembre 2011 nelle quali emerge che il Cannova ha usufruito, interamente a spese del Proto, di un viaggio e di un soggiorno a Rimini ove la società AIKOS partecipava all’annuale fiera “ECOMONDO” di interesse per le aziende impegnate nel riciclo di rifiuti. Se da un lato emerge direttamente dalla voce del Proto il suo interessamento per la partenza e la prenotazione del viaggio “dell’amico” Cannova (P: Ti ho messo partenza da Catania, vedi... perché se no dovevi... P: Fai una cosa, parla con Veronica, eh.... dagli... dagli l'input qual'è la disponibilità e ti faccio cambiare tutte cose.), sotto altro profilo e sempre dalla stessa comunicazione telefonica (ore 16:01:57 del 07.11.2011) emerge il costante coinvolgimento del Cannova per gli interessi del Proto: C: Senti, vedi che è arrivato l'altro documento che praticamente parla di nuovo di e.... annullamento del decreto AIA nei confronti di OIKOS... ora faccio i fax e glieli faccio arrivare a Veronica, quindi questa cosa continua, è quella del direttore, pensavo fosse finita e invece continua. Hai capito?... Pronto?... Pronto?...”. Ancora una volta una notizia sensibile e riservata anticipata dall’arch. Cannova e, peraltro, di estremo interesse per il Proto visto che si palesava la possibilità di una revoca dell’autorizzazione AIA per la sua società; proprio per questo veniva tra i due concordata la spedizione via FAX con l’invito del Cannova al suo interlocutore di andare a recuperare prontamente tale importante documentazione, non prima di aver fornito anche le sue personali delucidazioni sulla provenienza di tale iniziativa: “P: Mmh... Da parte di chi arriva questo documento? C: Da parte del direttore, che, praticamente, gli ha scritto l'ufficio di gabinetto dell'assessore, perchè ha avuto la richiesta da parte della Prefettura. Ufficio di presidenza, segreteria tecnica, da parte del presidente..ehm... della.. della regione. P: Ma è il direttore che scrive? C: Si! P: Cioè, ZUCCARELLO Scrive? C: No! ZUCCARELLO non è direttore, non cominciamo. P: Allora chi è, scusa? C: Scrive ARNONE! Perchè vuole risposta la MONTEROSSO, Patrizia MONTEROSSO, ch'è il capo di gabinetto di LOMBARDO. P: Ho capito! Va' beh, questo... questo...C: Te lo faccio arrivare tramite fax.. ehm... stasera vattelo a prendere in ufficio.”. La conferma che l’arch. Cannova sia effettivamente partito per Rimini interamente a spese del suo abituale interlocutore Proto emerge dai successivi dialoghi presi in rassegna dai quali emerge che il Cannova ha avuto la disponibilità anche dell’uso di un’autovettura a noleggio (presso la 11
  • 12. società AVIS prenotazione 2527-4057-IT-4) peraltro concordando direttamente con Giuseppe Arcidiacono, segretario del Proto, le modalità operative di tale viaggio e le relative prenotazioni (con partenza da Palermo il 9 novembre 2011 con arrivo a Bologna e rientro il successivo 11 novembre con volo Bologna/Palermo Alitalia). Senza dubbio di maggior interesse probatorio è la circostanza che nella conversazione dell’08.11.2011, ore 00.53.150, il Proto, oltre a concordare con il Cannova gli ultimi aspetti logistici di tale viaggio (P: Ho dato disposizione... Ho dato disposizione, vedi, al mio segretario di trasferire.. o qualcuno che ti accompagna, o prendendo un auto e lasciandola a Rimini, come aeroporto. Però lui, ti comunicherà, se Già non l'ha fatto...) insisteva affinché il Cannova portasse con sé quel prezioso documento di cui i due avevano in precedenza parlato e che non era stato inviato via FAX a quanto pare per dei problemi tecnici esternati dallo stesso Cannova (C: No, perché nel frattempo il fax si è... è finito l'inchiostro, e siccome ogni volta lo devo comprare io, l'inchiostro, sono...); proprio il Cannova rassicurava il suo interlocutore circa il fatto che in occasione della trasferta a Rimini avrebbe portato addirittura l’originale del documento che interessava al Proto: C: Te lo porto in originale! Di questo viaggio vi sono molte conferme anche di tipo documentale; di immediata evidenza è, ad esempio, il dialogo del 09.11.2011, ore 16:05:38, in cui il Cannova conversando telefonicamente con sua moglie Valeria Paduano le confidava che aveva la disponibilità di un’autovettura “Della ditta”, una locuzione riferita alla “ditta” del Proto esternata in modo così confidenziale da ingenerare qualche confusione persino nella stessa moglie dell’indagato benché fosse anche lei a conoscenza della “familiarità” dei rapporti del marito con l’imprenditore catanese: V: E poi a Rimini come ci vai? G: C'è una macchina che mi aspetta. V: Di chi? G: Della Ditta. V: Quale Ditta? G: Di tua sorella... minchia.. ! V: Quale Ditta è? G: Sei scema? V: Che Ditta è non lo so. G: Quella di Mimmo.!”. Peraltro in questo stesso dialogo emerge per la prima volta l’intenzione del Cannova di sfruttare la sua “compromettente” amicizia con il Proto anche per “sistemare”, almeno in un prossimo futuro, il figlio Paolo: G: Infatti è probabile, probabile che poi Paolo lo mettiamo a lavorare lì. V: Si tu sei convinto, lo devi mettere a lavorare lì...vediamo le cose come vanno... ancora non si sa niente... la crisi tu già pensi a Paolo dove lo devi mettere a lavorare. G: Sarebbe una buona oppurtunità.. V: Per ora fagli prende sto diploma...che è ancora all'inizio, ho paura che.. G: Poi a casa, anche quando va a Catania, è a due ore di strada.. Come anticipato della trasferta a Rimini vi è ampio riscontro come emerge dalla ricevuta dell’albergo (a 5 stelle lusso) GRAND HOTEL RIMINI allegata in atti, che attesta che la società OIKOS s.p.a. ha sborsato per il soggiorno del Cannova la somma complessiva di euro 717,00 pagata con la carta di credito Master Card n. 5529 7500 7810 4933 intestata a Domenico Proto. In una medesima ottica delittuosa vanno inquadrati anche gli ulteriori contatti intessuti dal Cannova con il Proto muovendo da quella telefonata del 02.12.2011, ora 07:55:30, nella quale il 12
  • 13. Cannova preannunciava un’importante imminente svolta (C: Mimmo "agghiurnò" finalmente? P: "agghiurnò agghiurnò"! C: "agghiurnò" meno male!) sia pure stabilendo con il complice una nuova “linea di intervento” per raggiungere gli obbiettivi di evidente interesse della società OIKOS e, di conseguenza, anche dello stesso funzionario pubblico infedele: C: ..dobbiamo muoverci diversamente con ..con il direttore. Perchè ieri che eravamo assieme, mi fece una battuta. Mi fa, si mette accanto a me e mi fa dice: "Ma quello di ieri che mi ha salutato chi era? Io non lo conosco!" . In pratica il Cannova confidava al Proto che il direttore Michelon non aveva gradito il metodo di approccio diretto ed eccessivamente confidenziale seguito dallo stesso Proto in una precedente occasione consigliando a quest’ultimo di muoversi diversamente (C: Si, se li scorda le cose. Una telefonata preventiva cosi la prossima volta....) sia pure non demordendo dall’assiduità di queste sollecitazioni, finalizzate sempre agli intessi aziendali della OIKOS C: ...il risultato dovrebbe essere che lui si piglia la tariffa e l'a.i.a. rimane quà.. Un imminente risultato favorevole, cui i due indagati ambivano, legato anche al fatto che, almeno a dire del Cannova, la pratica doveva essere trasferita alla “giunta di governo” una notizia che destava l’ampia condivisione del Proto (...ho capito. (…) P: ottimo, ottimo, ottimo...) il quale vantava amicizie anche al riguardo. Nella conversazione del 13.12.2011, ora 13:42:27, riaffiora in termini evidenti il rapporto di sudditanza del Cannova rispetto agli interessi economici dell’imprenditore catanese, in questo caso in riferimento alla convocazione della Conferenza dei servizi che rientrava tra le mansioni del predetto indagato quale funzionario istruttore; una convocazione così testualmente e confidenzialmente caldeggiata dal Proto: “Certo. Sei tu che chiami RACITI, chiami Tizio, chiami Caio e li convochi!” dopo che i due interlocutori avevano concordato di incontrarsi assieme per il pranzo. Rinviando all’integrale lettura del dialogo spicca il fatto che il Cannova usi locuzioni quali: “C: Ma infatti, infatti. Minchia, uh... appena facciamo una cosa del genere, nell'arco di cinque minuti lo saprebbe tutta Catania!” che da sole testimoniano l’interscambio di interessi illeciti, tanto più che il Proto si riprometteva di portare “un po' di documenti” che, neanche a dirlo, dovevano essere analizzati a fondo dal Cannova. Una conversazione il cui significato si coglie appieno se solo si ricorda che il Cannova (cfr. sit di Zuccarello, vedi VOL. III aff. 6) era colui che rappresenta l’Amministrazione Regionale nelle conferenze dei servizi, per l’appunto “convocate”, e che il predetto “Raciti” si identifica in Salvatore Raciti, dirigente dell’Assessorato Provinciale all’Ambiente di Catania. Ma la spregiudicatezza delle condotte del Cannova emerge anche dalle telefonate del 28.12.2011 e 04.01.2012 dalle quali risulta che il predetto funzionario pubblico ha usufruito, per sé e per i suoi familiari (moglie e due figli) di un soggiorno dal 3 al 7 gennaio 2012 presso la prestigiosa 13
  • 14. struttura alberghiera denominata Hotel Baja Verde di Acicastello (CT), anche in questo caso completamente a spese della società OIKOS. A tal fine va segnalato come il Cannova stabilisca un rapporto addirittura diretto con il segretario della precitata società, Giuseppe Arcidiacono, per prenotare tale soggiorno (“Senta Giuseppe, una cortesia mi deve prenotare... domani, dal tre al sette con partenza l'otto. (…) Va bene, grazie e... Giuseppe per una matrimoniale e una doppia.”) quasi che si trattasse di un’incombenza normale e, per certi versi, dovuta. Analogamente risulta che la società OIKOS seguiva una contabilità separata ed occulta per pagare simili compromettenti servizi al pubblico funzionario corrotto, come emerge dalla telefonata del 04.01.2012 in cui l’impiegata Grazia Marletta (detta Grace) si era avveduta di un possibile errore di contabilizzazione delle spese di “prenotazione dell’amico nostro” chiamando per tempo il Proto per porre riparo al problema. Ma il dato forse più inquietante è rappresento dal fatto che il citato soggiorno al Baja Verde di Acicastello non rappresentava affatto un evento isolato, come emerge dalla telefonata del 20.04.2012 ora 19:20:39 nella quale i due indagati, dopo i soliti confidenziali convenevoli (C: Mimmuzzo! P: Amore mio, a che punto sei? C: Sto... alle otto sono da te.) discutevano di una nuova prenotazione, così il Proto: Alle otto. Senti ascoltami sto chia... sto chiamando qua la Baia Verde, Gianfranco. Analogamente rileva l’intercettazione del 28.04.2012, ora 13:06:15, nel corso della quale l’impiegata Marletta (Grace) informava che stava predisponendo il “full credit nostro” sempre al Baja Verde ricevendo conferma dal Proto che la prenotazione interessava, oltre che Gianfranco, “sua moglie e i suoi figli”. Ma con riferimento ai soggiorni passati da Cannova e la sua famiglia presso il citato Hotel di Acicastello rilevano gli accertamenti di PG dai quali risulta che presso tale struttura alberghiera (VOL. II aff. 736 ss) tra il 2008 ed il 2012 il predetto indagato vi ha soggiornato una ventina di volte, in periodi differenti dell’anno anche con il suo nucleo familiare al completo (moglie ed i due figli). In particolare (per come evidenzia il requirente nella sua richiesta di misura) dalla consultazione del registro dell’albergo, si rilevava: - che in quasi tutte le circostanze la prenotazione era stata effettuata sempre da personale della società Oikos: dalla Marletta Grace o da Arcidiacono Giuseppe; - che le relative fatture erano tutte intestate alla ditta OIKOS, fatta eccezione per un solo pernottamento in cui era stata emessa ricevuta fiscale intestata a CANNOVA Gianfranco; 14
  • 15. - che quasi tutti i pagamenti erano stati eseguiti a mezzo di bonifico bancario effettuato da parte della società OIKOS sul conto corrente dell’Hotel Baja Verde, fatta eccezione per il soggiorno del 6/7 febbraio 2009, saldato a mezzo di carta di credito personale del Presidente della OIKOS Spa, Proto Domenico, Master Card n.5529750078104933 con validità 05/2013; - che due pagamenti, relativi ai soggiorni del 20/21 aprile 2012 e del 28 aprile 2012- 01 Maggio 2012, erano stati effettuati a mezzo bonifico bancario da parte dell’avv. Sudano Salvatore (come da informazioni in possesso della P.G. legale del Proto): precisamente i pernottamenti su citati venivano saldati entrambi in data 21/06/2012 con la seguente causale “Bonifico CRO 00237545807 Sudano Salvatore saldo fattura 933-137-1471 causa erroneo bonifico da OIKOS spa”. Intervistato informalmente sul punto il vice direttore dell’albergo, Valenziano Aldo Santagelo, gli veniva richiesto il perché la fattura fosse stata saldata dal Sudano e per di più dopo tutto questo lasso di tempo. Lo stesso riferiva che è prassi della OIKOS s.p.a. saldare le sue fatture, unificando più pagamenti già lasciati in sospeso, e che l’albergo non aveva interesse alcuno nel verificare di chi si faccia carico della spese sostenute dal cliente. In buona sostanza risulta che società OIKOS s.p.a., di cui il Proto è presidente, ha versato alla struttura alberghiera, in soli quattro anni, cioè dal 2008 al 2012, una somma complessiva pari ad euro 31.152,30 per i costi sostenuti dal Cannova Gianfranco e dalla sua famiglia. Un impegno di spesa davvero non spiegabile se non quale corrispettivo degli illeciti servigi posti in essere dal Cannova come funzionario pubblico corrotto. Del resto i rapporti del Cannova con il Proto ma anche con il citato avv. Salvatore “Chicco” Sudano, legale di fiducia di Proto (il quale come visto ha saldato almeno due fatture al Baja Verde a causa erroneo bonifico da OIKOS s.p.a.), emergono dall’intercettazione del 04.02.2012, ora 17:00:12, nella quale i due predetti indagati progettavano un incontro anche con l’avv. Sudano finalizzato all’emissione di un provvedimento amministrativo di competenza dell’ufficio del Cannova. Il dato inquietante è ancora una volta rappresentato dal fatto che il Cannova ed il Proto, in spregio a qualsiasi regola legale ed amministrativa, concordavano al telefono ed in termini confidenziali il contenuto del provvedimento. Addirittura era il Cannova a suggerire al Proto di chiedere l’aumento della tariffa per il conferimento dei rifiuti in discarica ai Comuni interessati assumendo un ruolo di “consulenza” del tutto alieno alle sue funzioni pubbliche. 15
  • 16. Sul punto è il caso di precisare che i Comuni pagavano alla società OIKOS euro 9,25 per tonnellata di rifiuto trattato presso l’impianto di pretrattamento/selezione di rifiuti non pericolosi (VOL. II aff. 196 ss notifica decreto di tariffa di smaltimento del 15.04.2011 a firma di Gianfranco Cannova) ed altri euro 72.57 per ogni tonnellata di rifiuto che veniva poi conferito in discarica. Nel corso di questa conversazione, che ha davvero del paradossale per la disinvoltura del funzionario corrotto nel cercare di agevolare il suo “privato finanziatore”, si apprende che la società del Proto non aveva richiesto l’aggiornamento della tariffa negli ultimi cinque anni, una tariffa che, come sostenuto sempre dal ben informato Cannova, poteva essere ritoccata ogni sei mesi per legge. In questo senso il Cannova, illegalmente zelante rispetto agli interessi economici del Proto, suggeriva a quest’ultimo di chiedere immediatamente l’aggiornamento posto che l’autorità competente per l’approvazione del tariffario in quel momento era rappresentata dal Cannova medesimo: C: E' giusto? Quindi, se tu vuoi, la revisione della tariffa, non della TIA (Tariffa Igiene Ambientale ndr), della tariffa la puoi chiedere a me direttamente.. Un’attività nella quale il Cannova esternava anche l’escamotage per giustificare una simile istanza da parte del Proto legata all’aumento del costo del gasolio per movimentare i mezzi della sua azienda: C: ...Mimmo...Mimmo...una cosa una cosa sola. La tariffa di 5 anni fa. ma tu lo sai il gasolio a quanto era 5 anni fà?. Una spregiudicata “consulenza” che destava l’immediato interesse del Proto il quale ventilava il profitto derivante da tale operazione vista la piena disponibilità del funzionario corrotto con il quale direttamente si rapportava: P: Ma perchè ti dico che io materialmente...di fatti...eh...se se entro questo mese non si presenta nessuno, io veramente la imbuco. mi fermo! Nel senso, stacco i ragazzi, gli faccio fare praticamente 15 giorni 20 giorni di lavoro, ti presentiamo la.. ti chiediamo l'aggiornamento tariffa, veramente e...via! Un interventismo persino eccessivo che induceva il Cannova a sollecitare maggiore cautela nei passaggi burocratici che avrebbero potuto destare sospetti (“Se tu invece chiedi l'aggiornamento della tariffa, passi per stronzo”) sia pure garantendo, per suo conto, un completo interessamento personale: C: Aspè Mimmo! Aspè! Ti dò un'altra chiave di lettura, un'altra soluzione. E...io sto mettendo avanti l'aggiornamento...ora a Febbraio programmo la prima conferenza,..in occassione dell'approvazione dell'AIA dell'aggiornamento... (…)Lo so..lo so..lo so!...e tutto questo incide, incide tantissimo. Ecco perchè non si può tenere quella tariffa. Infatti la questione va rivista, però la camuffiamo, come AIA. Capisci?. Dunque mediante l’espediente, suggerito ancora una volta dal Cannova, di “camuffare” la richiesta di aggiornamento delle tariffe nell’ambito del rinnovo dell’autorizzazione AIA il risultato sarebbe stato sicuro e praticamente indenne da possibili censure anche formali: C: ..tu presenti l'aggiornamento della tariffa, non c'è bisogno che tu la fai esclusiva...la fai conseguenziale 16
  • 17. all'aggiornamento dell'AIA.... (…) C: Capisci? Quindi abbiamo la possibilità con questa scusa di andare a rivedere tutte cose...... Un accordo che consentiva a questi due soggetti, che agivano all’unisono (“abbiamo la possibilità”), di avere davvero la possibilità “con questa scusa di andare a rivedere tutte cose” con evidente interesse illecito per la società del Proto e pari detrimento economico per le pubbliche risorse. Un’operazione il cui esito positivo era praticamente scontato visto che il Cannova contava di interferire direttamente sulla procedura in oggetto convocando personalmente il “dipartimento” in commissione che si doveva interessare: E' chiaro, è chiaro. No ma guarda che il dipartimento, il dipartimento, dal momento in cui vado a discutermi la tariffa, lo convoco io in commissione. Ad Emanuele così glielo faccio vedere io come si lavora, a questo gra....emerito cretino! Questo caustico riferimento ad “Emanuele” è da individuare in Vincenzo Emanuele, Dirigente Generale del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti. L’elevato grado di compromissione esistente tra i due indagati emerge anche dal fatto che, sempre nel corso di questa conversazione, il Cannova finiva per concordare direttamente con il Proto la scansione dell’attività dell’ufficio pubblico in cui operava: C: Senti e invece un'altra cosa! Appena siamo assieme, blocchiamo una data Mimmo che devo cominciare con le prime conferenze. P: Ah! Certo, certo! C: Vediamo che che data può essere buona. Io la vorrei fare la prima per fine febbraio..... P: Si! C: Vedi,verifica con Veronica come è la situazione, se va bene per voi se si può fare. Ancora una volta, dunque, il Cannova agiva e si prodigava nell’interesse del Proto asservendo la sua funzione pubblica. La questione dell’aggiornamento delle tariffe veniva ripresa nella telefonata intercettata l’11.02.2012, ora 14:10:31 nel corso della quale sempre i due indagati concordavano l’intervento, a mo’ di intermediazione, che il Cannova si impegnava a svolgere per l’indomani mattina recandosi presso la sede degli uffici del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti a contattare il dirigente generale Vincenzo Emanuele anche per la questione dell’aggiornamento della tariffa: GIANFRANCO = Così andiamo a giustificare anche la tariffa. DOMENICO = No giustificare cioè a...ad aggiornare la tariffa. GIANFRANCO = Andiamo ad aggiornare la tariffa certo. In pratica il Cannova si offriva quale “apripista” verificando se vi erano le condizioni per un incontro diretto tra il Proto ed il dirigente Emanuele: E..e allora facciamo una cosa Mimmo, se tu sei d'accordo,dammi l'ok, io alle dieci telefono in via Catania e chiedo la disponibilità, appena mi danno la disponibilità, io ti telefono, però tu a mezzogiorno devi essere qua. Peraltro risulta che nell’incontro con il dirigente Emanuele il Proto avrebbe dovuto perorare anche un'altra questione, sempre di suo diretto interesse economico, legata a dei finanziamenti che erano in sospeso: DOMENICO = Io faccio veramente richiesta...diretta per i fini finanziamento...punto paghi non paghi e...e come è messa questa situazione. 17
  • 18. Dunque l’ennesimo impegno personale di Cannova con un afflato davvero inusuale, almeno se slegato alle illecite controprestazioni ricevute dal Proto. Dalla successiva telefonata del 13.02.2012, ora 09:21:39, si ottiene conferma del fatto che il Cannova, come concordato con il Proto, si sia effettivamente e prontamente prodigato per ottenere l’appuntamento con Emanuele a mezzo del dirigente coordinatore di ARPA Domenico Michelon. Ma l’elemento probatorio che davvero comprova lo spessore del rapporto illecito intessuto dagli indagati si ricava dal contenuto dell’intercettazione del 14.02.2012, tra Cannova e suo figlio Paolo, captata all’interno dell’auto dell’indagato Un dialogo che come sagacemente osservato dal PM “si commenta da sola” dal momento che il Cannova finisce per confidare al proprio figlio, in questo momento di “intimità familiare”, il suo rapporto di “collaborazione” (rectius di corruttela) al soldo del Proto, peraltro enfatizzato per le sue disponibilità economiche: G: Cioè, quello che io guadagno in un anno, lui lo guadagna in un mese. P: E perché non ti da un po di soldi a tia (n.d.r. te)? G: Se io lavoro mi da… mi da soldi pe… non regala nessuno niente, Paolo.Se tu li meriti perché sei bravo e lavori, te li danno. P: Ma tu con Mimmo ci collabori? G: Certo! P: E quindi te li da i soldi? G: Certo! Non lo vedi che abbiamo lav… abbiamo parlato di lavoro? P: Quanti soldi ti ha dato? G: Dipende quello che faccio, se guadagno 10.000 mi da 10.000, se guadagno 5.000 mi da 5.000. Un dialogo che davvero non merita commenti aggiuntivi tanto più che è lo stesso Cannova a confessare al figlio che i suoi servigi prezzolati venivano pagati in base al loro intrinseco valore (Dipende quello che faccio, se guadagno 10.000 mi da 10.000, se guadagno 5.000 mi da 5.000). Questo rapporto di corruttela, già chiaro nei suoi elementi essenziali, viene ulteriormente definito dai dati probatori che seguono muovendo dalla conversazione telefonica del 25.02.2012, ora 12:54:45, nella quale il Cannova, più che da impiegato regionale, sembra agire come burocrate di Domenico Proto. Più esattamente il Cannova telefonava al funzionario ARPA Domenico Michelon fissando con questi un colloquio per il Proto (Si... che faccio ti fisso un appuntamento per martedì, fermo restando che tu stai bene, oppure preferisci prima?) sapendo che il Michelon aveva in precedenza cercato, recandosi a Catania, lo stesso Proto. Subito dopo (12:56:03) il Cannova chiamava il Proto comunicandogli l’appuntamento e facendogli capire la serietà della convocazione da parte del Michelon: Senti ...martedì lascia tutte cose e scendi a Palermo! (…) C: Non prendere impegni, non devi mancare assolutamente. Non te lo faccio prima l'appuntamento perchè ha la febbre.E' malato e ha la febbre. (…) però dice che c'è una certa urgenza. Uno scambio di battute nel corso delle quali il Proto non aveva alcuna remora a confidare al “sodale” Cannova che lui, per suo conto, si stava muovendo sempre al fine di influenzare le procedure amministrative di interesse: P: Io, io ....ripeto non ho potuto parlare con i miei, ma lunedì 18
  • 19. mattina, non li disturbo oggi perché... lunedì mattina veramente mi aggiorno, perché non ho... non c'ho potuto parlare, diciamo cosa è avvenuto, cosa non è avvenuto, so che di fatto, ho sent, ho saputo veramente che c'è stato un articoletto diciamo su Catania..ora... io presumo che a quella riunione si riferisce questo messaggio che io ho ricevuto. hai capito? (...) P: … io, io, io farò in modo allora visto che stasera veramente, farò in modo oggi, con la giornata di domani di incontrare quello "alto alto" cerco di anticipare dai..”. Ma un altro settore nel quale il Cannova ha esperito i suoi uffici a pagamento nell’interesse del Proto è rappresentato dalla vicenda che riguardava le iniziative intraprese dal Comune di Motta Sant’Anastasia per avviare le procedure per porre un vincolo paesaggistico, previo parere della Sovrintendenza ai Beni Culturali, che avrebbe potuto nuocere alle iniziative imprenditoriali del Proto. Quest’ultimo, come anticipato, all’epoca dei fatti gestiva due discariche, entrambe ai confini tra i comuni di Motta e di Misterbianco, sempre in provincia di Catania: - la prima discarica, sita in C.da Tiritì, era già operativa ed aveva provocato le lamentele della cittadinanza di Misterbianco per i cattivi odori e miasmi dalla stessa provenienti; - la seconda discarica, sita nell’adiacente C.da Valanghe d’Inverno, era stata già autorizzata dalle autorità competenti, ma non era ancora operativa in quanto in attesa del collaudo dell’ampliamento richiesto dal Proto. Il Comune di Motta Sant’Anastasia voleva ampliare il vincolo paesaggistico intorno al parco del castello di circa 200 metri un’iniziativa che, di fatto, sarebbe andata contro l’ampliamento della discarica sita in C.da Valanghe d’Inverno. Un’eventualità che destava i malumori del Proto come si evince dalla conversazione 28.02.2012, ora 10:01:35, nel corso della quale il Cannova, ancora una volta, si poneva completamente “a disposizione” in specie prospettando di intervenie sull’Assessorato al Territorio: “a questo punto devo entrare in gioco io.”. Emerge la strategia pianificata dal Proto e dal Cannova con il solito trasporto di quest’ultimo chiaramente indotto dagli indebiti corrispettivi ricevuti nel tempo secondo quella massima esternata dallo stesso Cannova al proprio figlio: “non regala nessuno niente”. Rinviando alla lettura anche di questa interessante conversazione, si riportano solo alcune delle frasi più salienti pronunciate dall’arch. Cannova: No ma siamo noi che sciogliamo il vincolo, come territorio (…) Ah...ah ho capito, ma Mimmo ti ripeto ci sono sempre degli aspetti....allora a questo punto può essere che deve entrare in gioco io con....con Mimmo perchè...gli devo spiegare come stanno le cose. (…) Allora....consiglio comunale, il consiglio comunale sa di quello, la nuova proposta che fa, la sovrintendenza, come se la fa la sovrintendenza, ma in realtà è studiata no! ? e praticamente di arrivare al confine, con tutta l'area di discarica. (…). 19
  • 20. Riguardo alle dazioni di denaro emblematica è l’intercettazione ambientale registrata alle ore 18.00 del 28.02.2012, nel corso della quale il Proto, salito nell’auto del Cannova, consegnava una “mazzetta” di euro 5.000: Gianfranco, dico ci sono 5000 euro qua, te li sto ammucciando qua dentro. Una consegna avvenuta al termine di un incontro tenutosi a Palermo presso il ristorante “Papoff” di Via I. La Lumia n. 28, tra lo stesso Proto, Cannova e Domenico Michelon (VOL. II aff. 643 ss, annotazione di indagine); una dazione che conferma il contenuto di quella discussione, più sopra commentata, tra il Cannova e suo figlio circa i pagamenti ricevuti dal Proto parametrati a seconda dei rispettivi interventi. Come congruamente argomentato dal PM tale modalità di consegna delle “mazzette” si ripeterà anche altre volte dal momento che l’imprenditore Proto, quando era a bordo dell’autovettura del Cannova, era solito riporre il denaro nel vano portaoggetti dell’autovettura. Il solido rapporto delittuoso tra i due indagati è ricavabile anche dalla conversazione telefonica del 03.03.2012, ora 09:55:43, nella quale il Proto non aveva remore a confidare al Cannova del suo incontro avuto con l’allora Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, il quale era anche Commissario Straordinario all’Emergenza Rifiuti; un dialogo nel quale il Cannova tranquillizzava il Proto circa eventuali esiti negativi legati alla vicenda “no discarica” precisando che comunque “le carte” - ovvero tutta la burocrazia della discarica – dovevano passare per il suo ufficio (PROTO: ... ma, mi dicono che c'è un decreto pronto, che devo dire..di sospensione... CANNOVA: ... ma ma... ti ripeto a me non risulta, a meno che non lo fà quello stronzo per i fatti suoi senza farmi sapere niente, ma tutte le carte ce li ho io, comunque Mimmo.. ). La “disinvolta confidenza” tra i due indagati è avvalorata dagli altri elementi in atti a partire dai contatti intrattenuti dal Cannova anche con l’avv. Sudano Salvatore (“Chicco”), come detto legale del Proto, il quale ha anche inviato una sua memoria intercettata con e-mail (VOL. II aff. 404 ss). Un documento di notevole rilevanza dal momento che contiene, in pratica, la risposta che il Cannova a nome dell’ufficio che rappresentava quale funzionario dell’Assessorato al Territorio, avrebbe dovuto fornire alla richiesta della Provincia Regionale di Catania di parere sulla chiusura della discarica di C.da Valanghe d’Inverno (come detto sita nel Comune di Motta Sant’Anastasia) e sull’annullamento del decreto AIA già emesso. In merito a tale vicenda è bastevole evidenziare come il Cannova, conversando telefonicamente con l’avv. Sudano (05.03.2012 ora 12:49:01) indichi la necessità di tale atto (CANNOVA: Senti Chicco hai parlato con Mimmo? SUDANO: Ehhh si si si... CANNOVA: Eh mi serve questo documento Chicco....) peraltro chiedendo di inviare questo compromettente allegato via e-mail e non via FAX come suggeriva di fare il Sudano, ritenendo che in quel momento la posta elettronica al proprio indirizzo personale (gcannova@email.it) fosse un metodo di trasmissione più “riservato”: 20
  • 21. SUDANO Posso mandarlo un fax... riprovo a mandarlo con , con.. CANNOVA: No per email Chicco, riproviamo per email ….che è più riservato Dalla lettura di tale allegato, avente ad oggetto “DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI - C.DA VALANGHE D’INVERNO - MOTTA SANT’ANASTASIA (CT) – RICHIESTA DI ANNULLAMENTO DECRETO A.I.A. N. 221 DEL 19/03/2009” e riportato per esteso nella richiesta di misura, si evince come il Proto, a mezzo del suo legale, abbia stilato una minuta del documento che lo stesso Cannova avrebbe dovuto redigere evitando di incorrere, per così dire, in locuzioni non gradite al proprio complice e finanziatore privato. L’ennesima conferma (laddove ve ne fosse ancora la necessità) dell’asservimento del Cannova ai desiderata dell’imprenditore catanese tanto più che l’allegato in questione (che così esordisce: “Facendo riferimento all’Impianto di Discarica per rifiuti non pericolosi di cui in oggetto si rende noto che lo scrivente ha autorizzato con Decreto A.I.A. n° 562 del 27.06.2007 l’Impianto di Discarica per rifiuti non pericolosi attualmente esistente …”) contiene una serie di indicazioni tutte evidentemente e smaccatamente a favore dell’impianto del Proto. Altro aspetto della corruttela emerge da quel passo della conversazione telefonica del 05.03.2012 ora 16:59:14 nel quale tra l’altro il Cannova, pur di favorire il suo interlocutore Proto, gli confidava di aver preparato un “provvedimento negativo” in relazione all’autorizzazione AIA ad un altro sito di discarica gestito nel comprensorio del Comune di Ramacca. Un’attività concorrente il cui avvio, ad avviso degli indagati, avrebbe compromesso la possibilità di ampliamento della discarica sita in C.da Valanghe D’Inverno ubicata nelle vicinanze del comune di Motta S. Anastasia; proprio la connessione di queste due pratiche spiega il significato della locuzione del Cannova: Mimmo, io su Ramacca sto facendo il provvedimento negativo....e lo metto subito alla firma. Peraltro da questo stesso dialogo emerge (ancora una volta) la sinergica azione per cercare di influenzare, in ogni modo, le pratiche di interesse del Proto; in specie i due commentavano un pranzo fissato per l’indomani a cui avrebbe partecipato anche il funzionario del Dipartimento Acque e Rifiuti, Domenico Michelon, sub-commissario all’emergenza rifiuti, un evento tra l’altro così commentato: Cannova: [...] ma..scusami. se mi dici questo...se mi dici questo allora a quello che ci siamo portati insieme a mangiare, fa il doppio gioco? [..] e...allora scusami! Prendiamo provvedimenti, Mimmo....è inutile che andiamo a fare questa cosa... Proto: Alt..alt....alt.....domani noi andiamo a pranzo, e noi domani invece io ti dico, io un minuto prima ti dico che cosa attivo. Perchè devo mandarlo veramente...... Cannova: ...ma tu sei sicuro che...tu sei sicuro che non ci piglia per il culo? Proto: Scusami! Io ti sto dicendo...Cannova: ..a questo punto...a questo punto c'è il dubbio che c'è il forte..il forte sospetto che ci sta prendendo per il culo. Del resto il Cannova riguardo alla questione della discarica di Ramacca così si è espresso conversando sempre con il Proto: C:Senti secondo te allora alla luce di tutto questo,giorno otto nel momento in cui vado a fare il provvedimento di chiusura di Ramacca, tutto questo casino dovrebbe finire? P: Ma, secondo 21
  • 22. me, sì! O se non finisce.. C: ..io ti posso dire una cosa... P: ...scusa...se non finisce... C: ..eh.. P: .....sol perchè non si può assolutamente far finirlo si capirebbe chiunque, io l'ho denunziato, tu immagina che io lo denuncio, giusto? Anzi ti dico una cosa. In un provvedimento che ricevo per la prima volta, leggo quello che mi ero veramente già confidato con una persona, ..dicendo: scusami, fino a....stanno chiedendo...fino ad oggi avevano chiesto, solo ed esclusivamente il ritiro del decreto. La battaglia, tu ti puoi guardare tutte le carte. Riflettici. Oggi trovo un documento dove dice :ritirare il decreto e prendere provvedimenti per la polvere e per il cattivo odore. per la prima volta. C: Minchia! Ancora per la polvere ci rompono i cazzi... Un dialogo (alla cui lettura si rinvia) i cui termini e i cui contenuti davvero non meritano altri commenti dal momento che il Cannova si esprimeva come se fosse stato lui l’imprenditore interessato alla pratica amministrava e non il funzionario pubblico dell’ufficio regionale. Questo incontro a pranzo preannunciato dai due indagati (Allora domani Allora pranzo una e mezza ...e poi lasciamo l'amico e ce ne andiamo a passeggiare...) aveva effettivamente luogo l’indomani (giorno 06.03.2012) presso il già citato ristorante “Papoff” di Via I. La Lumia, come accertato dalla Polizia di Stato (VOL. II aff. 644 ss), che ha segnalato l’incontro ed il pranzo tra Domenico Proto, Gianfranco Cannova, Domenico Michelon e Roberto Li Causi, questi ultimi funzionari del Dipartimento Acque Rifiuti. Oltre a dover sottolineare - come ha già fatto il PM nella sua richiesta di misura - “l’atipicità” di un simile consesso in ambienti non istituzionali tra i funzionari pubblici ed un soggetto privato interessato in un procedimento amministrativo gestito da quegli stessi funzionari (Michelon svolgeva il ruolo di sub-commissario delegato all’emergenza rifiuti ed il Dipartimento Acque e Rifiuti era soggetto istituzionale coinvolto nelle Conferenze dei Servizi), va rimarcato che il Cannova, prima dell’arrivo del Proto, ha incontrato brevemente nella sua autovettura Michelon e Li Causi “preparandoli”, per così dire, sulle tematiche di interesse di “Mimmo” (cioè del Proto) in specie mostrandosi contrariato per la procedura di annullamento in autotutela del precedente decreto di autorizzazione a favore della società OIKOS, che l’ingegnere Natale Zuccarello, avrebbe messo alla firma del Dirigente Arnone Giovanni, all’insaputa del Cannova stesso: C: Si! Ce l’ho qua la nota, ora te la faccio vedere. Aspetta, l’ho fotocopiata? Mi pare di si… noi… ora ti faccio vedere un po’ di carte che… Oltre ad emergere l’acredine del Cannova verso il suo superiore ing. Zuccarello, proprio in quest’occasione il Cannova suggeriva a questi suoi interlocutori prudenza nei dialoghi telefonici (evidentemente non immaginando che la sua autovettura era intercettata): C: Non ne abbiamo ancora parlato perché non ci siamo… no, non ce n’è cinta Mì. Ho abolito la cinta. Non ho ancora notizie, c’è andato domenica comunque, per evitare che ogni volta ci sentiamo sempre per telefono, minchia sempre a parlare per telefono mi secca. Ma la ragione di questo incontro presso il ristorante “Papoff” viene resa esplicita dalla telefonata tra Proto, che era in viaggio per Palermo, e la sua collaboratrice Veronica Puglisi; in specie 22
  • 23. quest’ultima illustrava il contenuto dei documenti da lei confezionati e consegnati appositamente allo stesso Proto da portare in questa riunione conviviale. Si trattava della documentazione inerente le procedure di AIA e di VIA afferenti la società OIKOS, documenti taluni indirizzati anche allo stesso ing. Michelon, ovvero uno dei commensali. A fine pranzo il Proto saliva a bordo dell’autovettura del Cannova, ove si consumava un ulteriore pagamento di tangente così documentato nell’intercettazione ambientale: Proto: Io qua mi trovo circa 2000 euro, se tu sei a terra terra… Cannova: No, me l’hai dati l’altra volta… Proto: … e te li lascio no… Peraltro in questo colloquio in auto pare che il Proto manifestasse al Cannova l’intenzione di voler pagare anche il dirigente Michelon, un’ipotesi che veniva avversata dal Cannova che alludeva a precedenti possibili infruttuosi pagamenti: P: Scusa, scusa, ci faccio firmare sta cosa, la relazione, che vi do, dice, venti trentamila euro pure per incomprensibile C: Ma che sei folle? P: Non ce ne ho dato, come glieli do… C: No, tu non gli devi dare niente… P: Mimmo? C: Ma se tu mi racconti che lui è così e ti danno la conferma, ancora ancora legna ci devi mettere nel fuoco? La conversazione in auto verteva poi su altre criticità che interessavano Proto e di cui questi chiedeva consiglio al Cannova. In particolare Domenico Proto si lamentava del fatto che il CRU - Consiglio Regionale all’Urbanistica - organo dell’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente (ARTA), tra i cui compiti rientrava quello di esaminare ed emettere pareri in merito ai Piani Regolatori Generali ed agli altri strumenti di pianificazione urbanistica, presieduto dall’Assessore Regionale al Territorio, fosse in procinto di effettuare delle non meglio precisate verifiche su qualcosa che interessava Proto. Anche rispetto a queste problematiche il Cannova (anche in virtù del pagamento sottobanco dei due mila euro da poco ricevuti) non mancava di dare il proprio interessato consiglio sul da farsi ripromettendosi di “intercettare” chi di dovere: Si Mimmo, ma appena arriva al CRU la cosa si può risolvere tranquillamente perché intercettiamo tutti i componenti del CRU, che fa scherzi? Ce ne sono tre di Palermo di cui due li conosco io. Il giorno seguente, 07.03.2012 ora 19:03:28, veniva intercettata l’ulteriore conversazione telefonica tra i due indagati nella quale, tra l’altro, il Cannova preannunciava l’invio di un fax con un decreto di interesse per il suo interlocutore nonché riferiva che aveva già iniziato la sua attività per influenzare, muovendo i suoi “canali ed amicizie”, l’esito della riunione programmata per il 13 marzo 2012 tra i vari soggetti istituzionali al fine di affrontare le problematiche della discarica sollevate dalla collettività. Un dialogo nel quale riemerge il timore dei due indagati rispetto all’ing. Natale Zuccarello, diretto superiore del Cannova, il quale veniva additato come favorevole alla revoca 23
  • 24. dell’autorizzazione AIA per la discarica di C.da Valanghe d’Inverno (… perché se tu lasci le cose in mano a Zuccarello quello fa di tutto e di più e lo utilizza per il suo fine , e gli ho spiegato tutte le cose come stanno il problema di Ramacca il problema Bios il problema... Oikos che cosa stanno tentando...perché insistono sulla revoca della nuova vasca e non della vasca dove potrebbero nascere i problemi degli odori .....a loro degli odori non gliene fotte niente loro voglio puntare sull'eliminazione della vasca perché è quella che dà fastidio per andare a realizzare i loro giochi.). Nella parte conclusiva del dialogo i due indagati alludevano all’imminente loro viaggio a Roma, programmato per il 19 marzo 2012, ed al “festino” con delle prostitute organizzato dal Proto rientrante anche questo tra le “utilità” facenti parte del patto corruttivo. D: due ore di giorno e due ore scure di sera, bionde e scure diventano quattro ore ! G: certo, certo mi pare giusto. Il 13 marzo 2012, giorno della riunione preannunciata dagli indagati, si captavano ulteriori conversazioni di interesse tra cui il dialogo in cui il Cannova preannuncia al Proto l’intenzione di voler registrare con il suo telefono cellulare questa riunione istituzionale: te la registro tutta la questione. (…) C: Mimmo, ma tu lo conosci il samsung? (…) C: basta che lo posi sul tavolo, lui fa tutte cose da solo, tu non è che devi fare niente. Un’idea che all’inizio sembra ardita persino allo stesso Proto il quale tuttavia alla fine acconsentiva viste le ampie rassicurazioni del Cannova: P: Eh... va bene. C: Quindi non devo fare niente, non devo mettere niente addosso. P: incomprensibile C: Metto il telefonino sul tavolo e lo metto... faccio finta che lo metto in silenzioso. P: Ok. Puntualmente a fine giornata il Cannova metteva al corrente il Proto sull’esito della riunione, in una lunga conversazione telefonica anche questa in atti registrata. Rinviando alla lettura della trascrizione dell’intercettazione, nella quale il Cannova relazionava nei dettagli il suo interlocutore, è bastevole considerare che tramite queste rivelazioni l’imprenditore catanese veniva prontamente ed indebitamente messo a conoscenza di particolari riservati riguardanti anche la sua pratica amministrativa relativa alla discarica di contrada Tiritì a Motta San’Anastasia. Una riunione alla quale hanno partecipato vari esponenti amministrativi ed istituzionali tra cui i rappresentanti dei Comuni interessati nonché i funzionari della Regione Sicilia come il Dirigente Generale del Dipartimento Acque e Rifiuti, Vincenzo Emanuele. Un resoconto infarcito dai soliti commenti del Cannova circa la sua disponibilità nel perorare in ogni modo gli interessi della società del Proto descrivendo, al contempo, il comportamento degli altri partecipanti alla riunione (C: Comunque, in tutto questo MICHELON non ha aperto bocca, completamente.) ed additando chi, al contrario, cercava (come Zuccarello) di frapporre ostacoli: C: Non lo puoi capire, guarda, se non senti questa registrazione... Notizie segrete e riservate che riguardavano anche le diverse amministrazioni locali rappresentate dai sindaci partecipanti a tale riunione il cui contenuto il Cannova era compiaciuto di aver potuto 24
  • 25. registrare con il suo cellulare: C: Minchia infatti io avevo il registratore proprio davanti la sua bocca, bellissimo guarda, minchia venne uno spettacolo questa cosa. Di questa registrazione, così segretamente operata dal Cannova, gli indagati tornavano a discutere nel loro dialogo intercettato il 24.03.2012, ora 09:17:53, nel corso del quale concordavano le modalità per consentire al Proto di scaricare nel suo Samsung il file audio (Io ho queste cose nel telefono, che devo assolutamente scaricare, prima che le perda. Quindi è preferibile... (…)Tanto tu il cavetto Samsung ce l'hai.) Ma soprattutto nella conversazione in questione il Cannova tornava a pianificare la strategia di intervento per favorire indebitamente il suo interlocutore che veniva rassicurato nei seguenti termini: C:… allora, per quanto riguarda la questione, non ci sono state più novità, ZUCCARELLO mi ha consegnato nuovamente tutto l'incartamento OIKOS, e le carte ce le ho tutte io, quindi, questo significa che poi non c'è stato un seguito. (…) C: Quindi è probabile che ci sia la seconda fase. La seconda fase consiste nel fatto che si sono dedicati alle elezioni e non rompono più i coglioni. Perchè hanno interessi sulle elezioni, questi.. Ancora una volta questo funzionario infedele garantiva un’incondizionata presa di posizione pur di agevolare l’imprenditore (“ci mettiamo in mezzo”) così dando nuova linfa all’accordo criminoso: C: No, ci mettiamo in mezzo, perchè, praticamente, andiamo a vedere tutti i limiti ed i vincoli che ci sono, appena si vede che si vanno a toccare gli interessi di attività produttive, allora si levano subito. Anche perchè un parco significa bloccare, qualunque,iniziativa. Per porre in essere questo obbiettivo, che peraltro ricalca quello costantemente seguito dal Cannova, costui si prestava addirittura a chiamare personalmente la segreteria del Dirigente Generale Vincenzo Emanuele fingendo di essere Domenico Proto e chiedendo, a suo nome, un incontro, come risulta dalla telefonata del 26.03.2012 ora 12.32.45 tra il Cannova ed il segretario del dirigente Emanuele: S: Intanto lei è il signor? C: Proto, Domenico Proto. S: Il nome scusi? C: Domenico Proto. S: Domenico. Ha detto Oikos, ho sentito bene? C:Si. Così fissato questo appuntamento, altrettanto “diligentemente” il Cannova si premurava di avvisare il Proto: Sms: "l appunt e per martedi o giovedi. tieniti pronto". Riguardo alle ulteriori utilità ricevute dal Cannova viene in rilievo l’episodio di quel televisore/impianto stereo, del prezzo di ben 16 mila euro (A: … parliamo TV, piedistallo motorizzato, le due casse frontali quelle elettrostatiche, le due casse posteriori e il subwoofer col telecomando. C: Parliamo sedici con fattura?), che il Proto ha messo a disposizione del Cannova quale ulteriore corrispettivo della corruzione, pagando almeno 10 mila euro della somma totale. Anche questo fatto è analiticamente ricostruito nella richiesta di misura, alla quale continua a farsi rinvio, sicché è bastevole in questa sede osservare che la ricezione di questo televisore/stereo veniva direttamente sollecitata dal Cannova parlando telefonicamente con un impiegato dell’esercizio commerciale “PICK-UP HI-FIDELITY S.R.L.”, sito in via Catania 16; peraltro era lo stesso Proto che, conversando con il Cannova, si interessava anche di questa 25
  • 26. vicenda del TV (“… nel frattempo andiamo per quel tv, tu sei rimasto all'impiedi...(sic). Cioè ci sono cose, che sono un po' ferme. E, farei il salto lo stesso, per le due e mezza mangiamo assieme?) e chiedeva al Cannova conferma della ricezione di questo costoso apparato elettronico: P: Senti ma il televisore quell’amico te l’ha portato o no? G: L’ho… minchia ora si sono stoccati le gambe, eh l’altro ieri mi hanno chiamato, dice sa abbiamo finalmente la fattura ci… ci rissi va bè… quindi qual è la situazione, dice.. no.. abbiamo fatto il prezzo per lei.. come il dottor… inconpr..senza iva.. P: Quanto ci viene? G: 2800… ci rissi guardi.. c’è possibilità di ridurre… dice no perché questa è.. va bè… P: Allora te li faccio mettere in acconto... (…)P: Eravamo rimasti “a chisti ciamma a fare avire autri 10000 euro” in più tu gli devi pagare la tua tv. ho detto: guarda a Gianfranco, ora sta facendo brutta figura …. Peraltro nel corso di quest’ultima conversazione ambientale, registrata il 29.03.2012 nell’auto del Cannova, veniva captata l’ennesima consegna di denaro contante: P: Aspetta che ti lascio quelle cose. G: Che mi devo lasciare? Che devi fare? P: Mettiti più avanti. G: Io non ti voglio far camminare con la borsa. Mimmo mi metto là vicino..? A questo punto si sente il rumore dell’apertura del cassetto porta oggetti dell’autovettura, un fruscio di banconote e la chiusura dello stesso P: Scusa t’abbastano i piccioli per Cappeddano? G: Ancora te ne devo dare soldi! La definitiva conferma dell’intervento del Proto nell’acquisto dell’impianto TV/stereo si ricava da un passo del colloquio in auto avvenuto qualche giorno dopo, esattamente il 30.03.2012, tra Cannova e la moglie Paduano Valeria la quale, come detto a conoscenza della corruttela del marito, esclamava: P: Senti, ma Mimmo almeno qualcosa te la esce per questa cosa che hai fatto?....Quanto? ..Te li ha dati? ..DIECI? … Meno male che c’è lui!!perche’ con questo……Quanto ti costano questi, omissis.”, ricevendo dal marito la seguente emblematica riposta di assenso: “G: Se ne fotte lui dei soldi.”. Un altro importante settore nel quale il Cannova è intervenuto per agevolare il suo privato corruttore è costituito dalla vicenda dei due guasti verificatisi nell’aprile del 2012 presso l’impianto gestito dalla società AIKOS. In particolare risultano emblematiche quelle conversazioni tra Proto o la sua collaboratrice Puglisi Veronica (responsabile del piano sorveglianza e controllo della discarica della OIKOS) e Cannova concernenti le iniziative per occultare tale vicenda e comunque per “limitare i danni” conseguenti ai guasti tecnici con l’intervento del solito Cannova che si è prodigato illegalmente per risolvere i problemi burocratici creando una sorta di “cortina di protezione”. Rinviando alla richiesta di misura cautelare per la compiuta descrizione anche di questa vicenda e dei passaggi burocratici che la caratterizzano è qui bastevole considerare che la OIKOS s.p.a. all’epoca dei fatti gestiva gli impianti, complementari tra loro: - di pretrattamento/selezione, denominato (IPPC); - di discarica per rifiuti non pericolosi; entrambi siti in contrada Tiritì del Comune di Motta S.Anastasia. 26
  • 27. Per lo smaltimento di tutti i rifiuti ricevuti, la citata società applicava, nei confronti dei conferitori (A.T.O. e società di privati) e a seconda della destinazione dei rifiuti (verso l’impianto di trattamento o direttamente in discarica), due distinte tariffe: quella relativa al trattamento preventivo, pari a euro 72,57 a tonnellata, e quella relativa allo smaltimento definitivo in discarica, pari a euro 9,25 a tonnellata. Dalle indagini svolte risultano una serie di anomalie meglio dettagliate nel sopralluogo del 24 maggio 2012 (VOL. III aff. 592 ss), in specie veniva accertata, in una porzione d’area della discarica, la presenza di rifiuti la cui tipologia non era consentito conferire ai sensi dell’art. 7 d.lgs. 36/03 o meglio: - alcuni rifiuti che necessitavano in forza della loro tipologia, di essere sottoposti a pretrattamento, che non avevano, invece, sostenuto; - altri rifiuti (per esempio traversine in cemento armato, materiale in legno, plastica e ferro, vedi foto da 21 a 25, VOL. III aff. 600-601) non potevano invece proprio essere smaltiti in quella discarica, perché per tale tipologia è necessario uno specifico pretrattamento con un impianto particolare, di cui la società OIKOS non dispone, per il successivo conferimento in discarica per i rifiuti inerti. A corredo di questa attività veniva acquisita la documentazione ambientale ed in particolare i registri di carico e scarico e le “bindelle di pesa” dei rifiuti. Come anticipato il guadagno della società era connesso alla quantità di rifiuto trattato, per cui la stessa emetteva una prima fattura di trattamento, pari a € 72,57, e poi una seconda relativa allo smaltimento definitivo in discarica € 9,25 a tonnellata, i cui importi sono ovviamente parametrati alle quantità di rifiuto trattate e smaltite, dimostrabili dalle attività di pesa e tenuta dei registri. Il fermo impianto verificatosi nell’ultima settimana di aprile 2012 non ha consentito di operare il pretrattamento nei termini dovuti, peraltro in questi casi il gestore della discarica doveva prontamente avvertire tutti gli enti preposti al controllo – Regione, ARPA e Provincia – affinché potessero mettere in atto le misure necessarie per garantire il corretto smaltimento dei rifiuti salvaguardando la salute pubblica. A tal proposito il Dirigente del Servizio ing. Zuccarello Natale, ha riferito: in caso di interruzione dell’impianto e qualora la vasca di raccolta cd. “tramoggia” sia colma, il gestore avrebbe l’obbligo di interrompere il conferimento dei rifiuti qualora non via sia un’area di stoccaggio temporanea già predisposta e preventivamente autorizzata. In questo caso, fatti salvi gli eventuali danni ambientali la cui valutazione è di competenza del servizio, il gestore deve darne comunicazione immediata agli Enti preposti alla pianificazione e verifica della corretta 27
  • 28. gestione integrata dei rifiuti, e cioè assessorato Energia, nonché agli Enti preposti alla vigilanza, A.R.P.A. e Provincia, ed infine anche alla Prefettura. (VOL. III aff. 9). Nel caso di specie, invece, nonostante il guasto dell’impianto la società OIKOS ha continuato a ricevere e contabilizzare i rifiuti. Un’attività irregolare posta in essere anche grazie all’intervento del Cannova il quale si è attivamente adoperato affinché la predetta società evitasse qualsiasi tipo di controllo e sanzione peraltro continuando a riscuotere indebitamente ingenti somme di denaro, quale corrispettivo per il pagamento delle tariffe per l’effettuazione dell’operazione di trattamento preliminare del rifiuto e per l’operazione di smaltimento definitivo in discarica. Come specificato nella richiesta del PM : “in caso di “fermo impianto” si deve sospendere il flusso dei rifiuti in ingresso già dal secondo giorno di interruzione dell’esercizio, e ciò in quanto, la capacità della vasca di contenimento dei rifiuti integrata all’impianto di selezione/trattamento è di 835,38 tonn., mentre la quantità media giornaliera di rifiuti conferiti è di 700 tonn. (pag. 18/39, relazione tecnica alllegata all’aia VOL. III aff. 481). Ciò significa che, in caso di guasto per qualsiasi motivo dell’impianto di pretrattamento, la relativa vasca di raccolta, che abbiamo visto ha una capacità massima di 835,38 tonnellate, non può logicamente ricevere un quantitativo di rifiuti superiore. …” Oltre a questa attività, che ha consentito un indebito notevole maggior introito nelle casse della società OIKOS, ciò che qui direttamente rileva è, evidentemente, la condotta del Cannova il quale ha concordato le modalità per evitare di informare gli organi di controllo così consentendo alla OIKOS di non interrompere le prestazioni con i soggetti conferitori. Più esattamente dalle intercettazioni in atti risulta che il Cannova ha concordato con la Puglisi di inoltrare, alcuni giorni dopo il fermo dell’impianto e solo al proprio Ufficio, presso l’Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente, la dovuta comunicazione della ditta; tale comunicazione del 5 aprile 2012, riferita al primo periodo di fermo dell’impianto, che di fatto è iniziato il 2 aprile, è stata redatta e trasmessa da Puglisi Veronica, per conto del Proto, all’Ufficio del Cannova solo a seguito del sopralluogo dell’A.R.P.A. di Catania, ivi giunta per attività di ispezione. Nella seconda circostanza la comunicazione di fermo veniva anch’essa trasmessa giorni dopo, contestualmente alla ripresa dell’attività, e sempre esclusivamente al “fidato” Cannova che, d'altra parte, protocollava la comunicazione in questione un mese dopo senza darne comunicazione a nessuno con ulteriore violazione di ogni regola giuridica e deontologica. Rinviando agli altri riferimenti contenuti nella richiesta di misura è bastevole osservare quanto segue. Fermo impianto 1-5 aprile 2012: 28
  • 29. Dall’analisi del registro di carico e scarico dell’impianto di selezione, il “fermo impianto” inizia il primo aprile 2012, poiché non vi sono annotazioni di carico relative alla produzione del rifiuto selezionato. La comunicazione di “fermo impianto” avente protocollo n° Com/097APR/1433U/2012, datata 05.04.2012, a firma del Presidente dell’OIKOS, Proto Domenico, che riporta come causa il guasto “..di un nastro trasporto indispensabile per il funzionamento dell’impianto stesso..” è stata trasmessa al Servizio 1 VIA – VAS di Palermo , in particolare al numero di fax di CANNOVA Gianfranco lo stesso giorno (VOL. III aff. 607 ss), quindi quattro giorni dopo il fermo impianto. Tale comunicazione è stata redatta esclusivamente in seguito al sopralluogo effettuato dall’ARPA di Catania il 5 aprile 2012. A decorrere dal 06.04.2012 è stata comunicata la riattivazione dell’impianto con nota n° Com/160APR/1496U/2012 datata 10/04/2012 (VOL. III aff. 611 ss). Dalla lettura del verbale di sopralluogo dell’A.R.P.A. di Catania del 5 aprile 2012 (VOL. III aff. 614 ss), emerge che il personale intervenuto ha rilevato che “l’impianto risultava non in esercizio” deducendo semplicemente che i rifiuti urbani indifferenziati venivano smaltiti direttamente in discarica senza l’opportuno pretrattamento. A prescindere dai poco ortodossi ed eccessivamente confidenziali rapporti intessuti dal Proto anche con Francesco D’Urso, che era uno degli ispettori ARPA, cioè l’ente pubblico preposto al controllo ed alla ispezione ambientale presso la discarica gestita dalla OIKOS (D: Pronto? P: Eh, Francesco? D: Buongiorno. P: Ti viene comodo da Ernesto? Ci mangiamo qualcosa veloce veloce sopra? D: Si, và benissimo. intercettazione telefonica 26.03.2012 ora 13:54:03) emerge la preoccupazione del Proto nel corso del sopralluogo. Più esattamente nell’intercettazione del 05.04.2012 ora 08:44:26 risulta che il Proto ordinava al suo collaboratore Spadafora Alfio (“Alfredo”), responsabile dell’impianto di selezione, di mandare gli autocompattatori pieni di rifiuti urbani indifferenziati a scaricare in vasca (Tutti i camion, mandali in vasca), poiché evidentemente il conferimento dei rifiuti – essendo l’impianto di trattamento guasto – avveniva direttamente in discarica; peraltro il predetto indagato, in maniera categorica, rappresentava sempre allo Spatafora di riferire il falso al personale dell’ARPA, ovvero che l’impianto era fermo da quella stessa mattina (E' da stamattina ch'è successa questa cosa... Va' bene!?) Nel corso di questa visita ispettiva dell’ARPA di Catania si registra una frenetica e segreta attività volta a concordare con Cannova la strategia affinché fosse esclusivamente l’Ufficio dello stesso Cannova a ricevere la comunicazione del fermo impianto e non l’ARPA o altro organo competente. 29
  • 30. Un’inquietante situazione che emerge già dalle conversazioni intercettate il giorno 5 aprile 2012 tra la Puglisi ed il Proto in cui questi due interlocutori, oltre a concordare che il fermo impianto dovesse falsamente figurare come avvenuto quello stesso giorno (V: ...Senta una cosa, io la disturbo al volo, poi parliamo con calma, le volevo dire che loro vogliono una comunicazione ufficiale, del fermo impianto. Posso trasmetterla? P: Si. E tu gli dici, fermo impianto data odierna...), decidevano di interpellare preventivamente il Cannova per concordare con lui a chi inviare la comunicazione fermo impianto (V: Ok. Eee, loro mi hanno chiesto di mandarla a tutti gli enti interessati. Quindi io posso mandarla all'assessorato, ad ARPA e, poi mi dica, la mando anche alla provincia? P: La fai una cosa, invece? V: Dica. P: Eehm... Lo chiami a Gianfranco? V: Si! Prima di mandarla, lo chiamo, si. P: No, chiamalo, vedi che cosa ne pensa lui.). Una soluzione che destava qualche iniziale perplessità nella Puglisi (Però ARPA mi ha chiesto di mandarla a tutti. Non l'ha messo per iscritto, per carità, però me l'ha chiesto verbalmente) delle perplessità ben presto superate dalle insistenze del Proto (“No no no, secondo me, la devi mandare a lui. A lui e basta, gli altri ….”). La ragione di tale scelta è ben comprensibile alla luce di quanto emerge dagli atti processuali circa gli stretti rapporti delittuosi tra il Proto ed il Cannova. Peraltro nella telefonata sempre del 05.04.2012, ora 15.13.00, era lo stesso Cannova a confermare la linea suggerita dal Proto invitando la Puglisi ad inviare senz’altro la comunicazione fermo impianto solo e soltanto al suo numero di FAX e non tramite altri strumenti di comunicazione: P: Senta io la chiamo per una questione, eeee, abbiamo avuto un problema all'impianto questa mattina, eeee, per cui siamo stati costretti a fermare l'impianto.(…) Eh... in tutto questo oggi è venuta ARPA e... (…)E' venuta l'ARPA a fare un sopralluogo e si è accorta, ovviamente, di questa problematica e... ora il punto è noi chiaramente gli abbiamo detto che stavamo per fare una comunicazione di questo fermo impianto ed abbiamo chiaramente dichiarato che, per garantire la continuità del servizio, non abbiamo sospeso l'attività perché chiaramente avendo la vasca vuota abbiamo deciso di procedere in questa maniera. Ora il fatto è che ARPA ci ha detto di fare... mandare una comunicazione anche a loro. Io ho parlato anche con il signor Proto che mi diceva di confrontarmi un pò con lei per capire perché, secondo noi, basterebbe mandare la comunicazione a voi. Cioè... (…) Mi dovrebbe dire lei come procedere. C: Si, si, si, no fatela solo a me... per fax sopratutto. Il contenuto della successiva conversazione tra Proto Domenico e Cannova Gianfranco, sempre del 05.04.2012 ore 20.35.30, è persino scontato dal momento che il Proto si mostrava infastidito delle quotidiane “visite” dell’ARPA di Catania nonché preoccupato per i provvedimenti che la stessa avrebbe potuto assumere; delle preoccupazioni smorzate dal Cannova il quale si vantava (in questo caso eccedendo in sicurezza) che qualsiasi iniziativa l’ARPA avesse intrapreso sarebbe dovuta comunque transitare per il suo ufficio: PROTO Domenico: No no ma invece poco fa mi diceva anche che domani vogliono sentirla perchè vogliono prendere provvedimenti che cazzo ne saccio.. CANNOVA Gianfranco: E va bè faccilli pigghiare..tanto sempre 'nne mia hanna bbenire.. (ndr E va bene faglieli prendere tanto sempre da me devono venire.) (…) CANNOVA Gianfranco: Si ma il provvedimento che loro 30
  • 31. prendono, Mimmo, non è che loro possono prendere di loro iniziativa... (…) CANNOVA Gianfranco:Se domani, domani questi cretini decidono di prendere iniziative, comunica, che loro non sono niente e che devono trasmettere qualunque iniziativa all'Autorità competente... loro non sono autorizzati a prendere provvedimenti. Loro possono solo comunicare quello che hanno verificato. In riferimento a questa vicenda i CC del NOE hanno acquisito presso la società OIKOS, relativamente al periodo 1 – 7 aprile 2012, i vari registri di carico e scarico nonché le relative bindelle di pesa (che attestano l’effettivo trattamento dei rifiuto per il successivo avviamento in discarica) (VOL. III aff. 782-795) evidenziando le molteplici irregolarità di questo impianto nei termini dettagliatamente riportati nella richiesta di misura ciò a conferma, laddove ve ne fosse ancora la necessità, che le condotte compiacenti e prezzolate del Cannova sono valse ad assicurare un indebito rilevante profitto illecito per la società del Proto. Fermo impianto dal 23 al 26 aprile 2012 Anche in questo caso la comunicazione “fermo impianto” avente protocollo n° Com/307APR/1642U/2012 datata 23/04/2012, a firma del Presidente del C.d.A. dell’OIKOS, Proto Domenico, è stata inviata soltanto al numero FAX del Cannova e si riferisce al guasto “... dell’avvolgicavo del carroponte che regola il movimento delle funi..” verificatosi il giorno 23 aprile 2012 (VOL. III aff. 661 ss); il successivo 27 aprile 2012 veniva comunicata la ripresa d’esercizio dell’impianto di selezione con nota n° Com/385APR/1420U/2012 (VOL. III aff. 665 ss) In termini egualmente chiari risulta che nel periodo di fermo impianto i rifiuti non trattati sono stati accumulati: “in un’area di discarica appositamente individuata e delimitata in attesa di essere selezionato dall’impianto non appena sarà possibile riavviarlo; il cumulo di rifiuto accumulato sarà giornalmente ricoperto con un telo al fine di contenere qualsiasi tipo di dispersione e/o emissione di odori…”. Come documentato dalla Squadra Mobile, nell’annotazione che viene riportata nella richiesta di misura, il Cannova non protocollava il documento del 23 aprile per poi creare un falso alla richiesta di consegna rivolta dalla P.G. nel corso della verifica incrociata che è stata espletata (VOL. II aff. 879 ss); un’iniziativa delittuosa ancora una volta indirizzata a tutelare gli interessi della società OIKOS nella consapevolezza che il deposito temporaneo, cui si accennava, avrebbe comportato problemi con gli organi di controllo in quanto la società non possedeva la necessaria preventiva autorizzazione. I termini della falsa protocollazione emergono confrontando i documenti acquisiti nel corso dell’accesso di PG presso la società OIKOS di Catania, in data 24.05.2012, e quelli acquisiti, in copia conforme all’originale, nel corso della verifica presso l’ARTA di Palermo, in data 29.05.2012; più esattamente: “Da un primo riscontro del protocollo in Entrata A.R.T.A., si evince che la comunicazione di fermo impianto della ditta OIKOS del 23/04/2012 non è mai stata protocollata presso detto Dipartimento, mentre risulta protocollata la 31
  • 32. comunicazione di ripristino comunicato dalla ditta OIKOS del 27/04/2012, con protocollo nr. 25615 in data 3/05/2012. Diversamente invece dalla nota consegnata a quest’ufficio a firma del Cannova, si evince che le due comunicazioni riportano rispettivamente il protocollo n.25615 e n.25616; quest’ultimo numero risultava però non inserito correttamente al registro del protocollo, in quanto come da riscontri effettuati presso il Protocollo Ufficiale dell’ARTA, al n.25616 risulta protocollata documentazione di altro Ente. (…). Tali considerazioni, che portano a ritenere che il Cannova abbia protocollato con un solo numero sia la comunicazione di fermo impianto che quella di ripristino (facendo sì che la notizia del fermo rimanesse arbitrariamente nella sua esclusiva disponibilità almeno sino alla data di ripristino dell’impianto), risultano riscontrate da alcune conversazioni intercettate, il cui contenuto è stato anche in questo caso organicamente riportato nella richiesta di misura. Nella conversazione del 23.04.2012, ora 09:35:56, il Proto impartiva direttiva alla Puglisi affinché, anche in questo caso, la comunicazione fermo impianto venisse inoltrata soltanto al Cannova: V: Procedo, questa comunicazione la mando all'assessorato soltanto, no? P: Io direi... V: O vuole che la mandiamo anche ad ARPA? P: No no, all'assessorato mandiamolo, perché l'ARPA cos'ha detto quel giorno? Volevano essere im... informati tu fai quello solo... solo a Palermo. V: Solo a Palermo, va bene, ok. E allora intanto sto mandando la comunicazione. Puntualmente intercorreva la telefonata (23.04.2012 ora 09:40:24) tra la Puglisi ed il Cannova nel corso della quale quest’ultimo inizialmente addirittura ventilava la possibilità che la comunicazione a mezzo FAX venisse ritardata per il giorno seguente (C: E se lo mandiamo domani?), un suggerimento che appariva troppo “spregiudicato” come dimostrato dalla risposta della Puglisi: E... no è meglio oggi, con la situazione diciamo recente è meglio farlo in tempo reale, perché...”. L’accordo sull’invio del messaggio FAX (C: Si si si manda il fax V: ... posso mandare il fax al suo numero, no? C: Cert, certo, certo.) veniva raggiunto dopo che il Cannova era stato informato di quella pratica di stoccaggio rifiuti fino al tempo strettamente necessario per la riparazione dell’impianto. Seguiva la telefonata (24.04.2012 ora 19:14:25) tra il Proto ed il Cannova nella quale quest’ultimo anticipava la sua preoccupazione riferita al fatto che la procedura seguita per lo stoccaggio temporaneo era palesemente irregolare così da giustificare l’occultamento della situazione burocratica, così il Cannova: io il fax l'ho messo sotto intanto, perché se esce sto coso un po di casino lo fa. Una preoccupazione che si faceva ancora più concreta nella successiva conversazione telefonica (25.04.012 ora 10:52:56) nella quale il Cannova conversando con il Proto, pur rivendicando il suo “esclusivo dominio” sulla pratica (“E quando dovesse capitare una altra cosa del genere, dì a Veronica che non comunichi a nessuno, tranne che a me!”) leggendo il FAX a lui indirizzato si era reso conto che la OIKOS rischiava avendo fatto riferimento a un’area di stoccaggio illecita poiché realizzata in assenza dell’autorizzazione dall’ARTA di un progetto apposito: Eh, perché, quello che ha scritto 32