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"kp"Kvcnkc
D I M E N S I O N E
IL NOSTRO TEST
La prima volta
dell’Aimpoint Acro
in Italia
LE PROVE
ʼ Adc Mpe calibro .308 Winchester ʼ Adler Ht-109 calibro .410 ʼ Beretta 92X Performance calibro 9x21
ʼ Cz 557 Eclipse calibro .30-06 ʼ Glock G43X calibro 9x21 ʼ Pedersoli doppietta a pietra focaia L.650
calibro 20 ʼ Sabatti St-18 calibro .308 Winchester ʼ Walther Q5 match Sf calibro 9x21
MAGGIO
2019
-
n.
5
-
mensile
-
ANNO
32
ISSN
1122-6560
p.i.
02/05/2019
Uvqtkc"
Quando l’Ar10 olandese andò in guerra
Nkdgtc"xgpfkvc
Il doppiettone no-lethal calibro .68
Gng¦kqpk"fgn"48"ociikq
Chi mandare in Europa:
istruzioni per un voto utile
Jwpvkpi ujqy Uwf
La passione cresce
Ngikvvkoc fkhguc
Nelle pieghe
della legge
che scandalizza
FAUSTI ®
Fine Italian Shotguns
www.faustiarms.com
1
5/2019 T
T
utti i conoscenti, sapendo del lavoro che faccio, mi chie-
dono se l’approvazione della riforma della legittima
difesa mi porterà grandi benefici. Se sto correndo ad
armarmi. In realtà sono già armato. E, poi, non è cambia-
to proprio niente. Ma nell’immaginario collettivo è così: armie-
ri e produttori (e giornalisti specializzati) dovrebbero essere
contenti. E, invece, il mercato italiano delle armi non va bene.
Tra le altre amenità ho letto persino che c’è il rischio di
legittimare “giustizieri”. L’Espresso e laRepubblica sono in
prima linea nella battaglia dell’informazione politicamente
schierata che ha trovato nelle armi argomenti cui attaccarsi
morbosamente. Ma è una fatto che il successo della Lega di
Salvini su un tema scottante e “di bandiera” da anni, brucia
al “sistema” dell’opposizione che è ben più ampio dei par-
titi del centro-sinistra. Non so dire se la riforma della legit-
tima difesa garantirà maggiore sicurezza ai cittadini. Sono
più convinto dell’importanza dell’inasprimento delle pene e
della “deterrenza” che una simile legge può avere nei con-
fronti dei criminali. Ma l’inasprimento delle pene non signi-
fica niente se poi tali pene non vengono inflitte, se
la giustizia non funziona, se i criminali escono
dal carcere il giorno dopo la condanna o non
ci vanno affatto. Perché Salvini avrebbe
dovuto correre il rischio di perdere cre-
dibilità con una revisione dell’istituto
della legittima difesa “inutile” come la
giudica la magistratura? Non sarà poi
che proprio la magistratura ci metterà
del suo per renderla inutile? Come per la
questione della detenzione delle armi. Da
quandoisoliti“giornaloni”dipartitobattono
la grancassa, burocrati ministeriali, prefetti
e questori si impegnano per revisioni ordinarie e
straordinarie, perquisizioni, espedienti, requisizioni, dif-
ficoltà nei rilasci e nei rinnovi, prescrizioni per impedire ai
cittadini di accedere alle licenze di armi. Perché tutti vorreb-
bero semplicemente non sapere quante armi ci sono in Italia
o se aumentano le licenze, ma quando poi qualcuno glielo
dice si preoccupano. Anche se fino a quel momento non è suc-
cesso un bel niente…
Insomma, sempre nell’occhio del ciclone. Illuminante, in
proposito, la “tempestività” della proposta di legge (è stata
inserita sulla piattaforma Rousseau il 27 marzo, giorno prima
dell’approvazione della riforma della legittima difesa), fir-
mata dal senatore M5s Gianluca Ferrara e dal deputato M5s
Mattia Crucioli che propone “l’istituzione di un’anagrafe
informatizzata con l’obiettivo di segnalare e, conseguente-
mente, impedire il porto e/o la detenzione di armi da fuoco da
parte di soggetti a cui sopraggiungano condizioni di disturbo
mentale, o della personalità, tali da mettere a rischio la pro-
pria e altrui incolumità”.
Considerando anche precedenti posizioni dell’M5s sulle
armi, c’è una volontà in qualche modo persecutoria nei
confronti dei legittimi detentori di armi? Il momento in cui
è stata avanzata la proposta lascia più di un dubbio. Chi
assicura, poi, che il sistema disegnato dai due parlamentari
dell’M5s funzioni meglio di adesso e impedisca abusi o inter-
pretazioni estensive ai danni dei legittimi detentori di armi?
Come ci si potrebbe tutelare da un’errata diagnosi? Anche in
questo caso la proposta non introduce, in realtà, granché di
diverso da quanto è già in atto: i controlli per il rilascio delle
autorizzazioni in fatto di armi ci sono e sono già stringenti.
Dal punto di vista politico, ci pare uno sgarbo alla Lega per
la riforma della legittima difesa, una sorta di vendetta. Tut-
tavia credo che se ne possa discutere, perché la proposta ha
comunque il pregio di essere sensata (semmai superflua?),
contrariamente ad altre avanzate nel tempo dai partiti
del centro-sinistra. Se deve impedire la commis-
sione di reati e prevenire incidenti o tragedie
che si potevano evitare, ben venga. A patto
che non sia anche solo minimamente per-
secutoria. Del tutto insensata, invece,
l’ultima proposta dal deputato Pd Walter
Verini. Per esempio, per verificare che
effettivamente il possessore di un porto
di fucile per Tiro a volo pratichi davvero
l’attività sportiva, si è inventato che il que-
store sottoponga il cittadino a controlli perio-
dici “non superiori a un mese”. E propone, poi,
addirittura il “taglio” delle armi detenibili senza
licenza di collezione da 3 comuni e 12 sportive a una sola
comune e 3 sportive. Straordinario anche l’accorciamento del
termine utile per presentare la denuncia dopo l’acquisto di
un’arma, dalle attuali 72 ore, a sole 12 ore. Verini, poi, vor-
rebbe ancora quel famoso collegio per la verifica dei requi-
siti psicofisici, composto “da tre medici, pubblici dipendenti,
di cui almeno uno specialista in neurologia e psichiatria”.
Ce ne sarebbero altre di “perle” in questa proposta immoti-
vatamente vessatoria, assolutamente priva di buon senso e
del tutto impraticabile a detta degli stessi professionisti che
dovrebbero metterla in pratica. In spregio persino dei diritti
costituzionali. Come se i legali detentori di armi fossero dav-
vero figli di un dio minore. Cosa che, troppo spesso, ci sen-
tiamo. Altroché corsa ad armarsi…
Che aspettate?
Correte ad armarvi!
EDITORIALE Di Massimo Vallini
Perché Salvini
avrebbe dovuto
correre il rischio
di perdere credibilità
con la legittima
difesa?
ELEGANZA E PRESTAZIONI
DI AVANGUARDIA.
BERETTA A400 UPLAND
L’A400 Upland ha tutta la potenza del collaudato sistema a presa di gas Beretta che
dvvlfxud"xq"flfor"udslglvvlpr1"Xqd"udiÛ
""qdwd"lqflvlrqh"frq"vfhqh"gl"fdffld"duulffklvfh
la carcassa nichelata. Il nuovo disegno dell’impugnatura a pistola e dell’astina migliora
l’ergonomia del fucile e ne esalta l’elegante aspetto complessivo. L’A400 Upland è un
frqqxelr"hffhoohqwh"ghooh"xowlph"whfqrorjlh"frq"xq"orrn"udiÛ
""qdwr/"shu"wxwwl"l"fdffldwrul
che cercano la migliore esperienza di caccia.
BERETTA.COM
SISTEMA A PRESA
DI GAS B-LINK
CANNE
STEELIUM OBHP
36% PIÙ VELOCE DI QUALSIASI
ALTRO FUCILE DA CACCIA
CARCASSA
NICHELATA
CON SCENE DI CACCIA ROSATE DENSE E PERFETTE
CON OGNI MUNIZIONE
3
5/2019 T
SOMMARIO
Anno XXXII / maggio 2019 / numero 5
| ATTUALITÀ
" "Editoriale
" "Nc"tkhqtoc"fgnnc"ngikvvkoc"fkhguc"Å"tgcnv¼
" "Gng¦kqpk"gwtqrgg<"eqpukink"rgt"wp"xqvq"wvkng
" "Ng"ctok"kp"Kvcnkc"eqp"Uvghcpq"Ocwnnw
| PROVE
Pistole semiautomatiche
" "Dgtgvvc" Z"Rgthqtocpeg"ecnkdtq" z
" "Inqem" Z"ecnkdtq" z
" "Ycnvjgt"S "Ocvej"Uh"ecnkdtq" z
Avancarica
" "Rgfgtuqnk"fqrrkgvvc"c"ecpk"guvgtpk"
" "N0 "ecnkdtq"
Fucili a canna liscia
" "Cfngt"Jv/ "ecnkdtq"0
Fucili a canna rigata
" "Ucdcvvk"Uv/ "ecnkdtq"0 "Ykpejguvgt
" "E¦" "Genkrug"ecnkdtq"0 /
" "Cfe"Ort"ecnkdtq"0 "Ykpejguvgt
Libera vendita
"Woctgz"Jfu"ecnkdtq"0 "
Ex ordinanza e collezione
" "Nc"ucic"fgink"Ct "Ctvknngtkg"Kptkejvkpigp
La rinascita sportiva di
wp"okvq<"nc" "rgt"xkpegtg
4
5/2019 T
T
Via don L. Sturzo 7 - 20016 Pero (Mi)
tel. 02.38.085.340 - fax 02.38.010.393
armietiro@edisport.it
Direttore responsabile
MASSIMO VALLINI
In redazione
GIULIO ORLANDINI (caporedattore)
RUGGERO PETTINELLI (caposervizio)
Hanno collaborato:
ANNA ARABIA, MAURO BAUDINO, RENZO BERTONATI,
CLAUDIO BIGATTI, ANDREA BONZANI, GABRIELE
BORDONI, PAOLO BROCANELLI, MATTEO CAGOSSI,
MARCO CAIMI, ALESSANDRO CHIARENZA, GILBERTO
CERVELLATI, ANDREA CIONCI, ALAIN MARCO DELLA
SAVIA, DOMENICO GIAQUINTO, DANIELE P. IORI,
GIULIO MAGNANI, UGO MENCHINI, LORIS MESSAGGI,
NICOLA MIRIANO, MAURO MILLI, MASSIMILIANO
NALDONI, ALESSIO NOTARI, GIANNI PACI, ROBERTO
PATRIGNANI, PAOLA PELLAI, ALBERTO RICCADONNA,
ROBERTO SERINO, PIERLUIGI TAVIANI, RICCARDO
TORCHIA, ANGELO VICARI, CLAUDIO ZUFFADA
Fotografie di:
ANNA ARABIA, MAURO BAUDINO, RENZO BERTONATI,
CLAUDIO BIGATTI, ANDREA BONZANI, PAOLO
BROCANELLI, GILBERTO CERVELLATI, MARCO CAIMI,
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DOMENICO GIAQUINTO, GIULIO MAGNANI, UGO
MENCHINI, MAURO MILLI, GIULIO ORLANDINI, GIANNI
PACI, ROBERTO PATRIGNANI, RUGGERO PETTINELLI,
ALBERTO RICCADONNA, FABIO RICCARDI, RICCARDO
TORCHIA
Direttore di produzione
PAOLO CIONTI
Coordinamento tecnico
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Servizio grafico
SABRINA BRAMBILLA
MARIA CELICO, PATRIZIA CIVATI, VINCENZO PALMIERI,
TAMARA VIGANÒ, BARBARA ZALTIERI
L’ELENCO DI TUTTE LE PROVE E I GRANDI SERVIZI
PUBBLICATI DAL 1988 PUÒ ESSERE CONSULTATO
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| TEST
Accessori
" "Dtwuj"tgugctej"Hngz"jqpg"ecnkdtq"
" "Hwvwtoge"Hwvwt/M "co
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Munizioni e ricarica
"Kih"Nwdg"pcpqvge"dncem"eqnqt
" "Tyu"Urggf"vkr"rtqhguukqpcn"
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Assoarmieri
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Fiere e saloni
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T collabora con:
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Test sul campo
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| RUBRICHE
" "Rquvc"fgk"ngvvqtk
" "Dtgxk"cvvwcnkv¼
" "Nkdtk"g"xkfgq
" "Ngikvvkoc"fkhguc
" "Tacticool
" "Vgorq"nkdgtq"g"vgpfgp¦g
" "Dtgxk"xctkg
" "Ruote e aria aperta
" "Dtgxk"urqtv
| SPORT
Tiro di campagna ad aria compressa
4 T 5/2019
" "Gli accessori per il tiro
Circuiti Armi e Tiro
" "Ng"ictg"fk"ociikq
Circuito Nord-Est
" "Ng"rtkog"fwg"ictg"fgnnc"uvcikqpg
Tiro a lunga distanza
" "H/encuu"g"Vnf<"ng"rtkog"fwg"ikqtpcvg
Tiro Idpa
" "Kn"Vtkvvkeq"rctvg"fc"Iwcuvcnnc
Steel challenge
" "Nc"ictc"fk"Xcngiikq"uwn"Okpekq
Tiro ad avancarica
" "Kn" fl"Ir"Oncke
| DIMENSIONE CACCIA
Rubriche
" "Dtgxk
Racconti
" "Nc"rtqurgvvkxc"vgepqnqikec
Tassidermia
" "Vtqhgk"fエcwvqtg
tgxk
nti
Nc"rtqurgvvkxc"vgepqnqikec
dermia
Vtqhgk"fエcwvqtg
Nuova serie Fortis 6i
Il massimo della perfezione Leica in stile classico
Fortis 6i offre la stessa meccanica infallibile e la stessa ottica con la straordinaria sensazione di avere un campo visivo
enorme a disposizione che solo chi ha un cannocchiale Leica conosce. Il design è classico ed essenziale per chi ama le
linee eleganti, con il sistema di illuminazione del reticolo sulla torretta laterale. La grande, fluida ghiera degli ingrandimenti
in metallo assicura la massima rapidità di azione.
meccanica superiore in acciaio 60HRC, clic infallibili e reticolo centrato anche dopo migliaia di colpi con qualsiasi calibro
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Fortis 6i 1-6x24: prestazioni di mira imbattibili per la caccia in battuta: pupilla d’uscita 50% più grande dei prodotti
concorrenti, campo visivo record 44m/100m, lenti oculari sovradimensionate.
Fortis 6i 2-12x50: con torretta BDC: il classico 12×50 da caccia di selezione al massimo livello della tecnologia ottica e
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NOVITÀ!
6 7 5/2019
C
he la sfida abbia inizio! Questa volta Beretta fa sul se-
rio: mai il colosso di Gardone Val Trompia (Bs) si era
impegnato così direttamente nel mondo del Tiro dina-
mico sportivo nella specialità di arma corta. Qualche
anno fa, è stato dato il via all’ambizioso progetto 1301
comp, il semiautomatico calibro 12 già entrato nella elite del-
la specialità Shotgun Ipsc. Mentre l’impegno ufficiale diretto
per eccellenza della Beretta negli sport del tiro è da decenni
nel Tiro a volo. Forse, qualcuno ricorderà l’exploit di Ben Stoe-
ger: era il 2011 e al Mondiale Ipsc disputato sull’isola di Rodi,
in Grecia, il fuoriclasse statunitense portò la Beretta Elite II
sul secondo gradino del podio, poco distante dall’altro fuori-
classe Robert Vogel. Ma quello di Stoeger può essere conside-
rato un fatto isolato.
Con il lancio della nuova 92X Performance calibro 9x21, l’im-
pegno Beretta è globale: dalla progettazione allo sviluppo,
fino all’appoggio diretto a un team che prenderà parte al Cam-
pionato italiano e ad alcune delle principali gare internazio-
nali e all’ingaggio di tiratori internazionali di prima fascia.
L’idea 92X è stato il risultato del lavoro di un team: a partire
da Giovanni Prandini, ingegnere Beretta, che ha curato la pro-
gettazione e lo sviluppo della nuova creatura; per continuare
con Nicola Lorenzi, product manager handgun Beretta, che ha
fortemente creduto nel progetto; per finire proprio con Rober-
to Vezzoli, pluri medagliato tiratore Ipsc con la pistola e uno
dei più forti tiratori al mondo di arma lunga Ipsc, in partico-
lare con lo Shotgun. L’obiettivo era mettere in cantiere una
pistola che potesse sfidare nelle gare di tiro Ipsc i più presti-
giosi avversari, in particolare Tanfoglio e Cz, le due aziende
che, da alcuni anni, fanno incetta di titoli continentali e mon-
diali in Production, la division “naturale” a cui è destinata la
nuova Beretta. Il tutto sotto la regia di Franco Gussalli Beret-
ta, presidente di Fabbrica d’armi Pietro Beretta, che non ha
mai nascosto le sue simpatie per il Tiro dinamico, tanto da
essere stato prima presidente, poi presidente onorario della
Federazione italiana Tiro dinamico sportivo.
La genesi
L’idea è stata tanto semplice quanto geniale. Nessun progetto
originale, nessuna soluzione alternativa, nessuna invenzione.
Molto meglio prendere ciò che Beretta si ritrovava già in casa,
assemblarlo con alcuni, logici “aggiornamenti” e il gioco era
fatto. Così, nel gennaio 2018, Lorenzi e Vezzoli hanno iniziato
a sperimentare alcuni “assemblaggi” per trovare la combina-
zione migliore dopo i test a fuoco nel balipedio Beretta. Di
fatto, in meno di un anno, ha visto la luce la nuova 92X.
PROVA_pistole semiautomatiche_Beretta 92X Performance calibro 9x21
La rinascita
sportiva di un mito
Un mix di componenti di precedenti versioni della capostipite ha portato
alla creazione di una pistola progettata per primeggiare nel Tiro dinamico.
Fusto in acciaio tipo Vertec, impugnatura “dimagrita”, carrello rinforzato
tipo Billennium e uno scatto match nuovo di pacca. Ed è subito feeling
Testo di Giulio Orlandini, foto di Gilberto Cervellati
La Beretta 92X Performance, al centro, accerchiata dai modelli che in diversa
misura ne hanno ispirato la progettazione e lo sviluppo.
Da sinistra, in alto, in senso orario: 98 Fs, Billennium, M9A3 e 90two.
7
5/2019 T
P E R C H I V U O L E C O M P R A R L A
A chi è indirizzata:
è stata pensata
e sviluppata per la
Production division
Ipsc (è in rampa
di lancio anche
la versione per la
Open), ma è perfetta
anche per coloro
che si divertono
sulle linee di un Tiro
a segno
Cosa richiede: chi
è abituato a sparare
con la 92, troverà
subito grande feeling;
tutti gli altri un
minimo di rodaggio
per spremere
il massimo
del potenziale
Perché comprarla:
perché si basa su
una meccanica iper
collaudata, perché
è stata sviluppata
sotto la regia
di tiratori di livello
internazionale,
perché ogni dettaglio
è stato studiato
per il Tiro dinamico
e perché il prezzo
è in linea con
la concorrenza
Con chi si
confronta: le
principali avversarie
che troverà sulla
sua strada nella
Production division
sono la Cz Shadow
2, la Sig Sauer
226 e la Tanfoglio
Stock II.
La 92X Performance calibro 9x21
è la nuova pistola su cui
Beretta ha puntato per recitare
un ruolo da protagonista
nel Tiro dinamico sportivo Ipsc.
8 7 5/2019
La Beretta 92 è una delle pistole semiautomatiche moderne
più conosciute al mondo, vuoi perché è stata per oltre 30 anni
al fianco dei soldati americani e di centinaia di forze di polizia
e forze armate nel mondo; vuoi perché da semplice “attrezzo
di lavoro” si è trasformata in icona, diventando spesso star di
produzioni cinematografiche. Il fatto è che oltre alle tante ver-
sioni “militari” che hanno accompagnato l’affermazione nel
mondo della più celebre M9 statunitense, a Gardone Val Trom-
pia (Bs) sono stati sviluppati parecchi modelli destinati al
mercato civile che, rispetto alla capostipite, presentavano
varianti sostanziali e non soltanto estetiche. Modelli svilup-
pati fra la fine degli anni Novanta e gli inizi del nuovo millen-
nio e che, in molti casi, non hanno sfondato tra il pubblico.
Una delle variabili più importanti che ha coinvolto alcune
versioni della 92 è stata l’adozione di un fusto in acciaio, in
sostituzione di quello in Ergal tipico del progetto iniziale: fu il
caso della Billennium (2002) e della Steel I (2004). Quello che
può essere considerato un inutile, anzi fastidioso, appesanti-
mento per una pistola per difesa o per il porto in fondina può
risultare, al contrario, un vantaggio in termini di bilanciamen-
to e controllabilità per una pistola destinata all’attività spor-
tiva. E, infatti, il progetto 92X Perfomance è partito proprio dal
fusto della Vertec che oltre a essere in acciaio presentava
anche un’impugnatura più verticale. Lo stesso già visto anche
sulla M9A3 che nella stagione agonistica 2018 è stata utilizza-
ta dai tiratori Beretta e che, di fatto, ha rappresentato un “pon-
te” con la nuova creatura. Proprio da questo paragone emerge
in maniera eclatante una delle differenze principali tra la
nuova 92X e chi l’ha preceduta: la M9A3 con fusto in lega leg-
gera non arriva al chilogrammo di peso (scarica), mentre la
Performance pesa 1.380 grammi (con caricatore vuoto inserito,
dotato di pad in gomma), cioè 400 grammi in più.
Il peso generale potrebbe essere un elemento che contrasta il
controllo del brandeggio, ma in questo caso è stato effettuato
un profondo studio delle masse che sono state distribuite in
modo da arretrare il baricentro della pistola, che nelle armi
al top delle graduatorie della Production division si trova qual-
che millimetro oltre il grilletto, in direzione della volata, men-
tre nel caso della 92X è, invece, dietro al grilletto, in direzione
del polso. In questo modo, il peso della pistola è nel pieno
controllo del tiratore e aiuta in modo netto e sensibile il con-
trollo del brandeggio.
Se il fusto è ispirato alla Vertec, l’impugnatura (l’insieme fusto-
impugnatura arriva a pesare 730 grammi) è stata profonda-
mente migliorata nella zona dell’elsa: leggermente sfinata,
per aumentare la sensazione avvolgente, e con lo sperone
pronunciato verso il dorso della mano, due elementi che aiu-
tano ancora a migliorare la sensazione di controllo del rincu-
lo. Quello dell’impugnatura è risultato uno dei lavori più im-
portanti del progetto 92X, in ragione del fatto che la 92 base
non era certamente ben vista da chi aveva mani non troppo
grandi, con un’impugnatura che per ospitare il caricatore bi-
filare aveva dimensioni davvero importanti. Al lavoro di sfi-
namento è stata aggiunta anche la possibilità di personaliz-
zare l’impugnatura e per questo sono disponibili tre tipi di
guancette: le Super slim, le standard e le Xl, che riportano il
profilo del backstrap dell’impugnatura dal tipo Vertec al tipo
M9. Allo stesso modo, anche le palmette delle sicure al fusto
saranno disponibili in tre, diverse grandezze.
La leva dell’hold open, che sarà disponibile anche legger-
mente maggiorata, per essere più facilmente azionata anche
con una sola mano, è stata ridisegnata nella palmetta di
azionamento e inclinata leggermente verso il basso nella
parte posteriore, per evitare che, quando interessata dall’e-
levatore del caricatore vuoto, interferisca con il polpastrello
del pollice che impugna la pistola e che si trova disteso lun-
go la sicura al fusto.
Il secondo tassello
La struttura di base della mitica 92 è stata mantenuta invaria-
ta, ma a fare la differenza è l’evoluzione sostanziale di molti
componenti e di alcuni non secondari dettagli. Dopo il fusto,
D E C O B O S : « S O N O Q U I P E R V I N C E R E »
«Mi sono bastati due caricatori, è stato feeling a prima vista. La nuova
Beretta ha tutte le caratteristiche per vincere l’Europeo e il Mondiale».
Il primo colpo di mercato della Beretta si chiama Eduardo de Cobos,
spagnolo, 45 anni da compiere il prossimo 20 agosto, tra i più forti
tiratori in Production, division di cui è campione europeo in carica, da
un paio d’anni insegna il Tiro dinamico in Russia. La firma sul contratto
che lo lega alla Beretta, de Cobos l’ha posta in
occasione dell’Iwa e proprio in quell’occasione
lo abbiamo intervistato. E le sue prime parole
sono state davvero categoriche. «Sono tiratore
da 30 anni e capisco subito quando una pistola
ha qualità o quando è una maraca. La 92X è
bella esteticamente e quando l’ho impugnata per
la prima volta il 4 marzo scorso, sono rimasto
immediatamente colpito dalla qualità dello scatto
e dalla controllabilità del rilevamento».
Il Campionato europeo è a settembre, non c’è
molto tempo per abituarsi al nuovo impianto
meccanico, dopo aver sparato per anni con
una Tanfoglio: «Per l’Europeo sarò al top della
condizione e, se ho accettato di condividere
questa nuova sfida, è perché sono certo di avere
tra le mani una pistola progettata per vincere.
Sono carico all’idea di condividere quello che
considero il Rinascimento di un mito come deve essere considerata la
Beretta 92».
De Cobos alla Beretta porta non soltanto esperienza, ma anche
un ricco palmarés: nel 2017, è salito sul terzo gradino del podio al
Mondiale in Production, mentre per due volte (nel 2010 a Belgrado, nel
2016 Felsotárkány) si aggiudicato il titolo europeo nella stessa division
e nel 2004 il bronzo in Standard. Dal 1997 al 2016 si è aggiudicato in
ben 15 occasioni il titolo di campione spagnolo: a inizio carriera, 5 titoli
in Open, poi uno in Standard e gli ultimi 9 titoli in Production.
Da sinistra: Nicola Lorenzi, product manager handgun della Beretta;
Eduardo de Cobos; Violetta Boehm, tiratrice del team Beretta;
Roberto Vezzoli.A destra: il fuoriclasse spagnolo, nel balipedio Beretta
per il test della Performance. Per lui è stato feeling dal primo colpo.
PROVA_pistole semiautomatiche_Beretta 92X Performance calibro 9x21
9
5/2019 7
1 Tra i “segni distintivi” della 92X
c’è senza dubbio il carrello.
I fianchi sono stati irrobustiti come
già avvenuto in passato su altre
versioni, come la Brigadier e la
Billennium. Gli intagli di presa, sia
nella parte anteriore sia nella
posteriore, sono a “dente di sega”
e inclinati verso la volata. 2
All’interno del carrello si possono
apprezzare le buone finiture
e la mancanza di evidenti segni
di lavorazioni. Da notare, sulla
destra, la presenza della sicura
automatica al percussore. 3 La
canna è lunga 125 mm, misura
massima consentita dalla Ipsc per
le pistole ammesse alla Production
division. Il blocchetto oscillante,
cuore del sistema di chiusura della
serie 92, è rimasto inalterato.
4 Il fusto è in acciaio e questa
scelta ha consentito di aumentare
di quasi 400 grammi il peso della
92X rispetto, per esempio, alla
M9A3. 5 Il classico piolino
attuatore che nella fase retrograda,
dopo lo sparo, attiva
l’abbassamento del blocchetto
oscillante e consente lo svincolo
dell’insieme canna-carrello.
il carrello: quello con i rinforzi sui fianchi, già visto su Brigadier,
Stock, Combat e Billennium, è subito sembrato il logico com-
pendio al fusto in acciaio. Più pesante (359 grammi) rispetto
all’originale e soprattutto più resistente rispetto alle notevoli
sollecitazioni a cui è sottoposta una pistola da utilizzare nel
Tiro dinamico, che deve sparare parecchie migliaia di colpi
all’anno e comunque alcune centinaia nell’arco di una sola
gara. Sul carrello, un elemento importante è rappresentato
dagli intagli di presa, posizionati sia nella parte anteriore sia
in quella posteriore: sono di nuovo disegno che possiamo de-
finire a “dente di sega”, sono inclinati verso la volata e creano
un eccellente effetto grip, impedendo qualsiasi incertezza di
presa in qualunque condizione di maneggio.
La canna della 92X è lunga 125 mm, 4 millimetri in meno ri-
spetto alla “sorella diversa” M9A3. La lunghezza totale della
pistola è 222 mm, ma la differenza più evidente tra i due mo-
delli è senza dubbio il peso complessivo, senza caricatore:
1.345 grammi la 92X contro i mille grammi scarsi della M9A3.
Un dato fondamentale, che fin dall’inizio è stato considerato
un traguardo: sia il peso complessivo, sia, soprattutto, la di-
stribuzione dei pesi sono uno dei pregi di questa pistola, così
diversa da alcuni competitor che troverà sui campi di gara.
Un dust cover meno massiccio e il tipico carrello a “cielo aper-
to”, infatti, sono due dei fattori che hanno consentito di con-
centrare le masse nella porzione posteriore della pistola, una
caratteristica che non è sfuggita ai top shooter che l’hanno
provata e fa sentire i suoi influssi positivi sia nella fase di
brandeggio laterale sia nel controllo del rinculo della pistola.
Lo scatto e le mire
Il grilletto di serie, come quello di cui era dotato l’esemplare
protagonista della nostra prova, largo 9 mm e con intagli lon-
gitudinali, è in posizione piuttosto avanzata, quasi verticale,
per agevolare al massimo la gestione della Singola azione.
Nella disponibilità aftermarket è acquistabile anche una ver-
sione nella configurazione normale della 92, con grilletto ston-
dato, che rende più agevole l’azionamento della Doppia azio-
ne. Ma uno dei punti di forza della nuova 92X sta senza dubbio
nello scatto, riprogettato per soddisfare le esigenze dei tirato-
ri: si chiama Xtreme-S, presenta valori perfettamente entro i
limiti del regolamento Ipsc, è fluido in Doppia azione e netto
in Singola, con un peso di sgancio verificato con dinamometro
Lyman pari a 2.600 grammi per la Doppia e 850 grammi per la
Singola, valore ottenuto dalla media di 5 sganci. Il riaggancio,
10 7 5/2019
netto e veloce, ha un’escursione di circa un millimetro, otte-
nuta anche grazie alla perfetta regolazione della vite del col-
lasso di retroscatto presente nel fusto.
Per la tacca di mira è stata scelta una Lpa regolabile in altez-
za e derivazione, mentre il mirino è in fibra rossa. Notevole la
facilità e la rapidità di riallineamento, gradita molto anche
dai tiratori molto più esperti e “sgamati” presenti alla prova.
Anche i caricatori presentano una nuova finitura lucida che
facilita in modo sensibile lo scorrimento all’interno dell’impu-
gnatura. Tutti i caricatori sono dotati di pad in gomma che li
preserva dagli urti al fondello e facilitano, comunque, l’ope-
razione di spinta nel fusto, garantendo sempre un aggancio
efficace. La 92X ha comunque una certa modularità di compo-
nenti, pensata e predisposta per garantire a chiunque quei
margini di adattabilità dell’arma alle proprie caratteristiche
tecniche e fisiche.
La nostra prova
Come testare allora l’effettiva efficacia delle innovazioni tec-
nologiche inserite in quest’arma se non andando a ricercare
i limiti delle sue possibilità? Le caratteristiche salienti da
testare in un’arma destinata alle competizioni sportive di tiro
action restano l’affidabilità, la precisione e la controllabilità.
Il nostro test a fuoco si è, quindi, svolto inseguendo quegli
elementi che fanno la differenza. L’affidabilità dell’impianto
meccanico M9 credo non abbia bisogno di conferme, più di 5
milioni di pistole prodotte con questa meccanica sono lì a con-
fermare la bontà del progetto ed è per questo che non è stata
una sorpresa constatare che per i più di mille colpi, tra ricari-
cati e commerciali di varie marche, esplosi durante la prova,
non è stata registrata alcuna incertezza di funzionamento.
L’esemplare protagonista del test è quello su cui da gennaio
sta lavorando Vezzoli e, nel frattempo, ha già digerito più di
cinque mila cartucce senza problemi.
Terminato il warm-up per prendere confidenza con impugna-
tura e scatto, abbiamo cominciato a far cantare la semiauto-
matica gardonense. Un caricatore di munizioni snocciolato
alla massima velocità da Roberto Vezzoli ha fatto registrare
impressionanti split tra una cartuccia e la successiva di 8 cen-
tesimi di secondo. Considerando che ingaggiare in modo pre-
ciso un bersaglio, anche a brevissima distanza, comporta un
“investimento” di almeno 14-16 centesimi di secondo, il dato
interessante è rappresentato dal fatto che quest’arma è pron-
ta al fuoco molto prima che lo sia il tiratore, il quale ha la
possibilità di sfruttare proficuamente il tempo trascorso tra la
fine del ciclo funzionale, quando le masse hanno terminato il
loro movimento, e il momento in cui si torna a fare fuoco. Se a
questo dato si aggiunge quello relativo al peso totale della
K N " V G C O " D G T G V V C " P G N "
Già dalla stagione agonistica 2018, Beretta ha puntato sul progetto,
promosso dal product manager Nicola Lorenzi, di costituire un team
di pistola che porti direttamente sui campi i prodotti dell’azienda di
Gardone. Nel primo anno di vita, in attesa della 92X Performance,
il team ha mosso i primi passi utilizzando la Beretta M9A3, arma
non perfettamente strutturata per le competizioni di Tiro dinamico
sportivo, ma che ha svolto benissimo il ruolo nella fase di passaggio
e ha regalato grandi soddisfazioni, su tutte la meritata vittoria del
titolo italiano Ipsc a squadre in Production division. Nata la 92X, lo
stesso Lorenzi, in stretta collaborazione con Roberto Vezzoli e Giovanni
Prandini, ingegnere del team sviluppo Beretta, ha schiacciato il piede
sull’acceleratore per rinforzare ulteriormente il team Beretta handgun,
andando oltre il respiro nazionale e coinvolgendo anche top shooter
internazionali. Ai riconfermati Roberto Vezzoli, Giovanni Zuccolo e
Francesco Perazzoli, ancora fermo ai box per un grave infortunio a
un ginocchio, sono entrati a far parte del team Production due nuovi
elementi di valore assoluto: Manuele Avoledo e Valentino Tosi. Molti i
progetti legati alla 92X Performance, non ultimo quello di produrre una
versione destinata alla Open division, obiettivo per il quale è in corso
una collaborazione con un top shooter italiano, che non ha bisogno
di troppe presentazioni: Edoardo Buticchi. Già da primi test con la
Performance, Buticchi ha capito il potenziale del progetto e ha accettato
di salire a bordo. Beretta crede molto in questo progetto, tanto da
allargarne gli orizzonti anche a livello internazionale. Il primo “colpo di
mercato” è stato Eduardo De Cobos, uno dei più forti tiratori al mondo
in Production division, al quale sono bastati poche centinaia di colpi
sparati per decidere di passare dall’impianto Cz a quello della nuova
92X. In occasione della Iwa di Norimberga, lo spagnolo ha sottoscritto
un contratto che lo lega alla Beretta già a partire da questa stagione
agonistica, che avrà il suo culmine negli Europei di settembre in Serbia.
Un’altra fortissima tiratrice internazionale, Violetta Boehm, proprio
in occasione di Iwa ha “incontrato” la 92X e dopo aver testato le
caratteristiche tecniche del nuovo progetto, anche lei ha voluto entrare
a far parte della famiglia Beretta.
1 Manuele Avoledo, giovane tiratore che sta
scalando le classifiche nazionali e
internazionali, ha iniziato il 2019 con la prima
medaglia del presidente Ipsc per la 92X
Performance, aggiudicandosi l’Scw trophy in
Austria. 2 Non ha bisogno di presentazioni
Edoardo Buticchi, pluricampione italiano ed
europeo che ha deciso di passare alla Beretta
per una nuova sfida in Open division. 3 Fermo
da quasi un anno a causa di un ginocchio
ballerino, Francesco Perazzoli a breve potrà
riprendere l’attività al 100%. 4 Valentino Tosi è
stato campione italiano di categoria nel 2014,
2015 e 2018. Per lui, una nuova sfida con
un’arma che da subito gli ha restituito sicurezza
e velocità. 5 Giovanni Zuccolo è in cerca della
conferma nella Production Senior e per lui la
maglia della nazionale è sempre più vicina.
Ottimo avvio di campionato e grandi prospettive
per il 2019. 6 La vice campionessa del mondo
in carica Production Lady,Violetta
Boehm, ha scelto di far parte del team Beretta.
PROVA_pistole semiautomatiche_Beretta 92X Performance calibro 9x21
11
5/2019 7
1 Le generose dimensioni della leva della sicura al fusto, ridisegnata per consentire il corretto
posizionamento del pollice. Il pulsante di sgancio caricatore è maggiorato e perfettamente
dimensionato. La palmetta dell’hold open è stata leggermente inclinata verso il basso,
per evitare interferenze con il polpastrello del pollice che impugna la pistola e che si trova
disteso lungo la sicura al fusto. 2 La leva per lo smontaggio è leggermente inclinata
verso il basso nella parte posteriore. 3 Sul backstrap è stata ricavata una puntinatura assai
efficace e per nulla fastidiosa sul palmo della mano. 4 Sul front strap la salda presa
è garantita da una zigrinatura a “due ordini”. 5 La leva della sicura al fusto è ambidestra.
pistola, del 30% in più di una classica M9, diventa immedia-
tamente comprensibile quanto più stabile sia questa geome-
tria di masse, rapportata alla munizione, tarata sulla molla di
recupero scelta. Sono disponibili, infatti, ben tre diversi lib-
braggi per la molla di recupero: 9, 11 e 13 libbre, da testare
sulla munizione utilizzata.
Numerosi gli esercizi svolti durante la prova, con ingaggi di
bersagli a distanze variabili, dai 2 ai 28 metri; sequenze line-
ari di 6-8 cartucce per valutare il ritorno in puntamento, avve-
nuto sempre perfettamente in asse e con un minimo flip del
mirino che si muove pochissimo e resta sempre sull’alpha. Nei
brandeggi, la 92X si ferma istantaneamente sul bersaglio suc-
cessivo senza allunghi o sbandieramenti involontari. Il cambio
di caricatore è risultato fin da subito facilitato sia dal pulsan-
te di sgancio maggiorato sia dal bocchettone di alimentazione
del caricatore di nuovo disegno, più ampio e regolare.
Anche con ricariche match, sia nel tiro con una mano sia in
quello con la mano debole, non c’è stato alcun problema di
affidabilità e il ciclo ha funzionato al 100%, compreso l’arresto
in apertura a caricatore vuoto. Quello che può sembrare un
insignificante dettaglio è, invece, il frutto di un attento studio
di tutte i possibili problemi che possono insorgere durante una
competizione e che generano perdita di tempo e di punti.
La precisione, benché figlia principalmente della qualità del-
la munizione utilizzata, è un altro fondamentale elemento da
testare. Nella prova della 92X, oltre alle consuete rosate da 5
cartucce ottenute sulla canonica distanza di 10 metri, abbiamo
voluto provare anche alla distanza di 28 metri con risultati di
assoluto rilievo. La munizione che ha regalato le maggiori
soddisfazioni in fatto di precisione è stata quella ricaricata
con palla Fiocchi Fmjtc di 123 grani, spinta da 4,5 grani di
Vihtavuori N320, assemblata con innesco small pistol Fiocchi
e bossolo “primo sparo” sempre Fiocchi. Con tutte le munizio-
ni commerciali e ricaricate testate nel corso della prova, i ri-
sultati a 10 metri sono stati ampiamente soddisfacenti, ma a
28 metri la munizione con palla Fmjtc di 123 grani ha regalato
una strepitosa rosata di 4 colpi in 30 millimetri, circa.
L’esordiente e il campione
Nella prova, abbiamo coinvolto anche alcuni tiratori come
Chiara Neviani, agente scelto della polizia di Stato, istruttrice
di tiro alla questura di Bergamo che, abituata alla sua 92 d’or-
dinanza, esprime le sensazioni a fine test: «La prima impres-
sione, oltre che la notevole bellezza estetica, è stato lo stupore
nell’impugnatura: sensibilmente più snella, obbliga a impu-
gnarla correttamente e fin dal primo momento diventa davve-
ro il naturale prolungamento del tuo braccio. Un minimo di-
sassamento si evidenzia immediatamente, cosa che non ho
12 7 5/2019
provato con altre armi, a partire dalla mia 92 Fs in dotazione
individuale. Date le dimensioni ridotte della mia mano, il gril-
letto avanzato mi ha creato qualche problema con la Doppia
azione, in quanto lo raggiungo soltanto con la punta del dito.
Nonostante ciò, le scanalature presenti sulla faccia anteriore
del grilletto mi hanno consentito, appena iniziata la trazione,
di non perdere l’aderenza e di gestire in modo corretto la Dop-
pia, che ritengo molto fluida e pulita. Credo che con un minimo
di allenamento ci si abitui con facilità a questo tipo di grillet-
to. E, comunque, c’è la possibilità di montarne uno con il pro-
filo tradizionale, più arrotondato e arretrato. Ottima la sicura
al fusto che allo sparo aiuta ancor di più a mantenere la pisto-
la allineata sul bersaglio. Lo scatto in Singola azione è netto
e leggerissimo, il reset incredibilmente corto. Il rinculo e il
rilevamento sono ridottissimi e questo aspetto mi ha consen-
tito di divertirmi tantissimo».
Alla prova della 92X Performance era presente anche il pluri
titolato Edoardo Buticchi “spettatore interessato” visto che
affronterà la stagione 2019 con la versione per la Open division,
alla quale i tecnici Beretta stanno apportando gli ultimi ag-
giornamenti frutto proprio delle indicazioni di Buticchi, In
attesa della Open, abbiamo chiesto a Buticchi un parere sulla
versione per la Production: «Basta sparare pochi colpi per ca-
pire che la 92X lascerà il segno nel mondo del Tiro dinamico.
Le tante peculiarità studiate per mettere i tiratori a proprio
agio, rendono la 92X molto competitiva, pronta a scalare le
classifiche in tutto il mondo. Sparare con questa pistola è ve-
ramente “facile”: ha un carrello leggero e riesce a ottenere
velocità di riallineamento al bersaglio molto alte. Ma dell’af-
fidabilità Beretta ne vogliamo parlare? Nella prova è stata
utilizzata da almeno 4 persone diverse, per un totale di più di
mille cartucce in poche ore, senza che nessuno abbia riscon-
trato il minimo problema di funzionamento».
Concludendo la prova, i commenti delle persone coinvolte
sono stati unanimi: ci si aspettava molto da questa pistola e
non ha deluso le aspettative, tecnico-meccaniche innanzi tut-
to, ma anche estetiche e, perché no?, economiche. Il prezzo
della 92X Performance è allineato con la concorrenza, malgra-
do le lavorazioni, i materiali, le finiture siano di altissimo li-
vello: 1.499 euro per la pistola che si propone come la vera
alternativa, una scelta senza compromessi.
S C H E D A T E C N I C A
Produttore e distributore:
Fabbrica d’armi Pietro Beretta,
via Pietro Beretta 18,
25063 Gardone Val Trompia
(Bs), tel. 030.83.411,
beretta.com
Tipo: pistola semiautomatica
Modello: 92X performance
Calibro: 9x21 mm
Impiego specifico: Tiro
dinamico, Production division
Sistema di funzionamento:
chiusura geometrica con
blocchetto oscillante
Alimentazione: caricatore
bifilare a presentazione singola
Numero colpi: 15
Scatto: ad Azione mista
(Singola e Doppia)
Sicura: monta di sicurezza
del cane, leva ambidestra con
funzione di sicura manuale;
sicura automatica al percussore
Canna: lunga 125 mm, con 6
rigature destrorse e passo di un
giro in 250 mm (1:10”)
Lunghezza totale: 222 mm
Peso: 1.380 grammi (con
caricatore vuoto inserito
e pad in gomma)
Finiture: Nistan
Organi di mira: mirino
e tacca di mira innestati
a coda di rondine
Qualifica: arma sportiva (codice
identificativo Banco di prova:
12_00281s13)
Prezzo: 1.499 euro, Iva inclusa
1 Le tre molle a
disposizione su cui ogni
tiratore può puntare
per “personalizzare” la
gestione di rinculo e
rilevamento. Da sinistra: 9,
11 e 13 libbre. 2 Nella
parte terminale del dust
cover è stata confermata
la Picatinny rail che nella
versione destinata alla
Open division viene
utilizzata per fissare la
staffa del red dot. 3 La
tacca di mira regolabile
in altezza e derivazione
è prodotta dalla Lpa.
4 Il mirino a fibra ottica
innestato a coda di
rondine. 5 Nella
dotazione della 92X
Performance i due
caricatori hanno la
capacità di 15 colpi,
ma nella scheda di
classificazione del Banco
di prova è previsto anche
il caricatore da 20 colpi.
6 Lo smontaggio primario
della 92X evidenzia il
collaudato impianto
meccanico che ha
contraddistinto i 40 anni
di storia della serie 92.
PROVA_pistole semiautomatiche_Beretta 92X Performance calibro 9x21
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5/2019 7
T A B E L L A B A L I S T I C A
Munizioni commerciali
Marca Tipo palla Peso palla (grs) V0 (m/sec) V0 (ft/sec) E0 (joule) E0 (kgm) Pf
Fiocchi Top target 148 267,3 877 342,6 34,9 129,7
Geco Fmjrn 124 333,1 1.093 445,7 45,4 135,9
Magtech Fmj 124 342,9 1.125 472,3 48,1 138,5
Sellier & Bellot Lrnglv 124 346,2 1.136 481,5 49,0 140,8
Munizioni ricaricate
Ricarica Tipo palla Peso palla (grs) Polvere Dose (grs) V0 (m/sec) V0 (ft/sec) E0 (joule) E0 (kgm) Pf
1. Target bullets Tc 115 Vihta N320 4,8 337,4 1.107 424,1 43,2 127,3
2. Fiocchi Fmj Tc 123 Vihta N320 4,5 313,3 1.028 391,1 39,8 126,4
3. Fiocchi Glv 148 Vihta N320 3,5 265,7 872 338,5 34,5 128,1
1 Rosata di cinque colpi, sparati a 10 metri,
con impugnatura a due mani e tiro mirato,
con le commerciali Fiocchi. La distanza tra i
centri dei fori più lontani è 28 mm.
2 Rosata di cinque colpi, sparati a 10 metri,
con impugnatura a due mani e tiro mirato,
con le commerciali Geco. La distanza tra i
centri dei fori più lontani è 45 mm, ma
con 4 colpi nella mouche.
3 La peggiore rosata di cinque colpi, sparati
a 10 metri, con impugnatura a due mani
e tiro mirato, è stata con le commerciali
Magtech. La distanza tra i centri dei fori
più lontani è 58 mm.
4 L’ottima rosata di cinque colpi, sparati a 10
metri, con impugnatura a due mani e tiro
mirato, con le commerciali Sellier & Bellot.
La distanza tra i centri dei fori più lontani
è 23 mm.
5 Rosata di cinque colpi, sparati a 10 metri,
con impugnatura a due mani e tiro mirato,
con la ricarica numero 3. La distanza tra i
centri dei fori più lontani è 26 mm.
6 Rosata di cinque colpi, sparati a 10 metri,
con impugnatura a due mani e tiro mirato,
con la ricarica numero 2. La distanza
tra i centri dei fori più lontani è 38 mm.
7 Rosata di cinque colpi, sparati a 10 metri,
con impugnatura a due mani e tiro mirato,
con la ricarica numero 1. La distanza tra i
centri dei fori più lontani è 30 mm.
8 Rosata di cinque colpi, sparati a 28 metri,
con impugnatura a due mani e tiro mirato,
con la ricarica numero 2. La distanza tra i
centri dei quattro fori più lontani è 27 mm,
peccato per il quinto, leggermente strappato.
9 Rosata di cinque colpi, sparati a 28 metri,
con impugnatura a due mani e tiro mirato,
con la ricarica numero 1. La distanza tra i
centri dei fori più lontani è 97 mm.
1 Roberto Vezzoli, nel
corso della prova all’Isola
dinamica di Cologno al
Serio (Bg). Fondamentale
nello sviluppo della 92X
il ruolo del tiratore
bergamasco, che sarà
anche il team manager
del Beretta handgun
shooting team.
2 Chiara Neviani, giovane
tiratrice coinvolta
nella prova della 92X
Performance.
14 7 5/2019
Il rinnovo del porto d’armi senza inconvenienti
La mia vuol essere solo una riflessione, nella
speranza che con la condivisione e la discus-
sione possa diventare qualcosa di più. Per ria-
vere in mano il porto d’armi al rinnovo, dopo
aver eseguito tutti i passi che ciò prevede, oc-
corre aspettare un mese e anche oltre. Non
sarebbe possibile ottenere un foglio/nulla osta
con validità per esempio di 60 giorni che per-
metta, fino alla consegna del porto d’armi rin-
novato,di andare comunque a sparare nei luo-
ghi consentiti? Nel caso poi che il rinnovo non
fosse possibile,scaduti i termini il porto d’armi
non verrà rinnovato.Questo ragionando sul fat-
to che se fino alla data di scadenza il porto
d’armi è operativo, significa che fino ad allora
nessun fatto invalidante si è verificato sul pos-
sesso del porto d’armi.
Ambrogio Sorice – E-mail
A seguito del recepimento della direttiva euro-
pea 2017/853 il Porto di fucile si rinnova alla
scadenza del 5° anno. Per la domanda di rin-
novo, che deve essere presentata prima della
scadenza, va prodotta la stessa documentazio-
ne prevista per il rilascio, a eccezione della
certificazione relativa all’idoneità al maneggio
delle armi e della dichiarazione di non essere
stato riconosciuto “obiettore di coscienza”. Non
c’è nessuna norma che imponga di consegna-
re il libretto e la licenza da rinnovare, altrimen-
ti non si può esercitare l’attività sportiva o ve-
natoria. Il documento potrà essere riconsegna-
to al momento del ritiro del rinnovo. Quindi il
consiglio che mi sento di dare è quello di
consegnare la documentazione per il rinnovo
90 giorni prima della scadenza, poiché la du-
rata del procedimento amministrativo per il
porto di fucile per Tiro a volo è di 90 giorni
(regolamento di attuazione 10 ottobre 2012 n.
214 emanato dalla presidenza del consiglio
dei ministri e pubblicato sulla Gazzetta Ufficia-
le n° 287 del 10 dicembre 2012). Per essere
sicuri dei tempi, ed eventualmente richiederne
il rispetto, è consigliabile farsi rilasciare una
ricevuta del materiale presentato (malgrado
siano teoricamente tenuti a farlo, indicando
anche il responsabile del procedimento, per la
normativa sulla trasparenza amministrativa).
(Massimo Vallini)
Questa rubrica è a disposizione dei lettori, i
quali possono esprimere opinioni anche non
coincidenti con quelle della redazione. Le
lettere, i fax e la posta elettronica dovranno
essere firmati e riportare l’indirizzo completo
del mittente. Non daremo risposte a lettere
anonime (ma i lettori che lo vorranno potranno
richiedere l’anonimato) e non risponderemo
mai privatamente. Al fine di consentirci di
rispondere al maggior numero di quesiti,
preghiamo i lettori di limitare il numero delle
domande per singola lettera e di non superare
la lunghezza di un foglio. La redazione si
riserva il diritto di apportare tagli o sintetizzare
le lettere ricevute. Per facilitare la nostra
lettura, invitiamo a scrivere a macchina o
a stampatello e di accludere, in caso di
esigenze di riconoscimento di armi, foto chiare
con l’indicazione di tutti i punzoni e delle
marcature leggibili sulle stesse.
Edisport Editoriale s.r.l.
via Don Luigi Sturzo 7
20016 Pero (Mi)
+39 02.38.010.393
armietiro
+39 02.38.085.340
www.armietiro.it
armietiro@edisport.it
Rivista Armi e Tiro
Gruppo: Armi e Tiro
R A C C O M A N D A Z I O N I
A I L E T T O R I
N O I S I A M O Q U I
armietiro
Posta_Filo diretto
D A I L E T T O R I A L L E A Z I E N D E
Gianleonardo Nurra di Sassari vuole condividere con
la redazione e con i lettori della rivista la gratidudine
e l’apprezzamento per la Fabbrica armi f.lli Pietta.
“Non trovando nelle armerie locali un percussore
per una replica Single action calibro .357 magnum
(arma usata, malamente modificata dal precedente
proprietario), ho scritto alla F.lli Pietta chiedendo
di acquistarlo direttamente in fabbrica. Mi è stato
immediatamente risposto che avrebbero inviato
gratuitamente un percussore originale e, in effetti,
ne ho ricevuti due. Considerato che l’arma era
un usato (per di più manomesso) mi sembra un
comportamento degno di essere segnalato perché
denota un grande rispetto per gli utilizzatori”.
Le questure non possono pretendere, per attivare
la procedura di rinnovo di un porto d’armi,
la consegna di quello vecchio, se ancora non
è definitivamente scaduto.
Il Single action Pietta del lettore.
S, M, L
BERETTA.COM
0mm - 25mm 0˚ - 20˚ dx - sx 82˚ - 92˚ 0mm - 20mm 0mm - 10mm 0mm - 20mm
16 7 5/2019
Posta_Legale
Un proiettile polimerico da utilizzare
nelle pistole T4E a CO2 di Umarex che,
rispetto ai prodotti tradizionali, grazie
a una costruzione di altissima qualità
garantisce maggiore velocità, energia,
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Il poligono personale
Sono proprietario di un piccolo terreno in montagna a circa 7-8 km dal
paese più vicino. Pensavo di costruire un poligono di tiro personale, ma
non mi sono informato presso le forze dell’ordine perché non saprei che
risposta mi potrebbero dare e anche perché su internet ci sono un sac-
co di notizie contraddittorie sull’argomento in questione. Quello che vo-
levo sapere è cosa dire al progettista e se è fattibile senza finire nei
guai….Mi sono rivolto a voi perché penso che siate i più informati sull’ar-
gomento.
Giordano Pini – E-mail
Il consiglio è di attendere l’apposito provvedimento che il ministero
dell’Interno emanerà per regolare la materia, in conformità dell’articolo
57 del Testo unico. Operare ora significherebbe, in ogni caso, doversi
adeguare in seguito al suddetto provvedimento. (Alessio Russo)
Aria compressa in campagna
Volevo sapere se è possibile portare un’arma ad aria compressa e usar-
la in una proprietà privata che non è la mia residenza. Per esempio in
campagna da mio zio.
Massimo Anostini – E-mail
Dipende. Se la campagna di suo zio non è recintata, talché l’accesso
sia, in via di fatto (non conta la facoltà astratta di proibirlo), possibile
per chicchessia, il luogo è da ritenere aperto al pubblico: dunque, l’uso
è vietato in forza dell’art. 11, lett. d, l. n. 526/99, e comma 3 dell’art. 9
del correlato D.M. Infatti, è prevalsa l’interpretazione secondo cui il di-
vieto si riferisce anche ai maggiorenni, e non solo ai minorenni (tema
che aveva visto contrapporsi due autorevoli dottrine).
Se, per contro, il luogo è effettivamente “privato” e non è, quindi, possi-
bile l’accesso (come inteso dalla norma), l’utilizzo dell’arma è possibile;
si agisca tuttavia con prudenza nel trasporto, e si abbia cura, in caso di
controlli e verifiche, di chiarire immediatamente che si sta eseguendo
un trasporto da un luogo a un altro, e non un porto (bene sarebbe anche
informare l’ospitante, affinché, nel caso di verifiche immediate, confermi
l’assunto). (Al.Ru.)
Per sparare con l’aria compressa in tutta tranquillità, è bene che la proprietà all’aperto
sia recintata.
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18 7 5/2019
Posta_Legale
Q E E J K Q " U W N " O Q P F Q 1
Direttiva 2017/853: il ricorso va bocciato
Eleanor Sharpston, avvocato generale
presso la corte di giustizia europea,
ha rilasciato il proprio parere sul
ricorso della Repubblica ceca, al
quale si sono associati Ungheria e
Polonia, per l’annullamento della
direttiva 2017/853 in materia di
armi. Come è noto, i contenuti di
tale direttiva hanno suscitato vive
polemiche fin dalla genesi del prov-
vedimento (nel 2015) e, non appena
entrato in vigore, i cechi hanno
deciso di adire la corte di giustizia
lamentando che l’atto fosse viziato
da numerose violazioni del trattato
sul funzionamento dell’Unione
europea.
Il parere dell’avvocato generale è
che la direttiva 2017/853, come
peraltro la direttiva originaria
91/477, si propongono lo scopo di
garantire una certa libertà di movi-
mento per determinate tipologie di
armi e loro componenti essenziali
all’interno dell’Unione europea, ma
d’altro canto devono garantire la
sicurezza associata a questi prodotti.
L’avvocato generale ha anche consi-
derato che, in seguito agli attacchi
terroristici che hanno determinato
la genesi della direttiva, ciascuno
Stato membro avrebbe potuto
provvedere in proprio con apposite
leggi restrittive, le quali avrebbero
avuto un impatto ben maggiore
sulla circolazione delle armi legali
nella Ue. Il parere dell’avvocato
generale è quindi che la direttiva
2017/853 abbia lo scopo attuale e
predominante di assicurare la libera
circolazione delle armi e che, anche
se indubbiamente ha influenza anche
nel settore della prevenzione del
crimine, non determina una armoniz-
zazione in tal senso. Di conseguenza,
la conclusione dell’avvocato generale
è che gli organi legislativi Ue fossero
abilitati ad adottare la direttiva,
secondo l’articolo 114 del Trattato
sul funzionamento della Ue. Anche
relativamente al principio di pro-
porzionalità, l’avvocato generale ha
osservato che la norma, consentendo
in particolare agli svizzeri di man-
tenere la proprietà dell’arma d’or-
dinanza anche una volta congedati
dal servizio attivo, rispetta il criterio
di proporzionalità, come anche lo
spostamento di alcune armi semiau-
tomatiche nella categoria “A” delle
armi proibite. Secondo l’avvocato
generale, infine, la direttiva rispetta
i principi di certezza del diritto ed
equità di trattamento.
Per questo motivo, l’avvocato gene-
rale propone alla corte di giustizia
europea (che dovrà pronunciarsi
sul punto nel mese di settembre) di
rigettare il ricorso della Repubblica
ceca, addebitando i relativi costi al
Paese e agli altri Stati membri che
si sono associati (Ungheria e Polo-
nia). Tutto finito? Probabilmente sì,
ma resta comunque una speranza
residua per la Repubblica ceca,
in quanto la corte di giustizia può
fare proprio il parere dell’avvocato
generale, ma può anche decidere di
discostarsene, non essendo in alcun
modo vincolata.
L’avvocato generale della corte di giustizia europea considera
non accoglibile il ricorso sulla direttiva 2017/853.
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Posta_Armi e accessori
Sette colpi troppo “affollati” sulla Ruger
Ho acquistato una Ruger Gp 100 sette colpi nel mese di gennaio e ho
subito riscontrato che i bossoli dopo lo sparo non escono dal tamburo.
Questo fa pensare a una sovrappressione,invece il problema è un altro:
i fondelli dei bossoli si toccano,non hanno spazio e nessuna tolleranza.
Ho portato il revolver dal noto armaiolo Lauro Macchi che, dopo aver-
la provata con cartucce nuove, ha
appurato che i bossoli non escono.
Io mi domando perché nessuna in-
formazione in merito a questo pro-
blema,perché se l’avessi saputo non
avrei fatto questa scelta.Ho visitato
siti e forum americani che segnala-
no questo problema alla Ruger e lo-
ro continuano a tacere e produrre
questa versione,penso voi come ri-
vista molto letta da tutti i tiratori do-
vreste fare un servizio di informa-
zione e contattare la Ruger e anche Bignami che è l’importatore.In bre-
ve, ho riportato il revolver al Macchi, visto che è in garanzia, per una
sostituzione di marca oppure con un revolver a sei colpi invece di sette.
Ora aspetto vedremo cosa decideranno. Spero che nei vostri servizi di
informazione rendiate pubblico ai lettori questo problema.
Giuseppe Pasotto – Albizzate (Va)
Tale problema è emerso anche durante il test dell’arma, nell’articolo
pubblicato sul fascicolo di gennaio 2019. Durante le prove, però, ciò si
era manifestato con cartucce Magtech, mentre con le Federal Fmj 130
grs calibro .38 special (attualmente sottoposte a richiamo), non aveva-
mo rilevato particolari problemi. Avevamo imputato il problema alle
cartucce, ma evidentemente c’è altro. Per quanto attiene l’eventuale
responsabilità dell’importatore, si segnala che lo stesso si sta attivando
con l’azienda produttrice per ricevere disposizioni in merito. Appena
avremo notizie specifiche, le renderemo pubbliche. (Matteo Cagossi)
Rgt"kn"rqtvq"ekxkng"*g"ocpekpq+"fgnnc" "Ud
Sono mancino e possiedo una Beretta 92 Sb. Dato che il mercato ita-
liano è molto ristretto sull’argomento, per il porto civile dell’arma sto
cercando su siti soprattutto americani una fondina tipo appendix in po-
limero.Poiché sono tutte sotto dicitura 92 Fs,sapreste dirmi se andreb-
be comunque bene, dato che l’unica differenza è il ponticello?
Rocco Santoro – E-mail
Per tale arma io generalmente impiego la Ghost Civilian inside (distri-
buita da Tfc, tfc.it) della quale, però, non ho contezza dell’immediata
disponibilità della versione mancina, che pure esiste. Le fondine poli-
meriche di tipo interno generalmente non
hanno sistemi di ritenzione meccanica al
ponticello per cui, qualora ne acquistasse una
per Beretta modello 92 Fs senza tali sistemi
di ritenzione, non dovrebbe aver alcun proble-
ma ad alloggiarvi una 92 Sb. Le uniche diffe-
renze potrebbero sussistere con fondine per
modello 92 Brigadier in cui il carrello è rinfor-
zato e, quindi, più largo e alto rispetto a quel-
lo tipico della modello Fs o Sb. In questo
caso, rischierà solo di trovarsi una fondina
lievemente sovradimensionata rispetto all’ar-
ma. Cosa, comunque, compensata dal “tirag-
gio” della cintura dei pantaloni. (M.C.)
Il Ruger Gp100 a 7 colpi pare soffrire di
un eccessivo “affollamento” delle camere
del tamburo, che in alcuni casi determina
difficoltà di estrazione dei bossoli.
La fondina Ghost civilian
mancina per Beretta 92 Fs.
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Materiali “necessitati” dalla guerra
Recentemente ho avuto l’occasione di vedere in una scatola un po’datata
di un’armeria toscana,diversi bossoli e cartucce 7,65 mm di varie marche:
Geco,Fiocchi,Fn,Leon Beaux,con bossolo in ferro e palla rivestita in accia-
io o ferro.Quali caratteristiche balistiche avevano in più rispetto alle norma-
li in ottone e piombo,in epoca bellica quando questi materiali scarseggia-
vano? Ho anche notato che i bossoli hanno due fori di vampa, mentre gli
attualinehannounosolo.Aqualeepocarisalgono?L’aziendaHzaHulmbach,
che fabbricava la replica dell’Mp40 (cat.17184) è ancora attiva?
Lettera firmata
Il calibro 7,65 mm Browning ha avuto una diffusione enorme tra il periodo
antecedente la prima guerra mondiale e gli anni Ottanta del XX secolo. I
produttori di munizioni si sono sbizzarriti con i più disparati accostamenti di
materiali per quanto riguarda la mantellatura della palla e il bossolo, a se-
conda delle convenienze commerciali o delle possibilità di approvvigiona-
mento delle materie prime. In linea di principio, per il bossolo è sempre
stato utilizzato l’ottone, ma i tedeschi durante la seconda guerra mondiale
hanno prodotto con successo bossoli in ferro laccato, così come avevano
fatto anche per il 9x19, l’8x57 e altri. Ciò derivava dal fatto che rame e
zinco, materiali costituenti l’ottone, erano più scarsi rispetto al ferro, mate-
riale del quale in patria esistevano buoni giacimenti. Occorre ricordare che,
sebbene le armi corte regolamentari dell’esercito tedesco (cioè la P08 e la
P38) erano in 9x19 mm, sia l’esercito, sia la polizia utilizzavano un quanti-
tativo elevatissimo di semiautomatiche in 7,65 mm, tra produzione nazio-
nale e prede belliche.Tra le prime figurano le Walther Pp e Ppk, le Mauser
34 e Hsc,la Sauer 1930 e 38H.Tra le seconde,la più diffusa era senz’altro
la Cz 27 ex cecoslovacca. Per quanto riguarda il materiale del mantello, in
tempo di pace è capitato che alcune aziende (tra cui le nostrane Fiocchi e
Leon Beaux) producessero palle con camiciatura in ottone nichelato, in tal
caso la nichelatura aveva lo scopo di garantire una superiore durezza super-
ficiale del mantello consentendo una miglior presa delle rigature,ma anche
una buona scorrevolezza in canna. Nel corso della guerra, i tedeschi per
economizzare sempre il quantitativo di rame hanno utilizzato palle con ca-
miciatura in ferro ramato o addirittura in ferro nudo.In tal caso,comunque,
non si riscontra una differenza particolarmente sensibile nelle prestazioni
balistiche,la scelta era ancora una volta di tipo strategico.Una delle varian-
ti più rare e curiose è stata sviluppata in Italia alla fine del 1944, in piena
guerra civile,dalla Leon Beaux e prevedeva tanto il bossolo quanto la cami-
ciatura del proiettile in alluminio,sempre ovviamente per risparmiare mate-
riali strategici.Esiste un rapporto di fonte tedesca sulle rilevazioni effettuate
su un lotto sperimentale di queste cartucce,il quale dà conto del fatto che,
in tal caso, la scelta del materiale ha avuto un influsso anche sulle presta-
zioni balistiche, essendo stata registrata una velocità più alta di circa 25
metri al secondo rispetto alle munizioni convenzionali prodotte con bossolo
e mantello in ottone. Probabilmente a causa del precipitare degli eventi
bellici o, forse, a causa della non perfetta idoneità del materiale, queste
munizioni non uscirono dalla fase sperimentale.Per quanto riguarda l’azien-
da,risulta ancora in attività,il suo nome ufficiale è Sport-systeme Dittrich e
il sito Internet è ssd-weapon.com. (Ruggero Pettinelli)
Alcune vecchie scatole di 7,65 mm Browning. A destra, un esemplare prodotto dalla Fn
nel 1943 sotto controllo tedesco, con bossoli in ferro laccato.
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ma anche per la sua attrezzatura. Senza i progressi tecnologici fatti
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24 7 5/2019
Posta_Munizioni e ricarica
Q E E J K Q " U W N " O Q P F Q 1
Lo sniper del Socom è Barrett
L’11 marzo scorso il Dipartimento
della difesa americano ha dichiarato
la Barrett firearms manufacturing
vincitrice del concorso Asr – Advan-
ced sniper rifle per l’Ussocom con
il modello Barrett Mrad – Multi role
adaptive design (rifle).
Il Socom (Special operations com-
mand) aveva annunciato nel 2016
l’intenzione di voler adottare un
nuovo sniper bolt action multicalibro
facilmente o rapidamente converti-
bile nei calibri 7,62x51, .300 Norma
Magnum e .338 Norma Magnum
attraverso un concorso competitivo.
Il nuovo Asr va a sostituire il pre-
cedente Remington Msr – Modular
sniper rifle (classificato dall’Us army
come Mk 21 Precision sniper rifle)
che nel 2013, era stato designato
vincitore del concorso Psr – Precision
sniper rifle sempre del Socom, came-
rato però in 7,62x51, .300 Winche-
ster Magnum e .338 Lapua Magnum:
evidentemente qualcosa è andato
storto con l’Msr.
Se da un lato si comprendono le scelte
migliorative del .300 Norma magnum
e l’eventuale compatibilità del .338
Norma magnum con una prossima
mitragliatrice media voluta dal Socom
(Lwmmg), non si capisce perché non
sia stato adottato, in sostituzione del
7,62x51, il 6,5 Creedmoor: come già
scelto viceversa, per i fucili semi auto-
matici del Socom.
A questo punto, appare ancora più
strana l’acquisizione di alcuni Barrett
Mrad camerati in .300 Prc Hornady
proprio dall’Ussocom, nel mese di
febbraio: o si è voluto testarlo contro
il .300 Norma Magnum, ma ormai
la richiesta e i test del programma
erano conclusi, oppure verranno
impiegati in un qualche ruolo opera-
tivo. Che non verrà comunicato…
Il Barrett Mrad è il nuovo sniper
dei corpi speciali statunitensi.
Niente slug supermagnum in Italia
Sono in possesso, di un fucile a pompa Benelli Nova, calibro 12/89 su-
permagnum, con canna slug di 450 mm. Non riesco a reperire, presso
le armerie, cartucce a palla unica per detta arma, mi potete indirizzare
su dove recuperare dette munizioni.
Giuseppe Battaglia – E-mail
Non è indispensabile usare cartucce 12/89 con fucili che abbiano la
cameratura di 89 mm, cioè appunto supermagnum. Non mi risulta, poi,
che tali cartucce siano prodotte con palla singola. Se il lettore vuole
peso e potenza con palla unica, può trovare soddisfazione con la Ba-
schieri & Pellagri Black shock magnum o caricamenti che utilizzino la
slug Gualandi magnum di 40 grammi con borra rossa o la Brenneke di
39 grammi. La palla slug trova prevalente impiego nel tiro alla sagoma
e in maniera più limitata nella caccia agli ungulati mentre le camere
12/89 vengono usate quasi esclusivamente nella caccia agli anatidi
(comunque con canna più lunga di quella del lettore). Non è nemmeno
facile immaginare a cosa possa servire una cartuccia 12 supermagnum
con palla slug. Se anche se ne potesse realizzare una, magari median-
te fusione casalinga, di peso superiore ai
40 grammi, ed è possibile perché con i
pallini si arriva a 65-70 grammi, occor-
rerebbe poi un propellente adatto a svi-
luppare l’energia sufficiente, senza esa-
gerare con le pressioni, e in Italia non
sono disponibili tante polveri idonee per
caricamenti supermagnum. (M.V.)
Per le cartucce calibro 12/89 “supermagnum”
non sono disponibili caricamenti slug.
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26 7 5/2019
Posta_Munizioni e ricarica
La polvere adatta alla ricarica
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Essendo un assiduo lettore della vostra rivista,
mi permetto di richiedere informazioni sulle
dosi per quanto in oggetto.Non ricarico da cir-
ca 50 anni (ne ho settanta) e,preso dall’attra-
zione per i piccoli calibri, vorrei cimentarmi
nuovamente.Le cartucce che intendo ricarica-
re hanno le seguenti caratteristiche: numero
piombo 8/9/10 con grammature medio/alte,
orlatura tonda (non avendo pratica della stel-
lare), contenitore plastica e anche cartuccia
a palla,utilizzando possibilmente un solo tipo
di polvere (al massimo 2).
Antonio Filoni – E-mail
I piccoli calibri possono dare grandi soddisfa-
zioni, ma richiedono particolari attenzioni,
dato che al ridursi del diametro dell’anima il
regime pressorio tende a esasperarsi. Pren-
dendo a riferimento il calibro 16, per il quale
la carica normale è di 28 grammi (ossia un’on-
cia), le corrispondenti cariche normali dei
calibri 12, 20, 24, 28, 32 e 410 sono rispet-
tivamente di 34, 24, 22, 20, 18 e 11 grammi.
Queste cariche realizzano tutte la stessa den-
sità sezionale e pertanto sono proporzionali
alle rispettive sezioni rette, mantenendo tutte
la medesima altezza della colonna di piombo.
Ciò comporta che, se una polvere è adatta ai
34 grammi di piombo nel calibro 12, potrà
essere impiegata anche per le corrispondenti
cariche normali degli altri calibri, nel rapporto
di dosaggio di 1 a 20, ossia 5 centigrammi di
polvere per ogni grammo di piombo, svilup-
pando teoricamente la stessa pressione mas-
sima e la stessa velocità iniziale.
Definite normali le suddette cariche di piombo,
quelle medie e pesanti sono quelle superiori
ai valori indicati e anche per esse vale il prin-
cipio della pari densità sezionale. Se una pol-
vere è idonea ai 38 grammi di piombo del
calibro 12, per esempio, risulterà idonea anche
per i 31, 27, 24, 22, 20 e 12 grammi dei ca-
libri 16, 20, 24, 28, .410.
All’atto pratico le cose sono un po’ diverse, in
quanto nei piccoli calibri le resistenze d’attrito,
proporzionali al rapporto tra l’altezza della co-
lonna (che rimane costante) e il diametro
dell’anima (che invece si riduce) diventano più
intense, portando a pressioni più alte e a ve-
locità più basse di quelle della corrispondente
carica del calibro 12.A ciò si aggiunge il fatto
che, mentre nel calibro 20 sono disponibili le
stesse altezze di bossolo del 12, nel 28 e nel
.410 si arriva al massimo a 76 mm, mentre
nei calibri 24 e 32 si arriva solo a 65 mm, con
variazioni sensibili nella volumetria disponibile
internamente, cosa che condiziona anche il
tipo di chiusura da adottare.
Altro fattore è l’energia liberata dall’innesco,che
non è modulabile in proporzione al volume oc-
cupato dalla polvere, ma si esplica nei tre livelli
standard di bassa, media ed alta potenza, im-
piegati rispettivamente nel gruppo .410 e 32,
nel gruppo 28, 24 e 20, e nel gruppo16 e 12.
Infine, mentre nei calibri principali 12, 16 e 20
sono disponibili borraggi di varie altezze, per i
calibri minori la scelta è più limitata; nel calibro
28 e 410, oltre ai MiniContainer e MiniBior
della Gualandi, da pochi anni è disponibile la
nutrita gamma Baby prodotta dalla Baschieri
& Pellagri; per i calibri 24 e 32 la scelta è
purtroppo ridotta ai pochi tipi in plastica della
Gualandi, ma con un po’ di fantasia l’altezza
della colonna di caricamento può essere re-
golata utilizzandone i soli contenitori e sosti-
tuendo l’elemento intermedio di altezza fissa
con un numero adeguato di sugherini.
I dosaggi vanno dunque rivisti in funzione del-
le svariate condizioni e dei diversi componen-
ti disponibili e, qualora non si disponga di
tabelle di caricamento attendibili, è essenzia-
le provare al banco gli assetti allestiti.
Numerosi forum on-line trattano della ricarica
dei piccoli calibri, fornendo anche i risultati di
prove al banco (previa registrazione dell’uten-
te. Tabelle sperimentate sono disponibili sul
sito della Gualandi (gualandi.it) e sul sito del-
la Baschieri & Pellagri (baschieri-pellagri.com).
Su quest’ultimo, per ogni calibro, sono indica-
te le polveri più adatte e i relativi dosaggi.
Per esempio, per le cariche del calibro 24, so-
no indicate la F2x32 e la Mbx32 (1,10x21/22),
la F2x36 (1,15x22), la Mbx36 (1,18x22/23),
la Mg2 (1,25x24), la M92S (1,30x24).
Passando al calibro 28 (che però può essere
caricato anche nei bossoli di 76 mm), troviamo
la F2x32 e la Mbx32 (0,95x19), la F2x36
(1,03x19), la Mbx36 (1,05x20), la Mg2
(1,10x21), la M92S (1,15x21/22), ed inoltre,
per i caricamenti più spinti, la M410/2
(1,35x26/28) e la M410 (1,45x28).
Analogamente al calibro 24, nel 32 abbiamo
ancora la F2x32 e la Mbx32 (0,81x15/16), la
F2x36 (0,85x16), la Mbx36 (0,86x16/17), la
Mg2 (0,90x17) la M92S (0,95x18).
Nel calibro .410 (che può essere caricato in
bossoli da 65, 70, 73 e 76 mm, secondo le
grammature crescenti), ritroviamo la F2x32 e
la Mbx32 (0,53x10), la Mbx36 (0,5x11), la
Mg2 (0,60x12) la M92S (0,60x13),la M410/2
(0,90x16), la M410 (0,70x14; 1,00x18).
Dosaggi superiori nel calibro .410 sono possi-
bili utilizzando polveri sferiche, molto dense e
lente, come la recentissima B&P03, formulata
per le cariche magnum per revolver. Un possi-
bile dosaggio, tutto da verificare al banco prova
in quanto non ancora riportato nelle tabelle
Baschieri & Pellagri, potrebbe essere quello di
1,05x20,5, in bossolo da 76 mm, con innesco
di bassa potenza (Fiocchi Dfs614, Cheddite
Cx50, Nobel sport U684), con borra B&P Ba-
by410 e chiusura a orlo tondo.(Roberto Serino)
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28 T 5/2019
Posta_Ex ordinanza e collezione
La doppietta del nonno
Ho letto la risposta “Collage” a Emilio Castel-
lani su Armi e Tiro di novembre 2018 a pa-
gina 22. Io ho un problema analogo. Ho una
doppietta calibro 12 ereditata dal nonno di-
chiarata nella denuncia come “marca artigia-
nale” e basta. Sulle canne la scritta “tortiglio-
ne”e alcuni simboli che ho cercato in internet
e mi sembrano far riferimento al Banco di pro-
va del Belgio. Mio nonno mi disse di averla
comprata usata da un barcaiolo di San Bene-
detto Po (Mn) dopo la seconda guerra mon-
diale. All’imbocco delle canne c’è una camo-
latura abbastanza importante, ma vorrei re-
staurarla per usarla ancora: i cani funzionano
perfettamente e anche l’estrattore e l’apertu-
ra. Pensavo di risaldare (sostituire) la parte
usurata, lasciando le canne originali. Ma le
canne possono portare le cartucce di oggi?
Oppure è meglio sostituire integralmente le
canne? Che cosa mi consigliate? Vorrei non
spendere più di 500-800 euro. Da chi potrei
andare vicino a Mantova oppure anche a Gar-
done Val Trompia (Bs), se necessario?
Enzo Passani – Porto Mantovano (Mn)
Iniziamo, prima di tutto, a individuare l’arti-
giano belga che ha realizzato la doppietta del
lettore. Sulla parte terminale della bindella,
ove questa si prolunga verso la bascula a
realizzare la terza chiusura “a testa di bam-
bola” si nota un simbolo costituito da una
freccia che attraversa un bersaglio con, ai
lati, le lettere AB. Questo era il marchio uti-
lizzato dall’artigiano Antoine Bertrand, che
aveva la sua officina in rue Fabry 25 a Liegi.
Sapendo che questo marchio è stato in uso,
da parte di Bertrand, dal 1881 al 1900, fac-
ciamo presto a stabilire che la doppietta non
può avere meno di 119 anni! Quanto alla
possibilità di riutilizzare l’arma, sconsiglio
vivamente di effettuare opere di ripristino di
tipo drastico, come la sostituzione delle can-
ne: non ne vale la pena, sia dal punto di vista
economico, sia per il risultato finale (canne
nuove e tutto il resto ultracentenario!). Con-
siglierei, invece, di fare esaminare la doppiet-
ta al fine di ricevere un consiglio su come
calibrare gli interventi di restauro, controllan-
do innanzi tutto la lunghezza delle camere di
scoppio che dovrebbe essere di tipo “corto”.
A poca distanza da dove abita il lettore, in
zona Levata di Curtatone, c’è un armiere spe-
cialista in armi da caccia d’epoca che po-
trebbe consigliare il miglior livello per l’inter-
vento. (Alberto Riccadonna)
120 anni sulle spalle forse sono tanti...
Wpc"Dgtgvvc" "tguc"cpqpkoc
Possiedo una Beretta 34 ex 9 corto convertita in 7,65 mm, con guancette in Filbak su intelaia-
tura di ferro, alla quale sono state abrase le diciture sul lato sinistro del carrello e le punzona-
ture in prossimità dell’elsa, lasciando il numero di matricola 610xxx sul lato destro di fusto e
carrello.In prossimità dell’imbocco caricatore,ai lato della leva di sgancio caricatore,si notano
le lettere A-W-H puntato e (poco leggibile) F oppure P. Per quanto sopra, se possibile, vorrei co-
noscere l’anno di fabbricazione, il significato delle lettere e cosa è stato abraso.
Lettera firmata
I fusti delle Beretta 34 oggetto dei contratti militari con il regio esercito sono spesso una “car-
tina geografica” fitta di lettere, letterine, iniziali incluse in un rettangolo o da sole, che si ritiene
rappresentino la validazione da parte degli ispettori militari e/o il contrassegno di avvenuto
superamento di determinati passaggi produttivi. Il
loro significato esatto è, purtroppo, ancora oscuro
e probabilmente rimarrà tale. Ciò detto, la matri-
cola è comunque già una risorsa preziosa per ave-
re alcune indicazioni sul momento produttivo: in
particolare, il passaggio oltre la matricola 600
mila si è avuto nell’anno 1937, di conseguenza è
verosimile che la scritta sul lato sinistro del carrel-
lo recitasse: “P
.Beretta cal. 9 corto M° 1934 bre-
vettato” e, sulla seconda riga, “Gardone VT 1937-
XV”. Il passaggio al XVI anno dell’era fascista (28
ottobre) è avvenuto con un numero di matricola di
molto successivo al suo. (R.P
.)
Una Beretta 34 militare del 1943. Su queste armi
spesso si riscontrano una selva di iniziali e sigle
dal significato, purtroppo, non sempre decifrabile.
30 7 5/2019
OPINIONE_POLITICALLY UNCORRECT
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Impossibile ridurre il numero di armi negli States
Il governo della Nuova Zelanda, in seguito a un avvenimento che sebbene
tragico è del tutto sporadico si è subito preoccupato di privare i suoi circa
250.000cittadinilegalmentedetentoridiarmi,dellecarabinesemiautoma-
tiche con caricatori capaci di più di 5 cartucce e di quelle “military-style”.
Questo avverrà tramite un processo di “riacquisto” delle armi da parte del
governo per un costo tra i 100 e 200 milioni di dollari. In Nuova Zelanda, i
5.000.000 di abitanti detengono 1.500.000 armi.Un numero così elevato
di armi potrebbe dimostrare che le norme sono buone,perché non era mai
successo un problema rilevante.Cosa che non è avvenuta invece negli Sta-
ti Uniti dove la situazione è più complessa: l’accesso alle armi è stato per
moltissimo tempo deregolato,tanto che proprio una ricerca edita a febbra-
io di quest’anno intitolata “Firearm policies that work” elogia il fatto che a
seguito delle recenti sparatorie si stanno finalmente introducendo leggi più
stringenti per evitare che le armi possano essere detenute da persone con
precedenti penali o con tendenze violente.Non è che ci volesse un profes-
sore per dirci ciò,ma ci lascia basiti che solo ora vi sia una ricerca che re-
laziona il fatto che le persone violente, avendo disponibilità di armi, sono
più propense ai crimini di persone “normali” le-
galmente detentrici delle stesse.Nel caso di vio-
lenzedomestiche,peresempio,gliStatichehan-
no sequestrato le armi hanno ridotto gli omicidi
del partner del 12%.A oggi solo 5 Stati (Connec-
ticut, Indiana, California, Oregon e Washington)
permettono con una procedura detta“red flag” il
sequestro preventivo delle armi su ordinanza del
giudice.Il problema è che ancora oggi non si ha
un controllo ad ampio spettro ed effettivo: in ben
30Stati,infatti,vipossonoesserevenditoripriva-
ti di armi, senza licenza commerciale, che non
sono tenuti a fare le verifiche dette di “background check”, cioè sui prece-
dentidell’acquirente.Primadell’introduzionedellostessocriminalbackground
check nel 1998 il 40% delle compravendite non era regolato, oggi siamo
intorno al 20%.Limitare il numero dei colpi nei caricatori non ha alcun sen-
so,visto il numero già in circolazione.Quindi,anche ammesso che si possa
bypassare legalmente il “secondo emendamento”, vi sono negli Stati Uniti
le risorse per sequestrare le armi a chi non le detiene in maniera legale o
non ha più i requisiti per detenerle? La situazione è alquanto complessa e
si consideri che le armi smarrite e rubate sono state quasi 2 milioni in 10
anni e di queste quasi 2.000 perse da appartenenti a corpi di polizia.Tutto
è grande negli States e lo sforzo e i costi per recuperare le armi detenute
illegalmente non sono gestibili.Solo in California ci vorranno almeno 4 anni
e 30 agenti a tempo pieno nonché circa 40 milioni di dollari,per confiscare
le armi alle 20.000 persone identificate come non più idonee a detenere
armi.Sempre in California le forze di polizia hanno“perso”944 armi nel so-
lo 2010,di cui quasi 100 rubate dalle auto di pattuglia.
Gary Martin,che a febbraio in Illinois ha ucciso 5 persone e ha ferito altri 5
poliziotti,avevaavutolarevocadellalicenzaben
cinqueanniprima,dopocheilbackgroundcheck
avevarilevatounaprecedentecondannainMis-
sissippi,ma molto semplicemente ha ignorato
laletteradirevoca,comealtridelle10.800per-
sonechel’hannoricevutacomeluiinIllinois.Le
risorsenecessarie,unavoltaeffettuatiicontrol-
li,perlaconfisca,sonoaldifuoridelbudget.Per
troppiannisisonodatearmicontroppafacilità
e il risultato è chiaro per tutti. Sarà mica per
questo che in Europa siamo diversi?Alla faccia
di chi continua a parlare di Far west.
A CURA DI ROBERTO PATRIGNANI
Il “far west” appartiene alla tradizione statunitense.
Ma di certo non è ipotizzabile in Europa…
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32 7 5/2019
OPINIONE_DIFESA LEGITTIMA
Il progetto della Lega sull’aria compressa: sono d’accordo!
Leggo con piacere sui social e sul web della proposta di legge leghista
(datata 11 ottobre 2018), prima firmataria Vanessa Cattoi, sicuramen-
te interessante, volta a innalzare il limite di potenza delle armi ad aria
compressa di libera vendita da 7,5 joule a 15 joule (in Francia sono
libere fino a 20 joule). Notizia poi seguita dall’attacco mediatico da
parte del Movimento 5 stelle come prassi consolidata, nella persone del
vicepremier Luigi Di Maio, non nuovo a questi episodi come tanti altri
esponenti di quel movimento. Ormai ne sono certo: M5s, dopo que-
ste dichiarazioni di Di Maio e di altri esponenti contro Hit show,
contro la caccia, contro le armi nelle quali vedono sempre un
imminente pericolo per l’ordine pubblico, è un partito sicu-
ramente nocivo per i legittimi detentori di armi e asso-
lutamente da non votare.
In Italia esiste già qualche alternativa di simi-
le: con il porto d’armi possiamo utilizzare, per
esempio, le munizioni less lethal calibro 12
della Fiocchi, che caricano 15 pallettoni in
gomma con peso totale 8,7 grammi da divi-
dere per i 15 pallettoni di 8 mm e 220 m/sec
danno 14 joule a 2,5 metri, erogando quindi
un’energia sovrapponibile a quella di un’arma
a Co2 che di joule ne erogasse 15. Non male!
A corto raggio e contro un bersaglio poco vestito, una tenuta estiva per
intenderci, meno contro un aggressore in tenuta invernale, sul tronco o
su una coscia sicuramente provocano un dolore non indifferente e una
ecchimosi e probabilmente farebbero desistere la maggior parte degli
aggressori perché di Igor Il Russo non ce ne sono molti in giro, per nostra
fortuna! Sempre che non abbiano armi da fuoco al seguito, ma questo
evento è sempre piuttosto raro.
Non è certo una novità un sistema di questo tipo. Neanche all’estero.
Ne parlai qualche numero fa proprio su questa rubrica: in Francia ci
sono le Gom-Cogne 12/50 a fuoco che sono molto diffuse, oppure il
revolver Umarex Hdr .50 che là eroga i più credibili 11 joule, a differen-
za dell’esatta metà dell’Italia. Quest’ultimo “revolverone”, con il dise-
gno della Lega diverrebbe automaticamente di libera vendita
anche da noi.
Oltre queste armi ci sono anche sistemi da montare sulla
volata di una pistola in grado di “catturare”, inglobandola in
un pallettone in gomma di 2 cm, la palla 9 mm e renderla
molto meno letale: sistema utile, vale sempre lo stesso
discorso, quando si voglia per esempio fermare un faci-
noroso o un delinquente disarmato o armato con corpi
contundenti o lame di vario tipo.
Questo è un parere del tutto personale, ma tra non avere
nulla o uno spray al pepe con portata di soli 3 metri(chissà
poi perché questa “italianata”) in bomboletta della ca-
pacotà di soli 20 ml, o una pistola che spari pallettoni
con 15 joule di energia cinetica con proiettili in gomma
dura e con un caricatore da 8-10 colpi (sto ipotizzando come potrebbe
essere un sistema di questo tipo se mai passasse il progetto di legge),
io propendo sull’ultima scelta, soprattutto se poi la si possa portare al
seguito, pensando anche che possa servire come difesa non solo dagli
umani, ma anche da cani inselvatichiti nei boschi o in campagna.
Oltre all’ambito difensivo, pensiamo a quante carabine ad aria com-
pressa verrebbero sdoganate e rese di libero acquisto, senza denunce
e solite scartoffie!
A cura di Concezio Alicandri-Ciufelli
Fuori dall’Italia, gli
strumenti di autodifesa
non letale di libera vendita
sono svariati, come
la pistola calibro 12 Sapl
diffuse in Francia.
www.radar1957.it INSPIRED BY EXTREME
Guarda il video
T-LEP SYSTEM
ROTO-CAP
(OPTIONAL)
DROP RETENTION
DISPOSITIVO DI RITENZIONE DELL’ARMA
COSTITUITO DA UNA VITE DI REGOLAZIONE
CHE AGISCE SUL CARRELLO CON EFFETTO
FRENANTE.
IL SISTEMA DI BLOCCO AUTOMATICO CHE AGISCE
SUL CARRELLO DELLA PISTOLA IMPEDENDONE
LA SOTTRAZIONE INVOLONTARIA. PER ESTRARRE
LA PISTOLA BASTA SCORRERE INDIETRO IL
PULSANTE DI SGANCIO CON IL POLLICE.
CAPPUCCIO IN
POLIMERO CHE SI
POSIZIONA SOPRA
IL PULSANTE
DI APERTURA
DEL SISTEMA, IN
MODO DA EVITARE
APERTURE
ACCIDENTALI DELLO
STESSO O TENTATIVI
SI SOTTRAZIONE
DELL’ARMA.
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CONCEALMENT
MODELLO
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MODELLO
TACTICAL
MILITARY
34 7 5/2019
OPINIONE_IL TRADIZIONALISTA
Roba da Tso?
L’animalismo a volte viene fatto oggetto di qualche ironia, più spesso ma-
gari quando si sclerotizza in manie alimentari come,per esempio il vegane-
simo.Non bisogna sottovalutarlo: ci troviamo di fronte a una ideologia vera
e propria estremamente pericolosa,il cui potere erosivo e“inversivo”demo-
lisce le basi del nostro corretto e rispettoso rapporto con la natura,minando
la psicologia e la cultura di massa.
Sui giornali passano, ormai con nonchalance, notizie da Tso (Trattamento
sanitario obbligatorio), senza che nessuno reagisca. Un esempio? Poche
settimane fa,in una scuola primaria di Oggebbio,nelVerbano,una maestra
aveva portato a scuola un pesce acquistato in pescheria (morto ovviamen-
te) per mostrare ai suoi piccoli allievi il miracolo dell’anatomia. Forse vole-
va far vedere che oltre a quel parallelepipedo surgelato e panato che le
loro madri comprano al supermercato, esistono anche creature marine
dotate di branchie, cuore, stomaco fegato. Come folgore dal cielo è arriva-
ta la lettera inviperita della Lega anti vivisezione (Lav) a firma di tale Odet-
te Favini: “Utilizzare per la didattica animali,vivi o morti,è obsoleto e mina
la sensibilità dei bambini”. Il preside-cuor di leone, pur balbettando che il
pesce era stato acquistato in pescheria, ha chinato il capo dicendo: “Non
lo faremo più”.Una vicenda da camicia di forza e ricovero coatto,ma ormai
è diventata la normalità.
Non solo bambini: la demenza animalista colpisce anche e soprattutto i
più anziani, come dimostra il caso di Silvio Berlusconi che, da ex-maschio
leone ruggente della politica italiana si è ormai ridotto a intercettare le
simpatie di proprietarie di beagle e barboncini. Qualche tempo fa, nella
trasmissione “Dalla parte degli animali” condotta dalla pasionaria anima-
lista Michela Vittoria Brambilla, ha offerto uno spettacolo grottesco, ponti-
ficando su Dudù e gli altri batuffoli che si rincorrono nel giardinone della
villa diArcore: “Questo lo chiamo il“gentilcane”– affabulava il Cavaliere - che
è il corrispettivo di gentiluomo,perché fa sempre le feste a tutti e bla bla…”.
Roba da sotterrarsi.
Il potere intimidatorio delle associazioni rasenta ormai l’abuso psicologico
e agisce anche sulle mamme e mogli italiane che vanno a fare la spesa.Dal
macellaio devono fare i conti con non pochi sguardi riprovatori: comprare
un coscio d’agnello per il pranzo pasquale è diventato una pratica aberran-
te e guai a cucinare il coniglio, specie se “alla cacciatora”.
A proposito di cacciatori, quasi non varrebbe la pena parlarne. Basti pen-
sare ai sei milioni di cinghiali che devastano il territorio nazionale,provocan-
do incidenti e costringendo gli agricoltori a riempire le campagne di reti e
dissuasori, con relativa distruzione del paesaggio. Eppure non ci vuole una
laurea per trovare la soluzione: basterebbe dare la briglia sciolta ai caccia-
tori per controllare la popolazione di questi e altri ungulati. E invece no! Ci
si inventa la cattura, la sterilizzazione e chissà quali altre costosissime, inu-
tili diavolerie “incruente”, il tutto per non turbare questi facinorosi.
Perché le associazioni venatorie non rivendicano con orgoglio il numero dei
cinghiali abbattuti quest’anno? Perché i cacciatori non si dichiarano orgo-
gliosi di aver trasformato in ottime salsicce e in golosi prosciutti animali
infestanti che sono in clamoroso e pericoloso sovrannumero? Perché non
si insiste sul vantaggio che la biodiversità ha da guadagnare dal prelievo
venatorio? Forse perché i seguaci dell’antispecismo si rivelano veri fonda-
mentalisti,carichi di tutta quell’energia impositiva che un’erronea percezio-
ne di essere nel giusto offre loro. Come noto, non sono rare azioni violente
contro allevatori, ristoratori e macellai.
Ma non bisogna indietreggiare,anche perché dai conati anticaccia,l’anima-
lismo è passato a infettare con una nuova forma psicopatologica la perce-
zione comune dell’animale. Si sta creando un empatismo zoologico-antro-
pomorfizzante che crea danni, non ancora sufficientemente indagati, sulla
salute,sulla psicologia di massa,sulla cultura e anche sull’ambiente stesso.
Non vi è nulla a che spartire con l’amore e il rispetto per le creature della
A cura di Andrea Cionci
dal 1867
36 7 5/2019
fcn""3:89
tradizione cristiana, anzi è questa una vera aggressione all’uomo e all’or-
dine naturale, una privazione coatta del nostro rapporto armonico con la
natura, un processo inversivo che pone l’uomo al servizio dell’animale.
Di qualche tempo fa, la notizia che alcuni supermercati vendevano carne
imballata in modo speciale per i ragazzi che provavano schifo a maneggiar-
la. All’allontanamento dal mondo rurale che è
toccato alle giovani generazioni per motivi socio-
economici, si aggiungono nuove svenevoli idio-
sincrasie indotte con l’unico risultato di allonta-
nare sempre più i ragazzi dalla conoscenza di-
retta del mondo naturale. Un giovane che ha
impressione a mettere in padella una bistecca,
non è un giovane sensibile, è uno che ha seri
problemi.Dal punto di vista culturale,gli anima-
li da compagnia stanno riscuotendo un’atten-
zione manicomiale: alcune aziende si sono in-
ventate perfino la lingua da gatto finta, di gom-
ma, in modo che il padrone possa leccare il
proprio gatto. Tutto questo ha risvolti persino
demografici: non si contano le coppie che ormai,
piuttosto che fare un figlio,si prendono un cane
o un gatto.
Il paradosso è che i fanatici animalisti creano danni agli stessi animali
quando,per i loro pruriti,non si prendono provvedimenti di controllo demo-
grafico di certe specie, soprattutto invasive.Accade così che cinghiali, topi,
gabbiani facciano strage di altri animali a tutto svantaggio della biodiversità.
Un caso di scuola fu quello di una specie di uccelli marini,le berte,sull’Iso-
la di Montecristo. La loro popolazione era seriamente a rischio a causa di
un’invasione di ratti che ne divoravano pulli e uova. Secondo gli animalisti
che protestarono per la derattizzazione, si sarebbero dovuti catturare i topi
e trasportarli altrove. Oggi, per fortuna le berte sono salve e il 90% di loro
porta a termine la covata.
L’amore inversivo per i topi è un tratto caratteristico di questa malsana
ideologica: i soliti giornaloni politicamente corretti (gli stessi che guadagna-
no a man bassa sui click agli articoli zuccherosi e demenziali dedicati a
gattini, cagnolini eccetera) hanno ripreso con entu-
siasmo il salvataggio di un topo di fogna rimasto
incastrato in un tombino.I pompieri di Bensheim,in
Germania,hanno impiegato mezz’ora del loro tempo
per l’operazione. Ecco, quando si va in solluchero
perché un ratto è stato salvato a spese del contri-
buente c’è qualcosa che non va.
L’animalismo si lega poi,come non mai,al climalte-
rismo secondo cui,visto che l’effetto serra è causa-
to dai peti delle mucche, dovremmo diventare tutti
vegetariani.Questo avviene proprio nel momento in
cui la medicina sta scoprendo i danni terrificanti
della nostra alimentazione eccessivamente sbilan-
ciata sugli zuccheri (cereali). Fra l’altro, adesso va
molto di moda la campagna #nocage contro le
gabbie.In pochi si sono però chiesti quanto verreb-
be a costare al mercato un petto di pollo cresciuto
in selvagge praterie e a quali danni allo sviluppo di un bambino potrebbe
portare una dieta alimentare povera di carne.
Insomma, per voler garantire una vita dignitosa agli animali d’allevamento
e rispettare l’ambiente non serve essere animalisti, basta attingere alla
tradizione cristiana che da duemila anni vede l‘uomo come saggio ammini-
stratore della natura e contemplatore dell’opera di Dio. Parafrasando una
vecchia battuta, si può dire che l’amore per gli animali sta all’animalismo
come l’enologia all’alcolismo.
OPINIONE_IL TRADIZIONALISTA
Michela Vittoria Brambilla e Silvio Berlusconi,
paladini dell’animalismo nostrano.
dal 1867
ADJUSTABLE
T
T
ADJUSTABLE
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ADJUSTABLE
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  • 1. armietiro.it €" . "kp"Kvcnkc D I M E N S I O N E IL NOSTRO TEST La prima volta dell’Aimpoint Acro in Italia LE PROVE ʼ Adc Mpe calibro .308 Winchester ʼ Adler Ht-109 calibro .410 ʼ Beretta 92X Performance calibro 9x21 ʼ Cz 557 Eclipse calibro .30-06 ʼ Glock G43X calibro 9x21 ʼ Pedersoli doppietta a pietra focaia L.650 calibro 20 ʼ Sabatti St-18 calibro .308 Winchester ʼ Walther Q5 match Sf calibro 9x21 MAGGIO 2019 - n. 5 - mensile - ANNO 32 ISSN 1122-6560 p.i. 02/05/2019 Uvqtkc" Quando l’Ar10 olandese andò in guerra Nkdgtc"xgpfkvc Il doppiettone no-lethal calibro .68 Gng¦kqpk"fgn"48"ociikq Chi mandare in Europa: istruzioni per un voto utile Jwpvkpi ujqy Uwf La passione cresce Ngikvvkoc fkhguc Nelle pieghe della legge che scandalizza
  • 2. FAUSTI ® Fine Italian Shotguns www.faustiarms.com
  • 3. 1 5/2019 T T utti i conoscenti, sapendo del lavoro che faccio, mi chie- dono se l’approvazione della riforma della legittima difesa mi porterà grandi benefici. Se sto correndo ad armarmi. In realtà sono già armato. E, poi, non è cambia- to proprio niente. Ma nell’immaginario collettivo è così: armie- ri e produttori (e giornalisti specializzati) dovrebbero essere contenti. E, invece, il mercato italiano delle armi non va bene. Tra le altre amenità ho letto persino che c’è il rischio di legittimare “giustizieri”. L’Espresso e laRepubblica sono in prima linea nella battaglia dell’informazione politicamente schierata che ha trovato nelle armi argomenti cui attaccarsi morbosamente. Ma è una fatto che il successo della Lega di Salvini su un tema scottante e “di bandiera” da anni, brucia al “sistema” dell’opposizione che è ben più ampio dei par- titi del centro-sinistra. Non so dire se la riforma della legit- tima difesa garantirà maggiore sicurezza ai cittadini. Sono più convinto dell’importanza dell’inasprimento delle pene e della “deterrenza” che una simile legge può avere nei con- fronti dei criminali. Ma l’inasprimento delle pene non signi- fica niente se poi tali pene non vengono inflitte, se la giustizia non funziona, se i criminali escono dal carcere il giorno dopo la condanna o non ci vanno affatto. Perché Salvini avrebbe dovuto correre il rischio di perdere cre- dibilità con una revisione dell’istituto della legittima difesa “inutile” come la giudica la magistratura? Non sarà poi che proprio la magistratura ci metterà del suo per renderla inutile? Come per la questione della detenzione delle armi. Da quandoisoliti“giornaloni”dipartitobattono la grancassa, burocrati ministeriali, prefetti e questori si impegnano per revisioni ordinarie e straordinarie, perquisizioni, espedienti, requisizioni, dif- ficoltà nei rilasci e nei rinnovi, prescrizioni per impedire ai cittadini di accedere alle licenze di armi. Perché tutti vorreb- bero semplicemente non sapere quante armi ci sono in Italia o se aumentano le licenze, ma quando poi qualcuno glielo dice si preoccupano. Anche se fino a quel momento non è suc- cesso un bel niente… Insomma, sempre nell’occhio del ciclone. Illuminante, in proposito, la “tempestività” della proposta di legge (è stata inserita sulla piattaforma Rousseau il 27 marzo, giorno prima dell’approvazione della riforma della legittima difesa), fir- mata dal senatore M5s Gianluca Ferrara e dal deputato M5s Mattia Crucioli che propone “l’istituzione di un’anagrafe informatizzata con l’obiettivo di segnalare e, conseguente- mente, impedire il porto e/o la detenzione di armi da fuoco da parte di soggetti a cui sopraggiungano condizioni di disturbo mentale, o della personalità, tali da mettere a rischio la pro- pria e altrui incolumità”. Considerando anche precedenti posizioni dell’M5s sulle armi, c’è una volontà in qualche modo persecutoria nei confronti dei legittimi detentori di armi? Il momento in cui è stata avanzata la proposta lascia più di un dubbio. Chi assicura, poi, che il sistema disegnato dai due parlamentari dell’M5s funzioni meglio di adesso e impedisca abusi o inter- pretazioni estensive ai danni dei legittimi detentori di armi? Come ci si potrebbe tutelare da un’errata diagnosi? Anche in questo caso la proposta non introduce, in realtà, granché di diverso da quanto è già in atto: i controlli per il rilascio delle autorizzazioni in fatto di armi ci sono e sono già stringenti. Dal punto di vista politico, ci pare uno sgarbo alla Lega per la riforma della legittima difesa, una sorta di vendetta. Tut- tavia credo che se ne possa discutere, perché la proposta ha comunque il pregio di essere sensata (semmai superflua?), contrariamente ad altre avanzate nel tempo dai partiti del centro-sinistra. Se deve impedire la commis- sione di reati e prevenire incidenti o tragedie che si potevano evitare, ben venga. A patto che non sia anche solo minimamente per- secutoria. Del tutto insensata, invece, l’ultima proposta dal deputato Pd Walter Verini. Per esempio, per verificare che effettivamente il possessore di un porto di fucile per Tiro a volo pratichi davvero l’attività sportiva, si è inventato che il que- store sottoponga il cittadino a controlli perio- dici “non superiori a un mese”. E propone, poi, addirittura il “taglio” delle armi detenibili senza licenza di collezione da 3 comuni e 12 sportive a una sola comune e 3 sportive. Straordinario anche l’accorciamento del termine utile per presentare la denuncia dopo l’acquisto di un’arma, dalle attuali 72 ore, a sole 12 ore. Verini, poi, vor- rebbe ancora quel famoso collegio per la verifica dei requi- siti psicofisici, composto “da tre medici, pubblici dipendenti, di cui almeno uno specialista in neurologia e psichiatria”. Ce ne sarebbero altre di “perle” in questa proposta immoti- vatamente vessatoria, assolutamente priva di buon senso e del tutto impraticabile a detta degli stessi professionisti che dovrebbero metterla in pratica. In spregio persino dei diritti costituzionali. Come se i legali detentori di armi fossero dav- vero figli di un dio minore. Cosa che, troppo spesso, ci sen- tiamo. Altroché corsa ad armarsi… Che aspettate? Correte ad armarvi! EDITORIALE Di Massimo Vallini Perché Salvini avrebbe dovuto correre il rischio di perdere credibilità con la legittima difesa?
  • 4. ELEGANZA E PRESTAZIONI DI AVANGUARDIA. BERETTA A400 UPLAND L’A400 Upland ha tutta la potenza del collaudato sistema a presa di gas Beretta che dvvlfxud"xq"flfor"udslglvvlpr1"Xqd"udiÛ ""qdwd"lqflvlrqh"frq"vfhqh"gl"fdffld"duulffklvfh la carcassa nichelata. Il nuovo disegno dell’impugnatura a pistola e dell’astina migliora l’ergonomia del fucile e ne esalta l’elegante aspetto complessivo. L’A400 Upland è un frqqxelr"hffhoohqwh"ghooh"xowlph"whfqrorjlh"frq"xq"orrn"udiÛ ""qdwr/"shu"wxwwl"l"fdffldwrul che cercano la migliore esperienza di caccia. BERETTA.COM SISTEMA A PRESA DI GAS B-LINK CANNE STEELIUM OBHP 36% PIÙ VELOCE DI QUALSIASI ALTRO FUCILE DA CACCIA CARCASSA NICHELATA CON SCENE DI CACCIA ROSATE DENSE E PERFETTE CON OGNI MUNIZIONE
  • 5. 3 5/2019 T SOMMARIO Anno XXXII / maggio 2019 / numero 5 | ATTUALITÀ " "Editoriale " "Nc"tkhqtoc"fgnnc"ngikvvkoc"fkhguc"Å"tgcnv¼ " "Gng¦kqpk"gwtqrgg<"eqpukink"rgt"wp"xqvq"wvkng " "Ng"ctok"kp"Kvcnkc"eqp"Uvghcpq"Ocwnnw | PROVE Pistole semiautomatiche " "Dgtgvvc" Z"Rgthqtocpeg"ecnkdtq" z " "Inqem" Z"ecnkdtq" z " "Ycnvjgt"S "Ocvej"Uh"ecnkdtq" z Avancarica " "Rgfgtuqnk"fqrrkgvvc"c"ecpk"guvgtpk" " "N0 "ecnkdtq" Fucili a canna liscia " "Cfngt"Jv/ "ecnkdtq"0 Fucili a canna rigata " "Ucdcvvk"Uv/ "ecnkdtq"0 "Ykpejguvgt " "E¦" "Genkrug"ecnkdtq"0 / " "Cfe"Ort"ecnkdtq"0 "Ykpejguvgt Libera vendita "Woctgz"Jfu"ecnkdtq"0 " Ex ordinanza e collezione " "Nc"ucic"fgink"Ct "Ctvknngtkg"Kptkejvkpigp La rinascita sportiva di wp"okvq<"nc" "rgt"xkpegtg
  • 6. 4 5/2019 T T Via don L. Sturzo 7 - 20016 Pero (Mi) tel. 02.38.085.340 - fax 02.38.010.393 armietiro@edisport.it Direttore responsabile MASSIMO VALLINI In redazione GIULIO ORLANDINI (caporedattore) RUGGERO PETTINELLI (caposervizio) Hanno collaborato: ANNA ARABIA, MAURO BAUDINO, RENZO BERTONATI, CLAUDIO BIGATTI, ANDREA BONZANI, GABRIELE BORDONI, PAOLO BROCANELLI, MATTEO CAGOSSI, MARCO CAIMI, ALESSANDRO CHIARENZA, GILBERTO CERVELLATI, ANDREA CIONCI, ALAIN MARCO DELLA SAVIA, DOMENICO GIAQUINTO, DANIELE P. IORI, GIULIO MAGNANI, UGO MENCHINI, LORIS MESSAGGI, NICOLA MIRIANO, MAURO MILLI, MASSIMILIANO NALDONI, ALESSIO NOTARI, GIANNI PACI, ROBERTO PATRIGNANI, PAOLA PELLAI, ALBERTO RICCADONNA, ROBERTO SERINO, PIERLUIGI TAVIANI, RICCARDO TORCHIA, ANGELO VICARI, CLAUDIO ZUFFADA Fotografie di: ANNA ARABIA, MAURO BAUDINO, RENZO BERTONATI, CLAUDIO BIGATTI, ANDREA BONZANI, PAOLO BROCANELLI, GILBERTO CERVELLATI, MARCO CAIMI, ALAIN MARCO DELLA SAVIA, MATTEO GALUZZI, DOMENICO GIAQUINTO, GIULIO MAGNANI, UGO MENCHINI, MAURO MILLI, GIULIO ORLANDINI, GIANNI PACI, ROBERTO PATRIGNANI, RUGGERO PETTINELLI, ALBERTO RICCADONNA, FABIO RICCARDI, RICCARDO TORCHIA Direttore di produzione PAOLO CIONTI Coordinamento tecnico LORENZO PUCCI, ALBERTO ORIGGI Servizio grafico SABRINA BRAMBILLA MARIA CELICO, PATRIZIA CIVATI, VINCENZO PALMIERI, TAMARA VIGANÒ, BARBARA ZALTIERI L’ELENCO DI TUTTE LE PROVE E I GRANDI SERVIZI PUBBLICATI DAL 1988 PUÒ ESSERE CONSULTATO SUL SITO WWW.ARMIETIRO.IT © Copyright 2019 Edisport Editoriale Srl - Milano. Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati. Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono Stampa: TIBER SpA, Via della Volta 179, 25124 Brescia - Distributore: SO.DI.P ., Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI), Tel. 02/660301 - Distributore per l’estero: SO.DI.P . SpA, Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI), Tel +3902/66030400, FAX +3902/66030269 - e-mail: sies@sodip.it, www.siesnet.it - Poste Italiane Spa - Sped. in Abb. Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, LO/MI - Registrazione del Tribunale di Milano n. 832 del 11 dicembre 1987 - Registrazione al R.O.C. n. 56291. EDISPORT EDITORIALE Srl Via Don Sturzo 7, 20016 Pero (Mi) tel. 02/38.085.1 - fax 02/38.010.393 Presidente PIERO BACCHETTI PERLAPUBBLICITÀSUT c COMEDI S.r.l. via Don Luigi Sturzo 7 - 20016 Pero (MI) tel. 02-38085297 - fax 02-38010393 E-mail: info@comedi.it Internet: www.comedi.it | TEST Accessori " "Dtwuj"tgugctej"Hngz"jqpg"ecnkdtq" " "Hwvwtoge"Hwvwt/M "co " "Uvgkpgt"Om "Dcvvng"nkijv Munizioni e ricarica "Kih"Nwdg"pcpqvge"dncem"eqnqt " "Tyu"Urggf"vkr"rtqhguukqpcn" " "Uvcpfctf"g"Ujqtv"tkhng"ecnkdtq"0 / | SERVIZI Assoarmieri " "Nessuna incompatibilità Conarmi " "Un monumento a tutti i cacciatori Fiere e saloni " "Dkipcok"fc{ T collabora con: " "Jwpvkpi"ujqy"Uwf Test sul campo " "I cannocchiali Kahles per il tiro | RUBRICHE " "Rquvc"fgk"ngvvqtk " "Dtgxk"cvvwcnkv¼ " "Nkdtk"g"xkfgq " "Ngikvvkoc"fkhguc " "Tacticool " "Vgorq"nkdgtq"g"vgpfgp¦g " "Dtgxk"xctkg " "Ruote e aria aperta " "Dtgxk"urqtv | SPORT Tiro di campagna ad aria compressa 4 T 5/2019 " "Gli accessori per il tiro Circuiti Armi e Tiro " "Ng"ictg"fk"ociikq Circuito Nord-Est " "Ng"rtkog"fwg"ictg"fgnnc"uvcikqpg Tiro a lunga distanza " "H/encuu"g"Vnf<"ng"rtkog"fwg"ikqtpcvg Tiro Idpa " "Kn"Vtkvvkeq"rctvg"fc"Iwcuvcnnc Steel challenge " "Nc"ictc"fk"Xcngiikq"uwn"Okpekq Tiro ad avancarica " "Kn" fl"Ir"Oncke | DIMENSIONE CACCIA Rubriche " "Dtgxk Racconti " "Nc"rtqurgvvkxc"vgepqnqikec Tassidermia " "Vtqhgk"fエcwvqtg tgxk nti Nc"rtqurgvvkxc"vgepqnqikec dermia Vtqhgk"fエcwvqtg
  • 7. Nuova serie Fortis 6i Il massimo della perfezione Leica in stile classico Fortis 6i offre la stessa meccanica infallibile e la stessa ottica con la straordinaria sensazione di avere un campo visivo enorme a disposizione che solo chi ha un cannocchiale Leica conosce. Il design è classico ed essenziale per chi ama le linee eleganti, con il sistema di illuminazione del reticolo sulla torretta laterale. La grande, fluida ghiera degli ingrandimenti in metallo assicura la massima rapidità di azione. meccanica superiore in acciaio 60HRC, clic infallibili e reticolo centrato anche dopo migliaia di colpi con qualsiasi calibro contrasti, luminosità, perfezione d’immagine senza pari design classico con illuminazione del reticolo micrometrica in 9 livelli, da zero a contro sole, sulla torretta laterale cambio ingrandimento rapido con la morbida ghiera degli ingrandimenti sovradimensionata in metallo zigrinato Fortis 6i 1-6x24: prestazioni di mira imbattibili per la caccia in battuta: pupilla d’uscita 50% più grande dei prodotti concorrenti, campo visivo record 44m/100m, lenti oculari sovradimensionate. Fortis 6i 2-12x50: con torretta BDC: il classico 12×50 da caccia di selezione al massimo livello della tecnologia ottica e meccanica, il più compatto della categoria. Visitate il vostro rivenditore autorizzato Leica per valutare di persona oppure scoprite di più sul sito web www.leica-hunting.com. Per info: tel. 045 8778772 Leica Camera Italia Srl – Forest Italia Srl, San Giovanni Lupatoto (VR), info@forestitalia.com, 045 8778772 NOVITÀ!
  • 8. 6 7 5/2019 C he la sfida abbia inizio! Questa volta Beretta fa sul se- rio: mai il colosso di Gardone Val Trompia (Bs) si era impegnato così direttamente nel mondo del Tiro dina- mico sportivo nella specialità di arma corta. Qualche anno fa, è stato dato il via all’ambizioso progetto 1301 comp, il semiautomatico calibro 12 già entrato nella elite del- la specialità Shotgun Ipsc. Mentre l’impegno ufficiale diretto per eccellenza della Beretta negli sport del tiro è da decenni nel Tiro a volo. Forse, qualcuno ricorderà l’exploit di Ben Stoe- ger: era il 2011 e al Mondiale Ipsc disputato sull’isola di Rodi, in Grecia, il fuoriclasse statunitense portò la Beretta Elite II sul secondo gradino del podio, poco distante dall’altro fuori- classe Robert Vogel. Ma quello di Stoeger può essere conside- rato un fatto isolato. Con il lancio della nuova 92X Performance calibro 9x21, l’im- pegno Beretta è globale: dalla progettazione allo sviluppo, fino all’appoggio diretto a un team che prenderà parte al Cam- pionato italiano e ad alcune delle principali gare internazio- nali e all’ingaggio di tiratori internazionali di prima fascia. L’idea 92X è stato il risultato del lavoro di un team: a partire da Giovanni Prandini, ingegnere Beretta, che ha curato la pro- gettazione e lo sviluppo della nuova creatura; per continuare con Nicola Lorenzi, product manager handgun Beretta, che ha fortemente creduto nel progetto; per finire proprio con Rober- to Vezzoli, pluri medagliato tiratore Ipsc con la pistola e uno dei più forti tiratori al mondo di arma lunga Ipsc, in partico- lare con lo Shotgun. L’obiettivo era mettere in cantiere una pistola che potesse sfidare nelle gare di tiro Ipsc i più presti- giosi avversari, in particolare Tanfoglio e Cz, le due aziende che, da alcuni anni, fanno incetta di titoli continentali e mon- diali in Production, la division “naturale” a cui è destinata la nuova Beretta. Il tutto sotto la regia di Franco Gussalli Beret- ta, presidente di Fabbrica d’armi Pietro Beretta, che non ha mai nascosto le sue simpatie per il Tiro dinamico, tanto da essere stato prima presidente, poi presidente onorario della Federazione italiana Tiro dinamico sportivo. La genesi L’idea è stata tanto semplice quanto geniale. Nessun progetto originale, nessuna soluzione alternativa, nessuna invenzione. Molto meglio prendere ciò che Beretta si ritrovava già in casa, assemblarlo con alcuni, logici “aggiornamenti” e il gioco era fatto. Così, nel gennaio 2018, Lorenzi e Vezzoli hanno iniziato a sperimentare alcuni “assemblaggi” per trovare la combina- zione migliore dopo i test a fuoco nel balipedio Beretta. Di fatto, in meno di un anno, ha visto la luce la nuova 92X. PROVA_pistole semiautomatiche_Beretta 92X Performance calibro 9x21 La rinascita sportiva di un mito Un mix di componenti di precedenti versioni della capostipite ha portato alla creazione di una pistola progettata per primeggiare nel Tiro dinamico. Fusto in acciaio tipo Vertec, impugnatura “dimagrita”, carrello rinforzato tipo Billennium e uno scatto match nuovo di pacca. Ed è subito feeling Testo di Giulio Orlandini, foto di Gilberto Cervellati La Beretta 92X Performance, al centro, accerchiata dai modelli che in diversa misura ne hanno ispirato la progettazione e lo sviluppo. Da sinistra, in alto, in senso orario: 98 Fs, Billennium, M9A3 e 90two.
  • 9. 7 5/2019 T P E R C H I V U O L E C O M P R A R L A A chi è indirizzata: è stata pensata e sviluppata per la Production division Ipsc (è in rampa di lancio anche la versione per la Open), ma è perfetta anche per coloro che si divertono sulle linee di un Tiro a segno Cosa richiede: chi è abituato a sparare con la 92, troverà subito grande feeling; tutti gli altri un minimo di rodaggio per spremere il massimo del potenziale Perché comprarla: perché si basa su una meccanica iper collaudata, perché è stata sviluppata sotto la regia di tiratori di livello internazionale, perché ogni dettaglio è stato studiato per il Tiro dinamico e perché il prezzo è in linea con la concorrenza Con chi si confronta: le principali avversarie che troverà sulla sua strada nella Production division sono la Cz Shadow 2, la Sig Sauer 226 e la Tanfoglio Stock II. La 92X Performance calibro 9x21 è la nuova pistola su cui Beretta ha puntato per recitare un ruolo da protagonista nel Tiro dinamico sportivo Ipsc.
  • 10. 8 7 5/2019 La Beretta 92 è una delle pistole semiautomatiche moderne più conosciute al mondo, vuoi perché è stata per oltre 30 anni al fianco dei soldati americani e di centinaia di forze di polizia e forze armate nel mondo; vuoi perché da semplice “attrezzo di lavoro” si è trasformata in icona, diventando spesso star di produzioni cinematografiche. Il fatto è che oltre alle tante ver- sioni “militari” che hanno accompagnato l’affermazione nel mondo della più celebre M9 statunitense, a Gardone Val Trom- pia (Bs) sono stati sviluppati parecchi modelli destinati al mercato civile che, rispetto alla capostipite, presentavano varianti sostanziali e non soltanto estetiche. Modelli svilup- pati fra la fine degli anni Novanta e gli inizi del nuovo millen- nio e che, in molti casi, non hanno sfondato tra il pubblico. Una delle variabili più importanti che ha coinvolto alcune versioni della 92 è stata l’adozione di un fusto in acciaio, in sostituzione di quello in Ergal tipico del progetto iniziale: fu il caso della Billennium (2002) e della Steel I (2004). Quello che può essere considerato un inutile, anzi fastidioso, appesanti- mento per una pistola per difesa o per il porto in fondina può risultare, al contrario, un vantaggio in termini di bilanciamen- to e controllabilità per una pistola destinata all’attività spor- tiva. E, infatti, il progetto 92X Perfomance è partito proprio dal fusto della Vertec che oltre a essere in acciaio presentava anche un’impugnatura più verticale. Lo stesso già visto anche sulla M9A3 che nella stagione agonistica 2018 è stata utilizza- ta dai tiratori Beretta e che, di fatto, ha rappresentato un “pon- te” con la nuova creatura. Proprio da questo paragone emerge in maniera eclatante una delle differenze principali tra la nuova 92X e chi l’ha preceduta: la M9A3 con fusto in lega leg- gera non arriva al chilogrammo di peso (scarica), mentre la Performance pesa 1.380 grammi (con caricatore vuoto inserito, dotato di pad in gomma), cioè 400 grammi in più. Il peso generale potrebbe essere un elemento che contrasta il controllo del brandeggio, ma in questo caso è stato effettuato un profondo studio delle masse che sono state distribuite in modo da arretrare il baricentro della pistola, che nelle armi al top delle graduatorie della Production division si trova qual- che millimetro oltre il grilletto, in direzione della volata, men- tre nel caso della 92X è, invece, dietro al grilletto, in direzione del polso. In questo modo, il peso della pistola è nel pieno controllo del tiratore e aiuta in modo netto e sensibile il con- trollo del brandeggio. Se il fusto è ispirato alla Vertec, l’impugnatura (l’insieme fusto- impugnatura arriva a pesare 730 grammi) è stata profonda- mente migliorata nella zona dell’elsa: leggermente sfinata, per aumentare la sensazione avvolgente, e con lo sperone pronunciato verso il dorso della mano, due elementi che aiu- tano ancora a migliorare la sensazione di controllo del rincu- lo. Quello dell’impugnatura è risultato uno dei lavori più im- portanti del progetto 92X, in ragione del fatto che la 92 base non era certamente ben vista da chi aveva mani non troppo grandi, con un’impugnatura che per ospitare il caricatore bi- filare aveva dimensioni davvero importanti. Al lavoro di sfi- namento è stata aggiunta anche la possibilità di personaliz- zare l’impugnatura e per questo sono disponibili tre tipi di guancette: le Super slim, le standard e le Xl, che riportano il profilo del backstrap dell’impugnatura dal tipo Vertec al tipo M9. Allo stesso modo, anche le palmette delle sicure al fusto saranno disponibili in tre, diverse grandezze. La leva dell’hold open, che sarà disponibile anche legger- mente maggiorata, per essere più facilmente azionata anche con una sola mano, è stata ridisegnata nella palmetta di azionamento e inclinata leggermente verso il basso nella parte posteriore, per evitare che, quando interessata dall’e- levatore del caricatore vuoto, interferisca con il polpastrello del pollice che impugna la pistola e che si trova disteso lun- go la sicura al fusto. Il secondo tassello La struttura di base della mitica 92 è stata mantenuta invaria- ta, ma a fare la differenza è l’evoluzione sostanziale di molti componenti e di alcuni non secondari dettagli. Dopo il fusto, D E C O B O S : « S O N O Q U I P E R V I N C E R E » «Mi sono bastati due caricatori, è stato feeling a prima vista. La nuova Beretta ha tutte le caratteristiche per vincere l’Europeo e il Mondiale». Il primo colpo di mercato della Beretta si chiama Eduardo de Cobos, spagnolo, 45 anni da compiere il prossimo 20 agosto, tra i più forti tiratori in Production, division di cui è campione europeo in carica, da un paio d’anni insegna il Tiro dinamico in Russia. La firma sul contratto che lo lega alla Beretta, de Cobos l’ha posta in occasione dell’Iwa e proprio in quell’occasione lo abbiamo intervistato. E le sue prime parole sono state davvero categoriche. «Sono tiratore da 30 anni e capisco subito quando una pistola ha qualità o quando è una maraca. La 92X è bella esteticamente e quando l’ho impugnata per la prima volta il 4 marzo scorso, sono rimasto immediatamente colpito dalla qualità dello scatto e dalla controllabilità del rilevamento». Il Campionato europeo è a settembre, non c’è molto tempo per abituarsi al nuovo impianto meccanico, dopo aver sparato per anni con una Tanfoglio: «Per l’Europeo sarò al top della condizione e, se ho accettato di condividere questa nuova sfida, è perché sono certo di avere tra le mani una pistola progettata per vincere. Sono carico all’idea di condividere quello che considero il Rinascimento di un mito come deve essere considerata la Beretta 92». De Cobos alla Beretta porta non soltanto esperienza, ma anche un ricco palmarés: nel 2017, è salito sul terzo gradino del podio al Mondiale in Production, mentre per due volte (nel 2010 a Belgrado, nel 2016 Felsotárkány) si aggiudicato il titolo europeo nella stessa division e nel 2004 il bronzo in Standard. Dal 1997 al 2016 si è aggiudicato in ben 15 occasioni il titolo di campione spagnolo: a inizio carriera, 5 titoli in Open, poi uno in Standard e gli ultimi 9 titoli in Production. Da sinistra: Nicola Lorenzi, product manager handgun della Beretta; Eduardo de Cobos; Violetta Boehm, tiratrice del team Beretta; Roberto Vezzoli.A destra: il fuoriclasse spagnolo, nel balipedio Beretta per il test della Performance. Per lui è stato feeling dal primo colpo. PROVA_pistole semiautomatiche_Beretta 92X Performance calibro 9x21
  • 11. 9 5/2019 7 1 Tra i “segni distintivi” della 92X c’è senza dubbio il carrello. I fianchi sono stati irrobustiti come già avvenuto in passato su altre versioni, come la Brigadier e la Billennium. Gli intagli di presa, sia nella parte anteriore sia nella posteriore, sono a “dente di sega” e inclinati verso la volata. 2 All’interno del carrello si possono apprezzare le buone finiture e la mancanza di evidenti segni di lavorazioni. Da notare, sulla destra, la presenza della sicura automatica al percussore. 3 La canna è lunga 125 mm, misura massima consentita dalla Ipsc per le pistole ammesse alla Production division. Il blocchetto oscillante, cuore del sistema di chiusura della serie 92, è rimasto inalterato. 4 Il fusto è in acciaio e questa scelta ha consentito di aumentare di quasi 400 grammi il peso della 92X rispetto, per esempio, alla M9A3. 5 Il classico piolino attuatore che nella fase retrograda, dopo lo sparo, attiva l’abbassamento del blocchetto oscillante e consente lo svincolo dell’insieme canna-carrello. il carrello: quello con i rinforzi sui fianchi, già visto su Brigadier, Stock, Combat e Billennium, è subito sembrato il logico com- pendio al fusto in acciaio. Più pesante (359 grammi) rispetto all’originale e soprattutto più resistente rispetto alle notevoli sollecitazioni a cui è sottoposta una pistola da utilizzare nel Tiro dinamico, che deve sparare parecchie migliaia di colpi all’anno e comunque alcune centinaia nell’arco di una sola gara. Sul carrello, un elemento importante è rappresentato dagli intagli di presa, posizionati sia nella parte anteriore sia in quella posteriore: sono di nuovo disegno che possiamo de- finire a “dente di sega”, sono inclinati verso la volata e creano un eccellente effetto grip, impedendo qualsiasi incertezza di presa in qualunque condizione di maneggio. La canna della 92X è lunga 125 mm, 4 millimetri in meno ri- spetto alla “sorella diversa” M9A3. La lunghezza totale della pistola è 222 mm, ma la differenza più evidente tra i due mo- delli è senza dubbio il peso complessivo, senza caricatore: 1.345 grammi la 92X contro i mille grammi scarsi della M9A3. Un dato fondamentale, che fin dall’inizio è stato considerato un traguardo: sia il peso complessivo, sia, soprattutto, la di- stribuzione dei pesi sono uno dei pregi di questa pistola, così diversa da alcuni competitor che troverà sui campi di gara. Un dust cover meno massiccio e il tipico carrello a “cielo aper- to”, infatti, sono due dei fattori che hanno consentito di con- centrare le masse nella porzione posteriore della pistola, una caratteristica che non è sfuggita ai top shooter che l’hanno provata e fa sentire i suoi influssi positivi sia nella fase di brandeggio laterale sia nel controllo del rinculo della pistola. Lo scatto e le mire Il grilletto di serie, come quello di cui era dotato l’esemplare protagonista della nostra prova, largo 9 mm e con intagli lon- gitudinali, è in posizione piuttosto avanzata, quasi verticale, per agevolare al massimo la gestione della Singola azione. Nella disponibilità aftermarket è acquistabile anche una ver- sione nella configurazione normale della 92, con grilletto ston- dato, che rende più agevole l’azionamento della Doppia azio- ne. Ma uno dei punti di forza della nuova 92X sta senza dubbio nello scatto, riprogettato per soddisfare le esigenze dei tirato- ri: si chiama Xtreme-S, presenta valori perfettamente entro i limiti del regolamento Ipsc, è fluido in Doppia azione e netto in Singola, con un peso di sgancio verificato con dinamometro Lyman pari a 2.600 grammi per la Doppia e 850 grammi per la Singola, valore ottenuto dalla media di 5 sganci. Il riaggancio,
  • 12. 10 7 5/2019 netto e veloce, ha un’escursione di circa un millimetro, otte- nuta anche grazie alla perfetta regolazione della vite del col- lasso di retroscatto presente nel fusto. Per la tacca di mira è stata scelta una Lpa regolabile in altez- za e derivazione, mentre il mirino è in fibra rossa. Notevole la facilità e la rapidità di riallineamento, gradita molto anche dai tiratori molto più esperti e “sgamati” presenti alla prova. Anche i caricatori presentano una nuova finitura lucida che facilita in modo sensibile lo scorrimento all’interno dell’impu- gnatura. Tutti i caricatori sono dotati di pad in gomma che li preserva dagli urti al fondello e facilitano, comunque, l’ope- razione di spinta nel fusto, garantendo sempre un aggancio efficace. La 92X ha comunque una certa modularità di compo- nenti, pensata e predisposta per garantire a chiunque quei margini di adattabilità dell’arma alle proprie caratteristiche tecniche e fisiche. La nostra prova Come testare allora l’effettiva efficacia delle innovazioni tec- nologiche inserite in quest’arma se non andando a ricercare i limiti delle sue possibilità? Le caratteristiche salienti da testare in un’arma destinata alle competizioni sportive di tiro action restano l’affidabilità, la precisione e la controllabilità. Il nostro test a fuoco si è, quindi, svolto inseguendo quegli elementi che fanno la differenza. L’affidabilità dell’impianto meccanico M9 credo non abbia bisogno di conferme, più di 5 milioni di pistole prodotte con questa meccanica sono lì a con- fermare la bontà del progetto ed è per questo che non è stata una sorpresa constatare che per i più di mille colpi, tra ricari- cati e commerciali di varie marche, esplosi durante la prova, non è stata registrata alcuna incertezza di funzionamento. L’esemplare protagonista del test è quello su cui da gennaio sta lavorando Vezzoli e, nel frattempo, ha già digerito più di cinque mila cartucce senza problemi. Terminato il warm-up per prendere confidenza con impugna- tura e scatto, abbiamo cominciato a far cantare la semiauto- matica gardonense. Un caricatore di munizioni snocciolato alla massima velocità da Roberto Vezzoli ha fatto registrare impressionanti split tra una cartuccia e la successiva di 8 cen- tesimi di secondo. Considerando che ingaggiare in modo pre- ciso un bersaglio, anche a brevissima distanza, comporta un “investimento” di almeno 14-16 centesimi di secondo, il dato interessante è rappresentato dal fatto che quest’arma è pron- ta al fuoco molto prima che lo sia il tiratore, il quale ha la possibilità di sfruttare proficuamente il tempo trascorso tra la fine del ciclo funzionale, quando le masse hanno terminato il loro movimento, e il momento in cui si torna a fare fuoco. Se a questo dato si aggiunge quello relativo al peso totale della K N " V G C O " D G T G V V C " P G N " Già dalla stagione agonistica 2018, Beretta ha puntato sul progetto, promosso dal product manager Nicola Lorenzi, di costituire un team di pistola che porti direttamente sui campi i prodotti dell’azienda di Gardone. Nel primo anno di vita, in attesa della 92X Performance, il team ha mosso i primi passi utilizzando la Beretta M9A3, arma non perfettamente strutturata per le competizioni di Tiro dinamico sportivo, ma che ha svolto benissimo il ruolo nella fase di passaggio e ha regalato grandi soddisfazioni, su tutte la meritata vittoria del titolo italiano Ipsc a squadre in Production division. Nata la 92X, lo stesso Lorenzi, in stretta collaborazione con Roberto Vezzoli e Giovanni Prandini, ingegnere del team sviluppo Beretta, ha schiacciato il piede sull’acceleratore per rinforzare ulteriormente il team Beretta handgun, andando oltre il respiro nazionale e coinvolgendo anche top shooter internazionali. Ai riconfermati Roberto Vezzoli, Giovanni Zuccolo e Francesco Perazzoli, ancora fermo ai box per un grave infortunio a un ginocchio, sono entrati a far parte del team Production due nuovi elementi di valore assoluto: Manuele Avoledo e Valentino Tosi. Molti i progetti legati alla 92X Performance, non ultimo quello di produrre una versione destinata alla Open division, obiettivo per il quale è in corso una collaborazione con un top shooter italiano, che non ha bisogno di troppe presentazioni: Edoardo Buticchi. Già da primi test con la Performance, Buticchi ha capito il potenziale del progetto e ha accettato di salire a bordo. Beretta crede molto in questo progetto, tanto da allargarne gli orizzonti anche a livello internazionale. Il primo “colpo di mercato” è stato Eduardo De Cobos, uno dei più forti tiratori al mondo in Production division, al quale sono bastati poche centinaia di colpi sparati per decidere di passare dall’impianto Cz a quello della nuova 92X. In occasione della Iwa di Norimberga, lo spagnolo ha sottoscritto un contratto che lo lega alla Beretta già a partire da questa stagione agonistica, che avrà il suo culmine negli Europei di settembre in Serbia. Un’altra fortissima tiratrice internazionale, Violetta Boehm, proprio in occasione di Iwa ha “incontrato” la 92X e dopo aver testato le caratteristiche tecniche del nuovo progetto, anche lei ha voluto entrare a far parte della famiglia Beretta. 1 Manuele Avoledo, giovane tiratore che sta scalando le classifiche nazionali e internazionali, ha iniziato il 2019 con la prima medaglia del presidente Ipsc per la 92X Performance, aggiudicandosi l’Scw trophy in Austria. 2 Non ha bisogno di presentazioni Edoardo Buticchi, pluricampione italiano ed europeo che ha deciso di passare alla Beretta per una nuova sfida in Open division. 3 Fermo da quasi un anno a causa di un ginocchio ballerino, Francesco Perazzoli a breve potrà riprendere l’attività al 100%. 4 Valentino Tosi è stato campione italiano di categoria nel 2014, 2015 e 2018. Per lui, una nuova sfida con un’arma che da subito gli ha restituito sicurezza e velocità. 5 Giovanni Zuccolo è in cerca della conferma nella Production Senior e per lui la maglia della nazionale è sempre più vicina. Ottimo avvio di campionato e grandi prospettive per il 2019. 6 La vice campionessa del mondo in carica Production Lady,Violetta Boehm, ha scelto di far parte del team Beretta. PROVA_pistole semiautomatiche_Beretta 92X Performance calibro 9x21
  • 13. 11 5/2019 7 1 Le generose dimensioni della leva della sicura al fusto, ridisegnata per consentire il corretto posizionamento del pollice. Il pulsante di sgancio caricatore è maggiorato e perfettamente dimensionato. La palmetta dell’hold open è stata leggermente inclinata verso il basso, per evitare interferenze con il polpastrello del pollice che impugna la pistola e che si trova disteso lungo la sicura al fusto. 2 La leva per lo smontaggio è leggermente inclinata verso il basso nella parte posteriore. 3 Sul backstrap è stata ricavata una puntinatura assai efficace e per nulla fastidiosa sul palmo della mano. 4 Sul front strap la salda presa è garantita da una zigrinatura a “due ordini”. 5 La leva della sicura al fusto è ambidestra. pistola, del 30% in più di una classica M9, diventa immedia- tamente comprensibile quanto più stabile sia questa geome- tria di masse, rapportata alla munizione, tarata sulla molla di recupero scelta. Sono disponibili, infatti, ben tre diversi lib- braggi per la molla di recupero: 9, 11 e 13 libbre, da testare sulla munizione utilizzata. Numerosi gli esercizi svolti durante la prova, con ingaggi di bersagli a distanze variabili, dai 2 ai 28 metri; sequenze line- ari di 6-8 cartucce per valutare il ritorno in puntamento, avve- nuto sempre perfettamente in asse e con un minimo flip del mirino che si muove pochissimo e resta sempre sull’alpha. Nei brandeggi, la 92X si ferma istantaneamente sul bersaglio suc- cessivo senza allunghi o sbandieramenti involontari. Il cambio di caricatore è risultato fin da subito facilitato sia dal pulsan- te di sgancio maggiorato sia dal bocchettone di alimentazione del caricatore di nuovo disegno, più ampio e regolare. Anche con ricariche match, sia nel tiro con una mano sia in quello con la mano debole, non c’è stato alcun problema di affidabilità e il ciclo ha funzionato al 100%, compreso l’arresto in apertura a caricatore vuoto. Quello che può sembrare un insignificante dettaglio è, invece, il frutto di un attento studio di tutte i possibili problemi che possono insorgere durante una competizione e che generano perdita di tempo e di punti. La precisione, benché figlia principalmente della qualità del- la munizione utilizzata, è un altro fondamentale elemento da testare. Nella prova della 92X, oltre alle consuete rosate da 5 cartucce ottenute sulla canonica distanza di 10 metri, abbiamo voluto provare anche alla distanza di 28 metri con risultati di assoluto rilievo. La munizione che ha regalato le maggiori soddisfazioni in fatto di precisione è stata quella ricaricata con palla Fiocchi Fmjtc di 123 grani, spinta da 4,5 grani di Vihtavuori N320, assemblata con innesco small pistol Fiocchi e bossolo “primo sparo” sempre Fiocchi. Con tutte le munizio- ni commerciali e ricaricate testate nel corso della prova, i ri- sultati a 10 metri sono stati ampiamente soddisfacenti, ma a 28 metri la munizione con palla Fmjtc di 123 grani ha regalato una strepitosa rosata di 4 colpi in 30 millimetri, circa. L’esordiente e il campione Nella prova, abbiamo coinvolto anche alcuni tiratori come Chiara Neviani, agente scelto della polizia di Stato, istruttrice di tiro alla questura di Bergamo che, abituata alla sua 92 d’or- dinanza, esprime le sensazioni a fine test: «La prima impres- sione, oltre che la notevole bellezza estetica, è stato lo stupore nell’impugnatura: sensibilmente più snella, obbliga a impu- gnarla correttamente e fin dal primo momento diventa davve- ro il naturale prolungamento del tuo braccio. Un minimo di- sassamento si evidenzia immediatamente, cosa che non ho
  • 14. 12 7 5/2019 provato con altre armi, a partire dalla mia 92 Fs in dotazione individuale. Date le dimensioni ridotte della mia mano, il gril- letto avanzato mi ha creato qualche problema con la Doppia azione, in quanto lo raggiungo soltanto con la punta del dito. Nonostante ciò, le scanalature presenti sulla faccia anteriore del grilletto mi hanno consentito, appena iniziata la trazione, di non perdere l’aderenza e di gestire in modo corretto la Dop- pia, che ritengo molto fluida e pulita. Credo che con un minimo di allenamento ci si abitui con facilità a questo tipo di grillet- to. E, comunque, c’è la possibilità di montarne uno con il pro- filo tradizionale, più arrotondato e arretrato. Ottima la sicura al fusto che allo sparo aiuta ancor di più a mantenere la pisto- la allineata sul bersaglio. Lo scatto in Singola azione è netto e leggerissimo, il reset incredibilmente corto. Il rinculo e il rilevamento sono ridottissimi e questo aspetto mi ha consen- tito di divertirmi tantissimo». Alla prova della 92X Performance era presente anche il pluri titolato Edoardo Buticchi “spettatore interessato” visto che affronterà la stagione 2019 con la versione per la Open division, alla quale i tecnici Beretta stanno apportando gli ultimi ag- giornamenti frutto proprio delle indicazioni di Buticchi, In attesa della Open, abbiamo chiesto a Buticchi un parere sulla versione per la Production: «Basta sparare pochi colpi per ca- pire che la 92X lascerà il segno nel mondo del Tiro dinamico. Le tante peculiarità studiate per mettere i tiratori a proprio agio, rendono la 92X molto competitiva, pronta a scalare le classifiche in tutto il mondo. Sparare con questa pistola è ve- ramente “facile”: ha un carrello leggero e riesce a ottenere velocità di riallineamento al bersaglio molto alte. Ma dell’af- fidabilità Beretta ne vogliamo parlare? Nella prova è stata utilizzata da almeno 4 persone diverse, per un totale di più di mille cartucce in poche ore, senza che nessuno abbia riscon- trato il minimo problema di funzionamento». Concludendo la prova, i commenti delle persone coinvolte sono stati unanimi: ci si aspettava molto da questa pistola e non ha deluso le aspettative, tecnico-meccaniche innanzi tut- to, ma anche estetiche e, perché no?, economiche. Il prezzo della 92X Performance è allineato con la concorrenza, malgra- do le lavorazioni, i materiali, le finiture siano di altissimo li- vello: 1.499 euro per la pistola che si propone come la vera alternativa, una scelta senza compromessi. S C H E D A T E C N I C A Produttore e distributore: Fabbrica d’armi Pietro Beretta, via Pietro Beretta 18, 25063 Gardone Val Trompia (Bs), tel. 030.83.411, beretta.com Tipo: pistola semiautomatica Modello: 92X performance Calibro: 9x21 mm Impiego specifico: Tiro dinamico, Production division Sistema di funzionamento: chiusura geometrica con blocchetto oscillante Alimentazione: caricatore bifilare a presentazione singola Numero colpi: 15 Scatto: ad Azione mista (Singola e Doppia) Sicura: monta di sicurezza del cane, leva ambidestra con funzione di sicura manuale; sicura automatica al percussore Canna: lunga 125 mm, con 6 rigature destrorse e passo di un giro in 250 mm (1:10”) Lunghezza totale: 222 mm Peso: 1.380 grammi (con caricatore vuoto inserito e pad in gomma) Finiture: Nistan Organi di mira: mirino e tacca di mira innestati a coda di rondine Qualifica: arma sportiva (codice identificativo Banco di prova: 12_00281s13) Prezzo: 1.499 euro, Iva inclusa 1 Le tre molle a disposizione su cui ogni tiratore può puntare per “personalizzare” la gestione di rinculo e rilevamento. Da sinistra: 9, 11 e 13 libbre. 2 Nella parte terminale del dust cover è stata confermata la Picatinny rail che nella versione destinata alla Open division viene utilizzata per fissare la staffa del red dot. 3 La tacca di mira regolabile in altezza e derivazione è prodotta dalla Lpa. 4 Il mirino a fibra ottica innestato a coda di rondine. 5 Nella dotazione della 92X Performance i due caricatori hanno la capacità di 15 colpi, ma nella scheda di classificazione del Banco di prova è previsto anche il caricatore da 20 colpi. 6 Lo smontaggio primario della 92X evidenzia il collaudato impianto meccanico che ha contraddistinto i 40 anni di storia della serie 92. PROVA_pistole semiautomatiche_Beretta 92X Performance calibro 9x21
  • 15. 13 5/2019 7 T A B E L L A B A L I S T I C A Munizioni commerciali Marca Tipo palla Peso palla (grs) V0 (m/sec) V0 (ft/sec) E0 (joule) E0 (kgm) Pf Fiocchi Top target 148 267,3 877 342,6 34,9 129,7 Geco Fmjrn 124 333,1 1.093 445,7 45,4 135,9 Magtech Fmj 124 342,9 1.125 472,3 48,1 138,5 Sellier & Bellot Lrnglv 124 346,2 1.136 481,5 49,0 140,8 Munizioni ricaricate Ricarica Tipo palla Peso palla (grs) Polvere Dose (grs) V0 (m/sec) V0 (ft/sec) E0 (joule) E0 (kgm) Pf 1. Target bullets Tc 115 Vihta N320 4,8 337,4 1.107 424,1 43,2 127,3 2. Fiocchi Fmj Tc 123 Vihta N320 4,5 313,3 1.028 391,1 39,8 126,4 3. Fiocchi Glv 148 Vihta N320 3,5 265,7 872 338,5 34,5 128,1 1 Rosata di cinque colpi, sparati a 10 metri, con impugnatura a due mani e tiro mirato, con le commerciali Fiocchi. La distanza tra i centri dei fori più lontani è 28 mm. 2 Rosata di cinque colpi, sparati a 10 metri, con impugnatura a due mani e tiro mirato, con le commerciali Geco. La distanza tra i centri dei fori più lontani è 45 mm, ma con 4 colpi nella mouche. 3 La peggiore rosata di cinque colpi, sparati a 10 metri, con impugnatura a due mani e tiro mirato, è stata con le commerciali Magtech. La distanza tra i centri dei fori più lontani è 58 mm. 4 L’ottima rosata di cinque colpi, sparati a 10 metri, con impugnatura a due mani e tiro mirato, con le commerciali Sellier & Bellot. La distanza tra i centri dei fori più lontani è 23 mm. 5 Rosata di cinque colpi, sparati a 10 metri, con impugnatura a due mani e tiro mirato, con la ricarica numero 3. La distanza tra i centri dei fori più lontani è 26 mm. 6 Rosata di cinque colpi, sparati a 10 metri, con impugnatura a due mani e tiro mirato, con la ricarica numero 2. La distanza tra i centri dei fori più lontani è 38 mm. 7 Rosata di cinque colpi, sparati a 10 metri, con impugnatura a due mani e tiro mirato, con la ricarica numero 1. La distanza tra i centri dei fori più lontani è 30 mm. 8 Rosata di cinque colpi, sparati a 28 metri, con impugnatura a due mani e tiro mirato, con la ricarica numero 2. La distanza tra i centri dei quattro fori più lontani è 27 mm, peccato per il quinto, leggermente strappato. 9 Rosata di cinque colpi, sparati a 28 metri, con impugnatura a due mani e tiro mirato, con la ricarica numero 1. La distanza tra i centri dei fori più lontani è 97 mm. 1 Roberto Vezzoli, nel corso della prova all’Isola dinamica di Cologno al Serio (Bg). Fondamentale nello sviluppo della 92X il ruolo del tiratore bergamasco, che sarà anche il team manager del Beretta handgun shooting team. 2 Chiara Neviani, giovane tiratrice coinvolta nella prova della 92X Performance.
  • 16. 14 7 5/2019 Il rinnovo del porto d’armi senza inconvenienti La mia vuol essere solo una riflessione, nella speranza che con la condivisione e la discus- sione possa diventare qualcosa di più. Per ria- vere in mano il porto d’armi al rinnovo, dopo aver eseguito tutti i passi che ciò prevede, oc- corre aspettare un mese e anche oltre. Non sarebbe possibile ottenere un foglio/nulla osta con validità per esempio di 60 giorni che per- metta, fino alla consegna del porto d’armi rin- novato,di andare comunque a sparare nei luo- ghi consentiti? Nel caso poi che il rinnovo non fosse possibile,scaduti i termini il porto d’armi non verrà rinnovato.Questo ragionando sul fat- to che se fino alla data di scadenza il porto d’armi è operativo, significa che fino ad allora nessun fatto invalidante si è verificato sul pos- sesso del porto d’armi. Ambrogio Sorice – E-mail A seguito del recepimento della direttiva euro- pea 2017/853 il Porto di fucile si rinnova alla scadenza del 5° anno. Per la domanda di rin- novo, che deve essere presentata prima della scadenza, va prodotta la stessa documentazio- ne prevista per il rilascio, a eccezione della certificazione relativa all’idoneità al maneggio delle armi e della dichiarazione di non essere stato riconosciuto “obiettore di coscienza”. Non c’è nessuna norma che imponga di consegna- re il libretto e la licenza da rinnovare, altrimen- ti non si può esercitare l’attività sportiva o ve- natoria. Il documento potrà essere riconsegna- to al momento del ritiro del rinnovo. Quindi il consiglio che mi sento di dare è quello di consegnare la documentazione per il rinnovo 90 giorni prima della scadenza, poiché la du- rata del procedimento amministrativo per il porto di fucile per Tiro a volo è di 90 giorni (regolamento di attuazione 10 ottobre 2012 n. 214 emanato dalla presidenza del consiglio dei ministri e pubblicato sulla Gazzetta Ufficia- le n° 287 del 10 dicembre 2012). Per essere sicuri dei tempi, ed eventualmente richiederne il rispetto, è consigliabile farsi rilasciare una ricevuta del materiale presentato (malgrado siano teoricamente tenuti a farlo, indicando anche il responsabile del procedimento, per la normativa sulla trasparenza amministrativa). (Massimo Vallini) Questa rubrica è a disposizione dei lettori, i quali possono esprimere opinioni anche non coincidenti con quelle della redazione. Le lettere, i fax e la posta elettronica dovranno essere firmati e riportare l’indirizzo completo del mittente. Non daremo risposte a lettere anonime (ma i lettori che lo vorranno potranno richiedere l’anonimato) e non risponderemo mai privatamente. Al fine di consentirci di rispondere al maggior numero di quesiti, preghiamo i lettori di limitare il numero delle domande per singola lettera e di non superare la lunghezza di un foglio. La redazione si riserva il diritto di apportare tagli o sintetizzare le lettere ricevute. Per facilitare la nostra lettura, invitiamo a scrivere a macchina o a stampatello e di accludere, in caso di esigenze di riconoscimento di armi, foto chiare con l’indicazione di tutti i punzoni e delle marcature leggibili sulle stesse. Edisport Editoriale s.r.l. via Don Luigi Sturzo 7 20016 Pero (Mi) +39 02.38.010.393 armietiro +39 02.38.085.340 www.armietiro.it armietiro@edisport.it Rivista Armi e Tiro Gruppo: Armi e Tiro R A C C O M A N D A Z I O N I A I L E T T O R I N O I S I A M O Q U I armietiro Posta_Filo diretto D A I L E T T O R I A L L E A Z I E N D E Gianleonardo Nurra di Sassari vuole condividere con la redazione e con i lettori della rivista la gratidudine e l’apprezzamento per la Fabbrica armi f.lli Pietta. “Non trovando nelle armerie locali un percussore per una replica Single action calibro .357 magnum (arma usata, malamente modificata dal precedente proprietario), ho scritto alla F.lli Pietta chiedendo di acquistarlo direttamente in fabbrica. Mi è stato immediatamente risposto che avrebbero inviato gratuitamente un percussore originale e, in effetti, ne ho ricevuti due. Considerato che l’arma era un usato (per di più manomesso) mi sembra un comportamento degno di essere segnalato perché denota un grande rispetto per gli utilizzatori”. Le questure non possono pretendere, per attivare la procedura di rinnovo di un porto d’armi, la consegna di quello vecchio, se ancora non è definitivamente scaduto. Il Single action Pietta del lettore.
  • 17. S, M, L BERETTA.COM 0mm - 25mm 0˚ - 20˚ dx - sx 82˚ - 92˚ 0mm - 20mm 0mm - 10mm 0mm - 20mm
  • 18. 16 7 5/2019 Posta_Legale Un proiettile polimerico da utilizzare nelle pistole T4E a CO2 di Umarex che, rispetto ai prodotti tradizionali, grazie a una costruzione di altissima qualità garantisce maggiore velocità, energia, precisione ed efficacia terminale nell’autodifesa less than lethal tra le mura domestiche L’INVENZIONE DELLA SFERA… IN CALIBRO .43 PRECISIONE VELOCITÀ POTENZA Migliore traiettoria Colpi più precisi Biodegradabile xz⁄ ˜ 5xv ¡ 100% Made in Italy Via San Giovanni Valdarno 5 - 00138 Roma info@calibro43ram.it www.calibro43ram.it Il poligono personale Sono proprietario di un piccolo terreno in montagna a circa 7-8 km dal paese più vicino. Pensavo di costruire un poligono di tiro personale, ma non mi sono informato presso le forze dell’ordine perché non saprei che risposta mi potrebbero dare e anche perché su internet ci sono un sac- co di notizie contraddittorie sull’argomento in questione. Quello che vo- levo sapere è cosa dire al progettista e se è fattibile senza finire nei guai….Mi sono rivolto a voi perché penso che siate i più informati sull’ar- gomento. Giordano Pini – E-mail Il consiglio è di attendere l’apposito provvedimento che il ministero dell’Interno emanerà per regolare la materia, in conformità dell’articolo 57 del Testo unico. Operare ora significherebbe, in ogni caso, doversi adeguare in seguito al suddetto provvedimento. (Alessio Russo) Aria compressa in campagna Volevo sapere se è possibile portare un’arma ad aria compressa e usar- la in una proprietà privata che non è la mia residenza. Per esempio in campagna da mio zio. Massimo Anostini – E-mail Dipende. Se la campagna di suo zio non è recintata, talché l’accesso sia, in via di fatto (non conta la facoltà astratta di proibirlo), possibile per chicchessia, il luogo è da ritenere aperto al pubblico: dunque, l’uso è vietato in forza dell’art. 11, lett. d, l. n. 526/99, e comma 3 dell’art. 9 del correlato D.M. Infatti, è prevalsa l’interpretazione secondo cui il di- vieto si riferisce anche ai maggiorenni, e non solo ai minorenni (tema che aveva visto contrapporsi due autorevoli dottrine). Se, per contro, il luogo è effettivamente “privato” e non è, quindi, possi- bile l’accesso (come inteso dalla norma), l’utilizzo dell’arma è possibile; si agisca tuttavia con prudenza nel trasporto, e si abbia cura, in caso di controlli e verifiche, di chiarire immediatamente che si sta eseguendo un trasporto da un luogo a un altro, e non un porto (bene sarebbe anche informare l’ospitante, affinché, nel caso di verifiche immediate, confermi l’assunto). (Al.Ru.) Per sparare con l’aria compressa in tutta tranquillità, è bene che la proprietà all’aperto sia recintata.
  • 19. TR A IN pa ssion W I T H La sfida si vince molto prima di premere il grilletto. La preparazione è tutto. Puoi vincere o fallire, in una frazione di secondo. Nuova Beretta APX Combat. Sviluppata, testata e fabbricata per chi si prepara a vincere. Scopri configurazioni e gamma su BERETTA.COM APX Combat
  • 20. 18 7 5/2019 Posta_Legale Q E E J K Q " U W N " O Q P F Q 1 Direttiva 2017/853: il ricorso va bocciato Eleanor Sharpston, avvocato generale presso la corte di giustizia europea, ha rilasciato il proprio parere sul ricorso della Repubblica ceca, al quale si sono associati Ungheria e Polonia, per l’annullamento della direttiva 2017/853 in materia di armi. Come è noto, i contenuti di tale direttiva hanno suscitato vive polemiche fin dalla genesi del prov- vedimento (nel 2015) e, non appena entrato in vigore, i cechi hanno deciso di adire la corte di giustizia lamentando che l’atto fosse viziato da numerose violazioni del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Il parere dell’avvocato generale è che la direttiva 2017/853, come peraltro la direttiva originaria 91/477, si propongono lo scopo di garantire una certa libertà di movi- mento per determinate tipologie di armi e loro componenti essenziali all’interno dell’Unione europea, ma d’altro canto devono garantire la sicurezza associata a questi prodotti. L’avvocato generale ha anche consi- derato che, in seguito agli attacchi terroristici che hanno determinato la genesi della direttiva, ciascuno Stato membro avrebbe potuto provvedere in proprio con apposite leggi restrittive, le quali avrebbero avuto un impatto ben maggiore sulla circolazione delle armi legali nella Ue. Il parere dell’avvocato generale è quindi che la direttiva 2017/853 abbia lo scopo attuale e predominante di assicurare la libera circolazione delle armi e che, anche se indubbiamente ha influenza anche nel settore della prevenzione del crimine, non determina una armoniz- zazione in tal senso. Di conseguenza, la conclusione dell’avvocato generale è che gli organi legislativi Ue fossero abilitati ad adottare la direttiva, secondo l’articolo 114 del Trattato sul funzionamento della Ue. Anche relativamente al principio di pro- porzionalità, l’avvocato generale ha osservato che la norma, consentendo in particolare agli svizzeri di man- tenere la proprietà dell’arma d’or- dinanza anche una volta congedati dal servizio attivo, rispetta il criterio di proporzionalità, come anche lo spostamento di alcune armi semiau- tomatiche nella categoria “A” delle armi proibite. Secondo l’avvocato generale, infine, la direttiva rispetta i principi di certezza del diritto ed equità di trattamento. Per questo motivo, l’avvocato gene- rale propone alla corte di giustizia europea (che dovrà pronunciarsi sul punto nel mese di settembre) di rigettare il ricorso della Repubblica ceca, addebitando i relativi costi al Paese e agli altri Stati membri che si sono associati (Ungheria e Polo- nia). Tutto finito? Probabilmente sì, ma resta comunque una speranza residua per la Repubblica ceca, in quanto la corte di giustizia può fare proprio il parere dell’avvocato generale, ma può anche decidere di discostarsene, non essendo in alcun modo vincolata. L’avvocato generale della corte di giustizia europea considera non accoglibile il ricorso sulla direttiva 2017/853.
  • 22. 20 T 5/2019 Macchina per Annealing ad INDUZIONE Via Manin 49, Conegliano (TV) Tel. 0438 60871 info@armeriaregina.it www.armeriaregina.it Posta_Armi e accessori Sette colpi troppo “affollati” sulla Ruger Ho acquistato una Ruger Gp 100 sette colpi nel mese di gennaio e ho subito riscontrato che i bossoli dopo lo sparo non escono dal tamburo. Questo fa pensare a una sovrappressione,invece il problema è un altro: i fondelli dei bossoli si toccano,non hanno spazio e nessuna tolleranza. Ho portato il revolver dal noto armaiolo Lauro Macchi che, dopo aver- la provata con cartucce nuove, ha appurato che i bossoli non escono. Io mi domando perché nessuna in- formazione in merito a questo pro- blema,perché se l’avessi saputo non avrei fatto questa scelta.Ho visitato siti e forum americani che segnala- no questo problema alla Ruger e lo- ro continuano a tacere e produrre questa versione,penso voi come ri- vista molto letta da tutti i tiratori do- vreste fare un servizio di informa- zione e contattare la Ruger e anche Bignami che è l’importatore.In bre- ve, ho riportato il revolver al Macchi, visto che è in garanzia, per una sostituzione di marca oppure con un revolver a sei colpi invece di sette. Ora aspetto vedremo cosa decideranno. Spero che nei vostri servizi di informazione rendiate pubblico ai lettori questo problema. Giuseppe Pasotto – Albizzate (Va) Tale problema è emerso anche durante il test dell’arma, nell’articolo pubblicato sul fascicolo di gennaio 2019. Durante le prove, però, ciò si era manifestato con cartucce Magtech, mentre con le Federal Fmj 130 grs calibro .38 special (attualmente sottoposte a richiamo), non aveva- mo rilevato particolari problemi. Avevamo imputato il problema alle cartucce, ma evidentemente c’è altro. Per quanto attiene l’eventuale responsabilità dell’importatore, si segnala che lo stesso si sta attivando con l’azienda produttrice per ricevere disposizioni in merito. Appena avremo notizie specifiche, le renderemo pubbliche. (Matteo Cagossi) Rgt"kn"rqtvq"ekxkng"*g"ocpekpq+"fgnnc" "Ud Sono mancino e possiedo una Beretta 92 Sb. Dato che il mercato ita- liano è molto ristretto sull’argomento, per il porto civile dell’arma sto cercando su siti soprattutto americani una fondina tipo appendix in po- limero.Poiché sono tutte sotto dicitura 92 Fs,sapreste dirmi se andreb- be comunque bene, dato che l’unica differenza è il ponticello? Rocco Santoro – E-mail Per tale arma io generalmente impiego la Ghost Civilian inside (distri- buita da Tfc, tfc.it) della quale, però, non ho contezza dell’immediata disponibilità della versione mancina, che pure esiste. Le fondine poli- meriche di tipo interno generalmente non hanno sistemi di ritenzione meccanica al ponticello per cui, qualora ne acquistasse una per Beretta modello 92 Fs senza tali sistemi di ritenzione, non dovrebbe aver alcun proble- ma ad alloggiarvi una 92 Sb. Le uniche diffe- renze potrebbero sussistere con fondine per modello 92 Brigadier in cui il carrello è rinfor- zato e, quindi, più largo e alto rispetto a quel- lo tipico della modello Fs o Sb. In questo caso, rischierà solo di trovarsi una fondina lievemente sovradimensionata rispetto all’ar- ma. Cosa, comunque, compensata dal “tirag- gio” della cintura dei pantaloni. (M.C.) Il Ruger Gp100 a 7 colpi pare soffrire di un eccessivo “affollamento” delle camere del tamburo, che in alcuni casi determina difficoltà di estrazione dei bossoli. La fondina Ghost civilian mancina per Beretta 92 Fs.
  • 23. ALTE PERFORMANCE SULLA CANNA CORTA Le nuove Short Rifle attirano per le loro performances straordinarie. Per il successo nella caccia oltre ogni limite. RWS è un marchio di RUAG Ammotec, parte del gruppo RUAG. Ottimizzate per le canne corte (42-55cm) Incremento delle distanze d‘azione Energia e velocità massima Riduzione del fuoco di vampa Le migliori funzioni anche sulle armi semi-automatiche DISPONIBILE IN CALIBRO .300 WIN. MAG., .30-06, .308 WIN., 8X57 JS, 9,3X62 RWS-AMMUNITION.COM PERFORMANCE LINE Munizioni con acquisto soggetto a licenza. DISTRIBUTORE RUAG AMMOTEC ITALIA SRL VIA GALILEO GALILEI 56 25046 CAZZAGO SAN MARTINO BS TEL. 030 7282651 EMAIL: INFO.IT.AMMOTEC@RUAG.COM
  • 24. 22 T 5/2019 Posta_Munizioni e ricarica A AR RM ME ER RI IA A R RE EG GI IN NA A Via Manin 49, 31015 - Conegliano (TV) Tel. 0438 60871 - info@armeriaregina.it www.armeriaregina.it Quando pulizia è la rctqnc"fÔqtfkpg# Materiali “necessitati” dalla guerra Recentemente ho avuto l’occasione di vedere in una scatola un po’datata di un’armeria toscana,diversi bossoli e cartucce 7,65 mm di varie marche: Geco,Fiocchi,Fn,Leon Beaux,con bossolo in ferro e palla rivestita in accia- io o ferro.Quali caratteristiche balistiche avevano in più rispetto alle norma- li in ottone e piombo,in epoca bellica quando questi materiali scarseggia- vano? Ho anche notato che i bossoli hanno due fori di vampa, mentre gli attualinehannounosolo.Aqualeepocarisalgono?L’aziendaHzaHulmbach, che fabbricava la replica dell’Mp40 (cat.17184) è ancora attiva? Lettera firmata Il calibro 7,65 mm Browning ha avuto una diffusione enorme tra il periodo antecedente la prima guerra mondiale e gli anni Ottanta del XX secolo. I produttori di munizioni si sono sbizzarriti con i più disparati accostamenti di materiali per quanto riguarda la mantellatura della palla e il bossolo, a se- conda delle convenienze commerciali o delle possibilità di approvvigiona- mento delle materie prime. In linea di principio, per il bossolo è sempre stato utilizzato l’ottone, ma i tedeschi durante la seconda guerra mondiale hanno prodotto con successo bossoli in ferro laccato, così come avevano fatto anche per il 9x19, l’8x57 e altri. Ciò derivava dal fatto che rame e zinco, materiali costituenti l’ottone, erano più scarsi rispetto al ferro, mate- riale del quale in patria esistevano buoni giacimenti. Occorre ricordare che, sebbene le armi corte regolamentari dell’esercito tedesco (cioè la P08 e la P38) erano in 9x19 mm, sia l’esercito, sia la polizia utilizzavano un quanti- tativo elevatissimo di semiautomatiche in 7,65 mm, tra produzione nazio- nale e prede belliche.Tra le prime figurano le Walther Pp e Ppk, le Mauser 34 e Hsc,la Sauer 1930 e 38H.Tra le seconde,la più diffusa era senz’altro la Cz 27 ex cecoslovacca. Per quanto riguarda il materiale del mantello, in tempo di pace è capitato che alcune aziende (tra cui le nostrane Fiocchi e Leon Beaux) producessero palle con camiciatura in ottone nichelato, in tal caso la nichelatura aveva lo scopo di garantire una superiore durezza super- ficiale del mantello consentendo una miglior presa delle rigature,ma anche una buona scorrevolezza in canna. Nel corso della guerra, i tedeschi per economizzare sempre il quantitativo di rame hanno utilizzato palle con ca- miciatura in ferro ramato o addirittura in ferro nudo.In tal caso,comunque, non si riscontra una differenza particolarmente sensibile nelle prestazioni balistiche,la scelta era ancora una volta di tipo strategico.Una delle varian- ti più rare e curiose è stata sviluppata in Italia alla fine del 1944, in piena guerra civile,dalla Leon Beaux e prevedeva tanto il bossolo quanto la cami- ciatura del proiettile in alluminio,sempre ovviamente per risparmiare mate- riali strategici.Esiste un rapporto di fonte tedesca sulle rilevazioni effettuate su un lotto sperimentale di queste cartucce,il quale dà conto del fatto che, in tal caso, la scelta del materiale ha avuto un influsso anche sulle presta- zioni balistiche, essendo stata registrata una velocità più alta di circa 25 metri al secondo rispetto alle munizioni convenzionali prodotte con bossolo e mantello in ottone. Probabilmente a causa del precipitare degli eventi bellici o, forse, a causa della non perfetta idoneità del materiale, queste munizioni non uscirono dalla fase sperimentale.Per quanto riguarda l’azien- da,risulta ancora in attività,il suo nome ufficiale è Sport-systeme Dittrich e il sito Internet è ssd-weapon.com. (Ruggero Pettinelli) Alcune vecchie scatole di 7,65 mm Browning. A destra, un esemplare prodotto dalla Fn nel 1943 sotto controllo tedesco, con bossoli in ferro laccato.
  • 25. NUOVO Per la caccia l`esigenza è massima. Non solo per il cacciatore, ma anche per la sua attrezzatura. Senza i progressi tecnologici fatti con le armi e senza ottiche di prima classe una caccia responsa- bile non sarebbe possibile. Per noi, appassionati cacciatori è stata una sfida sviluppare cannocchiali da puntamento e binocoli a misura del cacciatore. Ottiche per la caccia Con gli occhi dell`Aquila I nuovi cannocchiali da puntamento: www.blaser.de/blaser-optics Xoä "ky"igt"utrʼ"hk"yurj"zu"vkxsoz"nurjkxy4 © 2018 BRANDMARK Group Srl | info.it@ -group.com Blaser blaser
  • 26. 24 7 5/2019 Posta_Munizioni e ricarica Q E E J K Q " U W N " O Q P F Q 1 Lo sniper del Socom è Barrett L’11 marzo scorso il Dipartimento della difesa americano ha dichiarato la Barrett firearms manufacturing vincitrice del concorso Asr – Advan- ced sniper rifle per l’Ussocom con il modello Barrett Mrad – Multi role adaptive design (rifle). Il Socom (Special operations com- mand) aveva annunciato nel 2016 l’intenzione di voler adottare un nuovo sniper bolt action multicalibro facilmente o rapidamente converti- bile nei calibri 7,62x51, .300 Norma Magnum e .338 Norma Magnum attraverso un concorso competitivo. Il nuovo Asr va a sostituire il pre- cedente Remington Msr – Modular sniper rifle (classificato dall’Us army come Mk 21 Precision sniper rifle) che nel 2013, era stato designato vincitore del concorso Psr – Precision sniper rifle sempre del Socom, came- rato però in 7,62x51, .300 Winche- ster Magnum e .338 Lapua Magnum: evidentemente qualcosa è andato storto con l’Msr. Se da un lato si comprendono le scelte migliorative del .300 Norma magnum e l’eventuale compatibilità del .338 Norma magnum con una prossima mitragliatrice media voluta dal Socom (Lwmmg), non si capisce perché non sia stato adottato, in sostituzione del 7,62x51, il 6,5 Creedmoor: come già scelto viceversa, per i fucili semi auto- matici del Socom. A questo punto, appare ancora più strana l’acquisizione di alcuni Barrett Mrad camerati in .300 Prc Hornady proprio dall’Ussocom, nel mese di febbraio: o si è voluto testarlo contro il .300 Norma Magnum, ma ormai la richiesta e i test del programma erano conclusi, oppure verranno impiegati in un qualche ruolo opera- tivo. Che non verrà comunicato… Il Barrett Mrad è il nuovo sniper dei corpi speciali statunitensi. Niente slug supermagnum in Italia Sono in possesso, di un fucile a pompa Benelli Nova, calibro 12/89 su- permagnum, con canna slug di 450 mm. Non riesco a reperire, presso le armerie, cartucce a palla unica per detta arma, mi potete indirizzare su dove recuperare dette munizioni. Giuseppe Battaglia – E-mail Non è indispensabile usare cartucce 12/89 con fucili che abbiano la cameratura di 89 mm, cioè appunto supermagnum. Non mi risulta, poi, che tali cartucce siano prodotte con palla singola. Se il lettore vuole peso e potenza con palla unica, può trovare soddisfazione con la Ba- schieri & Pellagri Black shock magnum o caricamenti che utilizzino la slug Gualandi magnum di 40 grammi con borra rossa o la Brenneke di 39 grammi. La palla slug trova prevalente impiego nel tiro alla sagoma e in maniera più limitata nella caccia agli ungulati mentre le camere 12/89 vengono usate quasi esclusivamente nella caccia agli anatidi (comunque con canna più lunga di quella del lettore). Non è nemmeno facile immaginare a cosa possa servire una cartuccia 12 supermagnum con palla slug. Se anche se ne potesse realizzare una, magari median- te fusione casalinga, di peso superiore ai 40 grammi, ed è possibile perché con i pallini si arriva a 65-70 grammi, occor- rerebbe poi un propellente adatto a svi- luppare l’energia sufficiente, senza esa- gerare con le pressioni, e in Italia non sono disponibili tante polveri idonee per caricamenti supermagnum. (M.V.) Per le cartucce calibro 12/89 “supermagnum” non sono disponibili caricamenti slug.
  • 27. © 2019 www.sauer.de ARMI DA CACCIA PER TANTE GENERAZIONI SAUER 100 CLASSIC Blaser Group srl · (+39) 045 457 98 20 · info.it@blaser-group.com
  • 28. 26 7 5/2019 Posta_Munizioni e ricarica La polvere adatta alla ricarica fk" / /0 Essendo un assiduo lettore della vostra rivista, mi permetto di richiedere informazioni sulle dosi per quanto in oggetto.Non ricarico da cir- ca 50 anni (ne ho settanta) e,preso dall’attra- zione per i piccoli calibri, vorrei cimentarmi nuovamente.Le cartucce che intendo ricarica- re hanno le seguenti caratteristiche: numero piombo 8/9/10 con grammature medio/alte, orlatura tonda (non avendo pratica della stel- lare), contenitore plastica e anche cartuccia a palla,utilizzando possibilmente un solo tipo di polvere (al massimo 2). Antonio Filoni – E-mail I piccoli calibri possono dare grandi soddisfa- zioni, ma richiedono particolari attenzioni, dato che al ridursi del diametro dell’anima il regime pressorio tende a esasperarsi. Pren- dendo a riferimento il calibro 16, per il quale la carica normale è di 28 grammi (ossia un’on- cia), le corrispondenti cariche normali dei calibri 12, 20, 24, 28, 32 e 410 sono rispet- tivamente di 34, 24, 22, 20, 18 e 11 grammi. Queste cariche realizzano tutte la stessa den- sità sezionale e pertanto sono proporzionali alle rispettive sezioni rette, mantenendo tutte la medesima altezza della colonna di piombo. Ciò comporta che, se una polvere è adatta ai 34 grammi di piombo nel calibro 12, potrà essere impiegata anche per le corrispondenti cariche normali degli altri calibri, nel rapporto di dosaggio di 1 a 20, ossia 5 centigrammi di polvere per ogni grammo di piombo, svilup- pando teoricamente la stessa pressione mas- sima e la stessa velocità iniziale. Definite normali le suddette cariche di piombo, quelle medie e pesanti sono quelle superiori ai valori indicati e anche per esse vale il prin- cipio della pari densità sezionale. Se una pol- vere è idonea ai 38 grammi di piombo del calibro 12, per esempio, risulterà idonea anche per i 31, 27, 24, 22, 20 e 12 grammi dei ca- libri 16, 20, 24, 28, .410. All’atto pratico le cose sono un po’ diverse, in quanto nei piccoli calibri le resistenze d’attrito, proporzionali al rapporto tra l’altezza della co- lonna (che rimane costante) e il diametro dell’anima (che invece si riduce) diventano più intense, portando a pressioni più alte e a ve- locità più basse di quelle della corrispondente carica del calibro 12.A ciò si aggiunge il fatto che, mentre nel calibro 20 sono disponibili le stesse altezze di bossolo del 12, nel 28 e nel .410 si arriva al massimo a 76 mm, mentre nei calibri 24 e 32 si arriva solo a 65 mm, con variazioni sensibili nella volumetria disponibile internamente, cosa che condiziona anche il tipo di chiusura da adottare. Altro fattore è l’energia liberata dall’innesco,che non è modulabile in proporzione al volume oc- cupato dalla polvere, ma si esplica nei tre livelli standard di bassa, media ed alta potenza, im- piegati rispettivamente nel gruppo .410 e 32, nel gruppo 28, 24 e 20, e nel gruppo16 e 12. Infine, mentre nei calibri principali 12, 16 e 20 sono disponibili borraggi di varie altezze, per i calibri minori la scelta è più limitata; nel calibro 28 e 410, oltre ai MiniContainer e MiniBior della Gualandi, da pochi anni è disponibile la nutrita gamma Baby prodotta dalla Baschieri & Pellagri; per i calibri 24 e 32 la scelta è purtroppo ridotta ai pochi tipi in plastica della Gualandi, ma con un po’ di fantasia l’altezza della colonna di caricamento può essere re- golata utilizzandone i soli contenitori e sosti- tuendo l’elemento intermedio di altezza fissa con un numero adeguato di sugherini. I dosaggi vanno dunque rivisti in funzione del- le svariate condizioni e dei diversi componen- ti disponibili e, qualora non si disponga di tabelle di caricamento attendibili, è essenzia- le provare al banco gli assetti allestiti. Numerosi forum on-line trattano della ricarica dei piccoli calibri, fornendo anche i risultati di prove al banco (previa registrazione dell’uten- te. Tabelle sperimentate sono disponibili sul sito della Gualandi (gualandi.it) e sul sito del- la Baschieri & Pellagri (baschieri-pellagri.com). Su quest’ultimo, per ogni calibro, sono indica- te le polveri più adatte e i relativi dosaggi. Per esempio, per le cariche del calibro 24, so- no indicate la F2x32 e la Mbx32 (1,10x21/22), la F2x36 (1,15x22), la Mbx36 (1,18x22/23), la Mg2 (1,25x24), la M92S (1,30x24). Passando al calibro 28 (che però può essere caricato anche nei bossoli di 76 mm), troviamo la F2x32 e la Mbx32 (0,95x19), la F2x36 (1,03x19), la Mbx36 (1,05x20), la Mg2 (1,10x21), la M92S (1,15x21/22), ed inoltre, per i caricamenti più spinti, la M410/2 (1,35x26/28) e la M410 (1,45x28). Analogamente al calibro 24, nel 32 abbiamo ancora la F2x32 e la Mbx32 (0,81x15/16), la F2x36 (0,85x16), la Mbx36 (0,86x16/17), la Mg2 (0,90x17) la M92S (0,95x18). Nel calibro .410 (che può essere caricato in bossoli da 65, 70, 73 e 76 mm, secondo le grammature crescenti), ritroviamo la F2x32 e la Mbx32 (0,53x10), la Mbx36 (0,5x11), la Mg2 (0,60x12) la M92S (0,60x13),la M410/2 (0,90x16), la M410 (0,70x14; 1,00x18). Dosaggi superiori nel calibro .410 sono possi- bili utilizzando polveri sferiche, molto dense e lente, come la recentissima B&P03, formulata per le cariche magnum per revolver. Un possi- bile dosaggio, tutto da verificare al banco prova in quanto non ancora riportato nelle tabelle Baschieri & Pellagri, potrebbe essere quello di 1,05x20,5, in bossolo da 76 mm, con innesco di bassa potenza (Fiocchi Dfs614, Cheddite Cx50, Nobel sport U684), con borra B&P Ba- by410 e chiusura a orlo tondo.(Roberto Serino)
  • 29. P A S S I O N E R E A L E BECCACCIA STILE Ispirato ai colori della natura, per fondersi elegantemente con l’ambiente boschivo. STROZZATURA Esclusivo strozzatore interno Ampliator, per rosate ampie a corto raggio. PESO 2, 8KG Lughezza totale dell’arma 1053 mm con canna da 61 cm, per la massima maneggevolezza nel bosco. ESTRAZIONE MANUALE Ecologica e silenziosa, per vivere pienamente ogni istante. benelli.it
  • 30. 28 T 5/2019 Posta_Ex ordinanza e collezione La doppietta del nonno Ho letto la risposta “Collage” a Emilio Castel- lani su Armi e Tiro di novembre 2018 a pa- gina 22. Io ho un problema analogo. Ho una doppietta calibro 12 ereditata dal nonno di- chiarata nella denuncia come “marca artigia- nale” e basta. Sulle canne la scritta “tortiglio- ne”e alcuni simboli che ho cercato in internet e mi sembrano far riferimento al Banco di pro- va del Belgio. Mio nonno mi disse di averla comprata usata da un barcaiolo di San Bene- detto Po (Mn) dopo la seconda guerra mon- diale. All’imbocco delle canne c’è una camo- latura abbastanza importante, ma vorrei re- staurarla per usarla ancora: i cani funzionano perfettamente e anche l’estrattore e l’apertu- ra. Pensavo di risaldare (sostituire) la parte usurata, lasciando le canne originali. Ma le canne possono portare le cartucce di oggi? Oppure è meglio sostituire integralmente le canne? Che cosa mi consigliate? Vorrei non spendere più di 500-800 euro. Da chi potrei andare vicino a Mantova oppure anche a Gar- done Val Trompia (Bs), se necessario? Enzo Passani – Porto Mantovano (Mn) Iniziamo, prima di tutto, a individuare l’arti- giano belga che ha realizzato la doppietta del lettore. Sulla parte terminale della bindella, ove questa si prolunga verso la bascula a realizzare la terza chiusura “a testa di bam- bola” si nota un simbolo costituito da una freccia che attraversa un bersaglio con, ai lati, le lettere AB. Questo era il marchio uti- lizzato dall’artigiano Antoine Bertrand, che aveva la sua officina in rue Fabry 25 a Liegi. Sapendo che questo marchio è stato in uso, da parte di Bertrand, dal 1881 al 1900, fac- ciamo presto a stabilire che la doppietta non può avere meno di 119 anni! Quanto alla possibilità di riutilizzare l’arma, sconsiglio vivamente di effettuare opere di ripristino di tipo drastico, come la sostituzione delle can- ne: non ne vale la pena, sia dal punto di vista economico, sia per il risultato finale (canne nuove e tutto il resto ultracentenario!). Con- siglierei, invece, di fare esaminare la doppiet- ta al fine di ricevere un consiglio su come calibrare gli interventi di restauro, controllan- do innanzi tutto la lunghezza delle camere di scoppio che dovrebbe essere di tipo “corto”. A poca distanza da dove abita il lettore, in zona Levata di Curtatone, c’è un armiere spe- cialista in armi da caccia d’epoca che po- trebbe consigliare il miglior livello per l’inter- vento. (Alberto Riccadonna) 120 anni sulle spalle forse sono tanti... Wpc"Dgtgvvc" "tguc"cpqpkoc Possiedo una Beretta 34 ex 9 corto convertita in 7,65 mm, con guancette in Filbak su intelaia- tura di ferro, alla quale sono state abrase le diciture sul lato sinistro del carrello e le punzona- ture in prossimità dell’elsa, lasciando il numero di matricola 610xxx sul lato destro di fusto e carrello.In prossimità dell’imbocco caricatore,ai lato della leva di sgancio caricatore,si notano le lettere A-W-H puntato e (poco leggibile) F oppure P. Per quanto sopra, se possibile, vorrei co- noscere l’anno di fabbricazione, il significato delle lettere e cosa è stato abraso. Lettera firmata I fusti delle Beretta 34 oggetto dei contratti militari con il regio esercito sono spesso una “car- tina geografica” fitta di lettere, letterine, iniziali incluse in un rettangolo o da sole, che si ritiene rappresentino la validazione da parte degli ispettori militari e/o il contrassegno di avvenuto superamento di determinati passaggi produttivi. Il loro significato esatto è, purtroppo, ancora oscuro e probabilmente rimarrà tale. Ciò detto, la matri- cola è comunque già una risorsa preziosa per ave- re alcune indicazioni sul momento produttivo: in particolare, il passaggio oltre la matricola 600 mila si è avuto nell’anno 1937, di conseguenza è verosimile che la scritta sul lato sinistro del carrel- lo recitasse: “P .Beretta cal. 9 corto M° 1934 bre- vettato” e, sulla seconda riga, “Gardone VT 1937- XV”. Il passaggio al XVI anno dell’era fascista (28 ottobre) è avvenuto con un numero di matricola di molto successivo al suo. (R.P .) Una Beretta 34 militare del 1943. Su queste armi spesso si riscontrano una selva di iniziali e sigle dal significato, purtroppo, non sempre decifrabile.
  • 31.
  • 32. 30 7 5/2019 OPINIONE_POLITICALLY UNCORRECT RIESCE AD “ECLISSARE” TUTTI I CONCORRENTI CON UN NUOVO, ECCEZIONALE LIVELLO DI PREZZO! ·calcio sintetico con rivestimento Soft-Touch ·preciso scatto diretto CZ finemente regolabile ·canna dotata di filetto sulla volata ·predisposizione portacinghia Prezzo consigliato al pubblico Fkuvtkdwvqtg"whÝ "ekcng<"DKIPCOK"U0r0C"/""yyy0dkipcok0kv"/"kphqBdkipcok0kv Impossibile ridurre il numero di armi negli States Il governo della Nuova Zelanda, in seguito a un avvenimento che sebbene tragico è del tutto sporadico si è subito preoccupato di privare i suoi circa 250.000cittadinilegalmentedetentoridiarmi,dellecarabinesemiautoma- tiche con caricatori capaci di più di 5 cartucce e di quelle “military-style”. Questo avverrà tramite un processo di “riacquisto” delle armi da parte del governo per un costo tra i 100 e 200 milioni di dollari. In Nuova Zelanda, i 5.000.000 di abitanti detengono 1.500.000 armi.Un numero così elevato di armi potrebbe dimostrare che le norme sono buone,perché non era mai successo un problema rilevante.Cosa che non è avvenuta invece negli Sta- ti Uniti dove la situazione è più complessa: l’accesso alle armi è stato per moltissimo tempo deregolato,tanto che proprio una ricerca edita a febbra- io di quest’anno intitolata “Firearm policies that work” elogia il fatto che a seguito delle recenti sparatorie si stanno finalmente introducendo leggi più stringenti per evitare che le armi possano essere detenute da persone con precedenti penali o con tendenze violente.Non è che ci volesse un profes- sore per dirci ciò,ma ci lascia basiti che solo ora vi sia una ricerca che re- laziona il fatto che le persone violente, avendo disponibilità di armi, sono più propense ai crimini di persone “normali” le- galmente detentrici delle stesse.Nel caso di vio- lenzedomestiche,peresempio,gliStatichehan- no sequestrato le armi hanno ridotto gli omicidi del partner del 12%.A oggi solo 5 Stati (Connec- ticut, Indiana, California, Oregon e Washington) permettono con una procedura detta“red flag” il sequestro preventivo delle armi su ordinanza del giudice.Il problema è che ancora oggi non si ha un controllo ad ampio spettro ed effettivo: in ben 30Stati,infatti,vipossonoesserevenditoripriva- ti di armi, senza licenza commerciale, che non sono tenuti a fare le verifiche dette di “background check”, cioè sui prece- dentidell’acquirente.Primadell’introduzionedellostessocriminalbackground check nel 1998 il 40% delle compravendite non era regolato, oggi siamo intorno al 20%.Limitare il numero dei colpi nei caricatori non ha alcun sen- so,visto il numero già in circolazione.Quindi,anche ammesso che si possa bypassare legalmente il “secondo emendamento”, vi sono negli Stati Uniti le risorse per sequestrare le armi a chi non le detiene in maniera legale o non ha più i requisiti per detenerle? La situazione è alquanto complessa e si consideri che le armi smarrite e rubate sono state quasi 2 milioni in 10 anni e di queste quasi 2.000 perse da appartenenti a corpi di polizia.Tutto è grande negli States e lo sforzo e i costi per recuperare le armi detenute illegalmente non sono gestibili.Solo in California ci vorranno almeno 4 anni e 30 agenti a tempo pieno nonché circa 40 milioni di dollari,per confiscare le armi alle 20.000 persone identificate come non più idonee a detenere armi.Sempre in California le forze di polizia hanno“perso”944 armi nel so- lo 2010,di cui quasi 100 rubate dalle auto di pattuglia. Gary Martin,che a febbraio in Illinois ha ucciso 5 persone e ha ferito altri 5 poliziotti,avevaavutolarevocadellalicenzaben cinqueanniprima,dopocheilbackgroundcheck avevarilevatounaprecedentecondannainMis- sissippi,ma molto semplicemente ha ignorato laletteradirevoca,comealtridelle10.800per- sonechel’hannoricevutacomeluiinIllinois.Le risorsenecessarie,unavoltaeffettuatiicontrol- li,perlaconfisca,sonoaldifuoridelbudget.Per troppiannisisonodatearmicontroppafacilità e il risultato è chiaro per tutti. Sarà mica per questo che in Europa siamo diversi?Alla faccia di chi continua a parlare di Far west. A CURA DI ROBERTO PATRIGNANI Il “far west” appartiene alla tradizione statunitense. Ma di certo non è ipotizzabile in Europa…
  • 33. Joyzxoh{zuxk"{ ""iogrk"3"BIGNAMI Y4v4G4"3""homtgso4oz EXTR E M E LY LO W D R AG EXPAN D I N G Disponibili come carica di fabbrica nella serie di munizioni PRECISION HUNTER™ e come compo- nenti per la ricarica. • Proiettile da caccia con precisione match • Il miglior coefficiente balistico della sua classe • Prestazioni devastanti alle distanze convenzionali • Le migliori prestazioni terminali disponibili a lunga distanza • Il miglior coefficiente balistico della sua classe • Garantisce il più elevato livello di precisione e assoluta costanza tra palla e palla e tra lotto e lotto • Coefficiente balistico accurato e verificato con Radar ELD ® Match ELD-X ® EXTREMELY LOW DRAG MATCH Disponibili come carica di fabbrica nella serie di munizioni MATCH™ e come componenti per la ricarica. N E S S U N C O M P R O M E S S O A Q U A L S I A S I D I S T A N Z A 1800 fps 2660 fps Il nuovo puntale Heat Shield® tip dei proiettili ELD-X® e ELD® Match surclassa le prestazioni dei proiettili HPBT, perché la sua resistenza al calore lo rende insensibile al riscaldamento aerodinamico e consente di mantenere inalterata la forma, mantenendo il profilo ottimale. IL PUNTALE PERFETTO PER LA CARTUCCIA PERFETTA Accurate. Deadly. Dependable.®
  • 34. 32 7 5/2019 OPINIONE_DIFESA LEGITTIMA Il progetto della Lega sull’aria compressa: sono d’accordo! Leggo con piacere sui social e sul web della proposta di legge leghista (datata 11 ottobre 2018), prima firmataria Vanessa Cattoi, sicuramen- te interessante, volta a innalzare il limite di potenza delle armi ad aria compressa di libera vendita da 7,5 joule a 15 joule (in Francia sono libere fino a 20 joule). Notizia poi seguita dall’attacco mediatico da parte del Movimento 5 stelle come prassi consolidata, nella persone del vicepremier Luigi Di Maio, non nuovo a questi episodi come tanti altri esponenti di quel movimento. Ormai ne sono certo: M5s, dopo que- ste dichiarazioni di Di Maio e di altri esponenti contro Hit show, contro la caccia, contro le armi nelle quali vedono sempre un imminente pericolo per l’ordine pubblico, è un partito sicu- ramente nocivo per i legittimi detentori di armi e asso- lutamente da non votare. In Italia esiste già qualche alternativa di simi- le: con il porto d’armi possiamo utilizzare, per esempio, le munizioni less lethal calibro 12 della Fiocchi, che caricano 15 pallettoni in gomma con peso totale 8,7 grammi da divi- dere per i 15 pallettoni di 8 mm e 220 m/sec danno 14 joule a 2,5 metri, erogando quindi un’energia sovrapponibile a quella di un’arma a Co2 che di joule ne erogasse 15. Non male! A corto raggio e contro un bersaglio poco vestito, una tenuta estiva per intenderci, meno contro un aggressore in tenuta invernale, sul tronco o su una coscia sicuramente provocano un dolore non indifferente e una ecchimosi e probabilmente farebbero desistere la maggior parte degli aggressori perché di Igor Il Russo non ce ne sono molti in giro, per nostra fortuna! Sempre che non abbiano armi da fuoco al seguito, ma questo evento è sempre piuttosto raro. Non è certo una novità un sistema di questo tipo. Neanche all’estero. Ne parlai qualche numero fa proprio su questa rubrica: in Francia ci sono le Gom-Cogne 12/50 a fuoco che sono molto diffuse, oppure il revolver Umarex Hdr .50 che là eroga i più credibili 11 joule, a differen- za dell’esatta metà dell’Italia. Quest’ultimo “revolverone”, con il dise- gno della Lega diverrebbe automaticamente di libera vendita anche da noi. Oltre queste armi ci sono anche sistemi da montare sulla volata di una pistola in grado di “catturare”, inglobandola in un pallettone in gomma di 2 cm, la palla 9 mm e renderla molto meno letale: sistema utile, vale sempre lo stesso discorso, quando si voglia per esempio fermare un faci- noroso o un delinquente disarmato o armato con corpi contundenti o lame di vario tipo. Questo è un parere del tutto personale, ma tra non avere nulla o uno spray al pepe con portata di soli 3 metri(chissà poi perché questa “italianata”) in bomboletta della ca- pacotà di soli 20 ml, o una pistola che spari pallettoni con 15 joule di energia cinetica con proiettili in gomma dura e con un caricatore da 8-10 colpi (sto ipotizzando come potrebbe essere un sistema di questo tipo se mai passasse il progetto di legge), io propendo sull’ultima scelta, soprattutto se poi la si possa portare al seguito, pensando anche che possa servire come difesa non solo dagli umani, ma anche da cani inselvatichiti nei boschi o in campagna. Oltre all’ambito difensivo, pensiamo a quante carabine ad aria com- pressa verrebbero sdoganate e rese di libero acquisto, senza denunce e solite scartoffie! A cura di Concezio Alicandri-Ciufelli Fuori dall’Italia, gli strumenti di autodifesa non letale di libera vendita sono svariati, come la pistola calibro 12 Sapl diffuse in Francia.
  • 35. www.radar1957.it INSPIRED BY EXTREME Guarda il video T-LEP SYSTEM ROTO-CAP (OPTIONAL) DROP RETENTION DISPOSITIVO DI RITENZIONE DELL’ARMA COSTITUITO DA UNA VITE DI REGOLAZIONE CHE AGISCE SUL CARRELLO CON EFFETTO FRENANTE. IL SISTEMA DI BLOCCO AUTOMATICO CHE AGISCE SUL CARRELLO DELLA PISTOLA IMPEDENDONE LA SOTTRAZIONE INVOLONTARIA. PER ESTRARRE LA PISTOLA BASTA SCORRERE INDIETRO IL PULSANTE DI SGANCIO CON IL POLLICE. CAPPUCCIO IN POLIMERO CHE SI POSIZIONA SOPRA IL PULSANTE DI APERTURA DEL SISTEMA, IN MODO DA EVITARE APERTURE ACCIDENTALI DELLO STESSO O TENTATIVI SI SOTTRAZIONE DELL’ARMA. BREVETTATO STR SYSTEM SPORGENZA SEMISFERICA DI RITENZIONE AZIONABILE A PRESSIONE CON L’INSERIMENTO IN FONDINA DELL’ARMA. AGISCE SULLA GUARDIA DEL GRILLETTO REGOLANDO LA RESISTENZA ALL’ESTRAZIONE. Una delle fondine più performanti al mondo. SONO DISPONIBILI DIVERSE VERSIONI PER OGNI TIPO DI UTILIZZO: MODELLO CONCEALMENT MODELLO DUTY MODELLO TACTICAL MILITARY
  • 36. 34 7 5/2019 OPINIONE_IL TRADIZIONALISTA Roba da Tso? L’animalismo a volte viene fatto oggetto di qualche ironia, più spesso ma- gari quando si sclerotizza in manie alimentari come,per esempio il vegane- simo.Non bisogna sottovalutarlo: ci troviamo di fronte a una ideologia vera e propria estremamente pericolosa,il cui potere erosivo e“inversivo”demo- lisce le basi del nostro corretto e rispettoso rapporto con la natura,minando la psicologia e la cultura di massa. Sui giornali passano, ormai con nonchalance, notizie da Tso (Trattamento sanitario obbligatorio), senza che nessuno reagisca. Un esempio? Poche settimane fa,in una scuola primaria di Oggebbio,nelVerbano,una maestra aveva portato a scuola un pesce acquistato in pescheria (morto ovviamen- te) per mostrare ai suoi piccoli allievi il miracolo dell’anatomia. Forse vole- va far vedere che oltre a quel parallelepipedo surgelato e panato che le loro madri comprano al supermercato, esistono anche creature marine dotate di branchie, cuore, stomaco fegato. Come folgore dal cielo è arriva- ta la lettera inviperita della Lega anti vivisezione (Lav) a firma di tale Odet- te Favini: “Utilizzare per la didattica animali,vivi o morti,è obsoleto e mina la sensibilità dei bambini”. Il preside-cuor di leone, pur balbettando che il pesce era stato acquistato in pescheria, ha chinato il capo dicendo: “Non lo faremo più”.Una vicenda da camicia di forza e ricovero coatto,ma ormai è diventata la normalità. Non solo bambini: la demenza animalista colpisce anche e soprattutto i più anziani, come dimostra il caso di Silvio Berlusconi che, da ex-maschio leone ruggente della politica italiana si è ormai ridotto a intercettare le simpatie di proprietarie di beagle e barboncini. Qualche tempo fa, nella trasmissione “Dalla parte degli animali” condotta dalla pasionaria anima- lista Michela Vittoria Brambilla, ha offerto uno spettacolo grottesco, ponti- ficando su Dudù e gli altri batuffoli che si rincorrono nel giardinone della villa diArcore: “Questo lo chiamo il“gentilcane”– affabulava il Cavaliere - che è il corrispettivo di gentiluomo,perché fa sempre le feste a tutti e bla bla…”. Roba da sotterrarsi. Il potere intimidatorio delle associazioni rasenta ormai l’abuso psicologico e agisce anche sulle mamme e mogli italiane che vanno a fare la spesa.Dal macellaio devono fare i conti con non pochi sguardi riprovatori: comprare un coscio d’agnello per il pranzo pasquale è diventato una pratica aberran- te e guai a cucinare il coniglio, specie se “alla cacciatora”. A proposito di cacciatori, quasi non varrebbe la pena parlarne. Basti pen- sare ai sei milioni di cinghiali che devastano il territorio nazionale,provocan- do incidenti e costringendo gli agricoltori a riempire le campagne di reti e dissuasori, con relativa distruzione del paesaggio. Eppure non ci vuole una laurea per trovare la soluzione: basterebbe dare la briglia sciolta ai caccia- tori per controllare la popolazione di questi e altri ungulati. E invece no! Ci si inventa la cattura, la sterilizzazione e chissà quali altre costosissime, inu- tili diavolerie “incruente”, il tutto per non turbare questi facinorosi. Perché le associazioni venatorie non rivendicano con orgoglio il numero dei cinghiali abbattuti quest’anno? Perché i cacciatori non si dichiarano orgo- gliosi di aver trasformato in ottime salsicce e in golosi prosciutti animali infestanti che sono in clamoroso e pericoloso sovrannumero? Perché non si insiste sul vantaggio che la biodiversità ha da guadagnare dal prelievo venatorio? Forse perché i seguaci dell’antispecismo si rivelano veri fonda- mentalisti,carichi di tutta quell’energia impositiva che un’erronea percezio- ne di essere nel giusto offre loro. Come noto, non sono rare azioni violente contro allevatori, ristoratori e macellai. Ma non bisogna indietreggiare,anche perché dai conati anticaccia,l’anima- lismo è passato a infettare con una nuova forma psicopatologica la perce- zione comune dell’animale. Si sta creando un empatismo zoologico-antro- pomorfizzante che crea danni, non ancora sufficientemente indagati, sulla salute,sulla psicologia di massa,sulla cultura e anche sull’ambiente stesso. Non vi è nulla a che spartire con l’amore e il rispetto per le creature della A cura di Andrea Cionci
  • 38. 36 7 5/2019 fcn""3:89 tradizione cristiana, anzi è questa una vera aggressione all’uomo e all’or- dine naturale, una privazione coatta del nostro rapporto armonico con la natura, un processo inversivo che pone l’uomo al servizio dell’animale. Di qualche tempo fa, la notizia che alcuni supermercati vendevano carne imballata in modo speciale per i ragazzi che provavano schifo a maneggiar- la. All’allontanamento dal mondo rurale che è toccato alle giovani generazioni per motivi socio- economici, si aggiungono nuove svenevoli idio- sincrasie indotte con l’unico risultato di allonta- nare sempre più i ragazzi dalla conoscenza di- retta del mondo naturale. Un giovane che ha impressione a mettere in padella una bistecca, non è un giovane sensibile, è uno che ha seri problemi.Dal punto di vista culturale,gli anima- li da compagnia stanno riscuotendo un’atten- zione manicomiale: alcune aziende si sono in- ventate perfino la lingua da gatto finta, di gom- ma, in modo che il padrone possa leccare il proprio gatto. Tutto questo ha risvolti persino demografici: non si contano le coppie che ormai, piuttosto che fare un figlio,si prendono un cane o un gatto. Il paradosso è che i fanatici animalisti creano danni agli stessi animali quando,per i loro pruriti,non si prendono provvedimenti di controllo demo- grafico di certe specie, soprattutto invasive.Accade così che cinghiali, topi, gabbiani facciano strage di altri animali a tutto svantaggio della biodiversità. Un caso di scuola fu quello di una specie di uccelli marini,le berte,sull’Iso- la di Montecristo. La loro popolazione era seriamente a rischio a causa di un’invasione di ratti che ne divoravano pulli e uova. Secondo gli animalisti che protestarono per la derattizzazione, si sarebbero dovuti catturare i topi e trasportarli altrove. Oggi, per fortuna le berte sono salve e il 90% di loro porta a termine la covata. L’amore inversivo per i topi è un tratto caratteristico di questa malsana ideologica: i soliti giornaloni politicamente corretti (gli stessi che guadagna- no a man bassa sui click agli articoli zuccherosi e demenziali dedicati a gattini, cagnolini eccetera) hanno ripreso con entu- siasmo il salvataggio di un topo di fogna rimasto incastrato in un tombino.I pompieri di Bensheim,in Germania,hanno impiegato mezz’ora del loro tempo per l’operazione. Ecco, quando si va in solluchero perché un ratto è stato salvato a spese del contri- buente c’è qualcosa che non va. L’animalismo si lega poi,come non mai,al climalte- rismo secondo cui,visto che l’effetto serra è causa- to dai peti delle mucche, dovremmo diventare tutti vegetariani.Questo avviene proprio nel momento in cui la medicina sta scoprendo i danni terrificanti della nostra alimentazione eccessivamente sbilan- ciata sugli zuccheri (cereali). Fra l’altro, adesso va molto di moda la campagna #nocage contro le gabbie.In pochi si sono però chiesti quanto verreb- be a costare al mercato un petto di pollo cresciuto in selvagge praterie e a quali danni allo sviluppo di un bambino potrebbe portare una dieta alimentare povera di carne. Insomma, per voler garantire una vita dignitosa agli animali d’allevamento e rispettare l’ambiente non serve essere animalisti, basta attingere alla tradizione cristiana che da duemila anni vede l‘uomo come saggio ammini- stratore della natura e contemplatore dell’opera di Dio. Parafrasando una vecchia battuta, si può dire che l’amore per gli animali sta all’animalismo come l’enologia all’alcolismo. OPINIONE_IL TRADIZIONALISTA Michela Vittoria Brambilla e Silvio Berlusconi, paladini dell’animalismo nostrano.