2. Il Power Felt si presenta come un tessuto. Questo
dispositivo è costituito da nanotubi di carbonio racchiusi
all’interno di fibre plastiche, che al tatto, ricordano un
tessuto: questa sorta di “stoffa ipertecnologica”
sfruttando la differenza di temperatura tra il corpo e
l'ambiente circostante riesce a generare una scarica
elettrica.
Il Power Felt si presenta come un tessuto. Questo
dispositivo è costituito da nanotubi di carbonio racchiusi
all’interno di fibre plastiche, che al tatto, ricordano un
tessuto: questa sorta di “stoffa ipertecnologica”
sfruttando la differenza di temperatura tra il corpo e
l'ambiente circostante riesce a generare una scarica
elettrica.
3. In generale i sistemi termoelettrici sono una tecnologia
poco sviluppata per la raccolta di energia, ma hanno
grandi potenzialità.” e suggerisce le possibili applicazioni
del Power Felt in molti settori, dove generalmente
l’energia, sotto forma di calore, è completamente
sprecata.
4. Le potenzialità di questo materiale innovativo sono
pressochè illimitate.
Il primo e più banale impiego è senz’altro individuabile
nel settore dell’abbigliamento: il power felt sarebbe in-
fatti in grado di generare energia direttamente dal
nostro corpo. In particolare l’abbigliamento sportivo è
senz’altro il più indicato, basti pensare a chi pratica jog-
ging anche durante l’inverno.
5. Una tenda power felt capace di trasformare il calore
generato dagli occupanti, in energia elettrica.
Esternamente presenterebbe delle tasche che
possono essere riempi con della neve, sia per
incrementare l’escursione termica, sia per un
migliore isolamento dal freddo.
Si dovrebbe quindi comportare come un’igloo.
6. Trattandosi nel caso dell’igloo di un ambiente circo-
scritto, incrementare la temperatura alll’interno si
configura come una missione relativamente sem-
plice. Due persone al suo interno e l'accensione di
un piccolo bracere sono sufficienti per raggiungere
i 17 °C, mentre la temperatura esterna si mantiene
costantemente tr a i -40 °C e -50 °C. L'aria interna
si riscalda rapidamente e i blocchi di ghiaccio (o la
neve) che costituiscono le pareti non si sciolgono a
causa della capacità
termica del ghiaccio
e della rigida
temperatura
esterna.
7. La temperatura dell’urina è di 37°, sarebbe quindi possi-
bile riutilizzare questo calore in montagna ad esempio
per azionare un termo generatore, che possa sciogliere la
neve. Bere acqua gelata infatti può provocare coliche in-
testinali e non e' comunque mai consigliabile. L'acqua di
fusione, è quasi paragonabile ad acqua distillata se è
pulita, quindi integra i liquidi, ma non i minerali fonda-
mentali per l’idratazione che sono presenti nell’acqua
minerale. L’urina quindi potrebbe alimentare un disposi-
tivo che genera calore per sciogliere la neve.
8. Per creare un dispositivo autosufficiente, sono i Sali
minerali da mettere nell’acqua di fusione.
Le vie sono tre:
- vengono comprati in farmacia e si mescolano
con l’acqua di fusione,
- si estraggono, tramite un dispositivo, da piante
presenti in montagna,
- si estraggono dall’urina, tramite dei processi
di filtraggio.
9. Comunque, potrebbe suscitare un po' di
disgusto, ma dall'urina si può anche
estrarre acqua potabile. La NASA ha in-
fatti sviluppato un sistema di filtraggio per
convertire liquidi umani "di scarto", come
l'urina e il sudore, in acqua potabile. Il
Forward Osmosis Bag (FOB) è stato
creato per fornire agli astronauti una
fonte extra di acqua da bere nello spazio.
Tuttavia il sistema funziona anche sulla
Terra: se la tecnologia fosse implementa-
ta su scala industriale, potrebbe rappre-
sentare un'ulteriore fonte di acqua pota-
bile per il pianeta.