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Analisi congiunturale e previsioni a breve termine in Banca d’Italia:
            l’evoluzione delle esigenze d’informazione statistica




Libero Monteforte   |(Banca d’Italia - Servizio Studi di Congiuntura e Politica Monetaria)
Questa presentazione


•La Banca d’Italia e l’impiego delle statistiche ufficiali per l’attività previsiva
     – Le attività che maggiormente utilizzano dati Istat
     – Cenni sul nostro contributo alla produzione delle statistiche nazionali


•La diffusione delle statistiche ufficiali e le esigenze dei previsori
     – La contabilità nazionale e le statistiche congiunturali
     – I prezzi, le indagini strutturali e il settore immobiliare
     – I conti regionali
     – Le statistiche ufficiali e la comunicazione




                                          2
La Banca d’Italia: un’istituzione “data intensive” (1)

•   La Banca d’Italia fa largo uso dei dati Istat, non soltanto per l’attività previsiva


•   Analisi economica a supporto delle decisioni di politica monetaria
     – Viene svolta utilizzando una varietà di modelli e strumenti quantitativi.
     – Utilizza dati, sia ufficiali sia privati, per l’area dell’euro e per i singoli paesi
       membri con frequenza trimestrale o maggiore, in particolare: contabilità
       nazionale (CN), indici dei prezzi, statistiche e indagini congiunturali.


•   Supporto e valutazione della politica economica (audizioni parlamentari,
    consulenze, commissioni, etc.)
     – Utilizza anche dati sul bilancio pubblico, di CN, delle forze di lavoro, indagini
       campionarie e dati di fonte amministrativa.




                                               3
La Banca d’Italia: un’istituzione “data intensive” (2)

•   Pubblicazioni ufficiali e attività di ricerca in Banca d’Italia
     – Le principali pubblicazioni (Relazione annuale, Bollettino economico, Rapporto
       sulla Stabilità finanziaria) utilizzano ampiamente e al tempo “amplificano” la
       diffusione dei dati ufficiali.


     – La ricerca economica fa largo uso dei dati Istat. In alcuni casi è stata
       direttamente rivolta a verificare le proprietà dei dati dell’Istat (es. Busetti, 2006.
       "Preliminary data and econometric forecasting: an application with the Bank of
       Italy Quarterly Model," JoF).


•   La Banca d’Italia inoltre contribuisce alla produzione statistica nazionale, in
    particolare su:
     – Variabili monetarie e creditizie e finanziarie
     – Bilancia dei pagamenti
     – BI beneficia di una consolidata esperienza nelle rilevazioni campionarie:
           • Integrative delle statistiche ufficiali (es. Indagine sui Bilanci delle Famiglie dal 1964)
           • Consentono analisi ad hoc (es. in Indagine sulle imprese industriali e dei servizi,
             Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita, Sondaggio Immobiliare, etc.).




                                                  4
L’elaborazione delle previsioni in BI

                     - Informazione congiunturale
                     - Modelli per l’inflazione
  Bridge models      - Indicatori anticipatori/coincidenti


CN trimestrale                       Serie mensili
e informazioni                       congiunturali e
                     Modello
congiunturali                        dati privati
                  econometrico
mensili
                   trimestrale




  Modello                         Modello dell’economia
  finanza                               mondiale
  pubblica



                          5
I principali indicatori: la contabilità nazionale
•   La Contabilità nazionale (CN) ha un ruolo di preminente importanza nell’analisi congiunturale e
    previsiva
     –   La revisione del 2011 (Ateco 2007) ha comportato guadagni, in particolare sul commercio
         estero, anche in vista del prossimo passaggio al SEC2010.
     –   La revisione ha però ridotto la lunghezza temporale delle serie, rendendo meno precise le stime
         dei modelli econometrici. Le serie trimestrali sul CRI in Italia partono dal 1990 (in precedenza
         dal 1980), mentre in Francia dal 1949. In occasione dei 150 anni la Banca d’Italia e Istat hanno
         ricostruito i conti annuali post unitari.
     –   La data di pubblicazione dei conti trimestrali è prossima a quella degli altri maggiori paesi
         europei ma la stima preliminare del PIL italiano fornisce minori dettagli rispetto a Francia e
         Germania.

•   Le recenti evoluzioni congiunturali riportano interesse verso i conti dei settori istituzionali
     –   Le nuove stime dei conti trimestrali dei settori colmano il gap temporale di pubblicazione dei
         corrispondenti conti annuali (le serie sono però disponibili dal 1999).
     –   Per meglio comprendere l’evoluzione della ricchezza delle famiglie si potrebbero considerare
         anche variabili non finanziarie, principalmente attinenti alle proprietà immobiliari.

•   Il marcato calo dell’attività di accumulazione si associa ad un’elevata quota di investimenti lordi sul
    PIL. Cresce l’attenzione degli analisti verso i conti del capitale dell’Italia
     –   In futuro anche inclusivi delle attività intangibili?




                                                      6
I principali indicatori: le statistiche congiunturali

•   L’analisi congiunturale è stata tradizionalmente incentrata sul settore manifatturiero
     – Si dispone di affidabili e tempestive informazioni sull’indice della produzione
       industriale. L’interpretazione del dato migliorerebbe se si mettessero a
       disposizione degli utenti, anche con ritardo, le inchieste sottostanti. Vi sono
       rilevanti revisioni storiche, dovute soprattutto alla stagionalità, che l’Istat mette a
       disposizione da diversi anni.
     – Sembra esservi poco interesse in alcuni paesi europei per la produzione di dati
       sugli ordinativi, utili ai fini previsivi. L’Istat invece continua a produrli per l’Italia, a
       beneficio degli analisti.


•   C’è minore informazione sul settore dei servizi e sulle componenti di domanda
     – Non esiste un indicatore di produzione nel settore dei servizi, di fondamentale
       importanza per l’analisi congiunturale (es. 2012:q4) in quanto pesa per circa il
       75% sul totale dell’economia.
     – Negli ultimi anni l’Istat ha migliorato l’indagine trimestrale sul fatturato sui servizi,
       ma le serie sono pubblicate con un ritardo superiore a quello della CN.
     – Le informazioni mensili sia sulla spesa per consumi sia sul commercio estero
       sono difficilmente riconciliabili con le corrispondenti variabili di CN.



                                                 7
I principali indicatori: le indagini congiuntuali

•   Le indagini sulla fiducia delle famiglie.
     – Sia per la tempestività sia per l’importanza del fenomeno economico, sono di
       grande importanza per la valutazione del tono congiunturale.
     – Vi sono però delle eterogeneità rispetto all’indicatore calcolato in ambito
       Eurostat, che potrebbero forse essere eliminate.
     – Per meglio comprendere le dinamiche congiunturali dei consumatori si potrebbe
       dare più risalto a variabili reddituali, finanziarie e creditizie.


•   Le indagini sulla fiducia delle imprese
     – Dal giugno 2012 è stato rilasciato un indicatore sintetico riguardante, oltre
       all’industria, anche le costruzioni, i servizi di mercato e il commercio al dettaglio.
       Negli ultimi mesi le componenti dei servizi sono spesso variate in senso opposto
       rispetto al manifatturiero (servizi anticiclici rispetto all’industria?).
     – Nel confronto con altri paesi avanzati in Italia abbiamo meno informazioni sulle
       scorte. E’ possibile utilizzare questa indagine per colmare (in parte) questo
       divario?


                                            8
I principali indicatori: gli indici dei prezzi

    •   I prezzi costituiscono il principale obiettivo della politica monetaria
        unica.
         – Già dagli anni novanta gli istituti di statistica nazionali curano
           l’armonizzazione delle serie (IAPC) a livello europeo.
         – Attenzione all’implementazione delle innovazioni
           metodologiche. L’esperienza recente suggerisce di realizzarle in
           maniera tale da rendere possibile all’analista una pronta
           valutazione sugli impatti.
         – Mancano informazioni sull’incrocio tra le diverse spinte settoriali
           nella formazione dei prezzi. Il ripristino del calcolo dei prezzi
           input-output consentirebbe una migliore comprensione delle
           dinamiche inflazionistiche.




                                         9
I principali indicatori: le indagini strutturali

    La disponibilità di microdati e di indagini strutturali è sempre più importante, anche
    a fini previsivi, in quanto utile anche a calibrare modelli macroeconomici strutturali.

•   Le indagini sulle imprese
     – Una maggiore diffusione dei micro dati sulle imprese (es. SCI, PMI), sarebbe
       preziosissima per analizzare le determinanti della produttività e della
       competitività del sistema Italia.

•   Le indagini sulle condizioni delle famiglie
     – EU-SILC beneficia dell’armonizzazione in ambito europeo ma ai fini delle
       analisi economiche e dell’utilizzo in modelli di microsimulazione rimane
       insufficiente per le rilevazione delle attività finanziarie.


•   Le tavole intersettoriali
     – Vengono aggiornate con regolarità. La disponibilità di tavole simmetriche a
       prezzi costanti aiuterebbe a cogliere le ristrutturazioni dei meccanismi produttivi
       dell’industria italiana in seguito alla crisi (ancora non conclusa).




                                           10
I principali indicatori: il settore immobiliare

 •   Dopo la recessione globale è cresciuta l’attenzione internazionale verso il
     mercato immobiliare, Il settore è sempre più importante a fini di monitoraggio
     congiunturale in quanto coglie l’interazione tra l’economia reale e le banche.
      – Lo scorso ottobre l’Istat ha avviato la pubblicazione dell’indice sui
        prezzi delle abitazioni, colmando un’importante lacuna statistica per
        l’Italia (la Banca d’Italia aveva ricostruito un indicatore delle quotazioni
        delle compravendite). Se fossero pubblicati anche i dati sulle transazioni
        si migliorerebbe ulteriormente l’informazione per gli analisti.
      – Riguardo alle previsioni sul settore delle costruzioni è difficile utilizzare i
        dati sui permessi di costruzione, in quanto sono rilasciati con ritardo di
        circa due trimestri.
      – In ambito internazionale sempre maggiore attenzione viene rivolata ai
        prezzi degli immobili non residenziali. Esiste al riguardo un progetto
        del SEBC.
      – Nella CN sarebbe molto informativo se si potesse distinguere
        l’investimento in ristrutturazione da quello relativo a nuove
        costruzioni.
      – La componente di prezzo degli affitti negli indici sui prezzi al consumo
        sembra difficilmente riconciliabile con la relativa posta di CN.




                                         11
I conti regionali

•   Negli ultimi anni è cresciuta l’esigenza di avere informazioni statistiche affidabili a
    livello regionale e di potenziare la relativa attività di nowcasting/forecasting.



     – I conti economici regionali Istat sono a frequenza annuale e vengono rilasciati
       con quasi un anno di ritardo (un trimestre per i conti nazionali).
     – Alcuni istituti privati forniscono anticipazioni sul dato annuale.
     – Non vi sono informazioni congiunturali ufficiali infra-annuali sugli andamenti delle
       economie regionali.
     – Prima dell’assorbimento dell’Isae da parte dell’Istat si disponeva della
       disaggregazione regionale delle inchieste sulla fiducia della imprese
       manifatturiere. Se fossero reintrodotte, anche a frequenza trimestrale, sarebbero
       uno strumento unico per il monitoraggio, in tempo reale, delle economie locali.
     – In mancanza di dati ufficiali a frequenza maggiore dell’anno alcuni operatori
       privati stanno sviluppando indicatori regionali. Anche la Banca d’Italia potrà
       contribuire allo sviluppo di tali nuovi indicatori.




                                             12
Statistiche ufficiali e comunicazione
•   I comunicati stampa
     – Nella sezione dei comunicati dedicata alle note metodologiche si potrebbero
       citare documenti utili per approfondire, come i manuali Eurostat e gli eventuali
       lavori di ricerca.
     – Sono stati rinnovati nel 2011. Quando si dispone di serie destagionalizzate i
       comunicati stampa potrebbero dare più spazio, pur con la dovuta cautela nei
       mesi in cui è forte la stagionalità, alle variazioni congiunturali rispetto a quelle
       tendenziali.


•   La diffusione dei dati su web:
     – Molte sono le positive evoluzioni recenti, social network, nuovo accesso al DB
       (i.stat). E’ comunque migliorabile il sistema di diffusione ricorrente (es. Email
       Subscription Service oltre ai feed).
     –    Dalla pagina web del comunicato stampa manca un link diretto per scaricare le
         serie in excel e dal datawarehouse (es. la BEA in USA).

•   Audizioni e altre forme di comunicazione non periodiche dell’Istat
     – Con l’assorbimento dell’ISAE l’Istat pubblica delle previsioni macroeconomiche.
       Nella comunicazione è cruciale l’attenzione al rischio che le informazioni
       rilasciate dall’Istituto in materia previsiva vengano confuse dai media con i dati
       ufficiali (soprattutto per quanto attiene al quadro di breve termine).

                                             13
Grazie per l’attenzione




          14
La modellistica in BI: una visione d’insieme


Contenuto
                                   DSGE                     DSGE
economico/                        calibrati                 stimati
Ruolo della
teoria
                                 Modello
                             Microsimulazione


              Bridge                  Modello
              Models                Econometrico

                       Modello                      SVAR/
                        P.A.                        BVAR
                                                         Modelli a
                                                        Componenti
                                                        inosservate
                 Narrative                                            Sofisticatezza
                                                   Factor
                 approach                          Models             statistico/
•back
                                                                      matematica

                                        15
La produzione nell’industria e nel totale economia

                                     PIL e Produzione industriale
                                    (variazioni percentuali congiunturali)
2.0%                                                                                                        0.8%




1.0%                                                                                                        0.4%




0.0%                                                                                                        0.0%
        2010.2    2010.3   2010.4   2011.1   2011.2   2011.3   2011.4   2012.1   2012.2   2012.3   2012.4


-1.0%                                                                                                       -0.4%




                       IPI (scala sin)
-2.0%                                                                                                       -0.8%
                       PIL (scala des)



-3.0%                                                                                                       -1.2%
        Fonte: Istat



                                                                        •back
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L. Monteforte - Analisi congiunturale e previsioni a breve termine in Banca d’Italia: l’evoluzione delle esigenze d’informazione statistica

  • 1. Analisi congiunturale e previsioni a breve termine in Banca d’Italia: l’evoluzione delle esigenze d’informazione statistica Libero Monteforte |(Banca d’Italia - Servizio Studi di Congiuntura e Politica Monetaria)
  • 2. Questa presentazione •La Banca d’Italia e l’impiego delle statistiche ufficiali per l’attività previsiva – Le attività che maggiormente utilizzano dati Istat – Cenni sul nostro contributo alla produzione delle statistiche nazionali •La diffusione delle statistiche ufficiali e le esigenze dei previsori – La contabilità nazionale e le statistiche congiunturali – I prezzi, le indagini strutturali e il settore immobiliare – I conti regionali – Le statistiche ufficiali e la comunicazione 2
  • 3. La Banca d’Italia: un’istituzione “data intensive” (1) • La Banca d’Italia fa largo uso dei dati Istat, non soltanto per l’attività previsiva • Analisi economica a supporto delle decisioni di politica monetaria – Viene svolta utilizzando una varietà di modelli e strumenti quantitativi. – Utilizza dati, sia ufficiali sia privati, per l’area dell’euro e per i singoli paesi membri con frequenza trimestrale o maggiore, in particolare: contabilità nazionale (CN), indici dei prezzi, statistiche e indagini congiunturali. • Supporto e valutazione della politica economica (audizioni parlamentari, consulenze, commissioni, etc.) – Utilizza anche dati sul bilancio pubblico, di CN, delle forze di lavoro, indagini campionarie e dati di fonte amministrativa. 3
  • 4. La Banca d’Italia: un’istituzione “data intensive” (2) • Pubblicazioni ufficiali e attività di ricerca in Banca d’Italia – Le principali pubblicazioni (Relazione annuale, Bollettino economico, Rapporto sulla Stabilità finanziaria) utilizzano ampiamente e al tempo “amplificano” la diffusione dei dati ufficiali. – La ricerca economica fa largo uso dei dati Istat. In alcuni casi è stata direttamente rivolta a verificare le proprietà dei dati dell’Istat (es. Busetti, 2006. "Preliminary data and econometric forecasting: an application with the Bank of Italy Quarterly Model," JoF). • La Banca d’Italia inoltre contribuisce alla produzione statistica nazionale, in particolare su: – Variabili monetarie e creditizie e finanziarie – Bilancia dei pagamenti – BI beneficia di una consolidata esperienza nelle rilevazioni campionarie: • Integrative delle statistiche ufficiali (es. Indagine sui Bilanci delle Famiglie dal 1964) • Consentono analisi ad hoc (es. in Indagine sulle imprese industriali e dei servizi, Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita, Sondaggio Immobiliare, etc.). 4
  • 5. L’elaborazione delle previsioni in BI - Informazione congiunturale - Modelli per l’inflazione Bridge models - Indicatori anticipatori/coincidenti CN trimestrale Serie mensili e informazioni congiunturali e Modello congiunturali dati privati econometrico mensili trimestrale Modello Modello dell’economia finanza mondiale pubblica 5
  • 6. I principali indicatori: la contabilità nazionale • La Contabilità nazionale (CN) ha un ruolo di preminente importanza nell’analisi congiunturale e previsiva – La revisione del 2011 (Ateco 2007) ha comportato guadagni, in particolare sul commercio estero, anche in vista del prossimo passaggio al SEC2010. – La revisione ha però ridotto la lunghezza temporale delle serie, rendendo meno precise le stime dei modelli econometrici. Le serie trimestrali sul CRI in Italia partono dal 1990 (in precedenza dal 1980), mentre in Francia dal 1949. In occasione dei 150 anni la Banca d’Italia e Istat hanno ricostruito i conti annuali post unitari. – La data di pubblicazione dei conti trimestrali è prossima a quella degli altri maggiori paesi europei ma la stima preliminare del PIL italiano fornisce minori dettagli rispetto a Francia e Germania. • Le recenti evoluzioni congiunturali riportano interesse verso i conti dei settori istituzionali – Le nuove stime dei conti trimestrali dei settori colmano il gap temporale di pubblicazione dei corrispondenti conti annuali (le serie sono però disponibili dal 1999). – Per meglio comprendere l’evoluzione della ricchezza delle famiglie si potrebbero considerare anche variabili non finanziarie, principalmente attinenti alle proprietà immobiliari. • Il marcato calo dell’attività di accumulazione si associa ad un’elevata quota di investimenti lordi sul PIL. Cresce l’attenzione degli analisti verso i conti del capitale dell’Italia – In futuro anche inclusivi delle attività intangibili? 6
  • 7. I principali indicatori: le statistiche congiunturali • L’analisi congiunturale è stata tradizionalmente incentrata sul settore manifatturiero – Si dispone di affidabili e tempestive informazioni sull’indice della produzione industriale. L’interpretazione del dato migliorerebbe se si mettessero a disposizione degli utenti, anche con ritardo, le inchieste sottostanti. Vi sono rilevanti revisioni storiche, dovute soprattutto alla stagionalità, che l’Istat mette a disposizione da diversi anni. – Sembra esservi poco interesse in alcuni paesi europei per la produzione di dati sugli ordinativi, utili ai fini previsivi. L’Istat invece continua a produrli per l’Italia, a beneficio degli analisti. • C’è minore informazione sul settore dei servizi e sulle componenti di domanda – Non esiste un indicatore di produzione nel settore dei servizi, di fondamentale importanza per l’analisi congiunturale (es. 2012:q4) in quanto pesa per circa il 75% sul totale dell’economia. – Negli ultimi anni l’Istat ha migliorato l’indagine trimestrale sul fatturato sui servizi, ma le serie sono pubblicate con un ritardo superiore a quello della CN. – Le informazioni mensili sia sulla spesa per consumi sia sul commercio estero sono difficilmente riconciliabili con le corrispondenti variabili di CN. 7
  • 8. I principali indicatori: le indagini congiuntuali • Le indagini sulla fiducia delle famiglie. – Sia per la tempestività sia per l’importanza del fenomeno economico, sono di grande importanza per la valutazione del tono congiunturale. – Vi sono però delle eterogeneità rispetto all’indicatore calcolato in ambito Eurostat, che potrebbero forse essere eliminate. – Per meglio comprendere le dinamiche congiunturali dei consumatori si potrebbe dare più risalto a variabili reddituali, finanziarie e creditizie. • Le indagini sulla fiducia delle imprese – Dal giugno 2012 è stato rilasciato un indicatore sintetico riguardante, oltre all’industria, anche le costruzioni, i servizi di mercato e il commercio al dettaglio. Negli ultimi mesi le componenti dei servizi sono spesso variate in senso opposto rispetto al manifatturiero (servizi anticiclici rispetto all’industria?). – Nel confronto con altri paesi avanzati in Italia abbiamo meno informazioni sulle scorte. E’ possibile utilizzare questa indagine per colmare (in parte) questo divario? 8
  • 9. I principali indicatori: gli indici dei prezzi • I prezzi costituiscono il principale obiettivo della politica monetaria unica. – Già dagli anni novanta gli istituti di statistica nazionali curano l’armonizzazione delle serie (IAPC) a livello europeo. – Attenzione all’implementazione delle innovazioni metodologiche. L’esperienza recente suggerisce di realizzarle in maniera tale da rendere possibile all’analista una pronta valutazione sugli impatti. – Mancano informazioni sull’incrocio tra le diverse spinte settoriali nella formazione dei prezzi. Il ripristino del calcolo dei prezzi input-output consentirebbe una migliore comprensione delle dinamiche inflazionistiche. 9
  • 10. I principali indicatori: le indagini strutturali La disponibilità di microdati e di indagini strutturali è sempre più importante, anche a fini previsivi, in quanto utile anche a calibrare modelli macroeconomici strutturali. • Le indagini sulle imprese – Una maggiore diffusione dei micro dati sulle imprese (es. SCI, PMI), sarebbe preziosissima per analizzare le determinanti della produttività e della competitività del sistema Italia. • Le indagini sulle condizioni delle famiglie – EU-SILC beneficia dell’armonizzazione in ambito europeo ma ai fini delle analisi economiche e dell’utilizzo in modelli di microsimulazione rimane insufficiente per le rilevazione delle attività finanziarie. • Le tavole intersettoriali – Vengono aggiornate con regolarità. La disponibilità di tavole simmetriche a prezzi costanti aiuterebbe a cogliere le ristrutturazioni dei meccanismi produttivi dell’industria italiana in seguito alla crisi (ancora non conclusa). 10
  • 11. I principali indicatori: il settore immobiliare • Dopo la recessione globale è cresciuta l’attenzione internazionale verso il mercato immobiliare, Il settore è sempre più importante a fini di monitoraggio congiunturale in quanto coglie l’interazione tra l’economia reale e le banche. – Lo scorso ottobre l’Istat ha avviato la pubblicazione dell’indice sui prezzi delle abitazioni, colmando un’importante lacuna statistica per l’Italia (la Banca d’Italia aveva ricostruito un indicatore delle quotazioni delle compravendite). Se fossero pubblicati anche i dati sulle transazioni si migliorerebbe ulteriormente l’informazione per gli analisti. – Riguardo alle previsioni sul settore delle costruzioni è difficile utilizzare i dati sui permessi di costruzione, in quanto sono rilasciati con ritardo di circa due trimestri. – In ambito internazionale sempre maggiore attenzione viene rivolata ai prezzi degli immobili non residenziali. Esiste al riguardo un progetto del SEBC. – Nella CN sarebbe molto informativo se si potesse distinguere l’investimento in ristrutturazione da quello relativo a nuove costruzioni. – La componente di prezzo degli affitti negli indici sui prezzi al consumo sembra difficilmente riconciliabile con la relativa posta di CN. 11
  • 12. I conti regionali • Negli ultimi anni è cresciuta l’esigenza di avere informazioni statistiche affidabili a livello regionale e di potenziare la relativa attività di nowcasting/forecasting. – I conti economici regionali Istat sono a frequenza annuale e vengono rilasciati con quasi un anno di ritardo (un trimestre per i conti nazionali). – Alcuni istituti privati forniscono anticipazioni sul dato annuale. – Non vi sono informazioni congiunturali ufficiali infra-annuali sugli andamenti delle economie regionali. – Prima dell’assorbimento dell’Isae da parte dell’Istat si disponeva della disaggregazione regionale delle inchieste sulla fiducia della imprese manifatturiere. Se fossero reintrodotte, anche a frequenza trimestrale, sarebbero uno strumento unico per il monitoraggio, in tempo reale, delle economie locali. – In mancanza di dati ufficiali a frequenza maggiore dell’anno alcuni operatori privati stanno sviluppando indicatori regionali. Anche la Banca d’Italia potrà contribuire allo sviluppo di tali nuovi indicatori. 12
  • 13. Statistiche ufficiali e comunicazione • I comunicati stampa – Nella sezione dei comunicati dedicata alle note metodologiche si potrebbero citare documenti utili per approfondire, come i manuali Eurostat e gli eventuali lavori di ricerca. – Sono stati rinnovati nel 2011. Quando si dispone di serie destagionalizzate i comunicati stampa potrebbero dare più spazio, pur con la dovuta cautela nei mesi in cui è forte la stagionalità, alle variazioni congiunturali rispetto a quelle tendenziali. • La diffusione dei dati su web: – Molte sono le positive evoluzioni recenti, social network, nuovo accesso al DB (i.stat). E’ comunque migliorabile il sistema di diffusione ricorrente (es. Email Subscription Service oltre ai feed). – Dalla pagina web del comunicato stampa manca un link diretto per scaricare le serie in excel e dal datawarehouse (es. la BEA in USA). • Audizioni e altre forme di comunicazione non periodiche dell’Istat – Con l’assorbimento dell’ISAE l’Istat pubblica delle previsioni macroeconomiche. Nella comunicazione è cruciale l’attenzione al rischio che le informazioni rilasciate dall’Istituto in materia previsiva vengano confuse dai media con i dati ufficiali (soprattutto per quanto attiene al quadro di breve termine). 13
  • 15. La modellistica in BI: una visione d’insieme Contenuto DSGE DSGE economico/ calibrati stimati Ruolo della teoria Modello Microsimulazione Bridge Modello Models Econometrico Modello SVAR/ P.A. BVAR Modelli a Componenti inosservate Narrative Sofisticatezza Factor approach Models statistico/ •back matematica 15
  • 16. La produzione nell’industria e nel totale economia PIL e Produzione industriale (variazioni percentuali congiunturali) 2.0% 0.8% 1.0% 0.4% 0.0% 0.0% 2010.2 2010.3 2010.4 2011.1 2011.2 2011.3 2011.4 2012.1 2012.2 2012.3 2012.4 -1.0% -0.4% IPI (scala sin) -2.0% -0.8% PIL (scala des) -3.0% -1.2% Fonte: Istat •back 16