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Euro Mediterraneo
 di Loredana Orlando
Il Partenariato tra l’Unione Europea e i Paesi del
Mediterraneo (PEM) nasce il 28 novembre del
1995 con la Dichiarazione di Barcellona tra i
15 ministri degli Affari Esteri dell’Ue (dopo l’al-
largamento dell’Unione nel 2007 i rappresentanti
europei diventano 27) e dei ministri dei 12 Part-
ner beneficiari del Meda (Mediterranean Econo-
mic Development Area): Algeria, Cipro, Egitto,
Stato di Israele, Giordania, Libano, Malta, Maroc-
co, Siria, Tunisia, Turchia, Territori di Gaza e della   cooperazione euro-mediterranea. Esso si pro-
Cisgiordania. La Libia vi partecipa in qualità di        pone di favorire l’incontro tra le diverse cultu-
osservatore.                                             re, religioni e popoli che compongono il mosaico
L’obiettivo del patto consiste nel riequilibrare le      mediterraneo facendo leva sulla società civile, la
relazioni precedentemente sviluppate dall’Unione         cooperazione decentrata e gli organismi di volon-
con i paesi dell’est Europa a partire dal 1989.          tariato. A tal fine, gli strumenti principali utilizzati
Le tre aree di intervento prioritarie attorno alle       sono: il dialogo interculturale e gli scambi a livello
quali è articolato il progetto di cooperazione eu-       umano, scientifico e tecnologico, combinando la
romediterranea del Pem sono: le questioni po-            cooperazione intergovernativa con quella decen-
litiche e di sicurezza, le relazioni economiche e        trata. Pertanto è stata creata, nel 2002, la Fon-
quelle socio-culturali.                                  dazione Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture
La finalità del Pem è di creare una area di pace         con sede ad Alessandria d’Egitto. La Fondazione,
e di stabilità, prosperità e sicurezza condivise nel     però, è stata oggetto di controllo da parte dei go-
Mediterraneo.                                            verni delle singole realtà che costellano il bacino
Il primo intervento si focalizza pertanto sul ri-        mediterraneo con il risultato di un rafforzamento
spetto dei diritti umani e delle libertà fondamen-       delle identità nazionali in antitesi alla prospettiva
tali, della democrazia e dello stato di diritto. La      di una cultura nuova e condivisa.
Dichiarazione di Barcellona ha adottato i principi       Inoltre, il Partenariato si articola in una serie di
fondamentali del diritto internazionale, in par-         iniziative che coprono i settori più vari. Tra le più
ticolare quelli sanciti dalla Carta delle Nazioni        importanti:
Unite e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti       il riavvicinamento delle politiche economiche set-
dell’Uomo del 1948.                                      toriali, processo particolarmente attivo nei settori
                                                         dell’industria, delle telecomunicazioni, dell’ener-
L’intervento economico è centrato sulla costitu-         gia e dell’acqua;
zione di un’area di libero scambio euro-medi-            le reti di cooperazione euromediterranee miranti a faci-
terranea con un mercato di 600-800 milioni di            litare lo scambio di conoscenze (federazioni industriali,
consumatori che, nel progetto iniziale, si sarebbe       istituti economici, camere di commercio, banche, ecc.);
dovuta realizzare entro il 2010 attraverso accordi       la cooperazione in campo statistico;
di associazioni euro-mediterranei e accordi com-         la cooperazione tra la Società Civile (università, as-
merciali tra i partner e l’Ue. Il principale strumen-    sociazioni professionali, organismi non governativi).
to finanziario dell’Unione all’interno del Pem è il      Tuttavia, le premesse del progetto comunitario
Programma Meda (Mesures d’accompagnements                euro-mediterraneo sulle quali si è strutturato il
financières et techniques), istituito nel 1996. Al-      Pem nel corso degli anni si sono rivelate deboli
tri aiuti di carattere finanziario provengono dal-       e refrattarie all’attuazione. Nel 2000, infatti, nel
la Banca Europea per gli Investimenti (Bei), e in        corso della Conferenza Ministeriale di Marsiglia,
particolare dal FEMIP, il Fondo Euro-Mediterraneo        le linee-guida della Dichiarazione di Barcellona
di Investimento e Partenariato.                          subiscono una battuta d’arresto.
Il Partenariato nei settori sociale, culturale e uma-    Nel 2004, l’Ue ha inaugurato la Politica Euro-
no costituisce il terzo intervento del progetto di       pea di Vicinato (Pev) che comprende sia i pa-
Loredana Orlando, Euro Mediterraneo

esi dell’Europa orientale, rimasti esclusi dall’allar-     tici, organizzazioni non governative e parti sociali.
gamento, sia i paesi mediterranei. La Pev applica
il modello bilaterale (a differenza del modello in-        Sicurezza
tergovernativo prospettato dal Pem che, di fatto,          La cooperazione nel campo della sicurezza mirate
viene relegato).                                           alla creazione di fiducia, alla prevenzione e alla
La Politica Europea di Vicinato è un’iniziativa lan-       risoluzione dei conflitti si sviluppa nell’ambito del
ciata dall’Ue nel 2003 a seguito dell’allargamento         Dialogo Mediterraneo della Nato. Esso nasce nel
realizzato poi nel 2004. L’idea alla base della Pev        1994 da tre esigenze:
è che sicurezza e stabilità della Ue sono legate a         1) la percezione del rischio derivante dallo svilup-
quelle dei propri vicini dell’Est (Bielorussa, Moldo-      po dell’estremismo islamico sulla sponda sud del
va, Ucraina), del Caucaso (Armenia, Azerbaigian,           Mediterraneo;
Georgia), e del Sud (Algeria, Autorità Nazionale           2) la preoccupazione dei paesi dell’Europa meri-
Palestinese, Egitto, Giordania, Israele, Libia, Liba-      dionale di impegnare la Nato, in presenza di tali
no, Marocco, Siria, Tunisia). La dottrina di sicu-         rischi, nelle regioni a sud;
rezza dell’Ue del 2003 si propone di aiutare questi        3) la preoccupazione degli ambienti transatlantici
paesi a diventare “ben governati” beneficiando la          di ridisegnare gli obiettivi dell’Alleanza.
stessa Unione di una maggiore sicurezza dei rischi         L’iniziativa del Dialogo Mediterraneo della Nato è
che spesso provengono da questi paesi (instabilità         stata presa dal Consiglio Atlantico del Nord nel
politica, stati falliti, immigrazione irregolare, reti     1994. Essa comprende oggi sette paesi partner:
terroristiche etc.). In tal senso l’Ue ha proposto         Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Marocco, Mauri-
a questi paesi una forma di cooperazione politi-           tania e Tunisia. Le attività sono essenzialmente bi-
ca e di integrazione economica. In cambio di una           laterali (Nato+1), nonostante siano state progres-
progressiva armonizzazione legislativa e regola-           sivamente lanciate e incrementate alcune attività
mentare con l’Ue, questi paesi ricevono assistenza         multilaterali (Nato+7). Entrambi i livelli prevedo-
finanziaria, la possibilità di partecipare ad alcuni       no attività di consultazione, mentre quelle opera-
aspetti del mercato unico e ad alcuni programmi            tive hanno essenzialmente carattere bilaterale. Le
comunitari e la liberalizzazione degli scambi com-         attività di consultazione bilaterale si svolgono con
merciali. La Pev si basa sui Piani d’Azione, docu-         regolarità attraverso i canali diplomatici e servo-
menti politici siglati tra Ue e singoli paesi vicini, in   no a concordare i programmi di lavoro Nato+1.
cui vengono elencate le priorità della cooperazione        A livello multilaterale, un processo di consultazio-
tra le due parti e le riforme che i paesi vicini devo-     ne regolare avviene nell’ambito del Mediterrane-
no attuare (al momento, per ragioni diverse, non           an Cooperation Group che riunisce rappresentanti
in tutti i paesi risultano in vigore i Piani d’Azione).    diplomatici e stabilisce le linee del programma di
L’attuazione dei Piani d’Azione si avvale dello Stru-      lavoro Nato+7. Il Dialogo Mediterraneo si riuni-
mento Europeo di Vicinato e Partenariato (Euro-            sce a livello di vertici senza una cadenza precisa,
pean Neighbourhood and Partnership Instrument,             ma generalmente in concomitanza con le riunioni
Enpi), con una dotazione di circa 12 miliardi di           stesse della Nato. Le attività pratiche di coope-
euro per il periodo 2007-2013 che finanzia anche           razione nel campo della sicurezza contemplano
la cooperazione con la Russia. Le aree di coopera-         uno spettro molto ampio che va dai seminari, alle
zione della Pev sono le seguenti:                          esercitazioni e all’assistenza tecnica. Rilevante im-
a)	     dialogo politico e riforme;                        portanza è attribuita alla partecipazione che alcuni
b)	     riforme economico-sociali e sviluppo;              partner hanno realizzato nell’ambito di missioni di
c)	     commercio, mercato e riforme delle dispo-          pace della Nato. Dopo il primo summit nel 2003
sizioni al fine di creare le condizioni per una gra-       in Tunisia, il 5 ottobre 2012 si è svolto a Malta il
duale partecipazione di questi paesi al mercato            Summit dei Capi di Stato e di Governo del Dialogo
unico come obiettivo di lungo periodo;                     Mediterraneo 5+5 (Italia, Francia, Spagna, Mal-
d)	     giustizia e affari interni;                        ta, Portogallo; Marocco, Algeria, Libia, Tunisia e
e)	     energia, trasporti, società dell’informazione      Mauritania). Tra gli osservatori il presidente del-
e ambiente;                                                la Commissione Europea e il segretario genera-
f)	     contatti tra persone (compresi quelli nei set-     le dell’Unione Araba. I temi proposti: la lotta al
tori della scienza, tecnologia, cultura e istruzione).     terrorismo; il rafforzamento della cooperazione
Inoltre, la Pev si propone anche di sostenere la           politica ed economica dopo la Primavera araba;
democrazia istituendo un Fondo europeo per la              l’attenzione ai flussi migratori.
democrazia destinato a partiti politici democra-           Nel 2007 la presidenza francese ha lanciato
Loredana Orlando, Euro Mediterraneo

un’iniziativa nell’ambito della propria politica este-    do, talvolta, i risultati di buona socializzazione che
ra di Union Méditerranéenne, rivolto ai soli paesi        la diplomazia del Pem aveva raggiunto.
dell’Europa del sud. L’opposizione a tale proget-         Tuttavia, va osservato che la cooperazione mediter-
to manifestata dagli altri paesi dell’Ue, Germa-          ranea non si risolve nella sola UpM. Più in generale,
nia in particolare, ha sortito l’effetto di riproporre    resta l’organizzazione della cooperazione decentra-
l’agenda comunitaria delle relazioni sostituendo il       ta, in parte nella mani degli enti locali e della as-
Pem con l’Unione per il Mediterraneo (UpM).               sociazioni private, in parte nella mani della Com-
                                                          missione Europea. La cooperazione decentrata si è
L’UpM, è stato istituito il 13 luglio del 2008, a Pa-     innestata alla base della società civile e vive di vita
rigi, da un vertice dei Capi di Stato e di Governo,       propria. Attualmente sono diverse le iniziative euro-
comprendente i membri dell’Ue e la Commissione            mediterranee a livello della società civile, di cui solo
Europea, i paesi già membri del Pem e un grup-            una parte riceve appoggio e impulso da Bruxelles.
po di nuovi membri (Bosnia-Erzegovina, Croazia,
Montenegro e Principato di Monaco), per un totale         La cooperazione sub-regionale nell’area
di 44 membri. La Lega Araba ha un ruolo di osser-         mediterranea.
vatore. Tuttavia, il programma di lavori dell’UpM è       Gruppo dei 5+5 di cui fanno parte solo i paesi del
stato sospeso in seguito alla crisi scatenata dall’in-    Mediterraneo occidentale, sia della sponda nord
vasione israeliana di Gaza nel dicembre del 2008,         (Francia, Italia, Malta, Portogallo, Spagna), sia
riprendendo solo nel 2010 il percorso istituzionale       della sponda sud (Algeria, Libia, Marocco, Mauri-
che ha portato alla nomina del Segretario Genera-         tania, Tunisia). L’organizzazione, creata nel 1991
le- perno operativo dell’UpM- e alla proclamazione        su impulso francese e italiano, è riuscita a dar vita
del Segretariato che ha sede a Barcellona.                a un dialogo significativo tra i paesi membri su
La struttura istituzionale dell’UpM prevede una co-       questioni politiche, di sicurezza e militari.
presidenza Ue e non-Ue della durata di due anni.
Le attività sono promosse ed eseguite da un Se-           Forum Mediterraneo per la Pace e lo Svilup-
gretariato composto da un Segretario Generale             po, stabilito nel 1994 dai paesi del Nord Africa e
(Giordania) e da sei Segretari aggiunti (assegnati        da quelli del Sud Europa.
ad Autorità Nazionale Palestinese, Grecia, Israele,
Italia, Malta e Turchia). La struttura prevede, inol-     L’unione del Maghreb Arabo (Uma), attivo dal
tre, una conferenza al vertice dei Capi di Stato e        1989, che ha come membri Algeria, Libia, Marocco,
di Governo ogni due anni, una conferenza dei mi-          Mauritania e Tunisia. Tuttavia, la cooperazione pro-
nistri degli Esteri ogni anno e una conferenza per-       mossa dall’Uma non ha portato a un apprezzabile in-
manente di Alti Funzionari. Un Comitato perma-            cremento degli scambi economici tra i propri membri.
nente congiunto di rappresentanti nazionali siede         Nel contesto del Pem, la Ue, ha cercato di incorag-
a Bruxelles e ha il compito di preparare il lavoro        giare la creazione di zone di libero scambio tra singo-
degli Alti Funzionari.                                    li paesi mediterranei. Il risultato è stato l’Accordo di
L’UpM a Parigi ha approvato un programma di la-           Agadir per un’area di libero scambio tra Egitto, Gior-
voro incentrato su sei priorità:                          dania, Marocco e Tunisia, entrato in vigore nel 2006.
a) la lotta contro l’inquinamento del Mar Mediterraneo;   Tuttavia, con l’UpM si è tornati a un approccio re-
b) il potenziamento dei trasporti marittimi e terre-      gionale che copre una regione più ampia dell’area
stri nella regione;                                       euro-mediterranea di libero scambio poiché include
c) la creazione di un programma di protezione civile;     anche i paesi balcanici affacciati sul Mediterraneo.
d) le energie alternative;                                L’UpM procede sulla base di una serie di progetti
e) l’istruzione superiore e la ricerca (Euro-Medi-        di ampia dimensione nei quali vi prendono parte
terranean University, EMUNI);                             solo i paesi interessati. Di particolare interesse per
f) la Mediterranean Business Development Initia-          l’Italia, ad esempio, è la già citata Mediterranean
tive, Mbdi (che riguarda in particolare le piccole e      Business Development Initiative (Mbdi), incentrata
medie imprese – Pmi).                                     sullo sviluppo delle piccole e medie imprese (Pmi).
Occorre sottolineare che mentre la Pev ha eredi-          Obiettivo della Mbdi è, infatti, promuovere la cre-
tato le attività bilaterali del Pem, l’UpM in linea di    azione di posti di lavoro volta a sostenere la coe-
principio dovrebbe ereditare quelle multilaterali.        sione sociale e l’integrazione economica regionale.
L’organizzazione intergovernativa come l’UpM per-
mette, dunque, ai governi non-Ue di esprimere i           Piano Solare Mediterraneo.
loro interessi senza alcuna mediazione sacrifican-        Una delle priorità proposte dall’UpM riguarda
Loredana Orlando, Euro Mediterraneo

l’energia. L’obiettivo è di accrescere l’offerta di        Strategia è stata presentata al Vertice Mondia-
energia proveniente dal Mediterraneo, contrasta-           le sullo Sviluppo Sostenibile di Johannesburg e
re il cambiamento climatico e favorire il risparmio        adottata nel 2005. La Strategia Mediterranea per
energetico. In particolare, il progetto proposto           lo Sviluppo è strutturata attorno a quattro obiet-
dall’UpM e non ancora entrato in fase di attuazio-         tivi principali e a sette campi d’azione prioritari.
ne mira a:                                                 Gli obiettivi sono: contribuire allo sviluppo econo-
•	      ridurre le emissioni di gas serra;                 mico; ridurre le disparità sociali attraverso la rea-
•	      stabilire un legame tra politiche energeti-        lizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio
che e ambientali a livello regionale;                      delle Nazioni Unite e il rafforzamento dell’integra-
•	      creare un mercato delle energie rinnova-           zione culturale; modificare gli stili di produzione
bili a sud del Mediterraneo al fine di rispondere          e consumo e assicurare la gestione sostenibile
ai crescenti bisogni energetici che provengono da          delle risorse naturali; migliorare la governance a
quest’area.                                                livello locale, nazionale e regionale.
Il progetto comprende 165 iniziative di coopera-           Quanto ai temi prioritari: gestione delle risorse
zione nei settori del fotovoltaico (45% dei proget-        idriche; energia e cambiamenti climatici; traspor-
ti), dell’energia eolica (26%), del solare termico         ti; turismo; sviluppo urbano; agricoltura; gestio-
(26%) e, in proporzione minore, delle biomasse e           ne del mare, aree costiere e risorse marine.
del geotermico. L’obiettivo è di produrre 20GWatt
di energia rinnovabile entro il 2020. La ripartizio-       Nel novembre 2005 al vertice tenutosi in occasio-
ne geografica dei progetti mostra che i principali         ne del decimo anniversario del Pem, gli esponenti
paesi coinvolti sono Marocco (33 progetti), Tunisia        del Partenariato hanno rinnovato il loro impegno
(29), Turchia (29) e, a seguire, Egitto e Giordania        a intensificare gli sforzi per ridurre l’inquinamen-
con 20 progetti rispettivamente. Tuttavia, sull’at-        to del Mar Mediterraneo entro il 2020, nell’am-
tuazione dei progetti pende l’insufficienza dei fi-        bito dell’iniziativa denominata “Orizzonte 2020”.
nanziamenti così come ammonito dal FEMIP.                  Tale iniziativa si fonda su quattro elementi: 1)
Programma mediterraneo per le energie rinnova-             sviluppo di progetti d’investimento per ridurre
bili (Medrep).                                             le principali fonti d’inquinamento nel settore in-
Lanciato nel 2002 a Johannesburg da istituzioni            dustriale, dei rifiuti urbani e delle acque reflue,
governative e non della sponda nord e sud del Me-          responsabili dell’80% dell’inquinamento nel mar
diterraneo, il Medrep propone:                             Mediterraneo; 2) misure di capacity building; 3)
a) la fornitura di energia sostenibile con particola-      trasferimento di esperienze; 4) sviluppo di indi-
re riguardo alle popolazioni rurali;                       catori di monitoraggio. L’obiettivo di combattere
b) il contrasto ai cambiamenti climatici attraverso        l’inquinamento e di raggiungere adeguati stan-
lo sviluppo delle energie rinnovabili prodotte e uti-      dard ambientali nei mari attorno all’Ue è ribadito
lizzate nella regione.                                     dall’UpM e dalla Direttiva Quadro sulla Strategia
La InfraMed Infrastructure è considerata uno dei           Marina entrata in vigore nel 2008. Quest’ultima
più importanti fondi d’investimento di lungo termi-        richiama l’importanza di un coordinamento più
ne nella regione mediterranea: è volto a favorire          forte tra i paesi membri costieri e i loro vicini. A
lo sviluppo urbano sostenibile e l’attuazione del          tale proposito, l’iniziativa “Orizzonte 2020” viene
Piano Solare Mediterraneo. L’Italia figura tra i pae-      vista come un importante elemento catalizzatore
si finanziatori con la Cassa depositi e prestiti italia-   per coordinare e dare nuovo impulso ai program-
na. Il capitale iniziale del fondo è di 380 milioni di     mi di tutela ambientale in ambito mediterraneo,
euro, incluso un contributo di 50 milioni di euro da       grazie al suo approccio integrato che affronta le
parte della Bei. Il fondo prevede l’intervento di al-      priorità ambientali nel loro insieme e al coinvol-
tri investitori, anche esterni alla regione mediter-       gimento di una pluralità di parti interessate (isti-
ranea, come i paesi del Consiglio di cooperazione          tuzioni internazionali, ONG, istituzioni finanziarie,
del Golfo (Ccg) e la Cina. L’istituzione di InfraMed       autorità locali). Il lancio dell’UpM ha dato nuovo
Infrastructure è stata accolta come un notevole            impulso anche a “Orizzonte 2020”: infatti l’obiet-
passo in avanti nel quadro della cooperazione set-         tivo di disinquinare il Mediterraneo è incluso tra i
toriale lanciata dall’UpM.                                 temi prioritari dell’UpM.

Priorità ambientali nel Mediterraneo               Fonte: Osservatorio di Politica Internazionale.
Le priorità ambientali sono definite nella Strate- Bilancio e prospettive della cooperazione euro-
gia Mediterranea per lo Sviluppo Sostenibile. Tale mediterranea (giugno 2010).

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  • 1. Euro Mediterraneo di Loredana Orlando Il Partenariato tra l’Unione Europea e i Paesi del Mediterraneo (PEM) nasce il 28 novembre del 1995 con la Dichiarazione di Barcellona tra i 15 ministri degli Affari Esteri dell’Ue (dopo l’al- largamento dell’Unione nel 2007 i rappresentanti europei diventano 27) e dei ministri dei 12 Part- ner beneficiari del Meda (Mediterranean Econo- mic Development Area): Algeria, Cipro, Egitto, Stato di Israele, Giordania, Libano, Malta, Maroc- co, Siria, Tunisia, Turchia, Territori di Gaza e della cooperazione euro-mediterranea. Esso si pro- Cisgiordania. La Libia vi partecipa in qualità di pone di favorire l’incontro tra le diverse cultu- osservatore. re, religioni e popoli che compongono il mosaico L’obiettivo del patto consiste nel riequilibrare le mediterraneo facendo leva sulla società civile, la relazioni precedentemente sviluppate dall’Unione cooperazione decentrata e gli organismi di volon- con i paesi dell’est Europa a partire dal 1989. tariato. A tal fine, gli strumenti principali utilizzati Le tre aree di intervento prioritarie attorno alle sono: il dialogo interculturale e gli scambi a livello quali è articolato il progetto di cooperazione eu- umano, scientifico e tecnologico, combinando la romediterranea del Pem sono: le questioni po- cooperazione intergovernativa con quella decen- litiche e di sicurezza, le relazioni economiche e trata. Pertanto è stata creata, nel 2002, la Fon- quelle socio-culturali. dazione Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture La finalità del Pem è di creare una area di pace con sede ad Alessandria d’Egitto. La Fondazione, e di stabilità, prosperità e sicurezza condivise nel però, è stata oggetto di controllo da parte dei go- Mediterraneo. verni delle singole realtà che costellano il bacino Il primo intervento si focalizza pertanto sul ri- mediterraneo con il risultato di un rafforzamento spetto dei diritti umani e delle libertà fondamen- delle identità nazionali in antitesi alla prospettiva tali, della democrazia e dello stato di diritto. La di una cultura nuova e condivisa. Dichiarazione di Barcellona ha adottato i principi Inoltre, il Partenariato si articola in una serie di fondamentali del diritto internazionale, in par- iniziative che coprono i settori più vari. Tra le più ticolare quelli sanciti dalla Carta delle Nazioni importanti: Unite e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti il riavvicinamento delle politiche economiche set- dell’Uomo del 1948. toriali, processo particolarmente attivo nei settori dell’industria, delle telecomunicazioni, dell’ener- L’intervento economico è centrato sulla costitu- gia e dell’acqua; zione di un’area di libero scambio euro-medi- le reti di cooperazione euromediterranee miranti a faci- terranea con un mercato di 600-800 milioni di litare lo scambio di conoscenze (federazioni industriali, consumatori che, nel progetto iniziale, si sarebbe istituti economici, camere di commercio, banche, ecc.); dovuta realizzare entro il 2010 attraverso accordi la cooperazione in campo statistico; di associazioni euro-mediterranei e accordi com- la cooperazione tra la Società Civile (università, as- merciali tra i partner e l’Ue. Il principale strumen- sociazioni professionali, organismi non governativi). to finanziario dell’Unione all’interno del Pem è il Tuttavia, le premesse del progetto comunitario Programma Meda (Mesures d’accompagnements euro-mediterraneo sulle quali si è strutturato il financières et techniques), istituito nel 1996. Al- Pem nel corso degli anni si sono rivelate deboli tri aiuti di carattere finanziario provengono dal- e refrattarie all’attuazione. Nel 2000, infatti, nel la Banca Europea per gli Investimenti (Bei), e in corso della Conferenza Ministeriale di Marsiglia, particolare dal FEMIP, il Fondo Euro-Mediterraneo le linee-guida della Dichiarazione di Barcellona di Investimento e Partenariato. subiscono una battuta d’arresto. Il Partenariato nei settori sociale, culturale e uma- Nel 2004, l’Ue ha inaugurato la Politica Euro- no costituisce il terzo intervento del progetto di pea di Vicinato (Pev) che comprende sia i pa-
  • 2. Loredana Orlando, Euro Mediterraneo esi dell’Europa orientale, rimasti esclusi dall’allar- tici, organizzazioni non governative e parti sociali. gamento, sia i paesi mediterranei. La Pev applica il modello bilaterale (a differenza del modello in- Sicurezza tergovernativo prospettato dal Pem che, di fatto, La cooperazione nel campo della sicurezza mirate viene relegato). alla creazione di fiducia, alla prevenzione e alla La Politica Europea di Vicinato è un’iniziativa lan- risoluzione dei conflitti si sviluppa nell’ambito del ciata dall’Ue nel 2003 a seguito dell’allargamento Dialogo Mediterraneo della Nato. Esso nasce nel realizzato poi nel 2004. L’idea alla base della Pev 1994 da tre esigenze: è che sicurezza e stabilità della Ue sono legate a 1) la percezione del rischio derivante dallo svilup- quelle dei propri vicini dell’Est (Bielorussa, Moldo- po dell’estremismo islamico sulla sponda sud del va, Ucraina), del Caucaso (Armenia, Azerbaigian, Mediterraneo; Georgia), e del Sud (Algeria, Autorità Nazionale 2) la preoccupazione dei paesi dell’Europa meri- Palestinese, Egitto, Giordania, Israele, Libia, Liba- dionale di impegnare la Nato, in presenza di tali no, Marocco, Siria, Tunisia). La dottrina di sicu- rischi, nelle regioni a sud; rezza dell’Ue del 2003 si propone di aiutare questi 3) la preoccupazione degli ambienti transatlantici paesi a diventare “ben governati” beneficiando la di ridisegnare gli obiettivi dell’Alleanza. stessa Unione di una maggiore sicurezza dei rischi L’iniziativa del Dialogo Mediterraneo della Nato è che spesso provengono da questi paesi (instabilità stata presa dal Consiglio Atlantico del Nord nel politica, stati falliti, immigrazione irregolare, reti 1994. Essa comprende oggi sette paesi partner: terroristiche etc.). In tal senso l’Ue ha proposto Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Marocco, Mauri- a questi paesi una forma di cooperazione politi- tania e Tunisia. Le attività sono essenzialmente bi- ca e di integrazione economica. In cambio di una laterali (Nato+1), nonostante siano state progres- progressiva armonizzazione legislativa e regola- sivamente lanciate e incrementate alcune attività mentare con l’Ue, questi paesi ricevono assistenza multilaterali (Nato+7). Entrambi i livelli prevedo- finanziaria, la possibilità di partecipare ad alcuni no attività di consultazione, mentre quelle opera- aspetti del mercato unico e ad alcuni programmi tive hanno essenzialmente carattere bilaterale. Le comunitari e la liberalizzazione degli scambi com- attività di consultazione bilaterale si svolgono con merciali. La Pev si basa sui Piani d’Azione, docu- regolarità attraverso i canali diplomatici e servo- menti politici siglati tra Ue e singoli paesi vicini, in no a concordare i programmi di lavoro Nato+1. cui vengono elencate le priorità della cooperazione A livello multilaterale, un processo di consultazio- tra le due parti e le riforme che i paesi vicini devo- ne regolare avviene nell’ambito del Mediterrane- no attuare (al momento, per ragioni diverse, non an Cooperation Group che riunisce rappresentanti in tutti i paesi risultano in vigore i Piani d’Azione). diplomatici e stabilisce le linee del programma di L’attuazione dei Piani d’Azione si avvale dello Stru- lavoro Nato+7. Il Dialogo Mediterraneo si riuni- mento Europeo di Vicinato e Partenariato (Euro- sce a livello di vertici senza una cadenza precisa, pean Neighbourhood and Partnership Instrument, ma generalmente in concomitanza con le riunioni Enpi), con una dotazione di circa 12 miliardi di stesse della Nato. Le attività pratiche di coope- euro per il periodo 2007-2013 che finanzia anche razione nel campo della sicurezza contemplano la cooperazione con la Russia. Le aree di coopera- uno spettro molto ampio che va dai seminari, alle zione della Pev sono le seguenti: esercitazioni e all’assistenza tecnica. Rilevante im- a) dialogo politico e riforme; portanza è attribuita alla partecipazione che alcuni b) riforme economico-sociali e sviluppo; partner hanno realizzato nell’ambito di missioni di c) commercio, mercato e riforme delle dispo- pace della Nato. Dopo il primo summit nel 2003 sizioni al fine di creare le condizioni per una gra- in Tunisia, il 5 ottobre 2012 si è svolto a Malta il duale partecipazione di questi paesi al mercato Summit dei Capi di Stato e di Governo del Dialogo unico come obiettivo di lungo periodo; Mediterraneo 5+5 (Italia, Francia, Spagna, Mal- d) giustizia e affari interni; ta, Portogallo; Marocco, Algeria, Libia, Tunisia e e) energia, trasporti, società dell’informazione Mauritania). Tra gli osservatori il presidente del- e ambiente; la Commissione Europea e il segretario genera- f) contatti tra persone (compresi quelli nei set- le dell’Unione Araba. I temi proposti: la lotta al tori della scienza, tecnologia, cultura e istruzione). terrorismo; il rafforzamento della cooperazione Inoltre, la Pev si propone anche di sostenere la politica ed economica dopo la Primavera araba; democrazia istituendo un Fondo europeo per la l’attenzione ai flussi migratori. democrazia destinato a partiti politici democra- Nel 2007 la presidenza francese ha lanciato
  • 3. Loredana Orlando, Euro Mediterraneo un’iniziativa nell’ambito della propria politica este- do, talvolta, i risultati di buona socializzazione che ra di Union Méditerranéenne, rivolto ai soli paesi la diplomazia del Pem aveva raggiunto. dell’Europa del sud. L’opposizione a tale proget- Tuttavia, va osservato che la cooperazione mediter- to manifestata dagli altri paesi dell’Ue, Germa- ranea non si risolve nella sola UpM. Più in generale, nia in particolare, ha sortito l’effetto di riproporre resta l’organizzazione della cooperazione decentra- l’agenda comunitaria delle relazioni sostituendo il ta, in parte nella mani degli enti locali e della as- Pem con l’Unione per il Mediterraneo (UpM). sociazioni private, in parte nella mani della Com- missione Europea. La cooperazione decentrata si è L’UpM, è stato istituito il 13 luglio del 2008, a Pa- innestata alla base della società civile e vive di vita rigi, da un vertice dei Capi di Stato e di Governo, propria. Attualmente sono diverse le iniziative euro- comprendente i membri dell’Ue e la Commissione mediterranee a livello della società civile, di cui solo Europea, i paesi già membri del Pem e un grup- una parte riceve appoggio e impulso da Bruxelles. po di nuovi membri (Bosnia-Erzegovina, Croazia, Montenegro e Principato di Monaco), per un totale La cooperazione sub-regionale nell’area di 44 membri. La Lega Araba ha un ruolo di osser- mediterranea. vatore. Tuttavia, il programma di lavori dell’UpM è Gruppo dei 5+5 di cui fanno parte solo i paesi del stato sospeso in seguito alla crisi scatenata dall’in- Mediterraneo occidentale, sia della sponda nord vasione israeliana di Gaza nel dicembre del 2008, (Francia, Italia, Malta, Portogallo, Spagna), sia riprendendo solo nel 2010 il percorso istituzionale della sponda sud (Algeria, Libia, Marocco, Mauri- che ha portato alla nomina del Segretario Genera- tania, Tunisia). L’organizzazione, creata nel 1991 le- perno operativo dell’UpM- e alla proclamazione su impulso francese e italiano, è riuscita a dar vita del Segretariato che ha sede a Barcellona. a un dialogo significativo tra i paesi membri su La struttura istituzionale dell’UpM prevede una co- questioni politiche, di sicurezza e militari. presidenza Ue e non-Ue della durata di due anni. Le attività sono promosse ed eseguite da un Se- Forum Mediterraneo per la Pace e lo Svilup- gretariato composto da un Segretario Generale po, stabilito nel 1994 dai paesi del Nord Africa e (Giordania) e da sei Segretari aggiunti (assegnati da quelli del Sud Europa. ad Autorità Nazionale Palestinese, Grecia, Israele, Italia, Malta e Turchia). La struttura prevede, inol- L’unione del Maghreb Arabo (Uma), attivo dal tre, una conferenza al vertice dei Capi di Stato e 1989, che ha come membri Algeria, Libia, Marocco, di Governo ogni due anni, una conferenza dei mi- Mauritania e Tunisia. Tuttavia, la cooperazione pro- nistri degli Esteri ogni anno e una conferenza per- mossa dall’Uma non ha portato a un apprezzabile in- manente di Alti Funzionari. Un Comitato perma- cremento degli scambi economici tra i propri membri. nente congiunto di rappresentanti nazionali siede Nel contesto del Pem, la Ue, ha cercato di incorag- a Bruxelles e ha il compito di preparare il lavoro giare la creazione di zone di libero scambio tra singo- degli Alti Funzionari. li paesi mediterranei. Il risultato è stato l’Accordo di L’UpM a Parigi ha approvato un programma di la- Agadir per un’area di libero scambio tra Egitto, Gior- voro incentrato su sei priorità: dania, Marocco e Tunisia, entrato in vigore nel 2006. a) la lotta contro l’inquinamento del Mar Mediterraneo; Tuttavia, con l’UpM si è tornati a un approccio re- b) il potenziamento dei trasporti marittimi e terre- gionale che copre una regione più ampia dell’area stri nella regione; euro-mediterranea di libero scambio poiché include c) la creazione di un programma di protezione civile; anche i paesi balcanici affacciati sul Mediterraneo. d) le energie alternative; L’UpM procede sulla base di una serie di progetti e) l’istruzione superiore e la ricerca (Euro-Medi- di ampia dimensione nei quali vi prendono parte terranean University, EMUNI); solo i paesi interessati. Di particolare interesse per f) la Mediterranean Business Development Initia- l’Italia, ad esempio, è la già citata Mediterranean tive, Mbdi (che riguarda in particolare le piccole e Business Development Initiative (Mbdi), incentrata medie imprese – Pmi). sullo sviluppo delle piccole e medie imprese (Pmi). Occorre sottolineare che mentre la Pev ha eredi- Obiettivo della Mbdi è, infatti, promuovere la cre- tato le attività bilaterali del Pem, l’UpM in linea di azione di posti di lavoro volta a sostenere la coe- principio dovrebbe ereditare quelle multilaterali. sione sociale e l’integrazione economica regionale. L’organizzazione intergovernativa come l’UpM per- mette, dunque, ai governi non-Ue di esprimere i Piano Solare Mediterraneo. loro interessi senza alcuna mediazione sacrifican- Una delle priorità proposte dall’UpM riguarda
  • 4. Loredana Orlando, Euro Mediterraneo l’energia. L’obiettivo è di accrescere l’offerta di Strategia è stata presentata al Vertice Mondia- energia proveniente dal Mediterraneo, contrasta- le sullo Sviluppo Sostenibile di Johannesburg e re il cambiamento climatico e favorire il risparmio adottata nel 2005. La Strategia Mediterranea per energetico. In particolare, il progetto proposto lo Sviluppo è strutturata attorno a quattro obiet- dall’UpM e non ancora entrato in fase di attuazio- tivi principali e a sette campi d’azione prioritari. ne mira a: Gli obiettivi sono: contribuire allo sviluppo econo- • ridurre le emissioni di gas serra; mico; ridurre le disparità sociali attraverso la rea- • stabilire un legame tra politiche energeti- lizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio che e ambientali a livello regionale; delle Nazioni Unite e il rafforzamento dell’integra- • creare un mercato delle energie rinnova- zione culturale; modificare gli stili di produzione bili a sud del Mediterraneo al fine di rispondere e consumo e assicurare la gestione sostenibile ai crescenti bisogni energetici che provengono da delle risorse naturali; migliorare la governance a quest’area. livello locale, nazionale e regionale. Il progetto comprende 165 iniziative di coopera- Quanto ai temi prioritari: gestione delle risorse zione nei settori del fotovoltaico (45% dei proget- idriche; energia e cambiamenti climatici; traspor- ti), dell’energia eolica (26%), del solare termico ti; turismo; sviluppo urbano; agricoltura; gestio- (26%) e, in proporzione minore, delle biomasse e ne del mare, aree costiere e risorse marine. del geotermico. L’obiettivo è di produrre 20GWatt di energia rinnovabile entro il 2020. La ripartizio- Nel novembre 2005 al vertice tenutosi in occasio- ne geografica dei progetti mostra che i principali ne del decimo anniversario del Pem, gli esponenti paesi coinvolti sono Marocco (33 progetti), Tunisia del Partenariato hanno rinnovato il loro impegno (29), Turchia (29) e, a seguire, Egitto e Giordania a intensificare gli sforzi per ridurre l’inquinamen- con 20 progetti rispettivamente. Tuttavia, sull’at- to del Mar Mediterraneo entro il 2020, nell’am- tuazione dei progetti pende l’insufficienza dei fi- bito dell’iniziativa denominata “Orizzonte 2020”. nanziamenti così come ammonito dal FEMIP. Tale iniziativa si fonda su quattro elementi: 1) Programma mediterraneo per le energie rinnova- sviluppo di progetti d’investimento per ridurre bili (Medrep). le principali fonti d’inquinamento nel settore in- Lanciato nel 2002 a Johannesburg da istituzioni dustriale, dei rifiuti urbani e delle acque reflue, governative e non della sponda nord e sud del Me- responsabili dell’80% dell’inquinamento nel mar diterraneo, il Medrep propone: Mediterraneo; 2) misure di capacity building; 3) a) la fornitura di energia sostenibile con particola- trasferimento di esperienze; 4) sviluppo di indi- re riguardo alle popolazioni rurali; catori di monitoraggio. L’obiettivo di combattere b) il contrasto ai cambiamenti climatici attraverso l’inquinamento e di raggiungere adeguati stan- lo sviluppo delle energie rinnovabili prodotte e uti- dard ambientali nei mari attorno all’Ue è ribadito lizzate nella regione. dall’UpM e dalla Direttiva Quadro sulla Strategia La InfraMed Infrastructure è considerata uno dei Marina entrata in vigore nel 2008. Quest’ultima più importanti fondi d’investimento di lungo termi- richiama l’importanza di un coordinamento più ne nella regione mediterranea: è volto a favorire forte tra i paesi membri costieri e i loro vicini. A lo sviluppo urbano sostenibile e l’attuazione del tale proposito, l’iniziativa “Orizzonte 2020” viene Piano Solare Mediterraneo. L’Italia figura tra i pae- vista come un importante elemento catalizzatore si finanziatori con la Cassa depositi e prestiti italia- per coordinare e dare nuovo impulso ai program- na. Il capitale iniziale del fondo è di 380 milioni di mi di tutela ambientale in ambito mediterraneo, euro, incluso un contributo di 50 milioni di euro da grazie al suo approccio integrato che affronta le parte della Bei. Il fondo prevede l’intervento di al- priorità ambientali nel loro insieme e al coinvol- tri investitori, anche esterni alla regione mediter- gimento di una pluralità di parti interessate (isti- ranea, come i paesi del Consiglio di cooperazione tuzioni internazionali, ONG, istituzioni finanziarie, del Golfo (Ccg) e la Cina. L’istituzione di InfraMed autorità locali). Il lancio dell’UpM ha dato nuovo Infrastructure è stata accolta come un notevole impulso anche a “Orizzonte 2020”: infatti l’obiet- passo in avanti nel quadro della cooperazione set- tivo di disinquinare il Mediterraneo è incluso tra i toriale lanciata dall’UpM. temi prioritari dell’UpM. Priorità ambientali nel Mediterraneo Fonte: Osservatorio di Politica Internazionale. Le priorità ambientali sono definite nella Strate- Bilancio e prospettive della cooperazione euro- gia Mediterranea per lo Sviluppo Sostenibile. Tale mediterranea (giugno 2010).