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DallaSpagnaProgettazione
to numero nove - ottobre duemila13
34
I
l governo della regione spagno-
la Murcia ha stanziato finanzia-
menti e avviato progetti di po-
tenziamento del comparto so-
cio-sanitario locale, un territo-
rio che ha visto una forte cresci-
ta demografica negli ultimi anni.
Terminato nel 2010, il nuovo ospeda-
le Los Arcos del Mar Menor rientra in
questo quadro strategico, offrendo 314
posti letto a una popolazione di 160mi-
la cittadini.
La struttura è organizzata con una tipologia orizzonta-
le a doppia piastra, la più bassa high-tech, compatta ed
estesa, sulla quale poggia quella low-tech delle degen-
ze, articolata in una griglia a nuclei dipartimentali. È
una soluzione molto diffusa nelle recenti realizzazioni
ospedaliere spagnole e che abbatte i costi, favorisce la
flessibilità e valorizza gli aspetti ambientali. L’integra-
zione di patii interni offre interessanti spazialità, lumi-
nose e dinamiche, atmosfere ordinarie e private che ri-
cordano i cortili interni dei palazzi ispanici. La facciata
d’ingresso presenta l’innovativa applicazione di un dop-
pio involucro trasparente con celle fotovoltaiche, capaci
di comunicare una moderna immagine, e l’installazione
di segnalazioni colorate con led luminosi che proseguo-
no anche all’interno dell’ospedale, a orientare l’utente e
guidarlo negli spostamenti.
Piastra e degenze a nuclei
Los Arcos del Mar Menor
University Hospital
Andrea Brioschi e Stefano Capolongo
architetti, Politecnico di Milano - Dipartimento ABC
TO NUMERO NOVE - OTTOBRE DUEMILA13
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gioco di piastre
L’edificio è composto dalla sovrapposizione di due pia-
stre, la più bassa intensiva, che cresce di due piani, e
quella superiore delle degenze, anch’essa di due livelli.
L’intera organizzazione funzionale è stata guidata dal-
la netta separazione dei due differenti accessi, quello
destinato agli utenti esterni e quello riservato agli ope-
ratori della struttura. Il primo è collocato in corrispon-
denza della facciata principale, dove sono presenti i par-
cheggi pubblici e un’ampia piazza, mentre il secondo è
situato sul lato opposto, dove sono stati realizzati i po-
sti auto per lo staff e tutti i principali servizi generali di
supporto. Dal corpo d’ingresso, che contiene tutti gli
spazi di accettazione e amministrazione, parte un ar-
ticolato volume architettonico bianco in cui sono sta-
ti collocati tutti i servizi inter-esterni come caffetteria,
ristorazione, soggiorni e auditorium. Questi affacciano
sulla piazza lastricata in pietra con una vasca d’acqua,
sculture e palme. Sul versante opposto è stato realiz-
zato un autonomo blocco architettonico in cui è stato
organizzato il day-hospital psichiatrico, alto due piani
fuori terra e costituito da un anello funzionale di locali
e ballatoio che affacciano su un patio centrale. Il com-
plessivo sistema funzionale dell’ospedale è organizzato
con due longitudinali percorsi distributivi principali col-
legati trasversalmente da corridoi minori; lungo questi,
secondo una sequenza seriale precisa sono stati ester-
namente realizzati i corpi connettivi verticali compo-
sti da scale e monta-lettighe, su entrambi i lati, a servi-
re tutte le zone. Questi vanno a configurare dei portali
architettonici sequenziali, completamente bianchi ed
essenziali, quasi a riverberare i tracciati agricoli conte-
stuali. La piastra high-tech presenta dei patii quadra-
ti a tutt’altezza, in parte piantumati e che consentono
e ballatoio che affacciano su un patio centrale. Il com-
sIntesI DeI DatI
Intervento Nuovo ospedale
Los Arcos del Mar Menor University Hospital
Località San Javi, Spagna
Cliente GISCARMSA
Progettisti CASA Sólo Arquitectos SLP
Tempi progetto 2005
Tempi realizzazione 2006-2010
Dimensioni 61.352 m2
/ 316 posti letto
Planimetria generale
Planimetria del secondo piano
DallaSpagnaProgettazione
to numero nove - ottobre duemila13
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toi centrali, la sterilizzazione, la rianimazione e il bloc-
co operatorio, il day surgery, la riabilitazione, il punto
nascita, la traumatologia, l’urologia, l’anatomia patolo-
gica e gli studi per la ricerca. La piastra low-tech delle
degenze assume una tipologia più articolata, che ricor-
da il sistema a nucleus degli anni ‘70, allora organizzato
dall’addizione di nuclei funzionali “a croce” e nato in ri-
sposta alle ristrette disponibilità economiche dell’epo-
ca e alla necessità di facilitare la costruzione di amplia-
menti in tempi successivi. In entrambi i piani, il terzo e
il quarto, la disposizione spaziale è piuttosto analoga e
fondata sulla definizione di crociere principali costitui-
te da settori di degenza longitudinali, organizzati a cor-
po triplo, e zone di supporto e di collegamento vertica-
le collocati trasversalmente, con un punto baricentrico
di controllo degli operatori allestito con un’ampia recep-
tion; in aggiunta vi sono crociere minori anch’esse costi-
tuite da lati longitudinali, che accolgono in prevalenza
settori specialistici o di supporto ai dipartimenti di de-
genza, ed elementi trasversali sempre costituiti da loca-
li di servizio e collegamenti verticali. L’aggregazione fi-
nale degli elementi porta alla definizione di un grande
reticolo tipologico con corti interne, che di maggiori di-
l’ingresso di luce e aria naturali, oltre che gradevoli vi-
ste da parte degli utilizzatori. Al piano terra sono stati
distribuiti tutti i settori destinati agli utenti esterni, tra
i quali amministrazione, caffetteria, ristorazione, dipar-
timento di prima emergenza, diagnostica, ambulatori,
laboratori di analisi, morgue, farmacia, cucina centrale
e uffici dei manutentori. Al primo piano si ripetono mor-
fologia e impostazione tipologica di quello sottostante e
sono collocati l’auditorium, i servizi religiosi, gli spoglia-
Intervista ai progettisti CASA Sólo Arquitectos SLP
Quale organizzazione tipologica
avete adottato nel progetto?
«Gli ospedali sono composti da
tre grandi parti funzionali: la
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e il day-center con le degenze.
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programma ed è organizzato con
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orizzontale? Quali sono i
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«La tipologia orizzontale è
stata ampiamente adottata
per i nuovi ospedali della
Catalonia a partire dagli anni
1980, da quando la Generalitat
de Catalunya venne incaricata
della gestione del comparto
sanitario locale. Questo schema
ha riscosso molto successo
grazie alla relazione che riesce
a determinare tra paziente e
ambiente esterno attraverso
la creazione di terrazze, cortili,
giardini e una complessiva
architettura accogliente e a
misura d’uomo. Anche se
tale soluzione non è sempre
applicabile a causa delle
molteplici condizioni contestuali
urbane, resta sempre importante
considerare il trattamento della
luce naturale all’interno degli
spazi ospedalieri. Come tutti
sappiamo, l’ospedale del futuro
dovrà offrire interventi meno
invasivi, con tempi di recupero
più brevi e periodi di degenza
molto più corti; alla minore
importanza della degenza si
assocerà una maggiore attività
delle ospedalizzazioni diurne.
Per tale motivo risulta strategica
la tipologia orizzontale che
può offrire ampie dimensioni e
spazialità amichevoli».
Quali tecnologie “verdi” avete
applicato?
«L’applicazione delle tecnologie
“verdi” nel settore edilizio avrà
sempre maggiore importanza
nel futuro e, da tempo, nei nostri
ospedali è già diventata una
realtà. Nel Los Arcos del Mar
Menor, attraverso l’integrazione
di un ampio involucro fotovoltaico
nella doppia facciata del corpo
d’ingresso, c’è stata la volontà di
rendere visibile a tutti gli utenti
tale tecnologia, favorendo lo
sviluppo di una consapevolezza
“verde” nella società. Nei due
progetti ospedalieri realizzati
nella Regione Murcia abbiamo
rivolto particolare attenzione alla
gestione delle risorse idriche,
un tema importante per il sud
della Spagna che vive di turismo
ed agricoltura; in questo caso, la
strategia adottata consiste nel
recupero e nel riciclaggio delle
acque grigie e piovane».
Quali sono le future prospettive
per l’architettura dell’ospedale?
Quali i temi e gli argomenti?
«Come già accennato,
l’ospedale tenderà a perdere
la dimensione alberghiera per
offrire maggiori prestazioni
diurne, una condizione
che accentuerà ancor più
l’importanza e il peso della
localizzazione territoriale e
dell’integrazione con il sistema
dei trasporti. Tema sempre
centrale resterà quello della
flessibilità e dell’ampliamento,
requisiti che dovranno essere
sempre recepiti a partire dal
concepimento di ogni progetto.
Oltre alla riduzione dell’impatto
inquinante relativo ai trasporti
di collegamento alle strutture
sanitarie, guadagneranno
sempre maggiore importanza
gli aspetti energetici; gli
edifici del futuro tenderanno
a diventare autosufficienti e
così accadrà anche per gli
ospedali, raggiungendo il nuovo
paradigma sostenibile».
Vista interna
degli spazi
distributivi
to numero nove - ottobre duemila13
37
nito in pannelli di alluminio e ampie finestre e una pel-
le esterna oscurante composta da pannelli fotovoltai-
ci semi-trasparenti; a ogni piano è stata realizzata una
passerella di acciaio che consente facili attività di ma-
nutenzione. L’immagine al pubblico si carica di valori
moderni che comunicano affidabilità, efficacia e avan-
guardia nelle cure e, al contempo, manifestano rispetto
per l’ambiente trasmettendo benessere ed etica, princi-
pi che rassicurano. Una fascia orizzontale luminosa, co-
stituita da led, cambia continuamente colore e pubblica
messaggi rivolti agli utenti, introducendoli negli ambien-
ti interni dove, peraltro, continuano le segnaletiche di
luce artificiale in ogni piano, guidando gli utilizzatori e
facilitandoli nell’orientamento. Tali percorsi culminano
in molteplici pareti e soffitti luminosi, con colori sempre
diversi, in corrispondenza di punti nodali, solitamente
in reception di reparto o in spazi pubblici e di soggior-
mensioni rispetto a quelle sottostanti, accolgono giar-
dini pensili piantumati; tutte le coperture della piastra
intensiva rimaste libere, con l’appoggio sovrastante del
reticolo delle degenze, sono praticabili a uso terrazzo o
coperte con manti erbosi e bassi cespugli. Così facen-
do, si ricrea un tessuto urbano reticolare che non soffre
affatto della collocazione alta di coronamento. La solu-
zione tipologica, uscendo dalle classiche impostazioni
razionali da manuale, offre un’innovativa ipotesi che si
dimostra funzionale, economica e di qualità. Lo strap-
po dai tradizionali modelli aggregativi dell’ospedale (per
intenderci i soliti noti a monoblocco, a blocchi distinti,
a piastra-torre, a piastra articolata, a torre, a nastro, a
banchina e a spina) genera un nuovo tipo a piastre so-
vrapposte che apre future prospettive di applicazione
con vaste possibilità di variazione. Certamente, il pro-
getto manifesta come la piastra tecnologica fuori terra,
oltre a consentire un notevole risparmio economico e
favorire efficienza e flessibilità, possa prestarsi a innu-
merevoli soluzioni di coronamento con blocchi funziona-
li low-tech e offrire spazialità qualitative che superano
la meccanicistica disposizione delle degenze verso sud,
un vincolo che ha spesso ingessato l’innovazione senza
peraltro dare grandi risultati.
Fotovoltaico e luci colorate
Il blocco architettonico d’ingresso contiene in prevalen-
za le funzioni di accettazione e amministrazione e rap-
presenta metaforicamente la porta d’accesso all’ospe-
dale, palesandosi perfino in un effetto architettonico “a
portale” che non lascia dubbi interpretativi. La facciata
presenta una soluzione tecnologica a doppio involucro,
costituita da un classico tamponamento perimetrale fi-
Vista interna
di una reception
di piano
Planimetria del piano terra
DallaSpagnaProgettazione
to numero nove - ottobre duemila13
38
gresso introduce invece i cinque volumi architettonici
bianchi che legano le due piastre ospedaliere, corpi im-
portanti che identificano i sistemi di collegamento verti-
caleemostranoun’immagineveramentemegastruttura-
le. Gli ambienti interni presentano soluzioni differenti in
relazione al grado di privatezza e d’intensità delle cure.
Tutti gli spazi pubblici e i principali sistemi connettivi
hannosemprepavimentiinpietraartificiale,comequella
dei rivestimenti esterni, e finiture di pareti e soffitti soli-
tamentebiancheocomunquemoltochiare.Grazieanche
al rapporto visivo continuo con i tetti giardino laterali, le
atmosfere sono luminose e rilassanti, comunicano ordi-
ne e razionalità. Caso diverso per i settori sanitari, do-
ve prevalgono i vincoli igienici; qui vi sono rivestimenti
in gomma e boiserie con corrimano; i cromatismi sono
chiari, punteggiati da giochi geometrici e segnaletiche
che identificano il livello e illuminati da schermi verti-
cali o controsoffitti colorati, occasioni spaziali di valore
artistico capaci di creare atmosfere rilassanti e soffuse.
Variazioni tipologiche
I recenti esempi ospedalieri spagnoli, tra i quali il Los
Arcos del Mar Menor, presentano nuove variazioni tipo-
logiche che si aggiungono a quelle classiche sviluppate
nel 1900, uscendo dagli schemi predefiniti per generare
soluzioni che mostrano interessanti performance eco-
nomiche, tecnologiche e ambientali. La crisi economica
di tutta l’Europa e la conseguente limitata disponibilità
d’investimento nelle strutture di servizio pubblico han-
no segnato fortemente l’ultimo decennio e allarmato i
tempi più recenti. In tale contesto risulta necessario cer-
care risposte meno costose e in grado comunque di assi-
curare un’appropriata qualità delle prestazioni e dell’as-
sistenza. Sicuramente queste nuove ipotesi tipologiche
ospedaliere, per lo più basate sulla libera aggregazione
di piastre ospedaliere, mostrano importanti potenziali-
tà per futuri sviluppi e applicazioni. L’abolizione dell’e-
dificazione sotto il livello di terra insieme allo sviluppo
orizzontale a piastre può determinare minori costi di co-
struzione e di gestione, oltre che interessanti compor-
tamenti ambientali con ottime risposte tecnologiche, di
flessibilità e di adattabilità. ■
no. Si determina così un’estrema chiarezza di organiz-
zazione dei servizi e si creano atmosfere rilassanti, leg-
gere e ovattate, situazioni che sdrammatizzano lo stato
di stress psicologico dei malati.
Architettura essenziale e atmosfere
rilassanti
Lacomposizionearchitettonicaassumeformeelinguag-
gi essenziali ma anche megastrutturali, in qualche modo
ricorda gli esempi di fine anni ‘60 nei quali si introduce-
vano e si palesavano i principi di efficienza e flessibili-
tà; i volumi materici, bianchi, compatti, puliti e raziona-
li sono aggregati a definire un’architettura importante
e carica di dimensioni. La piastra intensiva si identifica
come un grande basamento rivestito in pietra artificiale,
con finestre a nastro di vetro e alluminio. A questa è ap-
poggiato il reticolo low-tech delle degenze, tutto bianco;
sui lati esterni esso presenta involucri vetrati con listelli
ombreggianti orizzontali di allumino e sui fronti interni
ai patii adotta facciate finite in pannelli di alluminio con
finestre munite di avvolgibili oscuranti. Il blocco d’in-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Bibliografia
www.casasolo.es, 8 marzo 2013
Capolongo Stefano, Qualità urbana, stili di vita, salute,
Hoepli, 2009
Sopra, vista di
un patio interno.
Sotto, vista
esterna del lato
posteriore

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  • 1. DallaSpagnaProgettazione to numero nove - ottobre duemila13 34 I l governo della regione spagno- la Murcia ha stanziato finanzia- menti e avviato progetti di po- tenziamento del comparto so- cio-sanitario locale, un territo- rio che ha visto una forte cresci- ta demografica negli ultimi anni. Terminato nel 2010, il nuovo ospeda- le Los Arcos del Mar Menor rientra in questo quadro strategico, offrendo 314 posti letto a una popolazione di 160mi- la cittadini. La struttura è organizzata con una tipologia orizzonta- le a doppia piastra, la più bassa high-tech, compatta ed estesa, sulla quale poggia quella low-tech delle degen- ze, articolata in una griglia a nuclei dipartimentali. È una soluzione molto diffusa nelle recenti realizzazioni ospedaliere spagnole e che abbatte i costi, favorisce la flessibilità e valorizza gli aspetti ambientali. L’integra- zione di patii interni offre interessanti spazialità, lumi- nose e dinamiche, atmosfere ordinarie e private che ri- cordano i cortili interni dei palazzi ispanici. La facciata d’ingresso presenta l’innovativa applicazione di un dop- pio involucro trasparente con celle fotovoltaiche, capaci di comunicare una moderna immagine, e l’installazione di segnalazioni colorate con led luminosi che proseguo- no anche all’interno dell’ospedale, a orientare l’utente e guidarlo negli spostamenti. Piastra e degenze a nuclei Los Arcos del Mar Menor University Hospital Andrea Brioschi e Stefano Capolongo architetti, Politecnico di Milano - Dipartimento ABC
  • 2. TO NUMERO NOVE - OTTOBRE DUEMILA13 35 gioco di piastre L’edificio è composto dalla sovrapposizione di due pia- stre, la più bassa intensiva, che cresce di due piani, e quella superiore delle degenze, anch’essa di due livelli. L’intera organizzazione funzionale è stata guidata dal- la netta separazione dei due differenti accessi, quello destinato agli utenti esterni e quello riservato agli ope- ratori della struttura. Il primo è collocato in corrispon- denza della facciata principale, dove sono presenti i par- cheggi pubblici e un’ampia piazza, mentre il secondo è situato sul lato opposto, dove sono stati realizzati i po- sti auto per lo staff e tutti i principali servizi generali di supporto. Dal corpo d’ingresso, che contiene tutti gli spazi di accettazione e amministrazione, parte un ar- ticolato volume architettonico bianco in cui sono sta- ti collocati tutti i servizi inter-esterni come caffetteria, ristorazione, soggiorni e auditorium. Questi affacciano sulla piazza lastricata in pietra con una vasca d’acqua, sculture e palme. Sul versante opposto è stato realiz- zato un autonomo blocco architettonico in cui è stato organizzato il day-hospital psichiatrico, alto due piani fuori terra e costituito da un anello funzionale di locali e ballatoio che affacciano su un patio centrale. Il com- plessivo sistema funzionale dell’ospedale è organizzato con due longitudinali percorsi distributivi principali col- legati trasversalmente da corridoi minori; lungo questi, secondo una sequenza seriale precisa sono stati ester- namente realizzati i corpi connettivi verticali compo- sti da scale e monta-lettighe, su entrambi i lati, a servi- re tutte le zone. Questi vanno a configurare dei portali architettonici sequenziali, completamente bianchi ed essenziali, quasi a riverberare i tracciati agricoli conte- stuali. La piastra high-tech presenta dei patii quadra- ti a tutt’altezza, in parte piantumati e che consentono e ballatoio che affacciano su un patio centrale. Il com- sIntesI DeI DatI Intervento Nuovo ospedale Los Arcos del Mar Menor University Hospital Località San Javi, Spagna Cliente GISCARMSA Progettisti CASA Sólo Arquitectos SLP Tempi progetto 2005 Tempi realizzazione 2006-2010 Dimensioni 61.352 m2 / 316 posti letto Planimetria generale Planimetria del secondo piano
  • 3. DallaSpagnaProgettazione to numero nove - ottobre duemila13 36 toi centrali, la sterilizzazione, la rianimazione e il bloc- co operatorio, il day surgery, la riabilitazione, il punto nascita, la traumatologia, l’urologia, l’anatomia patolo- gica e gli studi per la ricerca. La piastra low-tech delle degenze assume una tipologia più articolata, che ricor- da il sistema a nucleus degli anni ‘70, allora organizzato dall’addizione di nuclei funzionali “a croce” e nato in ri- sposta alle ristrette disponibilità economiche dell’epo- ca e alla necessità di facilitare la costruzione di amplia- menti in tempi successivi. In entrambi i piani, il terzo e il quarto, la disposizione spaziale è piuttosto analoga e fondata sulla definizione di crociere principali costitui- te da settori di degenza longitudinali, organizzati a cor- po triplo, e zone di supporto e di collegamento vertica- le collocati trasversalmente, con un punto baricentrico di controllo degli operatori allestito con un’ampia recep- tion; in aggiunta vi sono crociere minori anch’esse costi- tuite da lati longitudinali, che accolgono in prevalenza settori specialistici o di supporto ai dipartimenti di de- genza, ed elementi trasversali sempre costituiti da loca- li di servizio e collegamenti verticali. L’aggregazione fi- nale degli elementi porta alla definizione di un grande reticolo tipologico con corti interne, che di maggiori di- l’ingresso di luce e aria naturali, oltre che gradevoli vi- ste da parte degli utilizzatori. Al piano terra sono stati distribuiti tutti i settori destinati agli utenti esterni, tra i quali amministrazione, caffetteria, ristorazione, dipar- timento di prima emergenza, diagnostica, ambulatori, laboratori di analisi, morgue, farmacia, cucina centrale e uffici dei manutentori. Al primo piano si ripetono mor- fologia e impostazione tipologica di quello sottostante e sono collocati l’auditorium, i servizi religiosi, gli spoglia- Intervista ai progettisti CASA Sólo Arquitectos SLP Quale organizzazione tipologica avete adottato nel progetto? «Gli ospedali sono composti da tre grandi parti funzionali: la logistica, l’alta specializzazione e il day-center con le degenze. Il nostro edificio risponde architettonicamente a questo programma ed è organizzato con una grande piastra di due piani, attraversata da patii interni, che articola la circolazione con le funzioni high-tech e il day-center; su questa poggia un più “leggero” edificio che accoglie i dipartimenti di degenza direttamente collegati ai settori ambulatoriali specialistici, al fine di assicurare sinergia e ridurre gli spostamenti del personale. Tale soluzione tipologica orizzontale determina significativi risparmi economici». Cosa pensate dell’ospedale orizzontale? Quali sono i vantaggi? «La tipologia orizzontale è stata ampiamente adottata per i nuovi ospedali della Catalonia a partire dagli anni 1980, da quando la Generalitat de Catalunya venne incaricata della gestione del comparto sanitario locale. Questo schema ha riscosso molto successo grazie alla relazione che riesce a determinare tra paziente e ambiente esterno attraverso la creazione di terrazze, cortili, giardini e una complessiva architettura accogliente e a misura d’uomo. Anche se tale soluzione non è sempre applicabile a causa delle molteplici condizioni contestuali urbane, resta sempre importante considerare il trattamento della luce naturale all’interno degli spazi ospedalieri. Come tutti sappiamo, l’ospedale del futuro dovrà offrire interventi meno invasivi, con tempi di recupero più brevi e periodi di degenza molto più corti; alla minore importanza della degenza si assocerà una maggiore attività delle ospedalizzazioni diurne. Per tale motivo risulta strategica la tipologia orizzontale che può offrire ampie dimensioni e spazialità amichevoli». Quali tecnologie “verdi” avete applicato? «L’applicazione delle tecnologie “verdi” nel settore edilizio avrà sempre maggiore importanza nel futuro e, da tempo, nei nostri ospedali è già diventata una realtà. Nel Los Arcos del Mar Menor, attraverso l’integrazione di un ampio involucro fotovoltaico nella doppia facciata del corpo d’ingresso, c’è stata la volontà di rendere visibile a tutti gli utenti tale tecnologia, favorendo lo sviluppo di una consapevolezza “verde” nella società. Nei due progetti ospedalieri realizzati nella Regione Murcia abbiamo rivolto particolare attenzione alla gestione delle risorse idriche, un tema importante per il sud della Spagna che vive di turismo ed agricoltura; in questo caso, la strategia adottata consiste nel recupero e nel riciclaggio delle acque grigie e piovane». Quali sono le future prospettive per l’architettura dell’ospedale? Quali i temi e gli argomenti? «Come già accennato, l’ospedale tenderà a perdere la dimensione alberghiera per offrire maggiori prestazioni diurne, una condizione che accentuerà ancor più l’importanza e il peso della localizzazione territoriale e dell’integrazione con il sistema dei trasporti. Tema sempre centrale resterà quello della flessibilità e dell’ampliamento, requisiti che dovranno essere sempre recepiti a partire dal concepimento di ogni progetto. Oltre alla riduzione dell’impatto inquinante relativo ai trasporti di collegamento alle strutture sanitarie, guadagneranno sempre maggiore importanza gli aspetti energetici; gli edifici del futuro tenderanno a diventare autosufficienti e così accadrà anche per gli ospedali, raggiungendo il nuovo paradigma sostenibile». Vista interna degli spazi distributivi
  • 4. to numero nove - ottobre duemila13 37 nito in pannelli di alluminio e ampie finestre e una pel- le esterna oscurante composta da pannelli fotovoltai- ci semi-trasparenti; a ogni piano è stata realizzata una passerella di acciaio che consente facili attività di ma- nutenzione. L’immagine al pubblico si carica di valori moderni che comunicano affidabilità, efficacia e avan- guardia nelle cure e, al contempo, manifestano rispetto per l’ambiente trasmettendo benessere ed etica, princi- pi che rassicurano. Una fascia orizzontale luminosa, co- stituita da led, cambia continuamente colore e pubblica messaggi rivolti agli utenti, introducendoli negli ambien- ti interni dove, peraltro, continuano le segnaletiche di luce artificiale in ogni piano, guidando gli utilizzatori e facilitandoli nell’orientamento. Tali percorsi culminano in molteplici pareti e soffitti luminosi, con colori sempre diversi, in corrispondenza di punti nodali, solitamente in reception di reparto o in spazi pubblici e di soggior- mensioni rispetto a quelle sottostanti, accolgono giar- dini pensili piantumati; tutte le coperture della piastra intensiva rimaste libere, con l’appoggio sovrastante del reticolo delle degenze, sono praticabili a uso terrazzo o coperte con manti erbosi e bassi cespugli. Così facen- do, si ricrea un tessuto urbano reticolare che non soffre affatto della collocazione alta di coronamento. La solu- zione tipologica, uscendo dalle classiche impostazioni razionali da manuale, offre un’innovativa ipotesi che si dimostra funzionale, economica e di qualità. Lo strap- po dai tradizionali modelli aggregativi dell’ospedale (per intenderci i soliti noti a monoblocco, a blocchi distinti, a piastra-torre, a piastra articolata, a torre, a nastro, a banchina e a spina) genera un nuovo tipo a piastre so- vrapposte che apre future prospettive di applicazione con vaste possibilità di variazione. Certamente, il pro- getto manifesta come la piastra tecnologica fuori terra, oltre a consentire un notevole risparmio economico e favorire efficienza e flessibilità, possa prestarsi a innu- merevoli soluzioni di coronamento con blocchi funziona- li low-tech e offrire spazialità qualitative che superano la meccanicistica disposizione delle degenze verso sud, un vincolo che ha spesso ingessato l’innovazione senza peraltro dare grandi risultati. Fotovoltaico e luci colorate Il blocco architettonico d’ingresso contiene in prevalen- za le funzioni di accettazione e amministrazione e rap- presenta metaforicamente la porta d’accesso all’ospe- dale, palesandosi perfino in un effetto architettonico “a portale” che non lascia dubbi interpretativi. La facciata presenta una soluzione tecnologica a doppio involucro, costituita da un classico tamponamento perimetrale fi- Vista interna di una reception di piano Planimetria del piano terra
  • 5. DallaSpagnaProgettazione to numero nove - ottobre duemila13 38 gresso introduce invece i cinque volumi architettonici bianchi che legano le due piastre ospedaliere, corpi im- portanti che identificano i sistemi di collegamento verti- caleemostranoun’immagineveramentemegastruttura- le. Gli ambienti interni presentano soluzioni differenti in relazione al grado di privatezza e d’intensità delle cure. Tutti gli spazi pubblici e i principali sistemi connettivi hannosemprepavimentiinpietraartificiale,comequella dei rivestimenti esterni, e finiture di pareti e soffitti soli- tamentebiancheocomunquemoltochiare.Grazieanche al rapporto visivo continuo con i tetti giardino laterali, le atmosfere sono luminose e rilassanti, comunicano ordi- ne e razionalità. Caso diverso per i settori sanitari, do- ve prevalgono i vincoli igienici; qui vi sono rivestimenti in gomma e boiserie con corrimano; i cromatismi sono chiari, punteggiati da giochi geometrici e segnaletiche che identificano il livello e illuminati da schermi verti- cali o controsoffitti colorati, occasioni spaziali di valore artistico capaci di creare atmosfere rilassanti e soffuse. Variazioni tipologiche I recenti esempi ospedalieri spagnoli, tra i quali il Los Arcos del Mar Menor, presentano nuove variazioni tipo- logiche che si aggiungono a quelle classiche sviluppate nel 1900, uscendo dagli schemi predefiniti per generare soluzioni che mostrano interessanti performance eco- nomiche, tecnologiche e ambientali. La crisi economica di tutta l’Europa e la conseguente limitata disponibilità d’investimento nelle strutture di servizio pubblico han- no segnato fortemente l’ultimo decennio e allarmato i tempi più recenti. In tale contesto risulta necessario cer- care risposte meno costose e in grado comunque di assi- curare un’appropriata qualità delle prestazioni e dell’as- sistenza. Sicuramente queste nuove ipotesi tipologiche ospedaliere, per lo più basate sulla libera aggregazione di piastre ospedaliere, mostrano importanti potenziali- tà per futuri sviluppi e applicazioni. L’abolizione dell’e- dificazione sotto il livello di terra insieme allo sviluppo orizzontale a piastre può determinare minori costi di co- struzione e di gestione, oltre che interessanti compor- tamenti ambientali con ottime risposte tecnologiche, di flessibilità e di adattabilità. ■ no. Si determina così un’estrema chiarezza di organiz- zazione dei servizi e si creano atmosfere rilassanti, leg- gere e ovattate, situazioni che sdrammatizzano lo stato di stress psicologico dei malati. Architettura essenziale e atmosfere rilassanti Lacomposizionearchitettonicaassumeformeelinguag- gi essenziali ma anche megastrutturali, in qualche modo ricorda gli esempi di fine anni ‘60 nei quali si introduce- vano e si palesavano i principi di efficienza e flessibili- tà; i volumi materici, bianchi, compatti, puliti e raziona- li sono aggregati a definire un’architettura importante e carica di dimensioni. La piastra intensiva si identifica come un grande basamento rivestito in pietra artificiale, con finestre a nastro di vetro e alluminio. A questa è ap- poggiato il reticolo low-tech delle degenze, tutto bianco; sui lati esterni esso presenta involucri vetrati con listelli ombreggianti orizzontali di allumino e sui fronti interni ai patii adotta facciate finite in pannelli di alluminio con finestre munite di avvolgibili oscuranti. Il blocco d’in- © RIPRODUZIONE RISERVATA Bibliografia www.casasolo.es, 8 marzo 2013 Capolongo Stefano, Qualità urbana, stili di vita, salute, Hoepli, 2009 Sopra, vista di un patio interno. Sotto, vista esterna del lato posteriore